Oggetto del Consiglio n. 391 del 6 febbraio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 391/XV - Interpellanza: "Verifiche in merito al mantenimento del diritto all'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica da parte dei soggetti beneficiari".
Distort (Presidente) - Punto n. 41 all'ordine del giorno. Per la presentazione, ha chiesto la parola il consigliere Manfrin. Prego, Consigliere.
Manfrin (LEGA VDA) - Questa interpellanza nasce dall'esigenza di comprendere e soprattutto di fare in modo che chi ottiene un alloggio di edilizia residenziale pubblica o anche di emergenza abitativa ne sia degno. Quanto riportato all'interno dell'iniziativa riguarda le prescrizioni previste nella legge regionale 3/2013 che attualmente è quella che disciplina il settore degli alloggi ERP dell'emergenza abitativa. C'è uno specifico articolo, riportato all'interno del testo, che è l'articolo 42, che disciplina le cause di decadenza. Quello che causa la decadenza è: se le persone, che hanno occupato l'alloggio, abbiano perduto i requisiti indicati all'articolo 39, sempre della legge 3/2013; o abbiano ceduto in tutto o in parte l'alloggio assegnato; o non abitino stabilmente nell'alloggio assegnato, pur avendone la residenza anagrafica; o ne mutino la destinazione d'uso; oppure non l'abbiano occupato stabilmente nei termini stabiliti dalla legge; abbiano adibito l'alloggio ad attività penalmente rilevanti; tengano comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica; non rispettino reiteratamente i regolamenti e le norme di comportamento stabiliti dagli enti gestori; non abbiano rilasciato l'alloggio di edilizia residenziale pubblica, precedentemente occupato a titolo di locazione, qualora beneficiari di nuova assegnazione destinatari di un provvedimento di cambio alloggio.
Nel periodo in cui io e la collega Spelgatti siamo stati nel Consiglio comunale di Aosta, abbiamo potuto venire a contatto con numerose indicazioni, segnalazioni di comportamenti, che sono previsti anche all'interno di questa legge, ai quali, ahinoi, raramente è stato dato mandato d'intervenire.
È bene precisare che da questo punto di vista la legge prevede che siano i Comuni a intervenire e ad applicare le cause di decadenza. È evidente che, però, giunti a una cessione da parte degli immobili dall'APS, allora, oggi l'ARER, come l'ARER diventi gestore di tutti gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, mentre invece le emergenze abitative rimangono ancora in capo ai Comuni, per quanto riguarda la concessione, non per quanto riguarda la gestione - probabilmente anche quella è sotto ARER - ma credo che ci sarà la possibilità di precisare da parte dell'Assessore.
Quello su cui vogliamo intervenire, quello che è un principio che vogliamo affermare è che, se vi sono persone che si rendono responsabili con la loro condotta di attività penalmente rilevanti oppure - soprattutto, per questo motivo abbiamo chiesto con questa interpellanza, un intervento - di attività che siano socialmente pericolose per l'incolumità pubblica, è giusto che queste perdano il diritto all'utilizzo di questi alloggi e che vengano, invece, assegnati a coloro che sono in una lista, in una graduatoria e che, invece, si comportano in maniera corretta.
La nostra esperienza in Comune ci ha portati a vedere comportamenti di vario tipo. Ricordo che io e la collega Spelgatti portammo avanti una battaglia molto importante per quanto riguarda il danneggiamento degli alloggi, addirittura ricordo che ci fu una famiglia che causò ben 30 mila euro di danni all'interno di un alloggio, 30 mila euro di danni non so come si possano causare, ma credo che questo possa essere annoverato tra i comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica, non so come si possano fare danni per 30 mila euro all'interno degli alloggi!
Raccogliamo anche le indicazioni che ci arrivano dai tanti cittadini che ci segnalano quotidianamente i problemi. E tra queste segnalazioni, per esempio, ho raccolte quelle di una persona, che ha un parente che attualmente è detenuto per reati di spaccio di stupefacenti, che ci dice: "Sarei molto interessato al fatto che mio fratello, una volta ritornato, rimanesse sulla retta mia, ma c'è un grosso problema, c'è un problema perché all'interno di questo condominio in cui dovrebbe tornare mio fratello, c'è una persona, che è già stata pluriarrestata per spaccio, qua a fianco, qua sopra, qua di lato, c'è un condominio completamente dedito allo spaccio".
