Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 409 del 19 febbraio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 409/XV - Proposta di legge: "Disposizioni in materia di elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, ai sensi dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale. Modificazioni alla legge regionale 12 gennaio 1993, n. 3 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta)".

Rini (Presidente) - Alla presenza di 28 Consiglieri possiamo iniziare i lavori di questo pomeriggio.

Siamo in fase di replica. Chi intende prendere la parola? La parola al Presidente Fosson.

Fosson (GM) - Due brevissime considerazioni su questo lungo dibattito e lavoro per una nuova legge elettorale. Io penso che non esista una legge elettorale perfetta, che possa raccogliere tutte le esigenze. C'è invece una legge elettorale che può raccogliere le forti esigenze del momento e queste esigenze sono di permettere un voto senza alcuna possibilità di controllo del voto, con lo spoglio centralizzato, che già si è fatto nelle ultime elezioni e che vede ora in questa norma alcune modifiche. C'è su questo testo anche la possibilità di introdurre la modalità del voto elettronico, che è sicuramente una modalità innovativa, moderna che dovrà essere verificata nella sua applicazione, che però è sicuramente possibile. Al di sopra di questo c'è la maturità di tutta una popolazione, che sempre di più deve rendersi conto che gli eletti sono il frutto di una loro scelta che deve essere libera e matura.

Concludo ringraziando il lavoro fatto in commissione proficuo, paziente ed efficace e soprattutto ho il desiderio di lavorare insieme, con queste sinergie che si sono create, pur partendo da posizioni diverse e che ci portano adesso verso il voto condiviso, se non da tutti, da molti presenti in questo Consiglio regionale. È un po' quello che ci chiedevamo all'inizio di questa esperienza: che ci fosse su alcuni temi una collaborazione e un lavoro comune. Su questo c'è stato e ringrazio tutti quelli che vi hanno partecipato.

Presidente - Siamo in fase di repliche. Ci sono altre richieste di intervento? Chiede la parola per la replica il collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Una replica estremamente breve, credo che sia un fatto comunque positivo che una legge elettorale venga approvata a larga maggioranza, dalla quasi totalità del Consiglio. Sono delle regole del gioco ed è pertanto importante trovare la più ampia condivisione. Ovviamente questo intervento non è quello che ognuno di noi avrebbe voluto, è frutto di un compromesso, ma, come ci si diceva anche questa mattina, era importante dare un segnale in questo momento. Questo intervento, seppur limitato, comunque riguarda soltanto alcuni aspetti della normativa, rappresenta un'introduzione di elementi interessanti in grado di cambiare le modalità di selezione del personale politico regionale. Certo, rimane da affrontare un'altra questione: quella riguardante la governabilità che, come convenuto in commissione, si è deciso di affrontare in un secondo momento, vale a dire da adesso in poi. Anche questo aspetto va, a mio avviso, affrontato con lo stesso approccio con cui abbiamo affrontato questa parte, che era volutamente limitata ad alcuni aspetti.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento in fase di replica? Possiamo passare ora all'esame del testo di legge approvato dalla I Commissione e dei relativi emendamenti presentati nella mattinata odierna. La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Solamente per chiedere una breve interruzione per una riunione delle forze di maggioranza per verificare gli emendamenti.

Presidente - Certo, collega. Il Consiglio è quindi sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 15:44 alle ore 16:52.

Rini (Presidente) - Riapriamo i lavori. Iniziamo con l'analisi del testo approvato in commissione. Al capo I iniziamo con l'emendamento n. 1 della Consigliera Minelli e l'emendamento n. 1 della Consigliera Pulz, che hanno il medesimo contenuto e modificano il titolo del capo I. Qualcuno intende illustrarli? Ha chiesto la parola la collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Mi sembra corretto fare il punto della situazione dopo una sospensione che ha visto riunioni di maggioranza, riunioni di minoranza e riunioni di Capigruppo. Per quanto ci riguarda, come maggioranza, noi manteniamo fede all'impegno che ci siamo presi in commissione, che è stato quello - lo ripeto per chiarezza - di chiudere un testo minimo con alcuni punti chiari che riguardassero in particolare la segretezza del voto, attraverso l'introduzione della preferenza unica e dello spoglio centralizzato, la rappresentanza di genere e alcune modifiche per migliorare la partecipazione democratica, che riguardano, in particolare, il numero di firme necessarie per la presentazione delle liste e i soggetti certificatori.

Per quanto riguarda invece altri aspetti come la governabilità, che tutti riteniamo assolutamente indispensabile e da affrontare nel più breve lasso di tempo possibile, l'accordo di commissione è stato quello di rinviarlo a una discussione successiva. Questo testo mette semplicemente in sicurezza alcuni punti concordati dalla commissione.

Per quanto ci riguarda, come maggioranza, la nostra posizione rispetto agli emendamenti quindi sarà una posizione di astensione perché gli emendamenti esulano dagli accordi presi in maggioranza. Non entreremo nel merito degli emendamenti, pur considerandoli interessanti e anche contenenti spunti condivisibili, però questa posizione ci sembra la posizione più coerente rispetto agli accordi presi in commissione.

Presidente - Chiedo se ci sono altri colleghi, che intendono intervenire prima dell'illustrazione, in merito alla sospensione. La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Solo per precisare alcuni punti relativamente agli emendamenti e agli accordi raggiunti in commissione. Il testo che viene presentato adesso non è un testo che ha avuto l'unanimità della commissione, abbiamo capito che è un testo sul quale la maggioranza è riuscita a compattarsi, pur essendo molte le sue componenti che si sono astenute. La sorpresa e l'indisponibilità a discutere in aula degli emendamenti però non è così stata definita da un accordo preso in commissione, perché, in realtà, almeno tre forze politiche, per quello che mi posso ricordare, dai lavori fatti in commissione, avevano già annunciato in quella sede la loro intenzione di presentare degli emendamenti in aula e in commissione nessuno ha fatto obiezioni relativamente alla possibilità di discutere questi punti all'interno di questa nostra aula. È vero quindi che c'era stato un accordo su alcune parti che non dovevano essere portate avanti; è vero che un emendamento, presentato dalla maggioranza, relativo alla governabilità era stato sospeso, non inserito nel testo e rinviato a successive discussioni, ma è altrettanto vero che ripetutamente la collega Pulz aveva evidenziato il fatto che avrebbe presentato questi emendamenti in quest'aula oggi per poterli discutere. La volontà del nostro movimento quindi è quella di affrontare la discussione serenamente su tutti i possibili emendamenti che possano portare un contributo migliorativo a un testo che comunque la nostra forza politica condivide e che quindi intende appoggiare pur essendo una soluzione di compromesso all'interno di quest'aula. Le proposte di emendamento sono proposte esclusivamente migliorative di questo testo e che possono portare a una legge che dia maggiore soddisfazione anche ai nostri elettori. Se così non sarà e se la volontà della maggioranza è di astensione totale su qualunque proposta, ne prenderemo atto.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Io vorrei presentare l'emendamento n. 1...

Presidente - Concludiamo la discussione sulla sospensione, quindi sulle prese di posizione. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Direi che si può prendere atto che qualcuno si è morsicato la lingua dopo avere detto alcune cose e dopo avere preso alcuni impegni e adesso si ritorna indietro. Bisognava trovare un pretesto a cui agganciarsi per non far passare una modifica della legge regionale sul voto, che è indispensabile, il pretesto è stato trovato, per carità, non ci sono problemi. Da una posizione, che era favorevole, quindi si è passati all'astensione. Siete liberi di fare quello che volete, prendiamo atto di questo cambiamento. Preciso che in commissione sono stati semplicemente dati degli orientamenti, nessuno ha preso degli impegni sottoscritti con il sangue e, di conseguenza, il fatto di chiedere il ritiro degli emendamenti è una pratica arbitraria e impropria in questo caso.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Giusto perché assolutamente non abbiamo capito a cosa si riferisca il collega Ferrero quando parla di un pretesto per fare venire meno... non si capisce, da parte della maggioranza vi è stato l'impegno a portare avanti un testo di legge condiviso, questo testo sarà votato in Consiglio regionale, quindi francamente non si capisce a cosa lei si riferisca, collega.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Parlo a nome del gruppo della Lega, che non ha presentato nessun emendamento, ma che condivide alcuni degli emendamenti presentati. Quello che ho detto nella Conferenza dei Capigruppo lo torno a dire anche qui in aula perché rimanga agli atti la nostra posizione. Riteniamo che chiedere di non presentare degli emendamenti a una legge, soprattutto ad una legge come questa, soprattutto visto il tenore degli emendamenti, sia assolutamente sbagliato. Io credo che però a monte ci sia un discorso differente: sono passati ben 28 giorni da quando il Presidente Fosson disse che non sarebbe rimasto 20 giorni senza una maggioranza a farsi logorare. Prendendo atto di questo tempo che ormai passa... giustamente il Presidente è impegnato in conversazioni telefoniche... prendiamo anche atto che questa maggioranza l'unica cosa che può fare è semplicemente respingere quello che viene proposto, ma non ha la forza, né i numeri per portare avanti alcunché e non sappiamo quanto questa situazione ancora durerà. Riteniamo che sia assolutamente importante discutere questi emendamenti e che sia importante ribadire la libertà per ogni forza politica di poter apportare la propria modifica e la propria miglioria a una legge così importante, come ho già avuto modo di dire questa mattina e condivido anche quanto ha detto nel suo intervento il collega Ferrero, che piccoli ricatti, velate minacce siano quanto di più deleterio per il dibattito democratico.

Presidente - La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Non entro nel merito del discorso sugli emendamenti perché, come ho già avuto modo di specificare nella Conferenza dei Capigruppo, ogni forza politica giustamente presenta gli emendamenti e se ne discute, il principio era che su un argomento, quello della governabilità, in commissione si era deciso di fare una discussione più ampia. Dopodiché se la si vuole fare qui, come ha già specificato la collega Morelli, noi ci asterremo sugli emendamenti. Intervengo soprattutto per rispondere al collega Manfrin, adesso non prenderò sicuramente le difese del Presidente Fosson, perché si difende da solo, però sul fatto che qui la maggioranza non c'è, mi scusi, collega, manca la documentazione, ma non è da imputare alla Regione, aspettiamo la sostituzione della "Severino" e, in tempi passati, in 48 ore c'è stata risposta, poi se questo Governo ha deciso che la risposta ci dovrà mettere più tempo, io sinceramente non ci posso fare niente.

Presidente - La parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Collega Bianchi, ripeto quello che avevo già detto un'altra volta: prendere la parola per dire determinate cose è decisamente deleterio, ma è deleterio per voi perché, se pensate sul serio di poter andare avanti in questa maniera e per lei l'unico problema è il discorso dell'eventuale punto sulla sostituzione del Consigliere arrestato e questo per lei risolverebbe tutti i problemi, io non so più che cosa dire. Fate quello che volete, fate quello che ritenete, a un certo punto pagherete le conseguenze di tutte le vostre scelte! I cittadini sono lì ad aspettare di vedere esattamente quello che farete, e poi ad un certo punto sarà la storia a dire come stanno le cose!

Presidente - Colleghi, vi richiamo, siamo all'esame di una proposta di legge e non in una discussione politica, quindi torniamo all'articolato, colleghi. La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Per fatto personale.

