Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 650 del 22 maggio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 650/XV - P.L. n. 25: "Rideterminazione, ai sensi dei commi 965, 966 e 967 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019/2021), degli assegni vitalizi di cui alla legge regionale 21 agosto 1995, n. 33 (Norme sulle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta e sulla previdenza dei Consiglieri regionali)".

Farcoz (Presidente) - Proseguiamo con l'ordine del giorno: punto n. 79.01. La parola alla relatrice Rini per l'illustrazione.

Rini (GM) - La presente proposta di legge è finalizzata a dare attuazione alle disposizioni contenute nella legge n. 145 del 2018, ovvero il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e il bilancio pluriennale per il triennio 2019/2021, che impongono alle Regioni e alle Province autonome di rideterminare, a decorrere dal 2019, la disciplina dei trattamenti previdenziali e dei vitalizi già in essere a favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di Consigliere regionale "ai fini del coordinamento della finanza pubblica e del contenimento della spesa pubblica". Tale rideterminazione è effettuata con i criteri e i parametri stabiliti con l'intesa del 3 aprile 2019 sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. Al fine di giungere a tale intesa, la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, che allo scopo - e ringrazio tutti i colleghi che ne fanno parte - si è riunita più e più volte, ha svolto un ruolo importante nella definizione della stessa, ha avviato nei mesi scorsi un'istruttoria tecnica richiedendo ad ogni Consiglio regionale di predisporre simulazioni nella rideterminazione giungendo alla formulazione di una proposta puntuale, condivisa da tutti i Consigli regionali, il cui obiettivo è quello di contribuire al coordinamento della finanza pubblica producendo risparmi di spesa e armonizzando la legislazione regionale.

Colleghi, do per letto il resto della relazione che ho depositato e che riassume brevemente le tappe di questo percorso. Consentitemi però di fare qualche passaggio più politico e anche di portare all'attenzione di quest'Aula ciò che è accaduto in seno alla Conferenza dei Presidenti. Innanzitutto valuto in maniera particolarmente positiva questo passaggio, perché armonizza una materia delicata come quella dell'assegno vitalizio - poi torno su questo termine - in tutto il nostro Paese, dove effettivamente dall'analisi in seno alla Conferenza dei Presidenti era emersa e sono emerse situazioni di disomogeneità molto forti. C'erano Regioni, il Lazio per citarne una, ma anche tante altre, dove c'erano effettivamente delle anomalie, delle disparità di trattamento con altre Regioni ancora molto forti.

Detto questo, intanto inizio con un ringraziamento agli uffici, ringrazio la dottoressa Perrin e con lei tutti coloro che hanno lavorato davvero con tanta competenza, per produrre i dati per la Conferenza; sono stati mesi di lavoro molto intenso per i nostri uffici e li ringrazio. In seno alla Conferenza, dicevo, sono state fatte delle panoramiche delle situazioni nelle Regioni e con orgoglio, perché rappresentavo la Regione Valle d'Aosta, mi preme portarvi a conoscenza del fatto che - poi basta andare a rileggersi i verbali proprio della Conferenza dei Presidenti - la regione Valle d'Aosta è stata portata come esempio virtuoso, anzi, il più virtuoso all'interno del sistema regionale. Credo che questo sia per la nostra comunità comunque un segnale positivo e lo dobbiamo dire. Anche su questo permettetemi di fare un po' di chiarezza, perché poi quando si parla di questa tematica, troppo spesso si cade nel cercare di fare un unico calderone e di mettere situazioni molto diverse, quindi in maniera molto schematica di riassumere quelle che sono state le tappe per la nostra Regione importanti su questo tema.

Innanzitutto nella Regione Valle d'Aosta non esiste più il vitalizio così come concepito ancora in tante Regioni fino all'approvazione di questa intesa, non esiste più dall'anno 2003. Nell'anno 2003 è stato introdotto il sistema contributivo, un sistema contributivo, però - e non ho nessun problema a dirlo, perché abbiamo portato avanti battaglie molto forti nel 2012, che poi sono sfociate con l'approvazione di un provvedimento -, che era comunque ancora bilanciato in maniera non equa. Arriviamo al 2012, anno in cui è stata approvata una legge molto importante, ed è lì che la Regione Valle d'Aosta si è distinta rispetto alle altre Regioni su questa tematica. Non credo poi che sia la tematica a fare la differenza, ascoltavo giusto una trasmissione ieri dove ricordavano che comunque la percentuale di risparmio è bassissima, ma è un segnale, un segnale importante da dare in un momento di difficoltà per la nostra realtà e, ovviamente, per tutto il territorio nazionale. Questo segnale, dicevamo, l'abbiamo dato nel 2012, quando già non esisteva più il vitalizio, esisteva il sistema contributivo, che però aveva proporzioni sbilanciate e siamo passati dalla contribuzione dal 21 all'8 per il contribuente e dal 42 al 24, quindi è stato già un segnale fortissimo. Ma non basta: nel 2018 una legge regionale ha abolito anche questo sistema.

Oggi nella Regione Valle d'Aosta c'è un altro sistema, ci si può avvalere - io, per esempio, personalmente non l'ho fatto - di una contribuzione previdenziale facoltativa. Credo quindi veramente che su queste tematiche, tutti insieme, noi di questo Consiglio regionale, al di là dell'appartenenza o del colore politico, abbiamo dato prova di serietà nei confronti della nostra comunità.

Detto questo, rimane quella piccolissima ormai parte gli assegni vitalizi che sono ancora in erogazione. Su questo mi preme chiarire, anche agli organi della stampa che seguono questa tematica, che si è applicato qualche anno fa il contributo di solidarietà, circa un anno fa o due anni fa. Il contributo di solidarietà in tutte le Regioni italiane è stato stabilito nella misura di tre anni e poi torna il vitalizio nella misura normale. La Regione Valle d'Aosta, già allora, aveva stabilito un contributo di solidarietà di sette anni, unica Regione peraltro in cui non c'è stato nemmeno un ricorso da parte di chi percepiva il vitalizio, altra oggettività che ha stupito un po' anche i colleghi delle altre Regioni. Cosa cambia con l'introduzione di questa intesa? Per la Regione Valle d'Aosta non cambia nulla, perché il contributo di solidarietà era più o meno equivalente a quella che è l'intesa, quindi non c'è una revisione dei vitalizi: i vitalizi in Valle d'Aosta sono aboliti. Chi parla di vitalizi in Valle d'Aosta dice una cosa non corretta. Ovviamente ci sono quelli ancora in erogazione e la legge che li disciplina non li può abolire, ma sono già stati investiti dal contributo di solidarietà che era uguale a questa misura e protratto però nel tempo. È ovvio che alla scadenza dei sette anni si sarebbe tornati alla misura piena. Con questo si va a regolamentare.

