Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 248 del 20 dicembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 248/XV - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'utilizzo dei capannoni attualmente in disuso di proprietà di Vallée d'Aoste Structure".

Distort (Presidente) - Punto 15 dell'ordine del giorno. La parola alla consigliera Nasso per l'illustrazione.

Nasso (M5S) - Ho scritto questa interpellanza, depositata il 26 ottobre, perché sono venuta a conoscenza, attraverso un'attività ispettiva, che alcune aziende valdostane, di cui non farò il nome, le quali avrebbero il desiderio di affittare capannoni a uso produttivo o commerciale e quindi di mantenere la loro sede in Valle d'Aosta, a causa di criticità varie e questioni meramente burocratiche si sono trovate costrette a fare la scelta di spostarsi e ricercare fuori dalla nostra regione una struttura per la loro azienda. Questo personalmente l'ho trovato inaccettabile e davvero preoccupante, e credo che meriti una profonda riflessione da parte di questo Consiglio tutto.

Sono sotto gli occhi di tutti noi i capannoni disseminati sul territorio valdostano. Per esempio si vedono bene lungo la strada statale o nella zona adiacente alla fabbrica Cogne, ed è evidente che alcuni di questi sono in disuso e talvolta in stato di abbandono. Tralasciando la questione estetica, che non è oggetto di questa interpellanza, ma che meriterebbe anch'essa una riflessione, ci tengo a sottolineare che deve essere interesse di questo Consiglio tutelare le aziende produttive e commerciali valdostane, soprattutto quelle con sede nella nostra regione e che rendono quindi vivi il commercio e le attività produttive.

Lo dico perché dovrebbe essere ovvio che, se un'azienda florida valdostana, che dà lavoro a diverse persone, avesse bisogno di una struttura ai fini lavorativi e la Regione ne avesse molteplici a disposizione, dovrebbe esserci collaborazione tra Valle d'Aosta e azienda. Quando dico collaborazione, non intendo la messa a disposizione di un eventuale capannone e stop, ma intendo un regolare contratto d'affitto congruo. Sembrerebbe ovvio, ma così non è.

Come ho detto prima, sono moltissimi i capannoni di Vallée d'Aoste Structure vuoti, in disuso e che talvolta versano in condizioni di degrado che potrebbero essere utilizzati per aziende valdostane di ogni tipo: commerciale, artigianale, produttivo. Aggiungo che Vallée d'Aoste Structure è una società controllata dalla Regione autonoma Valle d'Aosta, soggetta ad attività di direzione e coordinamento di Finaosta S.p.A., e che è definita un'azienda per la valorizzazione del patrimonio immobiliare a destinazione produttiva in Valle d'Aosta e che una destinazione produttiva può anche essere declinata in un'azione commerciale: una non esclude l'altra. È per questi motivi che chiedo quali siano gli intendimenti da parte di questo nuovo Governo in merito all'utilizzo dei capannoni a oggi in disuso di proprietà di Vallée d'Aoste Structure e quali siano i criteri con cui la stessa dà in uso o meno i capannoni.

Presidente - La parola all'assessore Testolin per la risposta.

Testolin (UV) - In risposta all'interpellanza ora presentata darò lettura degli aspetti più tecnici, riservandomi in chiusura di fare qualche considerazione puntuale in merito a quelle che sono state declinate come delle criticità che lei porta alla mia conoscenza, ma che erano già presenti probabilmente nei mesi scorsi o comunque precedentemente.

"Quali sono gli intendimenti del Governo regionale in merito all'utilizzo dei capannoni ad oggi in disuso di proprietà di VdA Structure". Prima di parlare di quelli che in modo generico vengono definiti nell'interpellanza capannoni in disuso, vale la pena di ricordare che il compito di VdA Structure è di far incontrare la domanda di locazione degli spazi pubblici a uso produttivo e commerciale da parte delle imprese con l'offerta immobiliare del patrimonio pubblico disponibile. Ovviamente ciò deve avvenire in condizioni di trasparenza, economicità dell'azione pubblica e nel rispetto delle garanzie prestate dal locatario, compito assolutamente non semplice. Occorre evidenziare che il patrimonio immobiliare che negli anni la Regione ha trasferito a VdA Structure è quanto mai vario ed eterogeneo, facendone parte sia fabbricati di recente costruzione che veri e propri reliquati industriali. A questi si sono aggiunti nel recente passato una serie di fabbricati agricoli. Sono numerosi i fabbricati che necessitano di consistenti migliorie funzionali e interventi di messa a norma e di adeguamento. A fronte di tale stato di fatto la società sta intervenendo, da un lato con un piano di dismissioni degli immobili non più strategici e redditizi, dei quali si è fatto cenno anche nel testo dell'interpellanza relativamente a una tranche già autorizzata, e dall'altra con un piano di lavori finanziato ai sensi della legge regionale n. 10 del 2004, oggetto di un capitolo nella relazione illustrativa annuale che viene inviata al Consiglio regionale, nel quale sono evidenziati i principali interventi di manutenzione da eseguire sugli immobili nell'esercizio successivo e la strategia da seguire per gli immobili non locati. Qua faccio un piccolo inciso: ieri abbiamo presentato, ad esempio, un'implementazione di immobili che possono essere inseriti nella lista di quelli possibilmente da dismettere con appositi bandi, proprio per razionalizzare il patrimonio immobiliare della società.