Presidente - Enunci il fatto personale, chiudiamo qui, e passiamo all'esame dell'articolato, prego ha la parola.

Bianchi (UV) - L'esplicitazione del collega Manfrin era sul numero della maggioranza: ecco perché ho risposto in tal senso.

Presidente - Io non mi riferivo a lei, collega. Ho detto: in generale non trasformiamo questo momento in discussione politica.

Bianchi (UV) - Perfetto, se dopo invece bisogna fare campagna elettorale, quello è un altro discorso.

Presidente - Torniamo all'esame della proposta di legge con l'emendamento n. 1 della collega Minelli e l'emendamento n. 1 della collega Pulz, che sono due emendamenti distinti, ma che prevedono il medesimo contenuto. La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Per presentare l'emendamento n. 1, mi permetto di aggiungere pochissime considerazioni a quelle già ampiamente illustrate questa mattina, anche per replicare brevemente a certi interventi. Vorrei sottolineare che le donne non sono una categoria, ma sono più della metà del genere umano, anche del genere valdostano. Non si tratta quindi di introdurre strani stratagemmi per sostenere la loro naturale bravura, che non necessiterebbe di alcun intervento, ma si tratta di diritti. Non chiediamo elemosina per le donne, ma chiediamo un'urgente normativa secondo il dettato costituzionale per sollecitare e agevolare questo processo culturale. D'altronde siamo a credito da millenni e noi non ci stiamo ad attendere questo lento trascorrere degli anni che ci porti finalmente il cambiamento culturale auspicato con il contagocce, pur coscienti di essere qui a lavorare non per le nostre figlie, ma per le nostre nipoti addirittura, perché, purtroppo, al momento questo Consiglio sembra dimostrare di essere culturalmente arretrato rispetto alla legittima nonché doverosa partecipazione delle donne alla vita politica. È per tutti questi motivi che nell'emendamento n. 1 noi chiediamo semplicemente di sostituire, "semplicemente" per modo di dire, alle parole "preferenza unica" chiaramente "la doppia preferenza di genere".

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) -La collega Pulz ha illustrato correttamente l'emendamento, non sto a dilungarmi oltre su questa questione. Avevo considerato importante questo emendamento, che ho scritto insieme alla collega, che ho sostenuto, anche se poi sono stati presentati in due forme diverse. Io credo che la votazione di questo emendamento sarebbe stato, l'ho già detto, un atto di maturità di questo Consiglio. Prendo atto che così non sarà perché ho capito che questa è la volontà che sta emergendo. Tengo però a precisare, a differenza di quanto ha dichiarato precedentemente nel suo intervento di questa mattina la collega Pulz che, nonostante, secondo me, questa sia una grave carenza, io voterò a favore della legge, che conterrà la preferenza unica, per una questione di responsabilità, che avrei avuto in qualsiasi momento ma che sento di dovere avere maggiormente in un momento come questo per la nostra Regione, in cui mettere in sicurezza il più possibile la segretezza del voto e la possibilità per gli elettori di esprimersi in piena libertà è una priorità.

Voterò quindi a favore della legge e chiedo ancora, sia pure, credo, in modo vano, di fare una riflessione ulteriore, lo chiedo soprattutto alle colleghe, in particolare chiedo una riflessione sulla possibilità di rivedere la propria posizione riguardo alla espressione di una seconda preferenza di genere nel caso in cui esistesse la possibilità di non avere solo la preferenza unica.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Russo per dichiarazione di voto sugli emendamenti.

Russo (M5S) - Io cercherò di affrontare la questione della doppia preferenza di genere da un altro punto di vista. Quando ci approcciamo a qualsiasi tipo di politica, dobbiamo sempre tenere in mente che le società evolute sono quelle che offrono pari dignità e pari opportunità a tutti i generi in campo. Se mettiamo una barriera su genere, età, sesso, cultura, razza, abilità, stiamo rallentando il progresso della nostra società e questo noi non possiamo veramente più permettercelo. All'interno della famiglia entrambi i coniugi hanno diritti e doveri, pari diritti e doveri davanti al coniuge e davanti ai figli. Vi voglio trasmettere alcuni dati del 2017 sulla differenza di opportunità uomo-donna non proprio confortanti. Secondo l'EUROSTAT, il tasso di occupazione tra uomo e donna nella fascia 15-64 anni è molto differente: il 66,5% per l'uomo contro il 48,1% per le donne, cioè c'è uno scarto di 18,4 punti percentuali a favore dell'occupazione dell'uomo. La situazione non è migliore anche se prendiamo i risultati dell'ISTAT, sempre dello stesso anno, per quanto riguarda la retribuzione oraria: 13 euro delle donne contro i 14,8 euro degli uomini, il 12,2% in meno a parità di ruolo ricoperto. Il divario si allarga ancora di più se parliamo di posizioni lavorative che necessitano di una laurea: 16,1% delle donne contro il 23,2% degli uomini, quindi le donne hanno uno stipendio del 30,6% inferiore a quello dell'uomo.

Un'altra situazione particolarmente delicata è quella delle lavoratrici autonome, che guadagnano in media il 54% in meno rispetto ai loro colleghi uomini e non sono per nulla tutelate nel loro essere madri e nel loro desiderio di diventarlo. Le peculiarità tipiche della libera professione e dell'imprenditoria pongono invero ulteriori e diversi ostacoli alle donne rispetto a quelli che devono affrontare coloro che svolgono un lavoro dipendente; in quest'ultimo caso i problemi maggiori in ambito lavorativo sono riconducibili sostanzialmente alla discriminazione e alle molestie purtroppo sempre presenti, è un sistema normativo iniquo dal punto di vista fiscale.

È evidente l'incompatibilità di un siffatto sistema con la condizione delle donne, che, di fatto, svolgono un secondo lavoro, altrettanto impegnativo, quali mogli e madri. Non a caso in molte occasioni le donne che desiderano costruire una famiglia e non godono di una posizione economica privilegiata, che consenta loro tutto il necessario supporto, si vedono costrette a rinunciare a svolgere alcuni tipi di lavoro. Uomini e donne devono invece lavorare insieme nell'interesse dei cittadini, ma soprattutto credo che debbano avere le stesse opportunità per entrare nel mondo del lavoro e in genere per realizzarsi e questo può avvenire soltanto con politiche serie a tutela della maternità, della famiglia e di sostegno del lavoro, in modo che nessuna donna possa subire il ricatto di perdere il lavoro o di vedersi ridotto lo stipendio. Le misure concrete che la nostra Regione deve mettere in campo, anche con il sostegno economico del Fondo Sociale Europeo - per tornare sempre sui nostri temi cari -, sono: attuare campagne di sensibilizzazione e di informazione tramite scuole e agenzie educative del territorio per diffondere una cultura fondata su pari dignità e valorizzazione di genere; contrastare nella comunicazione istituzionale i linguaggi verbali e non verbali lesivi della dignità della donna; un graduale superamento del concetto della quota rosa per favorire un sistema di rappresentanza di genere; attuazione di politiche a sostegno del lavoro: per esempio, incentivi fiscali per i datori di lavoro privati durante il periodo di maternità, allattamento delle dipendenti private; promozione di un tavolo di lavoro con associazioni, comitati di libere professioniste per ricerca di soluzioni per il sostegno alla maternità delle lavoratrici con partita IVA; promozione di politiche di welfare in cui noi siamo ancora indietro, che permettano a entrambi i genitori di lavorare e di prendersi cura dei figli in tutta la giornata e sostenere, come sempre, la presenza e l'attività dei centri antiviolenza e ogni tipo di condanna alla violenza sulle donne.

Io quindi ribadisco il concetto che ho detto all'inizio: secondo noi, solo con politiche serie, reali a tutela della maternità, della famiglia e a sostegno del lavoro possiamo garantire la reale possibilità alle donne di scegliere se e come partecipare al mondo del lavoro e quindi eventualmente alla vita politica. Inserire in questo momento la doppia preferenza di genere, data la situazione culturale attuale, che è quella che noi conosciamo benissimo, non serve secondo noi, né contribuisce a creare un sistema reale di rappresentanza paritaria.

Presidente - Se non ci sono altre richieste, possiamo mettere in votazione entrambi gli emendamenti (l'emendamento n. 1 della Consigliera Minelli e l'emendamento n. 1 della Consigliera Pulz) in un'unica votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 7

Favorevoli: 3

Contrari: 4

Astenuti: 27 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Ora, passiamo agli emendamenti all'articolo 1 e poi in seguito all'articolo 1. Vi è l'emendamento n. 2 della collega Minelli e poi vi è l'emendamento n. 2 della collega Pulz, che sono anche questi di medesimo contenuto. Chi intende illustrare? La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Non ci dilunghiamo oltre, anche perché è già stato ampiamente illustrato questa mattina e poi è stato ripreso dai vari interventi, quello che noi chiediamo è che la percentuale delle quote di genere sia aumentata al 40-60, così com'era nella proposta di legge originaria del Consigliere Bertin e del Consigliere Mossa. Riteniamo infatti che il mantenere una percentuale ancora, a nostro avviso, bassa ci ponga in una posizione di retroguardia rispetto alle altre Regioni italiane. Chi è favorevole al 60-40 è favorevole anche al 50-50. Questa richiesta di innalzare dal 35, che era stato concordato nella commissione e che ricordo era già stato frutto di una mediazione, di una revisione, perché in prima battuta la percentuale del 60-40 era stata accettata da tutti, tranne quattro Consiglieri che si erano astenuti, quindi, insomma, c'era già stato un lavoro in questo senso, poi, per esigenze di mediazione, si era tornati indietro. Io credo che un segnale di maggiore coraggio possa essere dato e quindi arrivare ad avere, come altre Regioni italiane, la percentuale del 60-40 mi sembrava mettere la nostra Regione in una condizione di maggiore attenzione nei confronti della rappresentanza di genere e, per questo, manteniamo questo emendamento.

Presidente - Se non ci sono richieste di intervento, possiamo porre in votazione l'emendamento n. 2 della collega Minelli e l'emendamento n. 2 della collega Pulz in un'unica votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 3

Favorevoli: 3

Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 33

Contrari: 1

Il Consiglio approva.

Presidente - Passiamo all'esame dell'emendamento n. 1 del Movimento Cinque Stelle, che introduce l'articolo 1 bis. Ricordo, come ho già enunciato durante la Conferenza dei Capigruppo, che gli emendamenti n. 1 e n. 2 del Movimento Cinque Stelle hanno un parere tecnico contrario dell'Ufficio legislativo del Consiglio regionale. Lasciamo quindi comunque, giustamente per il corretto dibattito politico, la facoltà ai proponenti di illustrare qual era la ratio, ma non possono essere messi in votazione poiché sono articoli incostituzionali, quindi un'aula del Consiglio regionale ovviamente non è opportuno che voti un emendamento dichiarato non costituzionale.

