Oggetto del Consiglio n. 472 del 6 marzo 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 472/XV - Interrogazione: "Notizie in merito ai danni cagionati dai canidi ai capi di bestiame" e Interpellanza: "Notizie in merito al pagamento dei danni arrecati dagli animali predatori al patrimonio zootecnico".
Rini (Presidente) - Punto n. 25, che si discute con il punto n. 14 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Questa interpellanza vuol fare un po' il punto della situazione in merito alla situazione per quello che riguarda il pagamento dei danni da animali predatori e da lupi. Parte da quelle che sono state comunque le comunicazioni fatte dall'Assessore in merito a una liquidazione di indennizzi per un totale di circa 9600 euro a 16 aziende per l'annualità 2018. "Ulteriori indennizzi su annualità pregresse saranno analizzati con parere dell'Avvocatura della Regione" era la risposta dell'Assessore a una mia precedente iniziativa e vorrei capire come mai il pagamento di danni piuttosto cospicui, e anche molto di più rispetto ai 9700 euro riferiti ad annualità pregresse, non sia immediatamente liquidabile e si debba aspettare il parere dell'Avvocatura. Pare che le risorse in disponibilità c'erano, che l'istruttoria fatta dai dirigenti competenti fosse in linea per quello che riguardava il discorso della liquidabilità di queste indennità. Tutto questo considerato che in questo momento... è inutile che si giri intorno a un problema, il problema lupo esiste, negarlo pensiamo che sia comunque non corretto. È un problema che va gestito e in questo momento, al di là delle prevenzioni che si possono mettere in campo, almeno liquidare in tempi brevi - danni che i pareri e le istruttorie degli uffici competenti ritenevano liquidabili - a noi parrebbe il minimo. Ne approfittiamo anche per chiedere se è intenzione del Governo rivedere il valore di riferimento per le varie categorie di animali di interesse zootecnico (ovini, caprini, bovini), quale indennizzo per danni arrecati da animali predatori al patrimonio zootecnico, che al momento sono determinati con la delibera di Giunta del 2017. Anche qua al momento abbiamo un po' le mani legate per quello che può essere eventualmente un intervento a tutela, perché una buona parte sono dalla parte del lupo. Io ogni tanto sono anche dalla parte degli agnelli, ecco, se poi ci sono degli attacchi che ne sbranano 20-30 alla volta... Ormai siamo tutti dalla parte del lupo, ma probabilmente è giunto il momento di valutare anche i danni effettivi e massacri, perché - penso che lo sappiate tutti - a volte queste bestie, gli agnelli e i capretti non vengono uccisi per essere mangiati: vengono uccisi perché vengono utilizzati come addestramento nei branchi dove gli adulti insegnano ai piccoli come si uccidono. Vengono semplicemente uccisi con lo spezzamento dell'osso del collo. Allora io dico: va bene tutto, però in questo momento probabilmente bisognerebbe essere non sempre solo dalla parte del lupo, ma anche dalla parte degli agnelli, comunque le domande sono molto precise, penso che l'Assessore qualcosa dirà in merito.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Ringrazio i colleghi che hanno fatto le iniziative, così anche su questo possiamo aggiornare e fare uno stato dell'arte puntuale, ma io non sono né pro, né contro, c'è una legge, siamo all'interno di un perimetro e all'interno di quel perimetro dobbiamo mettere in campo tutte le iniziative, azioni, metodi e modi per poter arginare le criticità, la faccia ce la mettiamo. Come Governo regionale, cerchiamo di trovare delle soluzioni, cerchiamo di dare delle risposte, cerchiamo oltretutto di dare delle risposte a delle domande pregresse del 2017. Grazie ancora, collega Gerandin, che mi dà e ci dà la possibilità di fare chiarezza fino in fondo. Abbiamo organizzato la scorsa settimana una serata - mi dicevano che questa serata doveva già essere organizzata nel mese di agosto, settembre, ottobre in Bassa Valle - è stata una serata difficile, ma, come dicevo prima, bisogna affrontare le questioni, bisogna esserci, bisogna spiegare e capire quali sono le necessità, le criticità e dove possiamo modificare le regole del gioco all'interno di un perimetro possibile per poter... la specie oggi è tutelata. Ciò detto, come Assessorato, come Governo e anche come Consiglio avremo modo di parlarne in questi giorni, dobbiamo vedere e verificare quali sono gli strumenti che possiamo modificare e mettere in campo.
