Oggetto del Consiglio n. 224 del 18 dicembre 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 224/XV - Inizio e chiusura della discussione generale congiunta sulle relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, sul DEFR per il triennio 2019-2021, sul D.L. n. 14 (Legge di stabilità regionale per il triennio 2019/2021) e sul D.L. n. 15 (Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019/2021). (Approvazione di un ordine del giorno. Reiezione di sette ordini del giorno)
Rini (Presidente) - Alla presenza di 33 Consiglieri possiamo iniziare i lavori della seduta pomeridiana.
Dichiaro aperta la discussione generale abbinata sulle relazioni della Corte dei Conti, sul DEFR e sui disegni di legge n. 14 e n. 15 (punti n. 29, n. 30, n. 31, n. 32, n. 37.03, n. 37.04 e n. 37.05 dell'ordine del giorno). Est-ce qu'il y a des requêtes d'intervention? Invito i colleghi che intendono prendere la parola a prenotarsi, se lo facciamo già con un ordine, evitiamo dei tempi di attesa. Colleghi, richiedo: chi intende prendere la parola in discussione generale? Anche per organizzare i lavori, se ci prenotiamo, possiamo già vedere l'ordine degli interventi.
Ha chiesto la parola il collega Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Comincio io, così diamo il "la" a questa discussione. Vediamo se il post pranzo, diciamo così, sveglia le coscienze.
Vorrei cominciare da alcuni punti, uno in particolare, della relazione presentata dal collega Marquis, relatore di maggioranza di questo disegno di legge: mi riferisco a quello del bilancio, in particolare a pagina 6, dove sostanzialmente viene introdotto un concetto nuovo nell'ambito del bilancio: gli sgravi futuribili. Si introducono a favore delle imprese sgravi IRAP per 4,8 milioni. Durante la pausa, ma non solo, già da quando è stato presentato l'emendamento della maggioranza in commissione che eliminava l'articolo 1 della proposta fatta dalla maggioranza precedente rispetto all'IRPEF, non ho trovato nulla che facesse riferimento nell'articolato a questi famosi sgravi IRAP, perché l'emendamento presentato dalla maggioranza abroga semplicemente l'articolo 1: quello che faceva riferimento all'IRPEF. È ancora peggio quanto viene scritto dopo: "L'intervento sostituisce la proposta di riduzione dell'addizionale IRPEF, che avrebbe dovuto essere più significativo per avere una qualche visibilità ed efficacia. Nell'ipotesi che abbiamo superato i beneficiari avrebbero mediamente tratto un'utilità mensile di solo 5 euro". A parte che non è vero che sono 5 euro, perché, se vuole, le do una tabella Excel di conti che lei non ha fatto, collega Marquis, nella quale le dimostro che non sono 5 euro ma sono di più, perché dipende dalla fascia di reddito. Lei aveva modo di studiare meglio questo provvedimento e soprattutto lei fa una leggera confusione, perché un conto sono le tasse sulla persona e un altro sono quelle sulle aziende. Sono due concetti assolutamente distinti e separati. La nostra finanziaria - e, quando dico "nostra", intendo dire quella licenziata dalla Giunta precedente a questa - dava proprio questa come indicazione. In quest'aula ho sentito tantissime volte parlare del fatto che si volevano togliere le tasse ai cittadini, si voleva restituire ai cittadini, beh, la prima volta che viene fatto in maniera concreta, qualcuno dice che non va bene e lo toglie dicendo, tra l'altro, che invece ci sarà uno sgravio IRAP, che non c'è. È futuribile lo sgravio IRAP, in compenso però i soldi li prendiamo dalle tasche dei cittadini e non li utilizziamo: è questa la manovra. Nel bilancio il fatto che non vengano presi i soldi dell'IRPEF è vero, ma al tempo stesso non sono stati utilizzati, quindi ho fatto un piccolo accantonamento. Ora, io credo che un utile mensile di 5 euro, o di più come intendo io, non sia proprio da sputarci sopra, collega Marquis, ci sono persone che magari hanno bisogno anche di 10 euro per arrivare alla fine del mese. Certo, è chiaro che 10 euro a chi ragiona a banconote di 500 euro non gli servono neanche per accendere una sigaretta, ma invece per tante persone sicuramente questa poteva essere una cosa importante. Mi chiedo se davvero sinceramente tutti i 18 della nuova maggioranza la pensano come il collega Marquis, cioè che 5 euro o 10 euro al mese sono inutili, sono davvero curioso da questo punto di vista. È una domanda che faccio a tutti, di cui vorrei risposta in questi giorni, perché il ragionamento complessivo fatto faceva sì che si desse un aiuto a chi ha zero reddito fino a chi ha 50 mila euro di reddito, in parte con il bon de chauffage e in parte con gli sgravi IRPEF. È poco? Certo che è poco. Rispetto al montante di tasse che uno paga, è ovvio che è poco. Rispetto ai problemi di chi non ha lavoro, è ovvio che è poco il bon de chauffage. Visto che lei è tanto bravo, in questi cinque anni che hanno preceduto questo momento quali proposte ha fatto effettivamente? Lei che cosa ha portato avanti quando era in maggioranza? Quali problemi del lavoro ha risolto fino adesso? Se vogliamo dire che questo è un bilancio, come ha detto lei, di ordinaria amministrazione, io lo considero di straordinaria amministrazione rispetto a quanto fatto da lei e da quanto portato avanti in questi primi mesi di legislatura, quindi che ci venga raccontare alla fine che abbiamo fatto niente mi sembra un tantino eccessivo.
