Oggetto del Consiglio n. 524 del 21 marzo 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 524/XV - Illustrazione della mozione: "Regolamentazione della gestione dei materiali in plastica monouso nelle feste e sagre".
Distort (Presidente) - Punto 33 all'ordine del giorno. Diamo spazio per la presentazione della mozione da parte della proponente Consigliera Pulz, dopodiché sospenderemo il Consiglio. Prego, collega.
Pulz (ADU VDA) - "Non c'è più tempo", non per presentare la mozione, ma perché è quanto sono andati ripetendo, con un accorato appello ai politici, gli allievi che venerdì 15 marzo hanno manifestato in tantissime città a livello internazionale - più di 500 ragazzi, fortunatamente anche ad Aosta -, perché non vogliono giustamente farsi rubare, come hanno detto, il loro futuro da noi adulti che, tra le altre cose, abbiamo riempito il mondo di plastica. A parte i più sentiti complimenti ai nostri ragazzi che sono più sensibili e preparati della maggior parte degli adulti, i quali infatti, in troppi casi - e mi sta salendo un po' di rabbia - si sono lanciati in critiche indegne ed inaccettabili, voglio ricordare che due settimane fa si è celebrato il World Wildlife Day, la giornata per la vita selvatica, che quest'anno è stato dedicato alle specie marine.
È notizia di due giorni fa - l'avrete visto, era su "La Repubblica" in particolare - la morte di una balena nelle Filippine per shock gastrico e nella sua pancia sono stati ritrovati 40 kg. di plastica. Leggiamo - perché se ne parla molto di questi tempi, altra notizia recente - che il 90 percento degli uccelli marini ha nello stomaco micro e macro plastiche. Dovremmo ricordarci, ogni volta che buttiamo una busta, un sacchetto o un bicchiere, che possiamo noi stessi causare la morte di un essere animale. Persino nella Fossa delle Marianne, l'abisso più profondo del nostro pianeta, anche gli animali più piccoli mangiano plastiche. I nostri ragazzi hanno capito, molto più in fretta di noi adulti, che non abbiamo un pianeta B e dobbiamo tutelare l'unico che abbiamo a disposizione. Sempre per rimanere in tema, nell'abisso Challenger, che si trova a 10.890 metri di profondità sotto il livello del mare, ci sono tracce di sostanze di microplastiche non biodegradabili, quelle di cui sono fatti normalmente i nostri vestiti, contenitori, imballaggi che attraverso i comuni canali domestici, anche semplicemente con un lavaggio della lavatrice, si fanno strada verso gli oceani dove poi si frammentano, affondano e vengono ingeriti dagli animali marini, come poi magari i crostacei che degustiamo a caro prezzo in qualche ristorante e usciamo anche soddisfatti. Dall'Everest alla Fossa delle Marianne non c'è più un punto troppo alto o troppo profondo o troppo basso in cui la plastica e i rifiuti non riescono ad arrivare. Non c'è bisogno di andare nella Fossa delle Marianne che forse è un po' lontano, basta guardare dietro l'angolo, sul fiume Po, dove ci sono correnti che portano elevate quantità di plastiche fino al delta del Po, lungo le coste dell'Emilia-Romagna dove poi andiamo a fare il bagno - lì si calcolano 18 chili per chilometri quadrati di frammenti di plastica al giorno - e nelle Marche. Anche nella bella Liguria, nella laguna di Venezia, in campagna, ci sono livelli molto elevati di inquinamento da plastica. Proprio nella zona del Po da quest'estate è stata realizzata una diga sperimentale che raccoglie tutta la plastica che galleggia sul fiume portata dalla corrente fino al mare.
La domanda è: perché come al solito dovremmo spendere di più per arginare i disastri ambientali quando risulterebbe essere più economica ed efficace la prevenzione per impedire questo viaggio delle plastiche dai fiumi fino ai mari?
Noi di Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta di queste tematiche abbiamo già parlato più volte e siamo fermamente convinti che l'educazione ambientale vada promossa, soprattutto in quei contesti sociali dove ci sono persone di tutte le età, ci sono le famiglie che si ritrovano grazie ad eventi, feste anche religiose, sagre, manifestazioni sportive.
