Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 671 del 23 maggio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 671/XV - Ritiro di mozione: "Impegno del Presidente della Regione a porre in essere le azioni necessarie per la revoca della nomina del Rettore dell'Università della Valle d'Aosta".

Rini (Presidente) - Punto n. 18 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Il 28 febbraio di quest'anno, allorché si è tenuto il Consiglio dell'Università all'unanimità, ribadisco all'unanimità, era stato votato di chiedere la revoca dell'incarico al rettore dell'Università. La situazione era già esplosa precedentemente, al punto che c'è stata una lettera sottoscritta da 30 su 49 docenti e soprattutto da 50 su 54 dipendenti dell'Università in cui sostanzialmente si manifestava una quantità enorme di problematiche in relazione al rettore e quindi all'Università, per arrivare appunto a sfociare tutta questa situazione al consiglio del 28 febbraio. In quel consiglio lei avrebbe dovuto revocare immediatamente le deleghe al Rettore. Non lo ha fatto, ha preso tempo, ha chiesto pareri, anche se in una situazione del genere non c'era assolutamente alcuna necessità di chiedere pareri, anche perché quello che lei sosteneva "ma l'istituto della revoca non c'è nello statuto" le era stato poi spiegato, anche successivamente da noi, che non era assolutamente un elemento ostativo visto e considerato che esistono le regole generali del diritto. "Ma poi il rettore potrebbe fare ricorso", va bene, dov'è il problema? Nel momento in cui si fa ricorso ci si difende in altre sedi e la Regione ha tranquillamente tutte le ragioni per poter vincere ampiamente questo ricorso.

Ha chiesto il parere, è passato moltissimo tempo. Tra l'altro, nel frattempo noi avevamo presentato una notevole quantità di iniziative sull'Università e oggi discutiamo questa iniziativa. Sono passati la bellezza di quattro Consigli da quando era stata presentata, tutto è avvenuto con estremo ritardo. Nell'ultimo Consiglio poi ha preso atto del parere di qualche professore che diceva esattamente ciò che noi dicevamo e chiaramente ha preso atto del fatto che nel frattempo era passato molto tempo e quindi diventava sempre più complicato revocare il rettore. Visto e considerato che si avvinava sempre di più la scadenza del mandato, lei ha deciso... quindi avete deciso insieme al consiglio che ha alzato le mani... Certo, il consiglio poi ha alzato le mani, perché nel consiglio precedente le era stata chiesta una cosa, è passato un sacco di tempo. A seguito poi di tutto questo passaggio di tempo chiaramente anche il consiglio ha alzato le mani e ha preso atto del tempo ormai passato e quindi sostanzialmente della situazione.

Adesso chiaramente questa mozione non ha più alcun senso, chiaramente la ritirerò. So che c'era la collega Pulz che voleva anche dire qualcosa, se vogliamo discuterne... Chiaramente la ritirerò, perché ormai le decisioni sono state prese, siamo fuori tempo massimo, non certo per responsabilità nostra, visto e considerato che noi la mozione l'avevamo presentata per tempo. Io però le ricordo che lei, in qualità di Presidente della Regione, è tenuto a dare delle risposte a tutta la Regione e soprattutto all'Università. Nel momento in cui all'Università succede una situazione di questo tipo e un Consiglio dell'Università all'unanimità, dopo i fatti gravissimi avvenuti, le chiede di procedere in una determinata situazione e in una determinata direzione, lei avrebbe dovuto dare una risposta immediata. Un Presidente della Regione e un presidente del consiglio dell'Università ha il dovere sacrosanto di prendere delle decisioni forti nel momento in cui ci sono delle situazioni di questo tipo.