Siccome appunto c'è una specifica previsione all'interno di questa legge che dice: "se tu hai adibito il tuo alloggio ad attività penalmente rilevanti, perdi il diritto a quell'alloggio", sarebbe secondo noi necessario, e questo abbiamo indicato, che la Regione si facesse tramite ARER carico di adottare un protocollo d'intesa con il Tribunale di Aosta per incrociare i dati e capire e comprendere - e sicuramente sarà scritto all'interno delle sentenze - chi abbia effettivamente utilizzato il proprio alloggio per comportamenti di questo tipo, e non solo, per tutti i comportamenti penalmente rilevanti e che quindi a questo punto gli venga tolto l'usufrutto di questo alloggio e venga dato a chi invece ne ha necessità. Stessa cosa vale per chi si è reso responsabile di violenze: siamo venuti a contatto con numerose storie di cronaca e spesso le storie di cronaca ci riportano di violenze compiute in diverse parti della città, spesso però si omette di dire che quelle stesse persone hanno residenza all'interno di case popolari. È evidente che, quindi, se ci si rende responsabili di atteggiamenti di questo tipo, è necessario fare capire a queste persone che non si può da una parte essere socialmente pericolose e dall'altra parte continuare ad attingere al pubblico per quanto riguarda le proprie necessità abitative.
Per questo motivo con questa interpellanza abbiamo chiesto i dati relativi alle rescissioni dei contratti, alle decadenze dalle assegnazioni di cui la Regione ha traccia con particolare attenzione relativamente ai punti d), ovvero "coloro che abbiano adibito l'alloggio ad attività penalmente rilevanti" ed e) "tengano comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica".
Presidente -. Per la risposta, l'assessore Borrello. Prego, Assessore.
Borrello (SA) - La sua interpellanza si pone su due livelli: da una parte chiede dei dati, dall'altra parte fa una valutazione di carattere politico. Io potrei concludere per quanto attiene il secondo aspetto con un lapidario: "Sono d'accordo con lei" e cominciare a lavorare in tal senso, però è opportuno fare una distinzione rispetto alla procedura che fino a oggi è stata realizzata e attuata rispetto ai dispositivi normativi attualmente vigenti e rispetto alla programmazione futura, che si espleterà anche in virtù delle modifiche fatte per quanto riguarda la gestione dei bandi a livello sovracomunale, e quindi a livello regionale, con conseguente titolarità della gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica tutta incardinata all'interno dell'ARER, questo sarà il futuro. Per quanto riguarda invece l'esistente e il passato, lei fa riferimento dal 2013 a oggi, lei sa benissimo che i bandi sono di carattere comunale e che i decreti di assegnazione vengono formulati dai comuni, di conseguenza anche i decreti di revoca sono formulati dalle amministrazioni comunali. Per quanto riguarda le richieste puntuali dei dati che lei mi ha richiesto, io le devo inoltrare alle amministrazioni comunali; se lei ritiene opportuno, farò questo tipo di azione, richiederò alle diverse amministrazioni comunali sul territorio regionale quali sono i decreti di revoca che hanno realizzato. E per quale motivo? Perché l'Amministrazione regionale non ha consapevolezza dei decreti, poiché vengono formulati da coloro che sono titolari dell'alloggio e che hanno formulato i bandi.
Noi abbiamo consapevolezza delle segnalazioni che abbiamo fatto ai comuni, quindi l'ARER, in qualità di ente gestore, ha fatto delle segnalazioni ai comuni: questi, autonomamente, devono valutare se revocare o no perché la competenza è incardinata a loro. Per quanto riguarda questo tipo di dato, noi abbiamo 31 segnalazioni - le fornirò tutta la documentazione che abbiamo inoltrato all'amministrazione comunale - per sottolineare possibili situazioni di applicabilità degli articoli 42, 43 e del 39, che lei citava precedentemente. Le fornirò la documentazione per quanto riguarda l'Amministrazione regionale e l'ente strumentale di competenza, e, se lei ritiene, formulerò richiesta alle amministrazioni comunali.
