Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 258 del 20 dicembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 258/XV - Interpellanza: "Tempistica per la definizione della posizione della Regione rispetto alla riorganizzazione dell'Istituto superiore di studi musicali della Valle d'Aosta".

Rini (Presidente) - Punto 25 all'ordine del giorno. La parola alla consigliera Pulz per l'illustrazione.

Pulz (IC) - Anche questa interpellanza risulta un po' datata, sempre per via del clima politico autunnale turbolento. Dobbiamo tornare un po' indietro nel tempo, allo scorso 15 ottobre 2018, quando si sono riuniti a Roma i presidenti dei diciassette consigli d'amministrazione degli istituti musicali pareggiati, istituzioni che, assieme ai conservatori statali, si dedicano all'alta formazione artistica e musicale, per valutare insieme l'iter per la statizzazione di queste istituzioni, chiaramente mediante accordi di programma stipulati fra il MIUR, le Regioni e gli enti locali, come previsto dalla legge di bilancio. A tale incontro non ha partecipato la diciottesima istituzione AFAM, ovvero l'Istituto superiore di studi musicali della Valle d'Aosta - Conservatoire de la Vallée d'Aoste.

Mi fa piacere fare con voi un po' di storia per ricordare che l'Istituto musicale pareggiato della Valle d'Aosta è la tappa più recente di una lunga esperienza formativa avviata addirittura nell'anno scolastico 1966/1967 e che nella prima metà degli anni Settanta vide l'assunzione da parte della Giunta regionale della gestione amministrativa di questa scuola, con l'avvio dell'Istituto musicale regionale. Nel 1999 poi l'Istituto divenne pareggiato e da allora, poiché equiparato a un conservatorio di Stato, può rilasciare titoli di studio legalmente riconosciuti. Dal 2008 poi, a seguito di una delibera della Giunta regionale, il Conservatorio regionale entra a far parte del sistema pubblico AFAM, istituito con la legge di riforma dei conservatori italiani del 1999, al fine di assolvere al meglio la missione istituzionale affidata loro nientemeno che dalla Costituzione italiana. E mantiene la prerogativa di offrire anche corsi pre-accademici per gli allievi della scuola secondaria di primo e di secondo grado, oltre che percorsi musicali di fascia universitaria di primo e di secondo livello, in un'ottica di specializzazione musicale professionalizzante. Con l'inaugurazione poi della nuova e prestigiosa sede, quella derivata dalla ristrutturazione del 2013 della monumentale Torre dei Balivi, con tra l'altro un auditorium di circa cento posti che ha un'acustica eccezionale, come sappiamo, e con l'applicazione della legge regionale del 2012 che sancisce la separazione ufficiale dalla SFOM, cioè la Fondazione Maria Ida Viglino per lo studio, la valorizzazione e la divulgazione della cultura musicale, che non rilascia però titoli spendibili nell'ambito musicale professionale, il Conservatorio prosegue il suo percorso come ente regionale autonomo di livello accademico.

I costi di gestione annuali della sede e del personale, parliamo di trentotto docenti, otto amministrativi e circa duecentotrenta studenti, ammontavano nel precedente bilancio regionale, e poi non ho trovato questa voce specifica nel nuovo, a circa 2 milioni 600 mila euro, a cui andrebbero forse - dico forse - aggiunti gli arretrati dovuti ai docenti per il mancato pagamento dell'indennità di bilinguismo, perché c'è stata una causa, individuale, però vinta in Corte d'appello. Mentre invece con la statizzazione la spesa maggiore, relativa chiaramente agli stipendi del personale, passerebbe interamente a carico dello Stato, con Regioni ed enti locali che continuerebbero ad assicurare l'uso degli spazi e degli immobili.

Per semplificare una materia non semplicissima, ci sembra che siano tre sostanzialmente le possibili soluzioni che si prospettano rispetto a questo iter di statizzazione AFAM per il nostro Istituto superiore di studi musicali Conservatoire de la Vallée d'Aoste. C'è una prima prospettiva che per semplificare chiamiamo prospettiva A: anche questo istituto avvia l'iter di statizzazione con un graduale inquadramento del personale docente e non docente nei ruoli dello Stato, anche dal punto di vista stipendiale, mentre la gestione della sede resta a carico della Regione. Questa è una prima pista.