Vado alle risposte. Risponderei prima alle due domande che il collega ha fatto e poi alle tre domande che ha fatto il collega Manfrin. Come ho già avuto modo di ricordare, la norma in vigore per indennizzare i danni causati al patrimonio zootecnico dai predatori, essenzialmente lupo o cani vaganti, prevede l'erogazione delle somme dovute in un blocco unico l'anno successivo al verificarsi del danno. Generalmente i primi mesi dell'anno viene approvato con provvedimento dirigenziale l'elenco delle domande di indennizzo istruite con esito positivo nel corso dell'anno precedente. Il provvedimento dirigenziale - apro una parentesi e la chiudo, è un provvedimento della struttura dirigenziale, chiudo la parentesi - relativo ai pagamenti del 2018, è stato approvato lo scorso 18 febbraio 2018 e in questi giorni sono in atto le liquidazioni degli indennizzi. È capitato che le istruttorie di alcune di queste domande abbiano richiesto periodi più lunghi per poter essere accolte positivamente e conseguentemente il pagamento è slittato all'annualità successiva. Secondo la struttura competente, i motivi che possono portare a un allungamento dei tempi di istruttoria sono diversi e vanno dalla difficoltà di ricostruire le dinamiche che hanno causato la morte degli animali fino a mancanze procedurali delle istanze.
Per quanto attiene alle problematiche tecniche, oltre ai dati raccolti durante il sopralluogo da parte degli agenti accertatori, gli ulteriori elementi che devono essere acquisiti riguardano gli esami genetici dei campioni biologici, la raccolta di informazione sulla possibile presenza di predatori nella zona e soprattutto i dati del monitoraggio della specie. Nel momento in cui gli uffici acquisiscono sufficienti elementi utili a suffragare l'avvenuta predazione e a verificare tutti gli aspetti procedurali, le pratiche possono essere chiuse positivamente e incluse nell'elenco delle domande da avviare al pagamento. Come ricordato nell'interpellanza, alcune pratiche relative a predazioni di anni passati per le quali erano emerse problematiche di ordine procedurale e per le quali si è ritenuto opportuno richiedere il competente parere dell'Avvocatura regionale sono rimaste sospese. Come ho cercato di illustrare e spiegare a Donnas una settimana fa, qualche collega era presente, la procedura non era ultimata a livello dirigenziale e a livello di iter procedurale. Si è chiusa positivamente la scorsa settimana su fatti del... siccome dobbiamo mettere gli elementi nei tasselli giusti, e soprattutto in fila, mi piace ricordare che stiamo parlando di fatti che risalgono al 2017. È stato fondamentale il parere dell'Avvocatura e su queste pratiche è stato espresso il 25 febbraio 2019 e pertanto gli uffici stanno provvedendo a chiudere positivamente l'istruttoria e a erogare i relativi indennizzi. Cosa hanno fatto quindi le strutture in queste settimane? Dicembre, gennaio e febbraio. Abbiamo cercato di liquidare il prima possibile le istruttorie che avevano avuto un esito positivo, il 18 di febbraio. Apro una parentesi per chi è interessato: di solito i provvedimenti dirigenziali dell'anno passato venivano approvati nel mese di maggio-giugno dell'anno successivo, quindi mi sembra che la struttura sia stata rapida proprio per dare delle risposte puntuali. Non abbiamo aspettato il parere dell'Avvocatura su questi due casi oltretutto robusti, ingenti, importanti del 2017, che immagino il collega conosca perché si è occupato prima di me della questione, ma la questione oggi è chiusa positivamente al 25 di febbraio e nelle prossime settimane liquideremo ai due proprietari gli indennizzi. Questo per rispondere nel dettaglio alla prima questione posta. Ringrazio ancora per la seconda domanda perché così posso fare anche su questo chiarezza e per chi non ha avuto modo di seguire l'iter penso sia importante fare il punto.
