Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 412 del 19 febbraio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 412/XV - Approvazione di mozione: "Impegno per l'affidamento a Finaosta S.p.A. della realizzazione di uno studio per una diversa gestione nel centro di Parigi dell'immobile denominato "Maison du Val d'Aoste"".

Rollandin (Presidente) - Passiamo al punto n. 5 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (RC-AC) - Riaffrontiamo una questione già affrontata molte volte in questo Consiglio, vale a dire la Maison du Val d'Aoste di Parigi, per chi non lo sapesse, quei pochi, da diversi anni la Regione Valle d'Aosta tramite Finaosta ha acquistato e gestisce nel centro di Parigi un immobile denominato appunto Maison du Val d'Aoste con funzione di rappresentanza istituzionale e di promozione. Questa Maison du Val d'Aoste è costata negli anni ai cittadini valdostani, ai contribuenti valdostani un'ingente somma di denaro pubblico tra l'acquisto e la gestione, dal momento della sua acquisizione ad oggi sono cifre che superano gli 8 milioni di euro, cifra notevole in rapporto soprattutto all'attività svolta all'interno di questa Maison du Val d'Aoste, che, come sottolineato in diverse occasioni e da molti Consiglieri, dal punto di vista dei ritorni promozionali, per la nostra Regione certamente non è all'altezza della spesa sostenuta. Ogni anno si ripetono stancamente le stesse iniziative senza particolare successo e ogni anno la gestione di questa struttura viene affidata puntualmente alla solita società di gestione, peraltro quella dell'ex Consigliere regionale leghista, Linty. Un affidamento con una serie di requisiti talmente complicati che alla fine negli anni a partecipare a questo bando è sempre stato soltanto uno, quello che l'ha vinto, senza mai avere avuto un altro concorrente, anche perché non si poteva concorrere, i paletti erano tali che alla fine non poteva che concorrere quella società, cosa piuttosto curiosa, diciamo così, e che avrebbe comunque dovuto anche da questo punto di vista farci riflettere, creando anche una sorta di concorrenza nella gestione di questa struttura.

Andiamo al di là di questo aspetto, negli anni è pur vero che il costo complessivo della struttura è andato calando, anche in relazione a interventi in Consiglio, tra l'altro, anche soltanto due anni fa era stata votata una mozione che andava proprio nella direzione di ridurre i costi di gestione e in parte questa spending rieview, chiamiamola così, è stata fatta. Resta però una questione di fondo: l'utilità di questa Maison du Val d'Aoste, una mozione presentata più di due anni fa e approvata all'unanimità da questo Consiglio prevedeva, oltre alla riduzione dei costi della gestione, anche una diversa gestione, cercando di coinvolgere gli attori economici valdostani, interessati ad avere su una piazza importante come quella di Parigi uno spazio, coinvolgere loro e in parte anche les émigrés valdôtains, per dare un significato a questa presenza valdostana a Parigi. La mozione era stata approvata all'unanimità e prevedeva, qualora non vi fossero stati degli interessi, delle manifestazioni di interesse da parte di attori economici e turistici locali, l'alienazione del bene e una diversa organizzazione della presenza a Parigi della Regione. Questa mozione di due anni fa, come ci è stato risposto 15 giorni fa dal Presidente della Regione, al momento non ha prodotto alcun risultato, è stata una mozione fine a sé stessa, in effetti fino ad ora, come ci ha detto anche il Presidente della Regione, Finaosta ha fatto delle riflessioni in merito a questa mozione e alla gestione della struttura, però bisogna andare al di là delle riflessioni, riflettere due anni su una mozione mi pare francamente troppo. Per questo interveniamo di nuovo su questo argomento, introducendo una tempistica, vale a dire affidare a Finaosta 45 giorni per elaborare uno studio finalizzato a una gestione diversa di questa struttura, che costi meno alla Regione, sia più utile ai valdostani e rappresenti il punto di riferimento di maggiore interesse per les émigrés valdostani e in generale una svolta nella gestione della Maison du Val d'Aoste a Parigi.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Diciamo che nel nome della via (rue des Deux Boules) in cui si trova la Maison du Val d'Aoste già si poteva intuire qualcosa perché "des Boules" - io traduco perché non tutti purtroppo sanno il francese - vuol dire "due palle" e sono le palle che ci hanno raccontato in questi anni su quanto è stato fatto alla Maison du Val d'Aoste. Alle volte si parla di difendere l'immagine, giustamente anche il Presidente Fosson ha detto: "dobbiamo difendere l'immagine dell'Amministrazione regionale", se dobbiamo difenderla, magari sul sito della Maison du Val d'Aoste, dopo un anno dagli avvenimenti e dagli accadimenti che hanno portato al licenziamento per un procedimento giudiziario di colui che conduceva la Maison du Val d'Aoste, che sul sito ci sia ancora il nome e cognome di questa persona e ci sia l'indirizzo di posta elettronica, allora uno dice: "che cosa fanno alla Maison du Val d'Aoste?", e questo è un interrogativo che si sono poste molte persone. Non si riesce bene a capire, collega Bertin, ne abbiamo parlato, in che cosa consista l'attività svolta dalla Maison du Val d'Aoste. È un mistero, è un segreto, fa parte forse del mitico servizio segreto valdostano affiliato alla Francia, non lo so.

