Oggetto del Consiglio n. 358 del 5 febbraio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 358/XV - Reiezione di mozione: "Impegno del Presidente del Consiglio a realizzare un percorso di formazione specifica a favore dei Consiglieri regionali".
Rini (Presidente) - Punto 6 all'ordine del giorno. La parola alla collega Pulz per l'illustrazione.
Pulz (ADU VDA) - Con questa iniziativa noi vogliamo richiamare l'attenzione sul fatto che nell'Amministrazione pubblica le problematiche da affrontare e dominare sono davvero tante, variegate e tutte ugualmente importanti, e richiedono quindi notevoli e ampie competenze, solo in parte sviluppate da ciascun Consigliere nella sua precedente attività lavorativa. In tutta modestia e umiltà, doti che ci sembrano sempre più rare e mai eccessive nel nostro attuale mondo di pseudo esperti in qualsiasi settore, dietro un tuttologo rischia di nascondersi un "nihilologo", un "nientologo", mentre il lavoro nelle Commissioni consiliari permanenti, nonché in Consiglio regionale, richiede da parte di tutti i Consiglieri, quelli di fresca nomina come quelli di antica esperienza, un approccio serio, documentato e approfondito alle molteplici questioni da trattare con consapevolezza e con cognizione di causa.
In tutti gli ambienti di lavoro e nei diversi ordini istituzionali non a caso vi è la necessità di formazione specifica continua, che infatti viene definita "formazione permanente". Non ha, quindi, alcun senso ritenere che il candidato dovesse formarsi prima delle elezioni, perché la verità è che è tenuto a formarsi prima, durante e dopo, esattamente come ogni essere umano che è in formazione permanente da 0 a 99 anni, o, come ama dire il Senatore César Dujany, "da 0 a 105 anni". Io stessa, tra molte parentesi, ho fatto formazione da formata e anche da formatrice per 29 anni come insegnante, sia nel momento fecondo in cui la Regione investiva tanto sulla formazione soprattutto bilingue, sia in seguito, quando le spese per la formazione sono diventate volontarie e a carico del singolo docente fino all'introduzione dei famosi 500 euro. Sto usufruendo ancora della formazione come pubblicista e vedo che tanti giornalisti valdostani vi partecipano; spero che il motivo non sia solo l'obbligo dei crediti.
Sosteniamo con grandissima convinzione che solo attraverso la formazione continua si possa uscire dalle idee paludose per assumerne consapevolmente delle nuove, dei nuovi punti di vista più aggiornati, più coraggiosi ed efficaci, perché la formazione è senz'altro il più importante strumento che possediamo per generare cambiamento. Questa prospettiva ci pare tanto più indispensabile laddove si debbano prendere decisioni con conseguenze gravose per tutta la cittadinanza, mentre una formazione ampia, qui in Consiglio, fatta sul campo, rischia di essere monopolio solo di chi ha alle spalle una lunga carriera politica.
Se in Italia sono tantissimi i nati "imparati" e con la scienza politica infusa, come ci insegna il popolo dei social, proprio mentre la formazione della classe dirigente - che i partiti hanno garantito per molti anni - tende a venire meno, a livello internazionale la formazione degli eletti è invece prevista da diversi governi, rientra nei loro doveri ed è organizzata sistematicamente e con grande cura. Basta navigare sui siti, per esempio quello del Regno Unito, del Belgio o del Governo francese, a cui abbiamo fatto riferimento in particolare, laddove si illustra la formation dans le cadre de l'exercice des fonctions du gouvernement français selon lesquelles "Afin de pouvoir exercer au mieux les compétences qui leur sont dévolues, les élus locaux ont le droit de bénéficier d'une formation individuelle adaptée à leur fonctions [...] selon les modalités définies par l'organe délibérant de la collectivité. Le conseil municipal, général ou régional, ainsi que le conseil communautaire des communautés de communes, d'agglomération et urbaines, doivent en effet, dans les trois mois suivant leur renouvellement, délibérer sur l'exercice du droit à la formation de leurs membres. Ils déterminent les orientations et les crédits ouverts à ce titre".
La nostra sollecitazione ha senz'altro minori pretese e ha il semplice scopo di mettere in piedi una prima formazione la cui partecipazione resti volontaria e in cui si affrontino le tematiche ritenute particolarmente urgenti, che noi abbiamo presentato nella mozione ? e voglio chiarirlo bene ? a mero titolo esemplificativo, con la possibilità per chiunque, ovviamente, di avanzare proposte alternative.
Il grande scoglio per tutti credo sia il bilancio regionale. Forse può sentirsi escluso chi ha una laurea specifica in economia e commercio, per tutti gli altri credo che davvero rimanga un grande scoglio, anche per chi avesse affrontato altre tipologie di bilancio - come era successo a me per un altro ente, chiaramente non paragonabile alla Regione - o per chi ha precedentemente lavorato in un Consiglio di amministrazione o fosse anche in un Consiglio comunale.
Un secondo argomento potrebbero essere gli strumenti ispettivi a disposizione del Consigliere regionale, modalità e loro efficace utilizzo a seconda delle iniziative che si intendano proporre. Un altro esempio potrebbe essere come comunicare più efficacemente nelle sedute del Consiglio regionale, per rendere più accattivanti e interessanti questi momenti pubblici per quanti hanno la volontà, e forse soprattutto la pazienza, di seguirne i lavori. Poi, per esempio, si potrebbe parlare dell'organigramma degli uffici del Consiglio regionale, quali sono i ruoli e quali le competenze, per capire con più facilità, e senza passare il poco tempo disponibile a mendicare informazioni, a chi rivolgersi in base alle sue competenze specifiche. Forse da fuori non sembra, ma i politici responsabili lavorano davvero tanto e non hanno molto tempo libero.
Proprio a queste diffuse competenze da parte dei funzionari, dei dirigenti e dei coordinatori regionali si potrebbe far ricorso, quindi, senza alcun costo aggiuntivo per la comunità ? lo sottolineo bene ? e con un impiego ridotto del tempo di ciascuno di loro, a cui verrebbe chiesto al massimo un intervento - lo ipotizzo - di tre ore annuali. Il personale interno, infatti, oltre che essere molto gentile, dote da non sottovalutare, ha notevoli competenze in campo economico e giuridico e potrebbe essere utilmente coinvolto in questa importante operazione. Qualcuno ha obiettato che gli uffici sono sempre aperti e disponibili a offrire informazioni a ciascuno di noi, ma a mio avviso sarebbe invece utile, come si usa fare in tanti contesti di formazione oggi a livello internazionale, creare dei momenti di scambio tra i Consiglieri. Scambio di buone pratiche e non di quelle cattive, e prevengo con questa precisazione il sarcasmo che potrebbe scatenarsi su questo punto molto dolente. Non penso, quindi, a un contatto del singolo Consigliere con il singolo dirigente esperto, ma a una formazione collettiva che permetta uno scambio spontaneo di informazioni e di saperi.
Certo, poi ci sono dei prerequisiti che ogni Consigliere deve già avere quando approda in quest'Aula, per esempio il profondo senso delle istituzioni e della legalità. Certamente non tutto può essere appreso tramite corso di formazione, penso per esempio al coraggio. Come diceva Don Abbondio nei Promessi Sposi, il coraggio uno non se lo può dare, così come non può darsi nessun'altra virtù che non possegga già. Il suo animo dev'esserne già in possesso.
Chiediamo quindi alla Presidente del Consiglio, nella sua qualità di garante super partes, e all'Ufficio di Presidenza, se vi siano reali opportunità per tutti i Consiglieri eletti di usufruire di momenti di formazione specifica collettiva. Lo ripetiamo, viste le incredibili polemiche che questa mozione ha suscitato prima di essere illustrata: a titolo volontario e senza che si prevedano costi aggiuntivi per la comunità.
Presidente - Apriamo la discussione generale. Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola la collega Nasso.
Nasso (M5S) - Finalmente arriva in Aula questa mozione che ha fatto tanto parlare ancor prima di approdare qui.
