Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 456 del 6 marzo 2019 - Resoconto

OBJET N° 456/XV - Commémoration.

Rini (Presidente) - Colleghi, abbiamo appreso con molta tristezza che è mancata oggi all'età di 96 anni Ida Désandré, partigiana sopravvissuta alla drammatica esperienza dei campi di concentramento, che per decenni ha offerto la propria testimonianza per sensibilizzare le persone, in particolare i più giovani, agli orrori della guerra. Proprio nel 2014, come Consiglio regionale, avevamo promosso un incontro intitolato simbolicamente "Il passaggio del testimone" in cui Ida Désandré aveva raccontato la propria esperienza in una sala, Maria Ida Viglino, gremita di studenti valdostani, ricordo con tanto affetto e con tanta emozione quell'incontro. Ricordiamo ancora la forza di questa donna, una donna che si raccontava con una lucidità meravigliosa, che ci stupiva per il suo coraggio e per la sua continua attività di grande divulgatrice.

Aujourd'hui la Vallée d'Aoste perd l'un des grands interprètes de son histoire contemporaine: Maria Ida Désandré restera à jamais gravée dans nos cœurs tout comme le sera son grand enseignement de vie. Au nom du Conseil régional de la Vallée d'Aoste et à mon nom personnel, j'exprime notre profond chagrin et une pensée particulière à son fils Roberto. Collègues, même s'il n'est pas dans l'ordre du jour ce point, je vous demande d'observer une minute de silence pour Ida.

(l'aula osserva un minuto di silenzio)

Presidente - Ovviamente chi vuole intervenire su questo punto, anche se non è iscritto all'ordine del giorno... credo sia doveroso ricordare una personalità di questo livello in aula. La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - È con commozione che prendo la parola ricordando Ida. Diciotto anni fa ho curato per l'Istituto storico per la resistenza una pubblicazione destinata alle scuole della quale io ho curato la parte relativa alla biografia di Ida, una persona, come ho già detto la Presidente, straordinaria. Credo sia corretto leggervi il messaggio che un'ora fa ho ricevuto da Roberto, dal figlio di Ida, perché è significativo di quello che questa donna è stata non solo per la sua famiglia ma per tutti coloro che l'hanno conosciuta e per la nostra Regione: "nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 6 marzo 2019, la bella persona che mi ha generato, Ida Désandré, non c'è più".

Io vorrei ricordare brevemente quello che Ida ha rappresentato quella che è stata la sua vita. Ida è salita sul vagone che la portava a Ravensbrück il giorno del suo compleanno, nel 1944 Ida compiva 22 anni lo stesso giorno in cui è partita su quel treno che la portava a Ravensbrück. All'arrivo nel campo di concentramento era giovane e quello che l'aveva colpita enormemente erano le casette di Ravensbrück con i gerani in fiore, le casette delle kapò. Ida è rimasta in quel campo di concentramento ed è sopravvissuta, lo diceva spesso, grazie anche all'aiuto delle sue compagne, in modo particolare dell'amica Mariuccia. La solidarietà femminile che Ida aveva respirato in quel campo di sterminio e di grave disagio è uno dei motivi che le hanno permesso di continuare a sperare, di continuare ad avere la forza per sopportare le angherie quotidiane alle quali le prigioniere erano sottoposte. Non è stato l'unico campo di concentramento in cui Ida ha vissuto, è stata poi spostata e, in una lunga marcia sotto le bombe, è stata poi portata a un altro campo ed è riuscita a sopravvivere anche lì. Per molto tempo, come accade a tanti sopravvissuti allo sterminio, Ida non ha raccontato la sua esperienza, non aveva il coraggio di raccontare ai suoi figli quello che aveva vissuto in campo di concentramento, l'ha fatto quando era già avanti con gli anni, quando i suoi figli erano adulti.

Io ritengo che la testimonianza che questa donna ha saputo portare e il coraggio con cui ha deciso da un certo punto in poi della sua vita di percorrere tutte le scuole della nostra regione e di raccontare quello che aveva vissuto... e quello che è stato il periodo dello sterminio, della deportazione nei campi di concentramento, Ida non era ebrea, era una deportata politica, non sapeva neppure tanto di politica, è stata arrestata con suo marito che era un attivista del Partito Comunista, ma lei era una giovane donna con l'unica colpa di essere lì in quel momento. L'aver vissuto quella terribile esperienza le ha però permesso di sviluppare una coscienza civile e politica e l'ha accompagnata in tutti gli anni della sua vita. Io non voglio dilungarmi oltre, anche perché sono particolarmente commossa ma voglio pubblicamente ringraziare questa persona per quello che è stata, come ha detto suo figlio: "per la bella persona che lo ha generato".

Presidente - Grazie per le belle parole collega Minelli. La parola all'Assessore Certan.

Certan (ALPE) - C'est avec vraiment une grande douleur que nous avons appris cette nouvelle. Au nom du Gouvernement régional, nous exprimons à Roberto et à toute sa famille naturellement le sentiment le plus profond de condoléances. Ida était douée, je dirais, d'une culture immense très simple mais très profonde, profondément je dirais mise au jour par les douloureuses expériences et les différentes vicissitudes que la vie lui a réservées.

Ho conosciuto personalmente Ida in quanto Presidente della biblioteca di Saint-Christophe negli anni Duemila, aveva ancora, come ha ricordato la collega Minelli, quello spirito libero e nello stesso tempo anche direi pointu, perché sapeva essere molto critica ma nello stesso tempo sapeva essere anche molto puntuale e diretta e in quegli anni aveva scritto il suo libro e ha fatto il giro, oltre che delle scuole, anche delle varie biblioteche, dei luoghi di cultura. Probabilmente in quel momento essendo riuscita a scrivere anche le varie esperienze, è riuscita anche nello stesso tempo poi a raccontarle. Insieme a Roberto, che comunque la seguiva e riusciva in qualche modo anche con un po' di leggerezza a intervallare dei momenti anche di musica e di canzoni, sicuramente è riuscita a trasmettere in questi anni tantissimi concetti ai ragazzi delle scuole in modo, ripeto, semplice ma molto diretto e molto profondo. Era molto amata dai ragazzi perché non era tanto accondiscendente o non era "lisciosa" nei loro confronti: "cari ragazzi", ma cercava di trasmettere il suo bagaglio affinché loro potessero diventare più forti e trasmettere alle future generazioni dei messaggi. Ricordo che lei un giorno ha detto: "io mi auguro che mai più l'umanità debba vedere quello che abbiamo visto noi. Non fa niente, chi è sopravvissuto è sopravvissuto e ce l'ha fatta, ha subito quello che ha subito, ma io mi auguro che l'umanità non debba più ripercorrere un simile momento storico". Ecco, credo che tutta la Valle d'Aosta, ma non solo, veramente tutti i ragazzi e i nostri figli in qualche modo devono davvero molto a Ida, che è stata témoin e che ha saputo passare anche questo testimone ai ragazzi. Ripeto: ci uniamo ai sentimenti di dolore che ha espresso la Presidente del Consiglio per tutta la famiglia.

Presidente - Se non ci sono altre richieste di intervento, possiamo riprendere quindi i lavori dell'aula.