Per quanto riguarda invece gli intenti del Governo in merito all'opportunità di rivedere il valore di riferimento per l'indennizzo delle varie categorie di animali di interesse zootecnico, c'è da fare una breve ma importante premessa, che è questa: fatti salvi eventuali limiti di bilancio, gli animali predati vengono ora indennizzati al 100% del loro valore commerciale. La legge regionale 17/2010 prevede che a stabilire il valore commerciale di riferimento sia la Giunta con propria deliberazione. L'ultima deliberazione di Giunta in tal senso è la n. 954 del 17 luglio 2017. Anche su questo ho avuto modo a Donnas la scorsa settimana, davanti comunque a un pubblico molto attento, di illustrare i contenuti di questa delibera; delibera che va a elencare i valori per gli ovini, caprini e bovini, categorie, l'età, i mesi, i valori di riferimento, i tori e i torelli, i bovini di razza non autoctona e gli equini, con tanto di valori legati anche alla lattazione, numero di lattazione, piuttosto che se la manza è gravida o piuttosto che non gravida. Non sto a elencarvi, diciamo, i valori della delibera, ma vado a rispondere a quello che è il quesito del collega. Cosa abbiamo fatto in queste settimane, colleghi, su questo? Ho avuto modo di confrontarmi con tutte le associazioni rappresentative del mondo agricolo della Valle d'Aosta, quindi Associazione agricoltori Coldiretti, AREV, CIA, Mouvement Montagne, Association Amis Batailles des Reines, nell'incontro che si è svolto lo scorso giovedì 28 febbraio presso la nostra sede. Erano presenti oltretutto anche il rappresentante del CELVA e il Vicecomandante del Corpo forestale. In quella sede, fra le altre questioni, è stato preso proprio l'impegno da parte di tutti i presenti di effettuare una verifica in merito ai valori stabiliti dalla deliberazione n. 954 del 2017 e la domanda che ho posto a tutte le associazioni, allo stesso tempo al Coordinatore anche dell'agricoltura presente è se i valori inseriti nella delibera approvata dal Governo regionale un anno e mezzo fa sono in linea con gli attuali prezzi di mercato oppure no.
Ci siamo dati i compiti a casa, nel senso che, dal punto di vista giuridico e di percorso, diverse sono eventualmente le strade, le ipotesi, le modifiche per cambiare eventualmente le regole del gioco. Ci siamo anche dati i compiti a casa per quanto riguarda questa delibera e affronteremo, oltretutto abbiamo già fissato l'incontro per il 22 di marzo, un nuovo incontro con tutte le associazioni, perché, come ho detto a Donnas, cercando di spiegare bene anche la questione del de minimis - ma lo affronteremo probabilmente più domani nel merito, perché ci sono altre iniziative su questo tema -, quando si modificano le regole del gioco, ci sono dei pro e ci sono dei contro e ci piacerebbe, come Governo regionale, come sottoscritto, condividerlo con tutte le associazioni. In quell'occasione la questione potrà essere affrontata e se dovessero emergere delle incongruenze fra i valori fissati nel 2017 e gli attuali valori di mercato, si provvederà al loro aggiornamento, adottando una nuova delibera di modifica della precedente.
Spero di aver risposto nel merito al collega alle due domande puntuali: la prima, esito positivo a delle criticità legate a fatti che risalgono al 2017, che hanno avuto un loro esito positivo e che saranno liquidate nelle prossime settimane e, per quanto concerne la seconda domanda in merito ai valori di indennizzo, abbiamo avuto modo già di fare un confronto con tutte le associazioni e decidere eventualmente se il valore è congruo e se certi valori possono o devono essere modificati, sapendo però che ci deve essere un punto di caduta, che è il valore comunque del capo in questione.
