Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 335 del 23 gennaio 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 335/XV - Approvazione di mozione: "Censura di metodi e atteggiamenti lesivi della libertà di scelta degli elettori valdostani".

Rini (Presidente) - È stata un'interruzione proficua, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso d'invertire l'ordine del giorno e di riprendere i lavori esaminando subito il punto n. 40 all'ordine del giorno, che già toccava, come ha ricordato prima il collega Cognetta, la questione. Essendo la prima firmataria di questa mozione, che sarà ora presentata dal collega Cognetta, mi felicito proprio perché l'auspicio, che avevo fatto all'inizio dei lavori di questo pomeriggio, era di riuscire ad addivenire a un testo condiviso che potesse esprimere una posizione comune di quest'aula, a tutela dell'onorabilità e della credibilità della stessa e mi felicito con tutti voi, colleghi capigruppo, per essere riusciti ad addivenire a una posizione comune. Per entrare nel merito e spiegare nel merito la mozione, che sarà sottoposta al voto di quest'aula, do la parola al collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Prendo la parola perché abbiamo deciso nella Capigruppo di modificare in maniera profonda una mozione che già lambiva l'argomento all'ordine del giorno anche se citava fatti non così gravi come quelli avvenuti oggi in Valle d'Aosta. Do lettura della mozione, così come è stata firmata da tutti i Capigruppo e dal Presidente del Consiglio e poi si aprirà la discussione rispetto alla mozione stessa. "Preso atto della operazione Geenna, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Torino, contro la malavita organizzata, di stampo mafioso, in Piemonte e Valle d'Aosta. Sottolineata la gravità delle ipotesi investigative che delineano inquietanti scenari di infiltrazione criminale nelle istituzioni valdostane, ricordate altresì le notizie diffuse nei giorni scorsi dagli organi di informazione sul presunto acquisto di voti da parte di due candidati per le elezioni regionali, risultati poi non eletti in Consiglio regionale. Ritenuto che tali pratiche illegittime e antidemocratiche, qualora confermate, oltre ad offendere gli elettori, ledano anche i principi fondamentali della democrazia, il Consiglio regionale esprime la propria fiducia e della comunità valdostana nell'operato della Magistratura e delle Forze dell'Ordine nella lotta contro la criminalità organizzata anche a tutela della credibilità e della onorabilità delle istituzioni valdostane. Ribadisce l'assoluta convinzione che la società civile, il mondo economico e le istituzioni valdostane debbano essere immuni da infiltrazioni criminali e, per questo, debbano essere adottate tutte le misure necessarie per contrastare qualsiasi tentativo di condizionamento esterno a tutela della legalità, dell'attività amministrativa e politica, a tutti i livelli. Esprime, infine preoccupazione per i fatti di cui in premessa e censura l'adozione di metodi e atteggiamenti lesivi della libertà di scelta e della dignità degli elettori valdostani".

Commenterò tale mozione a seguito della discussione che si apre in questo momento.

Presidente - La discussione generale è aperta. Chi intende prendere la parola? Colleghi, vi invito a prenotarvi, siamo in discussione generale. Colleghi, se nessuno intende prendere la parola e richiederla, chiudiamo la discussione generale, ma mi sembra che per serietà dovremmo provare a calendarizzare i lavori, lo facciamo con un po' di alternanza. Vi invito già a chiedere la parola. Prego, collega Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Alle volte è difficile parlare, mi rendo conto. La genesi della mozione, discussa in questo momento, parte da ciò che è accaduto in questi ultimi tempi, cioè da notizie che abbiamo avuto e da fonti stampa rispetto a un paio di candidati, in diverse liste politiche, indagati per presunto voto di scambio. Devo aggiungere che in questo Consiglio regionale non è la prima volta che parliamo di questo argomento, anzi, per essere precisi, la mozione, presentata in origine, era sostanzialmente identica a quella presentata nel 2014 quando venne discusso in questo Consiglio di un presunto scambio di voti fatto da un allora candidato della lista dell'allora partito di maggioranza relativa per il quale poi non ci fu il processo perché le risultanze dell'indagine non ebbero luogo. Venne presentata una mozione allora che, ricordo, non fu approvata dalla maggioranza di allora. Sto parlando del 2014, ripeto.

Sono piuttosto arrabbiato (e non riesco a parlare in maniera compiuta) perché sono anni che sento discutere in questo Consiglio del fatto che c'è il voto di scambio e sono altrettanti anni che in questo Consiglio c'è chi si ostina a dire che non c'è e immancabilmente ci ritroviamo con la Magistratura che indaga e che finalmente ha trovato, parrebbe, dei riscontri. Allora non riesco a mantenere l'aplomb politico, che normalmente ho quando faccio i miei discorsi all'interno di quest'aula perché certe cose mi toccano nel profondo. Per quanto si possa stare qui a discutere delle parole in più o delle parole in meno rispetto a una mozione, c'è una cosa che mi fa "perdere le staffe", cioè che sono anch'io qui dentro, quindi se c'è una cosa che tocca uno di noi, tocca tutti. È questo il problema. E la cosa mi infastidisce parecchio perché poi è difficile andare a motivare in continuazione che tu non sei come gli altri. E poi gli "altri" chi? E poi c'è sempre il discorso che: "È quel partito, è quell'altro partito " e poi ci rendiamo conto che non è più una questione di partito, è una questione di persone. Se ci sono in giro nella società persone che sono delinquenti, lo sappiamo. Ci sono persone che sono talmente convinte che qui dentro si faccia la bella vita e non ci sia nulla da fare che farebbero di tutto pur di entrare qui. Tranne poi trovarsi qui e capire che non è così, se vuoi fare questo lavoro fatto bene, perché il Consigliere regionale è un lavoro in cui ti devi fare "un mazzo" così, se lo vuoi fare sul serio. E invece mi devo confrontare con certa gente. E allora mi innervosisco un po'. E poi mi tocca fare i distinguo: "Non sono così, quello è così", io vorrei essere giudicato per quello che faccio, e di sicuro non compro né vendo voti anche perché non mi appartiene e non mi serve neanche, ho notato. Se fai tutto il lavoro bene, la gente lo capisce fuori. Se, invece, non sei in grado di fare il Consigliere regionale, anche se compri i voti, non sarai comunque in grado di farlo, anche se vieni pagato per fare il Consigliere regionale.

Ci sono tanti modi per fare questo mestiere, ma tanti lo fanno male ed è questo che lede la classe politica ed è per questo motivo che non riusciamo mai a risolvere nulla di concreto dei problemi che ci sono e stiamo qui a parlare del fatto che qualcuno si è venduto i voti. Fosse solo questo il problema!

La verità è che purtroppo su 35 persone, non ne riusciamo a fare 18 con un po' di cervello in testa per risolvere i problemi dei valdostani, questo è il vero problema! Non ce ne sono 18. E quindi sono tutte storie il fatto che dobbiamo fare maggioranza, opposizione, sono tutte storie inutili, il problema sta nel cervello.

Se io sono entrato qui dentro e ho dovuto dire "grazie" a qualcuno, quando sarò al Governo dovrò ringraziare, c'è poco da discutere! È un contratto che si fa. A quel punto, qualunque discorso venga fuori è distrutto dal fatto che devo rispettare quel patto. Purtroppo è questo quello che succede, ma non succede solo in Valle d'Aosta. In Valle d'Aosta è apparso chiaro che adesso succede anche qui. Fino ad adesso non era successo in Valle d'Aosta, si dice. Invece no, secondo me è sempre successo. Sono anni che lo ripeto, ancora prima di stare qui dentro.

Quindi io convintamente voterò questa mozione, come avrei votato quella che ho presentato insieme ai miei colleghi, che poi è stata modificata in questa. E convintamente continuerò a difendere questa istituzione con tutti i mezzi che mi sono messi a disposizione come Consigliere regionale e possibilmente anche con quelli politici, che ho cercato di portare avanti fino adesso. Poi so benissimo anch'io che la politica è l'arte del compromesso e infatti ho fatto una mozione diversa dalla precedente, vuol dire che ho fatto un compromesso, ma non per questo mi sono venduto, ho semplicemente cercato di trovare un accordo per arrivare a un risultato più o meno condiviso.

Presidente - Grazie, collega Cognetta. Altre richieste d'intervento in discussione generale? Ha chiesto la parola il collega Bertin. Prego.

Bertin (RC-AC) - I fatti di oggi sono estremamente gravi, ma sono l'ultimo tassello di una serie di fatti che negli ultimi anni hanno evidenziato una presenza significativa della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Una presenza in grado di condizionare la politica, l'economia e la società valdostana. Sono cose che ripeto da tempo e che purtroppo sono sempre state sottovalutate, c'è sempre stata una sottovalutazione del fenomeno della 'ndrangheta in Valle d'Aosta, un po' perché siamo distanti, un po' tutto il nord Italia ha sottovalutato questo fenomeno; ma la presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta è da tempo un fatto e non un'opinione. Da diverso tempo chi affermava questa presenza veniva tacciato di Cassandra o di visionario, ma era del tutto evidente - e non da ora - questa presenza. È una presenza storica dagli anni Settanta, Ottanta con fatti criminosi anche palesi, ricordo fatti di sangue come l'esecuzione negli anni Novanta di due 'ndranghetisti per un regolamento di conti ? a Pont-Saint-Martin e a Donnas, che videro coinvolta la famiglia Belfiore ? e altri fenomeni inquietanti, come l'attentato al Procuratore Selis, collegato in parte con il Procuratore Caccia che, tra l'altro, fu ucciso dallo stesso esecutore materiale dell'omicidio di Pont-Saint-Martin. Negli anni Novanta questi fatti colpirono l'opinione pubblica perché erano fatti di sangue, ma anche altri avvenimenti negli anni successivi hanno evidenziato questa presenza, una presenza che ormai, anche da un punto di vista economico, è significativa, ricordo en passant le sei interdittive antimafia a sei società edili valdostane che sono un elemento supplementare che evidenzia un problema in questa regione, un problema serio. Vi è poi la questione legata alla politica per l'interesse della 'ndrangheta ? come di tutte le associazioni di questo tipo ? ai soldi e al potere, e il rapporto tra questa organizzazione e il potere politico è fondamentale. Negli anni abbiamo avuto diverse inchieste che riguardavano voto di scambio, ricordiamo il '93 e anche in momenti successivi. Oggi si evidenzia in modo palese questa situazione, con l'arresto di due esponenti politici, uno eletto al Consiglio comunale di Aosta e l'altro al Consiglio regionale, e gli inquirenti riportano la presenza di una locale, di un'organizzazione base della 'ndrangheta, una locale in Valle d'Aosta che sinora era stata messa in dubbio. A questa locale, secondo le accuse della Procura, addirittura partecipa un esponente politico, il consigliere comunale Prettico, un fatto grave e non così comune neanche nelle altre regioni. Un fatto che lascia sconcertati, non soltanto questa organizzazione riesce a condizionare le istituzioni, ma addirittura vi entra in prima persona, una cosa che è estremamente inquietante.

Questa capacità della 'ndrangheta di condizionare le elezioni è nota in tutto il nord Italia, sono diverse le occasioni nelle quali è emerso in modo chiaro. Ricordo per esempio che nel 2010 il Consiglio comunale di Chivasso è stato sciolto perché il risultato è stato non condizionato, ma determinato dalle cosche presenti sul territorio. Come, per altri aspetti, gli scioglimenti legati alla capacità della 'ndrangheta di condizionare il voto di comuni limitrofi a Torino. Ricordo anche l'arresto dell'assessore lombardo della Lega avvenuto diverso tempo fa per rapporti con la 'ndrangheta, e anche in questo caso, era stato uno scambio di voti tra l'organizzazione criminale e l'assessore regionale in questione.

La capacità di questa organizzazione di penetrare e di condizionare il tessuto economico, sociale e politico è un fatto pericoloso perché condiziona il processo democratico di una regione e non soltanto d'intere parti di territorio.

Per anni la politica in Valle d'Aosta ha preferito guardare da un'altra parte e fare finta che questo fenomeno da noi non esistesse, nonostante l'evidenza che emergeva di volta in volta. Questa indagine ? in risalto per gli odierni fatti di cronaca ? è nata quattro anni con il ritorno in Valle di Giuseppe Nirta e di suo fratello Bruno, presenze criminali importanti di San Luca, e da allora viene intensificato l'aspetto investigativo riguardante la presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Da questa indagine della DIA partono due indagini collegate, una riguardante la BCC con tutti i fatti relativi all'affitto del locale dell'allora Assessore Perron, anche queste nascono da intercettazioni riferite a questa presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta, come peraltro l'indagine "Longarini - caseificio valdostano", anche queste hanno origine dallo stesso filone, il che evidenzia ancora una volta la presenza della 'ndrangheta e la sua capacità d'infiltrarsi nel nostro territorio. È necessaria una presa di coscienza da parte di tutti perché non è una questione di Polizia e di Forze dell'Ordine. Colgo l'occasione per ringraziare la Polizia, i Carabinieri e le Forze dell'Ordine, così come i Magistrati, per questa operazione e per quelle precedenti che hanno permesso di limitare i danni, ma certamente non è soltanto una questione che può essere contrastata delegandola alla Polizia o ai Carabinieri, è una questione che riguarda tutti, in primis la politica, perché questa è anche una questione politica. La politica deve essere in grado di prendere le distanze in modo chiaro da questo fenomeno, anche a costo di perdere dei voti, perché è questo il problema: la 'ndrangheta garantisce voti e la politica, a volte, non è in grado e non vuole prendere le distanze, perché preferisce beneficiare del consenso portato da questa organizzazione, con tutte le conseguenze che ciò comporta.

È necessaria una presa di coscienza da parte di tutta la società valdostana.

L'altro giorno veniva presentato uno studio fatto all'interno di un lavoro di Don Ciotti e di Libera in cui una ricercatrice valdostana, Joselle Dagnes, evidenziava il fatto che in Valle d'Aosta vi era una percezione ancora piuttosto bassa della pericolosità di questo fenomeno; venivano percepiti maggiormente altri aspetti criminali e meno proprio questo, legato alle organizzazioni criminali di chiaro stampo mafioso, in particolare la 'ndrangheta. Un fatto questo che deve farci riflettere: nonostante tutto quello che è successo, i cittadini valdostani ancora non hanno una percezione chiara della pericolosità di questo fenomeno nella nostra Regione.

È importante che ognuno faccia la propria parte per contrastare questo grave pericolo, questa minaccia che incombe sulla Valle d'Aosta perché ne va dell'avvenire di questa regione, della qualità della vita dei cittadini perché la 'ndrangheta non porta soldi, è soltanto un'illusione di breve periodo, la 'ndrangheta, come queste organizzazioni mafiose, ha come obiettivo impoverire i territori in cui è presente e lo si vede nei paesi d'origine. È un rischio grave il riciclaggio di denaro sporco che non porta comunque benefici alla qualità della vita nei territori nei quali è presente la 'ndrangheta e vengono effettuate queste pratiche. È necessario che ognuno faccia la propria parte, con tutti gli strumenti, e, come Amministrazione regionale, è importante che ogni strumento possibile per contrastare il fenomeno sia attivato.

Nel tempo ho promosso l'istituzione di un osservatorio permanente sulle organizzazioni criminali di stampo mafioso, proposta di legge per due volte respinta che aveva l'obiettivo di dotare la Regione di un piccolo strumento, certamente non risolutivo, ma che poteva, accanto ad altri, permettere un contrasto più efficace alla presenza della 'ndrangheta. A breve ripresenterò per l'ennesima volta questa proposta di legge per cercare di dotare la Regione di un piccolo strumento per il contrasto alla 'ndrangheta che deve andare ad affiancarsi ad altri strumenti, soprattutto alla capacità di tutti di prendere coscienza della gravità della situazione, perché ne va dell'avvenire di questa regione.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - È particolarmente importante oggi prendere la parola in quest'aula alla luce degli avvenimenti di cui siamo tutti testimoni, nonostante la volontà e la mediazione trovate nella Capigruppo vogliano che non si facciano nomi, sigle, riferimenti; bisogna essere superiori, bisogna dire che tutto va bene, siamo tutti uguali e siamo tutti contro le cose brutte.

