Oggetto del Consiglio n. 477 del 7 marzo 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 477/XV - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'organizzazione delle competenze inerenti le pari opportunità".
Rini (Presidente) - Punto 28 all'ordine del giorno. La parola alla collega Pulz per l'illustrazione.
Pulz (ADU VDA) - La legge regionale n. 53 del dicembre 2009 spiega che la funzione della Consigliera di parità è di tutela della parità uomo-donna e del principio di non discriminazione in modo specifico nel mondo del lavoro. Se cerchiamo però semplici riferimenti tecnici, come l'indirizzo, il numero di telefono della Consigliera di parità che si suppone sia un servizio facilmente reperibile dalle cittadine e dai cittadini, troviamo faticosamente informazioni sul sito web della Regione nella pagina afferente all'Assessorato della sanità, salute e politiche sociali. Eppure, se navighiamo sempre sul sito alla ricerca dei compiti della Consigliera, ecco che cosa troviamo: "Nell'ambito specifico della tutela, le Consigliere di parità sono rappresentanti legali delle lavoratrici e dei lavoratori discriminate e discriminati in giudizio o nelle controversie di lavoro e sono legittimate ad agire in giudizio promuovendo una causa davanti al Giudice del lavoro per denunciare qualsiasi discriminazione diretta o indiretta nei confronti di una o più donne nell'ambiente di lavoro". Risulta quindi palese la confusione sia in merito all'inquadramento dell'importante figura della Consigliera nel suo corretto ambito di azione, sia in merito ai suoi compiti e alla sua funzione.
Nel sito web del Consiglio regionale poi si può rinvenire ancora la voce "Consulta Pari Opportunità". Però lì cosa leggiamo? Testuali parole: "All'inizio della XIV legislatura la Consulta non è stata rinnovata, ma è stato costituito un gruppo di lavoro per la revisione della legge istitutiva. Il tavolo di lavoro ha predisposto una bozza di proposta di legge che è stata sottoposta ai Capigruppo consiliari e successivamente, per essere oggetto di approfondimento, alla competente Commissione consiliare. Entro il termine della legislatura - si parla della precedente - non è stata presentata alcuna proposta di legge e pertanto la Consulta è rimasta di fatto non costituita". In altre sezioni del sito del Consiglio regionale si possono poi consultare e scaricare due interessanti documenti sulla società valdostana relativa appunto alle problematiche di genere. Peccato che le ricerche siano aggiornate al 2012.
Come si intuisce da questi semplici esempi relativi alla comunicazione istituzionale in merito agli organismi di parità, la confusione è davvero troppa e si dovrebbe procedere con qualche urgente sistemazione. Ad oggi, quindi, facendo un riassunto, abbiamo leggi che giacciono nei meandri delle Commissioni consiliari permanenti, figure con attribuzioni incomprensibili che, in conflitto con la legge regionale che le ha istituite, passano dall'Assessorato delle attività produttive all'essere incardinate nelle strutture dell'Assessorato della sanità. C'è anche un'evidente impossibilità di agire da parte di queste figure e istituzioni in modo chiaro, trasparente e soprattutto incisivo nei vari ambiti in cui purtroppo si esprime in maniera anche drammatica la disparità di genere.
L'unico organismo che presenta una regolarità di azione è il "Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere" in capo all'Assessorato della sanità che, com'è ovvio, non può assumere in toto le funzioni della Consigliera e della Consulta, figure ed enti che hanno un loro preciso campo di azione. Vi è poi una delibera della Giunta regionale del dicembre 2018, quella che riguarda l'articolazione della macro-struttura dell'Amministrazione regionale, che tra le voci relative all'Assessorato dell'istruzione, università, ricerca e politiche giovanili indica "attività concernenti le pari opportunità e di contrasto alla violenza di genere nonché supporto all'ufficio della Consigliera di parità regionale". Questa complessa articolazione che appare in merito alla Consigliera di parità piuttosto caotica, non implica di per sé il fatto che i diversi organismi non possano proficuamente collaborare tra loro pur mantenendo le specifiche caratteristiche di ciascuno. A questo proposito, però, tocca ricordare che da vari anni non viene messo a bilancio un congruo finanziamento per l'ufficio della Consigliera di parità con il risultato che l'azione della Consigliera risulta di fatto in standby non potendo concretamente operare sul territorio a difesa delle persone che subiscono discriminazioni, in particolare sul luogo di lavoro.
