Oggetto del Consiglio n. 474 del 7 marzo 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 474/XV - Interpellanza: "Formazione obbligatoria da parte del personale addetto al sostegno educativo".
Rini (Presidente) - Alla presenza di 30 Consiglieri possiamo iniziare i lavori di questa mattinata.
Torniamo al punto n. 22 all'ordine del giorno. La parola alla collega Russo per l'illustrazione.
Russo (M5S) - In questa interpellanza trattiamo un tema molto delicato: il ruolo ricoperto dagli operatori per assistenza e sostegno educativo ai minori disabili a scuola, la cui selezione, formazione e gestione è in carico alla Società dei Servizi S.p.A., società interamente partecipata dalla Regione Valle d'Aosta. Questo tema lo affrontiamo da tre punti di vista: la formazione del personale, il codice etico di comportamento che gli educatori di sostegno sono tenuti a seguire, l'importanza della continuità educativa minore (operatori di sostegno), il ruolo e la formazione. L'educatore di sostegno è una figura professionale che si interfaccia con i docenti di classe e la cui attività è complementare a quella dell'insegnante di sostegno. Opera attraverso modalità di intervento differenziate in base all'alunno seguito: vicinanza emotiva, rinforzo, autonomia, motivazione e apprendimenti. Individua strategie per garantire il benessere dell'alunno nel gruppo classe e nel contesto scuola e, a tal fine, contribuisce a delineare e perseguire gli obiettivi didattico-educativi previsti dal FEI. L'intervento si articola nell'accoglienza dell'alunno, nel supporto alla comunicazione, nella mediazione della relazione tra l'alunno e il gruppo dei pari e con gli adulti; affianca l'alunno in tutte le attività espressive manuali e lo accompagna nel percorso di crescita e di sviluppo delle potenzialità residue.
L'intervento dell'educatore, centrato essenzialmente sulla relazione, prende avvio dalla considerazione delle sue risorse, degli interessi e dei bisogni dell'alunno disabile in riferimento al suo contesto di vita, individuando le risorse e le opportunità che permettono a ciascuno di vivere maggiori possibilità di partecipazione. Collabora con le famiglie - questo è un aspetto importantissimo - e promuove relazioni efficaci con esse, realizza percorsi di alternanza scuola/lavoro e progetti per l'uscita dal percorso scolastico. È quindi un ruolo coordinato e di completamento rispetto a quello dei docenti e degli altri operatori scolastici che richiede competenze specifiche e titoli adeguati. Le competenze che deve possedere nello svolgimento dei compiti che gli sono affidati possono essere così riassunti: competenze sociali, affidabilità personale, senso di responsabilità e determinazione, competenze sociali, sapere interagire con chi presenta disabilità utilizzando anche linguaggi diversi, saper lavorare in équipe per obiettivi comuni e saper adattarsi alle particolari esigenze dell'alunno. Competenze tecniche e metodologiche: conoscere i diversi linguaggi da utilizzare in modo appropriato le diverse abilità, conoscere gli ausili tecnici, le nuove tecnologie informatiche per un apprendimento mediato e saper applicare metodi e strumenti dedicati all'integrazione.
Riteniamo quindi che la formazione in itinere per tali figure non solo sia necessaria ma vitale, vitale nel senso di dar vita alla relazione reale con il minore.
