Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 471 del 6 marzo 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 471/XV - Interpellanza: "Inserimento nel prossimo piano di sviluppo rurale dell'istituto della fattoria sociale".

Rini (Presidente) - I punti n. 22 e n. 23 vengono rinviati a domani. Punto n. 24 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Parliamo questa sera di agricoltura sociale. L'agricoltura sociale è un tema di crescente interesse, che è posto al centro di diverse agende di polizze a livello europeo, nazionale e regionale. È un'area di potenziale innovazione sulla quale confluiscono mondi e linguaggi diversi: da una parte, la multifunzionalità delle aziende agricole, con l'obiettivo di potenziare il reddito e di permettere la sua sostenibilità e, dall'altra, la necessità di ricercare delle risposte a dei nuovi bisogni sociali sempre più marcati in una società come la nostra, che è caratterizzata da crescente povertà e disuguaglianza, esigenze entrambe chiare, forti e legittime che pongono a confronto due aree in realtà organizzative strutturalmente diverse ma accomunate da elementi di debolezza e di povertà. Una fattoria sociale è un'impresa a tutti gli effetti che svolge attività produttiva in modo integrato con l'offerta di servizi culturali, assistenziali, formativi e occupazionali a vantaggio di quei soggetti più deboli o a rischio di marginalizzazione, ma non soltanto, anche in collaborazione con le istituzioni pubbliche e con il terzo settore. L'esperienza delle fattorie sociali è nata in Olanda negli anni Novanta e si è poi diffusa in Germania e nel Regno Unito, però ha le sue radici nel nostro Paese, perché le prime esperienze simili, non proprio caratterizzate come fattoria sociale a tutti gli effetti, ma con delle caratteristiche simili, si sono diffuse in Italia a partire dagli anni Settanta sulla scia della legge Basaglia, che tutti ricordiamo. L'agricoltura sociale offre oggi delle nuove opportunità di sviluppo per il mondo agricolo e promuove anche un modello di sviluppo rurale all'insegna della sostenibilità. In questo modo si stabilisce un circolo virtuoso fra l'inclusione di soggetti deboli, svantaggiati, maggiori efficaci servizi alle persone, una buona occupazione e uno sviluppo sostenibile. Esiste in Italia una legge nazionale che si occupa di fattorie sociali: è la legge n. 141/2015.

Al di là del contesto nazionale, sono le Regioni le vere protagoniste dello sviluppo dell'agricoltura sociale, che spesso è inserita nei piani di sviluppo rurale, molti dei quali però sono ancora piuttosto timidi nel merito, tendono a concentrare di più le iniziative su quelle che sono meglio conosciute come fattorie didattiche, che però hanno delle caratteristiche diverse dalla fattoria sociale. Se si legge il piano di sviluppo rurale della nostra regione 2014-2020, non sono previsti degli interventi specifici a favore di queste cosiddette "fattorie sociali". Se si va su Google e si digita: www.fattoriesociali.it, per la Valle d'Aosta non è segnalata alcuna fattoria sociale nel raggio di 110 chilometri dal capoluogo regionale, quindi praticamente in nessun luogo della nostra regione. Eppure in Valle d'Aosta ci sono delle realtà che possono essere in qualche modo assimilate a queste fattorie: opera da noi la Fondazione Sistema Ollignan Onlus, che è stata istituita nel 2010, che ha le sue radici nell'accordo tra la Regione, l'Institut agricole e l'Associazione valdostana famiglie e portatori di handicap, che era nata con lo scopo di gestire un centro per disabili; un'altra realtà simile è quella dell'Associazione Forrest Gump Onlus, che ha attivato un programma che è a tutti gli effetti riconducibile alle caratteristiche dell'agricoltura sociale.

Ho esaminato i piani di sviluppo rurale e la normativa di alcune altre Regioni, tra cui quella della Regione Marche, la legge n. 21/2011, che è riuscita a produrre degli importanti risultati in questo senso, soprattutto per quello che riguarda la creazione degli agri-nido, altre prospettive che sono rivolte all'assistenza agli anziani e ai disabili ma anche a soggetti con dipendenze, a ex detenuti e via di questo passo. È vero che nelle politiche sociali di integrazione e di promozione dei soggetti svantaggiati oggi viene individuato come centrale l'obiettivo dell'autonomia e dell'indipendenza relativa, con la finalità di raggiungere una vita dignitosa per tutte le persone che sono coinvolte in questi progetti.

