Oggetto del Consiglio n. 437 del 20 febbraio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 437/XV - Interpellanza: "Costituzione di una Commissione speciale d'inchiesta per l'analisi delle cause che hanno determinato il fallimento della Cioccolato Valle d'Aosta S.r.l.".
Rollandin (Presidente) - Punto 32 all'ordine del giorno. La parola al collega Ferrero.
Ferrero (MOUV') - Sono qui di nuovo ad interloquire con ormai il mio amico Assessore Testolin, al quale non più di due mesi fa avevo espresso tutti i miei dubbi sulla questione della Cioccolato Valle d'Aosta S.r.l., che è l'erede della Feletti e che io vedevo sinceramente in brutte acque. L'Assessore mi aveva fatto anche una battuta, mi aveva detto: "Ferrero si improvvisa un po' come analista economico esperto di società" e io l'avevo ben accolta. Però adesso mi vedo, mio malgrado, dopo che alcuni giorni fa ho avuto notizia del fallimento di questa società, a chiedere alcune cosette. Da non esperto di economia mi permetto solo una cosa, dato che a me è sempre piaciuto il sottoportico del Palazzo regionale con tutte quelle belle foto in cui si mettono commemorazioni, inaugurazioni, tagli di nastri. Ecco, allora io le ho preparato una cosa e poi deciderà lei se vorrà metterla in bacheca oppure no. Ho preparato questo annuncio: "Si annuncia ai valdostani che è precocemente ma non inaspettatamente scomparsa la Cioccolato Valle d'Aosta S.r.l., amorevolmente assistita dalla madre Finaosta e dalla sorella Regione autonoma Valle d'Aosta. Le esequie avranno luogo presso il Tribunale fallimentare di Aosta. Non fiori, né opere di bene, avete già dato". Questo è il messaggio ai valdostani.
Torniamo a parlare di cose serie: il fallimento è arrivato. A questo punto bisogna riuscire a capire intanto quanto ci abbiamo rimesso - e io lo chiedo nell'interpellanza - e poi che cosa è rimasto nei capannoni, perché da quello che sarà rimasto nei capannoni dipende quello che riusciremo ad ottenere in seguito alla vendita dei beni. Questo è fondamentale, dato che da notizie giornalistiche risulterebbe che ci sono 5 milioni di debiti da parte della Cioccolato Valle d'Aosta S.r.l., e qui, mi permetto, "ci casca l'asino". Vedremo anche se le mie valutazioni da sedicente esperto di economia riguardo al valore del fabbricato saranno confermate, non lo so. Adesso non mi spingo oltre perché quando si vince facile non mi piace. Per cui a questo punto, secondo me, sarebbe il caso... è sempre un invito, poi gli inviti non vengono presi in considerazione, ma non importa. Io continuo a fare gli inviti, in maniera tale che un domani non mi si dica: "ma tu potevi parlare, potevi dire, noi avremmo affrontato e ci saremmo messi d'accordo". Io continuo a fare questi inviti anche se cadranno nel vuoto. L'invito è: mettiamoci a un tavolo, non facciamo il processo a nessuno, né a Finaosta, né alle scelte fatte, ma cerchiamo di capire che cosa è successo. Lo dico perché, quando la precedente maggioranza residua formata da MOUV' e Lega aveva proposto di dare dei soldi direttamente ai valdostani riguardo al bon de chauffage, qualcuno è insorto e ha detto: "no, noi non li diamo per il bon de chauffage, perché è una misura che non risolve i problemi strutturali, ma li daremo per gli insediamenti industriali". In quel momento un brivido mi ha percorso la schiena, perché ho detto: "Qui ci sono oltre venti milioni di euro che vanno per insediamenti industriali? Ma con le stesse leggi che hanno dato i risultati negli ultimi vent'anni?" Direi che questo ve lo sarete posti anche voi, perché se qualcosa non ha funzionato non necessariamente bisogna crocifiggere qualcuno - qualcuno si potrebbe anche, non troppi -, però abbiamo un sistema di leggi che non funziona bene. C'è una percentuale di finanziamenti che dovrebbe andare a buon fine ed un'altra che - è fisiologico - non dovrebbe andare a buon fine, succede così dappertutto. Però mi pare, guardando la data del finanziamento e l'esistenza in vita dell'impresa dopo cinque anni, che qui siamo a livello di deserto... ci guardiamo intorno, ma la Bassa Valle... sì, quando è andata bene sono rimasti i capannoni.
Tornando a bomba, se riuscissimo a fare una commissione, a parlare seriamente, ad analizzare questa cosa... lo so, c'è già l'indagine della Corte dei Conti, c'è già l'indagine della Guardia di Finanza, ma se una volta la politica si facesse un'autoindagine e cercasse di migliorare quei meccanismi che hanno generato queste scelte arbitrarie, magari, secondo me, si potrebbe migliorare tutti quanti.