La cosa veramente positiva - e di questo io devo ringraziare i rappresentanti delle forze di Governo, i vari Ministri che hanno collaborato e agevolato il percorso di questa intesa - è che finalmente su questa tematica si porta un po' di omogeneità sul nostro territorio, perché veramente c'erano condizioni di disparità, di trattamenti veramente troppo diversi all'interno del nostro Paese. Credo quindi che sia un passaggio importante. Così come è stato fatto alla Camera e al Senato, giustamente anche le Assemblee legislative regionali avranno un trattamento omogeneo su tutto il territorio, e questo credo che sia un passo importante. Come dicevo prima, ringrazio i Ministri della LEGA e del Movimento 5 Stelle che hanno agevolato questo percorso all'interno della Conferenza dei Presidenti dei Consigli prima e che poi è stata sottoposta ai Presidenti delle Regioni.

Ho ritenuto opportuno ricostruire brevemente questi passaggi perché, come dicevo prima, su questo tema poi si rischia di scivolare in preconcetti che non fanno onore anche al percorso di chi ci ha preceduto all'interno di quest'Aula. A livello italiano ci sono stati riconosciuti questi passaggi che abbiamo fatto negli anni e mi sembrava corretto condividerli anche in quest'Aula.

Président - Nous sommes en discussion générale. Qui souhaite intervenir? S'il n'y a pas d'interventions, nous procédons.

La parola al collega Ferrero, sempre in discussione generale.

Ferrero (MOUV') - Devo innanzitutto dare qualche spiegazione perché all'interno della I Commissione c'è stata un'astensione da parte mia, un'astensione sostanzialmente personale, come personali saranno le considerazioni che farò adesso. Si è cercato e si continua a cercare di spacciare questi provvedimenti che vanno ad incidere sui cosiddetti "vitalizi" - che io chiamo "doppie pensioni", mi piace chiamarle più così -, quando in effetti poi si è fatto poco o nulla. Approfittando del fatto che il nostro Presidente è un reputato medico, se si volesse fare un approccio farmacologico della legge sui vitalizi che viene approvata adesso, riguardo all'effetto sui cittadini è l'effetto che ci sarebbe dal passaggio dal clistere alla supposta, vale a dire che cambia il farmaco, ma la modalità di somministrazione è sempre la stessa. Perché dico questo? Dico questo perché è inutile che alcune forze politiche, e una in particolare, continui ad agitare la bandiera dell'abolizione dei vitalizi quando non è stato abolito un bel niente.

Dodici o tredici anni fa, quando non avevo ancora un'appartenenza politica, io ero in piazza a distribuire dei volantini riguardo alla necessità di abolire completamente la doppia pensione dei politici. Oggi ho riportato alla luce la giacca nera, che oggi significa lutto per quanto mi riguarda, e che indossavo all'epoca. All'epoca ero convinto che i vitalizi dovessero essere aboliti e "abolire" vuol dire eliminare, vuol dire togliere definitivamente e completamente di mezzo. Vedo che però con il tempo qualcuno ha ammorbidito la parola "abolizione" chiamandola successivamente "taglio" e poi, successivamente, "riduzione". Tutto questo è coinciso con l'occupazione da parte di una forza politica di posti di governo a Roma e di posti di governo nei vari Consigli regionali; per cui, nel momento in cui ci si siede, si inizia ad ammorbidire e di conseguenza la parola "abolizione" viene alleggerita e si passa alla riduzione.

Già nel 2013 tentammo più volte con il collega Cognetta di far passare una norma che abolisse questa legge sui vitalizi in maniera completa. Non ci riuscimmo. Nel 2015 allora decidemmo di portare un articolo molto semplice in cui si diceva: "Chi vuole rinunciare al vitalizio può rinunciare e chi non vuole rinunciare faccia quello che gli pare". Io circa due mesi fa ho chiesto alla Presidenza del Consiglio di sapere quanti Consiglieri regionali hanno rinunciato ai vitalizi - "rinunciato" vuol dire che non prendono neanche un centesimo - e ho constatato con tanto dispiacere che i nomi erano solo dei due promotori dell'iniziativa, vale a dire: Ferrero e Cognetta. Ci sentiamo soli, ci sentiamo veramente tanto soli, lo dico ai colleghi del Movimento 5 Stelle, ma siete ancora in tempo a mettere una firma sul modulo di rinuncia, non è una cosa così difficile! Perché? Perché qualcuno, in un recente passato, ha voluto darmi delle lezioni di coerenza, qualcuno che forse dovrebbe, dato che ogni tanto la cita, andare a vedere su Wikipedia o sul vocabolario Devoto-Oli che cosa vuol dire "coerenza", perché se la coerenza è mantenere sempre la stessa camicia più o meno ordinata in stile militare e poi abdicare ai principi, a quello che era stato detto e sostenuto... perché io con certe persone ho fatto anche una parte di percorso politico, di conseguenza adesso vedo che le cose sono cambiate.

Io capisco, invidio anche il piglio militaresco con cui alcune persone... e mi rivolgo direttamente al collega Mossa, in maniera che poi possa intervenire magari anche per fatto personale, quindi lo invito... da Roma arriva l'ordine di cambiare il termine "onestà" con "autonomia" perché in Valle d'Aosta... com'è che diceva? Non ricordo bene, non vorrei sbagliarmi: "In Valle d'Aosta tira di più l'autonomia che l'onestà", come se il discorso dell'autonomia fosse divisibile da quello dell'onestà. Ma io capisco che forse è la formazione militare che porta a dire: "Signorsì, sono cambiate le cose? Cambiamo anche i principi". Ecco che allora si assiste a questa specie di starnazzamento sul fatto che si sia fatta una rivoluzione sui vitalizi o, meglio, sulle doppie pensioni, quando di fatto semplicemente c'è stata una riduzione che, per carità, è un qualcosetta, ma qui si va contro quel principio sacrosanto che il politico non deve avere dei privilegi rispetto al cittadino.