Noi interpelliamo pertanto l'Assessore a cui sono state assegnate le deleghe per le pari opportunità per conoscere quale sia la ratio che sottenda l'incardinamento della figura della Consigliera di parità nell'Assessorato dell'istruzione, università, ricerca e politiche giovanili e se non si pensi ad una riorganizzazione complessiva degli organismi di parità nell'ottica di una giusta collocazione degli strumenti istituzionali di contrasto alle discriminazioni di genere, proprio in considerazione dello specifico ruolo della Consigliera a sostegno delle politiche attive nel mondo del lavoro e della promozione dell'attuazione di politiche di pari opportunità da parte dei soggetti pubblici - e anche privati - che operano nel mercato del lavoro.
Chiediamo poi quali siano i suoi intendimenti in merito ai compiti della Consigliera di parità perché possa effettivamente tutelare la parità uomo-donna e il principio di non discriminazione nel mondo del lavoro e che cosa intenda fare rispetto al finanziamento dell'attività delle iniziative della Consigliera, la cui operatività, come abbiamo detto, subisce gravi difficoltà nello svolgimento delle proprie funzioni in ragione della mancanza di fondi anche minimi. Vorremmo poi conoscere gli intendimenti dell'Assessore rispetto alla gestione del "Forum permanente contro le molestie e le violenze di genere" istituito presso la struttura regionale competente in materia di politiche familiari e sociali secondo la legge regionale del 2013, anche considerato che il forum è chiamato a predisporre il piano triennale degli interventi e che questo piano è fondamentale perché rappresenta lo strumento principale in cui sono tracciate le politiche e le azioni per prevenire e poi contrastare la violenza. In ultimo vorremmo capire quali siano i suoi intendimenti rispetto alle deleghe per le pari opportunità.
Presidente - La parola all'Assessore Certan per la risposta.
Certan (ALPE) - Sicuramente quello delle pari opportunità è un tema di cui si parla spesso, poi nei fatti concreti sovente è difficile trovare la concretezza di quanto si dice. Quello che però stiamo cercando di fare - lo ha detto proprio lei nei suoi vari passaggi - è di riordinare questa materia, che non è materia di un genere solo ma, a nostro avviso, deve essere svolta complementariamente fra tutti, poiché le politiche di pari opportunità anche nel campo del lavoro vengono svolte da entrambi i generi, non solo per uno. Stiamo quindi cercando tutti insieme di fare veramente una programmazione che possa poi essere anche concreta, semplice ed applicabile nello stesso tempo.
Per quanto riguarda la prima e la seconda domanda, risponderei unitariamente: l'obiettivo della parità di genere è incardinato - lo ha ricordato lei - nelle Convenzioni internazionali, nella legislazione europea e nella Costituzione. La Consigliera di parità è figura istituzionale che vede definiti i propri compiti e le proprie funzioni dall'articolo 15 del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (il n. 198 del 2006), i cui principi sono stati recepiti da una legge regionale della Valle d'Aosta (la n. 53 del 23 dicembre 2009). Sono poi fermamente convinta che in merito a questi principi - sui quali probabilmente tutti conveniamo - tra il dire e il fare spesso ci sta sempre una situazione più flou e più liquida, e mi rendo conto che in questi anni è stato sicuramente svolto un lavoro di coordinazione e io direi anche di collaborazione fra le istituzioni e le associazioni operanti sul territorio che, in Valle d'Aosta, per la nostra conformazione geografica ma anche per il numero di abitanti, sono molto vicine e lavorano, collaborano con le istituzioni. Questo è stato un grande lavoro che noi riconosciamo alle associazioni: quando si è verificata una mancanza più programmatica o più operativa, hanno veramente fatto da supporto a tale mancanza. L'intendimento che vogliamo sicuramente mantenere è questo: partire e relazionarci con chi opera in questo settore, perché a volte lì operano in modo molto più dettagliato, è forse più facile per alcuni rapportarsi alle associazioni dove ci sono persone amiche o comunque che si conoscono, anche per la delicatezza delle tematiche. Diverso invece è tutto il discorso di programmazione per le pari opportunità lavorative che, a mio avviso, necessitano di programmazione più degli enti preposti.