Parliamo del futuro. Come abbiamo detto, all'interno del piano triennale delle politiche abilitative ma anche con delibere di Giunta espressamente approvate recentemente, mi sembra nel mese di settembre-ottobre del 2018, è cambiata la definizione-gestione della politica abilitativa per quanto riguarda l'edilizia residenziale pubblica all'interno della Regione Autonoma Valle d'Aosta; non sarà più incardinato a livello comunale, ma ci sarà un bando a livello regionale che servirà a omogeneizzare il comportamento all'interno del territorio, sia per quanto riguarda l'assegnazione sia per quanto riguarda la distribuzione reale perché, se hai realmente bisogno di un alloggio, la casa la prendi dove c'è, non vai a dire: "a Courmayeur no, a Champdepraz no, solo ad Aosta"; avendo la possibilità di gestire tutto in un ambito regionale, questo è un ragionamento che noi abbiamo portato avanti e che vorremmo portare avanti.
Le riconosco che la proposta, che lei ha fatto, sia di buon senso, in più questa sua sollecitazione mi permette di fare un annuncio: ho già avuto modo di parlare con il Presidente dell'ARER di un protocollo con il Tribunale - ovviamente sarà da declinare in maniera opportuna - per verificare le "possibilità" d'interagire per le situazioni di reati, quindi valutazioni legate alla privacy, ma sicuramente c'è interesse con la nuova modalità di gestione del bando regionale, ma anche di gestione di tutti gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, di dare un segnale chiaro e netto. E lo voglio dire a microfono acceso: il diritto alla casa è sacrosanto, ma è anche sacrosanto il rispetto del bene pubblico.
Lo dico in Consiglio regionale, ben vengano le azioni di sostegno di carattere sociale, ma si deve anche aumentare il senso civico nella fruizione del bene pubblico; e questa è una responsabilità del Consiglio.
Quindi ben venga questa sua sollecitazione. Ho già avuto modo di sottoporla all'attenzione dell'ARER: la declinazione deve essere studiata con il Tribunale nell'ottica di renderla funzionale perché 1.600 alloggi di edilizia residenziale pubblica a livello regionale per tre ipotetici residenti del nucleo familiare fanno cinquemila utenti, non vorremmo neanche intasare le procedure ordinarie del Tribunale.
La ringrazio, il suo intervento mi è servito per dare un annuncio rispetto a questa direzione, che riteniamo importante e politicamente condivisibile.
Dalle ore 11:41 assume la Presidenza il presidente Rini.
Rini (Presidente) - Per la replica, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Sono soddisfatto della risposta dell'Assessore al quale chiedo e confermo - anch'io a microfono acceso - che desidererei avere i dati relativi ai comuni anche per comprendere se, nonostante le segnalazioni, vi sia qualcuno che ha deciso di non fare tutte le verifiche del caso e quindi di non adempiere a quello che è previsto dalla legge regionale 3/2013 sulle cause di decadenza.
È importante la sua risposta perché è corretto porre la questione su un piano di legalità, e questo era il principio cardine su cui verteva questa interpellanza; è importante però anche educare giustamente, come introdotto correttamente, i cittadini che usufruiscono di un sostegno da parte della Pubblica amministrazione: esistono dei diritti, come il diritto alla casa, ma esistono anche dei doveri, e quindi è giusto e soprattutto importante, al di là della civile convivenza - a maggior ragione se si usufruisce di un sostegno pubblico - avere dei doveri di rispetto della cittadinanza, del bene pubblico che le si è affidato e della pubblica sicurezza.
Quindi condividiamo e ringraziamo l'Assessore per questa risposta, chiaramente ci auguriamo che tutto arrivi in tempi brevi: Sarà importante, come è stato ricordato, anche vedere i numeri, sono numeri importanti, ma è una verifica che non è mai stata fatta, è una verifica che sarà importante fare perché è corretto dare delle risposte a chi è in stato di necessità, è corretto anche però insegnare con l'esempio: se da persone con necessità si diventa persone che creano un danno al tessuto sociale della nostra Regione, a quel punto non si ha diritto ad alcun sostegno.