Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 428 del 20 febbraio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 428/XV - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla destinazione futura dell'immobile "Cral Cogne" di Aosta".

Distort (Presidente) - Punto 23 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il proponente consigliere Bertin, prego collega.

Bertin (RC-AC) - Il palazzo del Cral Cogne è un importante luogo di riferimento ormai storico per la città dal punto di vista sociale e rappresenta, come dicevo, uno spazio di riferimento per molte associazioni e per molte iniziative, tant'è che coinvolge direttamente o indirettamente migliaia di persone.

Mi ero occupato in passato di questo immobile per una questione riguardante l'abbattimento delle barriere architettoniche: se ne ricorderanno gli assessori ai lavori pubblici. L'Amministrazione regionale aveva progettato e finanziato un piano per l'abbattimento delle barriere architettoniche in quell'immobile e aveva rifatto l'ascensore, ma si era dimenticata o non aveva visto che per raggiungere quell'ascensore vi erano quattro scalini, il che di fatto rendeva quel progetto di abbattimento delle barriere architettoniche inutile, cosa decisamente grave. Poi l'immobile era stato inserito tra i beni del piano di alienazione e valorizzazione dell'Amministrazione regionale, pertanto di fatto non si è poi più intervenuti su questo bene. Lo dico, anche perché recentemente c'è stato un sopralluogo al quale non ho partecipato per ovvie ragioni.

Ma veniamo ai fatti dell'attualità di questi giorni. Come dicevo, il Cral Cogne è storicamente un luogo di riferimento per la città e recentemente, quindici giorni fa, si è appreso che in tempi estremamente brevi questo immobile dovrebbe essere sgomberato per ragioni di sicurezza, con una diffida da parte dell'Amministrazione regionale ai gestori della struttura. Uno sgombero per ragioni di sicurezza che deriverebbero da una perizia fatta nel 2016, tre anni fa, e poi da altre fatte da altri soggetti, dagli stessi gestori del Cral Cogne, riguardanti appunto lo stato di questo immobile. Io non sono un tecnico, ma da questa relazione non sembra emergere un problema strutturale dell'immobile. Certamente c'è un deterioramento dovuto all'età che ha degli effetti sugli intonaci e altri elementi indubbiamente rischiosi, ma che non investono gli aspetti strutturali in senso stretto. Per cui a mio avviso andrebbe approfondita la questione del reale stato di pericolosità di questo immobile.

Veniamo alle domande dell'interpellanza. Abbiamo letto sui mezzi di informazione che, relativamente all'inserimento nel piano della Regione di alienazione e valorizzazione di questo immobile, il CCS Cogne avrebbe inviato due richieste di manifestazione di interesse all'Amministrazione regionale, alle quali non si sarebbe data risposta. Noi vorremmo sapere se questo corrisponde al vero e nel caso per quale ragione non si è data una risposta a queste manifestazioni di interesse. Chiediamo anche se esistono altre manifestazioni di interesse, magari pervenute da altri soggetti, riguardanti questo palazzo. In termini generali, a mio avviso, quando qualcuno manifesta un interesse o comunque interloquisce con l'Amministrazione regionale, qualunque richiesta o domanda faccia, quest'ultima deve dare una risposta, positiva o negativa ma la deve dare; mi auguro che questo sia stato fatto nel caso specifico.

Veniamo alla questione dello sgombero che parrebbe immediato. Tra l'altro, ieri notizie di stampa annunciavano una lettera, che sarebbe stata mandata oggi peraltro, per l'operazione di sgombero. Mi chiedevo se questo sgombero dei locali è confermato, oppure si siano studiate delle soluzioni temporanee alternative per evitare la situazione di estremo disagio che creerebbe uno sgombero in tempi rapidi, per gli utenti di questo palazzo che come dicevo sono moltissimi. Intanto in questi giorni nei quali si è creato un certo allarmismo, sono arrivate credo a tutti noi moltissime richieste di informazioni e sollecitazioni di utilizzatori di queste attività del Cral Cogne, perché coinvolgono un numero di persone estremamente numeroso. Per finire, chiediamo qual è l'intenzione generale rispetto al futuro di questo immobile di proprietà regionale.

Presidente - Per la risposta l'assessore Testolin, prego.