Sono poi convinta che per valorizzare il ruolo della Consigliera regionale di parità - ricordo che il bando è stato definito nel mese di dicembre e mi sembra che domani vi sia in programmazione una delibera di Giunta - sia necessario un intervento che richieda uno sforzo consapevole, informato e continuo da parte delle rappresentanze politiche, al fine di non confidare tutto a tecnicismi di disegni di legge - su questo sono d'accordo con lei - o proposte di riforma. Ritengo importante supportare da subito il ruolo della Consigliera di parità. Pertanto, lavorando su una dimensione sistemica, si vogliono favorire azioni dirette e supportare la funzione prevista dal suddetto incarico, nonché incoraggiare la rappresentazione autentica e realista del ruolo della Consigliera nell'esercizio delle sue mansioni. La politica che sta alla base dell'Assessorato era presente ed è oggetto di una revisione complessiva e gli organismi di parità investono tutte le aree sopramenzionate, sia nei contenuti che nelle modalità; inoltre puntano a promuovere in rete la diffusione della cultura del rispetto dell'altro, ivi compreso il tema delle pari opportunità. Su questo, se è vero che nella macrostruttura è stato individuato l'Assessorato come gestore della Consigliera di questa figura, è vero anche che siamo in chiusura della riorganizzazione delle microstrutture e lì sarà specificato meglio. Non credo esistano modelli d'azione validi in astratto per tutti, dobbiamo calarlo - lo ha detto pure lei e condivido anche questo - nella nostra realtà.
Ogni strumento volto a garantire una reale democrazia paritaria deve essere calato in un preciso contesto e anche in un preciso momento temporale, perché non sempre, a livello di tempi storici, storicamente ci sono stesse necessità in tutti i momenti. Questo comporta un allargare lo sguardo all'organizzazione complessiva del sistema: non si tratta solamente di fare i conti con il fornire locali idonei allo svolgimento dell'attività, quanto piuttosto di lavorare sullo sviluppo di una rete interna valorizzandone e supportandone il ruolo. È vero che anche la collocazione dell'ufficio della Consigliera di parità è importante - infatti l'abbiamo riportato in centro ad Aosta affinché sia raggiungibile con i mezzi pubblici e sia un luogo accessibile -, però non è importante solo la dislocazione, anzi, in certi casi è l'ultimo dei problemi.
Stiamo lavorando come Giunta in modo operativo proprio per poter affrontare queste tematiche sulle pari opportunità fra uomo-donna, fra opportunità - come da lei ricordato - non solo dal punto di vista del riconoscimento o della valorizzazione, ma anche di opportunità lavorative eque. Stiamo lavorando tutti insieme in modo sinergico, i vari Assessorati, la Presidenza della Giunta e la Presidenza del Consiglio, e questo credo che possa rappresentare un efficace anello di congiunzione. Mi permetto di aggiungere che, proprio in quest'ottica, nella scorsa legislatura era stata fatta tutta un'azione anche con le associazioni, c'è tutta una documentazione che potrebbe essere pronta per le attuali Commissioni, per dare vita ad un documento e ad un'organizzazione più concreta.