Presidente - La parola all'Assessore Testolin.
Testolin (UV) - Collega Ferrero, non ho sorriso l'altra volta e non mi permetto di sorridere neanche questa volta, perché l'entrée è stata abbastanza lugubre e non troppo apprezzabile, per quanto mi concerne. Se poi qualche collega ha piacere di ridere, lo faccia. Mi permetto solo di fare una piccola sottolineatura prima di entrare nel dettaglio delle risposte alle domande che lei evidentemente ha tutto il diritto - e anche il dovere, in questa circostanza - di porre e di avere la serietà dovuta nelle risposte per quanto possano essere piacevoli o meno, apprezzate o meno. Però non è neanche corretto che dai banchi dell'opposizione si possano fare tutta una serie di disgressioni e - mi permetta il termine - di illazioni sulle percentuali di buon fine o non di buon fine, perché su questo bisognerebbe parlare con qualche dato alla mano, per quanto mi concerne. Questo solo per rispetto di tutte le cose positive che funzionano nell'ambito delle erogazioni in primis in capo all'Amministrazione regionale e quindi su tutti i fondi di rotazione che sono sul territorio e andare a verificare se le percentuali di insolvenza si discostano da quelle indicate fisiologicamente dal sistema in questo momento. Poi possiamo parlare di cose anche un po' più tecniche o comunque suffragate dai dati che ci vengono forniti dai tecnici.
Per quanto riguarda il punto n. 1 dell'interpellanza: "a quanto ammonta ad oggi il debito complessivo nei confronti dell'Amministrazione regionale, compresi interessi, oneri e accessori", sono state richieste le informazioni necessarie evidentemente alla Finaosta S.p.A. e si riporta di seguito la risposta della finanziaria: "I mutui erogati da Finaosta S.p.A. in favore della Cioccolato Valle d'Aosta, oggi in liquidazione e fallimento, non hanno generato alcun debito in quest'ultima verso l'Amministrazione regionale. Si è trattato di due mutui cosiddetti "di scopo", destinati a finanziare, l'uno, l'acquisto dell'immobile industriale di Pont-Saint-Martin e, l'altro, l'acquisto di macchinari e delle attrezzature aziendali che la Finaosta ha concesso nell'ambito della cosiddetta "gestione ordinaria", ovvero con mezzi propri e a proprio rischio, risultando così l'unica creditrice dell'impresa". Questo non per dire che non fa un danno all'Amministrazione, perché poi evidentemente la sua riflessione è quella, ma per dire che in questo caso, come le avevo già accennato la scorsa volta, le risorse sono quelle in gestione ordinaria e non filtrate da quella che è un'istruttoria o una legge a monte che viene gestita direttamente dall'Amministrazione regionale. La concessione è stata preceduta da un'istruttoria dell'operazione condotta in conformità alle regole dettate dalla normativa di vigilanza, applicabili a Finaosta S.p.A. quale intermediario finanziario iscritto all'albo (ex articolo 106 del Testo Unico Bancario). L'effettiva e corretta destinazione delle somme è stata assicurata: quanto al finanziamento immobiliare di euro 3.500.000,00, in sede di stipula del relativo contratto concluso nella forma dell'atto pubblico notarile, versando l'integrale importo del mutuo al netto delle spese di istruttoria a mezzo assegni circolari di cui per complessivi euro 3.128.752,00 intestati direttamente al venditore Feletti 1882 S.r.l. in liquidazione, a saldo del prezzo di acquisto del bene immobile oggetto dell'atto di compravendita già repertoriato a rogito del medesimo notaio; per euro 198.746,00 intestati alla parte mutuataria a parziale rimborso dell'acconto di euro 771.248,00 già versato e quietanzato dal venditore e per 170.000,00 euro intestati al notaio a pagamento della relativa parcella degli oneri fiscali. Per quanto al finanziamento mobiliare di euro 500.000,00, l'effettiva e corretta destinazione delle somme è stata assicurata in sede di stipula del relativo contratto preliminare, concluso sempre nella forma dell'atto pubblico notarile, versando l'importo di euro 400.000,00 al netto delle spese di istruttoria, a mezzo assegni circolari intestati direttamente al venditore Feletti 1882 S.r.l. in liquidazione, a fronte di fatture di acquisto dei macchinari e delle attrezzature descritte nell'allegato alla stessa e già analogamente individuati nell'allegato dal preliminare di vendita concluso tra le parti. In sede di erogazione a saldo per i residui euro 100.000 destinati all'acquisto di due ulteriori macchinari ceduti da altri fornitori a mezzo bonifici sul conto corrente della parte mutuataria con delegazione vincolante al pagamento a favore di questi ultimi, a fronte delle relative fatture di acquisto e di una dichiarazione del Presidente del Consiglio sindacale della società debitrice, a conferma della regolare contabilizzazione e presenza in azienda degli stessi. Si segnala che allo stato attuale l'operazione è al vaglio della Banca d'Italia che, in occasione della periodica ispezione svolta negli scorsi mesi presso Finaosta, ha acquisito la documentazione relativa ai mutui in questione, trattandosi di un'operazione importante conclusa dalla scrivente società nel corso del 2016, nonché al vaglio della Corte dei Conti e, a seguito del fallimento, della parte mutuataria degli organi della procedura concorsuale. Finaosta S.p.A. insinuerà in tale procedura, in via privilegiata, l'attuale esposizione di complessivi euro 3.946.069,57 garantita da ipoteca sull'immobile industriale di Pont-Saint-Martin.
