Oggetto del Consiglio n. 434 del 20 febbraio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 434/XV - Interpellanza: "Interventi per garantire al personale scolastico della Regione la partecipazione alla selezione per l'invio all'estero a partire dall'anno scolastico 2019-2020".
Rini (Presidente) - Punto 29 all'ordine del giorno. La parola alla collega Pulz per l'illustrazione.
Pulz (ADU VDA) - Il MIUR, sentito il MAECI (il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), ha avviato recentemente la nuova procedura per la selezione del personale scolastico da inviare all'estero. Due sono i bandi di riferimento: uno è riservato ai dirigenti scolastici e l'altro ai docenti e al personale ATA. Nel bando ovviamente non è prevista alcuna esclusione dalla partecipazione per il personale docente e dirigente della Valle d'Aosta e quindi il personale mantiene il diritto di partecipazione alle selezioni nazionali.
Sappiamo tuttavia che su questa complessa questione già nel 2008, più di 10 anni fa, è stato avviato un lungo contenzioso terminato poi di fatto con la sentenza della Corte di Cassazione e confermata nientemeno che dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che ha dichiarato il ricorso inammissibile. Nella sentenza viene infatti sottolineata la peculiarità della situazione professionale degli insegnanti della Valle d'Aosta che si ripercuote anche sull'assegnazione delle cattedre nelle sedi scolastiche all'estero, perché quest'ultima introduce un mutamento dello stato giuridico, nonché anche del trattamento economico. Resta quindi in capo alla Regione Valle d'Aosta il concedere o meno il nullaosta, valutando la concreta incidenza dell'assegnazione all'estero sulla situazione della Regione sia dal punto di vista delle ripercussioni sui ruoli organici, sia dal punto di vista delle conseguenze economiche che questa assegnazione determina, perché siamo in assenza di accollo dell'onere da parte del Ministero, del MIUR.
Nonostante tutto, noi ci permettiamo comunque di ricordare che il mondo non finisce a Pont-Saint-Martin e che la Valle d'Aosta dovrebbe sfruttare, se non vuole rendere priva di significato e retorica la definizione di "Vallée d'Aoste, Carrefour d'Europe", dovrebbe ritenere arricchente - noi pensiamo - ogni occasione di apertura al mondo, di apertura internazionale. Un'esperienza di insegnamento all'estero è sicuramente molto qualificante, sia dal punto di vista umano che da quello professionale, e non solo poi di fatto per i lavoratori della scuola, ma anche per gli allievi, che potrebbero così esperire un corpo docenti più formato e con un enorme valore aggiunto, innanzitutto in termini di apertura mentale. Una lunga esperienza di lavoro all'estero è poi senz'altro la migliore opportunità di approfondire la conoscenza di più lingue. Non è inoltre da sottovalutare pure il riconoscimento economico che qui, anche in Valle d'Aosta, penalizza eccessivamente la categoria dei docenti a cui appartengo - quindi so di cosa parlo -, nonché dei dirigenti scolastici.
Noi crediamo fermamente che la mancata possibilità da parte del personale scolastico valdostano di accedere alle cattedre all'estero sia uno di quei casi in cui la politica valdostana dovrebbe, al contrario, dimostrare di essere all'altezza della sua autonomia, affinché l'autonomia non diventi ostacolo e anche vero e proprio impedimento, ma semmai dimostrazione di migliori capacità di autogoverno. Purtroppo, a tutt'oggi, i colleghi insegnanti che sono andati a vivere un'esperienza di lavoro nelle scuole europee e italiane all'estero, dimostrando così una grande capacità di rimettersi in gioco, cosa devono fare? Devono utilizzare un po' uno stratagemma, cioè devono ottenere un trasferimento fuori Valle per diventare a tutti gli effetti personale insegnante dipendente direttamente dal Ministero. Ci sono stati casi di insegnanti che hanno chiesto il trasferimento, per esempio su Ivrea e in Piemonte. Ci permettiamo inoltre di segnalare che la Provincia di Bolzano, che era di fronte allo stesso problema, lo ha risolto in parte determinando un contingente preciso di partecipanti in modo da regolamentare anche la questione dell'accollo economico.