Fatto sta che sappiamo quanto ci è costato l'acquisto (circa 1 milione e 700 mila euro), in una zona, tra l'altro, che è vero è una zona centrale di Parigi, ma è una zona che è riservata soprattutto agli uffici, se uno deve promuovere la Valle, che deve avere un pubblico e un accesso, che è un accesso che un ufficio turistico ha, non la va a prendere lì, anche dal punto di vista della localizzazione quindi è stata sbagliata la cosa.

Fatto sta che permangono dei dubbi, ci sono una serie di stagisti, stagiste... stagiste no, diciamo stagisti maschi, stagiste non sta bene, che vengono selezionati in base a che cosa? Io non ho ancora ben capito, anche se, guardando i cognomi, anzi vedendo qualche cognome, mi verrebbe qualche brutto pensiero, ma non voglio pensare male, quindi poi avrò dei chiarimenti più esaustivi dalla Finaosta, persone che vanno lì sono pagate profumatamente comunque per essere degli stagisti e che alloggiano anche gratis, perché ci sono degli alloggi che vengono pagati dalla Regione a queste persone. Per fare che cosa? Il collega Bertin dice: "bisogna ridurre le spese", attenzione, ci sono tutta una serie di spese, che non vengono computate in quella specie di affidamento che viene fatto tutti gli anni e queste sono le spese, per esempio, delle trasferte di chi avanti e indietro dalla sede di Parigi, a chi è andato avanti e indietro dalla sede di Parigi in questi anni: voli, macchina, pasti, a fare che cosa? Altro grande mistero! Senza andare poi a vedere una piccola chicca, perché a quest'ora bisogna solleticare un po' le menti, iniziamo a essere stanchi, allora bisogna tirare fuori qualcosa che faccia un pochettino riflettere, nell'inventario del materiale assegnato alla Maison du Val d'Aoste spicca, ma spiccano tante cose, ma una di quelle che mi ha colpito è un'affettatrice, pagata 4070 euro, che risulta ancora in uso, acquistata da un certo caseificio di cui non faccio il nome. Questa è una sola delle spese, ma che ci fanno con l'affettatrice? Diteci se c'è uno spaccio, se qualcuno ha aperto uno spaccio! Che cosa affettano alla Maison du Val d'Aoste è un grande interrogativo. Già in passato avevamo tentato - anche il collega Bertin e altri colleghi - di ottenere delle informazioni, ma tutto, anche con le mozioni, è finito sempre nel dimenticatoio. Allora forse sarebbe il caso di fare alcune verifiche. Adesso non dico che su ogni partecipata e su ogni ente controllato dalla Regione dovremmo aprire una commissione d'inchiesta, anche se sarebbe opportuno, però effettivamente, quando vedi che le cose sono andate male, quando vedi che la persona che si era occupata per cinque, sei, sette, otto anni, non so quanti anni, della questione è stata licenziata dalla Finaosta per questioni giudiziarie, quando vedi degli strani movimenti, non riesco a capire negli acquisti, io non che li spiego, poi qualcuno che me li spiegherà meglio, qualcuno di Finaosta, sarebbe interessante audire qualcuno di Finaosta che ci dica: "che cosa ne fate di questo materiale?", perché ci sono delle voci che sono sinceramente incomprensibili. Allora bisogna avere il coraggio di dire che o si riforma completamente, si vende la sede, non ha senso tenere quella sede, la si vende, si prende un ufficietto in un posto più centrale, dove si possa fare promozione