Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 459 del 6 marzo 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 459/XV - Interrogazione: "Modifiche nell'organizzazione del servizio di continuità assistenziale".

Rollandin (Presidente) - Punto n. 9 dell'ordine del giorno. La parola all'Assessore Baccega.

Baccega (UV) - Prima di entrare nel dettaglio, e quindi fornire una puntuale risposta ai quattro quesiti che formano l'oggetto dell'interrogazione, ritengo sia opportuno inquadrare l'operato dei medici di continuità assistenziale. La continuità assistenziale, quella che una volta era chiamata la guardia medica, è inserita tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero le prestazioni e i servizi che il sistema nazionale deve garantire a tutti i cittadini. È uno dei settori della Medicina generale, così come avviene per l'emergenza territoriale, per l'assistenza primaria e per la Medicina dei servizi, per poter esercitare con contratto a tempo indeterminato è necessario essere in possesso del diploma triennale di formazione specifica in Medicina generale. L'attività è accessibile a tempo determinato a medici non in possesso dei requisiti che ho citato poco fa, in caso di sostituzioni temporanee del titolare di incarico, quando si registri carenza di medici con diploma o titolo equipollente. I medici di continuità assistenziale fanno un rapporto di lavoro di convenzione con aziende sanitarie locali e ciò significa che non sono dipendenti ma liberi professionisti che lavorano per la sanità pubblica, stipulando un contratto nel quale sono definiti i rispettivi diritti, doveri e compiti.

Il contratto che disciplina i rapporti con i medici di Medicina generale è l'accordo collettivo nazionale che viene stipulato tra le Organizzazioni, i Sindacati e le Regioni rappresentate dalla struttura interregionale sanitaria e convenzionati, il SISAC. Nel corso degli anni le norme e i contratti che definiscono le finalità del servizio sono mutati, dalla copertura notturna, prefestiva e festiva di ogni necessità assistenziale del cittadino, si è passati a un ambito più definito che, attraverso mutamenti del quadro normativo, ha visto la nascita, da un lato, di uno specifico settore per le emergenze territoriali e dall'altro, l'inquadramento della continuità assistenziale come attività di continuità delle cure di medicina di famiglia. È in quest'ottica che va interpretata l'eliminazione delle urgenze mediche fra i compiti del medico di continuità assistenziale nell'accordo collettivo nazionale e che si fa riferimento a prestazioni non differibili. Non è quindi corretta la premessa dell'interpellanza nel passaggio dove si precisa che i medici di continuità assistenziale garantiscono l'assistenza medica di base per situazioni che rivestono il carattere di urgenza. Non è corretto. I compiti del medico di continuità assistenziale sono definiti nell'accordo collettivo nazionale per la Medicina generale e consistono nelle seguenti attività: effettuare visite domiciliari non differibili, effettuare visite ambulatoriali non differibili, prescrivere farmaci indicati per le terapie non differibili o necessarie alla prosecuzione della terapia, la cui interruzione potrebbe causare un aggravamento, rilasciare tutte le certificazioni obbligatorie, quindi la malattia o infortunio con una prognosi massima di tre giorni, proporre i necessari ricoveri in ospedale ed effettuare le constatazioni di decesso.

"Quanti medici di continuità assistenziale sono presenti nella nostra regione...": nel distretto n. 1, Morgex, Cogne e Saint-Pierre, due medici titolari più nove provvisori, di cui due a 60 ore mensili; nel distretto n. 2 di Aosta un medico titolare più nove provvisori; nel distretto n. 3 Antey-Châtillon due medici titolari a 38 ore più cinque provvisori di cui due a 60 ore mensili; nel distretto 4 Brusson, Verrès e Gaby quattro medici titolari più sei provvisori. Per "provvisori" si intende a tempo determinato e presi da una graduatoria appositamente redatta.

