Oggetto del Consiglio n. 387 del 6 febbraio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 387/XV - Interpellanza: "Azioni poste in essere per scongiurare la chiusura dell'ambulatorio di Variney e dei presidi sanitari di Nus e Pont-Suaz".
Rini (Presidente) - Il punto n. 36 sarà discusso con il punto n. 45. Possiamo quindi passare al punto n. 37 all'ordine del giorno Per l'illustrazione, la parola alla collega Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - Negli scorsi Consigli è stata approvata una risoluzione, precisamente il 20 dicembre 2018, con cui s'invitava l'Assessore regionale competente a scongiurare la chiusura del presidio sanitario di Variney, tramite anche una convenzione con uno o più medici di sanità pubblica. Abbiamo appreso però la notizia della chiusura dal primo gennaio 2019 degli ambulatori di sanità pubblica anche presso i consultori di Pont-Suaz, nel comune di Charvensod e nel comune di Nus. Il medico di sanità pubblica, presente nei consultori di zona, svolge l'attività vaccinale, le visite relative al rilascio della patente, i certificati d'idoneità al porto d'armi, i certificati di buona salute e quant'altro. L'assenza di tali presidi porterebbe a un aumento del trasferimento dell'utenza verso Aosta e quindi il relativo disservizio. Sottolineata l'importanza di mantenere tali presidi sanitari sui territori, chiediamo da una parte quali siano a oggi le azioni messe in campo dal Governo regionale per scongiurare la chiusura dell'ambulatorio medico di Variney e dall'altra quali siano le azioni che il Governo regionale intende mettere in campo per scongiurare invece la chiusura dei presidi sanitari di Nus e Pont-Suaz.
Presidente - La parola all'assessore Baccega.
Baccega (UV) - Je crois que le français doit être une richesse, une richesse parce que nous pouvons parler en français, nous pouvons parler en italien, ce sont les deux langues que nous avons comme richesse de cette notre Vallée, et alors, même si on fait des efforts, parce qu'on n'a pas l'habitude de parler français souvent, je crois que cet effort doit être considéré, il doit être considéré même quand on va parler en patois, alors nous faisons des efforts pour comprendre et pour assurer la compréhension même du patoué, que du français, que de l'italien.
Parmi la Lega je crois qu'il y a des personnes qui vont apprécier ce passage, ce moment-là, d'autres personnes qui ne sont pas bien élevés et alors je crois que ce n'est pas normal comme ça, je ne sais pas comme vous faites à être ensemble. Sa dit Madame Spelgatti je crois que c'est vraiment une personne bien élevée... e allora le risponderò in italiano. Risponderò dicendo che a oggi le prestazioni della struttura complessa igiene e sanità pubblica dell'azienda USL sono ovviamente garantite - come ho detto nella risoluzione precedente del Consiglio scorso - nonostante la grave carenza di medici specialisti. Una carenza rimarcata anche dal fatto che l'ultimo concorso è andato deserto. Si precisa poi che, per gli utenti, afferenti al consultorio di Gignod, solo l'attività vaccinale, in quanto LEA, è stata spostata per questa fase, proprio per carenza di medici, è stata spostata in via Guido Rey 3, a tre chilometri e mezzo dal comprensorio e che le attività certificative medico-legali - quindi tutti gli extra LEA - vengono regolarmente offerte nelle sedi vicine a quella di Gignod. Nel corso del 2018 sono state effettuate dalla struttura complessa igiene e sanità presso l'ambulatorio di Gignod, Variney, le seguenti prestazioni: 240 certificazioni totali, praticamente cinque alla settimana e numero 923, per adulti e minori; è intenzione comunque da parte di questo Assessorato e di questa maggioranza mantenere sul territorio i presidi presenti e magari rafforzare l'azione attraverso tutta una serie di iniziative, ma lei ha presentato un'altra interrogazione che riguarda le pianificazioni future della sanità valdostana e in quell'ambito andremo meglio a chiarire quali sono gli interventi per il territorio.
L'azienda USL si è attivata per garantire l'erogazione dei servizi nelle sedi sopraccitate attraverso la libera professione aggiuntiva, di concerto con i dirigenti igienisti, e sta concludendo un accordo con l'ASL di Ivrea - l'avevo già anticipato, ma non è ancora completato, bisogna essere in due per firmare certi accordi - per la sottoscrizione di una convenzione con un medico specialista in igiene sanità pubblica. Appena definita questa collaborazione, avevo detto entro fine febbraio, sarà possibile rivalutare l'organizzazione territoriale complessiva di questa struttura, compresa quella riguardante la sede di Variney, che appunto è temporaneamente sospesa proprio per la mancanza del medico; poi si aggiunge anche il fatto che talvolta i medici si ammalano e quindi chi deve andare in un ambulatorio non riesce a sostituire l'altro malato e quindi si va a generare la chiusura in questo senso.
Per quanto riguarda i presidi sanitari di Nus e Pont-Suaz, l'attività consultoriale non ha subìto interruzioni, abbiamo anche un quadro preciso dei medici che sono stati disponibili con gli orari e questo prospetto aggiornato delle aperture ambulatoriali che garantisce, si evince, la continuità dell'erogazione dei servizi. Facciamo anche presente che, qualora dovessero concretizzarsi ulteriori carenze di medici igienisti, bisognerà coinvolgere maggiormente i medici di medicina generale, con i quali abbiamo già concordato una serie di incontri proprio per cercare di avere il loro sostegno e, in quest'ottica, anche i pediatri di libera scelta, li vediamo la prossima settimana.