Presidente - Apriamo la discussione generale. La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Il gruppo ADU VDA ha più volte portato all'attenzione di quest'aula anche in tempi non sospetti, attraverso un'interpellanza e due mozioni, le macroscopiche anomalie dell'Università della Valle d'Aosta, che avevamo già detto molto tempo fa derivano senz'altro dal suo statuto, per cui un processo di normalizzazione dovrebbe comportare la volontà anche politica per la parte che ci compete di una revisione dello statuto stesso. Abbiamo già detto più volte che in primis il Presidente della Regione, che ha già funzioni prefettizie, coincide con il presidente dell'Università, secondo questa logica che chi paga controlla. La composizione del Consiglio dell'Università è specificata in quell'articolo 12 dello statuto, che è stato più volte richiamato, appunto si parla del Presidente della Regione e poi del rettore, che ha funzioni di vicepresidente, del direttore generale, del rappresentante dei professori di ruolo e ricercatori, del rappresentante degli studenti, del personale tecnico-amministrativo, dell'Assessore all'istruzione e cultura, del Sindaco della città di Aosta, del Presidente del Consiglio permanente degli Enti locali, del Dirigente del Ministero designato dal Ministro, di tre membri nominati dalla Giunta. L'ho richiamato solo perché effettivamente chi si pone con onestà intellettuale di fronte alla composizione di questo Consiglio non può negare che molte scelte finiscono per essere dettate più da esigenze politiche che non accademiche. In effetti nei quasi vent'anni di vita del nostro Ateneo è stato così e questo ha portato anche una certa instabilità nei piani di sviluppo secondo la nostra analisi per il suo impianto e anche per l'offerta formativa. Tutto questo è stato soggetto agli andamenti dei cicli delle politiche che, se mi permettete, sono sempre più corti e hanno sempre maggior respiro della formazione e della ricerca.

La seconda indiscutibile anomalia - l'abbiamo detto anche questo tante volte - riguarda la figura del rettore, che nelle università italiane e anche straniere viene eletto dal corpo docente in modo che possa essere una figura di garanzia e rappresentare le diverse componenti. In Valle d'Aosta il rettore è scelto dal Consiglio dell'Università e all'articolo 11 è specificato che può non appartenere al corpo docente, cosa che si è puntualmente verificata in questi vent'anni. Nessun rettore in Valle d'Aosta è mai appartenuto al corpo dei docenti, quindi ha potuto mantenere impegni di lavoro anche fuori Valle e ha potuto recarsi nell'Università nei momenti forse liberi, a fronte di uno stipendio che, insomma, si aggira sui 75.000 euro annuali. Noi quindi ci rallegriamo tanto davvero e ci complimentiamo anche con quanti hanno lavorato per rendere possibile questa bella notizia che finalmente è arrivata dall'Università e cioè che dal 1° novembre 2019 vi sarà un rettore che appartiene per la prima volta al corpo docente dell'Università. La notizia è ancora più bella se pensiamo che di fatto si tratta di una rettrice - questo termine mi piace da matti -: la professoressa Maria Grazia Monaci, ordinario di Psicologia sociale, finalmente i professori docenti hanno potuto eleggere una figura rappresentativa. Volevo richiamare velocemente un comunicato della FLC, che dice: "non solo una rettrice donna, ma soprattutto una rettrice proveniente dai ruoli dell'Ateneo, che lavora e vive in Valle d'Aosta da più di 15 anni, che è stata eletta come direttrice di dipartimento, che raccoglie ampio consenso - questo è un punto importante - e fiducia non solo tra i docenti ma in tutte le componenti dell'Ateneo". Lo sappiamo tutti, i lavoratori e le lavoratrici dell'Ateneo da mesi e a larghissima maggioranza, pensiamo all'80 percento del personale, due terzi dei docenti e quasi tutta la componente tecnico-amministrativa, dichiaravano che era venuta meno - e questo è gravissimo - ogni fiducia nei confronti dell'attuale rettore. Per una volta quindi non è stata la politica a esaurire la fiducia nei confronti di questa figura e a chiedere la sua revoca, ma è stato proprio chi lavora in quell'ambiente, chi c'è dentro tutti i giorni. Com'è stato sottolineato dai rappresentanti e dai direttori di dipartimento, quello era anche un momento particolarmente delicato per la vita dell'Ateneo in assenza di un piano di sviluppo durante l'esercizio provvisorio che ha caratterizzato l'inizio di quest'anno. Proprio in quel frangente il corpo docente si è diviso per gli interventi non capiti, non apprezzati del rettore e in più il personale tecnico-amministrativo si è sentito svalutato.