Voglio riportare in questo mio intervento due dichiarazioni specifiche, una che dice: "La Valle d'Aosta non è immune da insediamento mafioso che ha condizionato e continua a condizionare l'economia di questa terra e anche la politica e le scelte"; dichiarazione fatta da Rosy Bindi, allora Presidente della Commissione parlamentare antimafia, il 20 ottobre 2017, queste dichiarazioni, giunte dopo un incontro fatto in Valle d'Aosta dall'allora Presidente Rosy Bindi provocarono ? ricordo bene ? in quel periodo la reazione del sindaco di Aosta (io e la collega Spelgatti eravamo in Comune di Aosta) che bollò come "improvvide dichiarazioni" quanto affermato allora da Rosy Bindi, le stesse "improvvide dichiarazioni" con le quali poi lo stesso Centoz ?tra l'altro recentemente ? bollò la promessa dell'appena eletto consigliere regionale Marco Sorbara relativamente ai trasferimenti nel grattacielo delle famiglie che aspettavano una sistemazione dal 2017. E questo ritengo sia un punto importante su cui voglio tornare tra un attimo, ma prima veniamo a un'altra dichiarazione, ancora più importante. "Questo è un arresto pazzesco che ci dice purtroppo che c'è del marcio in Valle d'Aosta, io temo che questo marcio si sia infiltrato a troppi livelli nei comuni e nelle regioni, che ci sia la malavita che controlla tante attività imprenditoriali e controlli anche le elezioni di tanti politici ed è altrettanto evidente che non è possibile che una terra bella, potenzialmente ricca e autonoma sia nelle mani della criminalità organizzata e chi dovrebbe controllare finisce in galera. Spero e penso che anche in Comune ad Aosta e nella stessa Regione qualcuno tragga le conseguenze, si dimetta e si faccia da parte". Questa dichiarazione è di Matteo Salvini il 31 gennaio 2017. Queste dichiarazioni arrivavano all'indomani dell'allora procuratore capo Longarini e tratteggiavano, preconizzavano una situazione che pare potenzialmente essersi anche concretizzata. Credo che ci sia stata una importante lungimiranza da parte di colui che oggi rappresenta una delle massime autorità del nostro Stato e rappresenta a oggi il Ministero degli Interni. Non sto neanche a ricordare quanto dichiarato dalla collega Spelgatti in varie occasioni, non ultima anche quella di Pontida. Penso e spero che anche lei avrà qualcosa da dire durante questi minuti, queste ore di dibattito in Consiglio regionale. In questa giornata che, di certo, passerà alla storia per essere la prima dove si è verificato un arresto legato alla 'ndrangheta di un politico regionale, e comunale ed altri, collegandomi anche alla mozione del collega Cognetta relativamente al voto di scambio, è importante affermare che la 'ndrangheta utilizza un sistema per raccogliere il consenso, che è il sistema della promessa, che è una promessa che si può fare a vari livelli. Ci sono le promesse fatte al professionista, le promesse al politico: "Ti do quell'incarico, ti do quell'appalto, ti faccio avere tanti voti" ed è un sistema di promesse che arriva anche al singolo elettore, che è "ti prometto che, se vengo eletto, ti darò qualcosa di tangibile", facciamo un esempio: una bella casa popolare, un aiuto, un contributo, eccetera. Sarebbe bene che oggi si affermasse che d'ora in poi si dicesse con grande forza da più parti che la figura del politico non è quella che ti può dare come un signore feudale qualcosa in cambio. Il politico può lavorare per migliorare la propria comunità o lavorare per fare delle leggi che portino a un determinato obiettivo, a un determinato risultato, può fare delle azioni di sindacato ispettivo nell'ambito della sua attività politica, ma non può dire: "Se tu non hai i requisiti, io ti do lo stesso". È importante perché se noi riuscissimo a spiegare a tutti quanti i cittadini che questo collegamento, che queste possibilità del politico non esistono, sono certo che non si sarebbe neanche quasi la necessità di fare uno spoglio centralizzato perché a quel punto ci sarebbe la verifica del consenso direttamente sui programmi e sui progetti e non sulle promesse che una persona può fare.

In conclusione di questo mio primo intervento, mi trovo, con tutta la gravità del caso, a dire una cosa molto semplice, credo che oggi si sia aperto uno dei tanti vasi di Pandora, spero che se ne aprano degli altri o che perlomeno si faccia luce sull'intera vicenda, mi auguro che non ci sia dell'altro e che, alla luce del fatto e pur consapevoli che ci sono delle indagini e che ci sono delle azioni molto importanti (approfitto anch'io per ringraziare sia le Forze dell'Ordine sia la Procura per il loro costante lavoro che ha portato a questo risultato odierno) oggi sarà importante che chi sa parli, che chi è a conoscenza, che chi è stato testimone di atti che mirano a inquinare il dibattito democratico, che mirano a entrare nelle istituzioni per corromperle parli e permetta che si faccia piena luce su tutti gli aspetti più oscuri della nostra regione, e non solo.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Nasso.

Nasso (M5S) - È con un po' di angoscia che porto in quest'aula la mia riflessione su quanto è emerso durante questa durissima giornata e su quanto chiede la mozione. Questa mattina ho sentito tanti commenti, mi sono confrontata con tante persone che hanno parlato di scandalo, di sorpresa e di stupore. La mafia al nord esiste, esiste in Valle d'Aosta, esiste in Piemonte, è collegata, esiste in tutto il nord, esiste in Italia, esiste in tutto il mondo. Qualche mese fa a Saint-Vincent, era presente con me il collega Mossa, c'è stata la figlia di Bruno Caccia. Bruno Caccia era un magistrato, assassinato a Torino nell'83 che è stato ucciso come aveva cominciato a indagare sul casinò di Saint-Vincent, basta cliccare questo nome su Google o comunque leggere qualsiasi libro storico di mafia per capire che non è una notizia-scandalo, non dobbiamo stupirci, la mafia c'è, è radicata e da diversi decenni. Mi permetto di aprire una parentesi su alcuni commenti che ho sentito a proposito anche dell'origine di alcune persone: spesso, sì, è vero, sono di origine calabrese. Io sono una valdostana, di orgogliose origini calabresi, la Calabria è una terra stuprata da queste organizzazioni criminali, da sempre purtroppo, ma non è solo questo. Quindi, tengo a sottolineare che, sebbene sia vero che purtroppo tante associazioni mafiose arrivino da lì, i calabresi e la Calabria sono altra cosa. Oggi abbiamo avuto una prima volta, la prima volta dell'arresto per motivazioni mafiose di persone all'interno delle istituzioni. Non era mai successo storicamente, avevamo già avuto arresti per questa problematica, ma mai di persone all'interno delle istituzioni. Questo deve farci riflettere perché noi siamo persone, qui dentro siamo in 35, ognuno con le proprie sensibilità, con i propri vissuti, ma tutti insieme rappresentiamo il Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Lo rappresento io e lo rappresentano gli altri. È un fallimento enorme, triste, brutto. Il rischio grande è che, quando si ritornerà a votare, il partito che vincerà sarà quello dell'astensionismo, e questo è il secondo grande fallimento perché, al di là dei colori politici, quando una persona non ha neanche più voglia di fare qualche chilometro per recarsi in una cabina elettorale, abbiamo fallito tutti, di tutti i partiti, di tutti i movimenti, di tutte le idee e di tutti i colori.

Bene ha detto il collega quando ha citato Rosy Bindi che aveva detto che la Valle d'Aosta non è immune e ricordo bene anch'io che alcuni esponenti politici si erano permessi di giudicare inopportune le dichiarazioni di Rosy Bindi. La storia ci dà sempre le risposte. Il collega Bertin ha appena detto che non è vero che la politica ha guardato da un'altra parte. Purtroppo forse la politica non è che ha guardato da un'altra parte, la politica ha vissuto anche di questi sistemi. Io credo che sedere qui dentro sia un punto di partenza, la sfida comincia quando riceviamo il mandato dalle persone che ci hanno eletto e ci sediamo qui dentro. Noi non rappresentiamo solo chi ha creduto personalmente in noi, ma rappresentiamo tutti. Credere che essere eletti o arrivare in un Consiglio regionale o in un Consiglio comunale o in Parlamento sia il punto di arrivo, come l'arrivo di una gara, è profondamente sbagliato. La sfida comincia quando ci si siede qui, non quando si chiedono i voti alle elezioni.

Ultime due considerazioni: la presa di coscienza, come ho detto prima, è importante da parte di tutti, se ancora qualcuno questa mattina qui dentro pensava che la mafia non esistesse, almeno adesso lo sa per certo e anch'io voglio fare un ringraziamento alle Forze dell'Ordine che hanno lavorato dal 2014 a questa importante e molto grande indagine che chissà purtroppo quante brutte notizie ci rivelerà ancora; spero che davvero ci sia un cambio di rotta e che tutti possano contribuire affinché questo avvenga.

Président - A demandé la parole le collègue Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Je débute dans ma petite intervention tout d'abord avec des mots d'amitié et d'estimation à toute la communauté calabraise-valdôtaine, dans laquelle j'ai différents amis; j'ai eu des copains d'école qui sont encore très chers à ma personne. Ce matin lorsque la nouvelle a été diffusée, j'ai vu différentes réactions dans la salle: des sourires, des gestes de satisfaction, des visages graves, d'autres étonnés.

Moi j'ai eu un frisson dans le dos. C'est vrai: depuis bien trop de temps dans notre vallée cet argument n'est plus une nouveauté, déjà pendant les années 70-80 des épisodes à reconduire aux organisations criminelles ? à cause desquelles, malheureusement, l'Italie et fameuse dans le monde ? se sont produits ici parmi nos montagnes. Des attentats ont été conçus et réalisés ? il l'a rappelé tout à l'heure le collègue Bertin ? et des bombes et des voitures ont explosé à ce temps-là, il y a eu aussi quelques morts, il y a eu des actes d'escroquerie et d'extorsion.

Pendant les années 90 le Procureur Vaudano nous parlait ? hélas! ? de Mafia de montagne et nous nous étonnions presque scandalisés. Voilà chers collègues le résultat d'avoir trop minimisé. Nous vivons dans une vallée, dans une région malade comme l'a affirmé au mois d'octobre 2017 la Présidente de la commission parlementaire antimafia Rosy Bindi, déjà rappelée par les collègues Manfrin et Nasso. Il faut que nous nous rendions compte, ces mots retentissent encore: la Vallée d'Aoste n'est pas à l'abri du système mafieux qui conditionne et continue de conditionner l'économie de ce pays mais aussi la politique et ses choix ? la politique et ses choix! ? donc il conditionne l'exercice le plus important, celui de la démocratie, de la valeur la plus grande et la meilleure du monde civilisé.

Si cela est arrivé c'est parce que quelqu'un l'a permis et peut-être même sans trop en se rendre compte, peut-être même ayant été encouragé.

Quelle tristesse, quelle amertume, quel dégoût, mais aussi quelle envie de resurgir. Tout en respectant les organes judiciaires qui feront leur boulot, nous nous rendons compte de ce que les mots de Madame Bindi représentent et de ce qui est arrivé ce matin: si la mafia, la 'ndrangheta conditionnent nos actions et nos choix, si cela est suspect depuis des années et si ce matin, pour la première fois, des membres de institutions ont été arrêtés, et bien qu'est-ce qu'elle est devenue notre région? Interrogeons-nous et agissons de sorte que ce phénomène puisse être vite contenu et refoulé à jamais, au nom des valdôtains et de la Vallée d'Aoste toute entière.

Président - Il y a d'autres qui souhaitent intervenir? A demandé la parole la collègue Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Una delle prime interviste che avevo rilasciato in qualità di Presidente della Giunta era pervenuta dopo le dichiarazioni del procuratore capo Fortuna, e quindi c'era un articolo uscito sulla stampa in cui si diceva: "Dopo le dichiarazioni del procuratore capo Fortuna alla stampa, i partiti s'interrogano sulla criminalità organizzata", e vediamo quali erano le parole, che avevo utilizzato all'epoca: "Non ho strumenti per dire se ci sia o meno la mafia in Valle. Tessuto sociale sano? Direi proprio di no. E, in senso lato, posso parlare di sistema mafioso, Nicoletta Spelgatti, Presidente della Regione, offre certezza, non commenta quanto dichiarato dal procuratore capo Paolo Fortuna sulla criminalità organizzata in Valle, ma chiede collaborazione. Ripeto ? dice ? io non posso sapere se ci sia o meno la criminalità mafiosa, ma chiedo l'aiuto ai magistrati, alle Forze dell'Ordine, alla Corte dei Conti e alla Pubblica amministrazione perché si faccia pulizia per rendere trasparente l'attività pubblica nella amministrazione e nella politica, lo chiedo nell'interesse dei cittadini. -- Parla di marciume. "Certo ? risponde ? la situazione è di una gravità estrema, non c'è chiarezza negli appalti, negli incarichi che il pubblico dà all'esterno, il tessuto sociale è profondamente malato, il fenomeno del voto di scambio non è soltanto una questione di mazzette, ma di posti di lavoro. Tutti gli strumenti utilizzati sono stati elementi di potere utili per conservarlo e perpetrarlo".

fronte di queste dichiarazioni, mie, si era scatenato il finimondo, non sono mai stata tenera nelle mie dichiarazioni (questo già dalla campagna elettorale, ma anche in qualità di Presidente della Regione), ma certe cose un Presidente della Regione non le deve dire, certe cose non si possono dire e io ho continuato a dirle lo stesso nella convinzione che la politica deve denunciare un sistema che è conosciuto a tutti i valdostani, perché la domanda che dobbiamo porci in questo momento è: "quale valdostano si stupisce realmente, al di là dei singoli arresti, di quello che viene fuori da questo tipo di indagine? Quale valdostano non sa qual è il sistema che c'è in Valle d'Aosta, quale valdostano non sa che i voti vengono controllati da sempre e che i politici di turno, da un tempo ormai immemore fanno promesse e scambiano la loro elezione con favori? Quale valdostano può dirsi immune da questo sistema? Immune nel senso di non esserne consapevole, lo sappiamo tutti. Questo modo di fare politica ha rovinato intere generazioni, generazioni che hanno avuto come massima aspirazione di essere amico di qualche politico di turno per avere dei favori, per trovare un posto di lavoro, per essere piazzato da qualche parte e quindi si sono uccise intere generazioni.

È colpa dei valdostani? In parte sì, ma è anche vero che, quando si vive all'interno di un sistema, ci si abitua purtroppo a quel sistema e ci si adatta. E quindi i valdostani hanno dovuto necessariamente adattarsi a un sistema perché "o funziona così o sei tagliato fuori". Questo è sempre stato il sistema in Valle d'Aosta, ma le cose stanno cambiando alla velocità della luce; stanno cambiando a tutti i livelli, la gente finalmente sta rialzando la testa, la gente sta finalmente capendo che ci può essere un altro modo di fare politica, un modo di fare politica solo ed esclusivamente nell'interesse dei cittadini e della comunità, senza chiedere e senza dare niente in cambio. Noi lo abbiamo dimostrato, abbiamo fatto sempre scelte dure, non siamo scesi a compromessi e siamo ben contenti di essere qui oggi in opposizione a poter ribadire quello che avevamo già detto nel momento in cui siamo andati, invece, a governare. La gente ha capito soprattutto che esiste la possibilità di essere uomini liberi, di essere uomini con dignità perché accettare certi compromessi significa perdere la dignità, anche accettare certi compromessi e dovere fare patti con il politico di turno significa perdere la dignità perché si ammazza la meritocrazia perché la meritocrazia non esiste più e qui in Valle d'Aosta lo sanno tutti e lo sanno soprattutto i nostri giovani perché non conta quanto hai studiato, non conta il curriculum che hai, conta di chi sei amico, ma queste cose cambieranno, questo modo di fare politica è morto, perché saranno i valdostani a decretare la morte di questo sistema. E succederà tutto molto in fretta perché, quando l'uomo ha la possibilità di capire che esiste il modo di essere liberi, innalza il cuore e la propria coscienza e va avanti. Forza Valle d'Aosta.

Presidente - Ricordo che, per tutelare le elezioni, questo Consiglio ha approvato una serie di modifiche che hanno reso non controllabile il voto durante le ultime elezioni regionali, modifiche riproposte all'inizio di questa legislatura per rendere definitivo lo spoglio centralizzato.

La parola al collega Nogara.

Nogara (UVP) - Ho ascoltato i vari interventi, soprattutto l'intervento del collega Cognetta del quale ho condiviso la maggior parte delle cose che ha detto perché sono cose che succedono nel nostro ambiente politico, quando succedono delle cose così gravi, sono triste nell'animo per ciò che succede e la voglia di continuare, come si è sempre fatto, a denunciare delle situazioni, che non si condividono. Avevo annotato diverse cose da scrivere, ma l'ultimo intervento della collega Spelgatti mi ha dato molto fastidio quando asseriva che il tessuto valdostano è marcio, io penso che in tutti gli ambienti professionali, lo vediamo in questi mesi, in questi giorni, lo vediamo nell'ambito politico, nell'ambito della magistratura, in qualsiasi ambito, ci sono grosse problematiche che emergono. Lei ha parlato di un sistema politico, io faccio parte di quel sistema politico perché tutti noi facciamo parte di quel sistema politico e sentirle dire che voi siete gli unici sani, puri e belli mi infastidisce perché, secondo lei, quello che si è verificato è sempre successo in Valle d'Aosta, perciò ha messo dentro tutti quelli che sono qua.