Noi interpelliamo quindi l'Assessore all'istruzione, università, ricerca e politiche giovanili per sapere a che punto sia la trattativa tra la Regione e lo Stato. Vorremmo capire quali siano le intenzioni dell'Amministrazione regionale al fine di garantire al personale della Valle d'Aosta l'esercizio degli stessi diritti dei colleghi del resto del territorio nazionale, perché, in assenza di accordo politico ed economico tra le parti, di fatto la Regione ha pieno titolo a valutare se concedere o meno il nullaosta che è necessario per la collocazione degli insegnanti all'estero. In questo modo, pur capendo che c'è un grosso problema alla base, si continua a non dare risposte al personale scolastico che è intenzionato a vivere questa esperienza all'estero che, dal nostro punto di vista, è molto coraggiosa.
Presidente - La parola all'Assessore Certan.
Certan (ALPE) - Grazie collega Pulz per aver presentato questa iniziativa, perché credo permetta di fare un po' il punto della situazione su questa materia che sicuramente, come ha detto lei, è molto interessante per quanto riguarda le funzioni docenti, per il corpo insegnanti e, naturalmente, anche direttivo, ma che purtroppo non è risolvibile solo parlando di autonomia e di statuto speciale. L'ha detto credo anche lei, evidenziando in modo molto sottile ma chiaro, che Bolzano ha potuto stabilire un contingente avendo il personale regionalizzato. Questa è la grossa differenza fra il personale scolastico della Valle d'Aosta e il personale scolastico delle Province di Trento e Bolzano. È una differenza di cui non possiamo tener conto. Pertanto, se da un punto di vista di pensiero filosofico sono d'accordo con lei e condivido quanto lei ha detto anche sull'arricchimento, su quanto può essere chiaramente importante pure per gli alunni avere degli insegnanti che si sono formati all'estero, è vero anche che poi bisogna fare i conti con la realtà.
Mi permetto di fare una premessa che credo sarà importante per capire tutto l'iter. Lei in parte lo ha ripercorso, ma vorrei ripercorrerlo anch'io. Quest'Amministrazione, ben prima dell'avvio del contenzioso, ha più volte sollecitato presso i competenti Ministeri MIUR e MAE (Affari Esteri) l'assunzione di un accordo tale da consentire la destinazione presso le scuole statali all'estero di personale scolastico regionale, previo collocamento fuori ruolo - perché così prevede la normativa - a disposizione del MAE, a condizione che la relativa spesa venisse assunta a carico del bilancio dello Stato. Va in proposito ricordato che il collocamento fuori ruolo - e lo sottolineo nuovamente - comporta, per espressa previsione del decreto del Presidente della Repubblica n. 3 del 1957, l'assunzione diretta ed integrale della relativa spesa a carico dell'amministrazione o ente pubblico presso cui il personale è collocato. Ecco perché molti insegnanti che hanno voluto andare all'estero - diciamo quelli un po' più resistenti - hanno proprio dovuto chiedere il trasferimento fuori Valle per poi poter essere collocati fuori ruolo. Tale decreto definisce chiaramente che il personale collocato fuori ruolo, che come nel caso in questione va a prestare servizio all'estero, deve essere a carico dello Stato. Questo è chiaro.