"Quale sia l'attuale consistenza dei macchinari e attrezzature che erano presenti presso la citata azienda ancora pochi mesi orsono". Anche in relazione al punto n. 2 sono state richieste le informazioni alla Finaosta e si riporta nel seguito la risposta: "Come anticipato dal punto uno, Finaosta ha accertato l'effettiva e corretta destinazione delle somme erogate versando l'importo di euro 400.000,00 al netto delle spese di istruttoria, direttamente nelle mani del venditore Feletti 1882 S.r.l. in liquidazione, previa esibizione della relativa fattura e l'importo di euro 100.000,00 alla parte mutuataria richiedendo in quest'ultimo caso, oltre alle fatture di acquisto, una dichiarazione del Presidente del Consiglio sindacale a conferma della regolare contabilizzazione e presenza in azienda degli stessi. L'attuale consistenza dei macchinari e delle attrezzature presenti in azienda verrà accertato dal curatore della procedura fallimentare in corso".
L'ultimo punto: "se è intenzione del governo regionale farsi promotore della costituzione di una commissione speciale d'inchiesta che analizzi puntualmente tutti gli aspetti della vicenda al fine di individuare eventuali anomalie e responsabilità ". Come già esplicitato parzialmente durante la risposta all'interpellanza e come anche ipotizzato dal collega in merito al primo punto della risposta, l'operazione è al momento al vaglio della Banca d'Italia, che ne ha preso visione in occasione della periodica ispezione svolta nei mesi scorsi presso Finaosta, oltre ad essere al vaglio della Corte dei Conti e ad essere soggetta alle regole e alle procedure fallimentari che potranno, se del caso, evidenziare le eventuali anomalie. Alla luce di quanto sopra, pertanto, non risulta a nostro avviso rilevante un'ulteriore analisi rispetto a quella già in corso da parte degli enti preposti e competenti.
Presidente - La parola al collega Ferrero.
Ferrero (MOUV') - Come si dice "keep calm and be Ponzio Pilato", potremmo dire così, della serie: "ci sono già gli altri e noi ce ne freghiamo".
Riguardo alla puntualizzazione dell'Assessore sul fatto che io farei delle illazioni, io due mesi fa ho fatto a Finaosta una richiesta di accesso agli atti - forse due mesi e mezzo, quasi tre - in cui chiedevo: di avere un report delle aziende che hanno finanziato negli ultimi 10-15 anni; quante sono ancora esistenti; quante sono fallite; quante sono morose. Finaosta non mi ha dato nulla, quindi non faccio delle illazioni. Io, sulla base dei dati che non ho avuto, cerco di fare delle ipotesi che evidentemente non farei se fossi in possesso dei dati, perché se ne fossi in possesso parleremmo di qualcosa. Quindi non si venga a rimproverare a me una cosa che è un'inadempienza della società partecipata.
Molto bella anche - e l'apprezzo, Assessore Testolin - la questione della "gestione ordinaria". In pratica è come dire: "Ho tirato fuori questi dieci o questi cento euro dalla tasca destra invece che dalla tasca sinistra". Sono sempre denari dell'Amministrazione! Per carità, sono tecnicamente disquisizioni che possono essere accettabili, ma qui stiamo parlando di soldoni. Stiamo quindi parlando di 4 milioni di euro che recupereremo e a che prezzo recupereremo, perché poi lì bisognerà mettere degli avvocati di mezzo e gli avvocati costano, costano anche parecchio. I 100.000,00 di euro sfumano così, all'improvviso, e vanno ad abbattere ancora la somma che possiamo recuperare. Che devo dire? Come aveva già detto il collega che mi ha preceduto, io invidio la vostra maniera imperturbabile di affrontare le cose: la Giunta del "faccia finta di niente" continua a far finta di niente. Per carità, sarà un metodo, magari durerete cinque anni, non lo so, però il fatto di scaricare sistematicamente le responsabilità o di aspettare sempre che arrivi o la Corte dei Conti o la Magistratura o la Banca d'Italia o l'esercito della salvezza, di aspettare qualcuno che arrivi e non prendere una volta tanto l'iniziativa... ebbè, alla fine che cosa dimostra? Non faccio illazioni.