Come ho chiesto diverse volte, lei deve avere il coraggio di alzarsi, schiacciare il pulsante, fare nomi e cognomi, fare i nomi delle sigle: "Lei ha fatto questo", perché tutte le cose che ha detto e le cose che ha detto il consigliere Cognetta noi, come gruppo, personalmente le abbiamo sempre fatte. Quello che forse non ha fatto lei perché la prima cosa che ha fatto, quando è arrivata, sono le nomine, prendendo gli esclusi, non entrati in Consiglio regionale della Lega, e mettendoli da una parte e dall'altra, come per tutti gli altri incarichi che ha dato. Perciò, proprio lei che viene a dire queste cose mi fa sorridere.

Oggi il discorso da fare è tutt'altro, però ergersi come paladino di correttezza non lo accetto. Se lei ha qualcosa nei miei confronti, nei confronti di qualcuno seduto in quest'aula che secondo lei ha fatto tutte le cose brutte, nefaste che ha appena elencato, si alza, schiaccerà il pulsante e dirà: "Nogara, lei ha fatto questo, questo e questo" e una cosa del genere la accetto volentieri, ma non può generalizzare così, perché è veramente offensivo sentirsi dire queste cose perché io vengo tutti i giorni al lavoro con entusiasmo, con voglia di fare, magari non riesco a fare un sacco di cose, magari non sono in grado, però almeno l'impegno lo metto e metto la massima onestà nel mio lavoro e sentirmi dire delle cose del genere senza sapere se sono rivolte a me o a qualcun altro di questo Consiglio, mi dà fastidio.

Si è parlato di tutte le situazioni non lecite nell'ambiente, la consigliera Nasso diceva che si lavora per le situazioni non lecite nell'ambiente politico, io penso che si debba lavorare per tutte le situazioni non lecite, le do perfettamente ragione.

Parlando dei ragazzi, dei nostri giovani, ho due figli giovani, penso che non lavoreranno mai in Valle d'Aosta, hanno scelto delle strade per cui lavorare in Valle d'Aosta è impossibile perché non c'è la possibilità di quel tipo di lavoro. Per l'esperienza, che ho, si è sempre guardato tantissimo ai curricula, tanti hanno voglia di uscire perché molti si sentono chiusi e limitati in questa regione, però il fatto di uscire è un fatto di crescita. Se i miei figli mi diranno che vogliono andare a lavorare all'estero, sono contento, sperando che tornino qui per portare qui le esperienze che faranno fuori dalla nostra regione. Avendo due figli, avendo tanti ragazzi che giravano per casa, i discorsi che facevano erano proprio questi; noi dobbiamo dare delle opportunità ai nostri giovani, è un lavoro importante ma difficile perché la nostra è una regione chiusa, ha dei limiti, in tante nuove professioni che sono nate. Io dico purtroppo, forse bisognerà lavorare per un'università che apra a delle professionalità, a dei lavori collegati alla nostra regione: l'assetto del territorio, la selvicoltura, la montagna, il turismo, cose complementari alla nostra orografia.

Io spero che i nostri giovani tornino nella nostra Valle e cambino questo tessuto che sembra non essere così lindo. Io penso che ovunque, come diceva la consigliera Nasso, in Italia, in Europa, nel mondo - non dobbiamo pensare che qui siamo in un paradiso terrestre - siamo tutti consapevoli che ci possano essere infiltrazioni di qualsiasi tipo. Nella nostra regione gira parecchio denaro, grazie al turismo, grazie ad altre situazioni; il nostro lavoro è di continuare per mantenere "pulita" - e vuol dire tutto - la nostra regione.

Sembra sempre che ci sia un qualcuno che lavora contro e un qualcuno che lavora a favore e questo mi fa indignare, perché c'è una volontà per lavorare sempre onestamente e nel migliore modo possibile.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Spelgatti, per fatto personale.

Spelgatti (LEGA VDA) - Collega Nogara, spesso e volentieri un bel tacere non fu mai scritto. In un'occasione del genere è riuscito a rispondere che non sa che funziona così questo sistema. Caspita, è nel mondo della politica da molto tempo e non sa come funziona questo sistema, provi a fare un giro qua fuori e chieda ai cittadini valdostani se lo sanno, lei però non lo sa, ha fatto politica e non lo sa. Ho attaccato lei? Ho chiesto qualcosa a lei? Lei si è sentito offeso. Il problema è suo. E quindi si è alzato a paladino del sistema per venire poi a parlarci dei figli, che devono andare dall'estero, che lei è contento se vanno all'estero, se tornano qua. La ringrazio per il suo intervento, è stato molto piacevole, però le chiedo di darmi una risposta, visto che ha detto che noi abbiamo fatto delle nomine, adesso mi fa nomi e cognomi. Si alzi e me li dica.

Presidente - La parola al collega Marquis.

Marquis (SA) - Oggi è una giornata triste, sono successi dei fatti molto gravi, che hanno turbato la serenità dell'aula, hanno sconvolto l'ordine dei lavori, ma credo anche toccato nel profondo tutta la comunità valdostana. È stata messa alla luce un'operazione da parte delle Forze dell'Ordine che ha ipotizzato la presenza in Piemonte e Valle d'Aosta di un'associazione di stampo mafioso che opera anche nel nostro territorio, il fatto ancora più grave è che sono coinvolti anche dei soggetti che sono rappresentanti delle istituzioni. Io credo che sia importante e doveroso parlare di questo argomento, ma che non sia corretto dentro l'aula generalizzare i concetti, fare di tutta un'erba un fascio e credo che alcune affermazioni, fatte nell'ambito nella discussione, vadano oltre i contenuti della mozione.

Non posso condividere da valdostano da sempre, da origini di famiglia, che tutta la Valle d'Aosta sia marcia, sia malata. Credo che, come in tutte le regioni, ci siano delle situazioni che bisogna estirpare dall'inizio, come un virus, una malattia che s'introduce nel corpo, pian piano impossessandosi di tutti i tessuti. Quello che è stato fatto oggi è un atto importante, portato avanti dalle Forze dell'Ordine, ma deve riuscire nel suo obiettivo di sanificare una situazione. Non perché oggi è avvenuto questo in Valle d'Aosta si può affermare che tutta la Valle d'Aosta sia malata perché questo è offendere il nostro territorio e tutti i valdostani, perché in Valle d'Aosta ci sono tante persone per bene, quasi tutte per bene, e ci sono molte persone con la schiena dritta e che non hanno bisogno di prendere lezioni da parte di nessuno. Non abbiamo bisogno del vento che arriva da fuori Valle per imparare a fare pulizia dentro casa nostra perché ciascuno deve guardare dentro la propria casa, ciascun movimento politico perché noi non abbiamo mai rubato dei soldi pubblici qui dentro, c'è qualcuno che deve restituire 50 milioni di euro agli italiani, a rate. Questo non vuol dire fare della buona amministrazione, questo vuol dire esercitare la propria attività nella scorrettezza, nell'illegittimità. L'illegittimità può entrare in tutte le case. Non è che adesso perché la Lega deve restituire 50 milioni, dico che la colpa è di Manfrin, di Luboz e di Lucianaz, non ne possono niente! Perché credo non sia corretto fare di tutta un'erba un fascio. Oggi purtroppo è una triste giornata per la Valle d'Aosta, abbiamo scoperto che esistono anche qui in Valle d'Aosta delle situazioni che pensavamo non esistessero. E così, come i valdostani di nascita sono gente onesta, credo che ci siano anche calabresi, quasi tutti i calabresi che da sempre vivono la Valle d'Aosta, persone per bene, persone che hanno lavorato, rimboccandosi le maniche, delle persone che non hanno bisogno di essere coinvolte in queste situazioni, che hanno bisogno di vivere una vita serena. Dentro quest'aula abbiamo una responsabilità che è difendere il nostro territorio. Non è opportuno cavalcare delle situazioni negative per farci della propaganda. Oggi ho sentito parlare di "accaparraggio" di consenso, ma cosa vuol dire accaparrarsi il consenso di massa? Dire agli Italiani che diamo loro una vignette con la quale con quaranta euro si possa girare tutta Europa è una corruzione di massa? È un modo di accaparrarsi il voto, il consenso degli Italiani. Andrei piano e con molta cautela a fare dei ragionamenti di questo tipo, è una strada che è meglio non percorrere perché altrimenti ci sarebbero degli approfondimenti da fare.

Mi auguro che i soggetti coinvolti da questa operazione possano dimostrare la loro estraneità: siamo garantisti per natura, sottolineiamo la delicatezza e la gravità di quanto accaduto, spero che possano dimostrare la loro estraneità a quanto loro contestato. D'altra parte dobbiamo fare un plauso alle Forze dell'Ordine per questa operazione, frutto di un intenso lavoro, fatto anche in condizioni di difficoltà perché non è sicuramente facile esercitare queste attività e, soprattutto, mettere in luce situazioni che non fanno del bene alla vita comune e che non sono legittime. Oggi è solo un momento triste per tutti, dobbiamo prendere esempio da ciò che è successo per interrogarci tutti insieme su come si possa fare a livello politico per guidare la Valle d'Aosta fuori da queste difficoltà oggettive. Dobbiamo avere rispetto dei valdostani, di tutti i cittadini che vivono il nostro territorio perché sono delle persone per bene.

Dalle ore 18:19 assume la presidenza il vicepresidente Rollandin.

Rollandin (Presidente) - Ha chiesto la parola la collega Pulz. Ne ha facoltà.

Pulz (ADU VDA) - Di nuovo e per l'ennesima volta la Valle d'Aosta si è svegliata con le allarmanti notizie della cronaca giudiziaria ed è ancora una volta alla ribalta di media, anche nazionali, non certo per farsi una buona pubblicità, purtroppo. Questa mattina è stata la volta dell'operazione anti 'ndrangheta dal nome molto significativo "Geenna", l'immondezzaio - di cui parla la Bibbia - operazione condotta dai Carabinieri, che ha scosso il palazzo e l'opinione pubblica, lasciando a noi Consiglieri e, soprattutto ai cittadini, una sensazione di sgomento, di smarrimento di fronte alla ormai evidente impossibilità che in questa Regione si abbia una vita politica e istituzionale "normale".

Ambiente, Diritti e Uguaglianza in Valle d'Aosta, che rappresento, stigmatizza questa continua sottovalutazione da parte delle istituzioni e dei suoi rappresentanti di quello che appare un fattore pervasivo e inquietante di erosione della vita politica della Valle, dei diritti dei valdostani, della trasparenza delle istituzioni e di conseguenza della vita democratica di noi tutti. La mafia in questi anni ha infiltrato, condizionato la vita politica ed economica della nostra Regione. La scarsa partecipazione dei Consiglieri mi è dispiaciuta la settimana scorsa, quando c'è stato un importante convegno, già ricordato dai colleghi prima, a palazzo regionale, organizzato da Libera contro le mafie. Lì sono stati illustrati dei dati molto rilevanti alla presenza di Don Ciotti, che sa di cosa parla quando parla di mafie e abbiamo capito che il fenomeno non è percepito come pericoloso. E dall'indagine, questo mi ha imbarazzato non poco, risulta che solo i giovani sanno porre in evidenza il coinvolgimento nel fenomeno della sfera politica. Allora noi crediamo fermamente che i cittadini tutti abbiano diritto di essere tutelati fino in fondo rispetto a fenomeni criminali di una tale gravità, anche se è chiaro che i fatti vanno accertati perché noi tutti siamo garantisti. E non può essere però soltanto il meritevole lavoro della magistratura a offrire un argine e un controllo sulla legalità, tutto il mondo politico e tutti noi dobbiamo operare con fermezza e senza ambiguità perché ogni possibilità d'infiltrazione mafiosa e corruttiva sia individuata, denunciata e bloccata sul nascere. La politica ora non potrà più avere scuse, non potrà più non interrogarsi a fondo su un sistema che ha favorito in qualche modo il fenomeno mafioso, che comunque non ha saputo combatterlo, questo va ammesso, che ha offerto evidentemente un humus fertile. Bisogna, perciò, introdurre strumenti il più possibile efficaci, che costituiscano un presidio a difesa della democrazia e dello stato di diritto. E noi alcune proposte le abbiamo, Ambiente, Diritti e Uguaglianza si permette di riproporre con forza la costituzione dell'osservatorio regionale permanente contro le infiltrazioni mafiose. Diteci, voi che c'eravate, perché non è stato introdotto nelle precedenti legislature? Nonostante il fatto che alcuni politici hanno insistito molto su questo punto e qui devo citare il collega Bertin, in particolare. E poi, altra domanda forse scomoda: perché non si è mai pensato a una coraggiosa Commissione d'inchiesta sul ruolo della massoneria in Valle d'Aosta? È stata citata anche questa mattina dalla Procura di Torino. Ci sono alcune cose che possiamo fare subito, immediatamente, e la prima cosa che ci viene in mente è di blindare immediatamente lo scrutinio centralizzato del voto regionale, evitando quelle lungaggini, quell'allungare il brodo - come piace dire alla collega Nasso - che deriva da tutte le altre proposte in Prima commissione, proposte legittime ma che in questo momento ci fanno perdere tempo, soprattutto quando si parla dell'introduzione del voto elettronico, che a livello internazionale, in tanti paesi è stato abbandonato proprio per il fatto che non esclude per nulla il controllo del voto stesso.

Bisogna introdurre subito, con coraggio, senza perdere tempo, lo spoglio centralizzato in vista di nuove possibili elezioni anticipate appunto per cercare di liberare definitivamente questa che è la massima istituzione politica valdostana dall'influenza da tutte le forme di corruzione. Un risultato, infatti, lo si era ottenuto nello scorso maggio, quando la gente ha dichiarato che si è sentita più libera di votare, meno condizionata, meno con il fiato sul collo, da parte di certi politici vergognosi che hanno fatto del voto - e quindi della democrazia - un mercimonio alla faccia della cittadinanza onesta. Quel sistema non può riproporsi in alcun modo ed è un male profondo e anche antico nella nostra comunità valdostana. Vi parlo di qualcosa con cui purtroppo ho dovuto confrontarmi direttamente perché alcuni anni fa - ormai sono già tanti - un Assessore, che sedeva sa quei banchi, dopo le elezioni si è permesso di chiamarmi a casa per rimproverarmi di non averlo votato. Ho fatto esperienza diretta del controllo. Questa arroganza, questa forma di violenza mi ha profondamente segnata e credo di essere qui per testimoniare che un modo completamente diverso di fare politica è ancora possibile.

E concludo sottolineando - spero che il dottor Fosson condivida questa analisi da profana quale sono in materia - che un buon medico chirurgo non tenterebbe d'impiantare un pezzo di cute sana su un tessuto in putrefazione perché sprecherebbe del tempo, darebbe false illusioni al malato, alla sua famiglia, aumenterebbe il suo dolore e il suo disagio. Forse quel medico ha più probabilità di riuscita se si prende del tempo per curare ogni giorno la zona malata un po' alla volta, pulendo la ferità in profondità, se serve, evitando ulteriori sovra infezioni e rinforzando il malato perché possa mettere in atto il suo processo anche di autoguarigione. Forse così ci vuole tempo, forse in questo modo farà meno notizia il suo lavoro, meno notizia di un trapianto cutaneo, però garantisce maggiori risultati a meno che la piaga non sia talmente estesa e infetta da richiedere un drastico intervento. Noi crediamo che nei prossimi giorni si debba valutare con calma e con la dovuta distanza quale delle due situazioni esattamente ci tocca vivere in Valle d'Aosta nonostante noi e come potremo curare questa profonda infezione finché forse - voglio sperarlo - sembri ancora circoscritta e lo sia veramente. Però allora bisogna prendere onestamente coscienza del fenomeno in maniera trasparente e coraggiosa per dire che noi siamo totalmente distanti da tutto questo.