Come è facile da comprendere, nessun capannone in disuso può essere affidato da VdA Structure, se non possiede i requisiti a base di norma per poter eventualmente essere affidato in tutta sicurezza. In questi lavori spesso si sommano le personalizzazioni che la società deve affrontare per rispondere alle esigenze dell'impresa industriale che va a insediarsi. Per abbattere i tempi e i costi a carico della società è abituale la verifica se tali lavori possano essere svolti direttamente dall'impresa, con successiva decurtazione degli oneri sostenuti dai canoni della futura locazione, quindi cercando di trovare delle sinergie o delle maggiori elasticità nell'affidamento e nella conclusione anche degli affitti. È in atto una riflessione sul modello gestionale degli immobili regionali attraverso VdA Structure nell'ambito del tavolo di lavoro istituito con una deliberazione della Giunta regionale di cui abbiamo parlato anche ieri e che sta cercando di dare delle soluzioni tecnico-amministrative, che possono permettere una maggiore possibilità di intervento e un maggiore snellimento di tutta una serie di procedure anche per VdA Structure, in modo da efficientarla e renderla complessivamente più solida da un punto di vista economico, andando a razionalizzare le spese e le incidenze delle stesse sul conto economico.

"Quali siano i criteri con cui VdA Structure dà in uso o meno i capannoni". I criteri seguiti da VdA Structure per la concessione dei propri immobili discendono necessariamente dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 2625 del 5 aprile 2007, indirizzi strategici previsti dall'articolo 4 della legge regionale n. 10, nella parte dedicata agli scopi e obiettivi in base ai quali VdA Structure dovrà operare. Si evidenzia quanto segue. VdA Structure organizzerà e svolgerà la propria attività in modo da: valorizzare i beni immobili conferiti, salvaguardandone la destinazione produttiva; accrescere l'efficienza nella gestione dei beni immobili e di conseguenza creare occasioni di consolidamento nello sviluppo delle iniziative imprenditoriali ospitate negli immobili; favorire le condizioni per ricadute positive in termini occupazionali sul tessuto produttivo locale; utilizzare per la locazione dei beni immobili procedure conformi alla normativa vigente; assicurare trasparenza e parità di trattamento nel comportamento nei confronti dei conduttori, fatta eccezione per i beni utilizzati dall'Amministrazione regionale per lo svolgimento delle sue attività; applicare locazione e affitti competitivi e concorrenziali con le realtà produttive limitrofe e omogenee.

Per quanto riguarda l'insediamento di attività industriali e artigianali, la competente struttura dell'Assessorato alle finanze, attività produttive e artigianato, in ottemperanza agli indirizzi strategici fissati dal Consiglio regionale con la determinazione n. 2625 del 2007 già citata, ha elaborato e applica una disciplina in materia di insediamento produttivo e si avvale della collaborazione delle società regionali Finaosta e VdA Structure. La prima per quanto riguarda gli aspetti valutativi sul piano di impresa, la seconda per quanto attiene all'aspetto immobiliare dell'operazione di insediamento, anche tenuto conto delle condizioni in cui si trova il fabbricato di interesse espresse nel precedente punto dell'interrogazione. Giova ricordare che, rispetto alla disciplina di insediamento precedentemente in uso, la nuova procedura ha ampliato la tipologia di attività produttive insediabili, inserendo nuovi codici ATECO compatibili con la strategia di specializzazione intelligente che la Regione si è data e introducendo una nuova categoria di attività ricomprese nel settore del terziario e dei servizi dell'industria, per i quali è previsto un percorso autorizzativo semplificato.