turistica, promozione per quanto riguarda magari piccole realtà che ci sono qui in Valle d'Aosta e si riparte da zero con dei costi che, a mio avviso, potrebbero essere altro che dimezzati, soprattutto i costi che sono i costi relativi, quelli che non figurano dalle carte ufficiali. Ecco che allora è indispensabile innanzitutto che - e penso che il collega concordi con me - in commissione sia fatta chiarezza su tutta una serie di realtà sulle quali finora c'è stato un mistero e successivamente si adottino delle decisioni. Si tratta di decisioni coraggiose, nel senso che non possiamo permetterci l'Ambasciata a Parigi, proviamo magari ad Ankara, dato che i nostri componenti della Giunta sembra che abbiano dei contatti con i turchi, magari con l'Ambasciata ad Ankara riusciamo a ritornare dei soldi che abbiamo prestato ai turchi della Cioccolato Valle d'Aosta fallita. Ecco, potrebbe essere un'idea, potremmo risparmiare qualcosa. È venuto quindi il momento di fare chiarezza. Io penso - e l'invito che ha fatto il Consigliere Bertin è un invito di buon senso - che dobbiamo fare chiarezza però dandoci un termine. Verifichiamo in commissione le cose che non vanno, vediamo effettivamente tutti gli oneri di gestione e poi passiamo alla decisione, che è vendere questa sede, che non ha nessun significato, nella quale non si sta assolutamente lavorando. Poi si mettano già lì a pensare di compilare che cosa hanno fatto in questo periodo, perché non è stato fatto nulla, salvo quattro esposizioni per le quali si poteva tranquillamente prendere in affitto in un'altra sede parigina una sala, una saletta e risolvevamo il problema. Dato che i periodi della grandeur valdotâine sono finiti perché non c'è più quasi un euro, vediamo di volare più basso e vediamo anche di verificare la bontà di alcune iniziative che magari a livello di investimento immobiliare sicuramente sono state un affare, perché, se la rivendiamo adesso, ci guadagniamo, però togliamoci questa palla al piede che mangia solo soldi e non genera nulla, a meno che adesso qualcuno non tiri fuori il coniglio dal cilindro e mi dica: "no, abbiamo fatto questo, questo, questo e quello", benissimo, allora sarò lieto di chiedere scusa, aggiungendo però alcune altre cose.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Dalla introduzione fatta dal collega Bertin prendo ispirazione per un principio in cui credo: quello che ogni investimento giustamente deve avere dei ritorni promozionali, patrimoniali o comunque deve rendere, perché altrimenti non è un investimento, ma è un vuoto a perdere. Sicuramente - e qui cito il collega Ferrero - magari alcune scelte sono state prese in un periodo di grandeur, dove, rispetto al progetto o la funzione che questo importante asset poteva avere, è stata fatta più una scelta di avere una presenza in loco senza effettivamente avere una strategia sottostante e spesso la mancanza di strategia viene colmata con un bando: questa è una battuta, ma sicuramente forse dovevano essere fatti e dovranno - guardo al futuro - essere fatti dei ragionamenti differenti. Crediamo ancora intanto nella presenza sulla piazza parigina - e penso che su questo siamo tutti d'accordo - ma crediamo ancora nella funzione o nella potenziale funzione che questa sede, questo asset può avere?

