Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 386 del 6 febbraio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 386/XV - Interpellanza: "Sussistenza di un eventuale conflitto di interesse nella carica ricoperta dal Presidente dell'IVAT".

Rini (Presidente) - Punto n. 35 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Questa nostra interpellanza nasce nel solco di una precedente interrogazione cui aveva risposto l'assessore Testolin, relativa alla commercializzazione dei prodotti artigianali di tradizione da parte dell'IVAT. In questa risposta l'Assessore ci aveva specificato che, ai sensi della normativa e delle delibere di Giunta vigenti, non c'è alcuna differenziazione per quello che riguarda l'acquisto degli oggetti di artigianato da rivendere nei negozi dell'IVAT, per esempio per quello che è l'artigianato di tradizione riconosciuto e quello che è l'artigianato equiparato a quello di tradizione, per intenderci, nel primo ricadono le lavorazioni in legno, in ferro battuto, in pietra locale, dentelles de Cogne, nel secondo, invece, ci sono le produzioni in ceramica, in oro e argento e in rame. Oltre a questa mancata differenziazione formale, non c'è alcun tipo di differenziazione per quello che riguarda gli acquisti e la successiva commercializzazione tra le produzioni seriali - cioè oggetti prevalentemente prodotti per il tramite di macchinari uguali uno all'altro, faccio l'esempio: oggetti realizzati con torni copiatori, con macchine a controllo numerico od oggetti in ceramica colati in stampi - rispetto a quella che è la peculiarità sostanziale del nostro artigianato, cioè che si tratti di oggetti realizzati con l'ingegno individuale, in pezzi unici e con una lavorazione prevalentemente manuale. Non solo non c'è questo tipo di differenziazione, ma ho anche chiesto espressamente se c'era una valorizzazione per quello che riguarda la commercializzazione delle tipologie di artigianato, tristemente in via di scomparsa; abbiamo potuto vedere in questi giorni, tra i banchi della fiera di Sant'Orso, come gli attrezzi agricoli siano per esempio ormai completamente svaniti, all'interno della fiera rimangono qualche scala, qualche botte e, per fortuna, la vannerie è ancora relativamente fiorente, grazie ai corsi.

Ebbene, sulla scorta di queste risposte, è stato chiaro che alla fine le decisioni su in quale direzione andare nella scelta di prodotti da commercializzare restano in capo esclusivamente al Consiglio di Amministrazione dell'IVAT. Come è composto il Consiglio di Amministrazione dell'IVAT? Sono cinque persone. Tre nominate direttamente dagli artigiani, di cui una da una associazione di artigiani hobbisti, l'ASI, quella che fa il ciondolo con cui alla fiera di Sant'Orso si raccolgono soldi per beneficienza, e due direttamente con votazione degli artigiani professionisti, iscritti al registro dei produttori di oggetti di artigianato. Oltre a queste tre figure, ce ne sono altre due, di nomina strettamente regionale, di cui una delle due è il Presidente. Siccome di fatto sono già produttori di oggetti di artigianato gli altri tre rappresentanti, sia per il Presidente sia per l'altro rappresentante, la legge regionale apposita, la 10/2007, prevede che le due figure di nomina da parte della Giunta siano scelte tra i non iscritti nel registro dei produttori di artigianato; questo evita di creare un palese conflitto d'interesse tra chi si occupa di acquistare oggetti di artigianato e chi si occupa di produrre oggetti di artigianato. Ci sono comunque i produttori già rappresentati all'interno del Consiglio di Amministrazione e quindi la figura del Presidente era stata espressamente scelta con una legge approvata da quest'Aula tra le figure che non hanno, invece, questo requisito.

Tra le altre clausole c'era scritto che dovevano essere particolarmente competenti in ambito di artigianato di tradizione.

La nomina del Presidente non ha tanto seguito questo criterio, non è una nomina fatta per concorso, è una nomina fatta in funzione di richiesta di candidature e di curricula.

In precedenza, è stata assegnata dalla Giunta regionale - questa presidenza - in funzione sostanzialmente della appartenenza, c'è stato un breve interregno in cui il Presidente è stato il supermega commissario della Valle d'Aosta, il dirigente Livio Vagneur - chiedo scusa se faccio il suo nome, ma in realtà è persona capace e competente che gode di tutta la mia simpatia - prima di lui l'IVAT era un feudo in mano all'Union Valdôtaine e in tempi più recenti è diventato in modo del tutto evidente una posizione assegnata, invece, in quota Stella Alpina.