La Società dei Servizi si è dotata di un codice etico e di un codice di comportamento a cui gli educatori devono attenersi necessariamente per svolgere il lavoro. Questi codici sono dichiarati nella sezione del sito "Programma per la trasparenza e l'integrità". Nel codice di comportamento si parla di comunicazione in modo semplice e comprensibile per evitare che un linguaggio specialistico e burocratico impedisca, a chi usufruisce dei servizi, il pieno esercizio dei propri diritti. Si comportano con cortesia e disponibilità all'ascolto, perché lo spirito di accoglienza è necessario alla comprensione delle domande e dei bisogni di chi si rivolge al servizio. Prestano la medesima attenzione alle domande di ogni interlocutore secondo il principio della parità di trattamento evitando qualsiasi discriminazione e rispondono in maniera più accurata esauriente e possibile ad ogni richiesta di informazione. Questo era il codice di comportamento. Poi c'è un codice etico in cui si dichiara che i dipendenti e collaboratori della società devono lavorare secondo diligenza, accuratezza e professionalità, anche al fine di fornire ai clienti e ai soggetti con i quali si trova ad avere rapporti sempre serietà e professionalità. I valori sono la correttezza e l'onestà professionale, l'imparzialità di trattamento nello svolgimento di ogni relazione. Si parla di evitare ogni discriminazione in base all'età, al sesso, agli orientamenti sessuali, allo stato di salute, all'etnia, alle opinioni politiche e sindacali e alle credenze religiose di ogni utente con cui si entra in relazione. Si parla poi di un altro aspetto importante che noi diamo per scontato, ma non lo è: tutti i dipendenti e collaboratori sono tenuti allo scrupoloso rispetto delle norme e degli obblighi derivanti dalla normativa di riferimento in tema di salute, sicurezza ed ambiente, nonché al rispetto di tutte le misure richieste dalle procedure e dai regolamenti interni al fine di proteggere la sicurezza dei minori. Questi due codici hanno ovviamente un valore se sono diffusi al personale e se qualcuno controlla che vengano rispettati.
Il punto 3 riguarda la necessaria ed essenziale continuità educativa minore disabile-educatore, all'interno dell'anno scolastico e ancor di più all'interno di tutti gli anni scolastici. Questo deve essere considerato un aspetto prioritario per garantire il benessere e la crescita emotiva, sociale e cognitiva del minore. Per i minori diversamente abili, e soprattutto per quelli che per vari motivi hanno avuto poche esperienze di vita di relazione tra pari o hanno vissuto periodi di isolamento o di ospedalizzazione, la scuola è forse il luogo dove meglio di ogni altro possono essere poste le fondamenta per uno sviluppo armonioso delle loro potenzialità nel rispetto della diversità. Questo è un principio sacrosanto, tenendo conto del momento evolutivo, dei ritmi e dei tempi di sviluppo personale, ma anche della capacità di comprensione ed elaborazione di competenze diverse.
L'educatore è chiamato a riconoscere e ad ascoltare con particolare attenzione i sentimenti che ciascun minore prova e ad attribuire loro un significato, salvaguardando così la comunicazione con il gruppo per favorire una reale integrazione. L'educatore, quando è in servizio, si trova ad essere un effettivo elemento di cambiamento e deve muoversi nell'ottica per cui qualunque manifestazione dei soggetti, anche le più inadeguate al contesto, hanno un loro significato, ovvero parlano all'educatore, manifestando qualcosa di sé. Tutto ciò è possibile solo ed esclusivamente se si instaura una relazione reale e continuativa tra il minore e educatore e tra educatore e famiglia.
Fatte queste premesse interpelliamo l'Assessore competente per conoscere: se il personale effettua la formazione obbligatoria nei tempi previsti per legge e con quale cadenza partecipa a corsi di formazione specifica legata al ruolo; se gli operatori di sostegno hanno un codice di comportamento da seguire nell'espletamento del loro delicato ruolo come diffuso e chi controlla che sia rispettato; con quali criteri viene effettuato l'affiancamento dell'educatore al minore disabile e se l'Amministrazione regionale intende invitare la Società dei Servizi affinché garantisca la continuità educativa degli operatori di sostegno sui minori non solo all'interno dello stesso anno scolastico, ma di anno in anno.
Presidente - La parola all'Assessore Certan per la risposta.
Certan (ALPE) - Sicuramente la collega Russo, nella sua esposizione, ha messo in evidenza l'importanza ed il ruolo fondamentale che hanno gli educatori e gli insegnanti di sostegno. Io parlerei di entrambe queste figure nell'affiancamento degli insegnanti di classe nel difficile ruolo di sostegno, ma anche di educatori guide e in qualche modo di insegnanti perché, comunque sia, nella scuola i momenti nell'attività didattica sono diversi e sicuramente è importante questa complementarietà fra tutte le figure. Vado velocemente, perché le risposte sono abbastanza articolate e le domande sono quattro.