Per poter produrre innovazione, ci auguriamo di riuscire a prendere posizione e mantenere un atteggiamento aperto al dialogo diventando antenna sensibile capace di intercettare i segnali di tale cambiamento, filtrando quelli rilevanti dal punto di vista del genere, di interesse trasversale a tutte le realtà. Sarà fondamentale presidiare, sostenere e rafforzare le reti esistenti programmando e realizzando azioni condivise in materia di pari opportunità, assicurando la necessaria visibilità ai lavori in corso, alle priorità strategiche che vi sottendono. Qui mi permetto inoltre di dire che sia a livello nazionale, sia attraverso i Centri antiviolenza e le diverse associazioni vi è una rete interessante che, a mio avviso, deve essere comunque tenuta in considerazione e utilizzata, proprio per poter migliorare. Anche a livello europeo diversi campi si stanno portando avanti, politiche di pari opportunità che, a mio avviso, finora erano state molto più sotterranee, non erano così evidenti, mentre in quasi tutte le programmazioni, se anche solo adesso guardiamo a livello europeo le elezioni europee, ci sono più attenzioni.
Per quanto il punto 3, la gestione del "Forum contro le molestie e la violenza di genere", in accordo con l'Assessore Baccega, rimane nelle competenze della struttura servizio alla persona e alla famiglia, là dove sono anche incardinate le strutture antiviolenza e la loro gestione. L'attività dell'Assessorato dell'istruzione è quella di programmazione di azioni in sinergia complementare, ma non abbiamo mai pensato - e sono dispiaciuta, ma non sono così stupita che sia uscito sul web un po' di tutto riguardo al forum - di togliere l'incardinamento del forum da lì, anche perché sta agendo bene, ha lavorato bene. Mi sembra che non sia il caso di andare a spostare una cosa quando questa funziona, il che non vuol dire che non si possa lavorare in collaborazione.
Per quanto riguarda il punto 4, credo di averle già risposto prima. Quando avremo la razionalizzazione e le microstrutture pronte, sicuramente potremo fare una programmazione.
Dalle ore 10:02 assume la presidenza il Vicepresidente Rollandin.
Rollandin (Presidente) - La parola alla collega Pulz per la replica.
Pulz (ADU VDA) - Grazie Assessore per la sua ampia risposta, da cui si evince il suo forte coinvolgimento anche personale nella delicata questione.
A noi spiace dover rilevare, in un panorama che purtroppo torna ad essere molto problematico rispetto alla parità uomo-donna, alle discriminazioni sempre in atto e alla violenza di genere, per cui importanti conquiste che sembravano assodate nella nostra società tornano ad essere campi di battaglia in cui la politica dovrebbe saper scendere in campo con maggiore decisione e anche con onestà intellettuale, almeno laddove vi sia profonda consapevolezza della problematica, spiace poi di fatto dover rilevare - come detto anche da lei - che l'importante figura della Consigliera di parità rischi un po' in questa liquidità di arenarsi di fronte alla confusione degli ambiti e dei ruoli, soprattutto di fronte a questa scarsità di risorse finanziarie investite e ai vuoti normativi che le Commissioni consiliari permanenti speriamo riescano ad affrontare al più presto.
Ci impegneremo anche noi in questa legislatura per il poco tempo che forse ci resta, affinché si possa procedere in tal senso per riaffermare in pieno il diritto alla parità uomo-donna anche nella comunità valdostana. Anche se questo problema non c'entra direttamente, lo scarso spazio concesso alla donna nella nuova legge elettorale regionale e ora pure in quella comunale che si prospetta dimostra tutta la sua arretratezza culturale; lo ripeto: "arretratezza culturale". Vi è quindi l'esigenza di una Consigliera di parità che sia messa davvero in grado e al più presto di operare per una cultura più ampia dei diritti per il principio dell'uguaglianza nelle pari opportunità.