Fare politica non dovrebbe essere un mestiere o una professione, dovrebbe essere una dichiarazione di civismo, una forma di passione e impegno per essere utili al Paese e ai cittadini mettendosi al servizio di questi ultimi per un lasso di tempo che, a mio avviso, non dovrebbe essere troppo lungo. Dovrebbe essere anche l'occasione per far conoscere ai cittadini le proprie idee, senza presunzione alcuna.
I miei colleghi ed io abbiamo sostenuto questa mozione con il genuino intento di avere un supporto tecnico in determinate scelte. Il politico non può essere un tuttologo e, sebbene esistano dei politici che hanno voglia di studiare e prepararsi, è anche vero che ne esistono tanti altri che durante il loro mandato pensano a presenziare qua e là offrendo da bere. Questa frase la scrissi all'epoca su un social e mi è stata tanto criticata. Chiedo scusa se ho offeso delle sensibilità, ma se tante persone si sono sentite così offese e sconvolte magari è perché un po' di verità dietro questa frase c'è.
In Consiglio regionale siamo 35 persone con 35 esperienze lavorative diverse ed è quindi fisiologico che tutti non possiamo sapere tutto; chi dice il contrario mi viene da dire che mente sapendo di farlo. Ne abbiamo sentite di tutti i colori nei giorni in cui gli organi di stampa hanno divulgato la notizia dell'iniziativa della collega Pulz di Impegno Civico e la cosa simpatica è che alcuni esponenti di un determinato partito ? dispiace parlare dei non presenti, ma ho voglia di dirlo ? si sono subito sentiti indignati, sconvolti, perché subito risultava che i primi firmatari erano i Consiglieri del Movimento 5 Stelle: i soliti incompetenti, vergogna! Poi si sono accorti che la prima firmataria era la collega Pulz, che doveva stare un po' più simpatica di noi, e allora si sono un po' salvati in corner. È stato uno spasso vedere come alcuni si siano arrampicati sui vetri.
Fare il Consigliere regionale non è un punto d'arrivo, l'ho già detto e lo ripeto, è un punto di partenza. La sfida si vince se si portano a casa dei risultati o se si riesce a trattare e a portare qui dentro alcuni argomenti. La sfida non si vince come riusciamo a sederci su queste poltrone, che sono anche scomode. Ci sono tante persone che lavorano per il Consiglio regionale e anch'io mi accodo alla collega Pulz, che ringrazio. Pensiamo se si potessero staccare anche alcune persone competenti nelle varie amministrazioni, magari per brevi periodi, magari solo per qualche ora, nei pomeriggi: sarebbero delle risorse in più per migliorare le competenze di tutti noi, magari senza aggravio sul bilancio, e mi vien da dire perché no. Dobbiamo pertanto continuamente migliorarci con umiltà, dobbiamo metterci in discussione ogni giorno, ogni istante.
La formazione dovrebbe essere sempre un piacere, un motivo di miglioramento, di apertura e di crescita. Nessuno è nato "imparato", come si suol dire, e la realtà, sempre più complicata, richiede competenze enormi. Nell'umiltà di ammettere di non essere onniscienti io non vedo nessuno scandalo; gli scandali sono ben altri, soprattutto in questi giorni. Un conto è formarsi per qualcosa di specifico, un conto è fare il politico dove capita di analizzare davvero tante questioni, ed è impossibile essere tuttologi. Ovviamente io mi sono preparata e ho studiato per avere una base, ma la politica è sempre in evoluzione e in movimento, e la base non basta. Sicuramente alcuni colleghi che sono qui da 11, 15, 10, 6 o 42 anni ne sanno, si muovono in maniera più semplice di noi poveri novellini, e sono proprio loro che poi si sono sentiti scandalizzati per questa iniziativa.
Ho sentito alcuni commenti e alcune riflessioni che mi inducono a pensare che molti non abbiano capito il vero senso della mozione, che semplicemente abbiano espresso il loro dissenso per partito preso, e in questo caso non è una battuta. Credo che la volontà onesta di apprendere e di formarsi per svolgere correttamente le proprie mansioni denoti semplicemente umiltà, contro l'antipatica presunzione di sapere tutto. Purtroppo dietro la giustificazione del "non conosco" o "non sapevo" si sono compiute scelte scellerate, con gravi ricadute economiche per i cittadini valdostani. Qui faccio l'attualissimo esempio di alcuni di voi che, solo per aver schiacciato il tasto verde qui in Aula o alzato la mano in una riunione di Giunta, ora stanno passando guai seri. Pensate se prima di fare quelle scelte aveste chiesto consulenza a due, tre, quattro, cinque, otto esperti, o aveste fatto un corso per comprendere cosa comporti lo spostamento di 140 milioni di denaro pubblico. Questo è un esempio forte che non vuole assolutamente essere una polemica.
L'intento è quello di migliorare una situazione deteriorata con la genuina umiltà che chi si candida è preparato su una visione globale, ma non nello specifico. Mi hanno personalmente anche fatto sorridere le persone che hanno detto che noi non abbiamo le basi, ci manca il cursus honorum, ci mancano i fondamenti di storia, ci mancano i fondamenti di storia delle istituzioni politiche, e tutte queste belle frasi pompose, peccato che queste critiche siano mosse da coloro che hanno fatto campagna elettorale per uno e adesso sono per un altro. Le persone preparate hanno la necessità di aggiornarsi e sono in formazione continua, non vedo perché debba essere diverso per noi Consiglieri regionali che stiamo gestendo la cosa pubblica. Non siate così critici senza fare un po' di sana autocritica.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Ferrero.
Ferrero (MOUV') - Intanto premetto che ogni iniziativa è valida, ha dei punti che sono interessanti e non si vuole certo banalizzare la questione della formazione del Consigliere regionale. C'è però da dire più di una cosa.
Io guardo i punti del vostro provvedimento e noto che ci sono comunque richieste che potrebbero apparire un po' capziose. Al punto a) chiedete un approfondimento su "gli strumenti ispettivi del Consigliere regionale: modalità e utilizzo". Secondo me, dobbiamo porci un'altra questione preliminare che possiamo anche affrontare assieme, anzi vi invito. Attualmente io ho due richieste di accesso agli atti negate e contavo sulla considerazione della Presidente del Consiglio, ma si vede che avrà avuto altro da fare, probabilmente poi mi risponderà e mi dirà qualcosa. Siamo di nuovo a quattro o cinque anni fa, quando col collega Cognetta abbiamo fatto il ricorso al TAR e, successivamente, al Consiglio di Stato: io mi sto di nuovo chiedendo se devo spendere altri 10 o 15.000 euro dei fondi dei gruppi consiliari per nominarmi l'avvocato e fare i ricorsi, e se l'Amministrazione, tramite Finaosta, spenderà, per prendersi super professori universitari fino all'ultimo grado di giudizio per poi perdere di nuovo, magari altri 40.000 euro. È per quello che volevo instaurare proprio con la Presidente un dialogo aperto e dire: sentiamoci anche con il Presidente della Finaosta e vediamo, visto che era stato messo in dubbio il principio che il Consigliere sostanzialmente non garantisse la riservatezza sui dati trasmessi. Sentiamoci, io firmo anche qualcosa davanti al notaio che non dirò niente a nessuno di quello che leggo. A monte, quindi, c'è un problema principale: lo strumento non funziona. Noi studiamo uno strumento che non funziona? Io avrei dei dubbi. Miglioriamo lo strumento e poi facciamo tutti gli approfondimenti per come utilizzarlo, ma attualmente l'accesso agli atti in alcuni ambiti - vedi società partecipate - non funziona.
Punto b): "il bilancio regionale: come leggerlo ed emendarlo". Per carità, va bene, sulla contabilità si può capire che ci sia una necessità di approfondimento, e ben venga.