Le Amministrazioni e le Pro Loco hanno la responsabilità e il compito di essere le prime a dare il buon esempio, perché è proprio in questi momenti di convivialità, di socializzazione, in questi momenti ludici che i giovani, i bambini, tutti quanti, possono imparare a diventare attenti divulgatori di una cultura più ecologica ed ambientalista su cui, per fortuna, oggi c'è grande attenzione, anche se abbastanza recente nel mondo. Lo sanno bene quelle Regioni e quei Comuni che da alcuni anni hanno avuto il coraggio di fare determinate scelte politiche - perché di questo si tratta, queste sono le soluzioni - e hanno messo a punto nuove strategie per limitare o anche eliminare l'utilizzo delle stoviglie in plastica monouso.
Facciamo soltanto alcuni brevi esempi su modelli da emulare sul fronte proprio delle manifestazioni pubbliche organizzate nel territorio e torniamo a parlare, come già ieri, della Toscana, che effettivamente per tanti aspetti è un modello di riferimento. In Toscana assistiamo ad un felice ritorno delle stoviglie in ceramica nelle feste e nelle sagre, quelle stoviglie che hanno mandato definitivamente in pensione la plastica "usa e getta". Nell'ambito dei finanziamenti europei, nel 2015 sono stati investiti 10 mila euro - cifra tutto sommato irrisoria - in stoviglie professionali per la promozione di buone pratiche ambientali, con l'obiettivo di prevenire, ridurre i rifiuti, dove appunto le stoviglie materiali durevoli hanno sostituito definitivamente la plastica "usa e getta" monouso. Merita uno sguardo più attento la questione dell'acqua in bottiglia di cui abbiamo già parlato (noi per fortuna utilizziamo queste belle ed eleganti bottiglie in vetro). C'è un primato europeo dell'Italia nel consumo di acqua minerale in bottiglia: 224 litri annuali (fonte Censis del 2018). A livello mondiale gli italiani risultano secondi solo ai messicani. Immaginando di allineare tutte le bottiglie in plastica... formeremmo un serpentone di 4 milioni di chilometri pari a dieci volte la distanza tra terra e luna.
L'altro esempio riguarda un'altra Regione per certi aspetti virtuosa, non certo per tutti, che è il Veneto. Nel Trevigiano c'è il Modello Contarina, il modello conosciuto bene anche qui da noi dai tempi ancora del referendum contro il famoso Piro, il pirogassificatore: la Contarina, tra gli innumerevoli servizi, ne offre anche uno dedicato proprio agli eco-eventi. Il Consorzio Contarina propone un pacchetto completo per la gestione dei rifiuti prodotti durante le feste, durante le manifestazioni, proprio per organizzare al meglio la raccolta differenziata e rendere sostenibile l'evento attraverso diverse proposte. Perciò sagre con stoviglie compostabili o quelle in ceramica avranno gestioni e forniture diverse, a seconda del materiale prescelto. Le manifestazioni che sono più attente alla tutela ambientale possono usufruire di riduzioni tariffarie per il servizio di gestione dei rifiuti. È questo il punto importante: le riduzioni tariffarie per chi si dimostra virtuoso. Le tariffe infatti mirano ad incentivare l'utilizzo di stoviglie a minor impatto ambientale e la riduzione del rifiuto non riciclabile. I costi crescono in base al volume dei contenitori per il rifiuto secco residuo e in base al tipo di stoviglia utilizzata. Il Consorzio Contarina - e lì dovremmo ispirarci - premia gli eventi che si distinguono per l'eccellente gestione dei rifiuti con l'attestato di eco-evento virtuoso, che tra l'altro è anche molto simpatico, e con riduzioni tariffarie che variano appunto in base alla tipologia di stoviglia utilizzata.