Per quanto riguarda la prima domanda: "se gli operatori hanno un codice di comportamento da seguire", il nuovo dipendente, al momento della sottoscrizione del contratto individuale dichiara di aver preso visione del disciplinare affisso nei locali dell'azienda ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 300/1970, codice disciplinare che riprende il Titolo V del contratto collettivo nazionale di lavoro a loro applicato. Il dirigente scolastico, in quanto figura professionale deputata al tramite tra la Società dei Servizi e gli operatori di sostegno, si configura anche come garante di un comportamento adeguato dell'operatore di sostegno.
Per quanto riguarda la seconda domanda: "se il personale effettua la formazione obbligatoria nei tempi previsti per legge e se partecipano a formazione legata al ruolo", avrei suddiviso questa risposta in due formazioni. C'è una formazione obbligatoria nei tempi previsti dalla legge: senza recare disservizio, i dipendenti della Società di Servizi Valle d'Aosta S.p.A. provvedono ad effettuare la formazione obbligatoria in base a quanto definito dal decreto legislativo n. 81 del 2008 e dal documento di valutazione rischi (il DVR aziendale). La formazione tecnica, invece, prevista a partire dall'anno scolastico 2016/2017, è legata al ruolo: le iscrizioni a tutti i percorsi formativi rivolti ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado sono aperte anche agli operatori di sostegno. In merito "la società consente ai propri dipendenti di partecipare alle iniziative formative organizzate dall'Amministrazione regionale nelle istituzioni scolastiche educative previa autorizzazione del dirigente scolastico, fermo restando l'obbligo del rispetto del monte ore settimanali previste dal contratto individuale". Inoltre nel mese di settembre la Società dei Servizi, in collaborazione con il competente ufficio della Sovraintendenza, organizza una giornata di studio non obbligatoria inerente ai diversi temi dell'inclusione scolastica degli alunni con disabilità.
Per quanto riguarda la terza domanda: "con quali criteri viene effettuato l'affiancamento dell'educatore al minore disabile", le procedure per l'assegnazione del personale di sostegno, insegnanti ed operatori di sostegno nelle scuole pubbliche e per il Convitto regionale, il docente di sostegno è assegnato all'istituzione scolastica e non al singolo alunno in ragione mediamente di uno ogni due alunni con disabilità secondo un decreto ministeriale; per ogni singolo alunno vengono conteggiate 14,15 ore per la scuola dell'infanzia, 12,30 ore per la scuola primaria e 9 ore per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Le richieste in deroga per gli alunni in situazione di particolare gravità vengono soddisfatte con l'assegnazione degli operatori di sostegno. Il monte ore degli operatori di sostegno assegnato alle singole istituzioni per la presa in carico educativa degli alunni con disabilità grave viene condiviso dal referente del competente ufficio della Sovraintendenza con i dirigenti scolastici, tenuto conto della diagnosi di disabilità e del contesto di integrazione scolastica. Il fatto di assegnare anche gli educatori insegnanti all'istituzione e non al singolo caso, permette quindi ai dirigenti, in base anche alle loro conoscenze riguardo alla continuità, alle varie figure, alle situazioni delle varie classi che solo i dirigenti scolastici hanno chiaramente ben presente, di aver autonomia e, all'équipe degli insegnanti, di fare le valutazioni. Per le scuole paritarie e il doposcuola del Don Bosco per supportare la presa in carico dei ragazzi con disabilità in situazione di gravità, vengono assegnati operatori di sostegno anche ad alcune scuole secondarie di secondo grado paritarie al doposcuola del Don Bosco di Aosta per gli alunni iscritti alla scuola secondaria di primo grado. L'operatore di sostegno, è assegnato alle istituzioni scolastiche per fornire un servizio di assistenza, di sostegno anche educativo, di garanzie e di supporto dell'inclusione scolastica degli alunni con disabilità che si trovano in situazioni di particolare gravità. Tenuto conto che - come le ho detto - compete al dirigente scolastico la gestione unitaria dell'istituzione che deve rispondere a criteri di efficienza ed efficacia formativi, l'Amministrazione regionale e la Società dei Servizi hanno individuato, proprio nel dirigente, la figura professionale che funge da tramite tra la società e gli operatori di sostegno per una gestione più efficace del servizio, sia in termini organizzativi, sia in termini di economicità. A partire dalla scuola dell'infanzia fino alla conclusione della secondaria di secondo grado l'operatore integra l'attività svolta dai docenti di sostegno e di classe per il raggiungimento degli obiettivi didattico-educativi previsti dai piani educativi individualizzati (PEI), collabora alla stesura dei PEI e partecipa alle riunioni previste per l'alunno, così come disposto dal dirigente scolastico.