Al punto c), però, inserite: "la comunicazione efficace - scritta e orale - in vista delle sedute del Consiglio regionale". Abbiate pazienza, questa è una questione che esula dalla preparazione e dalla formazione che l'istituzione Consiglio regionale deve dare. È una questione che si deve trattare a livello di movimenti politici o a livello personale facendo un corso; non si può pretendere di diventare bravi, di diventare esperti o dei comunicatori a spese del Consiglio regionale. È una questione personale, ognuno sente con la propria sensibilità se comunica bene e, se comunica un po' meno bene, cercherà di migliorarsi. Non si può rimandare all'istituzione una tale questione.
Punto d): "l'organigramma degli uffici del Consiglio regionale: ruoli e competenze". Colleghi, io parlo sempre dalla mia modesta carriera in Regione di 28 anni e vi posso assicurare una cosa: la disponibilità e la preparazione che ho trovato negli uffici del Consiglio regionale, dalle segreterie agli informatici, alla contabilità e a tutto il resto, effettivamente non le ho mai trovate in nessun altro Assessorato. Ne ho girati sei, quindi vi posso dire effettivamente che c'è una qualità elevata. Che poi ci siano stati problemi di personale, uffici un po' sguarniti - mi riferisco alle segreterie - lì va bene, sono d'accordo, però abbiamo un livello qualitativo che è molto alto.
Un'altra cosa, e mi rivolgo soprattutto ai colleghi del Movimento 5 Stelle. Voi siete sicuramente al corrente che nella Regione Piemonte e nella Regione Liguria i Consiglieri regionali hanno addirittura diritto a un collaboratore pagato dal Consiglio. Vogliamo porci anche questa domanda? Non dico che tutti dobbiamo avere il collaboratore, ma è utile? Mi risulta che in queste Regioni nessuno abbia rifiutato il collaboratore. Il collaboratore potrebbe essere una persona che ti supporta anche negli argomenti più difficili, sui quali magari hai più difficoltà a fare formazione e che, di conseguenza, ti consente di fare un'azione più approfondita. Anche se l'indirizzo è condivisibile, come spunto per iniziare un discorso mi sta bene, ma se lo vediamo come un provvedimento o un'iniziativa che risolva qualcosa, sostanzialmente penso che non risolverà nulla.
L'invito che quindi rivolgo è su questioni pratiche: diritto di accesso agli atti, collaboratori e risorse messe a disposizione, cose che proprio si toccano. Troviamo un accordo, iniziamo un discorso in Commissione, che sicuramente sarebbe utile. Non denunciamo semplicemente un'iniziativa che si è prestata poi ovviamente a tutta una serie di strumentalizzazioni, perché si dice "ma allora non sono preparati". Il problema dell'esperienza è relativo perché, laddove il Consigliere regionale non riesce ad arrivare con le sue conoscenze, con le sue esperienze pregresse, deve avere gli uffici, i collaboratori o i consulenti che lo affiancano e, soprattutto, deve poterseli permettere e, in primis, deve avere tutta la documentazione che richiede per poterla esaminare.
Mi sembra pertanto che qui si sia iniziato a costruire il tetto senza fare le fondamenta e la mia è una critica costruttiva, non ho fatto battute. Il problema è che mancano tutta una serie di presupposti che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle nella precedente legislatura e che non sono stati affrontati. Ben venga questo sasso che è stato lanciato, però non pensiamo che sia l'istituzione "Consiglio regionale" che debba far fronte a certi bisogni. Ho le mani, datemi la cintura per tener su i pantaloni, ma la cintura deve reggere: a livello di richieste di accesso agli atti, a livello di consulenze, a livello di collaboratori. Nell'ottica ascetica del "tagliamo i fondi dei gruppi consiliari, non prendiamo nessuno e facciamoci un corso di formazione", si può andare alla guerra anche con la fionda, ma le bastonate che si prendono vi assicuro che dopo sono forti!
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Attendendo di intervenire, ho pensato a una reminiscenza della mia esperienza governativa. Un collega mi disse che se volevo fare il tecnico dovevo fare un concorso, vincerlo e poi entrare nell'Amministrazione.
Credo che il tema della formazione - come ha detto anche il collega Ferrero e com'è nell'animo di questa iniziativa - sia sicuramente molto importante. Io vengo da una realtà tecnica e forse il mio approccio è giustamente viziato da essa, una realtà che crede nella formazione sicuramente di base, ma soprattutto in quella che si fa sul campo. Molto probabilmente alcuni degli argomenti che ponete nella vostra iniziativa ? non voglio volgarizzare, ma semplifico ? possono anche essere risolti con un bigino: il primo giorno di Consiglio esplicita, espone e fa capire a chi si presenta qui come funziona. In parte qualcosa già c'è, magari lo si può rendere più simpatico e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio penso potrebbe impegnarsi in tal senso. Nel complesso, però, bisogna evitare - e forse è qui il vero punto debole dell'iniziativa - di mischiare un approccio tecnico, le competenze e le esperienze personali con quello che invece è il ruolo della rappresentanza, del rappresentante.
Ci sono argomenti molto complessi, e vi assicuro che ho avuto l'occasione di poter imparare sul campo la macchina amministrativa, un bilancio regionale e le tecniche -le technicality, come si direbbe in inglese - di presentazione di emendamenti, coperture finanziarie e quant'altro. Sicuramente nessuno nasce "imparato", ma io credo che, come già detto dal collega che mi ha preceduto, ci sono degli uffici a supporto e ognuno di noi deve formarsi, autoformarsi e farsi aiutare anche da enti esterni. Io credo che chi ci ha votato abbia ritenuto - così come noi stessi, che ci siamo candidati - fossimo in grado di poter assolvere a questo ruolo, un ruolo sicuramente difficile e complesso.
Voglio anche a tal proposito spezzare una lancia rispetto al discorso che faceva la collega Nasso sui famosi 140 milioni. Penso che i colleghi che hanno fatto certe scelte si sono fatti supportare da miriadi di pareri, ma vede, come diceva la buonanima di mia nonna, spesso quando uno ha il raffreddore va da molti medici e poi alla fine non trova la cura. La realtà dei fatti è che tantissimi pareri spesso non aiutano a prendere una decisione, e in cuor proprio ognuno deve fare le sue scelte pensando prima di tutto a cosa porteranno. Chi ha operato tali scelte, indipendentemente dal fatto che io le condivida o meno, penso l'abbia fatto al di là dei pareri, perché, risolvessimo il problema con i pareri, avremmo un governo di tecnocrati e non di politicanti o di politici (che sono due cose ben diverse, e qui la formazione non li differenzia, come lei giustamente ha sottolineato nella sua battuta precedente).
Pertanto io credo che quest'iniziativa possa essere di stimolo a tutti noi per proseguire un'attività formativa e di approfondimento, ognuno nel campo che giustamente ha seguito. La collega Pulz l'ha detto: non tutti hanno una laurea in economia. Io purtroppo ce l'ho, l'ho anche sudata abbastanza e quindi mi occupo dei miei campi, non di altri. Chi però ci ha votato penso voglia responsabilità, lavoro e impegno di ciascuno nei campi in cui possiamo portare esperienze, sia che siamo appena arrivati oppure sia che siamo qui - come avete sottolineato anche voi - da antica data.
Presidente - La parola al collega Marquis.
Marquis (SA) - Anch'io vorrei ringraziare la collega Pulz per aver sottoposto questo argomento all'ordine del giorno del Consiglio, perché è sicuramente condivisibile nei suoi contenuti, laddove viene affermata la necessità di essere formati e competenti per poter adempiere alla propria funzione e rendere un servizio ai valdostani.
A mio avviso, però, ci sono tutta una di considerazioni che sono già emerse dagli interventi di alcuni colleghi e a volte sembra ci sia un po' di confusione tra la formazione di base e l'aggiornamento continuo che dovrebbe esserci, al quale ci dobbiamo sottoporre. Qui nessuno è tuttologo, ma tutti dobbiamo impegnarci quotidianamente per affrontare tematiche nuove, tematiche che diventano sempre più complesse sotto il profilo tecnico, e quindi bisogna studiare. Credo che alla fine la sostanza di quest'iniziativa sia che si afferma la necessità che ci vuole competenza.