Collega Marquis, mi rivolgo a lei, perché lei è stato il relatore, le parole dette dal collega Testolin sinceramente non hanno cambiato nulla rispetto a quanto detto nella sua relazione. Ci sarebbero diverse cose da dire rispetto alle pochissime modifiche che intendete aver apportato a questo bilancio, ma che di fatto lo hanno stravolto. Non siete entrati nel merito dei numeri; per forza, il lavoro grosso è stato fatto dalla Giunta precedente. Ci mancava solo che entraste anche nel merito dei numeri, non ne avete la possibilità. Buona parte di questa maggioranza attuale nella passata legislatura però ha fatto un bilancio dove c'erano 100 milioni di euro che non esistevano, ve lo ricordate? Era in questo periodo più o meno l'anno scorso, poi si è dovuto correre ai ripari l'anno successivo. Pensate di fare la stessa cosa? In variazione depredare le partecipate e poi dire che avete distribuito chissà cosa? Se la tecnica è quella di dire in continuazione che chi fa qualcosa sbaglia e poi, dopo un po' di tempo, proporla voi, è una tecnica un po' sorpassata direi. Non vi crede più nessuno, collega Marquis. Siete tutti d'accordo su questo, sul fatto che il bon de chauffage non serve? Perché veramente mi sembra un po' esagerato. L'avevate già eliminato all'inizio di quest'anno e i 500 mila euro che avete messo li avete messi successivamente, mi rivolgo a voi perché buona parte della maggioranza ha fatto questa operazione all'inizio di quest'anno, sono stati messi proprio perché l'opposizione di allora ha rimarcato il fatto che avevate tolto il bon de chauffage. Adesso parte di questa opposizione diventa maggioranza e decide di toglierlo per bocca e per voce dell'Assessore Testolin in commissione e anche sui giornali.
Non vorrei neanche parlare della legge n. 20 che su CVA dite che non va più bene. Mi viene quasi da sorridere. Lo voterete tutti questo fatto? Anche lì, ci sono strenui difensori della legge n. 20 in quest'aula che adesso sono in maggioranza e che dovranno difendere il fatto che non va più bene per CVA. Ma come? E tutto quel magnifico discorso sulla casa di vetro ve lo ricordate? Il fatto che finalmente sappiamo a chi vengono dati i lavori e le forniture? Perché sul sito finalmente possiamo sapere chi è, e le assunzioni. Un bel colpo di spugna e su CVA non facciamo più niente. Meglio, dico io, così perlomeno non stiamo qui a scervellarci su come trasformare a tempo indeterminato i contratti di lavori interinali che non erano inseriti nella legge n. 20, che sono stati ampiamente utilizzati da tutte le società partecipate per bypassare la legge n. 20. È una vera presa in giro questa legge. Adesso scopriamo che non va più bene. Ben venga, sono quasi felice di questa cosa. Una legge inutile che adesso qualcuno si accorge che per CVA non va bene. Secondo me, non va bene a tutto tondo, perché non risolve il problema alla radice. Non la votai allora, figuratevi se fate variazioni di questo tipo adesso.
