Oggetto del Consiglio n. 302 del 9 gennaio 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 302/XV - Interpellanza: "Applicazione della legge regionale 10/2018 riguardante misure di contrasto dell'azzardopatia".
Rini (Presidente) - Punto 32 all'ordine del giorno, per l'illustrazione, la parola al collega Vesan.
Vesan (M5S) - Questa mozione rientra nell'ottica dell'utilità di sollecitazione dell'esecutivo da parte della nostra forza politica all'interno di quest'aula consiliare. La legge regionale n. 10 del 2018 è appena entrata in vigore, di fatto è operativa, per quello che riguarda le modificazioni apportate alla legge n. 14 del 2015, dal 1° gennaio di quest'anno, per quel che riguarda fondamentalmente il divieto di esercizio del gioco d'azzardo con le macchinette, per una distanza di 500 metri dalle strutture sensibili. Questo Consiglio ha approvato questo disegno di legge all'unanimità, dopo averne discusso in Commissione, ha trovato il consenso di tutte le forze presenti all'interno dell'aula e, quindi, diciamo che, per quanto riguarda il lavoro legislativo da parte del Consiglio, siamo arrivati a compimento. Siamo contenti che ci siano ulteriori proposte per il contenimento del gioco d'azzardo e che, quindi, il lavoro in Quinta commissione su questo argomento non si interromperà qui. D'altra parte, l'enorme soddisfazione da presentatori del disegno di legge, assieme alla Lega e a un consistente numero di altre forze politiche, ci impone di sollecitare, a questo punto, il lavoro da parte dell'esecutivo. Come sempre, una norma di legge trova riscontro e ha incidenza, soprattutto dal punto di vista dei risultati, nel momento in cui si vigila in modo attento sulla sua stessa applicazione, soprattutto quando parliamo di una legge importante dal punto di vista della tutela sanitaria e, quindi, dell'interesse dei cittadini, soprattutto dei cittadini più deboli.
Sulla scorta di questo, noi chiediamo se la Giunta regionale si è già attivata per quel che riguarda una verifica dell'applicazione della norma. È vero che il potere sanzionatorio, ai sensi della legge n. 14 del 2015, è in capo ai comuni, però un'attività di monitoraggio e controllo, di presidio del territorio per quanto riguarda la tutela delle strutture protette, dovrebbe interessare - e anche molto - la giunta regionale.
Sulla scorta di questo, per verificare fino a ora che cosa è stato fatto - in fondo è vero che una parte di entrata in vigore è diventata operativa il 1° gennaio, ma la norma è comunque del 2015 - con questa interpellanza chiediamo - se la giunta è a conoscenza di questo dato o comunque se è riuscita a procurarselo - quante e quali sono le sanzioni applicate dai comuni valdostani nell'annualità 2018, ai sensi della vigente normativa. Ricordo che per gli eventuali locali che avessero aperto al gioco d'azzardo successivamente al 2015 la deroga comunque non valeva e quindi il controllo doveva essere fatto. Da alcune associazioni di volontariato e di tutela dall'azzardopatia abbiamo ricevuto segnalazioni che, tristemente, evidenziano il fatto che in Val d'Aosta esiste la piaga del gioco d'azzardo minorile, che è espressamente vietato dal 2015, ma in realtà anche da norme precedenti.
Gli ultimi dati sul gioco d'azzardo sul territorio regionale risalgono all'annualità 2017 - non abbiamo ancora il dato del 2018 - ma parlano di un importo pari a 120 milioni di euro. 120 milioni di euro è un ordine di grandezza pari a quasi il 10% dell'intero bilancio regionale, sono cifre veramente spaventose, per quel che riguarda la propensione al gioco d'azzardo della popolazione valdostana. È dunque assolutamente importante che s'intervenga nel modo più immediato, celere e puntuale possibile.
L'ultimo punto su cui interpellavamo l'attuale maggioranza è di tipo finanziario. La legge n. 14 del 2015 prevede, per la prevenzione dell'azzardopatia, ai sensi del testo della legge, un importo assolutamente ridicolo che, se non ricordo male, si aggira intorno a 4700 euro all'anno: per contrastare 120 milioni di euro di gioco d'azzardo, sono veramente del tutto irrilevanti e non hanno alcuna possibilità di realizzare un contrasto efficace. Sappiamo che nelle annualità passate le Giunte precedenti, a livello di bilancio, in fase di variazione, hanno stanziato cifre più importanti di queste e hanno avviato delle campagne, ci chiedevamo quindi se nel bilancio testé approvato, o nelle intenzioni della Giunta per quel che riguarda le ormai prossime variazioni di bilancio, ci fossero in programma degli stanziamenti e di quale importo, per quel che riguarda tutta l'attività di prevenzione del gioco d'azzardo.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Baccega.