Non mi stupisce la sua firma quale proponente di quest'iniziativa, ma mi stupisce un po' leggere le firme dei colleghi che hanno sostenuto questa proposta. Fino a pochi mesi fa sentivamo parlare dai loro rappresentanti nazionali che per fare amministrazione e per fare politica non serviva né competenza, né formazione, che la casalinga di Voghera poteva fare il Ministro del tesoro perché era abituata a gestire la propria famiglia, e quindi di cosa stiamo a parlare? Qualsiasi cittadino non ha bisogno di formazione e può tranquillamente assolvere al dovere di amministrare. Io credo che quest'oggi rappresenti un fatto nuovo, e lo dico positivamente verso i colleghi, perché riconoscono, a differenza di quanto viene sostenuto a livello nazionale, che ci sia bisogno di competenza.
Io credo che prima c'è anche stato qualcuno lungimirante, perché con la legge del 1986 sono state messe delle risorse a disposizione dei gruppi consiliari, e non sono state messe a disposizione per fare dello sperpero pubblico. Voglio leggere l'articolo 4 che prevede che i fondi servano per lo studio, per l'editoria, per la comunicazione, per l'aggiornamento, per l'acquisizione di consulenze. Allora io mi dico: delle due l'una. Queste risorse sono state individuate come risorse preziose per far sì che noi arriviamo in Consiglio a essere preparati sugli argomenti che dobbiamo discutere, però dall'altra parte non bisogna fare campagna elettorale e dire: "Noi i soldi dei gruppi li restituiamo, a che cosa servono? È uno sperpero pubblico. Quelli di prima abusavano nel gestire queste risorse, adesso arriviamo noi e si possono restituire alla comunità". Io dico che forse qualche riflessione su questo argomento va fatta. Quei soldi servivano! Non devo dire rinuncio a quei soldi e poi, in parallelo, vengo qui e dico che bisognerebbe avere dei corsi di formazione, perché tanto è sempre lo stesso portafoglio che paga, è sempre lo stesso salvadanaio! Credo sia più utile mantenere quelle disponibilità al servizio della nostra formazione; penso vada nell'interesse di tutti e credo che oggi sia apprezzabile il vostro riconoscimento a questa necessità. Capisco che magari in un contesto diverso, presi dalle emozioni e da quella che io chiamavo prima "politica di corto respiro" si dicesse che non c'è bisogno, che chi c'era prima era meno bravo di noi e ha sperperato, ma così non è stato.
Personalmente ho avuto un'esperienza quinquennale nell'Amministrazione e ho sempre studiato, mi sono dato da fare e ho cercato di acquisire anch'io delle consulenze, dei pareri, della formazione. Questi sono lavori che, secondo me, devono essere fatti anche nel silenzio quotidiano, perché quello che conta è la sostanza delle proprie azioni e non sempre il manifestare pubblicamente le proprie virtù, le proprie capacità, le proprie esigenze.
Ritengo poi che dobbiamo imparare anche a lavorare con quello che c'è a disposizione. Da una parte abbiamo le risorse e i fondi dei gruppi, dall'altra anche il prezioso lavoro che viene fatto dagli uffici, perché credo che gli uffici non si siano mai negati a nessuno, sono sempre disponibili laddove abbiamo delle esigenze di poter chiedere un rapporto di collaborazione per fare degli approfondimenti. Pertanto credo che questa sia la dimostrazione che quanto è stato fatto in passato sia la strada giusta da percorrere.
Penso anche che demonizzare la democrazia rappresentativa per andare verso una democrazia diretta abbia fatto del danno alla preparazione, alla competenza e alla formazione di tutti noi. Demonizzare i corpi intermedi, siano essi sindacati o partiti, è un errore, perché è quella la scuola in cui si formano le persone con le competenze di base per poter poi arrivare in Aula a dare in modo fattivo il proprio contributo! Ora stiamo vivendo un momento in cui la democrazia è malata sotto questo profilo e allora bisogna correre ai ripari.
È positivo leggere una consapevolezza da parte dei colleghi, perché si dice che qui abbiamo bisogno di essere formati, abbiamo tutti bisogno di migliorare la nostra situazione. Allora io dico: cominciamo a utilizzare gli strumenti che abbiamo e le risorse che ci vengono messe a disposizione. Magari faremo qualche restituzione plateale in meno sul territorio, ma con quello potremmo garantire un servizio positivo e utile alla nostra comunità.
Présidente - La parole au collègue Bertin.
Bertin (RC-AC) - Non entrerò nel merito della mozione, sulla quale interverrà la collega Minelli, anche se in termini generali credo vada distinto il "supporto tecnico" dalla "formazione", perché sono due cose diverse.
Proprio rimanendo sulla questione della formazione, approfitto per fare un'interpellanza alla Presidente del Consiglio, anche se il Regolamento non lo prevede, per chiederle una cosa. Tempo fa, proprio in ragione dei supporti tecnici, questo Consiglio aveva evidenziato la necessità di avere una persona competente in materia tecnico-finanziaria, soprattutto per quello che riguarda il bilancio, perché i mesi che precedono l'approvazione del bilancio sono estremamente importanti e richiedono competenze specifiche, tanto più che lo stesso bilancio negli anni è cambiato come tipo di formazione. Quest'iniziativa è stata supportata da tutti i gruppi consiliari, se non mi sbaglio, e la richiesta era stata anche in parte evasa, nel senso che il personale era stato assunto, ma dal punto di vista pratico al momento, almeno io, non sono a conoscenza che ci sia un supporto tecnico specifico dedicato alle materie finanziarie. Volevo sapere quali erano gli intendimenti dell'Ufficio di Presidenza.
Presidente - Rispondo immediatamente solo su questa tematica che esula un po' dalla discussione più ampia che faremo in seguito alla chiusura della discussione generale.
Collega Bertin, ha sicuramente posto un giustissimo accento su una criticità, sul "supporto tecnico", che è una concezione molto diversa da quella della "formazione". Di questo ci faremo carico perché, come lei ha ricordato, è stato effettivamente assunto nell'organico del Consiglio regionale un ottavo livello in più che doveva inizialmente ricoprire proprio tale funzione. Verificheremo se questo non è stato fatto, o perlomeno se non ha soddisfatto l'esigenza di supporto legato alla fase di analisi dal punto di vista economico. Non penso solo al momento dell'approvazione del bilancio, ma a tutte le leggi o a gran parte delle leggi che approviamo aventi anche un risvolto economico. Sarà mia premura, insieme a tutto l'Ufficio di Presidenza, farci carico di questa questione al più presto, già dalla prossima seduta, per capire come poter strutturare una collaborazione sempre più efficace, anche con l'Assessore al bilancio Testolin, quindi con gli uffici del suo Assessorato, che da sempre si sono dimostrati molto disponibili verso i singoli Consiglieri e verso il Consiglio. Ci faremo quindi immediatamente carico, non come Presidente ma come intero Ufficio di Presidenza, di questa criticità e magari già nella prossima seduta della Conferenza dei Capigruppo potremo affrontare la questione.
La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - Presidente, con il suo intervento e con la risposta al collega Bertin, in parte lei ha già anticipato quanto io volevo evidenziare.
Per quello che riguarda la mozione presentata dai colleghi, non posso che condividere l'esigenza di formazione e di preparazione perché, come ben sapete, sono alla mia prima esperienza e non ho mai nascosto in quest'Aula, se vogliamo, anche un certo senso di inadeguatezza all'approccio verso gli strumenti del Consiglio e al ruolo del Consigliere. Questo però non impedisce la consapevolezza che sento e che mi porta a credere che, per quanto riguarda una formazione di tipo strutturato, ognuno di noi ha un dovere personale nel ruolo che ricopre in quest'Aula. Io distinguerei la formazione, perché è propria di tutte le professioni. Oggi non possiamo pensare di svolgere non importa quale professione senza una formazione continua, e per farlo bene, da Consigliere regionale, significherebbe avere in continuazione dei corsi di formazione che l'Amministrazione dovrebbe fornirci, a quel punto penso con un onere finanziario molto forte. Credo piuttosto sia necessario pensare a un supporto tecnico così com'è stato evidenziato e come adesso ci stava spiegando la Presidente Rini.
