Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 373 del 5 febbraio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 373/XV - Interpellanza: "Notizie in merito all'iter per la nomina del Direttore e del Comandante di polizia penitenziaria presso la Casa circondariale di Brissogne".

Rollandin (Président) - Point n° 22 de l'ordre du jour. La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - All'inizio del mese di ottobre quest'aula ha votato all'unanimità una risoluzione che avevamo proposto e che impegnava il Governo a collaborare con gli organi statali al fine di chiedere la nomina tempestiva del Direttore della Casa circondariale di Brissogne e del Comandante della Polizia penitenziaria. In quella occasione l'impegno aveva anche previsto che, entro il mese di novembre, si sarebbero riferiti in Consiglio gli esiti di tali contatti e che appunto ci sarebbe stata una comunicazione. Come sappiamo, poi c'è stato un periodo di turbolenza e poi il successivo cambio di maggioranza. Nel frattempo la situazione all'interno del carcere si è fatta più problematica con anche alcuni episodi che hanno evidenziato ancora di più le gravi carenze di cui soffre il sistema penitenziario dei distretti del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e del nostro carcere in particolare. Il 4 gennaio scorso c'è stata una protesta dei detenuti, come ben saprete, che è stata scatenata dalla reazione di uno di loro, che, come poi si è appreso successivamente, in alternativa alla pena che gli era stata comminata, aveva chiesto e ottenuto di essere espulso dall'Italia per tornare nel proprio Paese, per raggiungere un genitore in fin di vita e, non vedendo sbloccarsi la situazione, visto che gli era stato assicurato questo cambio di pena, aveva avuto una reazione esagerata, che poi ha generato una successiva ondata di protesta da parte degli altri reclusi. È stato chiesto l'intervento del Direttore provvisorio, del Direttore incaricato da Saluzzo, che ha reso una dichiarazione ai giornali in cui ha riportato quel fatto nelle sue giuste dimensioni e ha affermato che in quel caso, come peraltro era già accaduto in altre occasioni, era stato sufficiente semplicemente ascoltare le richieste di quel detenuto e di altri, di dimostrare una certa attenzione alle loro situazioni per superare una situazione che era diventata di emergenza.

Nella mia interpellanza ho riportato le parole del Direttore incaricato, che ha sottolineato come alcuni periodi dell'anno, soprattutto quelli prefestivi, sono particolarmente difficoltosi per quei detenuti, soprattutto quelli più poveri e stranieri, che patiscono un maggior senso di abbandono. Quello che è successo ci conferma una volta di più, se ancora fosse necessario, che sia particolarmente importante in una struttura come quella del carcere di Brissogne avere un direttore stabile che continui a monitorare i detenuti nella loro situazione di quotidianità e sia di effettivo supporto per tutto il personale del penitenziario.

Ciò detto, noi chiediamo al Presidente del Governo regionale se in questo periodo ci sono stati e quali sono stati "i contatti con gli organi statali competenti e a quale punto è l'iter di questa nomina del Direttore e del Comandante della polizia penitenziaria" e domandiamo anche "quali sono gli intendimenti del Governo circa gli adempimenti in materia di sanità penitenziaria", che è prerogativa della nostra Regione in quanto anche disagi di questo tipo, come quello che ho evidenziato, rientrano in una situazione di tranquillità sanitaria.

Presidente - Per la risposta, la parola al Presidente Fosson.

Fosson (GM) - Consigliera Minelli, intanto la ringrazio per avere riportato all'attenzione la situazione di questo carcere che, come lei ha descritto, e forse ancora di più, è veramente un grosso problema. Il carcere in Valle d'Aosta noi non lo possiamo gestire, viviamo questa situazione di gravi difficoltà. Non solo, dopo la sua risoluzione del 4 ottobre 2018... ma devo dire che tutti gli amministratori, quelli del passato, ma anche quelli che mi hanno preceduto, lo voglio sottolineare, hanno cercato in tutti i modi di risolvere quei problemi che lei ha segnalato, senza al momento ottenere dei risultati. Devo dire che chi aveva dei forti rapporti con il Governo centrale se n'è occupato in modo corretto e onesto, ma non è riuscito a risolvere questo problema del direttore che non c'è. Io, perché non sempre stiamo a guardare, ho ricevuto una settimana, dieci giorni fa la Direttrice del carcere, la Dottoressa Marino, molto performante, brava, capace, c'è stato un lungo discorso, ma lei si pone in una situazione di un Direttore che è anche Direttore del carcere di Novara, che viene su due giorni la settimana e che quindi soffre, lei per prima, donna brillante, l'impotenza di risolvere questi problemi e non sa neanche quanto ci rimarrà lei, perché è stato poi un colloquio molto franco. Un Direttore che venga su solo due giorni in un carcere di 250 detenuti, con dei detenuti con delle condanne serie è sicuramente un abbandono di questa situazione e quindi non ci sta bene, ma non stava bene neanche alla Direttrice questa situazione. Non solo, il comandante delle guardie cambia una volta al mese, aggiungo ancora che anche il magistrato di sorveglianza cambia nel giro di pochi mesi, cioè un detenuto comincia ad avere un rapporto costruttivo con un magistrato di sorveglianza e questo cambia dopo un mese o due.