Concordiamo con la collega Spelgatti, l'utilità di questa mozione è venuta meno. Può essere solo forse l'occasione per richiamare alcune questioni. I pochi mesi che rimangono alla scadenza del mandato rendono ormai inopportuno un eventuale contenzioso giuridico, questo è chiaro. Forse si può aggiungere che un minimo di sensibilità in una circostanza così delicata avrebbe suggerito le dimissioni. Questo rinvio della mozione ci fa dire che forse si poteva agire prima, ma proprio solo allo scopo di non esacerbare gli animi perdendo tempo, tanto più che i prossimi mesi che aspettano l'Università, poiché quella frattura che si è aperta non è venuta meno, rischiano di vedere una transizione complessa, un po' difficile e non così scontata.

Noi comunque vogliamo riconoscere a questa maggioranza, pur fragile, che, per quanto riguarda l'Università, qualcosa di buono è in atto. Noi vogliamo riconoscere, come facciamo ogni volta che apprezziamo qualcosa, perché forse si è aperta questa fase di svolta. Speriamo che dall'autunno sia proprio una fase di svolta reale. Vediamo che è stato dato un minimo respiro al reclutamento dei giovani studiosi agli avanzamenti interni e questi sono fatti importantissimi, perché gli avanzamenti di carriera erano bloccati, venivano denunciati dall'Università da molto tempo, pur in presenza di una certa disponibilità di budget, quindi c'era effettivamente dell'inerzia legata probabilmente alla figura apicale. La nostra mozione, quella di tempo fa, in cui chiedevamo di risolvere le macrocriticità che ho richiamato, cioè le figure del presidente dell'Università e del rettore, non è poi stata accolta da questo Consiglio e quindi ci permettiamo di sottolineare che i problemi permangono, ma perché sono problemi strutturali che in autunno bisognerà in qualche modo riaffrontare. Sono problemi che rimangono lì al di là delle persone che si sono avvicendate nelle diverse cariche. Sarà quindi necessario, facciamo già il programma per l'autunno, prendere impegni chiari sullo statuto. Chiaramente dovranno lavorarvi il consiglio dell'Università e il senato accademico, la politica il meno possibile, secondo noi, dovrà soltanto accogliere il lavoro che verrà fatto l'interno.

Per chiudere, dopo questa fase di altissima tensione, comunque noi auspichiamo vivamente che l'Università della Valle d'Aosta trovi - con la figura della nuova rettrice e anche del nuovo direttore o direttrice, perché ci sarà un cambio anche lì - una via d'uscita definitiva da questa situazione per i lavoratori che sono lì a diverso titolo e soprattutto per gli studenti, che hanno aderito a una gestione serena, pensata e aperta a quella dimensione internazionale che li può preparare al meglio alle sfide che dovranno affrontare nello studio e poi nella professione.

Président - La parole à l'Assesseur Certan.