Dico questo perché tra gli ultimi Presidenti, salvo Vagneur, uno era il segretario regionale della Stella Alpina, il successivo era il tesoriere della Stella Alpina. Probabilmente nell'ambito della competenza in campo di artigianato, il primo dei due non ne aveva quasi nulla, il secondo dei due, l'attuale Presidente probabilmente ne ha troppa: Vediamo troppa in quale ambito: l'attuale Presidente dell'IVAT si trova, secondo noi, in una posizione di conflitto d'interesse, non solo d'illegittimità rispetto alla legge - su quella poi potremo discutere, chi risponderà alla questione mi illustrerà come è stata valorizzata questa posizione - ma dal punto di vista del conflitto d'interesse possiamo evidenziare dai numeri pubblicati sullo stesso sito L'Artisanà, che gestisce l'attività dell'IVAT, che l'IVAT tutti gli anni ha a disposizione per acquistare oggetti di artigianato 280 mila euro. Questi soldi, derivano in parte dalle vendite, ma per la maggior parte da parte da un finanziamento regionale, perché i negozi dell'IVAT non sono la partecipata CVA che serve a fare cassa e con quei soldi l'Amministrazione regionale può fare tante cose belle e utili, come ci viene detto in Commissione, l'attività di commercializzazione dell'IVAT è un'attività in passivo, perché le spese di acquisto dei prodotti, di gestione dei negozi e il pagamento dei dipendenti sono superiori alle entrate. Questo è normale perché è un ente che si occupa di valorizzazione e tutela, quindi è giusto che categorie che fatichino a inserirsi sul mercato siano tutelate e spinte per conservare una nostra tradizione importantissima, a cui credo tutti in quest'aula siamo particolarmente affezionati. Quindi chiarito che i punti dove si svolge l'attività di commercializzazione dell'IVAT non sono negozi di souvenir, il criterio con cui devono essere venduti i prodotti dovrebbe essere quello di valorizzazione dei prodotti che hanno più necessità di essere valorizzati. Invece i criteri approvati dall'attuale Consiglio di Amministrazione sono quelli per cui si comprano gli oggetti di artigianato da parte dei produttori che realizzano oggetti più facilmente vendibili e poco importa se, combinazione, gli oggetti maggiormente venduti sono prodotti in serie, derivati dalla lavorazione della ceramica, equiparata, ma non tradizionale. Nella fattispecie poi il Presidente dell'IVAT corrisponde alla società cooperativa Derby Legno e Ceramica, dei 280 mila euro previsti, nell'ultima annualità - che sono riuscito a scaricare - 41.450 euro, una quota consistente, il 15%, e probabilmente, adesso posso sbagliarmi, ma di poco, il conferitore da cui sono acquistati più beni. Questa società cooperativa era in realtà una società fondata e presieduta dallo stesso Presidente dell'IVAT che tuttora siede nel Consiglio di Amministrazione di questa società. Quello che chiediamo noi all'attuale Assessore è se in questo palese conflitto d'interesse tra un Consigliere di Amministrazione di un ente e il Consigliere di Amministrazione di un'impresa - c'è un evidente transito di soldi pubblici nelle casse private - se questa Giunta non ravvisi un conflitto d'interesse evidente e soprattutto una cattiva gestione di risorse pubbliche.

E quindi ci permettiamo di chiedere se per la nomina del Presidente dell'IVAT- effettuata ad aprile 2015 dalla Giunta Rollandin in cui l'assessore Testolin era competente all'agricoltura e la competenza in ambito artigianale era del consigliere Marquis, e poi ratificata ulteriormente a dicembre 2015 con un'ulteriore deliberazione, stessa Giunta Rollandin, Testolin ancora assessore all'agricoltura, era cambiato l'Assessore alle Attività produttive, ma non questa triste tipologia di assegnazione degli incarichi, che era diventato l'ex consigliere Donzel - vi sia una situazione di conflitto d'interesse e se si ravvisi un vizio di legittimità.

Quello che ci chiediamo è se questa Amministrazione intenda avviare un cambio di rotta riconoscendo forse le posizioni nelle nostre partecipate a persone che non abbiano così evidenti conflitti d'interesse e il cui unico interesse per la tutela dell'artigianato sia quello del bene del nostro artigianato di tradizione e non quello del bene del proprio artigianato prodotto in casa.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Testolin.