Su suggerimento della Direttrice, ho telefonato e sentito il Provveditore delle carceri di Torino, il dottor Liberato Guerriero, abbiamo avuto un lungo colloquio e mi ha assicurato che la prima volta che verrà ad Aosta ci incontreremo, ma mi hanno ribadito questo fatto: che nessuno vuole venire a fare il Direttore in questo carcere. Ci sono dei bandi, dei concorsi e non si presenta nessuno. È un carcere che, oltre a questo numero in crescita, ha una popolazione che cambia rapidamente, stanno poco e quindi è possibile fare pochi progetti di recupero. Io le dico che i primi cinque anni del mio Assessorato, quando rimase lì per tre o quattro anni un Direttore del carcere che tutti si ricordano: il dottor Minervini, si erano stabiliti dei contatti, dei rapporti, dei percorsi di crescita o comunque alternativi, cioè di uscita dal carcere. La Direttrice mi raccontava come a Novara riescono ad andare a fare i giardinieri, si portano a casa due soldi e non provocano alcun problema di ordine pubblico nello stesso tempo. Era stato possibile però perché Minervini era stato qua quattro anni e la dottoressa mi ha detto: "io dovrei sorvegliare questi progetti, ma ci sono solo due giorni alla settimana". Cosa fare? Perché a questo punto bisogna decidere tutti insieme che cosa fare. Il dottor Liberato Guerriero proponeva di fare dei concorsi regionali, cioè io penso che ci siano dei valdostani con delle caratteristiche per fare il Direttore del carcere nella loro Regione, però questo deve avere l'avallo del Ministero. Lui mi ha assicurato che avrebbe portato questa proposta.

Aggiungo che nel 2017 è scaduto il protocollo di intesa con il Ministero della Giustizia che la Regione ha proposto e fortemente sostenuto nel 2007 per inquadrare formalmente l'attenzione che le strutture pubbliche e le associazioni di volontariato pongono da sempre alle attività di rieducazione e reinserimento dei detenuti. La Regione ha fatto tutto il possibile per rinnovare questo Protocollo di Intesa, cosa che ad oggi non è ancora stata possibile anche per la mancanza di un interlocutore che conosca la realtà della Casa circondariale di Brissogne con cui confrontarsi.

È una situazione difficile, anche per l'aspetto sanitario, che lei ha citato. Forse lei non si ricorda, ma una volta l'assistenza sanitaria nelle carceri era compito del Ministero, poi il Ministero ha passato la convenzione con noi, diminuendo notevolmente la cifra. L'USL integra notevolmente, ma comunque la retribuzione all'interno delle carceri, degli specialisti, per decreto ministeriale, è bassa e non si trovano delle volte gli specialisti.

Cosa fare? Me lo chiedo anch'io. Io sono sicuro che tutti qui dentro si sono attivati. Bisogna stabilire un rapporto con il Ministro, ma in questo momento abbiamo difficoltà a parlare con i Ministri. I nostri Parlamentari si sono già attivati, devo dire che le interpellanze e le question time fatte alla Camera e al Senato sulla necessità di dare una direzione stabile al carcere di Aosta ci sono state. Rimaniamo però in questa situazione che ha ben descritto lei e che le assicuro non è una situazione che sottovalutiamo, pensiamo che debba essere sicuramente modificata per una dignità del carcere ma anche per un'immagine della Valle d'Aosta che vuole entrare in questo discorso di riabilitazione in modo positivo, c'erano delle panetterie, fabbricavano dei dolci una volta. Essendo dei carcerati che cambiano in fretta, è diventato un po' la valvola di sfogo per tutte le altre carceri, cioè se hanno qualcuno che non sanno dove mettere, lo mandano ad Aosta. Io penso che, se queste iniziative non andranno a traguardo, questo Consiglio tutto dovrà fare qualcosa, perché la situazione è impossibile da tollerare... nonostante i tentativi onesti e la fatica di tutti che hanno cercato fare qualcosa, rimane questa Direttrice che viene solo due giorni, che è demotivata, triste perché non può fare quello che vuole e spera di andare via presto, nessuno vuole venire a fare il direttore qua.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Ringrazio il Presidente Fosson, che, con le sue parole, ha non solo confermato quanto ho detto, ma ha rafforzato la gravità della situazione. Capisco, da quello che lei ci ha spiegato, che in passato e anche in tempi più recenti sono stati fatti dei passi e si è cercato di trovare perlomeno un contatto per addivenire a una soluzione. Mi preoccupa però il tono rassegnato con cui lei mi ha risposto, perché, se ci rassegniamo, è grave. Lei ha detto che esiste forse - ed è da verificare - la possibilità di fare dei concorsi regionali. Proviamo a lavorare in questo senso, attiviamo il più possibile la nostra Deputata e il nostro Senatore affinché prendano dei contatti in questo senso. Io credo che, se da parte della Presidenza, ma anche di tutto questo Consiglio, c'è un'azione forte di sostegno, una richiesta specifica anche in questo senso, di verificare questa possibilità... dobbiamo mettercela tutta, dobbiamo esplorare tutte le strade possibili, soprattutto credo che non dobbiamo fare venire meno l'attenzione a questo problema, perché poi spesso succede che, di fronte alla difficoltà - e io mi rendo conto che c'è una difficoltà oggettiva -, poi si crea quasi... non chiamiamola rassegnazione ma disillusione. Io credo che, fintanto che ci si crede a una cosa e la si porta avanti, qualche speranza c'è, quindi l'invito è al Presidente, ma a questo punto anche ai nostri rappresentanti parlamentari e a tutto il Consiglio di continuare a sostenere questa problematica. Non possiamo tra 2-10 anni trovarci ancora in questa situazione, anche perché poi alla fine una situazione di questo tipo si paga e si può pagare in maniera anche molto cara, quindi dobbiamo stare attenti.

Dalle ore 18:26 riassume la presidenza la Presidente Rini.

Rini (Presidente) - Sospendiamo i lavori per una breve riunione della Conferenza dei Capigruppo.

La seduta è sospesa dalle ore 18:26 alle ore 18:34.