Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 440 del 20 febbraio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 440/XV - Interpellanza: "Insegnamento dell'educazione civica nelle scuole valdostane e adeguamento dei contenuti alle nuove esigenze della società".

Rollandin (Presidente) - Punto 35 all'ordine del giorno. La parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Esporrò l'interpellanza, poi mi riservo naturalmente di approfondire in seguito all'esito della risposta dell'Assessore. Abbiamo ritenuto di fare questa interpellanza perché abbiamo visto anche ieri, sia nella discussione a proposito dell'uso o l'abuso, che dir si voglia, dei social, così come in quella recente in ordine all'evento sulle foibe, che forse vi è un po' l'esigenza di una maggiore attenzione per l'educazione civica, un civismo più partecipato forse è importante. Alla luce di questa esigenza, che anche in ambito territoriale a nazionale viene sentita come necessità di reintrodurre o ampliare l'educazione civica quale evidente segnale di una ritrovata attenzione ad un civismo partecipato e consapevole che ha nella scuola la sua culla naturale, e preso atto del fatto che è in corso a livello nazionale una raccolta di firme per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre l'educazione alla cittadinanza come effettiva materia scolastica, materia che dovrebbe comprendere non solo la vecchia educazione civica, ma anche l'educazione all'ambiente e all'alimentare, alla lotta al cyberbullismo ed altro, interpelliamo la Giunta regionale sullo stato dell'insegnamento dell'educazione civica nella scuola valdostana e se sia intendimento del Governo regionale di dare maggiore spazio alla materia, declinandola in modo più moderno e adeguato alle nuove esigenze della società in cui gli studenti sono calati.

Presidente - La parola all'Assessore Certan per la risposta; ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Grazie, collega Sammaritani. Guardando l'interpellanza, e in particolare le richieste: "interpella la Giunta regionale sullo stato dell'insegnamento dell'educazione civica nella scuola valdostana e se sia intendimento del Governo regionale di dare un maggiore spazio alla materia", concordo, e concordiamo con lei, che sia sicuramente una materia da tenere in considerazione. È chiaro che per questo anno scolastico non sono intervenuta maggiormente rispetto a quello che le scuole hanno programmato nel POF di inizio anno scolastico, ma lei ce l'ha sicuramente presente, perché la stesura di inizio anno l'aveva seguita proprio lei. Quando però lei dice di "dare maggiore spazio", io vorrei anche provare a fare un passo in più. È vero che la scuola deve impegnarsi maggiormente in queste tematiche, ma è anche vero che queste non sono esclusive della scuola. Anche le famiglie devono avere il loro ruolo e devono fare il loro compito e forse sarebbe anche molto più semplice per la scuola poter poi intervenire.

L'insegnamento dell'educazione civica nella scuola valdostana rientra nella disciplina di studio, cittadinanza e costituzione introdotta nei programmi di tutte le scuole - in realtà non sono programmi, si chiamano "indicazioni" - di ogni ordine e grado, come da legge n. 169 del 2008. Si tratta di un insegnamento che, oltre ai temi classici dell'educazione civica, comprende anche l'educazione ambientale, l'educazione alla legalità, i principi di una corretta competizione sportiva e i valori del volontariato, basi dell'educazione stradale e dell'educazione alla salute, il valore del rispetto delle regole. È insegnamento ordinamentale dall'anno scolastico 2010/2011 ed è erogato in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Secondo quanto stabilito dal decreto legislativo n. 62 del 2017, l'esame di stato tiene conto delle attività svolte nell'ambito anche di cittadinanza e costituzione dell'articolo 12.