Per esempio, chiedere la loro disponibilità sulle attività vaccinali, come già in parte avviene in Valle d'Aosta e, come più diffusamente avviene nel vicino Piemonte: soltanto nell'ASL Torino 4 sono presenti lo stesso numero di medici igienisti per una popolazione che è il quadruplo della nostra, ma questo non è un dato che ci permette di sorridere.
Segnalo, inoltre, che la carenza di medici provoca anche altri disguidi tra i quali, in caso di malattia, l'ho detto prima, la sovrapposizione di orari per uno stesso medico, che deve andare in un ambulatorio piuttosto che nell'altro. A seguito della risoluzione, che è stata approvata dal Consiglio regionale il 20 dicembre 2018, ho chiesto all'USL di non avviare unilateralmente alcuna iniziativa di chiusura, di modifica di orario delle strutture presenti sul territorio, senza prima concordarla con l'Assessorato. Questo mi è stato garantito e stiamo monitorando sul territorio tutte le strutture, certamente, con la fine di febbraio e con la firma delle convenzioni, avremo la possibilità di normalizzare la situazione.
Presidente - Per la replica, la parola alla collega Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - La ringrazio per la risposta, però c'è qualcosa che non mi quadra perché noi avevamo appreso la notizia della chiusura dei presidi sanitari di Nus e di Pont-Suaz direttamente da personale interno, abbiamo fatto anche una telefonata di verifica per chiedere del medico e ci è stato detto che dal primo di gennaio il medico non sarebbe stato più presente. In ogni caso approfondiremo il tema. Noi abbiamo fatto una telefonata di controprova, senza presentarci, ovviamente, ufficialmente, ma passando come utenti e come utenti ci è stato risposto che il medico non c'era dal primo gennaio, quindi abbiamo fatto la verifica in questo senso. Però visto e considerato che lei ha utilizzato questa iniziativa per rispondere al collega Mafrin, nel vostro battibecco sul discorso del francese e visto e considerato che ha fatto la battuta: "Non so come facciate a stare insieme voi della Lega su questa questione del francese", le rispondo io a nome della Lega.
Le battaglie, che vengono portate avanti dal gruppo Lega in relazione al francese e in relazione al francoprovenzale non sono battaglie portate avanti da singoli, sono portate avanti da tutta la Lega Valle d'Aosta, perché noi crediamo fortemente nel discorso dell'identità e di conseguenza portiamo avanti tutto ciò che riguarda la tradizione di questa terra perché partiamo dal presupposto che un albero, per poter crescere sano, debba avere delle radici profonde.
Io parlo con cognizione di causa, visto che è una delle principali battaglie, che ho sempre portato avanti, pur chiamandomi Spelgatti, pur rifiutandomi di parlare in francese in questa assise e pur non parlando il patois.
E questo perché? Perché io non parlo il francese? Perché mi sento ridicola nel momento in cui lo parlo visto che, quando sono uscita dal liceo classico, devo dire che il francese lo parlavo in maniera decisamente fluente e corrente. Se poi uno non parla francese per moltissimi anni e continua a non praticarlo, lo perde. Essendo io una estremamente precisa, nel momento in cui mi ritrovo, soprattutto in un consesso di questo tipo, a dovermi esprimere in francese, non pensando più in francese, non avendo più la dimestichezza e non avendo la pronuncia pronta, sinceramente io mi sento ridicola. Quindi preferisco esprimermi in italiano, non perché non abbia studiato il francese, l'ho studiato dalla prima elementare fino all'ultimo anno di liceo classico, ma perché non lo pratico. Questo non significa che non faccia in prima persona tutte le battaglie per il francese. Sono nata qua, ma sono figlia di bergamaschi, in casa mia il patois non si è mai parlato, lo capisco, ma non lo so parlare. Questo non significa che io non ritenga che il patois non sia un valore sacrosanto di questa terra, perché altrimenti andiamo verso una globalizzazione e una perdita delle radici che ci porta a dimenticare e a perdere il valore di una terra, ma ciò che ci differenzia rispetto agli altri territori è proprio la salvaguardia e la volontà di dovere salvaguardare le nostre peculiarità perché la Valle d'Aosta deve essere diversa dal Trentino, deve essere diversa dal Piemonte, deve essere diversa dalla Svizzera ed è bella nel momento in cui avrà sempre più turisti nel momento in cui - quindi anche una questione di modernità e non solo di attaccamento alle radici, ma uno sguardo verso il futuro - avrà sempre più turisti e quant'altro, nel momento in cui sarà sempre più forte nelle sue tradizioni.
Ogni vallata deve essere differente dall'altra perché la valle di Gressoney è profondamente diversa dalla valle di Cogne, così come tutte le altre valli, ed è importantissimo salvaguardare tutte queste diversità.
Quindi ci tengo a sottolineare che la battaglia sul francoprovenzale, sul francese e quant'altro, non sono le battaglie di singoli Consiglieri, ma sono battaglie assolutamente della Lega, io le ho sempre portate avanti dall'alba dei tempi e dico anche, con onestà intellettuale, non parlo il patois perché non fa parte della mia famiglia, ma a maggior ragione, lo difendo con le unghie e con i denti perché sono nata qua e perché ritengo che sia un valore sacrosanto di cui questa terra è portatrice e di conseguenza per questo bisogna combattere.
Presidente - Naturalmente abbiamo permesso alla collega Spelgatti di specificare perché l'Assessore aveva fatto un richiamo su questo tema.