Per quanto riguarda la quarta domanda: "se l'Amministrazione regionale intende invitare la Società dei Servizi affinché garantisca la continuità educativa", l'Amministrazione provvedere regolarmente, per tramite del contratto di servizio, a richiedere alla Società dei Servizi la continuità educativa degli operatori sugli alunni con disabilità, sia in corso di anno, sia di anno in anno, anche nel caso di passaggio di grado di scuola dell'alunno. Come lei sa, la continuità in generale didattico-educativa è forse uno degli aspetti più importanti dell'azione educativa; è chiaro che poi bisogna riuscire a star dentro nel rispetto delle leggi, dei contratti, delle graduatorie. Ogni anno a settembre, anche prima, bisogna chiaramente riuscire a fare in modo che tutto torni, però la continuità educativa è uno degli elementi e dei criteri principali che vengono tenuti conto nelle istituzioni scolastiche dai dirigenti. La continuità può venire meno nel caso di comunicazione adeguatamente motivata trasmessa alla Sovraintendenza degli studi da parte del dirigente scolastico nel caso insorgano problematiche significative, nonché per particolari esigenze di servizio o specifiche e motivate richieste da parte dell'operatore di sostegno.
Lei ha parlato e ha centrato soprattutto la sua interpellanza sull'attività nella scuola, ma è anche vero che, proprio in rapporto alla continuità, quello che si sta cercando di fare - e lo si sta facendo anche con l'Assessorato della sanità e politiche sociali - è riuscire ad avere un collegamento nel momento in cui il ragazzo o lo studente smette il percorso scolastico e viene inserito nella società. Questo è un passaggio molto importante. In questo periodo c'è stato comunque un gruppo di lavoro che ha lavorato attentamente, formato da tutti gli operatori, tutte le varie figure che operano in questi casi con i ragazzi o le persone disabili, proprio per cercare di riuscire ad avere un monitoraggio e un contatto continuativo non solo tra un ordine di scuola e l'altro, ma anche poi finito il percorso scolastico. Quest'anno si è cercato di portare avanti questo lavoro; è appena iniziato, ma a nostro avviso è molto importante sostenerlo.
Presidente - La parola alla collega Russo.
Russo (M5S) - Questa interpellanza era stata veramente pensata proprio per mettere alla luce e portare all'attenzione di quest'Assemblea il tema dei minori disabili. Sicuramente la nostra regione dà e garantisce i diritti nei minori disabili, ma certamente abbiamo ancora un grande pezzo da fare: continuare a cambiare l'ottica. L'ottica non è l'insegnante di sostegno, l'educatore di sostegno, l'ottica sono i bisogni del minore, è questo l'obiettivo. L'insegnante di sostegno deve essere assolutamente valutato in base ai bisogni del minore.
L'altro tema è la formazione. Sinceramente dalla sua esposizione - poi magari ne parliamo - non ho capito bene in che cosa consiste la formazione tecnica, se un educatore di sostegno deve assolutamente fare formazione tecnica dove per "formazione tecnica" si intende una formazione specifica legata alla patologia del minore oppure se è una formazione tecnica di ascolto delle modalità di comunicazioni speciali dei minori.