Al fine di promuovere e sostenere l'insegnamento di cittadinanza e costituzione, l'Assessorato ha costituito un gruppo di lavoro, una task force regionale che opera in stretto contatto e sinergia con: l'analoga cabina di regia presso il MIUR (Direzione generale per lo studente, integrazione e la partecipazione); la rete di scuole regionali per la cittadinanza e la promozione della salute, la cui scuola capofila è l'Istituzione Valdigne-Mont Blanc; la rete di referenti per la cittadinanza e la salute presenti in tutte le istituzioni scolastiche della regione; l'Università della Valle d'Aosta; gli enti e le associazioni che operano sul territorio regionale per promuovere attività destinate alle scuole, in particolare con il tavolo tecnico permanente "Legalità e sicurezza" rivolto alle nuove generazioni (D.G.R. 504/2018) e con il tavolo permanente previsto dal protocollo di intesa che abbiamo firmato e siglato a luglio 2018 per la prevenzione e il contrasto delle violenze nei confronti della persona nelle comunità familiari, promosso dalla Procura della Repubblica e dalla Questura di Aosta. Inoltre il tavolo di lavoro regionale si colloca all'interno del Piano regionale della prevenzione 2016/2019 creato dal Dipartimento di prevenzione dell'ASL e approvato con D.G.R. 1826 del 2016, con l'obiettivo di coordinare tutte le attività di prevenzione sul territorio regionale. Gli interventi previsti da questo tavolo regionale sono: coordinamento in collaborazione con la rete di scuole per la cittadinanza e la promozione della salute e l'Università della Valle d'Aosta, della redazione di linee guida regionali a gennaio 2019 che saranno la base per la redazione di curriculi di cittadinanza a livello di istituzione scolastica; l'organizzazione di azioni di formazione per dirigenti scolastici, docenti, educatori operanti nelle scuole inserite nel Piano regionale per la formazione dei docenti 2017/2019, Asse 3, "Competenze per una scuola inclusiva"; la promozione di iniziative di informazione e sensibilizzazione nelle scuole destinate a studenti di tutti gli organi e gradi nell'ambito dei percorsi formativi di cittadinanza e costituzione attraverso l'almanacco cittadinanza e salute curato dal Dipartimento della Sovrintendenza agli studi (c'è un sito, www.cittadinanza.scuole.vda, in cui si trovano queste iniziative); la promozione di iniziative regionali come "La Commune à l'école", organizzata in collaborazione fra la Presidenza della Regione, la Presidenza del Consiglio e il CELVA; la promozione di iniziative nazionali come il progetto "Icaro" della Polizia di Stato; la promozione di iniziative internazionali come il "Concours de la résistance e de la déportation française" sui temi oggetto dell'insegnamento di cittadinanza e costituzione e, infine, il monitoraggio e la valorizzazione delle azioni realizzate dalle istituzioni scolastiche della Regione. Come ho detto precedentemente, l'Istituzione scolastica Valdigne-Mont Blanc è stata selezionata per presentare la sua esperienza al seminario nazionale "Cittadinanze e cultura digitale" promossa dal MIUR, che si è tenuto a Milano il 14 e 15 febbraio 2019. Tutte queste attività per la Sovrintendenza agli studi sono coordinati dall'ispettrice Vernetto e, chiaramente, con tutti i collaboratori, dirigenti scolastici e docenti.

Dalle ore 17:37 riassume la presidenza la Presidente Emily Rini.

Rini (Présidente) - La parole au collègue Sammaritani pour la réplique.

Sammaritani (LEGA VDA) - Condivido con l'Assessore l'esordio della sua esposizione in relazione al fatto che non si può delegare tutto alla scuola; questo è evidente ed è una delle lamentele principali degli insegnanti. Tali considerazioni tutto sommato hanno anche un fondo di ragione. Però, in un periodo in cui la famiglia è decisamente in crisi e c'è un cambiamento in atto sempre più veloce, io credo che probabilmente comunque non ci si debba sottrarre alle proprie responsabilità, perché è evidente che i genitori di oggi sono frutto della scuola del passato e i genitori di domani saranno i ragazzi che stanno andando a scuola adesso. Pertanto non possiamo delegare a qualcun altro queste funzioni, visto che evidentemente qualcuno ha fallito nel passato.