Guardate che anch'io e il collega Cognetta ci siamo fatti due conti! Noi avremmo potuto avere tranquillamente una pensione a 65 anni, iniziare a percepire un assegno - lo dico riguardo a me, che sono lavoratore dipendente - che corrispondeva a quello che prenderei come pensione dopo 45 anni di lavoro per essere stato pochi anni in Consiglio regionale! Ma secondo voi è giusto questo? Io lo so già, qualcuno dirà: "C'è il sistema contributivo" e qualcun'altro dirà: "Ma quando io interrompo il lavoro potrei avere dei pregiudizi". Ma scusate, colleghi, la maggior parte di noi è costituita da lavoratori dipendenti! Noi con i contributi figurativi continuiamo a versare i contributi e non interrompiamo la nostra carriera e quando riprendiamo - dato che siamo posti in aspettativa - il gioco è fatto, ci conservano anche il posto di lavoro! Quindi che cosa vogliamo di più? Un collega mi mormora: "E cosa succede per gli altri che sono liberi professionisti?". Il collega che mormorava è il collega Marquis, ma quanti di questi altri che hanno il lavoro autonomo hanno restituito la partita IVA il giorno in cui sono entrati in Consiglio e l'hanno riattivata il giorno successivo di quando sono usciti? Va bene, benissimo, forse ci sarà un'eccezione che conferma la regola o due eccezioni? Ma non è la regola che è stata applicata a tutti! Ci saranno le eccezioni, chapeau alle eccezioni, ma io sto parlando della situazione generale e la situazione generale è diversa: chi svolge un'attività non l'ha interrotta! C'erano degli imprenditori anche nel precedente Consiglio regionale che non hanno interrotto le loro attività, ma giustamente, è una scelta! Pensano di poter fare politica e di poter continuare la loro attività? Va benissimo, non ci sono problemi! Il fatto però che un lavoratore dipendente - e io lo vedo molto più grave nel lavoratore dipendente che non nel lavoratore autonomo - si prenda una doppia pensione perché ha fatto politica per alcuni anni, io la trovo una porcata. La trovavo una porcata 13 anni fa e la trovo una porcata anche adesso, senza andare a vedere poi tutti i problemi che ha portato una legislazione che ha concesso a certe persone di ritirare dai 300 mila al milione e 80 mila euro di riscatto del vitalizio, persone che in alcuni casi erano state condannate e hanno dovuto abbandonare la politica per le condanne subite.

Arrivare ad oggi con una norma che consente di risparmiare 50 mila euro - i conti sono stati fatti -, quando io guardo su quella pagina nascosta nel sito del Consiglio regionale e vedo che solo in circa 2-3 anni, per ogni persona che ha rinunciato al vitalizio - vale a dire per me e il collega Cognetta -, c'è stato un risparmio di 37.400 euro a testa che superano i 50 mila, ma abbiate pazienza, di che cosa stiamo parlando? Va bene la legge, va bene, però siamo ben, ben lontani da quello che si aspetta il cittadino, da quello che si aspettavano i valdostani, perché poi, non pensate, quei milioni di euro riscattati da ex Presidenti della Regione, da ex Consiglieri e da ex Assessori sono andati di traverso a tutti! Invece dell'abolizione si è quindi optato per questa specie di escamotage.

Io penso che al di là di tutto, anche nell'ottica di intravvedere la politica come uno spirito di servizio, bisognerebbe qualche volta tenere distinto il portafoglio. Glielo dico, collega Marquis: se effettivamente ha chiuso la partita IVA e quindi ha cessato l'attività, per me va bene, perché quello è il comportamento. Allora in quei casi si potrebbe fare un'eccezione, perché in quei casi allora c'è una giustificazione. Però attenzione, qui c'è una serie di lavoratori - anche lavoratori dipendenti - che hanno già una copertura pensionistica e assicurativa che va ad incidere direttamente sulla carriera futura. Qualcuno perderà delle opportunità perché dice: "Mentre faccio politica io perdo delle opportunità di carriera"? Non faccia politica, perché sennò lo spirito di servizio si va a fare benedire! Ecco perché alla fine della fiera, caro collega Mossa, non conta tanto la camicia stirata o la camicia che è sempre dello stesso colore, contano i principi, e quelli devono iniziare all'inizio della carriera e devono finire all'inizio della carriera. Certo, poi ci si siede e una doppia pensione fa comodo a tutti!

Presidente - Prego, collega Mossa, per fatto personale o per primo intervento?

Mossa (M5S) - Per fatto personale. Mi spiace che magari qualche post dei giorni scorsi abbia suscitato così tanta rabbia da parte del collega Ferrero, non era questa l'intenzione; dire le cose come stanno a volte dà fastidio, è vero, me ne rendo conto spessissimo; purtroppo, però, quando si tratta di un dato di fatto bisogna anche accettarlo. Intanto vorrei ricordare al collega Ferrero che quello che viene discusso a Roma non è solamente frutto delle decisioni del solo Movimento 5 Stelle, ma di decisioni che il Movimento 5 Stelle prende a seguito di un contratto di governo proprio con quella forza politica che lei oggi sembra abbracciare (parliamo della LEGA). Certo, si tratta quindi di compromessi. Ovviamente vorremmo abolire interamente tutti i vitalizi e tutti i privilegi della classe politica, ma oggi, purtroppo, non avendo ancora il 51 percento dei seggi a Roma, questo non è possibile, per cui si tenta di mediare su tutte le nostre proposte di legge e su tutte le nostre attività.

Vorrei far presente un'altra cosa al collega che la volta scorsa diceva che è facile chiedere voti con una divisa addosso. Intanto gradirei da parte di quest'Aula che la Guardia di Finanza venisse esclusa dalla mia attività politica, in quanto sono stato messo in aspettativa. Esiste una circolare, vigente, che delibera che i militari della Guardia di Finanza che si candidano a qualsiasi livello per elezioni amministrative, regionali, politiche o europee, vengano messi in aspettativa già nel momento in cui si candidano. Caro collega Baccega, è impossibile che un militare della Guardia di Finanza possa andare a chiedere i voti in divisa, quindi la prego di aggiornarsi. Oggi io sono un Consigliere regionale della Valle d'Aosta, non sono un militare della Guardia di Finanza, pertanto vi pregherei di separare le due cose, le due attività, e di rivolgersi a me in quanto Consigliere e non finanziere.

Vorrei poi chiedere un'altra cosa a lei, collega Ferrero. Lei inizialmente nel 2013 era entrato in Consiglio regionale promettendo di restituire parte del suo stipendio, e adesso le chiedo: oggi sta restituendo qualcosa ai cittadini valdostani o si è dimenticato le promesse fatte nel 2013? Perché noi - vorrei ricordarlo a questa Assise - teniamo solamente 2.700 euro al mese delle nostre indennità e il resto lo restituiamo alla popolazione valdostana attraverso delle donazioni: abbiamo donato un defibrillatore, a breve doneremo un ecotomografo all'ospedale Beauregard che permetterà di fare dei controlli specifici ai bambini da 0 a 16 anni, successivamente faremo anche delle donazioni alla scuola con i soldi nostri, con i soldi che ci spettano di diritto. Sentir parlare quindi di tagli di pensioni e di indennità proprio da lei, che ha smesso da un bel pezzo di restituire anche un solo centesimo alla popolazione valdostana, mi sembra un po' pretestuoso.

Concludo dicendo che comunque il Governo giallo - non quello giallo-verde - vorrà sicuramente molto di più e un giorno speriamo di poter ottenere molto di più.