Per quanto riguarda quanto detto dal collega Marquis, a mio avviso in maniera anche un po' strumentale, come si sa io non sono assolutamente favorevole al contributo ai gruppi regionali, tant'è vero che vi abbiamo rinunciato, ma è possibile destinare - come facciamo - una parte del nostro emolumento ad attività rientranti pure nelle attività di formazione di un gruppo. Abbiamo recentemente fatto un incontro di formazione sulle autonomie e sugli strumenti di democrazia diretta e l'abbiamo pagato con questi soldi, senza problemi. I cittadini devono avere una formazione per fare i Consiglieri regionali, la devono avere tutti per fare il loro mestiere, e io credo sia dovere dei cittadini impegnarsi anche a livello politico, pur non avendo magari chissà quale preparazione.
Proprio perché le esigenze di fondo le condivido, ma non tanto l'impegno, e benché sia vero che la collega Pulz ha spiegato che nei punti a), b), c) e d) sono stati esplicitati a titolo esemplificativo dei possibili campi su cui formarsi, vorrei proporre una cosa un po' diversa, se vogliamo un impegno un po' più ampio che vada nella direzione anche di quanto detto precedentemente dalla Presidente. Propongo di sostituire quanto previsto dalla mozione chiedendo di impegnare il Presidente del Consiglio a fare due cose: "verificare l'esigenza da parte dei Consiglieri di usufruire di momenti informativi e di supporti esplicativi inerenti l'attività consiliare" e "di comunicare i risultati di tale verifica in Ufficio di Presidenza e di valutare eventuali proposte". Questo, da una parte, per non utilizzare semplicemente questi punti che sono, come avete detto, esemplificativi; inoltre, a mio giudizio, soprattutto il punto c) "comunicazione efficace - scritta e orale - in vista delle sedute del Consiglio regionale" mi sembra una cosa poco adatta all'interno di questa mozione. Cerchiamo quindi di modificare quest'impegno, perché tutti gli intervenuti hanno sottolineato che la formazione e l'informazione per quello che riguarda tutto ciò che succede all'interno del Consiglio è necessaria, poiché impegnare il Consiglio stesso in una formazione che poi diventa continua a me sembra un po' troppo. La richiesta è quindi di modificare l'impegno mantenendo quella che è ritenuta un'esigenza mi pare da tutti, in particolar modo da chi non ha una grande esperienza, ma forse anche da chi ce l'ha per il tempo che ha passato qua dentro e che però ritiene di non essere un tuttologo, né un onnisciente.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vesan.
Vesan (M5S) - Su questa mozione si sono scatenati i social fin da subito, quindi abbiamo avuto allegre prese in giro da parte di moltissimi esponenti valdostani, anche di qualche rappresentante chiamiamolo "minoritario" di alcune forze politiche presenti in quest'Aula. Tendo a discutere poco sui social, quindi non ho seguito nello specifico la questione, sapendo che comunque ci sarebbe stata l'opportunità di discutere quest'argomento in modo più serio e faccia a faccia, come avviene nell'Aula consiliare.
Faccio una piccola citazione filosofica. Siccome la professoressa Pulz ha citato solamente Don Abbondio e colleghi come Distort non sono ancora intervenuti sull'argomento, io citerò Socrate. Scusate, sono indegno rispetto a voi nella mia citazione. Socrate nel suo processo, quello che lo condannerà a morte, nel momento in cui di fatto è alla fine della sua vita, della sua attività da filosofo, evidenzia sostanzialmente che "il sapere di non sapere rende gli esseri umani migliori". Con questo ribadisce sostanzialmente una differenza fondamentale: la differenza fra saggezza e conoscenza. Sono due cose veramente molto diverse, perché la saggezza può essere conquistata a un certo punto della propria vita, in alcuni casi ci sono anche forme innate, ma la conoscenza non finisce mai: la conoscenza si applica. In ogni momento della nostra vita abbiamo la possibilità di apprendere cose nuove; il non volerne fare tesoro o ritenere di non avere più necessità di imparare nulla non ci permette di fare bene nessun tipo di lavoro. Chi mi ha preceduto ha già citato il fatto che insegnanti, avvocati, architetti, medici, ingegneri, anche in tempi non recenti, si siano visti imposto l'obbligo della formazione continua, mentre in passato l'iscrizione all'albo e l'esame di Stato erano sufficienti per mantenere il proprio titolo per tutta la propria vita lavorativa.
Faccio un altro banale esempio che mi è capitato nella mia attività presso gli Enti locali, quello degli addetti antincendio. La normativa non prevedeva espressamente corsi di formazione per gli addetti antincendio, i quali acquisivano questa qualifica che veniva conservata vita lavorativa natural durante. In realtà no, è uscita una circolare esplicativa della Protezione civile che ha ribadito che anche gli addetti antincendio devono essere per forza aggiornati, così come gli addetti all'emergenza, che ogni tre anni devono fare un corso di aggiornamento per essere in grado di aiutare in caso di emergenze i propri colleghi, altrimenti perdono il loro titolo. Questo è solo un altro piccolo esempio. Veniamo ad esempi più vicini a noi: i dipendenti regionali hanno continui corsi di formazione a disposizione e i dirigenti regionali, oltre ad avere i corsi di formazione, vengono anche valutati in funzione di quanti e quali corsi di formazione fanno le persone da loro dirette.
Veniamo poi alla mia esperienza amministrativa più recente, quella degli Enti locali. Il CELVA, pur con tanti problemi, con tante difficoltà e con una situazione di risorse economiche decisamente inferiori rispetto a quelle dell'Amministrazione regionale, organizza tutti gli anni un programma di formazione rivolto ai dipendenti, uno rivolto ai dirigenti e uno rivolto espressamente agli Amministratori. Io non ho il dato esatto di quanti Sindaci, Vicesindaci, Consiglieri e Assessori comunali partecipino a questa attività, ma se quel consesso organizzato dagli stessi Amministratori prevede che sia importante la loro formazione continua, non riesco a capire assolutamente perché questo consesso, cioè quello degli Amministratori della Regione, si senta invece già sufficientemente "imparato", si senta "non in dovere" di acquisire ulteriori informazioni e di essere costantemente sia aggiornato che formato.
Veniamo a un punto specifico. La collega Pulz nella mozione ha citato tre parole a titolo esemplificativo e tristemente ho visto che sono sfuggite quasi a tutti in quest'Aula, quindi si è andati a puntualizzare sulle lettere a), b) e c). Il collega Ferrero ha anche evidenziato come la comunicazione non sia assolutamente ammissibile. La comunicazione invece è importantissima, non stiamo parlando di campagna elettorale, di campagna pubblicitaria e quant'altro, ma della capacità di discutere fra di noi in quest'Aula e, ancor di più, presso le Commissioni. Ogni volta abbiamo la triste sorpresa per cui dichiarazioni fatte in una sede vengono smentite nell'altra o addirittura nella stessa, come se quanto detto non avesse nessunissimo valore. Da questo punto di vista probabilmente tanti in quest'Aula devono migliorare il loro livello di comunicazione. Questa è stata l'Aula in cui si è presentata l'ultima maggioranza dicendo "siamo la maggioranza del dialogo" e abbiamo tristemente visto come questo dialogo sia scemato praticamente in ogni occasione! Diciamo per esempio che il superamento delle orecchie da mercante in quest'Aula potrebbe essere uno dei corsi fondamentali per quanto riguarda la formazione di tutti i Consiglieri regionali.