Noi di ADU possiamo dunque affermare che, per esperienza molto diretta di parecchi nostri membri nelle sagre e nelle manifestazioni locali dove vengono utilizzate le stoviglie in materiale compostabile, al termine dell'evento la raccolta differenziata ha sempre superato di gran lunga il 90-95 percento di materiale riciclabile con una minima percentuale di rifiuto secco non riciclabile tendente allo zero. Questi risultati dipendono chiaramente dell'elevata qualità nella fase di separazione dei materiali e per la presenza di materiale compostabile che, unito alla frazione organica, riduce il rifiuto secco e massimizza così la raccolta differenziata. Questo ci dimostra che non è difficile eguagliare, se non anche superare - e l'Assessore ne sarebbe senz'altro contento - i brillanti risultati delle altre Regioni, cominciando seriamente ad eliminare dalle manifestazioni locali, che sono numerose e ricche, la plastica "usa e getta" e ad adottare anche erogatori di acqua alla spina o quelle mini casette dell'acqua realizzate per l'evento che possono sostituire la distribuzione di centinaia di bottiglie d'acqua in plastica che poi finiscono nei nostri mari. Solo così le sagre potranno diventare vetrine virtuose di buone pratiche, con l'uso della ceramica anche lavabile o di materiale compostabile come polpa di cellulosa o mater-bi, che non hanno nulla da invidiare alla poco salutare plastica (pensate soprattutto quando deve contenere cibi molto caldi). Allo stesso tempo le sagre potrebbero essere il punto di partenza per fare acquisti con packaging limitato.
Per raggiungere un buon obiettivo è necessario che il Governo regionale si impegni ad eliminare questo limite - di cui continuiamo a non capire il senso - del 5 percento di stoviglie compostabili rispetto alla frazione organica prodotta, che confonde ed ostacola la raccolta di umido destinato al compostaggio. Questo è il primo punto della mozione. Si chiede poi l'impegno a definire "Ecolo-Fête" - il cui omino simbolo ormai ha compiuto più di 20 anni, eppure siamo ancora qui a discutere di plastica - solo quelle sagre e quelle manifestazioni che d'ora in avanti saranno degne di questo appellativo, perché appunto rinunciano totalmente all'utilizzo di stoviglie in plastica monouso e quindi andrebbe offerto loro gratuitamente il servizio di raccolta rifiuti. Questo è l'altro punto della mozione dell'impegnativa. I sub-Ato, inoltre, dovrebbero essere sollecitati perché valorizzino queste Ecolo-Fête e penalizzino le altre facendo pagare il servizio di raccolta dei rifiuti come se fossero rifiuti speciali che sono assimilabili agli urbani. È giunta da tempo ormai l'ora di premiare le organizzazioni, le Amministrazioni, ma anche i cittadini virtuosi - l'abbiamo già detto più volte - e penalizzare coloro che non vogliono adottare regole che poi sono regole di civile convivenza gravando così sulla fiscalità di un'intera comunità, secondo il principio sacrosanto riconosciuto anche dall'Europa che chi più inquina più paga. Ricordiamoci ancora una volta che la frazione organica viene pagata meno del rifiuto secco non riciclabile, quando dovrebbe essere invece valorizzata come una risorsa e non considerata un rifiuto. Questo è il tema di fondo.
Concludo ricordando ancora che le plastiche delle stoviglie "usa e getta" adottate fino ad oggi nelle sagre e nelle feste di paese, se ancora sporche sono irrimediabilmente destinate ad essere conferite nei rifiuti indifferenziati, non in quelli riciclabili. Spesso sono plastiche di bassa qualità che, insieme ad altre plastiche eterogenee, formano il cosiddetto "plasmix" destinato all'incenerimento, ai cementifici e che sicuramente non sono sinonimo di salvaguardia della nostra salute, di quello dell'intero nostro pianeta e delle nuove generazioni delle donne e degli uomini del domani, a cui una sana ed autentica politica deve sicuramente sempre saper guardare.
Presidente - Con questo suo intervento si conclude la seduta mattutina del Consiglio. Il Consiglio è quindi sospeso e la seduta si riaprirà alle ore 15:30 per la discussione generale sulla mozione di cui al punto 33.
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La seduta termina alle ore 12:55.