Presidente - La parola al collega Ferrero per fatto personale. Invito poi i colleghi a continuare sulla discussione della legge.

Ferrero (MOUV') - Continuerò sulla discussione della legge.

Riguardo alla questione, ovviamente c'è il tentativo maldestro di fare una specie di miscela di tutto e di non rispondere a quello che avevo chiesto al collega Mossa, vale a dire perché non rinunciate anche voi al vitalizio, dato che c'è una legge regionale che lo consente. Lei ha pasticciato inserendo tutta una serie di questioni sulla LEGA o non LEGA. Scusate, ma con la LEGA ci siete voi a braccetto a Roma! Lei millanta delle mie simpatie per la LEGA, ma io semplicemente posso avere alcune simpatie per certi atteggiamenti o certe considerazioni politiche che possono esser fatte da chiunque, quindi non c'è nulla di che stupirsi.

Riguardo allo stipendio, io non apro la questione su tale argomento, perché giustamente me lo farebbe anche rilevare il Presidente del Consiglio, ma faremo due considerazioni su quello che abbiamo dato io e il collega Cognetta all'epoca e su quello che avete dato finora voi, su quello che percepite effettivamente adesso voi, su quello che potete detrarre effettivamente voi e su come andavano all'epoca le cose quando si limitava lo stipendio a 2.500 puliti. Mi avete invitato a nozze, la ringrazio collega Mossa! Basta andare a vedere sul sito nazionale del Movimento 5 Stelle la voce "Tirendiconto", andate a vedere - c'è un sito particolare - che cosa c'è riportato: sostanzialmente è riportato tutto quanto è stato restituito dai Consiglieri che c'erano prima, perché di vostro vedo poca roba, comunque questo lo vedremo poi.

Io lo ribadisco, è un invito, non è per carità nessuna pretesa, ma c'è questo articolo di legge e, se siete coerenti con quanto è sempre stato sostenuto dal vostro Movimento di cui io ho fatto parte, e prima che ne facessi parte ero in piazza a dire: "Abolizione dei vitalizi", fornite alla Presidenza del Consiglio regionale la vostra rinuncia totale come abbiamo fatto noi al vitalizio. Questo vuol dire coerenza! In quanto alla rabbia che mi sarebbe stata attribuita, si sbaglia, c'è una bella differenza tra la rabbia e la compassione.

Presidente - La parola alla Presidente Rini.

Rini (GM) - Non entro in queste diatribe tra Movimento 5 Stelle ed ex, ma mi preme fare due puntualizzazioni, perché ho sentito fare dei ragionamenti, soprattutto su tutta quella che è la sfera dei lavoratori privati, che mi fanno accapponare la pelle, mi fa veramente accapponare la pelle. Innanzitutto una piccolissima premessa su questa intesa, proprio perché ho partecipato ai lavori, e per rispetto dei Ministri che hanno portato avanti questo lavoro me lo deve consentire, collega Ferrero, come l'intera Aula. Capisco la propaganda politica, ma non si può dire: "Ma perché non avete proposto l'abolizione del vitalizio?".

In Italia fortunatamente siamo ancora in uno stato di diritto dove ci si deve attenere alle norme e si fa anche quel che è lecito, proprio noi che siamo dei legislatori; non possiamo portare avanti l'abolizione dei vitalizi in erogazione quando già si sono espressi che questo non si può fare, tant'è che nelle altre Regioni sono stati fatti e portati avanti dei ricorsi vinti, quindi si fa tutto quello che si può fare per contenere questa spesa. Non voglio fare l'avvocato di LEGA e Movimento 5 Stelle a livello statale, per carità, ma è così.

Noi potevamo abolire il nostro e così abbiamo fatto. Io ho anche cercato di ricostruire le tappe per riportare un po' di chiarezza e di giustizia su questo tema, ma evidentemente è proprio infattibile, perché si presta molto bene alla campagna elettorale; lo capisco, ma spiace perché si fa disinformazione in questa maniera.

Comunque, detto questo, lei ha detto solamente: "Io e il collega Cognetta rinunciamo al vitalizio". Ha detto una cosa non esatta, perché qui ho l'elenco di chi aderisce alla previdenza integrativa e sono 22 colleghi su 35, quindi anche altri. Le porto il mio esempio, io non ho aderito ad una previdenza integrativa e le dico di più, collega: io provengo dal mondo delle partite IVA, provengo - e sono fiera di provenire - dal cosiddetto "mondo dei privati". Forse è proprio questo che ha allontanato anche quest'Aula e questo Palazzo dalla nostra comunità. Torniamo a pensare che esiste anche tutto un mondo di lavoratori che non sono dipendenti e che hanno tutto il sacrosanto diritto di mettersi a disposizione della cosa pubblica candidandosi e vedendosi eletti. Io capisco che sia facile per un dipendente pubblico e, per carità, è giusto che sia così. Un dipendente pubblico si candida, giustamente viene eletto, finisce il suo percorso e chiama: "Mi prepara la scrivania?", e immediatamente riprende servizio nel posto che aveva lasciato. È giusto, è tutto normale, vivaddio che sia così, ma è questo! Un lavoratore nel mondo privato - e non sto qui a disquisire, perché non è questa la sede, ma ci torneremo perché è un tema che mi sta particolarmente a cuore -, tutti i mesi, per arrivare alla fine del mese, con tutto quello che sta dietro ad un lavoro privato - e chi è in quest'Aula lo sa molto bene tanto quanto la sottoscritta -, quando termina il suo mandato deve riprendere la sua attività. Non condivido per niente il ragionamento, si vede che conosce poco il mondo dei lavoratori privati, collega Ferrero, perché non è che uno chiude la partita IVA. Ma come si permette di dire una cosa del genere? Uno ha una un'attività portata avanti con fatica, lavoro, impegno suo e della propria famiglia, chiude la partita IVA e poi, quando conclude il suo percorso al servizio anche della comunità, che cosa fa? Quella telefonata non la può fare, ma mantiene invece un'attività, nel frattempo che svolge il suo servizio a favore della comunità, senza percepire magari delle entrate, mettendo delle persone che seguano l'attività privata, affinché possa poi, alla fine del suo percorso politico e come è giusto che sia - perché io credo profondamente che il percorso politico debba essere una parentesi -, rientrare nel mondo del suo lavoro che si è faticosamente conquistato lavorando ogni giorno. Bisogna farsi carico di queste situazioni.

Io sogno una situazione in cui il lavoratore privato è messo nella stessa condizione del lavoratore pubblico, dove la libertà di candidarsi sia la medesima, e su questo dobbiamo lavorare. Su questi temi non creiamo confusione, perché è facile poi nella confusione ovviamente fare disinformazione e portare a casa magari dei meri risultati elettorali, ma credo che tutti insieme su questo dobbiamo davvero far sì che ci sia chiarezza.