Testolin (UV) - Grazie al collega Bertin che ha fatto un minimo di excursus sull'importanza del palazzo Cogne e sulle vicissitudini che si sono riscontrate nel tempo. Questo ci permette di fare un minimo di chiarezza su questa situazione che è decisamente à la une in questo periodo ed è sicuramente importante fare un po' di chiarezza su alcuni punti, tra i quali quelli esplicitati nell'interpellanza.

La prima domanda: "se corrisponde al vero che non si è data risposta a due manifestazioni di interesse da parte del CCS Cogne e, nel caso, le ragioni delle mancate risposte". Come ci viene segnalato dagli uffici competenti, la prima manifestazione di interesse del 2016 è consistita nella compilazione del modulo online pubblicato a seguito dell'approvazione del piano di valorizzazioni e alienazioni. La consegna di questa modulistica aveva e ha tutt'oggi lo scopo di far comprendere se vi sia un interesse del mercato nei confronti di un certo bene immobile. Tale procedura non comporta alcun tipo di risposta, ma serve da dato statistico per gli uffici stessi.

Nel caso della pubblicazione del dicembre 2017 la volontà dell'amministrazione era quella di avviare un'indagine conoscitiva, al fine di verificare l'interesse da parte di soggetti privati ad acquisire a titolo di concessione l'immobile di proprietà della Regione autonoma Valle d'Aosta, al fine di una possibile riconversione, previa realizzazione di interventi di ristrutturazione da parte del concessionario. La pubblicazione specificava che "trattasi di mera indagine conoscitiva, al fine di valutare eventuali attività future da porre in essere da parte dell'Amministrazione regionale e l'invio della proposta non vincola in alcun modo né il soggetto proponente né l'Amministrazione regionale". Da parte del CCS Cogne era stato proposto un intervento su alcune zone circoscritte dell'immobile senza indicare il necessario e importante intervento di recupero strutturale. A servizio di tale intervento era stato proposto un popolamento dell'immobile con svariate altre attività, aumentando in modo significativo i carichi dei solai, senza peraltro avere messo in atto un complessivo recupero strutturale, che a grandi linee era anche quello che sottolineava il collega Bertin nell'indicare, come interventi a completamento di una struttura, la sua accessibilità, per sottolinearne uno. Nel caso specifico comunque gli uffici non hanno fornito una risposta formale, poiché non prevista, ma gli stessi hanno comunque notiziato il proponente del fatto che l'amministrazione stava valutando ipotesi di attività future da porre in essere. Ciò in un contesto di confronto, anche nelle more della definizione del regolamento di situazioni finanziarie pregresse e pendenti in capo al CCS Cogne.

Per il secondo quesito, "se sono pervenute ulteriori manifestazioni di interesse da parte di altri soggetti", al momento non ne sono pervenute. La terza domanda, "se si conferma la volontà di sgomberare i locali o si siano trovate delle soluzioni alternative allo sgombero", allo stato attuale ribadiamo che l'obiettivo primario rimane l'incolumità pubblica. Il fatto che il palazzo ospiti una moltitudine di persone per le più svariate iniziative, deve accrescere il nostro senso di responsabilità nei confronti dell'incolumità dei fruitori della struttura. Pertanto, si ribadisce quanto già indicato nella risposta all'interpellanza dello scorso gennaio: l'ordine di sgombero attivato sin dall'agosto del 2018 rimane allo stato attuale il mezzo di tutela attuato in attesa che la nuova perizia (in corso di formale affidamento e per la quale il professionista incaricato è già stato autorizzato a operare, da eseguirsi sull'intero immobile, poiché era stata eseguita una prima perizia che escludeva parti importanti dell'immobile stesso) possa fornire ulteriori importanti indicazioni in merito alle iniziative da porre in essere e ai loro tempi di attuazione. Peraltro, è stata predisposta dagli uffici in data di ieri una lettera per comunicare la diffida a eseguire o comunque svolgere all'interno dell'edificio delle manifestazioni con numeri importanti, che erano state paventate sugli organi di stampa.