Certan (AV) - Prendiamo atto del ritiro della mozione. In effetti era stata presentata due Consigli fa, al Consiglio del 17 e 18 aprile, poi forse in una di queste sedute lei, Consigliera Spelgatti, aveva anche ritirato alcune iniziative, credo anche queste... en passant ad alcune interpellanze comunque avevamo risposto. Oggi, in effetti, la situazione è già stata presa in esame nelle sedi competenti. A parte che ha ripercorso lei le varie tappe, credo sia importante riassumerle velocemente. Il 25 marzo scorso il consiglio dell'Università aveva esaminato la situazione creatasi tra il rettore e una parte rilevante del corpo accademico del personale amministrativo, situazione che abbiamo ereditato ma che - lo ha ricordato lei la scorsa volta - è in qualche modo esplosa tra ottobre e novembre nei consigli di amministrazione di quel periodo. A seguito di una lunga e complessa discussione, il consiglio ha dovuto prendere atto, ha preso atto della frattura che si era creata fra rettore da una parte, la maggioranza del corpo accademico e il personale amministrativo e anche gli studenti e che questa frattura era davvero insanabile, non vi era alcun spazio di mediazione possibile. Il consiglio aveva delegato il presidente del consiglio stesso, l'Assessore all'istruzione, a effettuare gli approfondimenti giuridico-amministrativi necessari per arrivare a una soluzione della situazione. Questi approfondimenti sono stati chiesti attraverso la struttura amministrativa dell'Università. Nel corso della seduta del 13 maggio, il consiglio dell'Università ha stabilito di prendere atto del parere legale rilasciato in data 24 aprile 2019 dal loro studio di avvocati Gandino Paire di Torino e di non procedere alla revoca dell'incarico di rettore dell'Università della Valle d'Aosta al professor Cassella, peraltro in scadenza al 31 ottobre 2019, quindi ad anno accademico ormai, direi, finito. Ciò in quanto l'avvio della procedura di revoca, che il parere legale peraltro riteneva comunque possibile, avrebbe potuto generare contenziosi amministrativi sicuramente gravosi per l'Ateneo, che, con tutta probabilità, sarebbero poi andati anche oltre la scadenza naturale del mandato, oltre a cadere in un momento anche di iscrizioni del successivo anno accademico. Il consiglio dell'Ateneo ha ritenuto quindi in qualche modo di non voler portare l'Università della Valle d'Aosta in quella direzione.