Mi rilego al bando e voglio tranquillizzare il collega Bertin, che ho sentito in un'altra occasione citare quel famoso Consigliere leghista, da tempo ha cambiato tessera, l'ho cambiata anch'io, quindi siamo a somma zero. Detto così, io penso che l'obiettivo che bisogna darsi rispetto alla Maison du Val d'Aoste è capire quale ne sia la funzione o potenziale funzione. La voglio rilanciare? Bene, ma penso che sia un rilancio che deve avvenire in chiave turistica, promozionale ma effettiva, con una presenza e un'apertura effettiva e con delle attività che possono anche essere molto importanti per la promozione turistica. Una semplice rappresentanza... sinceramente ancora mi sembra che nessuno purtroppo, dico io, ci abbia riconosciuto sovranità e libertà di battere moneta, quindi forse le ambasciate possono sicuramente andare bene, come dicevamo questa mattina nello scambio con il Presidente Fosson, ma la vedo più in ottica di promozione. Sicuramente bisognerà indagare su quelle che sono state le spese e quello che è stato l'investimento, ma io credo che bisogna valutare un rilancio che non so, a questo punto, se effettivamente può passare da parte di Finaosta o di soggetti che effettivamente si occupano di promozione turistica.

Uno degli aspetti che, secondo me, anche quando ero dall'altra parte del tavolo, ma oggettivamente non ho fatto molto a tempo, ero anche affaccendato in altre faccende... la stranezza era che la finanziaria regionale, che dovrebbe avere un certo tipo di funzione, anche nella formulazione della mozione, si trova a dovere gestire uno studio che forse non è a sé, che deve essere demandato e - perché no? - vista anche la riforma dell'ente di promozione e quindi della strategia turistica, posto il fatto che si creda o no che la nostra Maison debba avere una finalità di natura turistica, io penso che sia anche necessario valutare una exit strategy da Finaosta, che ha altre funzioni e che, secondo me, non deve andare a gestire sedi di rappresentanza che, in realtà, forse il futuro ente di promozione dovrebbe avere. Ovviamente non si può piangere - e qui concludo - sul latte versato, ma credo effettivamente che, se non è un'ennesima commissione speciale, sicuramente le commissioni deputate dovranno e potranno verificare se effettivamente l'investimento fatto e le spese sostenute nel tempo sono state adeguatamente ammortizzate.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Nasso, ne ha facoltà.

Nasso (M5S) - Ringraziamo sicuramente i colleghi di Rete Civica per avere presentato questa iniziativa e i colleghi che mi hanno preceduta, soprattutto il collega Ferrero, che mi ha fatto anche molto sorridere descrivendo questa Maison du Val d'Aoste come il castello di Harry Potter in pratica. Lo scorso gennaio il collega Vesan e io siamo stati per la prima volta all'annuale incontro con i valdostani che vivono all'estero ("l'Arbre de Noël") presso la Maison du Val d'Aoste. È stato un piacere chi ha lasciato la nostra Regione, vive a Parigi, in Francia da anni e devo ammettere che a livello umano, guardiamo anche quel lato lì, confrontarsi e incontrare questi emigrati che erano forse abituati a vedere sempre le stesse facce e sempre gli stessi movimenti è stato un vero piacere e siamo stati ben accolti. Ci sono stati momenti istituzionali, momenti di dialogo ed è stata una bella festa, non si potrebbe dire il contrario de "l'Arbre de Noël", ma frecciatine a parte e descrizione, è doveroso sottolineare, e vengo nel merito della mozione, che è necessario ridefinire sicuramente i modi e i costi della nostra presenza a Parigi.

La Maison du Val d'Aoste costa ai valdostani più di 300 mila euro l'anno, come ha detto chi mi ha preceduta, non so bene se esista una rendicontazione puntuale di questa cifra, ma appunto, visto che pare ci siano dei misteri ogni due per tre, forse non l'abbiamo, e manca sicuramente di iniziative, programmazione e valorizzazione. Questa struttura non deve solamente essere un ufficio di rappresentanza, che dà volantini, la mia sensazione personalissima, sono stata lì qualche ora, è stata quella, non di un crocevia culturale, di un luogo d'incontro, insomma di un polo che faccia delle cose. Dicevo che non deve essere un ufficio di rappresentanza, banalmente mantenuto con denaro pubblico, ma un investimento, un punto di appoggio, un crocevia culturale, ad oggi le attività hanno avuto davvero poco riscontro e ci auguriamo un cambio di rotta. Dovrebbe essere insomma la base, la casa, la sede di tanti valdostani, soprattutto i giovani perché ce ne sono tantissimi di valdostani giovani che lavorano e studiano a Parigi. Una consistente rete di rapporti e rappresentanza già esiste, bisognerebbe solo sapere farla fruttare in modo vantaggioso per tutti i valdostani. Sicuramente un'analisi puntuale in commissione sui costi, sui benefici, costi e benefici lo stiamo sentendo un po' troppo in questo periodo, di questa Maison du Val d'Aoste deve essere fatta perché in un periodo di magra, come questo, chiamiamolo così, è importante andare in questa direzione. La Maison du Val d'Aoste deve essere un investimento e non un debito tout court.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Pulz, ne ha facoltà.