Premesso tutto quello che ho detto, quello che noi vorremmo sapere dall'Assessore competente è: se vi siano attualmente nella nostra regione imprese agricole che abbiano i requisiti effettivi per essere considerate delle fattorie sociali vere e proprie; in caso affermativo se la Regione intende richiedere l'inserimento di queste esperienze nella rete delle fattorie sociali; quali sono poi le tipologie dei soggetti assistiti coinvolti in questi progetti che ho sommariamente elencato e quali sarebbero anche i dati che noi potremmo avere riguardo ai cittadini che hanno queste caratteristiche. Infine l'altra cosa che vorremmo sapere è: se si ritiene di prevedere nel prossimo piano di sviluppo rurale l'introduzione dell'istituto della fattoria sociale accanto a quello della fattoria didattica, che, invece, è già una realtà conosciuta, presente e che ha dato dei buoni risultati, perché sono molte le scuole, le classi che nella nostra regione hanno avuto modo di fare progetti in questo senso. Sono però due realtà diverse e quello che ci interessa capire è se c'è la possibilità di valorizzare questa importante esperienza.

Présidente - Pour la réponse, la parole à l'Assesseur Laurent Viérin.

Viérin (UVP) - Intanto alcune considerazioni di ordine generale. Concordo e concordiamo con la collega Minelli sull'importanza dell'agricoltura sociale. È un'agricoltura che negli anni ha abbinato una funzione di recupero rurale, di conoscenza di pratiche ma anche soprattutto con una valenza sociale, che soprattutto nelle comunità come la nostra hanno avuto, attraverso alcune realtà che sono state citate, ma ne esistono anche altre, un po' l'abbinamento delle diverse valenze per unire questi scopi. Intanto va sottolineato che è una funzione riconosciuta dal Comitato economico e sociale europeo, quindi al di là delle legislazioni giustamente che poi le Regioni si devono o vogliono darsi. Lo scopo dell'agricoltura sociale è riconosciuto ed è quello di creare le condizioni all'interno di un'azienda agricola affinché si possano sviluppare per le persone con esigenze specifiche... di poter prendere parte ad attività quotidiane di una fattoria al fine di assicurarne lo sviluppo, la realizzazione individuale e migliorare il benessere, che poi è un fine non solo nobile ma anche pratico.

Esiste poi una legge nazionale, che è stata evocata, è una legge del 2015, e quindi sicuramente la prima esigenza che vorremmo sottolineare è quella di dotarsi di uno strumento normativo, al di là del PSR, che può essere strumento di finanziamento. In questo senso noi stiamo lavorando a una legge quadro. È stata citata la legge delle Marche, il Piemonte - ho portato una copia per la collega - ha recentemente approvato una legge in materia di agricoltura molto all'avanguardia, che è stata presa da noi ad esempio, ci stiamo lavorando con un gruppo tecnico di dirigenti chiaramente, ma non solo interni all'Assessorato ma delle categorie. Avremo modo di parlarne, visto che si parlerà anche in una risoluzione di filiera lattiero-casearia, ma anche di misure nuove. Annunciamo che stiamo lavorando, per esempio, a una misura sulla monticazione, che è una pratica che si è persa purtroppo proprio a causa di certe previsioni del piano di sviluppo rurale, che finanziava soprattutto gli alpeggi ma che faceva e ha fatto venir meno una pratica che, soprattutto per la nostra agricoltura, è una pratica molto importante, quindi all'interno di questa legge... cito, per esempio, la previsione di Agri-campeggi, piuttosto che altre formule innovative che ampliano intanto la diversificazione rurale e agricola e danno delle possibilità.

Il PSR spesso negli anni ha visto sostituire quasi completamente i finanziamenti in ambito agricolo, mentre una legge quadro con dotazioni finanziarie dovrà fare ritornare un investimento per quanto riguarda la nostra regione per un settore che è ancora in difficoltà, quindi prima considerazione legge quadro. Seconda, sicuramente, la previsione nel prossimo programma di sviluppo rurale di un potenziamento delle misure e soprattutto, una volta riconosciute, di accesso a dei sostegni, a degli aiuti che sono previsti dai PSR. Al di là di Ollignan e Forrest Gump, segnaliamo, per esempio: La Petite Ferme du Bonheur, che è una realtà che ho avuto modo di incontrare nelle scorse settimane molto interessante, i gestori sono venuti a sensibilizzare questa realtà e hanno aperto ulteriori sviluppi possibili da inserire in normativa. Ho avuto un incontro con i gestori di agriturismo una decina di giorni fa, nella loro assemblea abbiamo parlato anche di sviluppo di quest'agricoltura sociale, che potrebbe essere anche volano di possibilità di inserimento per certe aziende, che prevedono, appunto, queste famose categorie che hanno delle agevolazioni giustamente per le loro problematiche.