Presidente -Ha chiesto la parola il collega Aggravi. Ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Io non voglio fare cronache giudiziarie, non voglio parlare di fatti che devono essere trattati nelle deputate sedi e dai deputati organi. Sicuramente, come qualche collega ha detto, oggi è un giorno molto triste per tutta la comunità e soprattutto per questa istituzione e altre istituzioni perché comunque fatti come quello di oggi, al di là di come poi si svolgeranno in seguito, devono farci riflettere. A tal riguardo, anche io voglio ringraziare le Forze dell'Ordine per il lavoro che hanno fatto, che fanno e che faranno perché, è vero, sono le istituzioni che si devono autoregolare, ma, senza adeguati presidi e un'adeguata azione, tutte le conferenze di questo mondo non servono a nulla, tutti i dati di questo mondo non servono a nulla. Parlerò del personale, di quello che conosco, non farò voli pindarici, ma dirò che chi mi conosce sa la mia storia e conosce quello che stato, ma rivendico da sempre un fatto ? perché generalizzare spesso porta da una parte e dall'altra a notevoli problemi e soprattutto a giochi delle parti che non servono a nulla ? ho sempre fatto le mie scelte da solo, ho sempre scelto in coscienza mia perché questi eventi ci dimostrano che prima di tutto è la nostra coscienza personale ?e anche politica e morale ? che deve guidare il nostro agire. Personalmente non ho scelto scorciatoie, non ho scelto strade che magari mi sono anche state prospettate o potevano esserlo. Ognuno di noi fa delle scelte e frequenta le compagnie che si merita o che si cerca. È importante seguire le regole, e queste scelte devono avvenire secondo le regole per rispetto dell'istituzione, ma prima di tutto delle persone che ci votano perché la rappresentanza è responsabilità sia nelle scelte prese sia nei confronti di chi ci ha votato. Ognuno fa le sue promesse. In casi come le accuse, che oggi abbiamo letto, sono più di promesse ed è un gran programma quello che ci aspetta nel prossimo futuro. Non voglio fare filosofia, non voglio rubare il mestiere a colleghi più eminenti di me in filosofia, ma credo che questo nostro agire debba essere dettato da un imperativo categorico che ogni politico, ogni rappresentante deve avere e, se non ce l'ha, o lo mette da parte, ne deve pagare le conseguenze.

En tant que valdôtain, je suis terriblement préoccupé qu'un événement de ce genre puisse, tôt ou tard ou bien encore une fois, donner une tache de noir à la gloire d'une communauté et d'un peuple comme celui valdôtain; une communauté, un peuple qu'une fois jouais ? et je voudrais que même aujourd'hui on aille jouer en tel sens ? en tant que flambeau, mais probablement on a un peu perdu de force, de clarté, de chaleur, de flamme, et ? je cite notre mur ? en tant que fiers membres de la Jeune Vallée d'Aoste on a fait une bataille et on va faire une bataille en tant que couradzo valdoten: la défense de la conscience de chacun de nous, une tentative de renforcer la bonne conscience des valdôtains contre "il voto di scambio" et toute une série de techniques que les magistrats connaissent très bien. Je veux me lier aussi aux paroles du collègue Luboz, que justement a dit d'être proche d'une communauté ? comme pourrait venir pour la communauté valdôtaine plusieurs fois ? et citer que c'est celle calabraise: on n'est pas tous les mêmes, mais sans doute ? je l'ai dit auparavant ? chacun de nous doit faire sa partie et s'il ne la fait pas bien, il fait partie d'un système, il crée un système.

Spero che il voto di oggi non sia soltanto di questa mozione, che condivido in toto e che mi fa arrabbiare perché, come ha detto il collega Cognetta, credo che ognuno di noi si meriti l'emolumento e soprattutto la tâche che riveste, nella misura in cui lavora per la comunità e per il bene di tutti, ma voglio sperare che il voto di questa mozione non sia soltanto legato a un fatto formale, a una giornata di Consiglio molto complessa, molto complicata e forse anche storica, ma che faccia in ognuno di noi - non parlo in generale - riflettere e fare riaccendere quell'imperativo categorico, che è l'unico elemento che ci può consentire di dare ancora una dimostrazione che la buona amministrazione, il buon cambiamento, il dovere di tutti possa essere ancora fatto perché là fuori ci sono tantissimi valdostani e non che hanno perso la fiducia in queste situazioni, in noi soprattutto, per queste situazioni e questi eventi che stanno toccando e purtroppo, temo, toccheranno la storia della Valle d'Aosta.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bianchi. Ne ha facoltà.

Bianchi (UV) - Oggi, come ha già evidenziato chi mi ha preceduto, è una giornata molto difficile, sia personalmente, come valdostano, sia come unionista, ma è sicuramente un giorno estremamente difficile per tutti i valdostani. Alla luce dei fatti accaduti in questa giornata, che vedono coinvolti eletti in Consiglio regionale, eletti in Consigli comunali, - non ho problemi a dirlo in maniera chiara, lo dico a nome di tutto il gruppo -condanniamo in maniera categorica quanto avvenuto. Oggi il Movimento dell'Union Valdôtaine ha già fatto un comunicato per cui nella serata sospenderà le persone coinvolte, questo dimostra che da parte dell'Union Valdôtaine c'è una condanna categorica su questi fatti.

Però permettetemi anche un passaggio: siamo in una fase preliminare. Sono anche un garantista: che il collega che sedeva qui nei banchi del Consiglio regionale abbia la possibilità di difendersi e di evidenziare la sua estraneità ai fatti; in ogni caso questi fatti li condanniamo in maniera categorica.

Abbiamo la massima fiducia - lo hanno già sottolineato, rischiamo di continuare a dire le stesse cose però è evidente che sia importante sottolinearle - nelle Forze dell'Ordine e soprattutto nella Magistratura, che avrà modo di trovare la verità. E quindi, quando ci sarà la verità, ridiscuteremo questi fatti. Non mi trovo sempre d'accordo con il collega Cognetta, ma oggi devo dire che con il suo intervento, avremmo potuto chiudere la mozione perché ha toccato tutti i punti.

Da Consigliere regionale, ritengo che questi fatti allontanano la comunità, la popolazione, i cittadini dalla politica, dalle istituzioni e questo è un fatto che ci deve fare pensare molto. Non si può - lo ha sottolineato il collega Cognetta - fare di tutta un'erba un fascio perché i fatti successi oggi in Valle d'Aosta, e la settimana scorsa in altre regioni, sono stati commessi da singole persone e non dai movimenti ? permettetemi di sottolinearlo: non dai movimenti! ? sono le singole persone che compiono questi gesti, ognuno di noi è responsabile di se stesso.

Come gruppo votiamo convintamente questa mozione, perché ci crediamo, e la voto ancora più convintamente - devo dire che il collega Aggravi ha toccato i punti - perché in venti minuti siamo riusciti a fare sintesi, a trovare un equilibrio e questa è politica: provare a fare sintesi.

Se in altri argomenti riuscissimo a trovare la stessa sintesi, molto probabilmente daremo delle risposte più concrete ai valdostani. Termino il mio breve intervento, riprendendo ciò che ha detto la collega Pulz, dal nome dato dalla magistratura a questa indagine, Geenna (immondizia, discarica), io sono per la differenziata.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Morelli. Ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - I fatti avvenuti questa mattina sono di una gravità estrema. Mi hanno toccato in modo profondo personalmente e, al di là del fatto che la giustizia dovrà fare il suo corso e il collega Sorbara ? che forse nessuno ha ancora nominato con nome e cognome, Marco Sorbara, che sedeva qui nei banchi insieme a noi ? che è direttamente coinvolto, avrà tutti i diritti di difendersi e di far valere le sue ragioni.

Queste notizie però gettano un discredito sulle istituzioni e infangano il buon nome della Valle d'Aosta. Questa non è l'aula di un tribunale, non spetta a noi condannare o assolvere ? le autorità preposte a fare questo sono altrove ? ma ciò che emerge oggi dalle indagini è qualcosa di estremamente grave e inquietante e dobbiamo prenderne atto, dobbiamo leggere bene ciò che c'è scritto, se vogliamo affrontare la questione e combattere il male. Oggi c'è scritto nero su bianco della presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta attraverso un locale. Dice il comunicato: "Le caratteristiche del locale di Aosta erano e sono tuttora quelle di una compagine associativa che vanta collegamenti con esponenti del mondo politico e amministrativo valdostano, garantendo il proprio sostegno in occasioni delle competizioni elettorali locali in cambio di utilità e vantaggi, quali quelli della partecipazione a lavori pubblici, all'ottenimento di concessioni e appalti, di posti di lavoro e di altre utilità che dipendono dalle decisioni della Pubblica amministrazione"; queste cose sono scritte e noi dobbiamo prenderne atto. Fa male, fa molto male dover riconoscere che la nostra regione non sia immune da questi fenomeni ma è il primo passo per combatterli e avversarli perché noi siamo certi che la gran parte del tessuto sociale, del mondo economico, della politica stessa non siano implicati e corrotti. Ed è proprio per questo che dobbiamo adottare tutte le misure necessarie per circoscrivere il bubbone che, come diceva qualcuno, è insito nell'animo umano, fa parte della natura umana. Non è prerogativa di un ambiente più che di un altro, fa parte dell'animo umano, di questo dobbiamo essere coscienti.

Il commercio dei voti è un fenomeno grave, che dobbiamo stigmatizzare duramente, ma non è caratteristica solo di una parte, il commercio dei voti prevede due parti, che sono consenzienti. La mia bisnonna diceva: "S'il y a le voleur, c'est qu'il y a le receleur". La corruzione è un reato plurioffensivo perché compromette l'interesse della istituzione a libere consultazioni, ma anche il diritto di ogni elettore, a decidere, a scegliere, ad esprimersi liberamente, è un malcostume diffuso, che presuppone una visione distorta sia da parte del candidato che millanta favori, che promette, che compra, sia da parte dell'elettore, che a sua volta accetta o millanta di accettare, promette e vende. Quali le soluzioni? Intanto l'educazione tra i cittadini ? e, in particolare, tra le nuove generazioni per renderli consapevoli della gravità di certi comportamenti che qualche volta sono quasi non dico tollerati, ma sono un po' accettati, quasi come un male incurabile, i cittadini devono essere consapevoli del proprio diritto alla libera espressione, alla dignità personale ? e poi l'adozione di sistemi che garantiscano la segretezza, la non controllabilità del voto, che disincentivino il fenomeno.

Riguardo a quanto diceva la collega Pulz, vorrei spezzare in questo momento una lancia per quanto sta avvenendo in Prima commissione: l'idea del voto elettronico non è certo per ritardare l'adozione di misure sulle quali il Consiglio regionale ha trovato una sintesi; l'adozione del voto elettronico, che potrebbe garantire la segretezza, è un'opportunità che va valutata, ma non senza avere approvato, invece, una serie di norme che vadano a sancire la segretezza, quali la preferenza unica, lo spoglio centralizzato, cosa sulla quale il Consiglio regionale ha trovato una sintesi e che sarà portata avanti in Prima commissione. Altre soluzioni: la necessità di ridare credibilità alla politica attraverso un'azione amministrativa equa a beneficio di tutti, e non solo di qualcuno, e poi il nostro impegno personale a diventare più statisti e meno interessati a garantirci il nostro successo personale, la nostra piccola fetta di potere personale. E l'istituzione di un momento di focus serio, oggettivo, terzo: l'osservatorio cui faceva riferimento il collega Bertin.

Oggi però siamo chiamati a una presa di distanza chiara e mi pare che in questo senso stia andando il dibattito all'interno del Consiglio regionale. Il faut résurgir come diceva il collega Luboz, il faut essayer de résurgir, il faut réagir... Ci vuole una presa di distanza chiara che cerchi di mettere a valore e cerchi di girare in positivo l'amarezza, la rabbia che oggi ci animano tutti.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Minelli. Ne ha facoltà.

Minelli (RC-AC) - Il collega Marquis ? e forse qualche altro collega ? ha definito quella che stiamo vivendo una giornata triste per la Valle d'Aosta. Io credo che sia qualcosa di più, io credo che quella stiamo vivendo sia una giornata drammatica per la Valle d'Aosta e che resterà, come ha sottolineato il collega Aggravi, nella storia della Valle d'Aosta. Drammatica come lo era stata quella giornata in cui, lo ricordava poc'anzi il collega Bertin, ci fu l'omicidio di Pont-Saint-Martin, che ricordo perfettamente e con sgomento perché uno dei figli della vittima dell'omicidio era un mio alunno. Premetto che non è mia intenzione avanzare alcuna condanna preventiva nei confronti del collega Sorbara ? correttamente la collega Morelli lo ha citato, è una persona che è stata con noi fino a ieri ? e nemmeno degli altri Consiglieri. Non sono però ingenuamente stupita di quello che è accaduto e di quello che emerge dalle indagini in corso, la Magistratura dovrà fare il suo lavoro e noi abbiamo fiducia nella Magistratura. Io sono fortemente colpita da quanto ho udito oggi durante la conferenza stampa delle autorità giudiziarie perché quello che è stato detto e che è stato scritto, e che la collega Morelli ci ha anche letto nel verbale che è stato distribuito, in qualche modo questo concretizza, rende reale quello che da tanto tempo alcuni di noi e molte altre persone, dentro e fuori quest'aula, hanno denunciato e denunciano. Le indagini hanno ricostruito uno scenario di pervasiva infiltrazione mafiosa nei tessuti economici e imprenditoriali dal 2014 e hanno evidenziato stretti elementi di collegamento con la politica. Non solo, è stato affermato che esistono rapporti delle persone coinvolte con esponenti delle logge massoniche, come ricordava la collega Pulz, il quadro è ancora più complesso e inquietante ? forse ? di quello che immaginiamo. Ha detto bene la dottoressa Loreto, durante la conferenza stampa, la particolarità valdostana è la sua fragilità politica e istituzionale, che è terreno fertile per chi opera all'interno di organizzazioni mafiose. Io credo che sia soprattutto di questo che noi dobbiamo occuparci, cioè di fare in modo che non ci sia questa fragilità politica e istituzionale. Siamo di fronte a dei fatti gravissimi, a dei fatti inquietanti che impongono una presa di posizione, che deve essere, a mio avviso, corale, di tutte le forze della società civile e anche della politica valdostana. Esistono delle istituzioni, che devono essere sempre di più libere e oneste, senza queste istituzioni la corruzione crescerà, prospererà anche perché le radici qui purtroppo la corruzione le ha già e sono state ben evidenziate. E questa è la cosa secondo me più grave, quando le radici ci sono, la pianta cresce e sta a noi trovare il sistema di estirparla.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Mossa, ne ha facoltà.

Mossa (M5S) - Vorrei ringraziare i colleghi del MOUV', che hanno presentato questa mozione. Quello da loro esposto è un tema che ci sta a cuore, tant'è vero che, se si fossero confrontati con noi prima di presentarla, l'avremmo firmata. Ci sono però alcuni elementi che mi lasciano o ci lasciano perplessi. Il primo, trattandosi di una mozione di natura etica, trova una certa analogia con quella da noi presentata lo scorso mese per chiedere le dimissioni dei condannati per danno erariale. Lì si trattava di condanna, mentre oggi stiamo discutendo di indagini.

Per questo motivo vorrei citare le parole del collega Ferrero, che purtroppo oggi non è presente in quanto proponente, anche se non primo firmatario di questa mozione, che nemmeno un mese fa interveniva in questo modo durante la discussione generale per giustificare l'astensione di MOUV' al voto della nostra mozione. Cito le testuali parole: "Ritengo che non fosse nelle intenzioni del collega Mossa fare il processo a nessuno e penso che l'intenzione sia, avendo iniziato non più di sei mesi fa l'attività politica, quella di manifestare una sensibilità diversa rispetto a certe questioni, una sensibilità legata non ai processi, ma una sensibilità etica, poi uno la può chiamare provocazione o non provocazione, e questa sensibilità, bisogna dire, è diversa nelle varie forze politiche, e questo è un dato di fatto. Però io ? dato che poi penso che alla fine a tutti interessi la concretezza ? invito il collega Mossa, in occasione della revisione della legge elettorale, in quella sede, (a operare affinché) questa sensibilità comune dal punto di vista etico si manifesti attraverso l'introduzione di cause d'incompatibilità o di ineleggibilità, che siano definite in maniera chiara in maniera che alle prossime elezioni non ci siano più problemi del genere. Avrà la maggioranza dell'aula? Non ce l'avrà? Lo vedremo, ma penso che lo strumento legislativo sia quello che taglierebbe la testa al toro a una questione a cui da ormai vent'anni il ruolo politico è stato delegato esclusivamente alla Magistratura valdostana".