Baccega (UV) - Sì, Consigliere Vesan, in questo caso lei sa bene che trova terreno fertile, perché siamo tra i firmatari che hanno proposto un'ulteriore legge, che va nella direzione di abolire le slot-machine all'interno di bar ed esercizi pubblici non autorizzati dalle licenze di Testo Unico emesse dalla Questura. Da quel punto di vista, quindi, siamo in una fase in cui possiamo fare una sorta di riflessione su quello che è stato e poi entrare nel merito dei percorsi che ci occuperanno.
Ovviamente, lo ha sottolineato lei, il divieto è entrato in vigore il 1° gennaio e risulta quindi importante rivedere che cosa è successo, a seguito dell'emanazione della legge n. 14 del 2015. Già nel mese di luglio 2016 l'Assessorato alla Sanità aveva intrapreso azioni per sensibilizzare i comuni della Valle d'Aosta e il CPEL in merito alle disposizioni in materia di prevenzione, contrasto e trattamento della dipendenza da gioco d'azzardo patologico contenute nella legge n. 14.
Da un primo questionario sottoposto dal CELVA ai Comuni, a un anno dall'emanazione della legge n. 14, emergeva che pochi enti locali avevano approvato una propria disciplina sul tema - c'è stato grande dibattito su questo - ed esercitavano funzioni di vigilanza sulla funzione dei divieti e degli obblighi previsti dalla legge. Alla luce di tali esiti, s'invitavano pertanto i Comuni a voler fattivamente collaborare a ridurre la diffusione di una patologia con preoccupanti ricadute sulla salute e sulle condizioni sociali; perché spetta ai Comuni intervenire in quell'ambito.
Nel mese di maggio 2017 la Camera valdostana delle imprese e delle professioni trasmetteva all'Assessorato l'elenco dei gestori che avevano partecipato al corso di formazione obbligatoria per la conoscenza e la prevenzione dei rischi connessi al gioco d'azzardo patologico, quelli che aveva organizzato l'Usl della Valle d'Aosta nel 2016. A questa comunicazione ha fatto seguito subito una nota della struttura Sanità ospedaliera e territoriale, gestione del personale, rivolta al CELVA, dove si sottolineavano le disposizioni contenute nella legge regionale concernenti le attività poste in capo ai Comuni in materia di accertamento delle violazioni e di applicazione delle sanzioni, anche relativamente all'inosservanza degli obblighi dei gestori tra cui, appunto, la partecipazione ai corsi di formazione, che prevedevano una frequenza almeno biennale.
Un'ulteriore ricognizione presso i comuni valdostani veniva svolta a giugno 2017 dalla struttura di questo Assessorato, al fine di verificare lo stato di attuazione delle disposizioni regionali relativamente alla formazione dei gestori, le misure adottate nei confronti degli inadempienti, nonché le discipline adottate localmente circa gli orari di funzionamento delle sale e degli spazi gioco e le distanze di tali spazi rispetto ai luoghi sensibili, come era indicato dalla legge. Da questa ricognizione è emerso che non tutti i comuni valdostani presentavano sul proprio territorio sale o spazi per il gioco, che la maggioranza dei gestori ha regolarmente frequentato i corsi di formazione, che, laddove si sono rilevate inadempienze relativamente alla frequenza dei corsi, i Comuni hanno intrapreso azioni per sensibilizzare ulteriormente i gestori agli adempimenti di legge e solo in rari casi la Polizia locale ha proceduto con la contestazione della violazione.
La maggioranza dei comuni non ha adottato regolamenti per disciplinare gli orari di funzionamento e per le distanze minime dai luoghi sensibili, rispetto a quanto già previsto dalla legge regionale n. 14.
Dall'emanazione della legge n. 14 solo in pochi casi sono stati aperti nuovi spazi di gioco.