Tutto questo discorso serve a far capire che, al di là della questione numerica che non avete toccato - e, di conseguenza, la sostanza del bilancio non è stata toccata -, quello che voi avete voluto fare... non sono sicuro sul "voi", quindi chi non è d'accordo, per favore, mi perdoni, io dico "voi" in questo momento in quanto maggioranza che ha presentato l'emendamento, ma non sono sicuro che tutti e quanti 18 siete d'accordo fino a questo punto... dicevo, quello che voi avete presentato stravolge completamente l'analisi che era stata fatta e i ragionamenti che sono stati fatti. Collega Marquis, lei che si è lamentato tanto che la Giunta e la maggioranza precedente non collaborava, io non so che tipo di collaborazione lei aveva in mente, non so come sta collaborando con i suoi colleghi dell'attuale maggioranza, ma io con i colleghi di maggioranza ho sempre avuto la massima collaborazione, tutto quello che ho chiesto l'ho sempre ricevuto e anche vi ho fatto cambiare idea in qualche caso, anzi direi in diversi casi portando il mio punto di vista, senza imporlo però, facendo dei ragionamenti, forse questa è la differenza sostanziale! Se si vuole trovare collaborazione e accordo - mi rivolgo a lei, Presidente Fosson -, bisogna lavorare per questo, non basta presentarsi e imporre... non mi riferisco a lei... io le ho dato dei suggerimenti su argomenti che tratteremo più avanti in questo Consiglio. Se vogliamo collaborare, questo è lo spirito; se invece vogliamo imporre a tutti i costi una visione che non è corretta, come, ad esempio, quella sull'IRAP, su cui non è stato fatto nessun conto, solo un tratto di penna: l'articolo 1 è abrogato, questo è l'emendamento, basta! Su questo non ci sarà mai collaborazione da parte nostra. I valdostani non possono aspettare qualcosa che arriverà, soprattutto quelli che hanno fame o hanno freddo. "Il reddito di cittadinanza arriverà e lì risolveremo. Dovremo fare un discorso su tutti gli aiuti e poi eventualmente vedere se serve o non serve il bon de chauffage". Perché non facciamo il contrario? Cominciamo a darlo e poi facciamo il ragionamento del quale parliamo da cinque anni in quest'aula: sono cinque anni che parliamo del fatto che bisogna fare un riordino degli aiuti. Non lo facciamo mai, ma in compenso tagliamo, tagliamo, tagliamo; le sembra giusto, corretto, equo? Sinceramente a me no e questo ragionamento l'ho portato in maggioranza e ha scaturito un certo tipo di ragionamento successivo. Ora, valutate voi se è il caso di tagliare ancora, o se è il caso di lasciare almeno un barlume di speranza, o quattro spiccioli, o pochi euro, come dice il collega Marquis, su questa cosa.
Presidente - La parola al collega Mossa.
Mossa (M5S) - Da un'analisi dei disegni di legge n. 14 e n. 15, legge di stabilità regionale per il triennio 2019/2021 e bilancio di previsione finanziario della Regione autonoma Valle d'Aosta per il triennio 2019/2021, emergono dei dati importanti, dati che non possono passare inosservati, come gli investimenti sul turismo: appena l'1 percento della spesa totale, gli investimenti sullo sviluppo economico: solo il 3 percento, gli investimenti sulle politiche del lavoro e la formazione professionale: solo il 2 percento e, se non erro - correggetemi se sbaglio -, la totale mancanza di investimenti per quanto riguarda la mobilità sostenibile. Adesso la domanda sorge spontanea: questo è il vostro progetto per rilanciare l'economia valdostana? Solo l'1 percento l'investimento sul turismo? Non so se vi ricordate come si chiama la nostra Regione... si chiama Valle d'Aosta ed è una regione turistica e, attraverso il circolo virtuoso, grazie alle nostre belle montagne, ai nostri luoghi mozzafiato, alle piste da sci e ai prodotti tipici, potrebbe vivere esclusivamente di solo turismo e far vivere bene tutti i suoi abitanti, ma di certo non con un investimento dell'1 percento. Vogliamo parlare dell'investimento sulle politiche del lavoro? Altra linfa vitale per il nostro tessuto economico. Nel vostro bel discorso di presentazione della legge di bilancio affermate pure che il tasso di disoccupazione si aggira intorno all'8 percento e che è quasi il triplo rispetto a quello medio dei tre decenni precedenti, lo dite pure e poi investite solo il 2 percento. Magari poi l'anno prossimo vi stupirete quando questo dato lieviterà, ulteriormente e inevitabilmente.
