Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 685 del 23 maggio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 685/XV - Interrogazione: "Diffusione di un comunicato da parte degli insegnanti dell'Istituzione scolastica Einaudi di Aosta in merito alla formazione delle classi per l'anno scolastico 2019/2020".

Farcoz (Président) - Point n° 31 de l'ordre du jour. La parole à l'Assesseur Certan pour la réponse.

Certan (AV) - Pur sapendo, collega Manfrin, che non è una sua definizione, in premessa vorrei dire che ritengo offensivo e vergognoso parlare in Valle d'Aosta di "classi pollaio", così come sono state definite, per la qualità e la cura con le quali sono seguite da sempre le nostre scuole. Prima di affrontare la questione sollevata dagli insegnanti dell'Istituzione scolastica Einaudi in merito al numero di classi prime, è opportuno effettuare due precisazioni: la prima è che le disposizioni normative nazionali e regionali richiamate nell'interrogazione riguardano i principi che sovraintendono alla definizione del fabbisogno dei posti dell'organico dell'autonomia e non alla determinazione nel numero di classi attivabili sulla base delle iscrizioni; la seconda è che nel nostro contesto regionale la disposizione della legge che prevedeva la definizione con cadenza triennale degli organici del personale docente ed educativo è stata superata dalla legge regionale n. 18/2005, che ne prevede invece la definizione con carattere annuale. Questo è importante perché vuol dire che ogni anno si vanno a definire gli organici con proprio le varie iscrizioni numero per numero, cioè guardando proprio attentamente le iscrizioni classe per classe, e non come invece a livello nazionale che si guardano nei tre anni e poi, una volta definite per tre anni, rimangono quelle.

Venendo alla comunicazione diffusa dagli insegnanti dell'istituzione e l'appello di alcuni genitori nei quali si lamenta, da un lato, la necessità di non poter accogliere tutte le iscrizioni pervenute, con la limitazione della libertà di scelta della scuola di iscrizione per i propri figli, mi preme evidenziare che la Sovrintendenza ha risposto con un comunicato stampa dando tutti i criteri di base con i quali si procede per la scuola secondaria di primo grado. Occorre innanzitutto sgombrare il campo da un equivoco che, secondo me, è un equivoco di fondo che ha ingenerato nelle famiglie aspettative che potrebbero non trovare soddisfazione nel momento dell'iscrizione. In particolare in tema di iscrizione vige il principio della pertinenza territoriale e tale principio potrebbe anche non essere conosciuto dalle famiglie, ma dovrebbe essere ben noto agli operatori del settore scolastico, quindi dirigenti scolastici e docenti. È fondamentale che nella presentazione del piano dell'offerta formativa della scuola questo aspetto non venga trascurato. Alle famiglie degli alunni non di pertinenza della scuola va data adeguata informazione in modo che siano consapevoli che l'iscrizione dei loro figli è subordinata alla disponibilità di posti nelle classi spettanti sulla base del criterio della pertinenza. Per la città di Aosta in particolare, dove l'Amministrazione locale ha deciso per la scuola secondaria di primo grado di liberalizzare la scelta dell'istituzione scolastica, quindi di non vincolare all'istituzione l'iscrizione alla classe prima, l'applicazione del sovraordinato principio della pertinenza territoriale comporta che il numero di classi prime attivabili si determini con riferimento al numero complessivo di iscritti obbligati delle scuole dell'intero territorio comunale, cioè degli alunni che hanno frequentato la classe quinta primaria in una scuola di Aosta e degli alunni residenti ad Aosta che hanno frequentato la classe quinta primaria in una scuola paritaria. Nella determinazione del numero complessivo delle classi per le scuole di Aosta non sono quindi computabili i cosiddetti "fuori zona", cioè gli alunni provenienti da un altro comune, la cui iscrizione può essere accolta solo nel limite delle classi spettanti in riferimento agli obbligati di Aosta. Il numero di classi così individuato viene poi incrementato di un'unità, in considerazione del fatto che le iscrizioni sono suddivise tra più istituzioni scolastiche e ad Aosta sono cinque. Nella ripartizione si tiene conto delle eventuali richieste di formazione di classe con un numero di alunni non superiori a venti, correlate alla presenza di alunni con disabilità, che potrebbero anche dar luogo al parziale accoglimento quindi di iscrizione di alunni di pertinenza di un'altra scuola. In particolare ad Aosta, per dare un'idea, gli alunni iscritti sono 349, dando origine a 16 classi, di cui 7 classi con numero di alunni pari a 20, con alunni con disabilità, e 9 classi costituite sulla base di un parametro medio di 25, elevate quindi poi a 17.