Colleghi del MOUV', una mozione come questa sarebbe stato più facile che l'avessimo presentata noi che, come giustamente ha detto il collega Ferrero, siamo neofiti in questo scenario politico e carichi di buoni principi. Ma una "simil replica" da parte vostra di una mozione che richiama l'etica nella quale voi, colleghi del MOUV', vi siete precedentemente astenuti, mi lascia davvero molto perplesso. Oggi, se ragionassimo come voi un mese fa, potremmo rispondervi la stessa cosa, presentate questa vostra, ma anche nostra, sensibilità in occasione della revisione della legge elettorale in maniera tale che diventi concreta, avrà la maggioranza, non ce l'avrà? Lo vedremo, altrimenti può essere interpretata anche questa come una semplice provocazione perché, proprio in relazione alla concretezza, noi oggi usciremo da qui con che cosa in mano? Ovviamente non vi diremo così perché, come già detto, stigmatizziamo questo tipo di comportamento e, oltre a ringraziarvi per averla proposta, voteremo a favore di questa mozione che richiama l'etica di questo Consiglio. Però poi ci aspettiamo anche azioni concrete al riguardo. Basta solo chiacchiere! Prima delle elezioni regionali, noi candidati del Movimento 5 Stelle, abbiamo deciso di non produrre i cosiddetti "santini" perché, sin da subito, abbiamo ritenuto opportuno che i cittadini votassero il programma e di conseguenza il simbolo come ideologia e non le persone. Il risultato ci ha dato ragione perché siamo la forza politica le cui preferenze sono ricadute maggiormente sul simbolo e non sulle persone. È ovvio che poi non possiamo prevedere come si comporteranno tutti i candidati, non possiamo sapere cosa si celi nella testa delle persone, ma la cosa fondamentale è che chi subisce una condanna o è sottoposto ad indagini, nel Movimento 5 Stelle non è candidabile. A tal proposito, vorrei mettere in evidenza l'articolo 6 del Codice Etico del Movimento 5 Stelle che delinea perfettamente quale debba essere obbligatoriamente il profilo dei candidati. Costituisce condotta grave e incompatibile con la candidatura e il mantenimento di una carica elettiva, quale portavoce del Movimento 5 Stelle, la condanna anche solo in primo grado per qualsiasi reato commesso con dolo. A tal fine sono equiparate la sentenza di condanna, la sentenza di patteggiamento, il decreto penale di condanna divenuto irrevocabile e l'estinzione del reato per prescrizione, intervenuto dopo il rinvio a giudizio. Quindi il nostro regolamento parla chiaro, chi ha subìto una condanna, qualsiasi essa sia e di qualsiasi livello, è incandidabile, al di là di quello che prevede la Legge Severino. E anche se qualcuno in passato l'ha fatta franca, omettendo di avere subìto una condanna al fine di potersi candidare con il Movimento 5 Stelle, ed è pure stato eletto, probabilmente ha ricoperto per cinque anni il posto di qualcun altro incensurato! Giusto per ritornare al discorso della alterazione dei risultati elettorali, il Movimento 5 Stelle condanna e stigmatizza chi tenta in qualsiasi modo di alterare i principi democratici e liberi nell'espressione del voto.

Alla luce degli attuali eventi, emersi dopo l'importante lavoro dai Carabinieri e dalla DIA ai quali diciamo un grosso grazie per i risultati ottenuti, oltre a stigmatizzare il voto di scambio e questi atteggiamenti antidemocratici, posti in essere in cambio di favori, come per esempio la cessione di appalti - non lo dico io, ma l'hanno detto questa mattina in conferenza stampa coloro che hanno seguito le indagini fino ad arrivare alla custodia cautelare per le persone indagate - potrebbe essere ipotizzabile che, oltre alla possibilità che i risultati possano essere stati alterati, anche che i processi decisionali dell'attuale maggioranza e, di conseguenza, anche dell'attuale Giunta, possano essere stati influenzati, anche inconsciamente o inconsapevolmente, da tali infiltrazioni.

Per questo motivo, il Movimento 5 Stelle promuove l'immediata modifica della legge elettorale, con l'inserimento della preferenza unica e dello spoglio centralizzato affinché, dall'azione combinata di questi due aspetti, possa essere mitigato - non eliminato purtroppo - il rischio del controllo del voto. Dopodiché si torni subito alle urne!

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - È una giornata, come già tutti hanno detto, particolarmente pesante perché ci tocca direttamente, ci tocca nell'intimo e ci tocca nella nostra istituzione e quindi è evidente che è importante fare delle riflessioni, è importante anche però, come sempre in questi casi, non farsi condurre troppo dall'emotività. Riprendo da uno degli interrogativi che ha proposto il collega Mossa: "Con cosa usciremo questa sera da qui?", dipende. Potremo uscire con un niente, se continueremo a minimizzare dei fatti che, invece, sono molto gravi, se continueremo a far finta che certe problematiche non ci siano, oppure potremo uscire di qui con qualcosa di molto importante che ognuno di noi si deve portare poi a casa personalmente, cioè pensare che d'ora in poi - spero che anche prima fosse questo l'intento di tutti noi e che sia stato il motivo per il quale ci siamo candidati, ci siamo impegnati in politica, recentemente come è accaduto a me o da tanti anni come è accaduto o accade ad altri - dobbiamo sempre stare attenti, dobbiamo non minimizzare certe problematiche e non svilirle perché poi così si valutano e diventano la generalizzazione, se si comincia a dare credito a quelle voci, a quel modo di pensare "tanto sono tutti uguali", lì tutti avremo perso.

Ed è questo che mi ha colpito oggi, cioè il fatto che in conferenza stampa il procuratore generale della Corte d'Appello di Torino abbia detto, con una certa soddisfazione, ma lo capisco, anche se in questi momenti ci si fa condurre dall'emotività (può capitare anche a un magistrato) che è ora di finirla di credere a quella storiella per cui l'infiltrazione mafiosa non c'è. Ma certo che c'è, come si può pensare che non ci sia, in tutte le realtà esiste. C'è il male e c'è il bene. In Valle d'Aosta chissà perché avremmo dovuto essere immuni da questo! Era addirittura stupido pensarlo e mi stupisce che nel passato personaggi politici di un certo rilievo, ancora in carica ora, si siano permessi di dire il contrario. E noi dobbiamo capire, una volta per tutte, che questi tipi di fenomeni infiltrativi, soprattutto nel momento in cui sono infiltrazioni a livello istituzionale, quindi particolarmente gravi, fanno sì che tanti siamo persone offese, ed è per questo ci dobbiamo indignare, senza però cadere nell'emotività, dobbiamo reagire nel modo corretto. E il modo corretto è quello di comportarci da adesso in poi, quantomeno, in tutto ciò che faremo, inizialmente nel momento in cui affronteremo il problema della legge elettorale, di mettere in sicurezza lo spogliatoio centralizzato, concetti di questo genere, che sono atti di prevenzione. Noi per il ruolo che abbiamo in questa sede possiamo prevenire, altri adempiranno alla loro funzione: gli organi di Polizia giudiziaria svolgeranno il loro ruolo investigativo, la giustizia farà il proprio corso, giudicando i fatti; non voglio entrare nel particolare dei fatti di oggi, ma i fatti di oggi ci devono insegnare una cosa, ci devono far servire a capire che dobbiamo uscire da qui con un messaggio non negativo ma positivo, cioè dobbiamo essere attenti, dobbiamo essere refrattari a qualsiasi tipo d'infiltrazioni di questo genere e dobbiamo pensare di mettere in atto tutte quelle attività preordinate a prevenire la possibilità che qualcuno si possa infiltrare, ovunque naturalmente, ma a maggior ragione nelle istituzioni; se capiremo questo, se capiremo che noi oggi siamo delle persone offese perché, se fosse vero quello che gli inquirenti hanno ipotizzato, noi siamo delle persone offese perché siamo qui, siamo stati eletti in una tornata elettorale che potrebbe essere stata inficiata, in parte quanto meno, da queste manovre distrattive del voto, da queste manovre di compravendita del voto o comunque d'influenza nell'espressione del voto. Noi dobbiamo combattere queste cose, la collega Pulz ha fatto cenno alla settimana della legalità, ha fatto cenno anche a un'attività che l'associazione Libera ha fatto e ho avuto modo di vedere alcuni di questi sondaggi ed è significativo, e lo voglio rilevare, come la percezione - lo diceva il collega Bertin - fino a oggi dell'infiltrazione mafiosa, comunque 'ndranghetista o comunque che sia di associazioni mafiose o similari in Valle d'Aosta non era così elevata come nel resto d'Italia ed è vero che le statistiche dicono questo. Però un dato più importante è forse un altro, a proposito sempre della percezione, alla domanda: "Secondo te tra le seguenti attività quali sono più legate alla presenza mafiosa nella tua Regione?", nel raffronto tra regione Valle d'Aosta e Italia, in generale, vengono fuori dei dati molto interessanti, li leggo molto rapidamente per non tediarvi, ma credo siano molto significativi: "Traffico di droga, Valle d'Aosta 43,2 per cento, Italia 59,8 - quindi meno -, appalti truccati: Valle d'Aosta 43,2, Italia 27,9, pizzo, estorsione 13,6 in Valle d'Aosta, 23,8 in Italia, corruzione dipendenti pubblici 35,2 in Valle d'Aosta, 21 in Italia, sfruttamento prostituzione 9,9 - 20, smaltimento illecito rifiuti 5 in Valle d'Aosta, 15,3 in Italia, scambio di voti 34 in Valle d'Aosta, 11,3 in Italia", ecco la percezione, ecco che immagine abbiamo dato noi e coloro che hanno governato questa Regione nel passato; a torto o a ragione, io credo spesso nei broccardi e nella saggezza popolare, quindi quando si dice vox populi, vox dei forse un minimo di verità c'è.

Se vedete questi dati, vedete che la percezione massima molto più alta di illiceità in Valle d'Aosta riguarda voto di scambio, appalti e corruzione dipendenti pubblici, e questo è significativo, mentre invece nel sentire delle persone, dei cittadini gli altri reati sono meno valutati. Facciamo un grande ragionamento su questi dati, traiamo da oggi grande insegnamento e cominciamo a lavorare con grande attenzione e con grande coscienza, dimostriamo di avere questo coraggio, non pensiamo ai personalismi, ai partitismi, cerchiamo di andare a fare una legge elettorale come si deve e diamo a questa regione quello che si merita.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (MOUV') - Ho ascoltato chi mi ha preceduto e mi accomuno con chi ha definito questa una giornata non solo triste ma una delle più nere per quanto riguarda un contesto prestigioso come quest'aula, in cui si mettono a nudo i passaggi che alla politica non possono che far male. Io penso in primis che quanto è successo oggi sia un'offesa alla comunità calabrese, quella onesta, radicata, quella che non chiede favori in cambio di voti. Per cui il primo pensiero va alle persone oneste che vengono a volte definite "tutte uguali". Non sono tutti uguali, perché c'è una parte che si sente giustamente offesa da come viene dipinto questo connubio politica-comunità calabrese. Non entrerò nel merito giudiziario perché penso che quest'aula non sia un'aula di tribunale ma un'aula in cui si prova a fare politica e amministrazione e dove il fine comune dovrebbe essere l'interesse di tutti i valdostani, anche della comunità calabrese, quella che non chiede regali o favoritismi. Vorrei provare a concentrarmi su una doverosa analisi politica. Ho sentito chi mi ha preceduto parlare di una politica parte offesa. Sono d'accordo perché con questa immagine, con quanto è successo oggi, la politica, in senso generale, ne esce devastata, non c'è ombra di dubbio. Però io vorrei provare a fare una analisi su quelle che per me sono state nel passato diverse sensibilità politiche. Io accetto che la politica valdostana sia parte lesa, ma mi viene più difficile accomunare sotto lo stesso ombrello tutta la politica valdostana. Permetterete la mia analisi del tutto personale, ma ci tengo a farla. Parto dalla base della mozione che abbiamo presentato, vale a dire la risoluzione del 12 di aprile del 2014 dal titolo "Preoccupazione per presunte pratiche illegittime alle elezioni regionali del 2013 e tutela della libertà di scelta e della dignità dell'elettorato valdostano", non c'era alcun riferimento personale, non c'era alcun riferimento politico, c'era solo una preoccupazione su presunte irregolarità riferite alle elezioni regionali del 2013. L'impegno da approvare della risoluzione diceva nulla più che: "Esprime preoccupazione per i fatti di cui in premessa e censura l'adozione di metodi e atteggiamenti lesivi della libertà di scelta e della dignità degli elettori valdostani"; mi sono riletto bene l'impegno che abbiamo presentato con questa mozione riscritta e devo dire che i presupposti sono totalmente diversi, qui non ci sono solo censure, ci sono anche condanne sul metodo. Quando dico che c'è qualche differenza di sensibilità, io voglio solamente ricordare ai valdostani che quella mozione identica, con questo impegno, che vi ho letto, con quei presupposti, che c'erano, in quest'aula il 12 di marzo del 2014 fu respinta con 16 voti favorevoli e 17 astenuti. In questo momento, in quest'aula ci sono dieci Consiglieri di questa maggioranza che quella risoluzione non l'hanno votata. Vorrei solo chiedere cos'è cambiato rispetto ad allora, non c'era sentore che c'era un malessere generale in Valle d'Aosta? Non era il caso almeno di dire che da questi metodi si prendeva le distanze senza condannare nessuno perché non c'erano nomi, riferimenti a persone e neanche a movimenti? Ma prendere le distanze, prenderle nel 2014 non era un atto doveroso verso la comunità e gli elettori valdostani? Io penso che sia giunta l'ora: che chi sa parli! Che sia del mondo politico o del mondo imprenditoriale, che siano amministratori che siano stati contattati, ma è giunto il momento di fare pulizia, chi sa parli per il semplice motivo che non credo ci sia futuro per una amministrazione sotto scacco, sotto ricatto che deve restituire favori elettorali. Questa non è un'aula di tribunale per cui non voglio andare oltre, ma se permettete alcuni passaggi, per dire che qualcuno ha capito prima di questa politica, prima di noi: mi riferisco a quello che disse il 27 di ottobre 2017 la Bindi, quando venne in visita in Valle e disse che in Valle d'Aosta non si compiono atti di violenza, non ci sono particolari fenomeni estorsivi e non si manifesta il tradizionale metodo mafioso ma forse perché qui si è realizzata una sorta di pax valdôtena, una pace predatoria delle risorse pubbliche. Quando dico che c'è tanto malessere e l'ho già detto nella precedente legislatura, quando eravamo molto bravi come valdostani a prendere i primi titoli dei quotidiani nazionali, leggo un breve passaggio della prima pagina de La Repubblica del 29 ottobre 2017: "Hanno colpito le sconvolgenti affermazioni di Rosy Bindi, Presidente della commissione permanente parlamentare antimafia che giovedì 19 ha scioccato l'intera regione con queste parole: in una realtà con pochi elettori, una presenza significativa di persone riconducibili a gruppi 'ndranghetisti, è singolare che in Valle d'Aosta non si sia indagato sul voto di scambio per accertare se ci sono stati tentativi di condizionamento sulle scelte politiche e amministrative", probabilmente ciò che ha espresso l'onorevole Bindi erano sentori. Adesso ci accorgiamo che già all'epoca qualcuno stava indagando su dei percorsi poco trasparenti.

Qualcuno ha detto che nel frattempo qualcosa si è fatto per ovviare a questi pericoli legati a come ci si esprima dal punto di vista elettorale. Io mi ricordo che, quando si è parlato in quel lasso di tempo in cui si è introdotto lo spoglio centralizzato, non si poteva dire, ma era uso dire: eliminare il controllo del voto. L'abbiamo detto tutti per cui non penso di creare uno scandalo se lo ripeto in quest'aula. Ufficialmente non si poteva dire, però quando ci si incontrava nei corridoi: "Bisogna eliminare il controllo del voto", ora si è fatto un passo avanti, io penso che lo spoglio centralizzato sia andato in questa direzione, lo dico in tutta sincerità, per cui un passo avanti si è fatto, ma quello che è mancato è ristabilire quel giusto rapporto tra elettori e politica e candidati, cioè sensibilizzare quella coscienza per cui uno dovrebbe presentarsi agli elettori dicendo: "Questo è quello che vi propongo, ma non è quello che offro in cambio di", forse è questo il passaggio, che è mancato.

Qualcuno - la consigliera Morelli, Presidente di Commissione - diceva che c'è una certa sinergia su una riforma elettorale da presentare al più presto in aula. Io credo che sia corretto dire ai valdostani che qualunque provvedimento passi, passi magari anche al più presto, avrà comunque un lasso di tempo di non applicabilità di sei mesi. È corretto dirlo ai valdostani: se approviamo una modifica di legge, entro quindici giorni o un mese sarà applicabile, ma sei mesi sono quelli necessari per legge, non è volontà di nessuno, men che meno di questa maggioranza, ma noi siamo ancora sotto quel cappio, siamo ancora sotto quell'incognita.

Considerato quello che è successo, le persone coinvolte, sarebbe interessante, in merito al rapporto politica-'ndrangheta, anche capire se ci sia una connessione tra l'inchiesta chiusa per voti di scambio per i posti al casinò e quello che è successo oggi, perché alcuni personaggi sono più o meno gli stessi o quanto meno lavorano in quelle sedi, per cui sarebbe importante capire anche dove è il confine di questo malessere e di questa pagina tristissima della Valle d'Aosta.