Ce n'è un'altra, che forse può piacere di più: l'Istituto resta regionale, avviando chiaramente degli accordi precisi con il MIUR per integrare le graduatorie dell'Istituto con quelle nazionali, per aprire quindi la mobilità in entrata e in uscita, fermo restando l'accertamento della conoscenza della lingua francese, che rimane come sbarramento pregiudiziale per potervi insegnare. Questo è un punto che differenzierebbe il Conservatorio della Valle d'Aosta dall'Università della Valle d'Aosta. In questo caso l'Amministrazione regionale continuerebbe a sostenere, oltre ai costi della sede, anche quelli del personale, con questi famosi arretrati del bilinguismo, e sarebbero comunque necessari precisi accordi con il MIUR (quelli che di fatto ci sono già e che andrebbero confermati) per il rilascio di titoli legalmente validi.

C'è poi una terza pista possibile, che forse non è tanto realizzabile, però la cito ugualmente per ampliare la riflessione: si potrebbe anche valutare il possibile accorpamento del Conservatorio all'Università della Valle d'Aosta, come è per esempio il caso del Conservatorio Monteverdi di Bolzano, che in parte ha assunto la denominazione di Facoltà di Musica Conservatorio Claudio Monteverdi della libera Università di Bolzano.

Noi a questo punto abbiamo pensato di interpellare l'Assessore competente per conoscere quali di queste tre ipotesi messe in campo venga ritenuta più opportuna per l'organizzazione futura dell'Istituto superiore di studi musicale della Valle d'Aosta e poi con quale tempistica si intenda definire la posizione della Regione Valle d'Aosta rispetto a questo iter di riorganizzazione del sistema dell'alta formazione artistica e musicale. Questo iter che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sta avviando a livello nazionale, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, coinvolgendo direttamente o indirettamente tutti gli istituti superiori di studi musicali, i cosiddetti ex pareggiati.

Présidente - La parole à la collègue Certan pour la réponse.

Certan (ALPE) - Ringrazio la collega Pulz che ha ripercorso la lunga storia del nostro Conservatoire. Ho letto anch'io la risposta che il collega Sammaritani aveva iniziato a preparare e in parte condivido quanto aveva predisposto. Ritengo che con l'analisi che lei ha fatto, delle premesse condivisibili che ha messo sul tavolo, oltre che dell'iter e del percorso che il Conservatoire che ha avuto in questi dieci anni, abbia ricostruito in modo corretto tutti i fatti. Credo che però dal 2016, anno in cui è stata approvata la legge n. 107, definita Buona scuola, sia stata definita l'alta formazione musicale come uno degli elementi fondanti dell'istruzione e da lì sono partiti tutta una serie di altri spunti per organizzare in modo diverso questi istituti. A oggi, essendoci insediati da una settimana, non sono nelle condizioni di confermare se le tre soluzioni da lei individuate siano le sole praticabili o possano esservene anche altre. Non credo che sia una questione di apprezzamento di una soluzione piuttosto che di un'altra, ma credo che sia la percorribilità di una piuttosto che dell'altra.

La prima opzione che lei ha individuato, a mio avviso, apre a molte altre soluzioni e a molte altre variabili. Ad esempio, lei dice che gli insegnanti potrebbero essere statizzati, quindi essere pagati dallo Stato e mantenere la sede, ma sarebbe a questo punto importante aprire un altro dibattito, poiché per gli insegnanti a livello regionale ci sono anche altri temi à la une: ad esempio, la regionalizzazione degli insegnanti. Questa sarebbe una via opposta. Quindi a mio avviso queste soluzioni vanno anche contestualizzate in una prospettiva e comunque in una riorganizzazione dell'intero corpo docente regionale. In questo senso quindi dico che la sola prima opzione può vedere anche altre variabili.

