Oggetto del Consiglio n. 385 del 6 febbraio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 385/XV - Interpellanza: "Individuazione di una strategia promozionale della Fontina DOP in accordo con il Consorzio Produttori e Tutela della Fontina".
Rini (Presidente) - Possiamo tornare al punto n. 30 all'ordine del giorno, per l'illustrazione, la parola al collega Ferrero.
Ferrero (MOUV') - L'iniziativa nasce da una segnalazione pervenuta da un amico piemontese, amante della Valle d'Aosta, che, trovandosi a Toronto per vacanze, ha fotografato in un esercizio commerciale, anche di una certa importanza, dei formaggi con etichetta "fontina", che avevano sotto la dicitura "product of Danimarc", quindi prodotta in Danimarca, quindi abbiamo scoperto che, tra le varie fontine taroccate, c'è anche quella prodotta in Danimarca. Tra l'altro a un prezzo tutt'altro che trascurabile: se pensiamo a quanto viene corrisposto ai nostri allevatori e a quanto viene venduta la fontina taroccata, non lo dico neanche perché mi fa innervosire. Andando poi a fare qualche altro accertamento, sentendo un po' in giro, se andiamo a New York, a Manhattan, possiamo trovare un altro tipo di fontina, o il natural cheese, anche questa ha un prezzo che è sempre superiore ai 25- 30 dollari al chilo, il che non è poco per la nostra fontina! Ultima segnalazione, ma purtroppo non sono le sole, vi è uno splendido formaggio che si chiama Belgioioso fontina, sempre danese - i danesi ci copiano parecchio - senza andare alla fontina stella del Wisconsin, anche questa presentata come un formaggio particolare.
Se da una prima occhiata potrebbe venire una certa arrabbiatura a vedere queste cose, io ho cercato di vedere la questione del bicchiere mezzo pieno, se ci copiano la fontina è perché la fontina ha una certa reputazione perché il nome fontina è conosciuto nel mondo e di conseguenza, come succede per le griffe di moda, vuol dire che ha delle possibilità. Quindi non dobbiamo arrabbiarci più di tanto, ma dobbiamo porci una domanda: abbiamo veramente messo in atto tutti gli strumenti per tutelare il nostro marchio?
Per quanto discutibile perché effettuata con una catena di fast-food, io non sono un amante dei fast-food, l'ultima iniziativa è stata vincente, perché ha permesso di fare conoscere la nostra fontina DOP, pubblicizzata, con il suo marchio, con le sue caratteristiche, al grande pubblico. L'operazione, che bisognerebbe fare e che richiede delle risorse, è un'operazione di promozione, di sensibilizzazione, bisogna cercare di farla conoscere in maniera tale che sia chiaro che la nostra fontina è una cosa e tutte queste fontine danesi no, al di là delle azioni legali che possono essere fatte, ma non ci possiamo mettere e non possiamo neanche costringere o consigliare al consorzio di aprire le cause legali in tutto il mondo, sarebbe troppo oneroso e poi alla fine non so neanche che a che risultati porterebbe. L'importante è l'azione promozionale, e come si fa l'azione promozionale? Io avevo parlato con alcuni dei dirigenti della cooperativa, alcuni anni fa, che mi avevano condotto a vedere effettivamente come erano gli impianti, e gli impianti sono all'avanguardia, essi lamentavano ovviamente, come lamentano un po' tutti, la mancanza di risorse per fare una promozione veramente efficace, perché non dobbiamo dimenticarci che la fontina è la ruota che muove tutta la nostra agricoltura e di conseguenza la conservazione del nostro territorio in funzione turistica, in funzione di tutela del territorio. C'è una specie di effetto domino positivo e se noi, se il consorzio riuscisse, ipoteticamente, con un'azione di promozione - ovviamente le risorse dovranno essere fornite dalla Regione - ad alzare anche di 2-3 euro il prezzo corrisposto ai produttori, sarebbe un bel risultato. Sono rimasto a un prezzo, che veniva corrisposto dalla cooperativa, che oscillava, a seconda della qualità del prodotto, dai 6,50 euro ai 7-8 euro che, per un formaggio di qualità, come il nostro, è molto poco.