Veniamo ora alle risposte più puntuali sulle osservazioni del collega Marquis che, col suo elegante modo, fa i complimenti a noi per finta, per criticare davvero il Movimento a livello nazionale. Questa sua volontà di spaccare, di creare una dicotomia fra la nostra posizione e quella del Movimento 5 Stelle a livello nazionale, la trovo particolarmente buffa, anche perché infarcita di informazioni assolutamente infondate. Parliamo per esempio della legge del 1986, quella che lei cita come "risorse a disposizione dei Consiglieri". Ogni Consigliere in quest'Aula ha a disposizione, per il lavoro dei gruppi, che fra le altre cose comprende consulenze e formazione, 400 euro a testa. La Regione Piemonte, come ha espressamente citato il collega Ferrero ? non conosco tutte le altre Regioni, ma mediamente i soldi per i gruppi consiliari della Valle d'Aosta tanto decantati sono i più bassi a livello nazionale ?, consente a ogni suo rappresentante una disponibilità mensile di 4.000 euro: allora sì che si possono permettere corsi di formazione, consulenti e quant'altro! Dal nostro punto di vista la riduzione dei costi della politica è stata fatta in Valle d'Aosta, però purtroppo col mirino un po' spuntato, perché le attività finalizzate al miglioramento dell'attività dei Consiglieri sono state tagliate, mentre invece le retribuzioni dirette dei Consiglieri, degli Amministratori, sono rimaste praticamente inalterate.
Parliamo infine del fatto che il Movimento 5 Stelle restituisce alla popolazione i soldi dei gruppi: questo è assolutamente falso. Premesso che non si possono restituire i soldi dei gruppi, noi del Movimento 5 Stelle restituiamo i soldi del "nostro stipendio". Forse il Consigliere non ha capito ancora questa sostanziale differenza. I soldi dei gruppi consiliari noi li utilizziamo per l'attività dei gruppi consiliari. Dal punto di vista nazionale... perché non li consideriamo nostri, forse non ha ancora capito questa differenza!
Per quello che riguarda il Movimento nazionale, è vero, la casalinga di Voghera è candidabile nel nostro Movimento purché incensurata, e questo è qualcosa che purtroppo in Valle d'Aosta non siamo ancora riusciti a ottenere, ma le candidature vengono presentate online e online il nostro Movimento ai suoi iscritti propone in continuazione corsi di formazione che prevedono anche test da superare e che rilasciano non titoli abilitativi, ma comunque il riconoscimento di un'acquisita formazione in campo di diritto amministrativo e di gestione, sia degli Enti locali che delle Camere parlamentari.
Vorrei infine fare ancora una citazione - e mi spiace infierire ulteriormente sempre nei confronti del collega Marquis - proprio sull'utilizzo dei soldi dei gruppi. Marquis ha detto che noi non li usavamo e che invece sono stati saggiamente e brillantemente usati in precedenza. Purtroppo in quest'Aula c'è gente che deve rispondere penalmente di come ha utilizzato quei soldi, perché si è presa la briga di giustificare dettagliatamente come li ha usati, mentre alcune forze politiche sono state stralciate dal processo espressamente per il fatto che non avevano conservato nessunissima pezza giustificativa e non avevano in nessun modo il resoconto dell'utilizzo dei soldi pubblici. Questo ha permesso loro di farla franca. Ora, che chi si trova in queste condizioni si permetta di dire come vengono utilizzati i soldi dei gruppi dagli altri, ci lascia veramente senza parole!
Presidente - Non ci sono altre richieste, possiamo chiudere la discussione generale. In chiusura di discussione intervengo, visto che l'atto posto all'attenzione di quest'Aula interpella la Presidenza del Consiglio. Innanzitutto ringrazio i colleghi, è stato sicuramente un ordine che ha vivacizzato l'Aula. Il collega Aggravi e il collega Ferrero mi hanno già anticipata su diversi punti che avrei voluto approfondire, per cui cercherò di analizzarli in maniera rapida. Pertanto, prima di affrontare nel merito la trattazione di questa mozione, vorrei esprimere una doverosa e necessaria premessa.
L'iniziativa promossa dalla collega Pulz insieme ai colleghi del Movimento 5 Stelle ritengo sia ovviamente una sorta di provocazione per portare comunque all'attenzione di quest'Aula il tema fondamentale della preparazione degli Amministratori pubblici, eletti in qualsivoglia organo rappresentativo, dopo essersi candidati agli appuntamenti elettorali via via in programma. Nel caso di specie, noi ovviamente affrontiamo quello in occasione delle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Credo che questa vena di provocazione chiara la si colga anche nell'intervento del collega Vesan, che stimo personalmente, il quale l'ha effettivamente tirata fuori questa provocazione.
Ho parlato di "provocazione" perché si presume che - chi mi ha anticipato l'ha già ricordato -, decidendo di porre le rispettive candidature all'interno delle diverse liste, ognuno di noi abbia prima di tutto valutato con attenzione, con umiltà già richiamata da qualche collega, con la medesima umiltà e serietà, non soltanto gli onori di questo incarico, ma anche e soprattutto, oserei dire, "gli oneri" che un'eventuale elezione in Consiglio comporta. Senza considerare il fatto che fa alquanto specie prendere atto di come la richiesta - anche questo è già stato ricordato - dell'attivazione di corsi di formazione specifica per Amministratori pubblici sia in questo caso avanzata pure da rappresentanti di un movimento - mi riferisco ai colleghi del Movimento 5 Stelle - che legittimamente ha fatto della critica al sistema dei partiti e di tutte le attività promosse al loro interno, tra cui, lo ricordiamo, la formazione politica amministrativa dei nuovi Amministratori, movimento che di questo ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.
Scusatemi, qui invece lo faccio senza vena ironica ma con assoluta fermezza: respingo termini come "tuttologo" o espressioni come la "formazione a 360 gradi rischia di essere monopolio solo di chi ha alle spalle una lunga carriera politica". Noi tutti siamo stati eletti per rappresentare in quest'Aula le richieste e le istanze delle valdostane e dei valdostani da un punto di vista politico-amministrativo. Questo è bene tenerlo sempre a mente, perché per l'attuazione del punto di vista tecnico provvedimentale dell'indirizzo politico, assunto su qualsivoglia tema, ci sono specifici uffici preposti a tale importante compito, all'interno dei quali lavorano dirigenti e personale regionale dalla comprovata professionalità ed esperienza; uffici sui quali, ovviamente, i Consiglieri regionali possono sempre e devono sempre fare affidamento. È quindi bene non confondere mai il piano politico-amministrativo con quello più prettamente tecnico, che non spetta a noi. Questo certamente non per mancanza di volontà da parte di questa Presidenza del Consiglio, considerando che la netta doverosa distinzione tra gli organi politico-amministrativi e gli organi tecnici discende da tutta una serie di normative e combinati disposti, la cui conoscenza ovviamente è alla base del ruolo che tutti noi ricopriamo in quest'Aula.
Detto questo, precisando come la carica di Consigliere regionale non rientri all'interno di alcun ordine professionale - e su questo ritornerò dopo nelle precisazioni -, concordo però con i proponenti della mozione quando asseriscono che prendere decisioni comporta responsabilità, a volte anche gravose, motivo per cui l'approccio all'attività politico-amministrativa deve essere serio, documentato e approfondito. A tal proposito mi preme sottolineare come ci siano già uffici preposti proprio al supporto del singolo Consigliere regionale nella sua attività di documentazione, di ricerca e di approfondimento, ed è per questo che la vostra iniziativa ritengo proprio sia da cogliersi - lo dico in maniera costruttiva e positiva - come una sorta di provocazione. Infatti, non può passare inosservato come l'elevare a esempio il sistema francese in termine di formazione degli Amministratori pubblici sia fuorviante oltreché inappropriato, visto che il Consiglio della Regione Valle d'Aosta, fermo restando la sua riconosciuta autonomia gestionale e di funzionamento, è da collocarsi in un contesto ben diverso, prima di tutto dal punto di vista del contesto normativo. Siamo infatti incardinati nel sistema giuridico normativo italiano. Qui non entro nel merito, ma ho approfondito, per una questione mia personale d'interesse, come i due sistemi siano assolutamente in antitesi tra di loro a livello di struttura.