Pulz (ADU VDA) - Posto il nostro voto a favore di questa mozione, vorrei sottolineare brevemente alcune questioni che vanno nella stessa direzione dei colleghi che mi hanno preceduta. Innanzitutto i vari Governi regionali non hanno dato seguito alla mozione del 2017, ci è stato detto e mi pare corretto ribadire che questo non è giusto rispetto al ruolo ispettivo e di indirizzo di questo Consiglio. Vorrei dire poi che in tempi di crisi crediamo che quei 300 mila euro annui possano essere collocati meglio, impiegati meglio, magari in Valle d'Aosta, la locazione della struttura potrebbe garantire un introito alla Regione, mentre si valuta la sua eventuale alienazione. D'altronde ci pare che le categorie economiche e sociali valdostane, anche quelle degli émigrés non si siano mai dimostrate realmente interessate alla gestione e nemmeno alla partecipazione alla spesa. In passato, crediamo anche oggi, la Maison pare più frequentata da valdostani in gita premio a Paris, che non da francesi interessati a conoscere la Vallée. Noi crediamo fermamente che in tempi di crisi ci si debba dare delle priorità e quei 300 mila euro l'anno d'altronde sono quasi un terzo forse delle somme che vengono spese per una campagna promozionale rispetto al mondo francofono per esempio. Forse poi la promozione turistica della Valle d'Aosta non ha più bisogno di un luogo fisico, ormai esiste il web, funziona benissimo a questo scopo e quindi le risorse potrebbero essere impiegate in altro modo. Una curiosità in più rispetto a quella raccontataci dal collega Ferrero: sul sito web della Maison du Val d'Aoste, oltre a esservi ancora una serie di refusi, si trovano frasi divertenti, per esempio questa: "Le Casino de la Vallée est le plus important et le plus prestigieux d'Europe".

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Rispetto all'intervento che avevo fatto, volevo fare una proposta ai firmatari della mozione per un'aggiunta rispetto all'impegnativa che è stata indicata, ovvero andare a prevedere per il Governo regionale l'impegno ad affidare non a Finaosta, ma per il suo tramite "la realizzazione, entro 45 giorni, di uno studio finalizzato ad una diversa gestione della struttura citata in premessa - che tenga anche conto del costituendo ente unico di promozione - che dia appunto attuazione alla mozione approvata all'unanimità...". Questa è una proposta che cerca di andare in linea sia, da un lato, con la necessità che ci sia un qualcosa di terzo ad occuparsi effettivamente di promozione, a fare lo studio e soprattutto che ci sia il coordinamento con la futura riforma del turismo.

Presidente - Chiedo al collega Aggravi se ci può dare il testo dell'eventuale modifica. Grazie. La parola al collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (RC-AC) - Per quanto riguarda l'eventuale emendamento, l'obiettivo che mi sono posto con questa mozione è quello di cambiare la gestione di questa struttura e, visto che sono anni che cerchiamo, che cerco, che si cerca di ottenere qualche risultato concreto nella gestione di questa Maison du Val d'Aoste per cambiarne sostanzialmente la gestione, perché così com'è non funziona. In passato abbiamo già audito in commissione chi concretamente gestisce la struttura, Linty e anche altri, non abbiamo potuto sentire il Direttore della Maison poiché era stato poi coinvolto nelle vicende che poi sappiamo che hanno portato al licenziamento dello stesso.

Per quanto mi riguarda, che lo faccia Finaosta o che lo faccia tramite Finaosta un altro ente non mi crea nessun problema, l'importante è che si raggiunga un risultato in tempi brevi e si metta mano a questa situazione che si trascina già da troppo tempo e che con la mozione di due anni fa ci auguravamo, mi auguravo che avesse preso la direzione giusta e che in poco tempo in qualche modo fossimo usciti da questa palude, chiamiamola così, mentre a due anni di distanza poco è cambiato. L'importante, per quanto mi riguarda, è che la situazione cambi, lo strumento mi è abbastanza indifferente, l'importante è che si affronti la questione e si risolva in poco tempo.

Presidente - La parola al collega Lucianaz, ne ha facoltà.

Lucianaz (LEGA VDA) - Deux mots pour nos frères valdôtains émigrés à Paris. Moi aussi j'étais là au mois de janvier, on a été reçus très bien, d'ailleurs ils nous ont confirmé que, depuis presque une année seulement, les associations des émigrés peuvent utiliser cette Maison. En effet en bas ils avaient peut-être la machine pour hacher le salami et le jambon parce qu'ils nous ont préparé de très bonnes spécialités valdôtaines et pas, même du lard e tout, donc un accueil formidable. Moi je ne sais pas si cette Maison est utile aux associations valdôtaines, de quelle façon, mais c'est vrai qu'il y'a trop de choses dans cette Maison, c'est-à-dire elle est à la fois l'Ambassade valdôtaine, "l'ufficio organizzativo della Finaosta", "la vetrina delle specialità valdostane culturali e storiche". Peut-être qu'il y a trop de choses, c'est peut-être venu le moment de faire un peu d'ordre.