Consultandomi anche con il collega Gerandin, che aveva esaminato la questione nel momento in cui si era occupato del settore agricoltura, mi ha riferito che era già stato intavolato una specie di dialogo per l'utilizzazione di circa un milione e mezzo di euro come contributo previsto per le domande di adesione e fissato nella misura del 70% a fondo perso, a cui si poteva attingere e di questo si era già parlato anche con la cooperativa. Quello che terrei a dire, al di là dell'iniziativa, e vorrei avere anche su questo, se possibile, garanzie dall'Assessore, io penso che uno sforzo in questo senso, uno sforzo promozionale, sia vincente perché il fine ultimo non è dare dei contributi a fondo perso, il fine ultimo è che la cooperativa possa pagare una somma ragionevole per il prodotto, che viene fatto, facendo le giuste distinzioni di qualità, perché bisogna riconoscere che sia a livello di cooperativa sia a livello di consorzio in questi ultimi anni è stata fatta un'azione secondo me coraggiosa. Quando si inizia a dire: "Ti do un po' meno perché tu non l'hai fatta così bene", all'inizio è logico che scontenti qualcuno, soprattutto per l'agricoltore, che fa il suo lavoro, dire: "Guarda che hai fatto un prodotto che poteva essere fatto meglio" non è una cosa tanto facile da fare passare, però lo sforzo è stato fatto e il miglioramento in termini di prodotto, secondo me, si è visto e le fontine che girano sono delle fontine decisamente migliori rispetto a quelle che giravano una decina, una quindicina di anni fa.
L'iniziativa vuole essere un guardare al bicchiere mezzo pieno, non al mezzo vuoto, della serie: "Ci stanno taroccando il prodotto, facciamo una brutta fine". No. "Ci stanno taroccando il prodotto, benissimo, riprendiamoci una quota del mercato del taroccamento", io dico anche solo il 10%, vedendo tutti i tipi di fontina, che ci sono in giro, se riuscissimo a riprenderci il 10% delle fontine taroccate con la nostra DOP, potremo fare i salti mortali di contentezza perché addirittura potremo arrivare anche a elevare il prezzo, ovviamente con un'azione promozionale che sia all'altezza e, per questo, lo sappiamo, è una questione di risorse. Se vogliamo andare in quella direzione, io penso che sarebbe una scelta che verrebbe condivisa unanimemente, al di là di maggioranza od opposizione, è una questione di furbizia, valorizzazione e di fare entrare dei soldi in più in Valle d'Aosta.
Président - La parole à l'assesseur Viérin.
Viérin (UVP) - Ringrazio intanto il collega e i colleghi per l'iniziativa che, riprendendo lo spunto, prescinde appunto dall'appartenenza a maggioranza od opposizione, ma è un dossier comune che ha necessità oggi di essere coordinato e rilanciato su due assi che il collega ha bene evidenziato nell'iniziativa, io aggiungerei il terzo sulla promozione coordinata, come primo asse, tutela del marchio e prezzo del prodotto, che è stato introdotto, e, al di là del prezzo della fontina in sé, anche il prezzo del latte, che poi prescinde a volte, ma che è molte importante. Intanto possiamo dire senza ombra di dubbio che il prodotto valdostano è la fontina, sia in termini di quantità sia di qualità; abbiamo la possibilità di fare azioni di promozione e di vendita, quindi di promo-commercializzazione. Abbiamo circa 400 mila forme di fontina in Valle d'Aosta, 250 mila sono della cooperativa, non dimentichiamo che altre 150 mila vengono da produttori privati che hanno necessità, insieme alla cooperativa e al consorzio, che è titolare del marchio, di azioni coordinate perché ci sia una sinergia tra l'Amministrazione in generale, tra la Regione, i privati, la cooperativa e il consorzio affinché ci sia una possibilità di sviluppo coordinato delle azioni promozionali.