Per l'illustrazione, la parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Mi permetta di dissentire sul parere tecnico, in realtà noi abbiamo ricevuto questa mattina delle osservazioni sugli emendamenti da noi presentati, erano stati peraltro presentati all'Ufficio legislativo con parecchi giorni di anticipo e ci sono effettivamente delle osservazioni sulla scorta delle quali sono ravvisabili delle discrepanze tra alcune sentenze della consulta e quanto da noi proposto. Queste discrepanze sono relative a sentenze relativamente datate, la più recente credo abbia 22 anni e riteniamo che però non sia quella che è semplicemente un'osservazione da parte degli uffici a decidere sul fatto che sia votabile o non votabile un emendamento all'interno di quest'aula. Se lei riterrà di non permetterci la votazione su questo emendamento, si assumerà le responsabilità del suo atto.

Per quello che ci riguarda, entriamo nel merito della questione, il nostro emendamento n. 1 è legato allo specifico rispetto di un dettato costituzionale, nella fattispecie il dettato dell'articolo 54, che prevede non il semplice rispetto delle leggi, ma, per quello che riguarda i rappresentanti pubblici dei cittadini, anche lo svolgimento degli stessi... con disciplina e onore. La perplessità che il nostro movimento nutre in generale e che è stata oggetto di tentativo di condivisione con quasi tutte le forze politiche presenti in quest'aula, ahimè, con uno scarso successo in occasione delle consultazioni dopo le elezioni, è legata al fatto che siano eleggibili all'interno di quest'aula coloro che hanno riportato delle condanne penali per reati di tipo doloso, "doloso" significa che il Tribunale ha riconosciuto nel compimento di questi atti la volontarietà nella commissione del reato. Proprio sulla scorta di questo, noi riteniamo assolutamente inopportuno e addirittura contrario all'articolo 54 della Costituzione italiana il fatto che chi è stato condannato per volontaria violazione della legge possa sedere all'interno di un'aula dove le leggi, proprio come in questo momento, vengono approvate. Le sentenze riportate dalle osservazioni... ho citato espressamente come siano datate perché, purtroppo, a livello nazionale, in questi recenti anni, ci siamo dovuti scontrare tristemente con l'abitudine di rappresentanti del Governo indagati e/o condannati per reati che hanno indebitamente approvato delle norme finalizzate a far decadere i loro specifici processi. Sulla scorta di questo, noi vorremmo che non fosse dato mandato a chi ha riportato delle condanne di tipo penale per un reato doloso, cioè chi ha volontariamente infranto la legge non avesse la possibilità di sedere in quest'aula ed è sulla scorta di questo che noi abbiamo presentato questo nostro primo emendamento, che chiede espressamente che chi ha riportato una condanna per questo tipo di reati non possa essere candidato almeno fino a quando dallo stesso reato non abbia ricevuto una sentenza di assoluzione. Questo per ribadire il fatto che la commissione di un reato volontario, dal nostro punto di vista, non deve essere superata, per quello che riguarda il titolo a operare in quest'aula, dall'avvenuta prescrizione o l'avvenuta riabilitazione, perché questi, di fatto, non cancellano la volontarietà della persona nella commissione del reato, eventualmente ratificano il suo pentimento. Noi preferiremmo che tra tutte le clausole che decidono chi debba risiedere o meno in quest'aula e legiferare per il bene dei cittadini valdostani il fatto di essere stati condannati sia una preclusione fortissima. Intendiamo quindi chiedere comunque la votazione su questo emendamento, assumendoci il rischio che, in caso di votazione negativa, lo stesso non possa essere più ripresentato per sei mesi, ribadendo il fatto che debba essere la Corte costituzionale, in caso di eventuale ricorso, a decidere se la legge con l'approvazione eventuale di questo emendamento sia incostituzionale o meno.

Presidente - La ringrazio anche per il richiamo alla responsabilità, sa che non mi sottraggo mai alle mie responsabilità e le spiego quanto è accaduto. La lettera che è arrivata oggi a voi dai nostri uffici, e precisamente dal Dirigente dell'Ufficio legislativo, è indirizzata anche a me, quindi al Presidente del Consiglio. Mi permetto di leggere tale lettera all'aula perché non entro assolutamente nel merito delle sue legittime motivazioni, il Dirigente della nostra struttura scrive: "con riferimento agli emendamenti, alle proposte di atti presentati in aula, la suddetta delibera - si richiama all'Ufficio di Presidenza - prevede che la struttura scrivente, nel caso di eventuali, palesi incongruenze, antinomie e illegittimità, le segnali ai proponenti e al Presidente del Consiglio per le opportune determinazioni".

Se vuole, leggo anche tutte le osservazioni - che sono molto puntuali, ma sono agli atti e chiedo che vengano messe a verbale della seduta - tecniche-giuridiche di non sostenibilità giuridica, di non costituzionalità di questo emendamento. Dato che noi siamo i legislatori, se c'è una segnalazione di una norma... e qui vengono utilizzate tre parole chiarissime: "incongruenze, antinomie e illegittimità ", mi pareva anche una mancanza di rispetto nei confronti di quest'aula porla comunque in votazione.

Detto questo, questa Presidenza non ha nessuna volontà di tarpare le ali della discussione democratica e se i proponenti, pur sapendo che un emendamento non ha una sostenibilità giuridica, chiedono formalmente che comunque questo possa essere messo alla votazione... non ne comprendo sinceramente - ma è un mio parere personale - le motivazioni, perché se si sa che una norma non sta in piedi dal punto di vista giuridico, addirittura cozza con la nostra Costituzione, scusate il mio limite, non comprendo perché dovremmo metterla in votazione... se però l'aula ritiene che comunque, per un passaggio probabilmente politico, vuole comunque metterla in votazione, io non ho nessuna difficoltà a mettere in votazione questi due emendamenti, ovviamente non parteciperò alla votazione per una questione di rispetto anche di quest'aula.

Chiedo scusa al collega Gerandin, ma ho dato la risposta tecnica alle richieste del collega Vesan. La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Non entrerò nel merito del contenuto dell'emendamento, ma in parte mi ha già risposto. La mia era una curiosità che derivava dal fatto che io penso sia la prima volta in cui l'Ufficio legale entra nel merito di una costituzionalità o meno di un atto. Era un po' la curiosità...

(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

... beh, palese o meno, io penso che, se c'è una Corte costituzionale, non possa essere l'Ufficio legale che si sostituisce alla Corte costituzionale per cui la costituzionalità o meno di un atto sarà oggetto di una valutazione da parte della Corte costituzionale. La mia pertanto era esclusivamente una curiosità legata al fatto che io penso che, se questo articolo dovesse essere votato e dovesse essere approvato, qualora incostituzionale, tocchi alla Corte costituzionale dichiararne l'incostituzionalità, ma non certamente all'Ufficio legale, dopodiché apprezzo quella che è stata la buona volontà di dirci in cosa si incorre, ma non penso sia nelle competenze dell'Ufficio legale negare un voto a quest'aula.

Presidente - Infatti l'Ufficio non ha assolutamente negato il voto dell'aula, semplicemente non si può, da una parte, chiedere l'ausilio degli uffici, addirittura c'è una delibera dell'Ufficio di Presidenza, la 2017 del 2008, che sarà poi mia premura far distribuire a ognuno dei Consiglieri, dove la ratio di avere un Ufficio legale in Consiglio è quella di supporto al Consigliere... io apprendo di questo leggendo questa lettera oggi qui in aula, quindi non ero a conoscenza della questione. La ratio di avere un ufficio giuridico a supporto dell'attività dei Consiglieri è proprio quella di segnalare eventuali, palesi illegittimità, cosa che hanno puntualmente hanno fatto in questo caso e ringrazio il Dirigente. Ovviamente non si può chiedere il supporto degli uffici e poi, quando ce lo danno, se eventualmente non va nella direzione da noi auspicata, dire: "come mai gli uffici lo sollevano?", gli uffici hanno semplicemente detto che queste due norme non sono coperte da legittimità, punto, dopodiché, se si vuole comunque procedere, come le ho detto prima, se è un segnale politico, io non ho difficoltà a mettere in votazione l'emendamento, consci di questo parere.

Ha chiesto la parola il collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Rispetto all'emendamento, credo anch'io che una cosa sia un parere espresso dall'Ufficio legislativo, che esprime questo tipo di parere, altro è che da questo parere si limiti la sovranità di questo Consiglio di esprimere una valutazione in generale, andremmo a introdurre un precedente piuttosto vincolante e, a mio avviso, negativo. Anch'io ho dei forti dubbi nel merito di questo provvedimento, ma che non venga votato perché c'è un parere, noi ne teniamo conto, ma è un parere, da lì a non metterlo al voto c'è un passo ulteriore che creerebbe un precedente estremamente negativo.

Presidente - Ricordo che quando - faccio un esempio - vi è l'approvazione del bilancio e gli emendamenti non hanno il parere positivo, gli emendamenti possono essere illustrati, ma non vengono posti in votazione. Analogamente, per rispetto del nostro ruolo, mi sembrava opportuno non mettere in votazione un parere che non ha una legittimità giuridica. Dopodiché, ripeto, visto che l'aula è sovrana, così com'è sovrana la Conferenza dei Capigruppo, io la stessa proposta l'ho fatta nella Conferenza dei Capigruppo e potevano discuterne anche in quella sede. Detto questo, se l'aula è sovrana, porremo comunque in votazione questi due emendamenti, consci di questo parere dei nostri uffici legali. Va bene, colleghi? Ha chiesto la parola il collega Ferrero, prego.

Ferrero (MOUV') - Cerco di non polemizzare e di andare al punto, io non sono stato messo al corrente che ci sia una sede distaccata della Corte costituzionale qui in Valle d'Aosta, se è stata insediata, me lo fate sapere. Per quanto riguarda le controversie che nascono tra i vari poteri dello Stato e le amministrazioni, c'è un organo che è deputato alla valutazione: la Corte costituzionale. Giustamente lei ci ha detto: "questo è un parere", è un parere che non è vincolante, è un parere che è stato chiesto così, in subordine, in ossequio a quanto era stato deciso precedentemente, però non attacchiamoci a questo parere per limitare la possibilità di presentare delle modifiche alla legge regionale in materia di elezioni perché questa diventa una cosa molto grave. Del parere quindi terremo tutti conto però, attenzione, dividiamo bene le competenze, non è una competenza di nessuno di dare un parere di costituzionalità se non della Corte costituzionale, quindi nessuno qui dentro, uffici, Presidenti, si può arrogare il diritto di dire: "questa cosa non è costituzionale", questo lo dirà semmai, se ci sarà un'impugnazione, la Corte costituzionale. Presidente, facciamo una discussione tranquilla, votiamo anche queste modifiche, che sono state apportate dai colleghi perché sennò tutta la questione puzzerebbe alla fine un pochino di censura. Io sono convinto che nessuno voglia censurare, però automaticamente si va in quella direzione. L'analogia tra quanto succede per i provvedimenti che comportano delle spese, che quindi hanno un giudizio da parte dell'Assessorato del bilancio, mi pare fuori luogo in questo caso, sono due cose nettamente separate, lasciamo quindi che si voti. Non penso che ci siano dei problemi, mentre invece ci sarebbero dei problemi a stabilire un principio che qualcuno, senza averne la veste ufficiale, prende delle posizioni che poi vanno a vincolare l'attività politica.