De ce qu'on a appris à Paris dans ces deux jours, cet immeuble est très bien placé, donc a une valeur commerciale formidable, on parle presque de 10.000 le mètre et donc on pourrait bien utiliser cet argent pour récupérer quelque chose de plus important surtout du point de vue de l'image, si on veut effectivement proposer les produits valdôtains et l'image de la Vallée d'Aoste. Moi j'étais à Paris le 31 décembre, le jour du réveillon, je suis passé à la Maison valdôtaine et elle était dramatiquement fermée, c'était cinq heures l'après-midi, et je vous garantis que l'image était celle - et n'était pas la même image du jour de "l'Arbre de Noël" - d'une rue vraiment abandonnée, il y avait deux clochards, il y avait une terrible odeur que vous pouvez imaginer; il y avait quatre... là qui bavardaient, enfin tout ce qu'il n'invite pas à s'approcher à cette Maison, et celui-ci c'est mon témoignage. J'ai pris exactement le métro pour vérifier cela et pour donner ma contribution aujourd'hui.

J'ai garanti à mes amis parisiens que sûrement la Vallée d'Aoste ne les abandonnera pas, on essayera toute façon de continuer nos relations et de tenir quelque chose d'ouvert. Vous savez bien qu'il y a même un siège à Levallois-Perret de l'Association des valdôtains... Je crois qu'il est venu le moment pour que ces frais qu'on voit, moi je prends le budget de 2018, c'est le piano finanziario, mais quand je vois qu'il y a au bilan 8.000 euros pour la Conferenza Stampa per la promozione Valle d'Aosta, 3000 euros Organizzazione Incontro Ufficio Cerimoniale, 10000 euros Organizzazione Mostra annuale, 2500 euros Semaine Valdôtaine et des frais terribles, tels que spese postali 4000 euros, spese telefoniche 4000 euros, pulizie 5000 euro, moi je dis que peut-être il faut... il est venu le moment de faire un petit peu d'attention sur les frais publics, voilà. On demande donc de vérifier les dépenses et après bon, je crois que le moment est venu pour faire un choix je dirais raisonnable.

Présidente - Y a-t-il d'autres interventions? Pour la réplique, la parole au Président du Gouvernement.

Fosson (GM) - Io ho avuto la fortuna la prima volta di recarmi, in occasione de "l'Arbre de Noël", a visitare la sede in rue des Deux Boules, non ci ero mai stato e devo dire che molte delle cose che sono state dette questa sera sono vere, cioè è necessario sicuramente un rilancio. Partirei però da una considerazione - e ringrazio il Consigliere Lucianaz quando dice: "à mes amis parisiens j'ai dit qu'on les abandonnera pas" -: quanto siamo disposti a spendere noi? Mi sto preparando da tre Consigli questa cosa per riferire a lei, Consigliere Bertin, se lei non mi ascolta, mi siedo e... posso? Grazie. Quando sono stato a Parigi a visitare questa casa, pensavo proprio a tutte le sue osservazioni estremamente corrette...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... sì, è giusto se deve fare un emendamento, solo che avevo bisogno di un'interlocuzione... la differenza è caratteristica tra quello che ha detto la collega Nasso e quello che ha detto la collega Pulz. La Consigliera Nasso è venuta a "l'Arbre de Noël"e lei, purtroppo, non ci ha accompagnati, eravamo 14, la differenza è proprio questa, a mio avviso. La collega Nasso è rimasta colpita dal fatto di questi anziani émigrés valdostani, che venivano lì, per loro è importante questa sede. Lei, invece, aveva più una dimensione economica, nel senso: "se non serve, la diamo via, anzi paghino loro". Mi chiedevo, proprio in seguito a questo viaggio, a questo contatto con questi vecchi émigrés che poi vengono d'estate alla nostra Rencontre, eccetera, cosa siamo disposti noi a spendere per loro? Alla base c'è questo fatto qui. Giustissimo quello che dice il collega Aggravi: bisogna dare una connotazione turistica, deve rendere, sono perfettamente d'accordo, però c'è questa premessa qui, la Maison du Val d'Aoste, per quanto è importante per i parigini, che sono lì, che non hanno più un contatto con la Valle d'Aosta, ce l'hanno raramente e diventano sempre più vecchi perché ogni anno, mi dicono, ce n'è qualcuno in meno, perché i vecchi hanno ancora questo attaccamento alla Valle d'Aosta, i giovani non sono neanche venuti ai nostri incontri, non vengono più in Valle durante l'anno, però questi erano émigrés, che sono partiti di qua, hanno lasciato la Valle d'Aosta, sono andati a lavorare lì, hanno fatto delle comunità lì, a un certo punto addirittura la diocesi di Aosta mise un parroco lì, perché era più importante avere un parroco lì che riunisse tutti i cittadini valdostani a Parigi che non averlo qui. Era cioè una comunità in Francia, ma che viveva un lien estremamente particolare con la Valle d'Aosta, adesso è cambiato. Quanto però siamo noi disponibili a dare per queste persone che poi mandavano i soldi in Italia? Che hanno fatto tanto per la Valle d'Aosta? Questo è forse il primo argomento da tenere in considerazione, che vorrei porre alla vostra attenzione.