Venendo ad analizzare i dati degli iscritti alla classe prima dell'Istituzione scolastica Einaudi, si rivela che gli obbligati di Aosta ammontano a 76 unità, di cui 8 di pertinenza di altre istituzioni scolastiche della città, con la presenza di un solo alunno con disabilità per il quale l'istituzione non ha formulato la richiesta di formazione di una classe con un numero di alunni non superiore a 20. Sulla base di 76 iscritti di pertinenza del Comune di Aosta, in assenza della richiesta di costituzione di una classe con numero di alunni non superiore a 20, le classi sarebbero formate da 25 e 26 alunni, entità che rientra nel parametro medio di alunni per classi. Vale la pena rammentare che la disciplina nazionale per la costituzione delle classi prime di scuola secondaria di primo grado prevede che le stesse siano costituite di norma con non meno di 18 e non più di 27, elevabili a 28 qualora residuino eventuali resti. Ora, la situazione della classe Einaudi dovrebbe non accogliere un paio di iscrizioni di alunni di pertinenza di un'altra scuola in modo da non costituire classi formate da un numero eccessivo di alunni, oppure valutare la possibilità in relazione alle esigenze formative dell'alunno con disabilità di inserirlo in una classe di poco superiore alle 20 unità, il che consentirebbe l'accoglimento anche di tutte le altre iscrizioni di pertinenza di altra scuola di Aosta.

Ora, l'affermazione diffusa dagli stessi insegnanti sull'indisponibilità dell'Amministrazione ad attribuire un'ulteriore classe, che eviterebbe la costituzione di classi molto numerose e che consentirebbe l'accoglimento di tutte le iscrizioni, non è corretta, posto che tale affermazione si fondi sull'errato convincimento che le iscrizioni degli alunni provenienti da fuori comune, che all'Einaudi sono 8, debbano essere accolte al pari di quelle degli alunni di pertinenza del Comune, prescindendo del tutto dall'osservanza del principio della pertinenza territoriale.

Per quanto riguarda la seconda domanda: "quali siano le strategie che l'Amministrazione ha adottato per garantire la libertà di scelta educativa dei genitori", la libertà di scelta educativa da parte dei genitori può essere esercitata nei limiti dei principi sopra illustrati, cioè rimanendo subordinata alla capacità di accoglienza delle classi spettanti a ciascuna istituzione sulla base degli alunni di pertinenza territoriale. L'obiettivo che la politica scolastica regionale persegue è infatti quello di consentire il mantenimento del funzionamento delle varie istituzioni scolastiche distribuite nella città di Aosta nell'intero territorio regionale e non quello di arrivare a una liberalizzazione indiscriminata delle iscrizioni dalla quale potrebbe derivare per contro la concentrazione di iscrizioni in una o più scuole a discapito di altre, con conseguente depauperamento delle risorse dell'offerta formativa ed educativa delle scuole penalizzate dalle scelte operate dalle famiglie. Si conferma quindi la validità del principio della pertinenza territoriale in quanto il prioritario interesse della politica scolastica regionale rimane quello di mantenere l'attuale dimensionamento della rete scolastica regionale e garantendo il servizio scolastico il più capillarmente sul territorio. Per noi le politiche della famiglia è chiaro che devono tener conto anche della territorialità, altrimenti si depauperebbe il territorio. Credo che la politica non abbia la stessa visione di un genitore, che pensa anche - giustamente direi - solo al bene del proprio figlio, ma esiste un bene generale: ad esempio, alcune scuole della Media e Bassa Valle sono state nel tempo depauperate di iscrizioni nel momento in cui i genitori hanno scelto una scuola che ritenevano migliore per il proprio figlio, ma localizzata ad Aosta e non più sul territorio. Ora che le iscrizioni stanno diminuendo, in quella parte di territorio si rischia o è già avvenuta la chiusura di intere scuole e quindi i genitori che lo vorrebbero non hanno più la possibilità di iscrivere i propri figli sul proprio territorio. Des deux l'une la politica deve avere una visione per tutte le famiglie e la voce di chi trova le proprie esigenze soddisfatte dalla pianificazione scolastica difficilmente si sente.

Président - La parole au collègue Manfrin pour la réplique.

Manfrin (LEGA VDA) - Io sono sinceramente imbarazzato dai contenuti della sua risposta. Parto dalla fine. Lei ci ha detto davvero che i genitori non devono pensare prioritariamente al bene dei propri figli? Ci ha detto davvero questo?

(interruzione dell'Assessore Certan, fuori microfono)