Per quanto riguarda invece le tre domande del collega Manfrin, io risponderei in maniera puntuale. Per quanto riguarda la prima domanda, la legge regionale n. 17 del 15 giugno 2010 prevede che l'Amministrazione regionale indennizzi i danni arrecati dagli animali predatori al patrimonio zootecnico. Per "animali predatori" si intendono, ad oggi, con de minimis: il lupo, la lince, la volpe e i cani randagi che hanno assunto comportamenti selvatici e per i quali non è possibile risalire al legittimo proprietario; per "patrimonio zootecnico": gli ovini, i caprini, bovini, gli equini e altre specie di interesse zootecnico, nonché i cani da lavoro, quali i cani da conduzione e i cani da protezione delle greggi. Questo in premessa, diciamo, prima di rispondere nel dettaglio. Nel 2018 sono stati denunciati 54 episodi di attacchi da predatori o presunti tali. Di questi 18, pari al 34%, sono attribuibili sicuramente al lupo, 6 pari all'11% a cani, 25% pari al 46% sono attribuibili a canidi, non essendo stato possibile distinguere con esattezza se si sia trattato di lupo o di cane. Per cinque episodi, il 9%, invece gli agenti accertatori non hanno rinvenuto elementi sufficienti ad attribuire la causa della morte degli animali a un attacco da predatori.
Per quanto riguarda gli accertamenti compiuti in base alle denunce, risulta che nel 2018 sono stati accertati 84 casi di predazioni a danno di ovini, a cui si sommano altri 24 casi in cui non è stato possibile attribuire la causa. Nello stesso periodo i caprini predati risultano 42, a cui si sommano 2 casi in cui non è stato possibile attribuire la causa del danno denunciato. Per quanto riguarda i bovini, le predazioni accertate a loro carico sono state 24, mentre in altri 14 casi non è stato possibile attribuire le cause dei danni oggetto di denuncia. Per quanto riguarda gli altri animali considerati potenzialmente predatori del patrimonio zootecnico, la lince e la volpe, non risultano episodi di predazione loro attribuiti. Tutti questi dati, colleghi, li ho forniti già qualche giorno fa per il tramite di un 116 del Regolamento del Consiglio, in data 1° marzo 2019.
Ho cercato di rispondere puntualmente ai quesiti dei colleghi. Ho avuto modo anche di portarvi a conoscenza di come stiamo cercando di pianificare le modifiche di legge, soprattutto non in solitaria, ma condividendo il percorso con gli attori principali, che sono gli allevatori. Quello che ho chiesto agli allevatori è di... ad oggi il perimetro normativo è quello europeo e la specie è protetta al 100%, quindi la possibilità è quella di andare a modificare eventualmente le normative regionali. Abbiamo diverse strade e io spero già il 22 o al massimo un secondo incontro di avere la possibilità di portare in commissione una modifica di legge che sia condivisa con le associazioni, con gli allevatori, con eventualmente un protocollo. Io lo chiamo, più che un protocollo di intesa, un protocollo di chi fa che cosa in maniera rapida tra veterinari, Corpo forestale e relativa istruttoria per poi indennizzare in modo: 1) da velocizzare, 2) da dare delle risposte puntuali, 3) possibilmente essere efficaci come macchina amministrativa: questo è il mio impegno che sto cercando di mettere in campo. Avremo modo di fare un'altra serata la prossima settimana a Nus sempre su questo tema, cercando di non nasconderci dietro a nulla ma mettendoci non solo l'impegno ma anche quella correttezza che è il discorso di comunicazione e di informazione, perché se ci sono delle criticità, bisogna affrontarle e, soprattutto, bisogna trovare delle soluzioni alle stesse. Le strutture fanno il loro lavoro, la politica deve fare il suo, che è quello eventualmente di modificare la normativa all'interno di quel perimetro. Questo è quello che ho cercato anche di spiegare a Donnas la scorsa settimana in un clima non facile per mille difficoltà, che conosco e che ho avuto modo di approfondire, e io penso che questa sia la strada giusta per quanto riguarda il metodo quanto meno di lavoro, per poi trovare un punto di caduta di insieme in modo da valutare il percorso migliore, anche perché lo affronteremo domani, probabilmente pomeriggio. L'eventuale possibilità di modificare la nostra normativa, e quindi non avere più il cappello del de minimis ha sicuramente dei pro ma anche dei contro, quindi vorrei valutare questa questione soprattutto con gli allevatori e con le associazioni tutte.