Président - La parole au collègue Marquis.

Marquis (SA) - Anch'io su questo tema vorrei dire due parole e fare alcune considerazioni. Generalmente sono questioni che non mi appassionano, però mi spiace molto che questi argomenti vengano strumentalizzati per fare della demagogia o per creare del disorientamento nell'opinione pubblica. Io credo che invece sia molto importante chiarire bene come stanno le cose.

Ha già evidenziato la collega Rini che esistono due tipologie, due situazioni diverse dentro l'Aula per chi fa politica: c'è il lavoratore dipendente e c'è chi opera nelle libere professioni o nel mondo autonomo. Credo che la politica, a livello di principi generali, debba garantire a tutti di poter esercitare lo stesso diritto/dovere di poter essere rappresentante dei cittadini a tutti i livelli ed in tutti i consessi. Ritengo quindi che il nostro approccio debba essere improntato alla pari opportunità per tutti e mi spiace sentire che ci si gioca un pochettino su questi argomenti. Ha detto la collega Rini che chi si trova a fare il dipendente pubblico, il giorno che non è più eletto alza il telefono e dice: "Preparami la scrivania che avevo 5 anni fa", gli tolgono la polvere e il giorno dopo riprende la sua attività nella stessa posizione in cui si trovava.

Io posso spiegare qual è il mio caso: sono stato eletto nel 2013, ho scelto di fare politica per il piacere di farla, quindi ero consapevole di quello che mi aspettava. Ho chiuso la partita IVA, ma l'ho chiusa per togliere ogni velo di possibile opacità, e soprattutto perché ci sono le opposizioni che vedono anche lo sporco dove non c'è. Ho quindi fatto una scelta ben precisa e ho detto: "Qui bisogna chiudere l'attività per essere tranquilli e per poter esercitare un'attività". Però la mia posizione non è come quella del dipendente pubblico, ma è quella per cui, una volta finita l'attività politica, bisogna riaprire l'attività. Io ero un artigiano nella mia professione, non avevo dipendenti, non ho potuto mantenere l'ufficio e distaccarmi temporaneamente, quindi dovrò riaprire un ufficio, spendere dei soldi, investire, portare avanti e dare continuità al lavoro che avevo in precedenza. Sotto questo profilo ritengo quindi che non ci sia un pari trattamento da parte di tutto questo mondo rispetto a quello dei lavoratori dipendenti. Pertanto, quando si parla di certi argomenti, questi a mio avviso dovrebbero essere trattati in modo un po' più discreto, senza fare dell'inutile demagogia qui, dentro quest'Aula. Le posso garantire che chi fa questo lavoro l'ha fatto per scelta, ma ci rimette l'autonomo che deve riaprirsi l'attività rispetto a quel riconoscimento che c'è col sistema contributivo, perché noi non abbiamo due pensioni, è già bello se ne arriverà una in questa condizione! Qualcuno potrà dire: "Lo avete scelto"; sì, è stata fatta una scelta, quindi non c'è niente da recriminare, però la pari opportunità nel trattamento deve essere garantita a tutti nello stesso modo.

Io credo che questi non siano argomenti da cavalcare in modo così maldestro per catturare l'attenzione dell'opinione pubblica, perché bisogna fare chiarezza fino in fondo, bisogna lavorare nelle Commissioni, fare proposte costruttive che pongano chiarezza e correttezza nell'approccio. Penso che questo tema non debba appartenere a nessuno, perché nessuno credo possa darsi il titolo di "difensore del risparmio della pubblica amministrazione". Quali sono le tue idee che porti dentro il Consiglio regionale? "Io difendo la corretta spesa pubblica nella remunerazione dei Consiglieri". Io credo che questo non interessi alla nostra comunità, alla nostra comunità interessa sapere di quali idee è portatore ciascuno di noi per risolvere i problemi che bisogna affrontare nella vita comune di tutti i giorni, credo sia questo il tema principale.

Pertanto io non entro nel merito dei giudizi delle persone, ma credo sia corretto fare un po' più di attenzione quando si parla di tali questioni, perché devono soprattutto essere improntate alla correttezza. Mi pare che la collega Rini abbia già sottolineato che in ambito nazionale la Valle d'Aosta è stata presa come esempio di virtuosità. Io penso che non sia un comportamento produttivo continuare a vedere il male dove non c'è; credo che la verità vada messa a galla, vada evidenziata così com'è in tutte le sue componenti, ma che non si debba esagerare nell'approcciarsi a questi argomenti, perché ciascuno deve fare la propria autocritica, farsi una valutazione e, soprattutto, non andare poi a valutare sotto il profilo dell'efficienza i comportamenti degli altri colleghi.

Président - Nous sommes encore en discussion générale. La parole au collègue Secrétaire Vesan.

Vesan (M5S) - Vorrei entrare nell'alveo della discussione sulla proposta di legge. Come ha già evidentemente spiegato bene la Presidente Rini, riguarda la definizione a livello di legge regionale di quella che è un'intesa Stato-Regioni e quindi è stata, sì, parte da un'intesa con il Governo, ma è stata concordata anche con tutte le altre Regioni italiane.

Questa riduzione dei vitalizi - perché non è la loro abolizione - permette di far rientrare il trattamento a fine lavoro in un ambito ragionevole, ed è quello che di fatto questa legge permette di assegnare: alla fine della propria carriera politica uno percepisce una pensione compatibile con la sua attività lavorativa, quello che peraltro è già previsto nell'attuale normativa regionale. Non era così anche solo fino alla scorsa legislatura, quando effettivamente la previdenza complementare prevista prevedeva quote particolarmente elevate che consentivano di accantonare cifre decisamente fuori dalla vita comune dei cittadini, mentre adesso non fanno altro che sostituire un regime pensionistico che per i Consiglieri regionali non esiste.

Noi non siamo dipendenti della pubblica amministrazione, siamo amministratori, e quindi perdiamo la possibilità di vedere pagati dal nostro datore di lavoro - se vogliamo, i cittadini - i contributi legati all'INPS. Questi contributi figurativi di cui ha parlato prima il collega sono contributi che ogni Consigliere si deve versare di tasca propria. L'Amministrazione regionale ha ribaltato la situazione normale, vale a dire la previdenza complementare che ogni cittadino si paga viene pagata dall'Amministrazione regionale, mentre la previdenza ordinaria, quando si è all'interno di quest'Aula, non esiste più e quindi quella viene sostenuta dal Consigliere con la propria retribuzione. La situazione di "doppia pensione", così come è stata chiamata, è la stessa identica doppia pensione che ha ogni cittadino che si fa una pensione integrativa. È questo il motivo per cui il nostro gruppo ha deciso di votare a favore di questa legge. Purtroppo è tardiva, perché il Governo giallo-verde è arrivato tardi in questo Paese, però permette di sanare almeno qualche situazione.