Testolin (UV) - Intanto prendo atto dell'ampia disamina che il consigliere Vesan ha esposto in presentazione dell'interpellanza, dove richiama tutta una serie di situazioni contenute all'interno di uno statuto IVAT e di una norma istitutrice della stessa azienda, chiamiamola così, che possono essere opinabili, possono essere modificabili, possono essere non condivise in pieno ma che attualmente prevedono dei passaggi, esplicati nella risposta della presente interpellanza, che sono stati richiamati oggi, e sui quali si può essere più o meno d'accordo, ma che in questo momento prevedono tutta una serie di dinamiche, che sono state spiegate e sono state riprese.

Riguardo a quello che è, invece, la risposta puntuale all'interpellanza, cioè se si riconosce nelle premesse indicate una situazione di conflitto di interesse e se si ravvisa un vizio di legittimità nell'atto di nomina dell'attuale Presidente dell'IVAT, io andrò a rispondere in funzione di valutazioni più tecniche che politiche perché su certe dinamiche non è la politica che può decidere una cosa o un'altra, ma, a mio avviso, ci sono delle situazioni oggettive che vanno analizzate e devono dare dei riscontri. Riguardo al riconoscere nelle premesse indicate una situazione di conflitto d'interesse, la Struttura attività artigianale di tradizione ha prontamente chiesto chiarimenti al direttore dell'IVAT il quale sta effettuando i necessari approfondimenti e in funzione delle informazioni che saranno trasmesse sarà possibile una analisi puntuale della situazione.

Per quanto concerne la seconda parte del primo quesito, ovvero se si ravvisi un vizio di legittimità nell'atto di nomina, si precisa quanto segue: la struttura regionale ora competente per la tutela dell'albo dei candidati, preordinato al conferimento degli incarichi, risulta quella del Segretario generale della Regione, mentre fino al 16 settembre 2018 era la segreteria di Giunta. Questo per chiarezza di informazione. L'articolo 6, comma 2, lettera f) della legge regionale n. 11/97 recante: "Disciplina delle nomine e delle designazioni di competenza regionale" prevede che non possano ricoprire incarichi, ai sensi della stessa, coloro che si trovino in conflitto d'interesse con riferimento ai relativi incarichi; a tal fine, prima di formalizzare le nomine o le designazioni disposte dalla Giunta regionale, la struttura competente acquisisce le dichiarazioni degli interessati, che attestano l'insussistenza delle cause d'incompatibilità prescritte dal suddetto articolo 6; inoltre, la nota di comunicazione della nomina rammenta l'obbligo di dare immediata comunicazione della successiva insorgenza di cause d'incompatibilità. La legge regionale 24 maggio 2007, numero 10, recante una nuova disciplina dell'Institut Valdôtain de l'Artisanat de Tradition, IVAT, come modificata dalla legge regionale 24 dicembre 2012, numero 37, prevede all'articolo 5 che l'IVAT sia retta da un Consiglio di Amministrazione, nominato con un decreto del Presidente della Regione, composto tra gli altri, come già aveva anticipato il collega Vesan, da due personalità di provata esperienza in materia di artigianato valdostano di tradizione, designati dalla Giunta regionale con la modalità di cui alla legge regionale 11/97, di cui uno con funzioni di Presidente, scelti tra i non iscritti nel registro dei produttori di artigianato di cui all'articolo 8, della legge regionale n. 2/2003. Nel caso di specie, il soggetto designato alla carica di Presidente, non è iscritto nel citato registro dei produttori - Lei sorride... -. quindi a seguito della verifica dei competenti uffici, poteva essere nominato. Risulta dagli atti depositati dallo stesso interessato, ai fini del conferimento dell'incarico, il mantenimento di una carica di Consigliere di Amministrazione della società già citata Derby Legno iscritta in quanto tale nel registro dei produttori, peraltro lo stesso era senza poteri di amministrazione, tutti conferiti al Presidente della predetta cooperativa.

Per quanto riguarda il secondo quesito, "come intende eventualmente operare per porre rimedio ad una situazione che confligge con il pubblico interesse e che perdura ormai da quattro anni", come detto nella premessa di questa stessa risposta, sulla base delle risultanze e degli approfondimenti effettuati con il direttore dell'IVAT, si determineranno le eventuali azioni da intraprendere, sia alla luce di quanto previsto dall'attuale Statuto dell'IVAT, sia alla luce di quanto previsto dalla citata legge regionale 11/97, articolo 6, comma 2, in tema di incompatibilità.