Ulteriori indicazioni, tra cui anche quelle oggetto dell'interpellanza, saranno vagliate a breve anche dall'esito della nuova e ulteriore ricognizione che la struttura competente ha in corso con i comuni valdostani, in riferimento all'annualità 2018 che si è appena conclusa. Non abbiamo ancora raccolto i dati, assieme al CELVA.
È al vaglio di questo Assessorato, inoltre, una proposta per incrementare l'attuale onere, previsto dalla legge regionale n. 14, a sostegno delle iniziative a contrasto della dipendenza dal gioco d'azzardo, per rivisitare le attuali modalità di erogazione dei contributi medesimi; sinora lo stanziamento, come ha detto lei, era di 4700 euro, e veniva suddiviso in due parti: 2350 euro per iniziative da parte di soggetti pubblici e 2350 euro per iniziative da parte di istituzioni sociali. Concordo con lei che è davvero poco.
Inoltre, la percentuale di contributo era stabilita nella misura massima del 30% della spesa ammissibile, anche questa condizione ha reso sempre difficile riuscire concretamente a finanziare qualsiasi azione importante di sensibilizzazione e di contrasto al fenomeno.
Per rispondere al quesito n. 3, quanto alle risorse finanziarie stampate in applicazione della legge n. 14, ovverosia le 4700 annue, sono preposte a formare oggetto di contributi a enti e associazioni operanti in Valle d'Aosta per le iniziative di promozione, ma, come ho ribadito prima, sono davvero poche per una vera e profonda azione di sensibilizzazione sui rischi derivanti dall'abuso del gioco d'azzardo. Pochi contributi, che venivano erogati sulla base di un bando, abitualmente adottato con una delibera di Giunta, a seguito della definizione delle linee prioritarie da parte della Conferenza regionale sulla legalità e la sicurezza. Conferenza che avrà luogo a breve e alla quale farà pertanto seguito il suddetto bando. Va sottolineato che durante la settimana della legalità e della prevenzione si parlerà a fondo anche di questi temi, sia nelle scuole che sul territorio, e anche questa è un'azione che non rientra in questa spesa ma che si potrà considerare come azione importante di sensibilizzazione.
Ritengo opportuno, quindi, avviare una adeguata campagna d'informazione e di comunicazione, per informare i cittadini sul costo sociale: famiglie rovinate che hanno perso casa e lavoro, mogli e figli, anziani che si giocano quel minimo di pensione, senza contare chi si è tolto la vita. Ancora mi chiedo quanto valga una vita e la serenità di una famiglia. Tutto questo si ripercuote su tutti, su tutto il pacchetto sociale, che magari poi andremo ad affrontare, come tema, quando parleremo di welfare.
Spero di essere stato esaustivo.
Président - Pour la réplique, la parole au collègue Vesan.
Vesan (M5S) - Assessore, la ringrazio per avermi risposto ma, se devo dichiarare la mia soddisfazione relativamente alla completezza e, soprattutto, al riconoscimento dell'efficacia delle intenzioni da parte di questa maggioranza per la risoluzione dell'azzardopatia, non posso che dichiararmi molto insoddisfatto.
Lei mi dice che i soldi sono 4700, io le ho chiesto se esisteva una volontà d'incrementare questo fondo e lei mi ha risposto "sì" e mi ha detto "lo faremo, per adesso faremo il bando relativamente ai 4700". Le soluzioni che possiamo portare al problema, con un intervento di questo tipo, sono assolutamente irrisorie. Se vogliamo dividere per il numero delle famiglie valdostane questo importo, noi sosteniamo che con poco meno di 50 centesimi a famiglia il contrasto all'azzardopatia affronta un problema che manda sul lastrico una percentuale significativa di famiglie valdostane. Avrei preferito almeno una dichiarazione di ordine di grandezza d'investimento, da parte sua, e non solo alcune lacrime di coccodrillo nei confronti della grave problematica.
Purtroppo questa legge è entrata in vigore non il 1° gennaio, ma nel 2015, e lo stanziamento sul testo della legge è quello. Se noi stanziamo i soldi a metà anno o alla fine dell'anno, buttiamo via sei mesi di possibilità d'intervenire per contrastare un problema effettivamente molto grave.