Con questa norma non siamo riusciti in nessuna maniera ad incidere sui Consiglieri che nel passato, grazie al regime retributivo, sono scappati con la cassa facendosi inseguire dalle televisioni nazionali, perché quelle posizioni erano chiuse e questa norma non incide in nessuna maniera nei loro confronti, però in qualche modo siamo riusciti ad incidere su quelli chiamiamoli più "virtuosi" o comunque che non avevano voluto il taglio dell'epoca continuando a percepire vitalizi. Per costoro c'è questo taglio che ammonta a circa 50 mila euro all'anno. È poco? Probabilmente sì, però è già qualcosa, sono 50 mila euro in più nelle casse dell'Amministrazione regionale tutti gli anni. In altre Regioni, dove in realtà non si era arrivati al regime contributivo in tempo utile, i tagli sono veramente molto grandi. Nel Lazio, per esempio, l'Amministrazione regionale avrà a disposizione molti più fondi grazie al taglio dei costi della politica fatto da questo Governo.

Non sto ad entrare a livello personale sulle retribuzioni del Movimento 5 Stelle o su altre questioni, però nel momento in cui siamo chiamati a votare questa legge, ed è una legge che permette di ridurre dei privilegi, il voto del Movimento 5 Stelle in quest'Aula sarà convintamente favorevole.

Président - D'autres interventions en discussion générale? La parole au collègue Ferrero.

Ferrero (MOUV') - È il mio secondo intervento. Qui si continua comunque a lavorare con il fumo, è quello che avevo semplicemente detto, poi ognuno è libero di pensare come la vuole. Ma chi se ne frega, a me non importa quello che fanno gli altri! Io volevo solo ribadire un concetto, quello della doppia pensione. Su questo poi alla fine si svicola quando si va ad affrontare. Perché il lavoratore dipendente deve avere la doppia pensione? Mistero. Perché non si sottoscrive la rinuncia? Mistero.

Riguardo al fatto che ci debba essere una previdenza integrativa, ma colleghi, abbiate pazienza, con uno stipendio netto da 5 mila e rotti per un Consigliere normale e di 9-10 mila per un Presidente del Consiglio non siamo in grado o non siete in grado di farvi un'assicurazione con una parte di quello stipendio? Se questa è demagogia, per carità, io continuo nella mia demagogia! Certe retribuzioni che sono comunque fior di retribuzioni, consentono anche di far fronte ad un'eventuale pensione integrativa; chi vuole se la fa, chi non vuole non se la fa, ma trasformare quasi in martire il povero Consigliere regionale a cui tolgono la seconda pensione e chissà che cosa succede... insomma, anche da questo punto di vista ci sono vari gradi e vari livelli.

Troviamo un livello intermedio, perché sennò poi rischiamo veramente che la demagogia la faccia qualcun altro. Io di martiri non ne vedo. Leggendo quella pagina Internet all'interno del sito del Consiglio regionale non vedo dei martiri, ma persone che hanno vinto al Lotto guardando quelle cifre: 300 mila, 400 mila, 800 mila, e avanti. Capite che era l'occasione per porre un parziale rimedio ad uno scempio che si è manifestato in tutti questi anni.

Comunque lo ribadisco, e poi stop, tanto ognuno si tiene le sue idee e ognuno calcola con la sua calcolatrice la sua coerenza: c'è un articolo di legge che consente la rinuncia volontaria ai vitalizi. Ad oggi ci sono due persone che hanno rinunciato; prego, accomodatevi, e per me il discorso è chiuso.

Président - La parole à la Présidente Rini.

Rini (GM) - Brevissimamente, e per fatto personale della Presidenza, oserei dire, semplicemente per dare una corretta informazione: collega Ferrero, non si può più, l'articolo 10bis non esiste più, è stato abrogato, pertanto non si può rinunciare a questo perché il vitalizio non c'è più. Non si può quindi invitare i colleghi a rinunciare, non c'è la previsione. Si può non aderire alla previdenza integrativa e, le ripeto, siamo in tanti a non averlo fatto, perché anch'io, pur avendo una partita IVA, non l'ho fatto. Non si può chiudere come dice lei, glielo ripeto per l'ennesima volta. Non tutte le attività possono chiudere una partita IVA. Non posso spendere per 10 anni per poi tornare nel mercato del lavoro e riaprire una partita IVA, perché nel mio settore, quello di cui mi occupo io, non si può fare. Questo comporta tutte le spese di tenere in piedi una partita IVA, quindi facciamo corretta informazione, ma smettiamola di invitare a rinunciare al vitalizio perché il vitalizio non esiste più. L'articolo 10bis a cui lei fa riferimento è stato abrogato.

Président - La parole au collègue Secrétaire Restano.

Restano (GM) - Premetto che è un argomento che non ho mai seguito con grande attenzione, perché non appartiene alla mia formazione e quindi non sono così addentro come magari sono altri colleghi, però mi sento in dovere di portare la mia testimonianza, vale a dire quella di un dipendente pubblico in aspettativa. Prima ancora voglio dire una cosa in più: parliamo di persone che qua non ci sono più, parliamo di colleghi che hanno partecipato ai lavori di questo Consiglio ma che non ci sono più.

Quanto detto dal collega Vesan dei Cinquestelle evidenzia quanto il Consiglio di cui io non facevo parte si è portato avanti sull'argomento, perché credo che la Valle d'Aosta sul tema sia stata la più virtuosa in Italia. Questo è dimostrato dalla cifra per certi aspetti esigua rispetto ad altre Regioni che viene decurtata sulle 50 mila euro all'anno, mi sembra; quindi bene ha fatto rispetto alle altre Regioni chi, prima di noi, era seduto qua. Forse si poteva fare di più, forse si poteva fare meglio.

Signori, permettetemi però di dirlo con tanta franchezza: qua qualcuno ha detto "Di martiri non ne vedo, non ce ne sono", ma io mi sento un martire per un voto che ho dato in questo Consiglio, perché ho messo in discussione tutti i miei averi, tutto quello che ho avuto come retribuzione all'interno e pregiudico il percorso della mia famiglia. Sono un martire e lo dico ad alta voce, poiché tutti i miei beni sono sequestrati, perché con il mandato di rappresentanza che mi ha dato la popolazione valdostana ho espresso il mio parere. Sono stato coraggioso, perché oggi sono un perseguitato, e allora questa cifra che mi danno come retribuzione è ben guadagnata, perché l'ho già spesa tutta per avvocati e per consulenti! Per questo mi sento un martire.