Sicuramente le segnalazioni, che il collega ha evidenziato, sono segnalazioni che abbiamo ricevuto e abbiamo già peraltro veicolato a chi ha comunque un dovere d'intervenire, sappiamo benissimo che i c'è una distinzione tra quello che avviene in termini di contraffazione sul territorio regionale o nazionale rispetto a ciò che avviene fuori dai nostri confini. Qui abbiamo discusso nella scorsa legislatura del trattato CETA, in quelle occasioni avevamo evidenziato quali potevano essere i limiti di una libertà che, fuori dai nostri confini, andava alla politica dello sbaraglio. Concordo con il collega che, prima ancora di andare solo sulla tutela e su azioni che sarebbero di difficile perseguibilità, bisogna lavorare sulla promozione del prodotto e sull'elevazione della qualità affinché possiamo effettivamente ottenere i risultati adeguati, sia in termini di prezzo sia in termini di valorizzazione.
Vorrei ricordare - giustamente è stato ricordato il lavoro del collega Gerandin - che nell'ultimo anno e mezzo sono state messe in campo diverse iniziative, e vorrei ringraziare, oltre al collega Gerandin, anche il collega Nogara; mi sono fatto ricostruire tutte le riunioni, intavolate da luglio del 2017 fino all'aprile del 2018, che erano negli obiettivi di linee programmatiche di sviluppo del settore latteo caseario valdostano. Quindi vi farò avere una copia, perché è molto interessante, in cui ci sono gli ambiti, le necessità, le azioni del breve periodo, chi fa e che cosa e all'interno di questo gruppo di attori coinvolti vi erano l'Assessorato, l'Institut Agricole, l'AREV, l'ANABORAVA, il Consorzio Produttori e tutela della DOP fontina, cooperativa produttori latte e fontina, caseifici, cooperative, privati, ARPAV, che è questa associazione di proprietari di alpeggio, che hanno fatto una strategia su una tipologia di fontina di alpeggio, Mouvement Montagne e altri attori interessati. E quindi è stato importante perché questo lavoro propedeutico, nell'obiettivo dello sviluppo futuro, ha la costituzione di un comitato d'indirizzo, che possa monitorare e sviluppare in forma coordinata le azioni previste nei diversi ambiti, che sono rappresentati qui, quindi questo è il lavoro profondo e propedeutico a fare ciò che oggi siamo pronti a rafforzare in termini di sinergia e di azioni concrete.
I fondi citati, che sono quelli della misura 3.2, sono fondi del piano di sviluppo rurale, che ci sono e quindi bisogna utilizzarli, bisogna utilizzarli per azioni che siano concordate e coordinate, sapendo che la tutela del marchio è in capo al consorzio, ma che, giustamente, una regia regionale - come sottolineava il collega - è fondamentale, insieme a iniziative che dobbiamo mettere in campo, penso al rilancio, dall'anno scorso, del "Modon D'Or" e quest'anno riproporremo la borsa della fontina, proposta diversi anni fa quando aveva portato, pensate, alla vendita della fontina fino a 85 euro al chilo in certi negozi su piazze importanti. Con l'accordo, che abbiamo fatto anche con il tartufo d'Alba, la questione di valorizzazione di due prodotti di eccellenza, insieme alla partecipazione a "Cheese", piuttosto che ad altri saloni e fiere sul mercato svizzero, sapendo che bisogna fare un accordo per una possibilità in più di vendita all'estero. Noi abbiamo avuto un incontro recentemente con la Chambre, la Camera di Commercio, come ente che potrebbe essere abbinato al consorzio cooperativa per questa parte... dobbiamo superare delle difficoltà di vendita all'estero, questo con L'Enit potrebbe essere risolto. Questo per dire che concordiamo appieno sul fatto che bisogna avere delle strategie comuni e condivise di promozione del marchio, anche magari con risorse regionali, al di là di quelle del PSR, e risorse intese anche come strategie concordate con loro, affinché si possano studiare i mercati dove promuovere questo prodotto e andare sulla promo-commercializzazione.