Nei riguardi dell'insediamento di attività commerciali, che esulano quindi dalle competenze dell'Assessorato alle finanze, attività produttive e artigianato, VdA Structure possiede autonomia gestionale dei beni societari aventi tale destinazione d'uso, ai sensi del proprio statuto e con l'obiettivo della valorizzazione del patrimonio immobiliare. In tale azione ovviamente, oltre a fare riferimento alla disciplina urbanistica e alle destinazioni d'uso previste per zone omogenee, deve adottare proprie regole interne per la disciplina della gestione del patrimonio conferito e segnatamente l'allocazione del bene nel rispetto dei principi di congruità, trasparenza ed efficienza onde assicurare, analogamente a quanto previsto per i beni a destinazione produttiva, la parità di trattamento nei confronti di tutti i potenziali conduttori degli immobili. Questo solo per dimostrare la situazione all'interno della quale si lavora.

Ogni azienda che chiede di potersi insediare ha delle esigenze specifiche che devono trovare una collimanza con le situazioni oggettive, sia dell'immobile sia della zona di riferimento rispetto alle attività che bisogna andare a fare. C'è sempre stata nel tempo, anche se non ho seguito direttamente questo tipo di situazioni, l'attenzione da parte di VdA Structure a cercare di far collimare le esigenze di chi vuole affittare con le esigenze della società, anche perché questo è il suo lavoro, il suo business ed è qualcosa che può portare dei benefici alla società nel suo complesso, oltre a mantenere con lo scopo principale il lavoro e le attività produttive nella nostra regione.

Al di là dell'interpellanza, che è utile e serve per quadrare il problema nel suo complesso, io credo che un'interlocuzione diretta con la società, coinvolgendo eventualmente l'Assessorato per quelle che possono essere delle iniziative a supporto o di intermediazione anche per delle questioni che possono essere utili, è assolutamente ben accetta e opportuna, nel senso di dare delle risposte concrete a chi ha bisogno, nel limite dei vincoli che non dipendono direttamente magari dall'Amministrazione regionale, perché sono dettati invece dai piani regolatori regionali e quant'altro. Quindi piena disponibilità a valutare questo tipo di situazione, se ci fosse necessità di farlo.

Presidente - La parola alla consigliera Nasso per la replica.

Nasso (M5S) - Grazie, Assessore. È vero che ho presentato questa interpellanza a ottobre, quindi è cambiato l'assessore, ma è una problematica che dura da anni. Come ho detto prima, ho intervistato alcune aziende che mi hanno raccontato che spesso hanno avuto dei problemi a relazionarsi con l'ente competente. Non posso dirmi, quindi, del tutto soddisfatta per la parte della sua risposta più di indirizzo politico. Tutte le parti tecniche sono assolutamente ben accette. Non è possibile e non possono essere delle trafile burocratiche o dei cavilli procedurali a spezzare le gambe di quelle aziende che ancora camminano bene e da sole.

Una delle ditte che ho intervistato per capire meglio la problematica è un'azienda sana, con circa una ventina di dipendenti, che si è trovata le porte chiuse quando voleva affittare delle strutture in Valle d'Aosta. Ovviamente questa sembra una banalità perché, come mi ha raccontato lei, ci sono tutte le trafile burocratiche e tutta la procedura da seguire, però il messaggio che passa è che la Regione non aiuta e questo non è corretto, ma si può benissimo lavorare in tale direzione tutti insieme. Abbiamo scherzato prima sul fatto dei tavoli: va bene anche una panchina, basta che se ne parli.

Non l'ho detto prima, ma la dicotomia potrebbe anche essere quella che non si trovano aziende disposte a comprare o ad affittare capannoni, perché qualcuno potrebbe pensare: perché affittare o prendere in uso un capannone in stato di degrado? Ma i capannoni vicini alla Cogne sono stati edificati, non si sa per quale azienda produttiva, con tutte le norme antisismiche e non sono ancora stati affittati. Se non si trova un artigiano o un'industria disponibile ad affittarli, il pensiero di lasciarli lì per più di vent'anni mi inquieta e poi magari fra vent'anni ce ne preoccuperemo.

Aggiungo che purtroppo, e riporto un'altra esperienza, so per certo che queste aziende che ho intervistato stanno cercando oggi di spostare la loro sede fuori dalla Valle d'Aosta. Hanno già valutato alcuni preventivi di capannoni nel Canavese o addirittura oltre il tunnel del Monte Bianco, a Sallanches. Perché sono costrette a guardarsi intorno? Per l'impossibilità di trovarne uno qui. Loro in primis vorrebbero restare e immaginiamo il disagio anche solo per i dipendenti che dovrebbero spostarsi e che sicuramente non potrebbero farlo per questioni economiche o familiari.

Continuerò a vigilare su questa tematica e chiedo se è possibile avere la risposta per iscritto, per continuare a collaborare con le aziende che ho intervistato finora.