Quello che la collega Pulz ha detto posso anche capirlo perché chiaramente nella mozione che lei ha presentato ad aprile non poteva saperlo, quindi non è chiaramente contenuto nella mozione, però la novità che, a mio avviso, c'è stata è che nella stessa seduta il consiglio ha nominato, all'unanimità dei presenti votanti, con un solo non votante, nell'ambito della terna proposta dal senato accademico, la professoressa Maria Grazia Monaci, ordinario di Psicologia sociale presso l'Università della Valle d'Aosta, a far data dal 1° novembre 2019. In questo periodo il senato accademico ha comunque prodotto una terna che ha dato al Consiglio dell'Università e vi è stato questo passaggio. Nella stessa seduta il CdA ha poi richiesto al rettore di portare a compimento il suo mandato in modo proficuo e collaborativo per il bene dell'Università della Valle d'Aosta e che questo periodo di transizione sia condotto in modo collegiale con la nuova rettrice e soprattutto con i dipartimenti tutti, perché questo è stato un impegno che è stato preso in sede di riunione dei dipartimenti, e questo ci è stato chiaramente anche riferito nella riunione del Consiglio. Devo dire che non vi era gran divisione tra i docenti sul cercare di essere collaborativi e di veramente compattarsi per fare uscire da questa situazione l'Università. Credo sia stato anche un segno di grande responsabilità da parte loro, che, da una parte, hanno dichiarato chiaramente quali potevano essere le problematiche che erano emerse, però, da un'altra parte, si sono anche resi poi disponibili a collaborare. Naturalmente auguriamo buon lavoro per questo fine anno accademico e ci auguriamo davvero che l'estate porti consiglio e con il nuovo anno accademico davvero l'Università possa affrontare tutta una serie di attività, di programmazioni e di ricerca che credo siano insite nella natura dell'Università molto di più che quelle che forse abbiamo dovuto affrontare in questo periodo. Spero che questo periodo di transizione sia davvero un periodo di rinnovamento. Ringrazio, ringraziamo e cogliamo anche questa opportunità che ci dà la mozione per ringraziare soprattutto i direttori di dipartimento che hanno lavorato in sinergia e con grande maturità e responsabilità.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Vede, collega Pulz, tra le criticità che lei ha sollevato in relazione all'Ateneo io, come già detto varie volte, non condivido minimamente la questione in relazione alle funzioni di Presidente della Regione come presidente del consiglio dell'Università, proprio perché il presidente del consiglio dell'Università e quindi la Regione deve avere delle funzioni di indirizzo di controllo nei confronti dell'Ateneo non politiche ovviamente, ma direzioni di controllo per far sì che si controlli che l'Università della Valle d'Aosta funzioni, perché è importantissima per i nostri giovani, per la nostra economia, come volano per il nostro turismo, per la nostra società, per la nostra cultura e per la formazione delle menti soprattutto dei nostri ragazzi. Il problema è che il Presidente della Regione dovrebbe fare il presidente del consiglio dell'Università e il Presidente della Regione dovrebbe esercitare la sua funzione chiaramente con un minimo di polso. È evidente però che non ci si può aspettare questo dall'attuale Presidente della Regione visto e considerato che dovrebbe essere quanto meno lui a rispondere della seconda volta che succede, visto e considerato che è il Presidente della Regione. Il Presidente Fosson è il presidente del consiglio dell'Università, ma a fronte di mozioni che sono chiaramente rivolte al Presidente della Regione in qualità di presidente del consiglio dell'Università, tutte le sante volte risponde l'Assessore, che potrà avere tutte le deleghe che ha, ma non ha quella di presidente del consiglio dell'Università, quindi chiaramente risposte forti non le può dare il Presidente della Regione. Fra l'altro, Assessore Certan, lei ha detto bene e giustamente - ha fatto un corretto intervento, perché a un certo punto, vista la situazione, altro non poteva dire -: "ben fatto, hanno mostrato a un certo punto collaborazione nei confronti...", i docenti. È chiaro, hanno alzato le mani, perché la volontà è stata espressa in maniera chiarissima a fronte di un parere che non diceva nient'altro che tutto quello che abbiamo sempre detto e cioè che si poteva fare, ma bisognava farlo in fretta. Di fronte a delle risposte che erano dovute nei confronti dell'Ateneo per mettere a posto una situazione, passato tutto questo tempo... ma, al di là del passaggio del tempo, mancata la risposta forte da parte del Presidente, che avrebbe dovuto immediatamente fare delle azioni indipendentemente dalle tempistiche, indipendentemente da tutto, indipendentemente da quello che sarebbe potuto essere poi l'esito di un ricorso, che, dal mio punto di vista, come avvocato, sarebbe stato scontato e certo visto tutto quello che era avvenuto e viste tutte le motivazioni che aveva la Regione per procedere con questa revoca, soprattutto visto e considerato che la richiesta arrivava direttamente dai docenti, dagli amministrativi, dal consiglio dell'Università a fronte di tutta una serie di inadempienze... Questa risposta non è venuta e, di conseguenza, adesso... è vero che nel frattempo, appunto, è stato nominato - stavolta con largo anticipo - un rettore che poi entrerà comunque in...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... va bene, tutto quello che si vuole. Fatto sta che voglio vedere quale sarà poi l'effettiva collaborazione che ci potrà essere in questo momento. Quello che di fatto è l'unico dato certo è che la Regione avrebbe dovuto dare una risposta immediata alle richieste dell'Ateneo e queste non sono arrivate. Adesso comunque poi, a seguito di questo, io ritiro chiaramente la mozione.

Presidente - La parola al Presidente Fosson.