Se si trovasse un'altra via, anche quella dovrà essere scelta e concordata. Comunque le soluzioni da trovare non possono prescindere da un confronto con i docenti dell'Istituto, ma anche con il consiglio di amministrazione e i vertici dell'Istituto musicale. È un confronto che non ho ancora avuto, ma che credo vada fatto non solo con i vertici del Conservatoire e con gli insegnanti, ma anche con tutti gli attori che in Valle d'Aosta si occupano di educazione musicale, che sono tantissimi. Lei ne ha citati alcuni, ma ricordo che la Valle d'Aosta è una delle poche Regioni che ha tutti i segmenti nel campo dell'istruzione e dell'educazione musicale, previsti dalla legge n. 107 del 2016. Ci sono le sei scuole medie i cui insegnanti scendono anche sulla scuola primaria e quindi fanno anche su quest'ultimo segmento, laddove possibile, dei laboratori musicali. Inoltre c'è tutta la parte di educazione musicale che viene fatta nell'infanzia (nella scuola primaria vi è la partecipazione degli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado), vi è il percorso di liceo musicale e vi è poi il segmento più alto dell'alta formazione con il Conservatoire. Quindi la Valle d'Aosta, dalla scuola dell'infanzia fino all'alta formazione, ha tutti i segmenti. Inoltre, affiancata a queste istituzioni che certificano professionalmente anche da un punto di vista di titolo di studio, vi è una scuola di formazione e orientamento musicale (la SFOM) che ha un'offerta formativa in campo musicale molto ricca, direi con un ruolo anche sociale, oltre che nella competenza musicale, molto importante. Poi ci sono una serie di altri enti: bande, gruppi corali che comunque compartecipano. Quindi bisognerebbe avere su questo tutta la mappa e fare un discorso molto più generale.

Mi pare che nel settembre 2017, con il senatore Lanièce e con il Sovrintendente agli studi, avevo discusso di questa tematica della statizzazione al Ministero e credo che a livello anche italiano si sia in alto mare, anche se si sono definite in alcune Regioni alcune cose. Ritengo che anche il MIUR non fosse contrario a un eventuale accordo con la Regione, ma credo che il problema più grosso sia oggi quello della mobilità degli insegnanti: o lavorano e insegnano in Valle d'Aosta oppure, nel momento in cui, a differenza di tutti gli altri insegnanti che possono richiedere i famosi trasferimenti, per quanto riguarda il corpo docente dell'Istituto musicale non vi è questa possibilità. In questi termini avevamo iniziato ad aprire un dibattito per poter capire quali potevano essere le soluzioni. È inevitabile che in questi casi ci sia non dico un compromesso, però è naturale che, se si chiede la possibilità per gli insegnanti e per i docenti di poter chiedere una mobilità dalla Valle d'Aosta ad altri AFAM, è naturale che debba esserci anche la possibilità inversa, perché così avvengono i trasferimenti nel campo scolastico. Il tema della conoscenza della lingua francese non è una problematica prevista per legge, ma dallo Statuto. Lei nella sua interpellanza l'ha chiamata uno sbarramento pregiudiziale, io direi che è, come per tutte le altre opzioni di lavoro, la previa conoscenza della lingua francese che noi abbiamo e quindi, così come avviene per gli insegnanti di tutti gli altri ordini, dovremmo capire come potrebbe avvenire.

L'altra soluzione che lei prospetta, la terza, quella legata all'Università della Valle d'Aosta: credo che possano esserci e già ci siano - ora non ho la mappa esatta - alcuni corsi che vengono fatti insieme all'università. Io penso che alcune materie che sono nel piano di studi del Conservatoire possano anche essere tenute da docenti dell'università, in una collaborazione e con una convenzione.

Presidente - La parola alla consigliera Pulz per la replica.

Pulz (IC) - Ringrazio l'assessora Certan per la lunga risposta. Voglio soltanto precisare che l'origine di questa interpellanza senza dubbio alcuno è proprio il riconoscimento del grande ruolo svolto in Valle d'Aosta dal Conservatorio e anche dalla SFOM, che ha senz'altro quel forte ruolo sociale a cui faceva riferimento, sebbene non rilasci titoli spendibili a livello professionale.

Mi permetto di sottolineare questo grande ruolo, anche perché ne ho un'esperienza molto diretta per aver frequentato per nove anni con mia figlia il corso Suzuki di contrabbasso. È un'esperienza di cui sono profondamente grata e che consiglio veramente a tutti i genitori.

Proprio per permettere al Conservatorio di continuare a lavorare con grande professionalità, ma anche con grande serenità, è necessario che l'Amministrazione regionale prenda una posizione netta e offra indispensabili chiarimenti in merito alle possibili soluzioni che, per comodità di esposizione, abbiamo riassunto in tre principali: il complesso percorso di statizzazione, la regionalizzazione con il riconoscimento o meno del bilinguismo, oppure l'accorpamento all'università, anche se questa ipotesi sembra piuttosto improbabile. Tali chiarimenti devono avvenire nel più breve tempo possibile, compatibilmente con l'insediamento del nuovo Governo, che dovrà prendere accordi diretti per il confronto di cui lei parlava con il Conservatoire e con tutti i suoi protagonisti.