... sì, io le garantisco che lei ha detto questo: che i genitori non devono pensare solo al bene dei propri figli, ma devono pensare alla struttura in generale, e questa è una dichiarazione imbarazzante per chi si occupa di istruzione in Valle d'Aosta. Io non so se si rende conto di quello che ha appena detto, ma io mi vergognerei. Esordisce dicendo che la definizione di "classi pollaio" non le piace, certo, non piace a nessuno. Io invito - e ce ne sono tanti - chi svolge la professione di insegnante a trovare allora una definizione per una classe composta da 28 elementi. Una classe satura, satolla, ampia, variegata? Non solo, definitela come volete, ma una classe di 28 ragazzi non può essere certo una classe dove si può lavorare con la serenità, immagino, questo è quello che mi dicono gli insegnanti con cui mi sono confrontato. La questione è ancora più complessa. Volevamo sollevare questa criticità, ma in maniera assolutamente positiva, chiedendo la soluzione a un problema. Voi ci dite, e fate tutti questi calcoli, che in realtà però non è così, perché la suddivisione non funziona. Io le faccio invece il calcolo che è molto semplice. Se mi è concesso parlare, Presidente... Abbiamo letto tutti il comunicato stampa dell'Einaudi e la suddivisione è molto chiara: ad oggi ci sono 76 unità previste, di cui 73 del circondario e previsionalmente 3 bocciati. Le richieste arrivano a 84, perché ci sono 8 studenti fuori zona. Ora, considerato - e lei lo ha ricordato bene - che vi è la presenza di un disabile grave all'interno dell'istituzione scolastica, è evidente che questa classe, che quindi ha la possibilità di avere una composizione di 20 studenti, perché la disabilità grave può richiedere, appunto, una classe di 20 studenti, scaricherà eventualmente la presenza appunto di 28 ragazzi sulle classi restanti, e sicuramente un professore, anche dotato di sana pazienza, insomma, difficilmente potrà lavorare in maniera serena.

La cosa che trovo grave, e che lei ha ripetuto molte volte, ma non riuscite a cogliere, è che il POF (Piano di Offerta Formativa) è fatto proprio per questo. Lei ci dice che sostanzialmente le scuole devono accogliere gli studenti di zona e basta, no, il piano dell'offerta formativa è fatto apposta dalle istituzioni scolastiche per presentare la propria offerta formativa e quindi eventualmente attirare altri studenti di altre istituzioni e di altri luoghi nella propria scuola, perché se io faccio un progetto che è bello, innovativo, interessante, stimolante, un genitore sarà interessato a iscrivere il proprio figlio nella mia istituzione scolastica, nella mia struttura scolastica; se invece si ritiene che la scuola dove si deve andare, che in teoria è territorialmente competente, non ha la stessa qualità di insegnamento, si sceglierà di non aderire. Lei mi dice che è un problema di svuotamento delle scuole di altre zone, ma perché le scuole di altre zone non possono fare un'offerta formativa ancora migliore ed attirare anch'esse invece studenti che siano fuori zona? La sfida è sulla qualità. La sfida è solamente sulla qualità, non su... allora voi state bloccati lì, ingessati lì, non diamo la possibilità di muoversi a nessuno, fate il vostro compitino a casa, il piano offerta formativa fatelo tanto per farlo, tanto ognuno rimane dov'è. È assolutamente inutile. Tanto più, Assessore, che la scelta che lei ci sta dicendo, che deve essere subordinata a tutta una serie di questioni che lei ci ha ricordato, dev'essere subordinata anche a una direttiva molto importante, ovvero l'articolo 26 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo in base alla quale i genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai propri figli. Questo deve essere il faro che guida la scelta di un genitore verso l'iscrizione in una scuola e questo è quello che voi non state seguendo pensando invece a una politica che dice: "ognuno rimanga nella sua piccola scuola a prescindere dal piano formativo", questo è profondamente sbagliato.

Président - La parole à la collègue Certan.

Certan (AV) - Collega Manfrin, lei, come spesso è abituato a fare, ha detto delle falsità, la prima, siccome ce l'ho scritta, la rileggo: "la politica non ha la stessa visione di un genitore, che giustamente pensa solo al bene del proprio figlio, ma non ha la visione d'insieme". Questo è stato detto, perché ce l'ho scritto. Il secondo passaggio, che è veramente falso, è che lei ha fatto i conteggi contando già i suoi previsti... non so chi glieli abbia detti... ma probabilmente lei anticipa dei bocciati. La scuola non è finita e quindi lei non può dare questi dati.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Assessore, lei però dovrebbe, credo, studiare un pochino di più riguardo il suo ruolo. Se mi è consentito parlare, visto che l'ho lasciata parlare...

(brusìo in aula)

Presidente - Colleghi... prego, collega Manfrin, espliciti il fatto personale.

Manfrin (LEGA VDA) - Il fatto personale è che mi sono state attribuite delle opinioni che sono contrarie a quanto io ho espresso e le spiego perché, soprattutto di aver diffuso dei dati che non si possono diffondere. Cara collega Assessore, lei dovrebbe sapere che c'è un dato previsionale di bocciature, non so se lo sa, ma esiste. C'è un dato previsionale di bocciature ogni anno e il dato previsionale di bocciature per quest'anno è previsto nel numero di 3 in quella istituzione scolastica. Lo sa questo dato oppure no? Perché se non lo sa, è gravemente insufficiente nel suo ruolo. Allora è inutile che lei attribuisca a me...

Presidente - Bene, grazie.

Manfrin (LEGA VDA) - ... no, chiedo scusa, mi è stata attribuita un'altra opinione. Lei mi dice giustamente... lei dice che non ha detto che non è il bene del proprio... posso parlare? Grazie. Lei non ha detto che i genitori non devono pensare al bene del proprio figlio, ma ha detto che la politica non deve dare la possibilità ai genitori di pensare al bene del proprio figlio, che è ancora peggio.