Fosson (GM) - La ringrazio, collega Spelgatti, per aver ritirato questa mozione. Secondo me, in questo caso per chi sta a cuore il bene dell'Università è importante abbassare i toni e ricominciare a lavorare per quell'Università in cui tutti crediamo. Sul fatto del polso, delle mani, della forza e dell'arroganza potremmo discutere tutto il giorno, ma non è questo il mio desiderio. Mi permetto solo di dire che - lei lo ha accennato - la situazione era già esplosa nel mese di novembre, quando il consiglio dell'Università si era diviso in modo importante, il rettore da una parte e... mi permetta, ma lei che ha così tanto polso e sicurezze giuridiche forse la revoca la doveva fare allora. Noi abbiamo ricevuto mandato dal consiglio dell'Università di verificare se ci fossero le possibilità di una revoca. Queste possibilità che erano già apparse molto difficili, dubbie e con un procedimento lungo, che sarebbe stato un procedimento ancora di contenzioso, di contestazioni all'interno dell'Università, già era stato definito molto difficile e improbabile da parte della nostra Avvocatura ed è stata confermato da chi ha fatto il parere. Chiaramente bisogna rifare lo statuto; il rettore voleva sospendere tutto e fare lo statuto prima, poi l'elezione dopo, noi abbiamo detto che il nuovo rettore e il nuovo direttore amministrativo avrebbero fatto il nuovo regolamento. Tra l'altro, il nuovo rettore non è stato nominato con largo anticipo, è la stessa cosa che è successa negli anni passati.

Sul fatto, collega Spelgatti, che i colleghi del consiglio dell'Università abbiano alzato la mano e basta questo... lei sa che nell'ambito del consiglio dell'Università ci sono tre esperti nominati da voi che noi, caro collega Vesan, non abbiamo assolutamente cambiato per calcoli, eccetera, che, tra l'altro, apprezziamo. Tutti questi non hanno alzato la mano, ma verificata la difficoltà... perché poi lei avrà delle altre categorie giuridiche e capacità non lo metto in dubbio, ma chi si è espresso aveva espresso la grande difficoltà per partire per un percorso di questo tipo. Non penso quindi che sarebbe una mancanza di rispetto dire che hanno solo alzato la mano, ma si sono espressi tutti. La discussione è stata lunga e all'unanimità, con una sola astensione, hanno deciso di non procedere alla revoca, ma di nominare subito il nuovo rettore.

Io credo che - lo diceva bene la collega Pulz, che ringrazio - qualche cosa di buono stia nascendo. Il nostro compito non era di mostrare il nostro polso, eccetera, ma di far andare avanti l'Università, di abbassare le tensioni e di poter ricominciare a ricostruire. Il rettore, è vero, forse avrebbe potuto fare un passo che tutti noi ci auspicavamo, lui non lo ha fatto, ci sono stati anche dei contrasti duri, però in questo momento io penso che proprio questo atteggiamento di grande responsabilità, anche di tutto il consiglio dell'Università, permetterà e permette veramente di abbassare i toni e di andare avanti, e penso che sia quello che tutti vogliamo.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Non vado avanti oltre, ritiro la mozione. Specifico soltanto, collega Fosson, che certo che i contrasti all'interno del consiglio dell'Università erano già sorti nel momento in cui ero io Presidente, ma non c'erano certamente i presupposti per chiedere la revoca del rettore. I contrasti all'interno del consiglio dell'Università rientrano nel normale andamento democratico di quello che può essere un consiglio, la situazione è esplosa a seguito delle lettere sostanzialmente dei docenti e degli amministrativi: gli amministrativi praticamente all'unanimità e i docenti quasi all'unisono. La mozione comunque... se vuole fare botta e risposta, continuiamo... andiamo avanti.

Presidente - La parola alla collega Certan per la differenza di tempo avanzata. Se non ho capito male, ha ritirato la mozione, giusto?

Certan (AV) - Solo per completezza di informazione, è vero, come dice lei, che non c'erano stati evidenti segni. È vero che è venuto fuori sempre dallo stesso argomento, cioè dalla discussione sul piano triennale. La cosa è esplosa tra dicembre e gennaio, ma è sempre chiaramente il passaggio successivo da quella discussione che è iniziata tra ottobre e novembre. Solo per essere precisi, perché poi sembra che invece ci siano state altre problematiche... le cose poi si sono susseguite. Solo per completezza di informazione.

Presidente - Va bene.

Il Consiglio prende atto del ritiro della mozione.