Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 243 del 20 dicembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 243/XV - Interrogazione: "Criteri per l'attuazione della mobilità del personale tra enti del comparto unico regionale".

Rini (Présidente) - Point 10 à l'ordre du jour. La parole au Président de la Région pour la réponse.

Fosson (GM) - Devo dire, consigliera Nasso, che condivido al cento percento la sua premessa, anzi voglio rinforzarla: quando lei dice che la trasparenza nell'amministrazione pubblica dovrebbe essere sempre osservata, mi permetto di dire che deve essere sempre rispettata.

È chiaro che, quando lei parla di situazioni ad personam non le posso replicare, perché non sono conosciute da me, quindi le rispondo sui quesiti che lei mi ha posto. "Se esistono dei criteri per la mobilità tra enti del comparto unico regionale": sì. In linea generale la mobilità tra enti del comparto è disciplinata dall'articolo 43 della legge regionale n. 22 del 2010 e dalle relative disposizioni applicative, tra cui in particolare l'articolo 80 dell'accordo sul testo unico delle disposizioni contrattuali economiche e normative delle categorie del comparto unico della Valle d'Aosta. L'insieme di queste disposizioni definisce procedure e criteri per la realizzazione dell'istituto della mobilità tra gli enti che fanno parte del comparto unico regionale. La mobilità può avvenire per la copertura di posti vacanti su richiesta del dipendente o degli enti del comparto, sempre previo consenso del dipendente.

La mobilità interna alla Regione invece è disciplinata, oltre che dall'articolo 43 della legge regionale n. 22 del 2010, anche dallo specifico verbale di concertazione tra Amministrazione regionale e organizzazioni sindacali, sottoscritto il 30 novembre 2012. La mobilità interna può avvenire per esigenze organizzative, ovvero a prescindere da istanze di trasferimento del dipendente, nei casi di sopravvenuta inidoneità alle mansioni, urgenti e inderogabili esigenze di servizio, anche temporanee, eccedenza di personale, incompatibilità ambientale, in caso di accordo tra i dirigenti interessati, previo assenso del dipendente. Le domande di mobilità presentate dai dipendenti per motivazioni personali sono prese in considerazione in ragione delle esigenze organizzative dell'ente, rappresentato dalla legge al punto b) dello stesso articolato, per la durata di un anno dalla data della domanda. La mobilità interna può infine avvenire a domanda del dipendente, a seguito di specifica procedura per la copertura di posti vacanti avviata dall'Amministrazione regionale.

Per quanto riguarda la seconda domanda, ovvero "le modalità con cui avvengono gli spostamenti dei lavoratori dall'assistenza sociosanitaria del territorio agli uffici", non ci sono norme specifiche previste per la mobilità di personale dal territorio agli uffici e quindi si applicano le stesse norme previste per gli altri settori del comparto unico.

Non sono a conoscenza di alcun caso ad personam, quindi non posso aggiungere nient'altro. Le assicuro però che noi non parleremo di trasparenza sui giornali, ma cercheremo di applicarla nel concreto in ogni nostro atto.

Presidente - La parola alla consigliera Nasso per la replica.

Nasso (M5S) - La ringrazio, presidente Fosson, per le sue parole sulla trasparenza. Io nelle mie promesse ho usato il condizionale, ma sono ben contenta di cambiare modo per il futuro.

L'ho ascoltata con attenzione sul primo punto, in cui ho avanzato una richiesta quasi provocatoria. Lei mi ha risposto elencando i criteri esistenti che regolano la mobilità tra gli enti del comparto unico. Questi criteri esistono, ma è compito di questo Consiglio vigilare affinché vengano rispettati e non avvenga che le leggi siano modellate ad personam, perché in questo caso si paleserebbe un fallimento per tutti, in primis per i componenti di questo Consiglio.

Per quanto riguarda il secondo punto è ovvio che, se ho presentato questa interrogazione, è perché tramite alcune indagini personali ho riscontrato, soprattutto in questo settore, delle migrazioni poco trasparenti. Mi riferisco per esempio a OSS, che operano sul campo e che quindi fanno un lavoro usurante e faticoso, che magicamente il giorno dopo si ritrovano in un ufficio, senza una trafila trasparente e giustificata; per esempio, con una variazione di pianta organica che chiede non di una professionalità, ma di una persona in particolare, e questo nel comparto unico non è accettabile.

Mi ripeto, siamo noi che dobbiamo vigilare affinché sia tutto regolare e trasparente, perché altrimenti si innesca un meccanismo in cui le persone non hanno più fiducia in questa istituzione. Le leggi buone ci sono, a volte non serve farne di altre, ma basta non applicarle ad personam.

Inoltre, lei mi ha ricordato l'iter: le domande vengono fatte, prese in considerazione, eccetera. Le assicuro che spesso questo iter non è così trasparente ed è nostra intenzione fare di tutto affinché lo sia. Non ci sono norme precise e si devono applicare quelle del comparto unico, come mi ha detto lei, per quanto riguarda lo spostamento dal territorio agli uffici, ma allora così deve essere.