Sono uscito dal tema, chiedo scusa, però mi sentivo in dovere di farlo. Questi soldi sono stati ben recepiti, perché adesso non ho più niente da spendere a fine mese; spendo tutto per avvocati per aver portato la parola della popolazione valdostana esprimendo un voto e questo non è corretto!

Président - La parole au collègue Bertin.

Bertin (RC-AC) - Ritorno sull'argomento in discussione. Mi sono occupato della questione dei vitalizi ormai molto tempo fa, in tempi non sospetti, diciamo così, quando non era un argomento da prime pagine dei giornali e, soprattutto, di propaganda elettorale. L'ho fatto partendo dal presupposto che la politica non è un mestiere e quindi non deve beneficiare della pensione ad hoc.

La soluzione trovata nel finire della scorsa legislatura a mio avviso è equilibrata, perché permette appunto di avere un percorso pensionistico unico per chi lo vuole, senza creare una doppia pensione e, di fatto, abrogando il vitalizio. La Regione Valle d'Aosta, la prima in Italia, fortunatamente aveva già in precedenza adottato il metodo contributivo. Tutte le altre Regioni, per non avere adottato il metodo contributivo e aver mantenuto il sistema retributivo, in questi ultimi anni si sono poi trovate in una situazione estremamente difficile, perché non avevano accantonato i soldi per pagare i vitalizi e alcune di queste erano in una situazione di quasi default dei bilanci del Consiglio regionale, situazione estremamente complicata dal punto di vista contabile. La nostra Regione, invece, avendo fortunatamente aderito al metodo contributivo prima delle altre, non si è trovata mai in questa situazione e bisogna comunque evidenziarlo, perché molte Regioni - e porto l'esempio dell'Emilia Romagna - hanno cambiato di metodo, anche perché si sono trovate in una situazione di rischio default del Consiglio regionale, non avendo negli anni accantonato le risorse necessarie ormai maturate per il vitalizio.

Questo intervento legislativo riguarda appunto i vitalizi passati e ha un impatto minimo per quanto riguarda la nostra Regione, anche in ragione dei ragionamenti che facevamo prima. Purtroppo questo argomento è sempre stato affrontato come una questione di campagna elettorale e di propaganda all'insegna del taglio, dell'abolizione, un po' come aboliamo per decreto la povertà, ma poi all'atto pratico purtroppo le cose sono molto più complicate e ne vediamo il risultato. Tra l'altro bisogna pensare che questo provvedimento è un atto dovuto, anche perché, se non venisse approvato, ci troveremmo con una sanzione che comporterebbe una penalizzazione dei trasferimenti dello Stato alle Regioni, che è stato inserito, e anche un quadro della situazione nella quale si trovano le altre Regioni per cui, per imporre l'adeguamento a questo sistema, si è dovuta addirittura esercitare una sorta di ricatto.

Per quanto ci riguarda l'impatto è minimo, i circa 50 mila euro sono anche il frutto di tutti gli interventi fatti in precedenza. Per quanto mi concerne, evidentemente non posso che votare questo provvedimento, perché, seppur minimo, comporta una diminuzione dei costi della politica e si inserisce nell'attività fatta in questi anni.

Président - La parole au collègue Bianchi.

Bianchi (UV) - Un brevissimo intervento per sottolineare come questo tema sia già stato à la une nella scorsa legislatura, là dove chiaramente siamo stati tra le prime Regioni a legiferare, e a dimostrazione che ancora oggi molti credono che ci siano i vitalizi qui, in Consiglio regionale, benché non ci siano più dalla scorsa legislatura. È bene quindi che se ne parli, che venga evidenziato che siamo stati una delle Regioni più virtuose in tal senso.

Permettetemi di ricollegarmi all'ottimo discorso che ha fatto il collega Restano, vale a dire del perché ci sia un qualcosa di riconoscimento in ogni caso per i Consiglieri: perché ormai stiamo andando in una direzione in cui ad oggi non si può neanche più dire quello che si pensa e votare quello a cui uno crede, chiaramente con pareri tecnici, con pareri di legittimità, perché ti mettono in condizioni... a questo punto anch'io sono uno tra quelli, perché da due anni ho tutto sequestrato. Benissimo. Ho fatto questo inciso, ma perché? Perché oggi ormai l'Aula del Consiglio regionale è diventata un atout per mandare qualcosa in Procura, in tutti i Consigli lo stiamo vivendo. La dimostrazione è che appena due punti prima è stata richiesta una votazione nominale, ma perché? In maniera da poter vedere quali erano i Consiglieri che votavano un atto in cui ci sono dei pareri legittimi, pareri da parte di tecnici. Poi politicamente uno può essere d'accordo e l'altro può essere contrario, ma non è questo il tema, non è questo che noi dobbiamo fare. Noi dobbiamo discutere, ognuno di noi in funzione alle proprie sensibilità porta avanti i propri temi e le proprie idee, ma non per far finire dei colleghi in Procura o segnalare dei colleghi in Procura. Non è questo il mandato che ci hanno dato i valdostani! Quindi è chiaro che, bene o male, da parte di tutta una serie di persone si voglia... e in passato ci siamo tolti quello che c'era, non lo abbiamo più, il vitalizio non esiste più, ma è indubbio che ci debba essere una questione contributiva come qualsiasi lavoratore di qualsiasi ambiente.

Questo era solamente per evidenziare che, benché il lavoro del Consiglio regionale sia un lavoro forse dove tutti pensano che si discuta parecchio - e molto probabilmente è anche colpa nostra, perché passiamo magari delle giornate a discutere su temi che non vengono reputati importanti dai valdostani - sta a noi a discutere di problemi veri per cui la popolazione possa di nuovo valutare e vedere che l'Amministrazione regionale è presente e che continua a dare delle risposte ai valdostani. Sta a noi.

Presidente - Altri colleghi desiderano intervenire? Se non ci sono altri interventi, chiudo la discussione generale e, se non ci sono interventi in replica, procediamo all'esame dell'articolato. Invito i colleghi a prendere posto.

Articolo 1. Dichiarazioni di voto? Metto in votazione l'articolo 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 32

Favorevoli: 32

Astenuti: 3 (Cognetta, Ferrero, Gerandin)

Il Consiglio approva.

Articolo 2. Possiamo dare lo stesso risultato? Stesso risultato. Articoli 3, 4, 5, 6 e 7: stesso risultato.

Il Consiglio approva.