Presidente - Collega Ferrero, forse mi sono male espressa io, o non ci siano capiti, è stato detto che metterò in votazione, io la proposta di non votare l'ho fatta nella sede della Conferenza dei Capigruppo - ed è il primo chiarimento -, quindi non credo si debba parlare di censura, nessuno si è mai permesso e nessuno ha mai voluto censurare niente. La seconda precisazione doverosa è che nessun parere è stato richiesto. C'è una delibera dell'Ufficio di Presidenza datata del 2008 in base alla quale gli uffici hanno l'obbligo di fare questo controllo e di trasmettere le osservazioni. Io quindi difendo innanzitutto l'operato degli uffici, che hanno semplicemente fatto il loro lavoro, nessuno si è permesso di sostituirsi a nessun organismo, tanto meno alla Corte costituzionale. Abbiamo visto però anche nella storia recente quanto siano importanti i pareri dei nostri uffici, giustamente loro fanno il loro lavoro, che deve essere di supporto e di aiuto al nostro lavoro. Ho fatto presente questo parere dicendo che avrei dato la possibilità di illustrarlo, ma visto che era talmente evidente il parere, non lo avremmo messo in votazione se andava bene e nessuno nella sede di Conferenza dei Capigruppo ha eccepito niente e abbiamo fatto questa proposta. Immediatamente, quando ci è stato richiesto di metterlo comunque in votazione, è stato detto che non vi è nessuna difficoltà a metterlo in votazione: ho semplicemente detto che fa strano che un'aula di un Consiglio voti un emendamento con un parere di questo tipo che, ricordo, non è stato richiesto, ma è stato dato ex lege.

La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - In parte l'ha già detto il collega Ferrero, prendo atto che sarà messo in votazione l'emendamento per cui non tornerò sull'argomento. Presidente, volevo dirle che trovo assolutamente illogico il suo paragone fatto in merito al discorso di un parere di legittimità costituzionale come questo riferito a un emendamento presentato in sede di approvazione di bilancio, che è un parere legato alla copertura finanziaria, vale a dire alla effettiva copertura dal punto di vista finanziario. Sono due cose totalmente diverse e, onde evitare che si possa eventualmente fare confusione, le chiedo solo di separare le due cose, perché un parere costituzionale è una cosa, un parere di copertura finanziaria sul bilancio è tutt'altra storia, perché lì siamo legati alle coperture ai fini finanziari.

Presidente - Non voglio alimentare nuovamente la polemica, andiamo avanti sulla discussione della legge. Per dichiarazione di voto, la parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Molto brevemente, sempre a proposito di questo emendamento perché credo sia opportuno e doveroso separare i due piani. Condivido l'opinione dei colleghi, i quali rivendicano la sovranità di quest'organo perché è giusto, al di là dei pareri tecnici, che questo nostro organo possa decidere di mettere in votazione anche norme che possono rivelare una certa criticità sotto il piano costituzionale. Devo dire però che da giurista - lo dico tra virgolette, senza nessuna pretesa o presunzione - invece l'emendamento è abbastanza sospetto nel suo contenuto dal punto di vista costituzionale e capisco quindi il parere dei colleghi degli uffici legali. Io stesso, quando l'ho letto, ho fatto un po' fatica subito a mettere fuoco l'emendamento stesso, nel senso che, se la formulazione è nel senso di dire che sono ineleggibili coloro che hanno riportato condanne penali, salvo che poi abbia fatto seguito poi una sentenza di assoluzione, interpretato in un certo modo questo comma non avrebbe alcun senso, perché è evidente, che quando sei assolto, non puoi essere in alcun modo pregiudicato. Se invece è - come immagino e l'ho spiegato dalla spiegazione del collega Vesan - che fino a quando non sei assolto definitivamente, non sei eleggibile, evidentemente è chiaro che contrasta con l'articolo 27, comma secondo della Costituzione, dove si dice che un imputato è consapevole solo quando viene definitivamente considerato colpevole, quindi questo striderebbe sicuramente con il dettato costituzionale. Tutto sommato, quando si può evitare di farsi impugnare una norma per incostituzionalità, visto che succede già fin troppo spesso, forse sarebbe bene farlo.

Presidente - Grazie, collega Sammaritani, anche per la precisa puntualizzazione. La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Volevo soltanto aggiungere due riflessioni più filosofiche e meno giuridiche. Come ho già avuto modo di sottolineare in quest'aula, condivido senz'altro l'idea che i rappresentanti della comunità dovrebbero distinguersi per essere i migliori tra i cittadini e non certo i peggiori e sono anche certa del fatto che personalmente non mi candiderei se qualcuno avanzasse dubbi motivati certo sulla linearità del mio operato. Ho già detto in un'altra occasione che mi comporterei come il filosofo Francis Bacon che, dopo il carcere per accusa di peculato, si ritirò a vita privata e a questa buona idea si devono i saggi filosofici che lo hanno reso famoso. Questo discorso però lo possono capire solo gli idealisti e, purtroppo, come già dicevo questa mattina, non viviamo nel mondo ideale, ma in quello reale e, se si devono regolamentare le candidature, non si può fare riferimento a scelte di etica personale, che non sono esportabili, perché ognuno deve poter fare responsabilmente le proprie scelte. Come legge di riferimento, mi pare che il decreto legislativo n. 235 del 2012, la cosiddetta "legge Severino", sia sufficientemente restrittivo e che superarlo, come mi pare chiedono i colleghi, significhi dare una stretta giustizialista eccessiva alla politica, che paga senz'altro, ma in un discorso dal sapore troppo populista, scusatemi, per le mie posizioni e i miei gusti. La legge Severino, infatti, prevede l'incandidabilità solo per determinate condanne definitive. Con questo emendamento invece si diventerebbe incandidabili per condanne anche non definitive, poniamo, cosa che non è così irreale, per una piccola resistenza a pubblico ufficiale o per una condanna per diffamazione. La legge Severino non a caso per alcune condanne non definitive prevede la sospensione e non la decadenza. Credo che siano i partiti, i movimenti e non la legge a dover scegliere di non candidare nemmeno i condannati in primo grado, perché appunto questa è una scelta soltanto politica. Io credo che non sia questo il segnale forte che noi dobbiamo dare adesso in questo contesto complesso alla popolazione, ma piuttosto che intendiamo aprire in quest'aula una fase più trasparente e coerente con l'importante ruolo che i cittadini ci hanno affidato, quindi se votiamo, il mio voto è contrario.

Presidente - Come da richiesta, apriamo la votazione sull'emendamento n. 1 del Movimento Cinque Stelle. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 31

Votanti: 5

Favorevoli: 4

Contrari: 1

Astenuti: 26 (Aggravi, Baccega, Bertin, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Morelli, Nogara, Restano, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Passiamo ora all'emendamento n. 1 dei colleghi Bertin e Minelli e all'emendamento n. 3 della collega Pulz, che sono coincidenti e inseriscono l'articolo 1 bis. Chi intende illustrare? La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Questo è un emendamento che riguarda una parte estremamente marginale, se vogliamo, per certi aspetti rispetto all'impianto generale della legge, ma comunque importante. Ne avevamo accennato rapidamente in alcune riunioni del gruppo di lavoro informale, che era stato istituito nel mese di novembre in ragione anche del fatto che con questo emendamento, che porterebbe l'elettorato passivo dai 21 anni attuali ai 18, si va nella direzione di abbassare l'età della partecipazione al dibattito pubblico e alle elezioni, che è una tendenza generale, che sarebbe il caso di introdurre anche nella nostra Regione, tanto più che, come dico, è un emendamento che non va a smontare l'impianto generale di questo intervento, ma riguarda un aspetto importante, ma anche piccolo.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Mi permetto di dire che questo emendamento non è affatto marginale ed è volto a garantire l'abbassamento dell'età minima per avere la possibilità di candidarsi, appunto da 21 a 18 anni, in modo da aumentare il coinvolgimento dei giovani in un periodo come questo di allontanamento dalle istituzioni e dalla politica e in un momento di crisi della rappresentanza, anche per limitare, se possibile, quella gerontocrazia che ingessa la politica valdostana. A chi obietta che i diciottenni non hanno sufficiente esperienza per fare politica attiva facciamo notare, senza offendere nessuno, che nemmeno coloro che di esperienza politica ne hanno da vendere brillano, laddove servirebbe invece una vera e propria boccata d'ossigeno gigantesca a tutta la comunità valdostana.

Presidente - Non ci sono altre richieste. Possiamo mettere in votazione l'emendamento n. 1 dei Consiglieri Bertin e Minelli e l'emendamento n. 3 della Consigliera Pulz. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 6

Favorevoli: 6

Astenuti: 28 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Passiamo ora all'esame dell'emendamento n. 1 del MOUV', che introduce l'articolo 1 bis. Per l'illustrazione, la parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Non sono intervenuto prima per quello che riguarda che è stato l'itinere di questi emendamenti: non l'ho fatto perché ci sono due emendamenti, avevo tempo comunque di esternare quello che è successo in commissione perché ci tengo che quanto meno chi ci ascolta si faccia un'idea. Pur non facendo parte della I Commissione, ho partecipato alla riunione della commissione, alla presenza della Presidente Morelli, ma anche di tanti altri Consiglieri, e ho già detto in quella sede, considerato che non mi piace tendere agguati in aula, che avrei presentato due emendamenti: uno, che è questo che illustro, riferito al limite dei mandati, e l'altro che in parte potesse almeno porre il problema della governabilità. I termini sono molto semplici, dopo mesi di discussione, questo testo di legge ha veramente partorito il topolino, però questa è una mia opinione del tutto personale, io penso che in tutto questo testo ci sia un'unica novità di sostanza: quella del passaggio dalle tre preferenze alla preferenza unica.

Perché presento questo emendamento? Perché è nostra opinione che ci sia un grosso squilibrio con la preferenza unica a favore dei Consiglieri uscenti, è palese perché, diminuendo il numero con cui si verrà eletti, chi ha avuto la fortuna o la sfortuna comunque di fare una legislatura in Consiglio o anche più di una avrà sicuramente la possibilità di avere un percorso molto più facilitato. L'abbiamo chiesta perché comunque mi pare che all'interno di tutti i partiti o movimenti ci sia una regola simile, se non più restrittiva, nel senso che mi pare che nessuno abbia un limite illimitato di mandati, tutti ce l'hanno nello statuto del proprio movimento, del proprio partito e mi pareva una cosa saggia o quanto meno utile dire: "lo scriviamo in legge" in modo che non ci sia la possibilità, come succede tante volte, che qualche cambio di casacca tornasse a portare la verginità perché questo è quello che è successo negli anni dove questi limiti imposti dai vari movimenti venivano bypassati dal cambiare casacca, dal formare un nuovo partito e tutti vergini come prima.