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio l'Assessore per i dati forniti, però c'erano tre domande e lei ha risposto soltanto a due. Alla terza domanda, in cui si chiedeva: "se ci siano stati, da parte dell'Amministrazione, censimenti atti a stabilire la presenza di predatori diversi dal lupo e, in caso positivo, con quali esiti" non è stata data risposta, credo che manchi una parte di questa sua risposta, e questo non è un dato secondario. Non è un dato secondario, perché effettivamente, rispetto ai dati forniti con la tabella frutto del 116 e rispetto a quelli che sono... Visto che l'ha citata più volte, la cito anch'io, nella serata che è stata organizzata a Donnas sono emersi dei dati discordanti. Nelle tabelle, infatti, che sono state fornite a me e al collega Lucianaz, appunto con il quale stiamo approfondendo il discorso, viene indicato un totale di circa 190 animali predati da lupi, canidi o cani. Il dato importante, l'ha detto anche lei oggi, è che c'è una grande percentuale, lei ha detto il 46% oggi, ma rispetto a quello che è stato detto alla serata di Donnas, circa la metà di questi capi è predata, appunto, da canidi. Credo sia di assoluto interesse comprendere se effettivamente questi canidi siano canidi selvatichiti e allora dovremo preoccuparci di branchi di cani che vagano e che viaggiano per la Valle d'Aosta, oppure se questi debbono essere ricondotti alla specie del lupo, perché ci permetterebbe, ci darebbe modo di fare altre riflessioni nel merito.
Un altro dato che è stato fornito quella sera, e che non è stato fornito sulle tabelle, è quello dei capi dispersi, che rappresenta un numero direi impressionante a fronte dei 142 dichiarati, appunto, nella serata a Donnas... dei 190 invece che risultano dalle tabelle... e solo i quasi 500 capi dispersi, 491. Perché è importante? Perché l'altra sera a Donnas è stato derubricato, con un commento direi un pochino infelice: "questo dato degli animali dispersi ha delle falle nella gestione degli animali". Questo commento ha un po' indispettito anche gli allevatori presenti chiaramente, perché senza dubbio in questa percentuale gli animali, questi 491 animali dispersi... C'è probabilmente sicuramente anche una quantità che è rimasta vittima di incidenti fortuiti e di problemi legati alla gestione, ma c'è anche un'alta percentuale di bestiame che è stata aggredita e che non è stata più ritrovata, per esempio, oppure c'è una percentuale di bestiame che è stata oggetto di predazione. Per un allevatore che si trova magari a due ore di distanza dalla prima strada raggiungibile con l'autovettura, dover avvertire la guardia forestale, fare due ore di cammino, fare la rilevazione, compilare le scartoffie burocratiche... chiaramente non rendo così agevole rilevare e si fa prima a dire: "è un capo disperso", o ancora quei capi che, spaventati dalla predazione, si gettano magari da un dirupo. Questo è un altro problema e chiaramente non vengono più ritrovati. È evidente quindi che la necessità primaria da questo punto di vista, su questa delicata questione è fare luce sulla consistenza numerica del lupo e vedere che, appunto, la metà di questi attacchi denunciati è stata ricondotta alla categoria dei canidi, ovvero la famiglia che ricomprende genericamente... perché poi si indica "canidi", ma in realtà "canidi" è la famiglia che più genericamente ricomprende anche le volpi piuttosto che altre tipologie. Credo quindi che sia assolutamente un dato che deve farci riflettere e credo che questo sia un dato che va necessariamente approfondito per farci capire con quale tipo di fenomeno, quale tipo di predazione abbiamo a che fare e ovviamente portare anche le necessarie contromisure.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Gerandin.