Aggiungo che esiste oggi una misura - e il bando sarà aperto nel 2020 - che potrà sostenere formule di questo tipo. Questo è inserito nella strategia di sviluppo locale redatta dal GAL e ne approfitto per ringraziare il collega Jean Barocco, che ha lavorato in questo ultimo periodo e negli anni scorsi per costruire... per quella che era una problematica intanto di reperimento di fondi. Ci eravamo confrontati, sono fondi che arrivano anche in questo caso da AGEA e che avevamo sbloccato, ma nei tre bandi che vengono presentati in queste settimane sul territorio esisterà, sempre nel PSR 2014-2020, la misura 19-02 prevede, e sarà attivato nel 2020, che, tramite il bando IB4 "Investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole", sia incentivata proprio la diversificazione dell'attività delle aziende agricole tramite l'esercizio di attività assistenziali, educative, sociali rivolte alle persone con disabilità, agli anziani e all'infanzia. Questo sarà un bando molto interessante, perché prevede, in funzione dello sviluppo dei servizi per target anche turistici specifici, una sovvenzione di un contributo in conto capitale sino a un massimale di 100.000 euro, che per le aziende è una cifra importante, in regime dei de minimis ordinario. È quindi un bando che non è riservato "esclusivamente a", ma dà la possibilità di andare proprio sull'agricoltura di imprese turistiche e sociali, quindi quest'apertura dei bandi avverrà nel 2020 e sarà, appunto, un'opportunità molto interessante. I tre volets quindi sono, appunto: nella legge quadro a cui si sta lavorando l'inserimento di una parte importante che possa, appunto, potenziare e sviluppare ciò che oggi ancora non è recepito dalla normativa del 2015, il futuro PSR che si sta discutendo adesso e negoziando e l'apertura di questo bando nel 2020, che darà comunque la possibilità per le aziende, assieme ad altre opportunità che si stanno spiegando, di andare a sostegno di quello che lei giustamente ha evidenziato.

Présidente - La parole à la collègue Minelli.

Minelli (RC-AC) - Grazie, Assessore, per la risposta che ci ha dato. Sono sicuramente emersi degli elementi interessanti per quanto riguarda le fattorie sociali nel loro complesso e le possibilità che possono avere nella nostra regione. Io credo che sarebbe però importante all'interno di queste misure di cui lei ha parlato, in particolare di questo bando, che è quello che dà le maggiori possibilità, cercare di riservare un canale in qualche modo dedicato a questo aspetto della fattoria sociale, perché sono comunque esperienze importanti ma limitate e quindi io immagino che nell'insieme di quelle che potranno essere le richieste di giovani agricoltori, di imprese che partono e che hanno grande necessità di poter usufruire di finanziamenti, questi 100.000 euro non sono chissà quanto, ma sono comunque una bella cifra, quindi sarebbe importante che una parte di questa fosse proprio riservata alle fattorie sociali.

L'altra cosa che le chiedo, perché mi pare che nella risposta non sia emerso - o forse l'ho perso io perché siamo tutti un po' stanchi - è l'intenzione di richiedere l'inserimento delle esperienze che noi abbiamo in Valle in quello che è questo portale delle fattorie sociali. Attraverso l'Amministrazione, che valorizza queste sue realtà, credo che sarebbe importante anche intervenire in questo senso, perché, come lei ha ricordato, esiste anche un turismo della disabilità che vuole approcciarsi a vacanze di tipo sostenibile e alternativo. Credo che una forma di conoscenza e di pubblicità delle nostre realtà, resa possibile a livello nazionale, sarebbe un aiuto per queste fattorie, perché non possiamo proprio considerarle tali a tutti gli effetti perché non hanno le stesse caratteristiche delle altre, ci vogliono dei requisiti particolari, però rientrano a tutti gli effetti in questo tipo di esperienze. Mi auguro quindi che, oltre a quanto lei ci ha elencato e che sicuramente è positivo, ci siano questi due aspetti: il riconoscimento di queste realtà e la richiesta di inserirle nel sito e di riservare una sorta di canale preferenziale nell'attribuzione dei finanziamenti alle fattorie sociali.