Le mansioni del medico di continuità assistenziale sono dettagliatamente elencate nell'articolo 67, come detto, inoltre i medici titolari hanno anche incarico di assistenza primaria tre dei quali incaricati dall'Azienda e uno non incaricato dall'Azienda, ma un collaboratore professionale ai sensi dell'articolo 21. Alcuni, 10 o 12 medici con incarico provvisorio, hanno dato la disponibilità per ambulatori ad accesso diretto: la cosiddetta "medicina di assistenza primaria", per i quali approfitto dell'occasione per ricordarne la presenza e l'importante servizio che svolgono per tutti gli assistiti. Si era fatta una campagna importante, sono ambulatori, poliambulatori che hanno un orario dalle 14:00 alle 20:00 e tutti i giorni feriali, esclusi i festivi e i prefestivi, c'è qualcuno presente; si trovano ad Aosta, a Châtillon e a Donnas; il poliambulatorio di Morgex, invece, dalle 12:00 alle 18:00 tutti i giorni feriali. Questo è un servizio molto importante che non è assolutamente utilizzato dai valdostani e sul quale mi riprometto di fare un'iniziativa di comunicazione molto forte per dare più forza a questo servizio. I medici titolari fino al 2018 sono stati incaricati a seguito di pubblicazione di zone carenti sul BUR e relativa graduatoria, per rispondere all'altro quesito. Da marzo 2019 saranno incaricati a seguito di pubblicazione di zone carenti sul BUR e relativa graduatoria ai sensi degli articoli di legge. I medici provvisori sino al 2018 sono stati incaricati in seguito a un avviso pubblico e relativa graduatoria.

Per quanto riguarda l'ultimo quesito, la Direzione secondo quanto previsto dalle normative vigenti e dalla legge 189, la famosa "legge Balduzzi", dovrà realizzare l'integrazione di medico di famiglia e medico di continuità assistenziale, dibattito che è fortemente in corso in Valle d'Aosta. Abbiamo avuto anche un confronto la settimana scorsa nella logica di avere un'unica figura professionale e soprattutto nel percorso in cui si parla di cronicità, in grado di assicurare per tutta la settimana una migliore presa in carico dell'assistito nell'intero arco della giornata. In altre parole lo sviluppo dei compiti del medico di continuità assistenziale passa attraverso l'attribuzione di funzioni sempre più integrate con le altre figure della medicina di base, in conformità con quanto dichiarato dai LEA, che individuano i medici come responsabili dell'erogazione dei LEA e dell'assistenza sanitaria di base. Da questa normativa appare infatti chiaro che nell'ambito del territorio viene rivalutata la figura del medico di continuità assistenziale, non solo per le specifiche competenze in quanto erogatore di assistenza nel periodo notturno, festivo, prefestivo, ma soprattutto come figura chiave per gli sviluppi organizzativi delle forme associative nell'ambito delle cure primarie. La Direzione dovrà realizzare l'integrazione di medico di famiglia e medico di continuità assistenziale e in altre parole lo sviluppo di questi compiti quindi passa attraverso l'attribuzione di funzioni sempre più integrate con queste figure della medicina di base. Dalla recente normativa infatti appare chiaro come nell'ambito del territorio viene rivalutata la figura del medico di assistenza primaria.

Questi sono i dati e le risposte che pongo a questi corposi quesiti e mi auguro che nel percorso di programmazione che è in atto, ho sempre sostenuto che questo per la sanità in Valle d'Aosta è un anno di profonda programmazione di iniziative di cambiamento più significative, noi dobbiamo individuare nel medico di Medicina generale il fulcro per poter dare poi delle risposte ai nostri cittadini.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Russo.

Russo (M5S) - Questa interrogazione aveva veramente uno scopo interrogativo, cioè volevo proprio avere informazioni di dettaglio su questa figura, che sicuramente è una figura fulcro. I dati che avevo raccolto erano relativi ad altre Regioni ed effettivamente anche noi stiamo andando nella direzione di aspetti che nelle altre Regioni erano già stati trattati per ovvi motivi, anche proprio per una questione numerica, dunque c'è l'aspetto dell'integrazione, quindi del dibattito del medico di famiglia con il medico di continuità assistenziale, in particolare sul problema del trattamento dei pazienti cronici, che sappiamo che ce ne saranno sempre di più, anzi quasi sicuramente.

L'altro aspetto era la stabilizzazione del personale e quindi del superamento del turnover, ma mi sembra che stiamo andando anche in questa direzione. Porterò sicuramente all'attenzione di quest'aula nuovamente questo tema anche relativamente a un'altra questione, quindi è proprio relativamente al fatto per il quale siamo sicuri che il numero di medici che ci sono garantiscono questa continuità assistenziale.