Inoltre, per effetto del D.P.R. n. 861 del 1975 e dell'articolo 9 della legge regionale n. 23 del 1977, il trattamento economico del personale direttivo e docente è a carico del bilancio di questa Regione autonoma esclusivamente per il servizio prestato - anche questo è definito chiaramente - presso le scuole dipendenti dalla Valle d'Aosta. Pertanto, se il personale è collocato fuori ruolo o è collocato all'estero, l'Amministrazione regionale non può assumersi il carico di pagarlo. L'ho un po' semplificato. Tuttavia, i competenti Ministeri avevano sempre dimostrato di fatto una sostanziale indisponibilità a concludere un accordo. In particolare il MIUR, dopo aver fatto intendere il proprio interesse rispetto alla proposta dell'Amministrazione in occasione di un apposito incontro, a Roma, si era poi totalmente defilato dalla questione non rispondendo neppure più alle richieste dei successivi incontri. Ciò evidentemente ha portato a decisioni assunte in primo grado dal Giudice del Tribunale di Aosta nell'ambito del contenzioso instaurato da docenti che non avevano ottenuto la destinazione all'estero - lo ha ricordato lei - che obbligavano la Regione a mantenere la spesa a proprio carico e che quindi hanno completamente deresponsabilizzato il ruolo del MIUR. Questo il primo grado. In secondo grado, la Corte d'Appello si è pronunciata a favore dell'Amministrazione regionale e il contenzioso si è poi concluso con l'ultimo grado, in Cassazione, di nuovo a favore dell'Amministrazione regionale. Infatti la Corte costituzionale, con sentenza del 2016, ha concluso che in difetto di diverse previsioni normative ad hoc, idonee a rendere effettivamente applicabile al personale docente di ruolo della Regione Valle d'Aosta la vigente normativa statale, non potesse riconoscersi in carico agli insegnanti della Valle d'Aosta un diritto soggettivo ad ottenere il nullaosta occorrente per l'assunzione dell'incarico all'estero. L'Amministrazione scolastica ha pertanto riscontrato poi negativamente le richieste di rilascio di nullaosta per il collocamento fuori ruolo all'estero di docenti appartenenti ai ruoli regionali pervenute successivamente, perché c'era ormai un pronunciamento chiaro e il personale scolastico non poteva fare diversamente, rappresentando comunque sempre la disponibilità a concedere il collocamento fuori ruolo a condizione che le amministrazioni statali assumano per intero, a proprio carico, l'onere correlato, come per altro avviene per gli insegnanti che sono collocati nel resto del territorio italiano. Questa disponibilità non ha ad oggi ricevuto alcuna risposta da parte dei Ministeri competenti e pertanto i richiedenti non hanno ottenuto la destinazione all'estero. Ora, da quando noi ci siamo insediati, questa situazione non l'abbiamo presa in carico, comprendendo però l'importanza per i nostri docenti di accrescere la loro formazione professionale attraverso un'esperienza anche di insegnamento all'estero.
Io credo che sulla questione di principio siamo tutti d'accordo. Mi prendo anche l'impegno di riprendere con l'Amministrazione statale i rapporti avviati nel passato e sospesi durante il periodo del contenzioso, al fine di giungere ad un accordo che consenta ad un predeterminato contingente - chiaramente bisognerà decidere prima e in qualche modo limitare, non potrà essere un contingente illimitato - di insegnanti regionali di poter essere destinati all'estero, ovviamente a condizioni che gli oneri del trattamento economico siano a carico del bilancio dello Stato. Di questo ne ho parlato oggi con il Presidente della Commissione, potrebbe essere anche eventualmente fatto in collaborazione con la Commissione e con i suoi rappresentanti, affinché insieme a noi possano portare a termine questa trattativa che, ripeto, non è stata interrotta da parte dell'Amministrazione regionale, ma in qualche modo - mi permetto di fare anche una supposizione: probabilmente per non impegnarsi ulteriormente da un punto di vista finanziario - da parte dei Ministeri e dello Stato.
Presidente - La parola alla collega Pulz per la replica.
Pulz (ADU VDA) - Grazie Assessore per la precisa risposta, poiché ha anche ripercorso le tappe giudiziarie della questione e per le prospettive di speranza che sono state aperte. Noi ce ne siamo occupati perché la stessa Corte di Cassazione ha riconosciuto agli insegnanti valdostani non il diritto ad ottenere soggettivamente il nullaosta, come dicevamo, ma comunque a mantenere la possibilità di controllare la legittimità della valutazione. È questo che facciamo nella nostra funzione ispettiva.
Ribadiamo che sarebbe un'ottima cosa prendere in carico nuovamente la questione, a cominciare dai lavori che potrà fare la V Commissione - a cui sicuramente parteciperò, pur non essendone membro -, chiaramente in stretta collaborazione con il Ministero. Ribadiamo pure i principi, non è mai fuori luogo ribadirli: è un vantaggio per tutti se, da un lato, gli insegnanti possono realizzare le loro legittime aspirazioni a un obiettivo di carriera che è elevato, interessante e, dall'altro, se ne potrebbe avvantaggiare pure tutta la comunità degli studenti, diciamo pure la comunità scolastica e la comunità valdostana in generale in termini di apertura culturale, e anche di reale e non supposta approfondita conoscenza linguistica.