Altro motivo è che tanti chiedono che ci sia una possibilità di rinnovamento all'interno di questo Consiglio per cui il limite dei tre mandati ci pareva una saggia decisione che avrebbe, immaginavo, trovato il consenso unanime dell'aula. Dicevo prima: tanti ce l'hanno già e anche più restrittivi, salvo poi il verificarsi di casi legati alla singola persona, dove misteriosamente questi limiti vengono prorogati o comunque non tenuti in considerazione. Onde evitare questo tourbillon e mettendo regole che fossero di carattere generale, ci pareva una cosa molto interessante. Qualcuno ha provato a dire: "può darsi che non sia costituzionale questo emendamento", io ricordo che è stato approvato anche dal Veneto e la legge non è stata impugnata per cui non mi pare che ci siano dei rischi di incostituzionalità. Ho voluto comunque discuterlo perché a noi pareva una decisione assolutamente saggia, che va nella direzione di creare un minimo di regole certe, togliendo via le regole di ogni singolo partito e soprattutto per vedere se veramente una volta tanto in quest'aula non ci si contraddice rispetto alle dichiarazioni, alle regole interne dettate e soprattutto dalle esternazioni che vengono fatte. Di fronte alla stampa siamo per il rinnovamento, siamo per mettere il limite e poi, quando è il momento di votare, magari ci si maschera dietro: "questo è il testo uscito dalla commissione, come maggioranza non possiamo votarlo". Se questo è il vostro atteggiamento, io penso che la gente sia poi libera di giudicare se veramente c'è coerenza negli atteggiamenti oltre che nelle dichiarazioni.

Presidente - La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Come Movimento Cinque Stelle, pur avendo presentato un emendamento più restrittivo sul quale però la pesante mannaia della nostra personale Corte costituzionale si è già posata, noi volevamo comunque ribadire il nostro assoluto sostegno nei confronti di questa proposta, riteniamo che qualunque formulazione che preveda un minimo di ricambio nella politica e la non fossilizzazione dei Consiglieri regionali sia una cosa positiva, a maggior ragione colgo l'occasione per sollecitare proprio su questo punto i nostri quattro colleghi dell'Union Valdôtaine perché questa formula, proposta dal collega Gerandin, altro non è che una formula già presente nel loro Statuto e, non solo presente nel loro Statuto, ma anche per quello che la mia lunga memoria mi consente di ricordare, rigorosamente rispettata. Sulla scorta di questo, che è uno dei capisaldi del movimento dell'Union Valdôtaine, quindi siamo sorpresi di fronte all'indisponibilità all'applicazione di una norma, che non solo porterebbe quello che è ritenuto un punto fondamentale del loro movimento all'interno di quest'aula, ma impedirebbe anche la triste migrazione dei Consiglieri unionisti che hanno fatto tre mandati verso altre forze politiche, cui purtroppo abbiamo dovuto assistere. Il fatto di giocare tutti ad armi pari permette a questo punto un vero ricambio dei rappresentanti all'interno dell'aula. Non solo quindi dichiaro il nostro sostegno alla proposta di Gerandin che, anche se meno restrittiva rispetto alla nostra, sarebbe comunque migliorativa rispetto all'impianto generale. Mi trovo nella condizione di esortare i colleghi Rollandin, Farcoz, Bianchi e Testolin, che in fondo rispondono a una loro base elettorale che applica questo regolamento in modo assolutamente importante e inderogabile, non conosco la posizione del collega Baccega, essendo candidato dell'Union Valdôtaine con un'altra forza e quindi non oso includerlo in questa mia sollecitazione, però confido di avere su questo emendamento almeno il consenso da parte della vostra forza politica.

Presidente - La parola al collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Anche la Lega Valle d'Aosta sosterrà questo emendamento, nel senso che è un messaggio comunque forte all'elettorato principalmente e al fatto di limitare le carriere politiche a un periodo più che considerevole di tre mandati per poter fare del meglio per la comunità valdostana, questo in commissione non è mai stato dibattuto, però direi che non è contrario ai nostri principi della preferenza unica e della segretezza del voto, quindi non vedo nulla in contrario. Il voto per questo emendamento quindi è favorevole.

Presidente - Mi chiedono una sospensione breve per una riunione di maggioranza. La sospensione è accordata.

La seduta è sospesa dalle ore 17:56 alle ore 18:17.

Rini (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Ricordo che stiamo analizzando l'emendamento n. 1 presentato dal MOUV'. Qualcuno intende prendere la parola? Ha chiesto la parola il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Visto che era già stato fatto in passato, faccio un po' da memoria storica... ci era stato chiesto più volte per quale motivo si facessero delle riunioni di maggioranza durante il Consiglio, in alcuni casi giustificate e in altri no, volevo chiedere se eventualmente la maggioranza ha riflettuto, ha chiesto questa interruzione per un motivo specifico e ci piacerebbe sapere qual è l'esito di questa riunione.

Presidente - Ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Daudry.

Daudry (UVP) - Semplicemente per esplicitare questa richiesta del collega Manfrin, credo che stiamo dibattendo un atto normativo importante oggi, una legge, per di più la legge elettorale: quella che abbiamo avuto modo da più parti questa mattina dire che ci deve vedere tutti insieme a lavorare, a cercare delle mediazioni. Abbiamo assistito al dibattito sugli emendamenti, abbiamo ascoltato attentamente tutte le posizioni, anche sui singoli emendamenti, quelli che non sono stati accolti, ci siamo resi conto in particolare che su questo emendamento del gruppo MOUV' vi poteva essere una convergenza diversa del Consiglio rispetto agli altri oggetti che abbiamo trattato fino adesso. In maniera molto aperta, pacata, tranquilla e trasparente pertanto abbiamo deciso di fare una sospensione di maggioranza per confrontarci su quest'oggetto, semplicemente questo e adesso sarà oggetto del dibattito, visto che continua il dibattito in aula sui singoli emendamenti.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Semplicemente per ribadire, dopo l'illustrazione, che questo emendamento aveva un unico scopo: quello di provare a mettere alcune regole che non fossero oggetto di libera interpretazione da parte di partiti, di movimenti. Non è un emendamento che vada a stravolgere la vita politica dei singoli movimenti perché io prima non ho parlato di movimenti e partiti, ma per la stragrande maggioranza il limite dei tre mandati c'è già, qualcuno addirittura due, pertanto non vuol penalizzare nessuno. L'ho detto molto chiaramente: l'obiettivo è solo quello di introdurre una regola, che non fosse una regola a libera interpretazione del singolo partito, del singolo movimento, modificabile ad personam, all'occorrenza. L'abbiamo già visto in tanti partiti e movimenti che, quando era l'ora di far scattare la tagliola, improvvisamente si allungava il brodo. Allora invito chi ce l'ha nello statuto, e mi rivolgo all'Union Valdôtaine, che ne ha fatto con estrema onestà e correttezza negli anni una bandiera perché l'ha sempre rispettato, quando non era scritto, ma l'ha rispettato, davvero mi viene difficile capire come non possa accettare una regola del genere! Non sarei intervenuto se avevate comunque deciso come maggioranza di appoggiarlo perché non mi interessa fare politica e dare delle patenti, mi interessa introdurre una regola che non sia a libera interpretazione, una regola che si modifica ad personam e soprattutto che favorisca, l'ho detto prima, il cambio di casacca. Immagino che tutti abbiamo i nostri direttivi, abbiamo i nostri consigli, abbiamo i nostri comités, sarà interessante capire come si spiega che una regola che è all'interno di un movimento non viene approvata in aula. Sarà davvero interessante perché significa che forse non si è così convinti che la regola sia quella da rispettare e soprattutto che si voglia di volta in volta modificare le regole della partita. Penso che la Valle d'Aosta abbia bisogno in questo momento di avere regole certe, vale per tutti, per cui io non posso che ribadire per l'ennesima volta: votate secondo le regole che avete, non secondo la vostra idea personale. In quest'aula tante volte si è detto: "devo confrontarmi con la base", la richiesta è di dire: "applichiamo quello che la base ha consolidato negli statuti, nei regolamenti", questo è il messaggio che voglio dare e torno a dire che non voglio dare patenti a nessuno, però una volta tanto che quest'aula dimostri la coerenza con le regole che partiti e movimenti hanno.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Viérin.

Viérin (UVP) - Solo per entrare nel merito dell'argomento e per annunciare che voteremo in modo favorevole a questo emendamento. La sospensione andava anche nell'ottica di condividere, al di là di una serie di emendamenti, visto che ci sono certe tematiche che accomunano maggiormente rispetto a sensibilità diverse nelle forze politiche. Altri colleghi lo diranno, accogliamo favorevolmente questa idea di codificare in legge, anche perché in passato ne avevamo spesso dibattuto, ma la questione della costituzionalità era messa in dubbio. Sicuramente la questione della Regione Veneto, che ha inserito in una legge che non è stata impugnata oggi rafforza una competenza della nostra Regione, di questo Consiglio, nell'inserire un qualcosa che è nell'indole di tante forze politiche nel limitare i mandati e nel limitare la permanenza all'interno di quest'aula. Lo diciamo riferito a noi stessi e perché pensiamo - e avremo nel prosieguo della discussione di dirlo - che il ricambio sia qualcosa di molto importante e che oggi più che mai questo Consiglio abbia la necessità di dare dei messaggi di rinnovamento. Noi quindi saremo i primi a farlo, ma crediamo che scriverlo in legge sia un passo in avanti, sia un passo ulteriore, quindi accogliamo favorevolmente questa indicazione, che ha la novità di poter essere inserita rispetto ad altre questioni che sono state dibattute in questa giornata e che quindi vedranno il nostro accoglimento in modo favorevole.

Presidente - La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Mi pare evidente che nel merito siamo d'accordo sul contenuto di questo emendamento, anzi il nostro Statuto è anche più restrittivo, nel senso che per noi sono tre mandati e basta, non si fa una sospensione e poi si può riprendere. Se mi permettete però vorrei sollevare soltanto una questione di forma: un emendamento di questo tipo - lo dico con garbo e in modo costruttivo al collega Gerandin - presentato in commissione nei tempi dovuti sarebbe stato sicuramente integrato al testo e quindi credo che non ci sia niente di più da aggiungere, da parte nostra sarà un voto a favore.

Presidente - La parola al collega Bianchi.

Bianchi (UV) - Più volte da più parti, dal collega Vesan e dal collega Gerandin è stato tirato in ballo il gruppo dell'Union Valdôtaine. Ringrazio intanto i colleghi che sono intervenuti, evidenziando che nel movimento dell'Union Valdôtaine questa è una regola che abbiamo da diverso tempo ed è sempre stata rispettata. Non avevamo quindi nessun problema a votare l'emendamento perché è già una regola che abbiamo, il principio era un altro. In ogni caso voteremo convintamente, ma è una regola che abbiamo già e la votiamo e mi fa estremamente piacere che movimenti come i Cinque Stelle comunque abbiano preso come regola una regola che all'interno del nostro movimento c'è da tempo. L'esempio che il collega Gerandin ha fatto sui cambi di casacca mi sembra che arrivi... è una regola che c'è, teniamola lì, la mettiamo in legge, ma le possibilità ci sono lo stesso, quindi diciamo: va bene così, l'esempio che ha fatto il collega, secondo me, poteva essere un ottimo esempio, ma molto probabilmente non l'avrebbe dovuto fare lei!

Presidente - La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Solo per una precisazione: le regole del Movimento Cinque Stelle prevedono due mandati e poi si va a casa, quello che dicono i media non è affare nostro, noi abbiamo delle regole ben stabili, dopodiché meglio che niente, voteremo questo emendamento del collega Gerandin.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (GM) - Intervengo anch'io a nome del Gruppo Misto, Rini, Fosson e Restano, siamo assolutamente d'accordo con questa proposta, pur non condividendo il metodo che è stato utilizzato per addivenire alla votazione della proposta stessa, si poteva fare il tutto nelle dovute sedi prima. Nel merito condividiamo appieno, quindi voteremo favorevolmente.