Dalle ore 19:11 riassume la presidenza il Presidente Emily Rini.

Rini (Président) - A demandé la parole le collègue Daudry.

Daudry (UVP) - Mais permettez-moi au début de cette intervention, au nom du groupe de l'Union Valdôtaine Progressiste, de remercier les collègues qui aujourd'hui ont dit que nous, les élus dans cette salle, les représentants du Conseil de la Vallée, que nous sommes proches à la communauté: aux valdôtains et bien évidemment aux représentants calabrais. Questo aspetto, credo che sia importante, è stato sottolineato anche in alcuni interventi che mi hanno preceduto, è importante perché oggi in questo Consiglio noi eletti abbiamo saputo dimostrare in pochi minuti, venti minuti, mezz'ora di poter scrivere un testo tutti insieme, un testo importante che andasse da un lato a condannare con fermezza, con forza gli accadimenti tristi e drammatici di oggi e dall'altra parte una mozione, che stiamo illustrando, che ha sottolineato la piena fiducia che queste istituzioni hanno sia nell'opera delle Forze dell'Ordine sia nell'opera della Magistratura. Permetteteci anche di ringraziare - lo faccio sovente, non a caso per una sensibilità particolare che ha - l'intervento del collega Luboz, che ha stigmatizzato certi colleghi e certi atteggiamenti, che ci sono stati oggi, di sorriso, di cercare di analizzare quello che è successo. È molto difficilmente dirlo, ma vogliamo essere vicini ai colleghi che sono stati colpiti in questa sala e fuori, vogliamo essere vicini senza dare un giudizio né a favore né contro, ma esprimendo un sentimento.

Il lavoro che noi dobbiamo fare, anche questo è stato ricordato, è un lavoro di essere vicini, difendere i valdostani, il nostro essere, di valorizzare i principi di libertà, di dignità, di meritocrazia, principi che non sono esclusivamente in un campo piuttosto che in un altro.

Personalmente, da quando sono qui, anche quando rivestivo il ruolo di opposizione, sovente in molti interventi mi sono sentito tacciato di una appartenenza con un ragionamento, con un modo di porsi, di dire le cose che assolutamente non condivido e che noi autonomisti, rappresentanti valdostani eletti, non possiamo appoggiare perché è un tentativo di banalizzare; mentre invece oggi, lo abbiamo fatto tutti insieme, abbiamo prodotto - lo ripeto - questo testo tutti insieme, che ci porta ad affermare una condanna forte e senza alcun alibi di quanto è accaduto, accompagnati anche - abbiamo potuto leggere i comunicati stampa di tutti i movimenti - da tutti i movimenti: nessuno si è tirato indietro nel sottolineare ciò che è accaduto e nel dire che tutti insieme dobbiamo lavorare per affrontare e per risolvere questi problemi.

Il collega Bertin ? quando siamo sul tema della legalità perché questo è il lavoro che dobbiamo fare ? sovente ricorda che importante l'istituzione di un osservatorio, ma dai dibattiti che ci sono stati in quest'aula precedentemente, quando si discuteva di questo tema, erano le stesse Forze dell'Ordine, che ricordavano ai rappresentanti di allora, che noi dobbiamo fare il nostro lavoro. Il nostro lavoro oggi è quello di normare, noi stiamo facendo un lavoro in Prima commissione sulla legge elettorale, che è importantissimo. Collega Pulz, mi permetta una piccola osservazione, lei è una neoeletta, come me, siamo un po' figli del nuovo sistema elettorale, quello che ha introdotto lo spoglio centralizzato. Ma chi ha votato questa misura? I colleghi che sono alla mia destra e alla mia sinistra. Quindi questo lavoro è un lavoro che è iniziato e che sta andando avanti, i frutti li ha già dati, non è che è una novità che per la prima volta arriva in Valle dal 26 giugno 2018, ossia da quando abbiamo iniziato questa Legislatura e il dibattito in prima Commissione ? la collega Morelli l'ha ricordato ? nella lotta per la libertà del voto sarebbe per riconfermare lo spoglio centralizzato e i ragionamenti che si stanno facendo sulla preferenza unica e, quando si è parlato di voto elettronico, è stato detto chiaramente: valutiamo la possibilità del voto elettronico se garantisce i risultati dello spoglio centralizzato della preferenza unica, altrimenti è una proposta che sarà valutata, ma non potrà andare avanti.

Collega Mossa, io ho ascoltato con attenzione il suo intervento, ne ho sicuramente colto tutti gli aspetti importanti, le voglio fare una piccola sottolineatura, niente di personale, in modo assolutamente simpatico. Le assicuro che tutti i colleghi qui probabilmente rinuncerebbero ai santini se fossero candidati capolista, lo dico per sottolineare un aspetto: del nuovismo va tutto bene, ricordo che quelle erano delle pratiche che normalmente non solo in Valle d'Aosta, ma anche nelle altre regioni dove si vota liberamente e democraticamente, erano adottate negli anni Ottanta. Senza offendere, ripeto, ma quando si fa un'analisi dell'altro campo, bisogna avere anche la capacità di fare autoanalisi.

Detto questo, in conclusione, il dibattito si è già pronunciato in maniera esaustiva su questo tema, come gruppo siamo contenti di essere arrivati a un testo unico, lo condivideremo e condivideremo con tutti voi le azioni che porremo in campo per contrastare i fenomeni di illegalità.

Oggi in quest'aula non si è parlato tanto di filosofia, è stata evocata un'immagine biblica, la vallata della famosa Geenna, una vallata che brucia, e noi tutti insieme lavoreremo per allontanare ogni dubbio dalla nostra regione, ricordando che purtroppo sono pratiche diffuse in tutto il territorio nazionale. Sarà un lavoro che dovrà essere corale, fatto dai rappresentanti delle amministrazioni regionali, dalle Forze dell'Ordine, dalla Magistratura, che ancora ringraziamo, e dallo Stato italiano.

Presidente - Grazie. La parola al collega Vesan.

Vesan (M5S) - Tutti quanti mi hanno preceduto hanno parlato di questa come una giornata terribile per la nostra regione, per la nostra aula, per le nostre istituzioni. Qualcuno ha parlato di punto di non ritorno, per cui da adesso in avanti la storia della Valle d'Aosta non sarà più la stessa. Queste cose sono tutte vere. Quello che noi non condividiamo è che questa sia stata una brutta giornata per la Valle d'Aosta perché, per anni, ci si è comportati con un'ipocrisia impressionante nei confronti delle infiltrazioni mafiose nella nostra regione, fingendo che i segnali fossero esagerati, che fossero dichiarazioni quasi lesive della nostra purezza, quelle presentate fino a ora e che il fenomeno, se esisteva, era marginalizzato, interessava solo certe frange dell'imprenditoria, mentre oggi abbiamo scoperto che l'infiltrazione mafiosa è all'interno delle istituzioni valdostane, delle istituzioni che noi rappresentiamo. E riconosciamo che la verità ? per quanto faticosa, terribile, pesante da sopportare ? sia finalmente venuta fuori in questa giornata e per il nostro movimento questo è comunque un passo avanti in una direzione positiva.

Dichiariamo fin d'ora che, non avendo potuto votare a favore dell'istituzione dell'osservatorio permanente contro le infiltrazioni mafiose, quando ancora poteva essere un'azione preventiva, naturalmente appoggeremo la proposta del consigliere Bertin, per arrivare almeno a crearlo in modo da poter contrastare, tristemente, un'infiltrazione che già esiste. Un'altra dichiarazione, uscita in quest'aula, è legata alla posizione di garanzia. Tutti quanti plaudono l'operato della Magistratura, tutti quanti plaudono l'operato delle Forze dell'Ordine, tutti quanti dichiarano che i colleghi dimostreranno la loro innocenza, senza nemmeno valutare quale ipocrita contrasto ci sia tra queste due affermazioni. Ebbene no, noi del Movimento 5 Stelle non siamo garantisti, noi siamo contrari alla prescrizione, siamo contrari all'indulto, siamo anche contrari alla riabilitazione, siamo favorevoli all'aumento delle pene e, soprattutto, siamo favorevoli alla certezza delle stesse. E questa è la premessa del mio intervento. Io sono un tecnico prestato alla politica e quindi, per deformazione professionale, tenderò ad affrontare l'argomento dal punto di vista dei numeri. Questa indagine iniziata, come dichiarato oggi, nel 2014, ha evidenziato problemi d'infiltrazione legata già alle elezioni comunali generali del 2015. Che cosa è successo in queste elezioni comunali nel 2015? Sono coinvolti in questa indagine tre amministratori, uno nel comune di Saint-Pierre, l'attuale Assessore alle Finanze; nel comune di Saint-Pierre, nel 2015, c'erano due liste che si sono confrontate per le elezioni comunali, una lista "Union Valdôtaine e Stella Alpina", sindaco Lavy, vicesindaco Bonomi, che ha riportato 746 voti, e una seconda lista, "Impegno e partecipazione", sindaco e vicesindaco Favre e Joris, che ha riportato 676 voti, la differenza in questa elezione è stata di 70 voti, 70 hanno deciso che il comune di Saint-Pierre aveva un'amministrazione piuttosto che un'altra. La persona, coinvolta nell'arresto odierno, che ricopre peraltro funzioni di Assessore alle Finanze, è stata la seconda persona più votata nella lista della maggioranza, ha conseguito la preferenza di 152 cittadini di Saint-Pierre, capite bene quanto invece l'infiltrazione da parte delle compagini mafiose possa, sì, invece falsare i risultati elettorali e le scelte politiche di questa amministrazione. Siamo in attesa tutti di conoscere i risultati da parte della Magistratura, però da qui a dire che le nostre istituzioni permangano sane ce ne corre. Sempre nel 2015 ci sono state le elezioni comunali ad Aosta, la compagine che si è aggiudicata la maggioranza ? essendo un'elezione di tipo maggioritario, esattamente come quella di Saint Pierre ? è una lista con quattro simboli: Stella Alpina, Creare VDA, Union Valdôtaine e PD. Questa lista ha potuto godere dell'elezione immediata, senza dovere ricorrere al ballottaggio perché ha superato il 50 percento dei voti, il 54,19. Ebbene in questa lista erano presenti, come più votato un candidato dell'Union Valdôtaine, che è il consigliere Sorbara, visto che è stata sdoganata la definizione del nome all'interno di quest'aula, e un altro candidato dell'Union Valdôtaine, che è stato l'ottavo eletto, non sommiamo le preferenze, essendo possibile la preferenza multipla, ma le sole preferenze assegnate al consigliere Sorbara non avrebbero permesso l'elezione diretta e avrebbero costretto il comune di Aosta al ballottaggio. Non sappiamo come si sarebbe risolto il ballottaggio, ma le elezioni sono state un po' falsate. Veniamo infine alle elezioni regionali 2018, le elezioni regionali 2018 sono coinvolte da questa nostra mozione con riferimento a quattro persone di cui tre non sono state elette, ma una sì, è stata eletta e sedeva in questo Consiglio. Il consigliere Sorbara, con le sue 1071 preferenze, non noccioline, ha contribuito sensibilmente al successo della sua compagine, sarebbero stati diversi i voti, le percentuali? Questo non lo sappiamo. Però una cosa la sappiamo, sappiamo che questa maggioranza regionale è qui con soli 18 voti, quindi non è affatto vero che sarebbe stato lo stesso per la Valle d'Aosta se non ci fosse stata questa situazione perché, senza il voto di Marco Sorbara, presidente Fosson, lei non sarebbe il Presidente della Regione. E quindi la posizione sua e di tutta la maggioranza sarebbe probabilmente diversa. Mi duole inferire anche nei confronti del Presidente del Consiglio per cui, è vero, il voto è stato segreto, ma che ha conseguito solo 18 voti per la sua Presidenza ? anche in questo caso senza certezze ? il diciottesimo, assegnato dal consigliere Sorbara, avrebbe potuto falsare la composizione e il funzionamento di quest'aula.

Sulla scorta di questo, mi permetto di fare una domanda alla maggioranza. Ed è l'unica a cui non ho sentito risposta perché gli interventi sono stati molteplici dei Consiglieri di maggioranza e di minoranza, ma nessuno della Giunta è intervenuto specificamente. In questo momento in quest'aula voi avete solo 17 voti, di fatto, ci saranno altre procedure, rispetto delle leggi, norme rigorose, su questa cosa qui non voglio neanche esprimermi, però mi piacerebbe sapere qual è la posizione politica e quanto si senta rappresentativa del potere esecutivo, che le è stato assegnato, questa maggioranza.

Una precisazione relativamente alla posizione del capolista Mossa: il nostro Movimento, oltre a tutte queste strane posizioni, alternative alle altre che ho già citato precedentemente, ne ha una particolarmente favorevole alla dichiarazione preventiva delle figure apicali, è particolarmente favorevole all'elezione diretta del Presidente nelle altre regioni, per esempio anche alle anche elezioni politiche, dove non era prevista la presentazione del candidato premier, con l'attuale sistema elettorale, il Movimento 5 Stelle aveva dichiarato chi sarebbe stato il suo candidato premier, in caso di vittoria, con numeri assoluti. La stessa cosa è stata fatta dal Movimento 5 Stelle, il candidato Mossa era il capolista della nostra lista perché era stato scelto come nostro candidato Presidente della Regione, qualora fossimo riusciti a conseguire diciotto voti e questa era la sua posizione come capolista e non una posizione che doveva garantirgli, invece, l'elezione anche perché le preferenze espresse a favore del nostro movimento alle ultime elezioni regionali sono state di 0,8 preferenze per ogni scheda. Nessun'altra forza presente in quest'aula ha avuto meno di 1,2 preferenze per ogni scheda, come media, quasi tutte le forze politiche presenti in quest'aula hanno avuto un numero di preferenze molto vicino a 2 preferenze per scheda. Quindi il nostro Movimento continuerà a impegnarsi a favore della preferenza unica e a favore di tutte le possibili norme che impediranno il controllo del voto e quelle che impediranno la presenza di condannati per reati dolosi all'interno di quest'aula.

Président - A demandé la parole la collègue Certan.

Certan (ALPE) - Credo che il dibattito di questo pomeriggio non sia stato vano e credo che sia stato un dibattito molto franco tra tutti. Non voglio andare a riprendere e a ripercorrere molte vicende e situazioni che i colleghi hanno già citato e proposto. Mi soffermerò su due aspetti, uno è che sia importante oggi (perché sicuramente è una pagina difficile per la Valle d'Aosta, così come sono state altrettanto difficili altre pagine, precedentemente) non dare messaggi fuorvianti, messaggi a metà, messaggi soggettivi, e per questo è importante la mozione congiunta.

È altrettanto importante ? come ha ricordato Don Ciotti nell'apertura della settimana della legalità ? non fermarsi alle parole; egli disse la scorsa settimana: "Tutta la popolazione e tutti i cittadini sono stanchi di parole, parole, parole e di non vedere delle azioni concrete".

Credo che il dibattito, il dialogo, che vi è stato oggi ? che purtroppo parte anche da eventi concreti ? sia concreto. Credo sia un messaggio fuorviante dire: "oggi la Valle d'Aosta scopre che c'è la 'ndrangheta" o "forse oggi in modo più certo lo sa" perché credo che questo non sia vero.

È importante, e questo oggi è stato fatto in quest'aula, anche fare memoria. La caratteristica della società di oggi è di non avere memoria, di dimenticare in fretta, di dimenticare così come chiudiamo una pagina web del telefonino. Questo non deve essere fatto. La prossima settimana ci sarà la giornata della memoria e il fatto di riproporla nelle scuole non è anacronistico. A volte sembra superata, si chiede come fare per modernizzarla; la memoria è un esercizio e va fatto ogni giorno, e va riproposto sempre, mi permetto di dire che a volte deve essere riproposto nel modo più semplice: quando ci sono situazioni complicate, bisogna fare la cosa più semplice. Ricordare o fare memoria è una di queste azioni, poco costosa ma importante.

Ricordo due eventi, sono parziali, ci sono tanti giudici, tanti magistrati intervenuti in Valle d'Aosta, io ne ricordo due in particolare: nel 2012, come segretario politico di ALPE, come movimento, invitammo il Magistrato antimafia di Agrigento, il dottor Salvatore Vella, a una conferenza pubblica (poiché un giorno fummo un po' derisi perché come movimento volevamo organizzare delle serate con tema "criminalità organizzata e mafia" e qualcuno ci disse: "Che ne sapete voi di mafia, perché volete parlare di questo tema?", ci ritrovammo con le spalle al muro perché sicuramente non eravamo e né siamo esperti in materia e decidemmo di chiedere alle persone che conoscevano meglio di noi questa tematica e il magistrato Vella disse: "Fate cultura tra i giovani e applicate le leggi, le leggi ci sono, ma spesso non si conoscono o non vengono applicate", io credo che questi siano due insegnamenti che ancora oggi sono attuali e ci uniscono e in quest'aula possono essere importanti.