Per quanto attiene agli esempi, non entrerò nel merito, alcuni colleghi li hanno già richiamati. Sottolineo solo come il Consiglio regionale della Valle d'Aosta non è e non potrebbe neanche mai essere un ente di formazione professionale, in quanto tra le sue funzioni assegnate non ha quella di organizzare corsi per i suoi componenti, i quali, però, hanno la piena facoltà, e io direi addirittura l'assoluta e doverosa facoltà di formarsi e di aggiornarsi, a proprio carico e a proprie spese ovviamente, come d'altra parte credo tanti di noi all'interno di quest'Aula fanno, anche abitualmente. Io personalmente l'ho fatto più volte su diverse materie; ho una preparazione giuridica, ma per esempio in materia economica sono particolarmente scarsa e ho dovuto chiedere aiuto a degli enti di formazione. Infatti, ci sono svariate iniziative organizzate in tal senso da enti e da fondazioni e ben venga che ognuno di noi, a seconda del proprio grado di preparazione e delle proprie lacune, vada a frequentare tali corsi per migliorarli.
Passando ora molto velocemente al primo esempio da voi citato nella mozione, "la modalità e l'utilizzo degli strumenti ispettivi del Consiglio regionale", molto più semplicemente sono già descritte sia le mansioni che le funzioni in maniera chiara e puntuale nel vademecum del Consigliere regionale che vi è stato consegnato all'inizio della legislatura. Spero che tutti ne abbiano preso visione. Ringrazio gli uffici della Presidenza del Consiglio regionale, che hanno predisposto tutta questa documentazione di approfondimento per ogni singolo Consigliere e che mette ognuno di noi in condizione di poter conoscere, anche chi è al primo mandato, la macchina in maniera puntuale.
Per quanto riguarda poi come leggere un bilancio, reputo che questo debba far parte del necessario bagaglio culturale di chiunque abbia deciso di proporsi per amministrare la nostra Regione, considerando che sul come emendare il documento economico finanziario regionale ci siano già svariati uffici preposti a tale compito, tenuto conto che a noi Consiglieri spetta, così come già ribadito poc'anzi, l'esclusiva emanazione degli indirizzi politico-amministrativi. Su questo poi c'è una seconda parte che ha integrato molto bene il collega Bertin, ovvero il supporto tecnico per trasformare quest'indirizzo politico: lì sì che c'è la necessità di intervenire come Presidenza del Consiglio affinché il Consigliere sia supportato per poter vedere traslato il suo indirizzo politico nell'atto normativo, ma è altra cosa dalla formazione che, invece, ognuno di noi deve fare per conoscere meglio ciò a cui ci si approccia.
Sulla comunicazione politica efficace scritta e orale mi limito a ribadire quanto sopra, ovvero che reputo debba far parte del necessario bagaglio di conoscenze in possesso di chiunque abbia deciso di proporsi alla carica che sta attualmente ricoprendo, ferma restando la facoltà del singolo Consigliere regionale di formarsi e aggiornarsi a proprio carico - e sottolineo ancora: a proprie spese -, tenendo conto del fatto che presso il Consiglio regionale opera un Ufficio stampa che ha tra le sue competenze la diffusione della comunicazione per conto dei gruppi consiliari. Anche su questa tematica, quindi, soprattutto a livello di diffusione di ciò che comunichiamo, c'è un ufficio preposto. Qui faccio mie, se me lo consente, le parole del collega Ferrero sull'attitudine all'espressione: ognuno di noi ne nasce più o meno dotato e poi giustamente ognuno fa il suo percorso.
Per approfondire ruoli e competenze degli uffici presenti all'interno del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, se mai qualcuno ancora non li conosca, mi permetto anch'io di evocare che, al di là del vademecum del Consigliere regionale, si organizzano sempre degli eventi di Portes Ouvertes con i ragazzi e in quest'occasione credetemi che si sviscera benissimo il ruolo del Consiglio regionale, il funzionamento e le sue competenze; consapevolezza e informazione che tra l'altro devono essere tra gli elementi cardine della nostra azione quotidiana in qualità di Consiglieri regionali. A tal proposito voglio cogliere l'occasione per ricordare a tutti noi che siamo Consiglieri regionali sia dentro quest'Aula che fuori. Inviterei quindi tutti a prestare attenzione ai comportamenti che assumiamo, lo dico alla mia persona per prima e lo estendo a tutti voi colleghi. In particolare, penso per esempio al fenomeno dei social network che negli anni ha preso dimensioni molto ampie e che talvolta sfuggono di mano. Noi siamo rappresentanti delle istituzioni, quindi dobbiamo mantenere sempre un decoro e un rispetto per il ruolo che ricopriamo.
In conclusione, collega Pulz e collega Vesan - poi entrerò anche su altri piccoli chiarimenti che ho piacere di condividere con voi - c'è piena disponibilità da parte della Presidenza del Consiglio, e soprattutto da parte di tutti gli uffici tecnici che compongono la Presidenza, a dare il pieno supporto quotidiano nello svolgimento delle nostre attività, ognuno con il proprio differente ruolo. Lo sottolineo e ringrazio comunque la collega Pulz per aver portato tale oggetto in quest'Aula perché comunque, come vedete, ha solleticato e sollecitato una discussione che, secondo me, è stata proficua. Credo che almeno abbiamo trovato un comune denominatore: la volontà e la necessità di formarsi. Io chiedo e sottolineo che si proceda in questa direzione, che ognuno lo faccia, che ognuno di noi si carichi del senso di responsabilità che comporta ricoprire onori, ma anche oneri, nel ricoprire un ruolo prestigioso come quello che stiamo ricoprendo in questo momento e ovviamente si organizzi, in base alle proprie carenze e alle proprie lacune umane che ognuno di noi può avere settoriali, a sue spese e sua organizzazione, ogni tipo di formazione.
Collega Vesan, vorrei fare un piccolissimo passaggio con una precisazione. Io condivido gran parte di ciò che lei ha detto, ma con una grossa differenza. Lei ha equiparato il ruolo del Consigliere regionale ai corsi di formazione. Ognuno di noi fuori di qua è anche un professionista, le conosciamo queste realtà, ma è molto diverso. Fare politica, fare il Consigliere regionale non è un lavoro, non è una carriera e, anzi ? questo so che lo condividiamo ?, proprio da questa criticità forse nascono tante volte criticità ancora maggiori. Non è una carriera, ma è una parentesi della nostra vita, è un mettersi al servizio, e se in questa messa al servizio si richiede necessaria una formazione maggiore ci sono tutti gli strumenti, ognuno di noi li ha, per andare ad alimentare e a sanare queste carenze; di certo non equiparando ? spero che non venga mai fatto ? il ruolo del Consigliere a una professione.
Concludo rispondendo anche alla collega Nasso. Non ho seguito la polemica in merito a quest'iniziativa sui social, purtroppo, e lo dico sotto tutti i punti di vista, quindi sia di chi fa parte della maggioranza, sia di chi fa parte dell'opposizione: i social ultimamente sono diventati un contenitore di odio gratuito su ogni tema che affronta la tematica politica. Cerco quindi di disintossicarmi da questo tipo di dialettica, perché non la trovo costruttiva. Concordo quando la collega Nasso dice che bisogna avere tutti l'umiltà di riconoscere i propri limiti, ed è con questo spirito che, secondo me, dobbiamo affrontare tale tematica. Concludo, me lo consenta collega, con una precisazione. Si parla di formazione e di impegno, però poi facciamo degli esempi molto superficiali, di una superficialità disarmante, mi consenta di dirglielo, come quello sulla Corte dei Conti; glielo dico perché lo vivo come un grande dramma personale e quindi mi permetto di dirle che su questa tematica così complessa ? infatti ho iniziato esordendo dicendo che personalmente non ho una grande preparazione economica ? abbiamo chiesto tante consulenze. L'ha ricordato anche il collega Aggravi: vi sono state tante consulenze, tanti studi, tanti approfondimenti, sia a livello personale che a livello collegiale. Abbiamo un'istruttoria tecnica portata avanti da Finaosta che ha dato il via libera alla concessione di questa tranche alla Casa da gioco, quindi si immagini quanto poco hanno influenzato su questo i pareri tecnici o l'approfondimento tecnico. Non confondiamo i piani, perché rischiamo di creare un disservizio piuttosto che un servizio.