Tutto il resto è vero, anche quello che diceva Lucianaz è correttissimo: non è sempre aperta, non sempre è un riferimento, non sempre risponde, ma soprattutto le osservazioni che abbiamo fatto con tutti quelli che sono andati lì, c'era anche l'Assessore al turismo... per esempio, lo diceva ancora la collega Nasso, non è in rete con tutti i valdostani, anche i giovani che vanno a lavorare a Parigi. Quando noi abbiamo chiesto: "voi avete un indirizzo di tutti i valdostani, che vengono qui a Parigi?", "no". Molti di questi nostri giovani che vanno a lavorare in Francia e vanno a lavorare a Parigi probabilmente non sanno neanche dell'esistenza di questa sede, dove potrebbero avere un aiuto, un'istruzione, un ente che gli indirizzasse verso situazioni alberghiere, eccetera, più favorevoli. Questa è una prima cosa che mi sembra semplicissima: mettere in rete tutti i valdostani che, per qualche mese, per qualche anno vivono a Parigi, altrimenti non è un punto di riferimento.

Noi abbiamo in questo momento un'occasione, una fortuna anche: questa concessione scade proprio nei mesi di marzo e aprile, ma lavorando e cominciando a discutere con loro, è venuto anche in mente di chiedere com'è la sede di Bruxelles perché si parla della sede di Parigi, ma non si parla della sede della Valle d'Aosta a Bruxelles e Parigi/Bruxelles in TGV sono un'ora. Raccogliendo tutto quello che voi avete detto, con questa premessa dell'importanza comunque e dell'attenzione che la Valle d'Aosta deve avere ancora per questi vecchi emigrati, pertanto io penso sia proprio l'occasione per fare ancora un tentativo di rilancio di questa sede, magari organizzandola insieme a quella di Bruxelles, fare delle due un'unica sede della Valle d'Aosta fuori dalla Valle, ad Ankara non l'abbiamo ancora, ma a Bruxelles e a Parigi, sì, se le mettiamo a funzionare insieme, forse otteniamo dei vantaggi. Chi la potrebbe gestire? Il collega Bertin l'anno scorso diceva: "facciamola gestire alla Camera di commercio", si ricorda? Poi la Camera di commercio ha dimostrato che aveva delle questioni fiscali e non l'avrebbe potuta gestire. Nell'ultimo intervento che mi ha fatto lei mi ha detto: "perché non la facciamo gestire agli émigrés?". Noi, quando siamo andati, abbiamo fatto questa proposta, ma ormai sono degli anziani pensionati, che vengono magari lì per farsi un casse-croûte, ecco l'affettatrice, in occasioni in cui si mettono d'accordo, però non hanno le capacità e la possibilità di gestire una situazione di questo tipo. Chiaramente deve avere una connotazione turistica - sono adesso accordo -, commerciale, bisogna che sia un punto di incontro per gli émigrés, però che sviluppi dei servizi per tutti i valdostani che sono lì, che sia veramente una casa come quella di Bruxelles, dove ci sia una promozione della Valle d'Aosta. A Bruxelles speriamo sempre di avere prima o poi un nostro rappresentante politico. Gli stagisti, per esempio, sono da riorganizzare. Avevamo pensato anche al futuro all'Ente di promozione turistica, che diceva il Consigliere Aggravi, ma l'Ente di promozione turistica, se la concessione scade adesso, l'Ente di promozione turistica che potrebbe forse gestire questo è ancora in divenire. Che cosa fare quindi? Non penso anch'io che Finaosta... mi spiace che non abbia rivisto il suo sito, non abbia tolto alcune persone da questo sito, forse Finaosta non è l'ente giusto che possa gestire questo. Io quindi accolgo tutte le osservazioni che voi avete fatto, condivido lo spirito di questa mozione che ha come intenzione quella di rifare un bilancio serio, di poter partire per un rilancio di questa sede così come ci siamo detti, magari associandola nella gestione alla sede di Bruxelles e l'impegno che ci prendiamo come Governo... avevo già accennato a Finaosta di preparare uno studio, ma soprattutto di vedere chi potesse gestire queste due nostre sedi, e dopo, entro 45 giorni, sicuramente venire in commissione con tutte quelle ipotesi e vedere se c'è un accordo in un nuovo tipo di gestione, in un rilancio. Se poi non riusciamo a proporre qualcosa di diverso, sicuramente l'alienazione. Devo dire che alcuni giorni fa... il Dottor Aggravi dov'è? Forse lei ne sa qualcosa perché è di Courmayeur... il centro di servizi di Courmayeur a manifesté l'intention de développer un projet de cooperation avec la Maison du Val d'Aoste, anche questo è un privato che potrebbe gestire. Tutte queste cose che avete detto, le mettiamo insieme, accogliamo la mozione, ho già avvertito Finaosta di lavorarci insieme, soprattutto nel senso della modifica della mozione su cui concordo, di venire in commissione e vedere quale possibilità di nuova gestione c'è per queste strutture, che ci rappresentano, che sono una nostra sede di rappresentanza all'estero, ma che devono servire perché, se non devono servire, allora anche gli émigrés lo capiranno che non c'è questa possibilità, useremo e attiveremo delle altre forme di vicinanza con loro.