Non è veritiero dire che "non si sapeva fino in fondo": nel 2017, in una conferenza pubblica a Gressan ? a cui partecipò poco pubblico ma persone molto specializzate e del settore ? il Pubblico Ministero piemontese dell'operazione Minotauro, il dottor Sparagna presentò tutto lo schema dei collegamenti dell'operazione Minotauro tra Piemonte e Calabria e anche, molto chiaramente, il collegamento con la Valle d'Aosta. Dire che non si sapesse non è veritiero e non si fa cultura.

Condivido, proprio per cercare di essere concreta, le parole del collega Sammaritani: oggi possiamo andare a casa con un pugno di mosche, dicendo "forse ci siamo persi in bla bla bla, non era il nostro obiettivo", oppure possiamo andare a casa con un pensiero.

Io credo che i pensieri spesso possano smuovere molto di più perché cambiano anche il modo di agire, i pensieri sono legati al nostro avvenire; sono d'accordo con chi dice di non generalizzare e soprattutto di non essere tranchant con il prossimo, ma, al contrario, di capire come potere aiutare e cambiare. In nessuna categoria, in nessun movimento, in nessuna istituzione è tutto bene o tutto male, si può invece cercare tutti insieme di risollevarsi o di trovare degli equilibri positivi. Possiamo andare a casa pensando o comunque portandoci questi pensieri, il fare cultura tra i giovani ? diceva il procuratore Vella ? rende liberi e permette ai ragazzi di non essere strumentalizzati, e io penso che questo valga anche per noi.

La cultura è un qualcosa in itinere e quindi continuare a farla permette anche a noi amministratori o cittadini o genitori di avere un pensiero poco strumentalizzabile. Il procuratore Salvatore Vella diceva: Fate cultura ? e lo ha ribadito anche Don Ciotti la scorsa settimana ? perché fa agire in modo libero. La cultura permette di capire e di applicare le leggi, di capire il valore di leggi comuni che siano rispettose di tutti.

Siamo tutti consapevoli che oggigiorno ci siano dappertutto il buono e il cattivo, in tutti i movimenti così come nella società, nelle nostre amicizie, ma è importante come amministratori non dare messaggi fuorvianti che parlino alla pancia delle persone, molto d'effetto ma non veritieri e oggigiorno anche i mezzi di comunicazione spesso ci sbattono addosso messaggi estremamente impattanti, che attirano, ma che non sono veritieri, sono anzi populisti e spesso non corretti.

Credo che sia giusto dare una speranza e puntare sui giovani, che vuol dire permettere loro di agire, di essere nelle istituzioni perché non basta dire: "Bisogna parlare ai giovani, bisogna valorizzare i giovani" e poi metterli sempre nelle terze file, è importante dare loro fiducia e - la scuola e la famiglia hanno delle grosse responsabilità in questo senso - riuscire a valorizzarli, a dare loro spazio, a renderli liberi perché la libertà si ottiene anche sbagliando, ma agendo con il proprio pensiero.

Al di là di tutto quello che è già stato detto, e non lo ripeto, è importante riuscire a guardare al futuro per dare davvero un po' d'espoir dare ai cittadini speranza e non solo oppressione, angoscia o sentimenti negativi.

Se si va tutti insieme verso la libertà, forse tutti insieme riusciremo a risollevare la nostra regione.

In fin dei conti era poi il motto di tanti anni fa: Valdotèn su la téta e per Valdotèn intendo le Valdotèn, cioè chi ama la Valle d'Aosta.

Presidente - Ha chiesto la parola il vicepresidente Distort. Prego.

Distort (LEGA VDA) - Vista l'ora, conto di utilizzare ben meno dei venti minuti assegnatimi, però mi preme intervenire, mi preme di dare un contributo perché questo mio intervento possa essere un intervento a favore di questa assemblea e della comunità che rappresenta. A tal fine do inizio a questo mio intervento con una citazione: "Dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare e la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare, ma soprattutto, la saggezza per distinguere la differenza tra le une e le altre", Tommaso Moro, fine del XVI secolo, umanista, scrittore, politico inglese. Sapendo di essere perfettamente nel solco della laicità, mi permetto di fare presente che questa è una preghiera e che Tommaso Moro è il protettore dei politici. Dico laicità perché io mi sento perfettamente inserito nella laicità e, come tale, non sono laicista, non temo l'apporto e il contributo della dimensione della cultura religiosa che ci appartiene. La capacità di distinguere la differenza tra ciò che posso cambiare e ciò che è ineluttabile, ciò che non posso cambiare, l'azione dell'essere umano e l'azione di ognuno di noi sta in questa prima parte: che cosa posso cambiare? È lì che si esercita l'umano ingegno, è lì che si esercita la capacità, è lì che si esercita l'attività umana, è lì che si esercita l'attività politica. Il nostro compito è questo: che cosa posso cambiare? E non è un'ottica di cambiamento semplicemente per buttare via il passato, perché noi sappiamo che il futuro ha un sapore antico, nel passato c'è un insegnamento per il futuro, ma si tratta di pensare di operare quel miglioramento che ognuno di noi è tenuto a operare sempre. E questo miglioramento si attua in maniera assolutamente forte, assolutamente magistrale nel momento in cui noi ci troviamo di fronte all'insegnamento, al fatto anche negativo. Ricordo che il significato etimologico della parola "insegnamento" è "insignare", cioè mettere un segno, incidere, anche la cicatrice è un'incisione e la cicatrice insegna.

Quindi il ruolo di questo evento, sicuramente grave, di oggi, che rivela un passato, un'attività che si attua da tempo deve insegnarci, se non ci insegna, vuol dire che noi manchiamo in questo compito. E cosa posso cambiare come Consigliere? Come può cambiare ognuno di noi? Cambiare ottica, migliorare quest'ottica che è dentro, è incisa nel codice morale di ognuno di noi, ma dobbiamo rispolverarla quotidianamente, si tratta di capire che esiste un modo di fare politica nell'interesse dei cittadini e di una comunità, nient'altro che questo. E quando noi ci troviamo di fronte a un fatto come oggi, ci troviamo di fronte a un sistema, a un fatto grave che evidenzia che c'è un sistema che non funziona, ma nel momento in cui noi accusiamo, indichiamo il sistema che non funziona, non stiamo facendo un'azione di linciaggio nei confronti di una forza politica, di un insieme di persone, noi vogliamo mettere attenzione sul lato negativo, sul fatto che c'è un sistema che non funziona. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo, indagarlo, verificare dove esiste e dove non esiste perché questo è il compito di chi si mette di fronte alla verità con dignità perché si tratta di avere il coraggio di guardare in faccia alla verità. Parmenide nel 500 Avanti Cristo diceva: "Non avere paura della ben rotonda verità", non dobbiamo avere paura. L'esame di coscienza costituisce l'ossatura morale, spirituale, etica di una persona e di un popolo. La dobbiamo invocare in questo momento. Di fronte a questo meccanismo anomalo noi dobbiamo dare una reazione e lo chiede la nostra dignità personale, lo chiede il fatto che questo sistema lede gravemente questa istituzione, ma questa istituzione non rappresenta solo noi 35 Consiglieri, questa istituzione rappresenta i nostri elettori, le persone che il 20 maggio si sono alzate e sono andate alle urne per esprimere il loro parere in merito a forze politiche e a singole persone. Quindi è questa la dignità che sta alla base. E non finisce qui, rappresenta l'intera comunità valdostana, anche quelli che non hanno votato. Questa istituzione, badiamo bene e ricordiamoci, rappresenta l'ultima roccaforte della fiducia che i cittadini danno alla politica. Se così è, se noi siamo l'ultima roccaforte della fiducia che i cittadini danno alla politica, questa è la nostra responsabilità quotidiana, di ogni giorno, ma questa fiducia data alla politica, si soddisfa rappresentando i cittadini e ascoltandoli. Noi lo faremo e lo facciamo, non c'è alcun dubbio, ognuno con le proprie capacità, siccome nessuno di noi ha le ali sulle spalle, ognuno di noi è fallibile, lo farà nei limiti della propria identità personale, nei limiti della propria umanità, ma è importante che ci sia una volontà nel farlo, ascoltandoli, attraverso l'atto principe di ascolto dei cittadini. E qui io mi permetto di condividere con voi questa riflessione che mi porta esattamente qui, di fronte alla fiducia dei cittadini espressi rispetto alla nostra istituzione o noi riusciamo a essere eroicamente capaci di dare motivo di questa fiducia o altrimenti dobbiamo essere altrettanto eroicamente capaci e coraggiosi di tornare al voto e di dare ai cittadini l'opportunità di esprimersi perché c'è un connubio tra noi e i cittadini, in realtà noi non siamo di qua dalla barricata e loro di là, noi siamo la comunità valdostana. Primus inter pares. E noi vogliamo che la comunità valdostana possa avere fiducia nella politica perché ledere la fiducia della comunità valdostana vuol dire indebolire ognuno di noi, indebolire il nostro presente, indebolire il futuro, il nostro futuro e della generazione che ci segue. Quando qualcuno ci chiederà un domani: "Tu che cosa facevi?" mentre la maggior parte della gente perdeva fiducia nella politica e lasciava che la politica non potesse più dire niente. Tolto questo ruolo della politica, dell'istituzione, piaccia o non piaccia, noi interrompiamo, cancelliamo qualunque tipo di interposizione tra il singolo cittadino e i poteri forti. Questo è il nostro compito: roccaforte.

Presidente - La parola al collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Aspettavo qualcuno della maggioranza per l'alternanza. Prendo la parola su questo fatto perché in campagna elettorale mi sono speso sulla parola "'ndrangheta" che da valdostano trovo sia una vergogna sociale nella mia terra, una vergogna soprattutto se sostenuta o presente dentro delle forze politiche. Quindi l'ho denunciata forte sempre e la contrasterò con tutte le mie forze. La Valle d'Aosta non deve vedere presenze 'ndranghetiste. Mi dispiace che nella mozione non ci sia la parola "'ndrangheta", ma cambia poco.

Comincio con un paradosso: colpisce il fatto che c'è il rischio, come pubblicano i giornali, che il comune di Saint-Pierre ? notoriamente, Rosy Bindi va in vacanza a Vétan ? rischi il commissariamento, e la Bindi ha alzato un velo opprimente sulla nostra comunità, e per fortuna, perché queste cose i valdostani le dicevano da sempre, da tempo immemore! Ho qui qualche testimonianza di pentiti di 'ndrangheta, fine anni Novanta: "Sono arrivato a Torino nel 71 e da subito ho saputo che in Valle d'Aosta vi era un locale attivo", il locale è la struttura di base della 'ndrangheta, che sorge in un determinato paese allorché si supera il numero di 49 affiliati circa e qualunque copiata cui appartengono. La copiata è il nome di uno dei responsabili del locale. Poi c'è il battesimo e l'operazione lenzuolo ci ha mostrato come avviene il battesimo qui ad Aosta. Questo nel 71! Allorquando si forma un locale, si deve notizia alla mamma di San Luca da dove viene inviato un rappresentante il quale organizza la riunione del locale, alla presenza di tutti gli affiliati di quel paese, nel corso della riunione, viene nominato il capo bastone, contabile e crimine. Un altro pentito, un certo Foti, dice: "Il responsabile del locale di Aosta era un tale Santo, chiamato compare Santo, il locale di Aosta dipendeva a sua volta dal sottolocale di Ivrea, l'attività principale del locale di Aosta erano estorsioni a imprenditori e droga"; un terzo pentito, sempre fine anni Novanta, dice: "Quello che so, dall'88, perché ero nel carcere in Valle d'Aosta è che 'ndranghetisti, calabresi mi hanno detto che era attivo un locale ad Aosta", eccetera eccetera. Senza parlare di fatti criminosi, però è da troppo tempo che c'è questa presenza. Noi lo sappiamo, almeno tanti lo sanno. Chi non lo sa ? ma ha un problema grosso allora! ? o minimizza, che è grave, o proprio non c'è, perché è di tutta evidenza che ci sia questo fatto.

E qui mi rivolgo alla comunità calabrese perché tutti quanti noi amici, compagni di scuola, ragazze calabresi nei tempi passati, è una comunità eccezionale, lo sappiamo e il mio invito a tutti i calabresi di buona volontà che sono venuti in Valle d'Aosta per diverse ragioni, che isolino questi fenomeni malavitosi, che prendano coscienza che la Valle d'Aosta vuole rimanere libera e pulita e che non è il caso di reimpiantare culture deviate anche in questa terra, che a loro ha permesso di crescere e di realizzarsi.

Finisco con la citazione del comandante dei Carabinieri di Aosta Caminada che, due settimane dopo l'intervento della Bindi, ha detto: "Esiste la presenza di un substrato culturale favorevole a questo tipo di fenomeno", il procuratore Ceccanti ha riconosciuto che l'interesse ad acquisire terreno attraverso strutture imprenditoriali medio- piccole, soprattutto nell'edilizia, è presente. L'ex questore Ostuni: "Il fatto che ci sia questo in territorio la presenza di persone che fanno riferimento a famiglie 'ndranghetiste è evidente".

Svegliamoci, in Valle d'Aosta non ci deve essere 'ndrangheta a mio avviso, parlo a livello personale e gli amministratori e la politica devono fare il loro ruolo sociale, culturale, ma anche dal punto di vista amministrativo.

Président - Quelqu'un souhaite intervenir? Je ferme la discussion générale. Il y a des répliques? La parole au président Fosson.

Fosson (GM) - È la fine di una giornata molto difficile, molto dura perché il sapere che ci sono delle infiltrazioni mafiose in Valle, qui tra noi, ci rende profondamente tristi. Avete usato diversi aggettivi e sono tutti da raccogliere. Ringrazio tutti quelli che sono intervenuti, li ringrazio perché in tutti c'è stata una grande passione e una grande determinazione nel dire: "Noi non c'entriamo niente con questo e vogliamo essere sempre più lontani da questi metodi"; ringrazio anche chi, con modo molto accorato, ha detto che la Valle d'Aosta non è così, ed è vero, ma anche i calabresi non sono così. E questo vogliamo ribadirlo e ci crediamo profondamente.

C'è una grande differenza però nell'affrontare la discussione di oggi: prima il consigliere Lucianaz diceva: "noi dobbiamo cambiare, svegliamoci", ci sono quelli che, invece, dicono: "voi dovevate svegliarvi". C'è una grossa differenza, quelli che dicono "noi", si mettono in giudizio, da stasera stessa lavoreranno per cambiare questa situazione, quelli che invece dicono: "è colpa vostra" non faranno niente perché penseranno che è sempre colpa di qualcun altro.

Ringrazio il collega Cognetta per il suo accorato appello che condivido completamente, anch'io è da un po' di tempo che sono qui e il fatto che siano avvenute queste cose senza che ne accorgessimo, è grave.

Oggi il procuratore mi ha colpito dicendo: "Forse questo è più facile perché i numeri sono molto pochi, la gente parla con tutti, ci si conosce con tutti" e, alle volte, la stretta di mano e l'abbraccio a uno può essere anche pensato in altro modo: sicuramente i nostri numeri non facilitano queste analisi.

Il discorso è accorato perché ci si dice: " Perché sono qua da tanto tempo? Potevo stare da un'altra parte dove qualche mestiere lo avevo anch'io, dove un pezzo di strada lo potevo fare anch'io. Non sono venuto qua per assecondare nessun movimento, nessuna pratica faziosa e non sono venuto qua per scambio di voti".

Bisogna dimostrare che queste accuse sono vere. Gli scandali negli ultimi anni non sono avvenuti solo nella classe politica, ma anche in altre situazioni, in altre professionalità, l'ha detto molto bene il consigliere Nogara, magari anche in quelli che ci dovevano difendere e proteggere, perché non solo la classe politica è entrata in questi grandi scandali. Anche in certe forze, che erano lì per difenderci, in certe Armi, ce n'è per tutti, è una questione di persone, non è l'appartenenza a una o un'altra professionalità o a un altro settore, quindi ecco perché è molto giusto quello che ha ribadito Distort, come sa fare solo lui, siamo noi che dobbiamo metterci in discussione! Tutti. Collega Manfrin, lei ci ha presentato un manuale di come non deve essere la politica e di come ci siano degli influssi tra il potere, la 'ndrangheta e la politica, ha fatto un regolamento. Non è un regolamento solo applicato in Valle d'Aosta, però.