Su questo punto chiedo pertanto l'astensione o il ritiro, collega Pulz, se lei è d'accordo, con l'impegno di promuovere una sempre rinnovata maggiore sinergia con gli uffici della Presidenza del Consiglio, affinché si arrivi a una stretta collaborazione. Colgo quest'occasione anche per ringraziare tutti coloro che operano all'interno della Presidenza del Consiglio con diverse mansioni, ognuno col suo ruolo, per l'aiuto che ci danno quotidianamente. La disponibilità è massima nei confronti di una sempre più forte collaborazione e supporto, con lo stesso impegno che ci siamo presi alla richiesta del collega Bertin di verificare la presenza di un ruolo che riesca a tradurre le criticità, soprattutto dal punto di vista economico.
Per quanto riguarda la richiesta avanzata dal collega Ferrero sull'accesso agli atti, ex articolo 116, in merito ai dinieghi che ha ricevuto, se non sbaglio due, era ancora Presidente del Consiglio il collega Fosson, oggi Presidente della Regione, che aveva inviato già due lettere ai soggetti indicati. Sarà mia premura risollecitare e tenere davvero sotto controllo questa situazione che sappiamo essere una criticità.
Detto questo, collega, le chiedo se è possibile ritirare l'atto prendendoci tutti insieme questo impegno e anche ? forse è una cosa nuova, ma può essere positiva ? una sorta di impegno riflessivo, ognuno di noi, nella piena consapevolezza dei nostri pregi ma anche dei nostri limiti, con la doverosa umiltà di metterci a disposizione per crescere e per formarci, andando proprio in questa direzione.
Presidente - La parola al collega Vesan.
Vesan (M5S) - Chiedo se è possibile una breve replica, visto che sono stato tirato in mezzo dall'intervento.
Sul primo punto, sì, sicuramente c'è una parte provocatoria all'interno del nostro dibattito, ma non era questa l'intenzione della mozione. Tristemente apprendiamo che fra i doveri del Consiglio regionale non c'è la formazione dei suoi membri. Vorrei però precisare, sempre nell'ottica della buona comunicazione, che in nessuna parte della mozione, né in nessuna parte dei nostri interventi, si è mai voluto sminuire il grandissimo lavoro fatto dagli uffici della Presidenza, che da noi è apprezzato in continuazione. Certo è che se l'addetto specifico - porto un esempio qualunque - del funzionamento della macchina del caffè si prende la briga di spiegarlo una volta sola a tutti, si risparmiano gli altri 34 interventi. Può quindi essere fatto con un minor costo per l'Amministrazione e non con i maggiori costi che tutti ci dite di sostenere con risorse proprie.
Infine, l'altro punto su cui purtroppo tristemente non ci siamo capiti, è che lei forse mi ha sentito equiparare l'attività dei Consiglieri con l'attività della professione. Ho citato solo esempi in cui è stata ritenuta fondamentale, in tempi non lontani, la formazione continua, ma per quello che riguarda la nostra specifica posizione, io ho citato l'organo del CELVA che fa corsi per gli Amministratori: per i Consiglieri comunali, per i Sindaci, gli Assessori e i Vicesindaci. Ritengo sia assolutamente un bene il fatto che esista questa struttura e, se poi fra le competenze della Presidenza del Consiglio non c'è la formazione dei suoi Consiglieri, questa mozione è appositamente qui per sollecitarla, non con il mero scopo di fare provocazione.
Presidente - Grazie collega per la precisazione. La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - La ringrazio per l'articolata risposta, Presidente, soprattutto per aver colto lo spirito dell'iniziativa che, in effetti, per me era un po' uno spirito di provocazione. Voglio anche ringraziare tutte le Consigliere e i Consiglieri che hanno ritenuto di apportare il loro punto di vista e che quindi hanno arricchito questo dibattito.
Ribadiamo di ritenere di fondamentale importanza la formazione dei Consiglieri, sia quelli di lungo corso, che quelli di nuova elezione, e ci piacciono i suggerimenti del collega Ferrero, che vorrei poi approfondire con lui. Vorrei ancora ribadire che la formazione che immaginavo è, di fatto, più uno scambio interno, ma collettivo - quindi non dei singoli Consiglieri, ma collettivo - volontario e gratuito, che potesse avvenire, nella mia idea, tra noi Consiglieri e i singoli dirigenti esperti, o gruppetti di dirigenti, sui temi che via via si potrebbero proporre in base alle esigenze ritenute prioritarie. Nemmeno io dubito o ho mai dubitato delle competenze dei nostri uffici che, anzi, ringrazio per la disponibilità costante e anche per la pazienza. E nello stesso tempo, Presidente, voglio assicurarle che gli onori, ma soprattutto gli oneri del nostro ruolo ce li siamo caricati del tutto sulle nostre spalle.
Resto dell'idea che il monopolio delle competenze sia comunque sempre pericoloso e che rischi di creare in ogni ambiente, anche in questo, delle antipatiche figure di azzeccagarbugli. Scusate, oggi mi sono svegliata pensando a Manzoni, perché per l'appunto Manzoni ha magistralmente descritto l'astuto utilizzo delle competenze del noto avvocato contro gli ignoranti (ignoranti da intendersi come coloro che ignorano); egli lavorava per tenere le persone nell'ignoranza, non per la loro emancipazione.
Mi permetto quindi di chiedere che questa mozione venga comunque messa ai voti e anche, con lo stesso spirito provocatorio che l'ha mossa, se negli eventuali prossimi cinque anni la maggioranza intende accogliere almeno una delle mie mozioni.
Presidente - Mettiamo in votazione l'atto, però, collega Pulz, dato che lei ha chiesto una collaborazione con gli uffici in merito a determinate materie, noi le garantiamo che quando ci saranno necessità particolari, su qualsivoglia argomento, gli uffici saranno disponibilissimi ad organizzare momenti di confronto con i Consiglieri.
Ha chiesto la parola la collega Minelli, per dichiarazione di voto.
Minelli (RC-AC) - Semplicemente vorrei dire che avevamo proposto un emendamento all'impegnativa. Chiaramente se viene accettato votiamo questa mozione, perché ravvisiamo alcune delle esigenze che sono state prospettate; diversamente, se l'impegno rimane quello, ci asteniamo. Posso leggerlo?
Presidente - È stata chiusa la discussione generale, collega Minelli, e lei l'aveva detto prima della chiusura. Chiedo alla collega Pulz se accetta. Prego, collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Sì, le diciture mi sembrano accettabili. La collega proponeva (rileggo): "verificare l'esigenza da parte dei Consiglieri di usufruire di momenti informativi e di supporti esplicativi inerenti l'attività consiliare" - quindi viene ad esplicitare quanto abbiamo già detto - e poi "di comunicare i risultati di tale verifica in Ufficio di Presidenza e di valutare eventuali proposte". Mi sembra una specificazione...
Presidente - ...mantenendo le stesse premesse, però.
Pulz (ADU VDA) - D'accordo, per me va bene.
Presidente - Ci fate solo poi avere l'emendamento alla Presidenza. Possiamo mettere in votazione l'atto emendato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 7
Favorevoli: 7
Astenuti: 27 (Aggravi, Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Ferrero, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Con questo punto sospendiamo i lavori e ci rivediamo alle 15:30. Ricordo ai colleghi che fanno parte del Comité Mixte e dell'APF le riunioni delle 15:00 e delle 15:15. Grazie e buon appetito a tutti.
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La seduta termina alle ore 13:01.