C'è ora l'emendamento all'articolo 7bis proposto da vari colleghi che il collega Manfrin intende illustrare. Prego, a lei la parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Con questo emendamento, che è stato sottoscritto da numerosi colleghi, si vuole intervenire sia sull'erogazione dell'assegno vitalizio previsto dalla legge regionale n. 33/1995, sia sui trattamenti previdenziali previsti dalla legge n. 28/1999 prevedendo la sospensione dell'erogazione per coloro i quali siano condannati in via definitiva per i delitti contro la pubblica amministrazione. Questo emendamento trae la sua forza e spunto sia dalle molteplici previsioni normative che sono state fatte da tutte le Regioni italiane - sostanzialmente 16 Regioni su 20 hanno applicato questo emendamento recependolo nella propria normativa -, sia da una specifica delibera che c'è stata a titolo di esempio presso la Camera dei Deputati e che, sostanzialmente, ha escluso dalla percezione di qualsivoglia vitalizio o assegno coloro i quali si siano macchiati di reati particolarmente gravi.

Ritengo che questo sia un assoluto segno di buonsenso, soprattutto quello di recepirlo all'interno di questo testo, per fare in modo che chiunque sieda su questi banchi abbia ben chiara qual è la posizione e quale sarà il contegno da mantenere durante il suo mandato.

Président - La parole à la Présidente Rini.

Rini (GM) - Ovviamente condivido lo spirito di questa norma; però, come chiarito anche dai pareri resi dall'Avvocatura di Stato - cito anche il parere n. 4/2014 del 27 ottobre e il parere protocollo n. 15.093 del 2017 -, la disposizione contenuta nel DL n. 164/2012 sarebbe una sorta di cosiddetta "norma monito" che non modifica e non innova la portata degli articoli 28 e 29 del Codice penale i quali, già di per sé, da soli, determinano la perdita dell'assegno vitalizio a favore del Consigliere regionale condannato in via definitiva ad una pena superiore ai 5 anni rappresentando l'effetto automatico ex lege della pena accessoria. Ricordo che ovviamente questa previsione -il collega in seno alla Conferenza dei Capigruppo faceva l'esempio di una vedova - non può mai essere caricata su un discendente, neanche nelle altre Regioni, ma è sempre solo personale, quindi solo qualora l'assegno vitalizio sia erogato alla persona che è stata colpita da una misura. Questo non vale per le vedove, quindi in quel caso lì sarebbe comunque escluso da questa previsione perché riguarda esclusivamente il soggetto, in quanto la responsabilità è personale. Su questo abbiamo fatto le verifiche e mi permetto di dirlo perché giustamente lei lo aveva segnalato nelle sedi opportune.

Per le ragioni che ho riassunto noi ci asterremo su questa previsione.

Président - La parole au collègue Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Come ho già avuto modo di spiegare durante l'esposizione, ben 16 Regioni su 20 hanno deciso di integrare questa fattispecie all'interno della propria normativa.

Trovo assurdo che un Consiglio regionale come il nostro non abbia questa specifica previsione che - come è stato ricordato - è una "norma monito", in maniera che sia molto chiaro ed evidente che chi incorre in questo tipo di reato chiaramente ne paga le conseguenze.

Io ringrazio però il Presidente Rini per aver introdotto un tema di cui ho parlato in maniera incidentale in alcune occasioni: ne ho parlato in Consiglio comunale, ma anche in Conferenza dei Capigruppo. Desidero però ribadirlo in quest'Aula: lei ha sollevato un tema sul quale dovremmo riflettere tutti e probabilmente prevedere una norma specifica su questo. Diversi anni fa, questo Consiglio fu teatro di uno scontro molto cruento - non parlerei nemmeno di scontro istituzionale - e durante questo scontro ci fu un Vicepresidente che si macchiò di "attentato contro gli organi costituzionali". Questo Vicepresidente del Consiglio fuggì in Jugoslavia, venne condannato in contumacia e, nonostante questa condotta, la vedova di questa persona continua a percepire la reversibilità del suo trattamento. Io trovo che questo sia vergognoso. Trovo che continuare a mantenere questi pagamenti, questi privilegi verso le persone che sono macchiate di un crimine tanto orrendo verso organi costituzionali, tanto che dovette intervenire un Commissario di Governo per riaprire e concedere la possibilità di riunire il Consiglio regionale - questo chiaramente è escluso da questa norma, perché giustamente è quello che ha sollevato, infatti quello che lei ha presentato è ultroneo rispetto a questa proposta e a questo emendamento, e su quello bisognerà fare una specifica proposta -, trovo che pagare e dare una reversibilità ancora oggi a coloro che sono macchiati di crimini tanto orrendi sia assolutamente sbagliato. Così come è sbagliato pensare di non recepire questo emendamento all'interno di questa proposta di legge.

Sarà una macchina chiaramente molto importante, dal momento in cui ci si riempie la bocca di tante belle parole, di tanta legalità e di tante riduzioni di spese e tante cose, pensare di escludere questo specifico emendamento, sarà chiaramente una macchia che peserà molto sul provvedimento che verrà licenziato da quest'Aula.

Président - La parole à la Présidente Rini.

Rini (GM) - Solamente per precisare: il caso che lei ha ricordato, collega, si è concluso - vorrei ricordarlo per onor del vero - e il soggetto in questione ha ottenuto la grazia, quindi non esiste neanche più quel reato. Al di là di questo, e quindi del singolo caso - poi politicamente ognuno può fare le proprie considerazioni, ma questo è lo stato dell'arte -, non possiamo pensare di mettere mano al regolamento e sarebbe una presa in giro dirlo. Nessun regolamento può ovviamente ovviare a quella che è una previsione normativa di responsabilità penale, e speriamo di rimanere in uno stato di diritto dove le responsabilità sono in capo al singolo, alla persona che commette naturalmente determinati reati. Non c'è nessun modo per ovviare a questa responsabilità, che ovviamente rimane personale, e nessun modo per impedire quanto portava lei come esempio relativamente alle vedove che percepiscono questo trattamento. A parte che in futuro non ci sarà nemmeno più questo caso, perché il vitalizio, come abbiamo appena detto, non c'è più, e quindi non c'è neanche più questa previsione normativa. Per queste ragioni, come le dicevo prima, noi ci asterremo.

Président - Je mets en votation l'amendement, l'article 7bis. La votation est ouverte. La votation est fermée.

Présents: 35

Votants: 17

Pour: 16

Contraires: 1

Abstentions: 18 (Baccega, Barocco, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Peinetti, Restano, Rini, Testolin, Viérin)

Le Conseil approuve.

Article 8. Explications de vote? J'ouvre la votation pour l'article 8.

Invito i colleghi a votare l'articolo 8. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti : 31

Favorevoli: 31

Astenuti: 4 (Cognetta, Ferrero, Gerandin, Pulz)

Il Consiglio approva.

Posso dare lo stesso risultato per l'allegato A? Stesso risultato.

Metto in votazione la proposta di legge. La votazione è aperta. Invito i colleghi a votare. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 31

Favorevoli: 31

Astenuti: 4 (Cognetta, Ferrero, Gerandin, Pulz)

Il Consiglio approva.