Tra l'altro, l'indagine c'è anche in Piemonte, questa alterazione della politica per intralci non esiste solo in Valle d'Aosta, gliel'ha detto molto bene il collega Marquis. Vuole che citiamo la Lombardia? Io avevo un caro amico, che era stato con me in Senato, che era Assessore alla Sanità della Lombardia: mortificato io di sapere che lui avesse preso dei soldi che erano dovuti a un ospedale per bambini in Brasile!

Collega Spelgatti, quando lei punta il dito e dice: "Voi puzzate!" C'è un po' di discrasia, mi permetta, tra quello che lei dice e quello che ha fatto, quando era qua perché forse anche lei qualcosa di più poteva fare, senza contare la sua presenza in forze politiche in passato, non è sempre stata nella Lega.

Quindi c'è il "voi" e c'è il "noi", c'è qualcuno che dice: "Non si è cambiato niente, è uno schifo e siete voi", c'è qualcun altro, anche il collega Aggravi, oltre al collega Distort, che dice: "Analizziamoci tutti" perché forse, come dice il consigliere Mossa, non siamo stati così intelligenti da accorgercene.

Termino dicendo che, come Governo e tutti insieme noi vogliamo lavorare per dimostrare che non è così. Lavorare per dimostrare che ? quando dico che bisogna difendere la legalità ? dobbiamo lavorare bene, che dobbiamo lavorare con attenzione agli incarichi, agli appalti, alla meritocrazia, eccetera eccetera. Questo è un impegno che ci prendiamo tutti.

L'osservatorio, consigliere Bertin, è una proposta che lei fa spesso, che io condivido, quando ero a Roma, lei sa benissimo, mi sono adoperato con tutte le mie forze perché la Commissione antimafia ricevesse l'Osservatorio della Valle d'Aosta, per cui può essere una buona soluzione, però ha ragione Daudry quando dice: "Quando venne il questore Ostuni e riparlammo di osservatorio disse: voi fate il vostro che noi facciamo il nostro", quindi perché creare delle forze all'interno della politica che poi non servono o non lavorano per dire: "Ho fatto l'osservatorio" quando le Forze dell'Ordine su questo ci hanno indicato, mi si permetta, un'altra strada?

Mi permetta Gerandin, sul voto di scambio c'è stata una grande indagine della Questura e della Procura di Valle d'Aosta che si chiamava "Tempus Venit". E se queste indagini della Magistratura furono molto accurate, io ero a Roma, le seguii anche lì, non hanno prodotto o non ci hanno indicato che ci sia stato uno scambio di voto, chi doveva fare certe osservazioni, probabilmente non le ha fatte. Però l'indagine non è che non ci sia stata mai sullo scambio di voto, ma c'è stata eccome. Termino dicendo che io penso che, come hanno detto tanti ? li ringrazio ? le cose cambieranno se cambiano noi.

Ha ragione la consigliera Minelli quando dice: "Deve essere corale perché più è corale e più è forte", più siamo insieme a combattere questa mentalità e più siamo forti. Io credo che qui, in Valle d'Aosta, prima di combatterne altre, dobbiamo combattere questa battaglia per dimostrare che noi siamo qui per fare bene, per l'interesse della Valle d'Aosta, ma sul serio.

Io vado via questa sera con una idea ben precisa su di me, nel senso che devo fare di più, devo essere più attento, devo lavorare di più con gli altri. Quindi con un compito bene preciso.

"Avete solo diciassette voti, vi siete contati?", non facciamo campagna acquisti, consigliere Vesan, il giorno che non saremo più in maggioranza, andremo a casa tranquilli, non abbiamo problemi. I numeri non sono sufficienti per governare? Ce ne andiamo via il giorno dopo, non dopo quindici o venti giorni di resistenza a tutti i costi, glielo assicuro, glielo dico e sarò come la piaga marcia, vi assicuro che è così, non faremo ricerca di voti, noi siamo qui solo per dimostrare che si può fare bene, con i nostri limiti, ma soprattutto il problema non è "voi" o "noi", il problema non è la colpa di qualcuno, siamo noi tutti che dobbiamo fare qualcosa in più.

Presidente - Per fatto personale, la parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Direi che tutto il suo discorso parla da solo. Il fatto personale: lei ha insinuato che io fossi stata in altre forze politiche. Eh no, le elezioni del 2013, politiche 2013: candidata per la prima volta come Lega, che non aveva mai avuto un eletto; qualche mese dopo, elezioni regionali e in quota Lega siamo andati in un'altra lista perché da una candidata siamo diventate due candidati, siamo partiti da zero. Quindi io non sono mai stata in un altro partito, in quota Lega non potevamo fare una lista, da uno siamo passati a due, diventava un po' difficile fare una lista.

Comunque la ringrazio per il suo discorso, visto che io non ero adeguata come Presidente della Giunta perché invocare l'intervento della Magistratura, delle Forze dell'Ordine, per fare pulizia in Valle d'Aosta non era una cosa che si doveva dire come Presidente della Regione, ma si può fare una difesa di questo sistema dicendo: "Non succede solo nella politica, ma succede anche nell'imprenditoria, nella Magistratura, non succede solo in Valle d'Aosta, ma succede anche fuori", benissimo.

Presidente - Dichiarazione di voto. La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Solo per correggere un po' il nostro Presidente che, probabilmente, preso dalla foga, penso che non abbia capito bene quello che ho detto, perché non ho mai citato la "Tempus venit", per cui, se lei mi risponde sulla "Tempus venit", su qualcosa che non ho citato... faccia attenzione quando ci sono gli interventi. Presidente, le voglio solo ricordare che il mio intervento era riferito a una risoluzione del 12 marzo del 2014, le rileggo il titolo, che era quello della "preoccupazione per presunte pratiche illegittime alle elezioni regionali del 2013, e tutela della libertà di scelta, della dignità dell'elettorato valdostano". Le dico qualcosa di più: lei è uno dei dieci che non l'ha votata per cui qualche rigurgito di coscienza ce l'ha. È chiaro che poi ha questi scatti o queste prese di posizione.

Torno a dire e ripeto che in quest'aula non tutti hanno le stesse responsabilità, per cui con questo io chiudo, penso ci sia stato un malinteso, ma faccia attenzione.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Sarà perché oggi il Presidente Fosson all'improvviso ha scoperto anche lui che c'è la 'ndrangheta in Valle d'Aosta, che l'ho visto particolarmente deciso, ma, come diceva il collega Gerandin, anche piuttosto impreciso perché su diversi punti le mancano un po' di elementi. Indagini sul voto di scambio in Valle d'Aosta ce ne sono state, c'è stata addirittura una condanna in primo grado, ricordo di un suo collega, anzi, il suo capo partito poi assolto e ci sono state anche altre indagini sul voto di scambio, ma resta il fatto che "Tempus Venit" era nata per un'altra vicenda, nasceva per la questione parcheggio dell'ospedale su un tentativo di estorsione da parte della famiglia Facchineri su quell'opera, nulla a che fare con il voto di scambio. Erano altre indagini.

A parte questo, l'osservatorio sulla criminalità di stampo mafioso, richiesto diverse volte in questo Consiglio, non ha niente a che fare con le indagini, si tratta di avere degli elementi, come tutte le Commissioni e gli osservatori che si occupano di altre cose che devono avere al loro interno figure tecniche in grado d'interpretare le cose che succedono, come peraltro è per la Commissione antimafia statale o come anche per l'osservatorio dei rifiuti, che ha delle figure tecniche per permettere alla politica di fare delle scelte e soprattutto può essere un supporto in fase legislativa per permettere alla Regione di avere degli strumenti legislativi (immaginiamo per esempio la legge sugli appalti) o una consulenza da parte di chi fa questo di professione.

Ha fatto un po' di confusione, Presidente.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Per fatto personale perché qualcuno ha evocato il mio nome. Per rispondere a due colleghi, il primo è il collega Marquis, che in un suo intervento precedente ? mettendo nel mazzo anche i colleghi dei 5 Stelle ? ha detto che la Lega si sarebbe resa responsabile perché, con dei provvedimenti legislativi, avrebbe effettuato della corruzione elettorale. Prendo a prestito le parole del collega Nogara che ha detto: "Se lei sa i nomi, allora ci denunci!", la invito a denunciarci, collega Marquis, denunci cortesemente la Lega nazionale per corruzione elettorale. La invito a farlo, la sfido a farlo. Lo faccia, l'aspettiamo al varco!

Dopodiché, presidente Fosson, innanzitutto lei dice che io ho compilato un decalogo delle regole da osservare; come lei ben sa, un decalogo è composto da dieci punti, io invece semplicemente ho indicato un unico punto. Qual è questo punto? Quello di spiegare ai cittadini, soprattutto quelli che non sono avvezzi ai sistemi elettorali, ma soprattutto ai sistemi politici- amministrativi, che non c'è bisogno di andare dal politico di turno in ginocchio nell'ufficio a chiedere il favore, a chiedere il piacere, a chiedere d'intercedere, non ce n'è bisogno. Questo bisognerebbe spiegarlo perché il politico di turno non è un signore feudale che può concedere ? bontà sua ? le sue proprietà al cittadino che lo supplica, ma esistono delle regole di accesso, esiste la legge e quella si rispetta. Se la persona ha diritto, otterrà quanto richiede, se la persona non ha diritto, non otterrà quanto richiede. La politica fa altro, la politica stabilisce le regole comuni nelle quali ci si deve muovere. Non è un decalogo, è una regola unica, una regola d'oro.

Quello che però mi ha lasciato un po' stupito, a parte la posizione del collega Daudry, che ha espresso vicinanza ai Consiglieri arrestati, da quello che ho capito e mi ha lasciato basito ? io non esprimerei vicinanza ? avrà modo di chiarirlo, me lo auguro davvero perché sono rimasto basito di fronte a una cosa del genere, vede, quando condividevamo il governo di questa regione, sia lei sia il collega Marquis a più riprese, ci avete detto che, per fare il Presidente, bisogna essere dei pompieri e che il presidente Marquis, non credo di fare mistero, quando faceva il Presidente era ogni minuto con l'estintore in mano per spegnere eventuali polemiche. Lei arriva in quest'aula con un membro della sua maggioranza, che viene arrestato per 'ndrangheta, si alza e ci fa la morale a tutti quanti! Sinceramente, fossi in lei, avrei cercato qualche altra formula un pochino diversa per dire le cose che pensava o forse non avrei detto niente o forse ancora avrei fatto un atto di coraggio e non sarei intervenuto alla fine, ma sarei intervenuto all'inizio, nel dibattito generale per permettere anche a chi magari voleva fare degli interventi articolati di risponderle nel merito, come hanno fatto alcuni colleghi, che hanno dovuto utilizzare l'artifizio del fatto personale.

Presidente Fosson, prenda atto di quello che è accaduto, facciamoci tutti quanti un bell'esame di coscienza ? tutti quanti, ci mancherebbe altro ? ma non dimentichiamo che esistono anche delle responsabilità perché è inutile che ci raccontiamo le favole che nessuno sapeva, che siamo tutti vergini in un bordello, "per carità, guai, non sapevamo nulla, ma cosa scopro d'improvviso"! No, collega.

Una cosa l'ho detta pubblicamente, continuo a dirla e la dico sempre, mi auguro di trovare finalmente una delle tante persone che chiedono, incontrano, fanno e magari raccontano degli eventi del passato dicendo: "Quello mi ha promesso questo, quello mi ha promesso quest'altro" e di avere una di queste persone che dice: "Sono pronto a denunciare", allora e soltanto allora si farà piena luce sugli eventi di cui abbiamo parlato tutt'oggi.

Presidente - Collega Marquis, per fatto personale.

Marquis (SA) - Il mio intervento fa seguito alle considerazioni espresse dal collega Manfrin. Probabilmente non ha capito bene cosa ho detto, quando sono intervenuto in precedenza e, pertanto, provo a ripetere l'intervento fatto poc'anzi. Per quanto riguarda i provvedimenti legislativi, ben venga se venissero fatti a Roma, ma il problema è che non vengono fatti provvedimenti, il problema è che ogni giorno si dice una cosa, il giorno dopo un'altra, si torna indietro... Prima ho fatto un esempio concreto rispetto a quello che è stato detto l'altro giorno, cioè che dalla prossima settimana vedremo, valuteremo di fare una vignette europea per mettere tutti gli Italiani nelle condizioni, con 45 euro, di viaggiare tranquilli e a costi sostenibili. Questo l'ho preso come esempio rispetto al rapporto che c'è tra elettore e politico. Andare a raccontare delle storie o cercare d'illudere il cittadino è cercare di avere un rapporto fondato sulla mancanza di correttezza. E pertanto io mi riferivo esclusivamente a questo, quando ho parlato prima di metodologie, che non sempre sono corrette e legittime.

Per quanto riguarda l'altro discorso, ho solo detto che non veniamo qui a farci fare la morale. Ho apprezzato l'intervento del collega Distort quando ha detto che tutti insieme dobbiamo cominciare a renderci conto che c'è un'emergenza e dobbiamo affrontarla. Per contro, non posso accettare il ragionamento di quelli che si ergono a primi della classe quando, se volessimo fare degli esempi, basta guardare fuori Valle, di rappresentanti che militano nelle varie forze politiche, potremo fare anche noi delle liste di situazioni che non sono proprio degli esempi sotto il profilo etico e del comportamento legittimo di quello che dovrebbe esercitare un politico.

Credo che la morale di tutto quello che è successo sia che la politica deve alzare il livello di guardia e tutti insieme cercare di operare nel modo di far venire alla luce le situazioni che non vanno e di cercare di rafforzare una cultura della legalità sul territorio, ma non venire qui dentro a fare delle distinzioni: "Noi siamo i buoni, voi siete i cattivi", a livello personale non prendo lezioni da lei sotto il profilo dell'onestà, io la rispetto, ma chiedo analogo rispetto, suo, nei miei confronti.

Pertanto, credo sia questo il ragionamento, che è stato sottolineato da diversi colleghi, che sono intervenuti da parte della maggioranza. Non accettiamo di prendere lezioni perché non c'è nessuno in grado di poterle dare perché credo che tutti ci comportiamo, per quanto ci concerne, con il massimo livello di correttezza. Credo che questo sia l'approccio che tutti teniamo dentro quest'aula.

Presidente - Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il collega Rollandin.

Rollandin (UV) - Je crois que cet après-midi on a eu la possibilité d'écouter différentes interventions, qui ont eu deux aspects particuliers : le premier c'est de toute évidence : il faut respecter la loi, et je crois que jusque-là il n'y a pas de nouveautés. La plupart ont rappelé que la loi dit ça, qu'il y a toute une série d'attentions que, je crois, on doit se rappeler de maintenir, chacun pour soi, pour ce qui est de l'activité et du rôle qu'il joue dans la politique.

Credo soprattutto che sia importante ricordare l'altro aspetto emerso durante questo dibattito: quello che succede nella nostra Valle ? nessuno ha mai detto che è esente da 'ndrangheta, abbiamo a volte ricordato l'isola felice, personalmente in quanto isola non è che mi abbia mai entusiasmato ? nella politica molte delle situazioni che ci troviamo a gestire sono sicuramente collegabili al politico di turno, ma anche alle strutture che gestiscono le varie situazioni nelle amministrazioni pubbliche, dai Comuni alla Regione, perché molte situazioni che ci siamo trovati a gestire sono legate a delle scelte che, sovente, sono supportate da pareri, da annotazioni molto precise, che ti dicono che è tutto in regola, e poi magari si scopre che non è tutto in regola. Sotto questo profilo dico che abbiamo molto da imparare, che sicuramente dobbiamo essere sempre più prudenti e vale il discorso, che è stato fatto, dell'impegno che ognuno di noi deve portare.

Sicuramente chi governa qualcosa sbaglia tutti i giorni, è quasi scontato, ma tra l'errore fatto in buona fede... lo dico nel senso che dal piccolo dettaglio nel rilasciare un'autorizzazione, nel dare un parere, quante volte succede? Essere in grado di garantire che sia tutto perfetto credo sia difficile, quello che è possibile ? è quello che diceva il consigliere Distort ? cioè avere questo impegno globale, autentico e serio di portare avanti gli interessi generali, sapendo che dobbiamo tutti avere il buon senso di rapportarci con la realtà e di riuscire a evitare le difficoltà principali che ci fanno sbagliare o a evitare di arrivare a punti tragici come quelli di cui abbiamo parlato questa sera.

Quindi noi votiamo convintamente la mozione preparata e presentata grazie all'apporto di tutti.

Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento. Pongo in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti e favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.

Colleghi, chiedo una Conferenza dei Capigruppo, i lavori sono per oggi conclusi e saranno riaggiornati domani.

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La seduta termina alle ore 20:37.