Per quel che riguarda, invece, il controllo del territorio, ci rendiamo conto che sia difficile da monitorare, però la Val d'Aosta è relativamente piccola, le zone distanti 500 metri dalle scuole e dai centri per anziani alla fine sono fondamentalmente concentrate nelle zone abitate e, quindi, si può fare un controllo e una verifica anche nei dieci giorni che ci separano dall'inizio dell'anno, senza dover aspettare l'inizio del 2019 per chiedere ai comuni i dati relativi al 2018. Se aspettiamo un anno per sapere com'è andato l'anno precedente, la nostra incisività su un problema grave e urgente è veramente troppo limitata. Non diamo una risposta ai cittadini, con un'azione di questo tipo. Sì, monitoriamo la situazione, rendendoci conto, tristemente, anno dopo anno, dei brutti risultati che l'azzardopatia dà nei confronti dei Valdostani, di cui lei ha appena parlato, senza però andare a trovare delle soluzioni reali al problema.
Per quel che riguarda l'applicazione delle sanzioni da parte dei comuni, sappiamo che sono state pochissime, ma lei mi ha espressamente citato che queste rare contestazioni si sono limitate esclusivamente alla verifica della frequentazione dei corsi obbligatori. La frequentazione dei corsi obbligatori è sicuramente una componente importante su quanto deve essere controllato, ma è comunque largamente minoritaria rispetto al fatto che in tutto il territorio valdostano non sia stata fatta neanche una sanzione per quel che riguarda il gioco minorile, neanche una sanzione per quel che riguarda la mancata connessione delle slot-machine all'Agenzia delle entrate. Tutte queste problematiche, sanzionate dalla nostra norma regionale, invece hanno trovato riscontri - anche consistenti dal punto di vista sanzionatorio - in altre realtà italiane. In Val d'Aosta stiamo trattando il problema realmente come se non ci fosse, come se non fosse un problema.
Mi aspetto dunque, da parte sua e da parte della giunta che lei rappresenta, per quel che riguarda la tutela della salute pubblica, un impegno decisamente maggiore rispetto a quello che mi ha prospettato.
Presidente - Assessore Baccega, per fatto personale. Espliciti però il fatto personale.
Baccega (UV) - Il Consigliere ha parlato di lacrime di coccodrillo, quindi vorrei meglio chiarire. Loro hanno questo modo di porsi, in modo irrispettoso, nei confronti di chi, in modo educato, cerca di dare delle risposte, quindi mi sento di dire che forse lei ha capito male. Vada a rileggersi il mio intervento e capirà che ho risposto puntualmente a tutte le sue domande.
Ribadisco una cosa: questa maggioranza ha in itinere una legge che stravolge: a livello nazionale è l'unica Regione che andrà a eliminare le slot-machine dai bar.
Presidente - Si limiti al fatto personale, collega Baccega.
Baccega (UV) - Ho concluso. Vada a rileggerselo bene e cerchi di essere più rispettoso nei confronti di chi lavora per darle delle risposte. Non usi il metodo che il suo mentore, Di Maio, a livello nazionale tenta di portare avanti, condizionando un Paese.
Presidente - Collega Baccega, non provochi un altro fatto personale. Infatti: collega Vesan, ha diritto di replica sul fatto personale.
Vesan (M5S) - Bene, Assessore Baccega, chiedo scusa per aver usato l'espressione "lacrime di coccodrillo", perché i coccodrilli sono animali rispettabili.
Se lei pensa di aver risposto bene alla mia interpellanza, quando io le chiedo espressamente quali variazioni prevede di apportare nel corso dell'annualità all'importo, ridicolo, di 4700 euro e lei mi dice "apporteremo una modificazione adeguata"... Chiedo scusa, cercherò di tenere un tono civile, senza fare riferimento al mio mentore.
Presidente - Si limiti al fatto personale anche lei, collega Vesan.
Vesan (M5S) - Non ho mentori, sono qui a presentare una discussione relativa a una proposta di legge condivisa da tutti, su un problema sulla cui pericolosità sociale e sanitaria in Val d'Aosta tutti si sono espressi in modo favorevole.
Se, alla fine delle discussioni in quest'aula e all'approvazione di una legge, quello che segue, da parte dell'esecutivo, è un'applicazione della legge fatta così come lei mi ha raccontato, ho usato un termine scorretto, ne adotterò un altro, ma riscontro un disinteresse e delle dichiarazioni che non rispondono alla vera ed effettiva applicazione, nei fatti, di queste dichiarazioni.