Presidente - La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Come espresso poc'anzi, non abbiamo condiviso la modalità di approccio alla discussione di una tematica così importante, tuttavia nel merito condividiamo la proposta ed esprimeremo voto favorevole.

Presidente - Possiamo porre in votazione l'emendamento n. 1 del MOUV'. Con questa votazione ricordo che decade anche l'emendamento n. 2 del Movimento Cinque Stelle perché è alternativo. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Il Consiglio ha appena votato una norma che disciplina il merito, quindi decade l'emendamento n. 2 del Movimento Cinque Stelle. Collega Vesan per...?

(intervento del Consigliere Vesan, fuori microfono)

... abbia pazienza, applichiamo il Regolamento, l'aula all'unanimità ha appena votato e ha appena disciplinato il limite dei mandati, avendo appena disciplinato il limite dei mandati, non si può ovviamente porre in discussione, in votazione un emendamento che va a disciplinare in maniera diversa, tant'è che la dichiarazione di voto del suo collega è andata proprio in questa direzione, noi volevamo qualcosa di più restrittivo, ma, visto che c'è questo, abbiamo votato questo. Non si torna quindi sulla votazione.

(nuovo intervento del Consigliere Vesan, fuori microfono)

... abbiamo appena approvato... si è appena espressa l'aula da un punto di vista tecnico e non politico, collega Vesan. Andiamo avanti. Articolo 2. Abbiamo l'emendamento n. 2 dei Consiglieri Bertin e Minelli, che è uguale all'emendamento n. 4 della collega Pulz. Chi intende illustrarlo? Lo diamo per illustrato? Possiamo porlo in votazione? Apriamo la votazione sull'emendamento n. 2 dei Consiglieri Bertin e Minelli e sull'emendamento n. 4 della Consigliera Pulz. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 7

Favorevoli: 7

Astenuti: 27 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Mettiamo ora in votazione l'articolo 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Posso dare lo stesso risultato per l'articolo 3? Stesso risultato. Articolo 4. Stesso risultato.

Dopo l'articolo 4 abbiamo l'emendamento n. 3 dei colleghi Bertin e Minelli, che è uguale all'emendamento n. 5 della collega Pulz, si inserisce l'articolo 4 bis. Chi intende illustrare? La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - In realtà, sia questo che quello successivo sono semplicemente un adattamento riguardo a quelli precedenti, che erano sulla preferenza e sulla rappresentanza di genere, quindi credo che sia superfluo fare l'illustrazione perché si tratta semplicemente di parti tecniche, che sono legate a quelli precedenti, almeno per quello che riguarda quelli che presento a nome mio.

Presidente - Possiamo mettere quindi in votazione l'emendamento n. 3 dei colleghi Bertin e Minelli e l'emendamento n. 5 della collega Pulz. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 7

Favorevoli: 7

Astenuti: 27 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Mettiamo ora in votazione l'articolo 5. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Passiamo ora all'esame dell'articolo 6, innanzitutto con l'emendamento n. 3 della Consigliera Minelli e l'emendamento n. 6 della Consigliera Pulz, sono la stessa cosa, sempre una questione tecnica. Apriamo la votazione su entrambi gli emendamenti. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 8

Favorevoli: 3

Contrari: 5

Astenuti: 25 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 6. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 7 vi è l'emendamento n. 7 della collega Pulz e poi l'emendamento n. 4 della collega Minelli, però sono diversi. Possiamo metterli in votazione insieme? La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Il mio emendamento era quello che riguardava la doppia di genere, quindi è collegato ancora all'altro, non ho letto con precisione quello della collega Pulz, non so se è diverso, per quanto mi riguarda, la situazione è esattamente quella degli articoli precedenti.

Presidente - Dobbiamo procedere a due votazioni separate. Emendamento n. 7 della collega Pulz. È aperta la votazione. È chiusa la votazione.

Presenti: 34

Votanti: 1

Favorevoli: 1

Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Bertin, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Metto in votazione l'emendamento n. 4 della collega Minelli. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 3

Favorevoli: 3

Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 7. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 8 vi è prima l'emendamento n. 5 della collega Minelli, che mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 3

Favorevoli: 3

Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Emendamento n. 8 della collega Pulz. Collega vuole illustrarlo? Lo metto in votazione? È sempre una questione tecnica. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 2

Favorevoli: 2

Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 8. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 9 abbiamo l'emendamento n. 6 della collega Minelli, che è uguale all'emendamento n. 9 della collega Pulz. La votazione è aperta su entrambi gli emendamenti. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 3

Favorevoli: 3

Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 9. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 10 troviamo innanzitutto l'emendamento n. 7 della collega Minelli, che è uguale all'emendamento n. 10 della collega Pulz. Metto in votazione entrambi gli emendamenti. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 3

Favorevoli: 3

Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 10, con cui si votano anche la tabella B e la tabella B bis. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Siamo ora all'esame dell'emendamento n. 2 del MOUV' che introduce il capo I bis. La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - A volte si dice che non bisogna sfidare più volte la sorte o la fortuna, per cui mi faccio poche illusioni su questo emendamento. Detto questo, mi pare corretto illustrarlo proprio perché chi mi ha preceduto ha detto che questa riforma presentata, questo testo di legge concordato in commissione aveva un obiettivo definito prima minimo, è chiaro che questo testo di legge, così come presentato e così come probabilmente verrà approvato, non scioglie nulla in merito governabilità. Io penso che sia corretto dire ai cittadini che, qualora non ci fossero le condizioni politiche, i numeri per cambiare questo testo di legge così com'era uno degli obiettivi prefissati all'interno della I Commissione, con ogni probabilità le prossime elezioni saranno delle elezioni in cui la governabilità e lo scenario politico sarà pari, pari a questo, nel senso che se nessuna coalizione o lista otterrà il 42% e avrà il premio di maggioranza, probabilmente avremo di nuovo... anzi certamente avremo di nuovo trattative, avremo di nuovo delle maggioranze ballerine, magari a 18, forse 19, non si sa bene come.

Io mi sono posto un problema dicendo che è vero, che questa proposta è una proposta minimale, ma perché non provare a inserire all'interno del testo di legge almeno un qualcosa che possa in previsione provare a garantire una governabilità. Faccio qualche premessa. Qualcuno mi dirà che con ogni probabilità sarà impugnato dalla Corte costituzionale perché c'è già stato un pronunciamento sul discorso del ballottaggio, dove la Corte costituzionale comunque prevedeva che ci fosse una soglia minima di consensi per andare al ballottaggio. Nel dubbio non si è voluta riscrivere una norma che introdusse una soglia, anche perché sarà difficile capire qual è il vero orientamento della Corte costituzionale. L'idea che ho espresso - e ringrazio gli uffici che ci hanno lavorato davvero tanto, ringrazio il Dipartimento Enti locali e l'ufficio del Consiglio - è la reintroduzione della legge precedente: quella del 1993, che già di per sé era una legge che introduceva il discorso del ballottaggio, con qualche correzione. Quella legge diceva che, qualora non si raggiungesse più del 50% o non ci fossero 18 eletti al primo turno, si andava al ballottaggio, questa è stata adeguata alle norme attuali, alle regole attuali relative al discorso del raggiungimento o meno del 42%. Semplifico il quadro, la volontà è questa: se ci sarà una forza politica o una coalizione che raggiungerà il 42%, si applicherà la legge e ci sarà il premio di maggioranza a 21, qualora non sussisterà questo, le due coalizioni o forze politiche che avranno il maggior consenso si confronteranno in un ballottaggio e chi vincerà comunque avrà il premio di maggioranza a 21. Torno a dire che non ho nessuna certezza che questa legge non venga impugnata.

Detto questo, non ho neanche alcuna preoccupazione perché, se questa legge venisse impugnata, l'unico rischio che ci troveremmo di fronte è quello di dire che la Corte costituzionale non ha ritenuto abbastanza tutelante e non prevista in legge una soglia minima con cui andare al ballottaggio, però il rischio che si potrebbe correre è l'impugnativa dell'articolo e non della legge, per cui non si corre alcun tipo di pericolo. In questo momento di debolezza politica generale, per cui non si sa effettivamente i numeri per eventualmente continuare ad andare avanti o eventualmente cessare questo tipo di legislatura, a noi pareva opportuno proporre questo tipo di soluzione, che può essere una soluzione temporanea perché, se ci saranno i numeri, nessuno negherà a quest'aula di fare una correzione che sia una correzione largamente condivisa e una correzione che vada nel senso che la maggioranza delle forze politiche ritenga essere un percorso corretto. Era per dare la possibilità di non avere uno scenario molto simile alla legislatura passata e a quella attuale.

Presidente - La parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Visto che anch'io amo le sfide ardue, prendo la parola a sostegno di questo emendamento che, come gruppo Lega, sosterremo. In quest'aula, e non solo, si è parlato tanto di governabilità e di stabilità, io credo che questo emendamento possa consentire di trovare una via verso la governabilità e la stabilità. Ovviamente poi bisognerà comprendere quelli che potranno essere i pronunciamenti di una Corte, ma comunque può essere il primo passo verso una soluzione che quest'aula si può sicuramente dare. È ovvio che fare un filotto oggi sarebbe molto positivo, ma credo che se l'intenzione anche di quanto fatto, del lavoro fatto dalla commissione sia porre le basi per una legge o comunque un testo di legge che avrebbe poi portato elementi seri e solidi di governabilità, bene, questo emendamento, cari colleghi, può essere l'occasione per porre nuovamente un elemento di forte stabilità a un futuro prossimo governo.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Due aspetti: uno, se vogliamo di metodo, nel senso che la commissione aveva deciso in modo esplicito di dividere la questione della legge elettorale in due step: il primo, che affrontava la questione delle preferenze, lo spoglio centralizzato, più in generale le modalità di voto e un secondo step nel quale si sarebbe affrontata, spero si faccia a breve, la questione riguardante la governabilità. È vero quello che ha detto il Consigliere Gerandin, nel senso che questo intervento oggi non va ad affrontare quella questione ma è proprio alla base del ragionamento, che abbiamo fatto prima con la Commissione presieduta da Luboz e in seguito con la Commissione presieduta da Morelli. Poi personalmente, tra l'altro, ho da diverso tempo una proposta di legge che andrebbe ad affrontare la questione, attenendomi a questo "accordo" che avevamo preso, non l'ho depositata per non ampliare una discussione che già pareva piuttosto difficile da portare a termine, come abbiamo visto. Nel merito poi della proposta sull'aspetto dell'incostituzionalità, se fino a qualche tempo fa la Corte costituzionale non interveniva, fino a sette-otto anni fa non era mai intervenuta sulla questione elettorale, è intervenuta ben tre volte negli ultimi anni e, tra l'altro, l'ultima volta con la sentenza sul cosiddetto "Italicum", ha disegnato e individuato anche le condizioni per poter prevedere un ballottaggio e questo è palesemente diverso da quanto era previsto nella nostra vecchia legge, che era a rischio di incostituzionalità sopravvenuta, ma un rischio piuttosto remoto e sarebbe a rischio di incostituzionalità questo emendamento che introduce ex novo quell'elemento. Personalmente credo che sarebbe meglio affrontare la questione della governabilità con strumenti diversi, sarebbe l'elezione diretta della Giunta, ma con strumenti più solidi che possano garantire in modo maggiore una vera stabilità. Nel merito mi trovo distante da questa proposta e, in ragione anche di quanto detto in precedenza, mi asterrò.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Volevo precisare che voterò contro e mi trovo molto d'accordo con quanto ha detto il collega Bertin. Voterò contro per una questione sia di metodo, sia di merito. Per quanto riguarda il metodo, è vero che era stato annunciato nella I Commissione che ci sarebbe stato questo emendamento sul ballottaggio, ma il ballottaggio è una rivoluzione, non è un dettaglio marginale, quindi avremmo dovuto avere il tempo di confrontarci prima su un cambiamento così forte e soprattutto in questo clima da Consiglio delegittimato a me sembra un po' incauto fare una proposta così potente.