Dalle ore 22:49 riassume la presidenza la Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Per la replica, la parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Vorrei ritornare al merito della questione perché stiamo facendo un po' di confusione. Una cosa è il giusto ruolo che deve avere la Regione anche di memoria storica rispetto all'emigrazione valdostana, eccetera, ma spesso, nel caso specifico della Maison du Val d'Aoste, questa è stata utilizzata come un pretesto perché i valdostani, di emigrati a Parigi ne conosco anch'io, non frequentano quella casa perché abitano in altre zone della città e non hanno in quella Maison un punto di riferimento. Non mescoliamo le cose, una cosa è mantenere vivo quel rapporto con gli emigrati, la memoria storica, abbiamo il dovere di mantenerla viva, è anche compito delle istituzioni questo, un'altra è tutto il resto. Mantenere una sorta di ambasciata, che dovrebbe fare della promozione, che non fa né una, né l'altra è tutta un'altra cosa. Qui pertanto bisogna essere chiari, non mescolare i poveri émigrés che non c'entrano niente con questa struttura. Teniamoli separati, abbiamo speso 8 milioni di euro e mi sembra che ne abbiamo spesi abbastanza, anche per quanto riguarda Bruxelles. Le ragioni della presenza della Regione a Bruxelles sono ben diverse, lì c'è una sede dell'Unione europea, della Commissione e si giustifica la presenza della Regione per avere dei funzionari che possono agire riguardo all'attività dell'Unione europea, non c'entra niente Parigi. È un po' come avere un punto di riferimento a Roma, non facciamo confusione. Sono cose distinte e diverse, il fatto che Finaosta sia proprietaria anche dell'immobile di Bruxelles e che lo gestisca non ha niente a che vedere con le finalità di uno e dell'altro. Continuiamo a tenerle separate, che è meglio, non vorrei che gli effetti negativi di una finiscano anche sull'altra. Di spettacolo ne abbiamo già fatto abbastanza a Parigi, non facciamone anche a Bruxelles, cerchiamo invece di intervenire dando seguito a quella mozione approvata due anni fa, che aveva come finalità di avere un'alternativa, o comunque che aveva un interesse di promozione economica e turistica per gli attori economici valdostani, che erano disposti a fare la loro parte. In quel caso la Maison avrebbe assunto un altro ruolo e su questo, a mio avviso, bisognerebbe andare. Se poi a nessuno interessa questa struttura, è meglio che la si chiuda e si pensi a qualcos'altro, per avere una presenza come rapporto con gli émigrés in modo diverso rispetto a quella che abbiamo fatto finora. Diamo attuazione alla mozione di due anni fa, senza perdere tempo.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola il collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Per dichiarazione di voto, Presidente Fosson, ci siamo trovati a Parigi io e lei, ma se Enrico IV diceva che Paris vaut bien une messe, possiamo anche dire in questo caso che Paris vaut bien un casse-croûte, pensare a un investimento di quel genere come la Maison du Val D'Aoste, ridurlo a un casse-croûte, mi perdoni la battuta, però è qualcosa di poco. Era simpatica come rappresentazione, ma anche un po' triste rispetto ai soldi fino ad oggi spesi. Ho cercato di riportare ulteriori dettagli, ma che non cambiavano il novero e la natura della mozione, che andremo a votare favorevolmente e anche noi speriamo che si possa dar corso alla passata mozione e soprattutto a trovare finalmente una destinazione non soltanto culinaria per la Maison du Val d'Aoste.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 33

Favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.