Ultimo quesito: "quali siano gli intendimenti in merito al futuro dell'immobile". Gli uffici sono al lavoro - l'avevamo già spiegato nella risposta alla scorsa interpellanza - al fine di giungere alla stesura di un bando che miri all'individuazione di investitori che possano riqualificare l'immobile nel suo complesso. Quindi per dare nuova vita, nuova dignità a questo immobile, evidentemente non a spizzichi e bocconi, ma con un percorso più completo ed esaustivo, anche se questo evidentemente non sarà facile e sicuramente bisognerà attivarsi in questo senso. Per le diverse forme di valorizzazione ricordo infatti che l'immobile è inserito nel piano di valorizzazioni e alienazioni immobiliari, che prevede la possibilità di recupero dell'immobile e lo sfruttamento dello stesso ai fini economici. Il bando dovrà prevedere la presentazione di un business plan con l'indicazione di un computo metrico dei tempi di ammortamento dell'investimento e al contempo dovrà essere propositivo di iniziative a diretto impatto sociale o a favore diretto della regione, che possano permettere la definizione di accordi di cessione o di valorizzazione congrui e sostenibili, al fine di identificare quelle attività che potranno essere oggetto di ristrutturazione e finalizzare quelli che potranno essere gli utilizzi all'interno dell'immobile, per dare nuovo slancio e nuove prospettive a una struttura che evidentemente nel tempo ha accolto e ha dato delle risposte importanti all'intera comunità di Aosta e della Valle d'Aosta tutta.

Presidente - Per la replica la parola al collega Bertin, prego.

Bertin (RC-AC) - Devo dire di non essere particolarmente soddisfatto di questa risposta, innanzitutto perché mi pare poco chiara rispetto a quello che si vuole fare di questo immobile. Lei mi dice che non ci sono state manifestazioni di interesse se non da parte del CCS Cogne. Vale a dire che questo immobile non ha nessun interesse e il risultato di questi sondaggi riguardo all'interesse è che gli unici interessati sono stati quelli che attualmente utilizzano questo palazzo, ma non c'è un interesse generale rispetto a questo immobile. Vista la mancanza di manifestazioni di interesse da parte di altri soggetti, mi sarei comunque preoccupato di interloquire in qualche modo con l'unico che aveva manifestato un interesse. Questo credo che sia un fatto da evidenziare: se c'è soltanto uno che manifesta un interesse, anche se non devo dare una risposta, perché si trattava soltanto di una sorta di ricerca di mercato, visto che ne rimane uno, almeno a questo cerchiamo di dare una risposta. Mi pare un modo un po' curioso e poco rispettoso dell'agire di un'amministrazione.

Non vi sono altre manifestazioni di interesse: questo è un punto importante. Adesso si vuole fare un bando per rilanciare l'utilizzo o l'alienazione del palazzo del Cral Cogne. Spero che questo non voglia dire una trasformazione del palazzo, che storicamente ha avuto funzioni di servizio anche sociale alla città, in una mera speculazione edilizia, perché si farebbe un errore. Quel palazzo è storicamente vocato a quelle funzioni e, a mio avviso, quelle devono rimanere, perché quel luogo rappresenta un punto di riferimento della città. Si può farle in modo diverso, ma quella a mio avviso deve essere l'attività principale di quel palazzo; magari non l'unica, ci mancherebbe, ma certo l'indirizzo generale deve essere tale. Visto tra l'altro che non si è manifestato interesse da parte di soggetti economici per l'utilizzo di questo palazzo, non vedo perché non dovrebbe essere così. Questo credo che sia un fatto che debba essere tenuto in considerazione.

E poi, se facciamo un bando, dobbiamo anche tenere presente di avere un iter nell'utilizzo di questi beni inseriti nel piano di alienazione e valorizzazione che sia uguale per tutti i beni inseriti. Mi auguro che sia lo stesso sempre e che non si risponda o si risponda a tutti con le stesse modalità e seguendo gli stessi criteri.

A parte questo, veniamo alle questioni di attualità relativamente allo sgombero. In attesa di un'altra perizia si vuole sgomberare l'intero immobile. Oggi l'utilizzo è limitato soltanto a una parte, che poi è quella che viene gestita dal CCS Cogne e che fornisce dei servizi e delle attività sociali alla città. Mi sembra un modo un po' affrettato di procedere, quando poi al momento non vi sono dei chiari problemi strutturali per questo immobile. Dal 2016 a oggi non si è fatto niente, ma poi all'improvviso si sgombera. Mi pare un modo un po' affrettato che darà dei disagi estremamente elevati a tutti quelli che utilizzano questo palazzo, che sono, come ripeto, tantissimi. Credo che a volte si sia un po' troppo formali e si rischi di creare dei problemi seri.