Entrando nel merito della questione, il problema sarebbe che arriverebbe a 21 seggi una forza che alla fine ha preso qualche voto in più, credo che si debba contare in questo caso, come diceva il collega Bertin, un po' sull'amnesia dei valdostani perché la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il ballottaggio dell'Italicum, per evitare proprio questa questione della sovra rappresentanza di un gruppo. Se è questa la soluzione per la governabilità, sento che sarò contraria a tutte le proposte di questo genere. Mi scuso con i colleghi, però mi piace essere molto trasparente. In definitiva, trovo questa proposta troppo ambigua.

Presidente - Ci sono altre richieste? Possiamo mettere in votazione l'emendamento n. 2 del MOUV'. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 15

Favorevoli: 14

Contrari: 1

Astenuti: 19 (Baccega, Bertin, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Minelli, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Passiamo ora alla votazione dell'articolo 11. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 12 vi è l'emendamento n. 11 della collega Pulz. Lo vuole illustrare? Prego, collega Pulz, ha la parola.

Pulz (ADU VDA) - A noi sembrava questo l'unico vero scopo di una nuova legge elettorale, quello dello spoglio centralizzato, da mettere assolutamente in sicurezza con la massima urgenza. L'abbiamo utilizzato come sperimentazione per le elezioni del 20 maggio 2018, appunto per il rinnovo del Consiglio regionale e adesso deve diventare assolutamente una modalità di scrutinio permanente, soprattutto se ci saranno elezioni anticipate, che sembrano verosimili. In seguito all'elezione del maggio, tutte le forze qui presenti avevano ampiamente convenuto sul fatto che, seppure tra imperfezioni da affrontare e da migliorare, lo spoglio centralizzato è stato un decisivo passo avanti in una comunità dai numeri esigui che da molti anni è purtroppo vittima di strategie di controllo del voto, legate al sistema politico patologico valdostano, da contrastare definitivamente e con forza ora che anche la 'ndrangheta ha trovato in Valle d'Aosta un humus fertile, un humus che però era preesistente. Noi vorremmo richiamare l'attenzione su questo punto perché tutta la comunità valdostana dovrebbe riflettere con più coraggio, a cominciare ovviamente da noi politici, sul fatto che queste infiltrazioni mafiose delegittimano non i singoli, ma in qualche modo il Consiglio tutto che si è formato grazie a voti di provenienza dubbia. Noi, per quanto riguarda lo spoglio centralizzato, proponiamo il numero precedente di poli, cioè quei quattro poli che a maggio hanno funzionato benissimo, e ci sembra che la proposta degli otto poli sia troppo vasta. Perché non riprendere questo sistema che ha garantito la segretezza del voto al punto tale da non richiedere altre misure che, come abbiamo più volte detto in commissione, risulterebbero ridondanti, quindi superflue e persino controproducenti? Ci stiamo riferendo alla preferenza unica che alla fine limiterebbe il diritto di scelta e quindi il diritto alla rappresentatività di ciascun cittadino.

Lo spoglio centralizzato e la preferenza unica perseguono lo stesso scopo: appunto quello di impedire il controllo del voto, ma in più noi vediamo uno svantaggio nella preferenza unica, che è quello sostanzialmente di dare spazio ai soliti noti della politica in modo che vengano riconfermati, cioè a chi sa di poter contare su un pacco certo di voti e quindi, in fondo, si cementa così il clientelismo elettorale. Noi pensiamo che una legge elettorale sia buona se rispetta i criteri del voto libero, uguale e segreto, ma qui si sta puntando tutto sulla possibilità di evitare il controllo del voto, che è reale, ho già raccontato di averlo sperimentato di persona purtroppo, come vittima, ma forse adesso stiamo diventando un po' ossessionati, basta per evitare il controllo del voto lo spoglio centralizzato, meglio se con quattro poli. Noi abbiamo anche la preoccupazione di non ledere la libertà di scelta del singolo cittadino.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Come già coerentemente avevamo espresso durante il dibattito di questa legge in commissione, riteniamo che questo emendamento sia assolutamente condivisibile e da sostenere e il motivo, in aggiunta a quanto già spiegato dalla collega Pulz, è che, quando si era deciso di introdurre questo spoglio centralizzato, l'idea di fondo alla base era quella di ridurre appunto le zone in cui veniva effettuato lo spoglio per evitare che il voto fosse riconoscibile. È evidente che quindi l'idea di andare a ridurre i seggi in cui si faceva uno spoglio riduceva anche la possibilità che questo voto fosse riconoscibile. È evidente che, andando in senso contrario rispetto a quanto si era fatto ai tempi, e che ha funzionato peraltro molto bene alle ultime elezioni regionali, quindi i quattro poli centralizzati, risulta alquanto strano. Mi preme peraltro anche di far notare che, mentre una realtà fortemente antropizzata come quella del Comune di Aosta rimane inalterata, quindi il Comune di Aosta continua a essere un seggio unico per lo spoglio, invece altre zone, che registrano inferiore presenza antropica, e quindi un inferiore numero di votanti, vengono suddivise ulteriormente rendendo molto più ridotti i numeri da scrutinare ed eventualmente molto più semplice anche l'eventuale controllo. Per questo motivo, a nome del gruppo Lega, voteremo questo emendamento.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Da una parte mi fa piacere che il voto centralizzato sui quattro poli che all'epoca aveva avuto molto critiche, anche messe in discussione rispetto alla reale segretezza e non riconducibilità del voto, oggi venga visto come un elemento ormai riconosciuto da tutti. Personalmente avrei mantenuto i quattro poli, che avevano funzionato, ma in commissione si è trovato un accordo, che andava nella direzione di dare una maggiore leggibilità al territorio, introducendo però la preferenza unica. Il combinato della preferenza unica e dello spoglio centralizzato di fatto rendono impossibile ogni controllo del voto e la segretezza è assolutamente garantita. Avrei preferito una scelta sui quattro poli, che già era stata sperimentata, ma ritengo che l'accordo trovato in commissione sia comunque accettabile e, come sempre, i compromessi a volte sono anche positivi e possono essere una soluzione che ha una sua logica.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Solo per annunciare anche noi il voto favorevole in quanto riteniamo che il testo di commissione, con questa proposta, sia addirittura migliorabile e sia comunque in linea con la prima proposta da lei presentata, Presidente, che prevedeva il ripristino dei quattro poli. Ciò detto, non riteniamo che questo vada a stravolgere gli accordi all'interno del testo che è stato portato in aula, per cui noi lo voteremo e, se sarà votato, ne saremo assolutamente soddisfatti, altrimenti voteremo il testo di legge con gli otto poli.

Presidente - Posso mettere in votazione l'emendamento n. 11 della collega Pulz. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 11

Favorevoli: 11

Astenuti: 22 (Baccega, Bertin, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Fosson, Marquis, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 12. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 33

Favorevoli: 32

Contrari: 1

Il Consiglio approva.

Presidente - Metto in votazione l'articolo 13 con l'emendamento n. 1 della I Commissione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 33

Favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Articolo 14. Posso dare lo stesso risultato? Stesso risultato. Articolo 15. Stesso risultato. All'articolo 16 vi è l'emendamento n. 2 della commissione. Posso dare lo stesso risultato per l'articolo emendato? Stesso risultato. All'articolo 17 vi sono gli emendamenti n. 3, n. 4 e n. 5 della I Commissione. Posso dare lo stesso risultato per l'articolo emendato? Stesso risultato. Articolo 18. Stesso risultato. Articolo 19. Stesso risultato. Articolo 20. Stesso risultato.

Metto in votazione l'articolo 21. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Articolo 22. Stesso risultato. Articolo 23. Stesso risultato. Articolo 24. Stesso risultato. Articolo 25. Stesso risultato. All'articolo 26 c'è l'emendamento n. 8 della collega Minelli e l'emendamento n. 12 della collega Pulz, che dicono la stessa cosa. Metto in votazione gli emendamenti. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 3

Favorevoli: 3

Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Russo, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Vesan, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Metto in votazione l'articolo 26. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Articolo 27. Stesso risultato. Articolo 28. Stesso risultato. Articolo 29. Stesso risultato. Articolo 30. Stesso risultato. Articolo 31. Stesso risultato. Articolo 32. Stesso risultato. Articolo 33. Stesso risultato. Articolo 34. Stesso risultato. Articolo 35. Stesso risultato. Articolo 36. Stesso risultato. Articolo 37. Stesso risultato. Articolo 38. Stesso risultato. Le tabelle sono già state votate. Ci sono delle dichiarazioni di voto? Per dichiarazione di voto, la parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Una rapida dichiarazione di voto, comunque anche la discussione di oggi piuttosto difficile e lunga evidenzia il fatto che non è stato così semplice raggiungere questo risultato, che comunque è un risultato, da un certo punto di vista, storico poiché la questione delle preferenze multiple in Valle d'Aosta è stata oggetto di un lungo dibattito, ma che mai negli anni era riuscito a raggiungere un obiettivo concreto. Un fatto rilevante poiché su questo aspetto delle preferenze multiple negli anni si è creato un sistema clientelare e che in ogni caso permette una più facile penetrabilità delle organizzazioni mafiose, visto che in questi giorni è à la une questo aspetto legato al voto di scambio, eccetera, è un passo avanti significativo. Personalmente, come dicevo, sono piuttosto soddisfatto anche sul piano personale perché è anche un impegno che negli anni mi ero preso e alla fine vedere un risultato concreto fa comunque piacere. Si introduce un elemento di rottura con il passato piuttosto significativo, che non va neanche banalizzato più di tanto. È un fatto importante che in questa fase, anche particolare, può rappresentare un segnale che non va sottovalutato.

Presidente - Ci sono altre dichiarazioni di voto? La parola al collega Assessore Viérin.

