Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 251 del 20 dicembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 251/XV - Interpellanza: "Sospensione dell'attività degli ambulatori psichiatrici presenti sul territorio valdostano".

Rollandin (Presidente) - Punto 18 all'ordine del giorno. La parola alla collega Russo per l'illustrazione

Russo (M5S) - La presente interpellanza, presentata a novembre, è strettamente legata alla mozione da noi presentata nel mese di ottobre, in cui veniva comunicato a questa Assemblea l'assenza di sei psichiatri sul totale dell'organico previsto di dodici, cioè manca il 50 percento degli psichiatri all'interno del reparto di psichiatria.

Nella scorsa presentazione ho sottolineato - lo voglio risottolineare con forza anche oggi - che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato dei dati allarmanti sulla condizione del disagio psichico. Nel 2020 la malattia depressiva sarà la seconda causa di invalidità e morte dopo l'infarto del miocardio. Tra qualche anno il 20 percento della popolazione sarà depresso e questo dato avrà importanti risvolti anche sul piano del costo sanitario di tale patologia in Valle d'Aosta. Ricordiamo inoltre che nella nostra regione il tasso dei suicidi è alto rispetto al resto d'Italia.

La presa in carico dei disturbi psichiatrici si esplica su due livelli: attività di reparto in cui si tratta l'acuzie del disturbo e attività sul territorio tramite gli ambulatori psichiatrici. L'obiettivo è stabilizzare il disturbo tramite il reinserimento sociale del paziente, svolgendo visite singole o familiari, colloqui e somministrazioni farmacologiche, ma soprattutto facendo prevenzione. Le attività di reparto devono essere sempre seguite da attività sul territorio, diversamente la presa in carico è parziale: la sofferenza mentale si cura lì dove nasce, dentro il territorio e dentro le famiglie. Diminuire la prestazione ambulatoriale o addirittura interromperla sul territorio e chiudere i servizi significa non offrire la possibilità a una persona sofferente di potersi curare adeguatamente, tornando quindi a una mentalità manicomiale e di ghettizzazione che predominava in Italia fino agli anni Settanta.

In questa cornice, composta di dati numerici reali, locali e preoccupanti, in cui gli eventi delle scorse settimane ne sono una chiara ed evidente testimonianza, la prospettiva futura di un aumento certo del numero dei pazienti depressi e la chiusura degli ambulatori psichiatrici presenti sul nostro territorio creerà in particolare tre ordini di problemi. La presa in carico del paziente sarà parziale, perché viene trattato solo il disturbo nella sua fase acuta, ma il cuore, la vera scommessa per il futuro del paziente, cioè il reinserimento nella società, viene trattato in modo non continuo e non strutturato; viene meno la continuità terapeutica tra psichiatra e paziente, in quanto il paziente si troverà davanti di volta in volta a uno psichiatra diverso. Ricordiamo che la rilevanza sostanziale della continuità terapeutica, importante in tutte le relazioni medico/paziente, diventa essenziale nella presa in carico dei pazienti con problematiche psichiatriche e psicologiche, in quanto è parte stessa della cura, esattamente come, se non più, dei farmaci.

Gli spostamenti importanti per chi arriva dalle valli laterali saranno un problema incredibile. Ricordo, e forse pochi di noi lo sanno, che per alcuni pazienti che soffrono di depressione maggiore o per chi ha dei sintomi psicotici, anche effettuare spostamenti in macchina è un vero problema quasi insuperabile. Molte Regioni, per esempio l'Emilia-Romagna, la Toscana, la Lombardia, le Marche, il Veneto, stanno ampliando il bacino territoriale di ambulatori per potenziare e intercettare le richieste di sofferenza mentale, in modo da attuare programmi importanti di prevenzione, aspetto prioritario su cui investire anche in questo ambito e anche qui in Valle d'Aosta. Contemporaneamente hanno rivisto le modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie del reparto, che invece da noi rimangono per adesso ancora sempre uguali.

Fatte queste premesse, chiediamo all'Assessore se vi è intenzione dal mese di gennaio 2019 di chiudere tutti gli ambulatori territoriali psichiatrici presenti sul territorio valdostano: Donnas, Verrès, Châtillon e di Morgex, a parte quello di Aosta. Aggiungo che il personale medico e infermieristico del reparto di psichiatria, gli psicologi che lavorano in regime privato e gli stessi pazienti con problemi di scompenso già attuale sono già a conoscenza di questo, il che ha creato non pochi problemi a un discreto numero di famiglie, perché il paziente è sempre all'interno di una famiglia.

Presidente - La parola all'assessore Baccega per la risposta.

Baccega (UV) - Come abbiamo avuto modo di sottolineare ieri durante il dibattito relativo al bilancio, ci sono ovviamente delle importanti carenze di medici. Soprattutto nel settore delle specialità professionali la USL è fortemente impegnata a reperire sul territorio figure professionali con specialità in psichiatria o equipollente (neuropsichiatria infantile, neurologia, psicologia clinica), al fine di poter garantire la copertura dei turni notturni e festivi necessari per l'emergenza e di poter dedicare gli psichiatri rimanenti alle sole attività diurna di reparto e ambulatoriali, sia ad Aosta che nelle altre sedi. In particolare è stata approvata la graduatoria per l'assunzione a tempo determinato di due dirigenti sanitari medici da assegnare al SERD, che prenderanno servizio proprio a gennaio 2019.

Altro aspetto importante è che è in corso di sottoscrizione una convenzione con la ASL TO-4, nella zona di Ciriè, Chivasso e Ivrea, quindi l'Eporediese, per poter impegnare i loro psichiatri per un totale di quarantotto ore notturne e festive al mese. È stata anche contattata la società VALETUDO di Parma per il reperimento di medici psichiatri o neurologi in libera professione. A tale proposito si sta attendendo il riscontro da parte della cooperativa, perché sono associati in questa forma. Va detto che le attività riorganizzative del servizio poste in essere dall'Azienda dimostrano ampiamente la volontà di mantenere aperti gli ambulatori territoriali psichiatrici presenti sul territorio valdostano, anche a seguito della sollecitazione che è venuta dall'Assessorato, dal sottoscritto e anche da chi mi ha preceduto.

La carenza di medici, che è conclamata e ormai evidente, ha già avuto una prima risposta ieri con l'approvazione del bilancio e della legge di stabilità, con cui 500 mila euro in più sono stati dati alle risorse aggiuntive regionali per poter garantire maggiori ore e maggiori disponibilità per gli interventi dei medici sul territorio, ma soprattutto abbiamo dato l'opportunità di avviare dei concorsi, non avendo dato l'autorizzazione al proseguimento delle graduatorie in essere. Quindi due risposte importanti che vanno in quella direzione.

Presidente - La parola alla collega Russo per la replica.

Russo (M5S) - Ringrazio l'Assessore per le risposte puntuali che mi ha dato. Volevo solo capire però con precisione: il primo gennaio 2019 gli ambulatori quindi non chiuderanno, perciò i medici hanno già dato indicazioni ai pazienti del cambio di rotta? Ok, grazie.