In effetti molti sono i segnali di questa crisi attuale della società e della partecipazione civica, perché c'è una perdita del senso civico in generale che si manifesta in tanti modi: l'astensionismo elettorale, per esempio, la sfiducia nella politica, la crisi dei lavori sociali in genere, scarso rispetto per i beni pubblici, per le istituzioni e per chi le rappresenta, a partire proprio dalla scuola, con le violenze verso gli insegnanti e verso i compagni, sia fisiche che psicologiche. Allora io credo che tutto questo trovi proprio origine sicuramente in una scarsa capacità delle famiglie di fornire alla prole un'educazione ai valori civici, però probabilmente non riusciremo ad intervenire così rapidamente. Dobbiamo quindi intervenire sicuramente in ambito scolastico, perché un cattivo cittadino difficilmente potrà essere un buon genitore. Questa incapacità della scuola di dare più formazione al civismo deve essere risolta in qualche modo, proprio perché bisogna creare una maggiore attenzione verso l'educazione civica, l'educazione del cittadino, un'attenzione maggiore anche alla politica naturalmente, alla partecipazione, alla conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle istituzioni, alla consapevolezza che il disinteresse verso la politica e verso la cosa pubblica è la prima causa della mediocrità delle nostre classi dirigenti.

Restituiamo quindi all'educazione civica e alla scuola l'importante ruolo di insegnare e diventare buoni cittadini. A queste enunciazioni di principio sulla quale sicuramente tutti potranno essere naturalmente concordi, occorre poi però dare sostanza, no? E qui credo che nasceranno quei contrasti ideologici che già mi posso prefigurare. Io, lo dichiaro fin da ora, personalmente da buon convinto conservatore, posso già preannunciare che sono a favore del rispetto dei ruoli: l'insegnante è il precettore, che deve guadagnarsi questa posizione di preminenza attraverso la preparazione, attraverso la capacità di insegnare...

Presidente - Scusate, solo un po' di silenzio, perché si fa fatica a seguire la risposta in Aula. Prego.

Sammaritani (LEGA VDA) - ...creando interesse e stimolando la volontà di imparare degli allievi, ma che merita il rispetto assoluto da parte dell'allievo. L'insegnante non è l'amico dello studente e lo studente non può mettere in discussione il ruolo e l'autorità dell'insegnante. Ci sono già iniziative in questo senso in altre zone del Paese e presto anche qui noi ne formuleremo di analoghe. Voglio chiudere proprio con dei dati statistici molto significativi, che sono raccolti in un Libro Bianco a cura dell'Osservatorio "Generazione Proteo", che fa parte del link Campus University, che raccoglie molte decine di istituti scolastici italiani, soprattutto del centro Italia, ma anche qualcuno di altre zone e anche del nord Italia. È un campione comunque significativo. Alla domanda: "Secondo te a scuola di cosa non si parla e di cui invece ti piacerebbe discutere?", la risposta è stata: sessualità 21,4 percento, politica 21,1. Sono quindi pochi i decimali di differenza, è abbastanza interessante questo dato, no? Seguono infatti a distanza la musica, che è al 12,4 e internet al 12,2, quindi quasi dieci punti di differenza. Quindi i ragazzi sono delusi dalla politica, ma vorrebbero parlarne a quanto pare, discuterne al pari della sessualità e questo è un dato molto significativo, a mio avviso. Vengo poi a un dato regionale, mi rifaccio sempre al rapporto di "Libera idee" che ho già utilizzato un paio di Consigli fa a proposito della percezione dei giovani in ordine alla malavita e alla corruzione. Bene, i giovani valdostani sono meno impegnati in politica della media italiana: 6,7 percento contro l'11,88 (-5,1 percento, quindi quasi la metà); sono disgustati dalla politica più della media italiana: 14,1 contro il 10,5; non sono interessati alla politica: il 16,6 percento contro il 10,9 del resto d'Italia. Questi sono dati impietosi, a mio avviso, e anche a questo proposito forse occorrerebbe interrogarsi sulle responsabilità della nostra classe politica valdostana.

Io credo che ci vogliano un grande equilibrio e onestà intellettuale per parlare di politica ai giovani senza influenzare il loro pensiero, ma occorrerà farlo per far crescere i nuovi cittadini del futuro, perché questo è il problema. È molto di moda parlare di integrazione con riferimento agli stranieri, mentre nello stesso tempo non riusciamo a dare ai nostri figli gli strumenti fondamentali per integrarsi nella società dei loro genitori.