Viérin (UVP) - Solo due battute in dichiarazione di voto per ricordare alcuni passaggi, prendere atto con soddisfazione che, come ogni volta che viene messa in campo una legge elettorale, questa è frutto di sintesi e di sensibilità tra tutte le forze politiche, chiaramente ci sono sensibilità anche all'interno di talune forze che devono trovare una sintesi per cercare di mettere in campo la migliore legge che dovrà accompagnare per le prossime elezioni. Va ricordato che questo lavoro è stato iniziato - io facevo parte della I Commissione con altri colleghi la scorsa estate - a inizio legislatura, il Presidente Luboz aveva condotto questa idea di sintesi e già ci eravamo espressi, e quindi, anche rispetto ad alcuni interventi che hanno legato il fatto di arrivare ad alcune regole, come la preferenza unica, ai fatti che sono successi, bisogna dire che le forze politiche si erano espresse sin subito dopo l'inizio della legislatura. Avevamo trovato una sintesi tra le varie forze cercando di andare sulla conferma dello spoglio di comunità, sulla preferenza unica e chiaramente anche su un dibattito della governabilità, perché non possiamo pensare che la governabilità non possa essere al centro dell'attenzione, sapendo che oggi una norma esiste, esiste con una percentuale di voti che porta a 21 Consiglieri e che era anche un incentivo per poter creare dei progetti o delle coalizioni che andassero a governare indipendentemente poi da chi raggiungesse questo quorum.

Per quanto ci riguarda, esprimiamo quindi soddisfazione per avere contribuito ad arrivare a regole nuove, riconfermate in parte, ma nuove per quanto riguarda alcune composizioni e soprattutto, rispetto all'ultima disposizione che abbiamo accolto del limite dei mandati, che peraltro si applica a noi stessi e quindi è ancora più forte nel fatto di chiedere un cambiamento, un rinnovamento che noi riconosciamo essere necessario in questo Consiglio Valle, che siamo stati ben contenti di poter non solo accogliere, ma sostenere, perché pensiamo che sia effettivamente un qualcosa che debba essere codificato anche all'interno delle leggi, al di là delle disposizioni dei movimenti. Dicevo della governabilità perché diversi colleghi si sono espressi, crediamo che, al di là di alcuni emendamenti, l'auspicio era e sarebbe stato quello di arrivare già magari con un leggero correttivo o dei correttivi ma le sensibilità sulla governabilità erano così distanti da rimandare il dibattito sugli stessi tavoli ma in altri momenti. Ci teniamo anche a dire che, rispetto a questa legislatura, che noi avremo auspicato diversa rispetto a quella che si era conclusa, con dei numeri 18 a 17, che non danno la possibilità di governare, oggi in una legislatura, che era iniziata di nuovo con questi numeri e che poi ha avuto in parte l'esito di non riuscire ad andare avanti ma che nel proseguimento aveva degli obiettivi ben precisi che erano quelli di andare a dare una governabilità parziale e transitoria almeno per arrivare a fare alcune cose... una era la legge di bilancio, che è stata approvata, sicuramente sarà quella di riuscire a portare una variazione, che vada a incamerare le risorse, che sono state compensate e tra le prime priorità c'era anche quella della legge elettorale. Noi riteniamo che, ottenuto questo risultato, che magari non si sperava così condiviso e quindi è rafforzativo negli obiettivi che avevamo, le forze politiche debbano effettivamente e seriamente confrontarsi - l'ha ricordato la collega Pulz poc'anzi - sul prosieguo di questa legislatura e sulla necessità - questo è chiaramente un dibattito che va portato all'interno delle forze politiche, nei tempi e nei modi che saranno decisi anche tecnicamente a seguito di queste modifiche di oggi - di ridare la parola agli elettori. Crediamo che sia un momento di chiarezza, alcune forze si sono già espresse in tal senso in quest'aula e non solo, sarà un dibattito delle prossime settimane, ma in questo senso noi crediamo che si debba procedere, indipendentemente poi da altre considerazioni, ma riuscire a dare una prospettiva e soprattutto cercando di uscire da questa impasse, dando un futuro diverso a questa comunità.

Presidente - La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Il nostro movimento ha insistito per l'inserimento della preferenza unica all'interno del corpus legislativo valdostano fin dalla campagna elettorale. È stato uno dei prerequisiti sui quali ci siamo confrontati con tutte le forze politiche che hanno voluto confrontarsi con noi, perché per noi era un elemento fondamentale per quello che riguarda la libertà di voto in Valle d'Aosta. Infatti, fin dal primo momento in cui è stata presentata la prima proposta di legge elettorale, la n. 2, presentata dalla Presidente Rini, insieme al collega Bertin, abbiamo presentato un'ulteriore proposta, confidando in una celere approvazione, ormai al mese di luglio scorso, in cui, oltre allo spoglio centralizzato, che era ritenuto comunque una formulazione che garantisse la trasparenza, avevamo inserito ed espressamente richiesto la preferenza unica, oltre a una maggiore rappresentatività di genere.

Siamo arrivati a distanza di parecchi mesi e di lunghi dibattiti a quest'approvazione sulla quale esprimiamo comunque tutta la nostra soddisfazione, almeno per quello che riguarda la preferenza unica. Purtroppo ci siamo dovuti scontrare in commissione su dibattiti, ulteriori emendamenti, discussioni e quindi la proposta iniziale di mantenere i quattro poli li ha visti invece raddoppiare per trovare un maggior consenso in quest'aula, ma soprattutto in commissione, che poi alla fine abbiamo faticato a trovare lo stesso e al tempo stesso si sono ridotte le nostre proposte sulla rappresentatività di genere. Dobbiamo riconoscere però che il dibattito all'interno della commissione e anche all'interno dell'aula ha portato comunque dei miglioramenti della nostra proposta di legge iniziale, la riduzione del numero delle firme è uno di questi, l'estensione dei certificatori assolutamente anche, e l'altro motivo di soddisfazione per noi è che il dibattito su questa legge all'interno di quest'aula sia arrivato anche alla approvazione del limite dei tre mandati. La maggioranza si era presentata in modo piuttosto restio sull'accoglimento di un qualunque emendamento e siamo contenti che il proficuo dibattito all'interno di quest'aula abbia portato a mettere finalmente almeno un paletto per quello che riguarda la continuità nella presenza degli stessi Consiglieri all'interno del Consiglio Valle. Naturalmente quindi esprimiamo il nostro voto favorevole, nonostante questa norma sia stata significativamente emendata, corretta e modificata rispetto alla nostra proposta iniziale e confidiamo che questo sia un momento importante per la Valle d'Aosta, un momento in cui finalmente cambiamo le regole del gioco per dare più peso al voto dei nostri concittadini.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Mi unisco anch'io ovviamente alla soddisfazione per il positivo lavoro portato avanti in quest'aula, che ha portato oggi a una legge elettorale certamente con dei limiti, certamente con delle inevitabili mediazioni che però mi pare, da quello che si sente, porterà se non l'unanimità, la stragrande maggioranza di questo Consiglio a dare il via libera e questo va ad integrare, com'è già stato ricordato dal collega Viérin, uno degli obiettivi che questo Governo si poneva, un obiettivo importante e un obiettivo importante che ci avvicina ovviamente sempre di più alla soluzione. Quella da noi auspicata sono le elezioni per trovare un momento di condivisione e per ridare anche la parola ai cittadini per uscire da questa impasse che si è creata, impasse aggravata ulteriormente dai noti fatti che noi tutti ben conosciamo in quest'aula e che oggi ha privato la maggioranza dei numeri per potersi definire tale... prendiamo in maniera assolutamente positiva questo riconoscimento del collega Viérin rispetto alla tabella di marcia che questo Governo si era preso. Riteniamo che, da questo punto di vista, si possa arrivare a quest'obiettivo comune che possa ridare effettivamente una possibilità di scelta a tutti i valdostani e che possa dare poi effettivamente anche, come detto un attimo fa, una governabilità a questa Regione.

Presidente - La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Credo che le posizioni siano ben note e ben chiare, però forse è opportuno fare una piccola sintesi finale. Questa legge si prefiggeva la messa in sicurezza di alcuni punti chiari, condivisi e credo che questo sia stato un obiettivo raggiunto. Per il nostro gruppo devo dire che una certa soddisfazione la possiamo esprimere. Il tema della segretezza del voto e della necessità di adottare misure che meglio la garantiscano è un tema che ci è particolarmente caro e lo vediamo oggi accolto da tutta l'aula. C'è quindi sicuramente un apprezzamento rispetto a un cambio di visione di questo Consiglio e riteniamo che il dibattito in commissione sia stato proficuo, così come quello che ci ha visti impegnati oggi in Consiglio, potrà proseguire in commissione affrontando l'altro aspetto: quello della governabilità, che è già stato evocato da tutti e su cui non voglio tornare. Volevo rassicurare il collega Gerandin, il lavoro che è stato svolto dagli uffici e che il collega ha presentato e non ha avuto però l'esito da lui sperato non è comunque un lavoro sprecato, potrà essere messo a fattor comune all'interno della commissione per contribuire al raggiungimento di altri futuri obiettivi. L'augurio è che in commissione il confronto prosegua e in conclusione credo sia giusto esprimere il ringraziamento, in particolare ai Commissari della I, ma a tutto il Consiglio.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Vorrei ribadire velocemente quanto illustrato stamane e cioè che il nostro voto alla legge elettorale nel suo complesso è contrario, essenzialmente perché non è stata dimostrata in quest'aula alcuna sensibilità in merito alla doppia preferenza di genere, ovvero a un'emergenza democratica, pari, ci permettiamo, alla emergenza delle infiltrazioni mafiose, rispetto alla possibilità di una vera rappresentanza e questa scelta, di cui il Consiglio si assume la responsabilità, rispetto anche al dettato costituzionale, ci pone inevitabilmente tra le Regioni culturalmente arretrate, me ne rammarico davvero. Spero ora che il confronto che riprenderà nella I Commissione consiliare possa essere più aperto alla voce della cittadinanza attiva e a quella anche degli studiosi esperti in materia di voto elettronico e anche di supposta governabilità. Purtroppo in questo momento non posso esprimere alcuna soddisfazione se non sul limite dei tre mandati con cui ci consoleremo.

Presidente - Altre richieste? La parola al Presidente Fosson.

Fosson (GM) - Al termine di questa giornata voglio anch'io ringraziare quanto è stato fatto in commissione, il Presidente e tutti i commissari, gli uffici per come hanno lavorato e tutti i colleghi per avere raggiunto comunque questo che è un traguardo. Non sarà un traguardo risolutivo di tutti i problemi, per esempio, è un primo passo perché quello sulla governabilità, così importante, è ancora da fare. È un risultato positivo anche per questa maggioranza, che se lo era posto come un paletto da raggiungere, non ha fatto ostruzione, non abbiamo fatto alcuna resistenza al fatto che questa legge elettorale venisse in aula e ci fosse un confronto. Chiaramente questo era uno degli scopi di questa maggioranza, adesso, raggiunto questo, chiaramente la libertà e la possibilità di fare più liberamente tante considerazioni è di tutti.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Non ci sono richieste. Possiamo mettere in votazione la legge nel suo complesso. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 34

Favorevoli: 33

Contrari: 1

Il Consiglio approva.

Presidente - Colleghi, vi chiedo una breve sospensione per una riunione dei Capigruppo per condividere il prosieguo dei lavori.

La seduta è sospesa dalle ore 19:39 alle ore 19:45.

Rini (Presidente) - Sospendiamo i lavori, che riprenderanno alle ore 21:00 fino a mezzanotte.

La seduta è sospesa dalle ore 19:45 alle ore 21:13.