Sicuramente la questione del prezzo deriva da queste azioni di promozione e di promo-commercializzazione. Concordo anche sul fatto che tutte le azioni - se hanno un senso e se hanno una possibilità di valorizzare un marchio, che è un marchio della Valle d'Aosta, differenziando la qualità e le tipologie di utenza - hanno la possibilità oggi di dare dei risultati. Crediamo anche che il reddito sia lo stimolo per un settore, in questi ultimi anni in difficoltà, e che quindi le principali azioni che si possono fare sono quelle sul prodotto. Venerdì ci sarà la convocazione della prima riunione del tavolo dell'agricoltura dove nell'ordine del giorno, al di là della PAC Post 2020, al di là dell'avanzamento del PSR e del consorzio di miglioramento fondiario, ci sarà la questione della filiera agroalimentare.
Io porterò le istanze e le proposte che lei ha ben sintetizzato in questa iniziativa che credo siano in sillon di ciò che è stato fatto in questo ultimo periodo, affinché siano ben differenziate le azioni che possiamo mettere in campo in Valle d'Aosta e fuori dalla Valle d'Aosta; per esempio sulle misure PSR della 3.2 avevano avuto accesso nel passato ad azioni che erano rivolte in Valle d'Aosta: noi avevamo detto "Va bene, però abbiamo necessità di fare azioni soprattutto fuori dai nostri confini, di fare conoscere e soprattutto di rilanciare o migliorare la consapevolezza che un formaggio di qualità deve avere anche un prezzo adeguato di vendita" altrimenti non fa parte di quelle strategie, basti pensare ai grandi formaggi piemontesi - senza scomodare solo il Castelmagno - che hanno avuto negli anni delle strategie per portare il prezzo a una certa dignità e anche di più.
E vi è soprattutto la questione di avere - concordandolo con i produttori, i consorzi e la cooperativa in primis, ma i produttori in sé, che sicuramente sono più che d'accordo su questa questione - azioni mirate e occasioni, in Valle d'Aosta e fuori, per puntare su questo prodotto perché, al di là di tanti altri prodotti che sono a corollario, è il prodotto che per qualità e quantità abbiamo la possibilità di vendere, insieme a tutta la parte di filiera agroalimentare.
Quindi, al di là di riassumere in questo documento le azioni che metteremo in campo, assumiamo l'impegno di tenere alta l'attenzione su questo dossier che rimane prioritario, come giustamente lei ha evidenziato.
Président - Pour la réplique, la parole au collègue Ferrero.
Ferrero (MOUV') - Il fatto di sapere che l'azione che era stata intrapresa viene continuata quando già c'erano stati incontri tra i rappresentanti della cooperativa e anche i privati, perché ovviamente il compito dell'Amministrazione regionale è di fare da trait-d'union... la concorrenza è sempre positiva nel senso che se si tratta di fare meglio quello non può che portare a un'elevazione del prodotto.
È ovvio che forse è venuto il momento di partire e, come diceva lei, non trascuriamo il mercato svizzero e francese dove i formaggi hanno una quotazione che è una quotazione elevata e ci sono delle qualità che sono simili - perché ogni formaggio ha una storia, ha delle caratteristiche peculiari, però sono simili al nostro - e non dimentichiamo neanche le vicine piazze del Piemonte e della Lombardia dove nei mercati, vicino alla fontina a 12,90, io vedo la fontanella a 8,90, che tra l'altro ha forma e colorazione simile alla fontina, addirittura c'è un qualcosa che scimmiotta il marchio verde, per cui un'azione promozionale mirata nelle piazze di Torino e delle principali province piemontesi e di quelle lombarde per far capire che c'è una bella differenza potrebbe essere utile perché la gente, che compra, spesso è distratta. Sta a chi promuove il prodotto far capire quali sono le differenze.
Raccoglierò la documentazione di cui lei mi ha detto. Sulla base di quanto detto rimango ottimista, però se riuscissimo poi anche a calendarizzare, a fare una specie di programma per dire: "Entro tale data facciamo questo, entro tale data facciamo altro", non ci perderemmo e, se poi cambiano le maggioranze, non fa niente.
L'importante è che se c'è una cosa buona sia portata avanti da tutti, indipendentemente da chi sta seduto sulla poltrona.