Questo per dire che la situazione attuale è da verificare, per quanto riguarda le azioni, messe in atto in questo periodo per una valutazione che sia una valutazione il più possibile oggettiva e nei confronti della quale assicuro che staremo molto attenti, questo posso dirglielo.

Per quanto riguarda l'incompatibilità, che l'ha fatta sorridere nel momento in cui la leggevo, sono delle valutazioni che discendono da delle interpretazioni che non competono all'organo politico e del quale io mi faccio portatore perché evidentemente non è nell'interesse di nessuno posizionarsi in situazioni, che possano essere compromettenti di un certo tipo di scelta, che può essere evidentemente politica.

Presidente - Per la replica, la parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Grazie per la sua risposta, ma mi lascia veramente molto perplesso. Io non ho presentato un'interrogazione, come ho fatto in passato, ho presentato un'interpellanza per conoscere i suoi intendimenti e gli intendimenti della attuale maggioranza, che confidavo fossero, invece, intendimenti politici. La conoscenza tecnica e della normativa legata all'artigianato di tradizione sarebbe stata difficilmente oggetto di una mia interrogazione nei suoi confronti.

Faticherò adesso a non usare nomi, cercherò di usare dei divertenti eufemismi per evitare d'incorrere in questa cosa. Sono contento che abbia demandato al direttore dell'IVAT la valutazione di eventuali conflitti d'interesse, l'acquisizione di dati finalizzati alla valutazione di un eventuale conflitto d'interesse. Vorrei solo ribadire che Derby Legno Ceramica è sostanzialmente la società di famiglia del suddetto Presidente, che ne è stato peraltro Presidente dal 1999 fino al 2015, appena prima di ricevere questa nomina da parte della Regione. Nel momento in cui si è prospettata per lui questa importante promozione, ha ceduto, come rilevato dalla sua dichiarazione, tutti i poteri relativi alla gestione della stessa all'attuale Presidente che, probabilmente per un caso, ha lo stesso cognome, vive nello stesso Comune e nel fabbricato di fianco al quale vive lui, ha tre anni di differenza, non abbiamo dati certi perché i dati anagrafici ci sembra brutto chiederli e citarli in quest'aula, tanto che potrebbe esserne addirittura un parente stretto. Questo Presidente parente stretto, che ha il controllo della società di famiglia, sì, non coincide con la stessa figura, ma da lì a dire che non esiste un conflitto d'interessi o che in quattro anni una Giunta, in cui lei è stato rappresentante in almeno tre diverse occasioni, non ha mai avuto la possibilità di rendersi conto, pur avendolo nominato ben due volte con due atti in cui lei era un membro della Giunta, mi lascia un po' perplesso non tanto sulle valutazioni tecniche, ma sulle valutazioni politiche. Lei è l'Assessore competente in materia di artigianato di tradizione, tutti qui hanno ritenuto opportuno non fornire adeguati corsi di formazione perché ce li dobbiamo a fare nostre spese e confido che anche lei acquisisca questa sua competenza in ambito di artigianato di tradizione e di gestione dello stesso nel più breve tempo possibile perché in questo momento noi ci troviamo a usare soldi pubblici, che dovrebbero essere destinati alla valorizzazione del nostro artigianato, invece per, sostanzialmente, valorizzare l'artigianato di un privato. E questo perché la gestione di questa valorizzazione se la fa direttamente lui! Nell'ultimo Consiglio di Amministrazione - che io ho citato nella mia interpellanza ma al quale lei probabilmente non ha fatto riferimento, forse ancora in attesa delle apposite verifiche - il suddetto Presidente dell'IVAT, di fronte a un'altra proposta sulla commercializzazione degli oggetti di artigianato, ha espressamente fatto valere il suo punto di vista e fatto votare le modalità di acquisizione degli oggetti di artigianato in funzione della soluzione economicamente più vantaggiosa per lo stesso Presidente e nello stesso - come citato nella mia interpellanza, cosa che probabilmente non l'ha mossa a interessarsi sull'argomento - è per l'acquisizione degli oggetti di artigianato, prodotti dai conferitori non professionali - che sono quelli purtroppo tristemente in via di scomparsa, per esempio gli oggetti agricoli, che non esistono quasi più - il Consiglio di Amministrazione dell'IVAT dei 280 mila euro disponibili per il 2019 ha stanziato l'importo di zero euro.

Assessore, se questa è la valorizzazione che, con i soldi di noi Valdostani, il suo Assessorato fa dell'artigianato di tradizione, ebbene, io confido che dalle risultanze delle sue analisi emerga la volontà di approfondire di più la sua competenza.