Gerandin (MOUV') - C'è una buona notizia, nel senso che con il parere dell'Avvocatura della Regione si è sbloccata la situazione pregressa riferita ai tre casi più importanti, di cui due erano ancora in fase di liquidazione. Ora, bisogna raccontarsela tutta: il problema era legato al fatto che, non essendo stato possibile intervenire, vedere sul posto, comunque arrivare a un'analisi precisa in quanto almeno in un caso erano precipitati da un burrone neanche in territorio valdostano, il dubbio nasceva dal fatto che, siccome in quella giornata c'era un temporale, non si sapeva bene se erano lupi o temporali. È solo per ricostruire un po' un paradosso legato al fatto che... io ho ereditato, come ha ereditato lei, una situazione in cui quanto meno, se davvero va in quella direzione di modificare le regole, modifichiamole in modo che, per liquidare un contributo importante - perché in alcuni casi mi pare di ricordare era intorno ai 16.000 euro o anche di più, dove l'agricoltore ha pure dovuto anticipare i soldi dell'elicottero per recuperare il bestiame -, evitiamo di passare tramite gli uffici dell'Avvocatura. Ora, semplifichiamo la norma, mettiamo qualcosa che non dia troppa responsabilità a chi fa l'istruttoria, ma se... io l'ho ascoltata e non l'ho interrotta. Io le dico qual è la situazione, perché se abbiamo ereditato questa situazione e non si è liquidata, è perché c'è una norma in cui probabilmente mettiamo un po' troppe virgole e troppe postille sulla liquidazione e se, come lei ha detto, non si può intervenire perché il lupo è protetto, almeno cerchiamo di semplificare...
(interruzione dell'Assessore Chatrian, fuori microfono)
... no, ma lo ha detto lei e non posso che confermarlo che è così, ci mancherebbe ancora! Semplifichiamo però almeno la norma sulla liquidazione dei risarcimenti danni, ma glielo dico così dal punto di vista propositivo, non gliene faccio una colpa, però non voler modificare e continuare in quest'ottica di dire... Vorrei evitare davvero di passare a ogni liquidazione per l'Avvocatura della Regione.
Detto questo, in merito alla proposta che le avevo avanzato per quello che riguardava il discorso del valore, la delibera famosa, anche qua consiglio del tutto spassionato: scaricate la delibera della Toscana sul valore 2018: rispetto ad agnelli, capretti fino a due mesi, noi qua siamo a 62 euro e loro sono a 150; per quello che riguarda capi oltre i sei mesi, noi diamo fino a 200 euro, loro 350 per gli ovini e 300 per i caprini; per quello che riguarda i valori dei bovini, sotto i sei mesi noi siamo a 250 euro, la Regione Toscana è da 400 a 750; per quello che riguarda la femmina adulta, noi siamo a 1447 e la Toscana 2500 euro. Se davvero non riusciamo almeno a venire incontro su quello che è eventualmente il controllo, almeno paghiamo in fretta i danni e paghiamoli per quello che valgono. Lei lo sa meglio di me che il valore... le bestie, gli agnelli, i capretti costano quando sono piccoli, perché lo svezzamento... e quando non hanno chiaramente ancora un valore commerciale. Torno a dire che è un suggerimento per arrivare a risolvere o almeno creare un po' meno malcontento.
Penso che si debba capire che dati vogliamo prendere in esame. Leggo, come peraltro lei ha confermato, laddove si dice che nel 2018 sono stati predati 142 capi, soprattutto caprini, di cui altra metà da cani inselvatichiti. A me risulta che è stato presentato il rapporto Lupo 2017-2018, e non so su che base vengano date queste informazioni, a me pare sia un dato assolutamente attendibile, è stato fatto l'esame del DNA. L'esame del DNA ti dice che per un primo lotto di 35 campioni, di cui 2 di tessuto e 33 di escrementi... l'identificazione specifica tramite analisi del DNA ha permesso di confermare l'appartenenza a canis lupus italicus di 29 su 35 campioni analizzati. In 2 casi i campioni sono risultati appartenere rispettivamente a vulpes vulpes, volpe, e un caso di canis lupus cane. Io dico questo, nel dare l'informazione, mettiamoci d'accordo che dati vogliamo prendere, non possiamo permettere a chiunque di interpretare come meglio crede alcuni dati. Io penso che il DNA sia un elemento che è a prescindere, sono dati dei laboratori della struttura Agricoltura ambiente, struttura Fauna, caccia e pesca. Allora io dico: anche al fine di non alimentare polemiche... immagino che non sia stata una serata facile, perché conoscendo quell'ambiente ci mancherebbe ancora, però io dico solo: diamo dati che non siano interpretabili dalla singola persona che gestisce quella serata o dà informazioni su quella serata. Vogliamo prendere il DNA? Sennò se ci sono altri dati, banche dati, diciamocelo onde evitare di eventualmente dare dei dati che non sono confrontabili tra di loro.