Nel vostro programma io non leggo l'intenzione di rilanciare la nostra Regione, leggo solo un tentativo di sopravvivenza: "andiamo avanti finché abbiamo risorse e poi, quando finiranno, si vedrà". È la stessa cosa che avete fatto con il Casinò, non c'è mai stato un vero piano industriale per il rilancio di quest'azienda, ma solo una flebo attaccata per spostare liquidità dalle casse regionali. Spero abbiate il buon senso di non fare riferimento a quel piano industriale presentato la scorsa legislatura, creato al solo fine di finanziare ulteriori 20 milioni di euro di soldi pubblici, piano che non solo non mirava ad un rilancio reale della società, ma neppure è stato rispettato. Ritenetevi voi i veri responsabili del fallimento di quest'azienda. La colpa non è dell'ex Assessore Aggravi, arrivato come noi l'altro ieri e al quale avete lasciato il timone di una nave diretta a schiantarsi contro un iceberg: siete voi quelli che c'erano prima negli anni passati, non noi; siete voi che non avete mai realmente voluto investire su un vero programma di rilancio di questa società e oggi ne paghiamo le conseguenze. Potevate investire su ricerca e sviluppo negli anni passati, linfa vitale di tutte le società che vogliono restare al passo con i tempi e non essere sotterrate e lasciate indietro dalle nuove tecnologie esistenti e future, ma questo non è stato fatto. Se l'aveste fatto, probabilmente oggi non ci troveremmo nella situazione drammatica di dover mandare a casa lavoratori per ridurre i costi di gestione e restituire così 11 milioni di euro di debiti.
A questo proposito vorrei farvi alzare le antenne su un altro elemento. Sapete che non si è investito in ricerca e sviluppo nemmeno per CVA?
Spero che ve ne siate resi conto. Perlomeno questo dicono i bilanci degli ultimi dieci anni e oggi CVA vorrebbe essere competitiva sul mercato? Sì, sul mercato avanti anni luce rispetto a noi. È come se un produttore di macchine a vapore, nell'ipotesi ne esistessero ancora, volesse essere competitivo sul mercato delle Tesla. Magari qui le macchine a vapore le comprereste pure, non mi stupirei, visto che questa Regione si vanta di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili e poi mantiene un treno che va a gasolio, però poi organizzate i convegni sui cambiamenti climatici, mah! Treni a gasolio, nessun investimento sulla mobilità sostenibile, nessun piano significativo per ridurre le emissioni di CO2, però poi convegni sul cambiamento climatico. Siete il controsenso del controsenso, un paradosso vivente. Vorrei farvi notare che investire per un ambiente più sano, meno inquinato significa dover investire meno sulla sanità a beneficio dei nostri cittadini e delle casse regionali, investire su un settore per avere più benefici: questo significa rilanciare la nostra Regione. Quando vi sintonizzerete su questi canali, troverete una porta aperta anche da noi.
Per quanto riguarda la sanità, auspichiamo che questo 22 percento investito sulla spesa totale possa fare in modo che i tempi di attesa per le visite mediche vengano ridotti drasticamente e di non dover più assistere alla penosa scena dei nostri corregionali costretti ad andare in Piemonte per potersi curare.
Per quanto riguarda invece il documento economico-finanziario 2019/2021, vorrei fare un paio di considerazioni. La prima sezione, tolta la parte relativa alle partecipate, è un mero copia/incolla della relazione annuale 2017 della Banca d'Italia, pubblicata il 29 maggio 2018 e del rapporto sulla situazione economica e sociale della Valle d'Aosta, pubblicata a giugno 2017 (ottimo lavoro), curato ed elaborato dall'Osservatorio economico e sociale della Valle d'Aosta. Il resto del documento, a parte le modifiche sostanziali e non così allettanti di cui oggi discutiamo, è anch'esso un remake del DEFR dell'anno scorso, insomma, di farina del vostro sacco non è che ce ne sia un granché. Fate pure un raffronto per verificare se quello che affermo è vero, sono sempre pronto al confronto.
Prendiamo atto e vi ringraziamo per aver inserito nel documento i punti presi dai nostri precedenti lavori, come, ad esempio, il sistema di bigliettazione integrata, ma per il resto dei punti programmatici restiamo molto perplessi.
Président - A demandé la parole au collègue Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Io ero convinto davvero di assistere oggi a una seduta in cui, con toni sommessi, la nuova maggioranza, chiedendo scusa ai valdostani per aver tradito le promesse e le illusioni fatte in questi mesi di non governo, dicesse: "facciamo delle scelte che graveranno sulle vostre spalle e vi chiediamo scusa", invece no, veniamo qui e vedo persone che, con il sorriso sulla faccia, ci dicono che cancelleranno con un colpo di spugna due importantissimi capisaldi del bilancio che la Giunta uscente aveva predisposto: lo sgravio per ben 74 mila valdostani dell'IRPEF, per un totale di quasi 5 milioni di euro, quindi un aiuto concreto a quelle famiglie che attraversano maggiormente un momento di difficoltà, e la cancellazione, anche lì con un colpo di spugna davvero clamoroso se vediamo quello che è stato fatto - come ricordato dal collega Cognetta - in questi primi mesi del 2018, di un aiuto, quello del bon de chauffage, che deve essere necessariamente rivisto, alla luce anche dei mille rivoli in cui fino ad oggi il bilancio regionale è intervenuto per cercare di combattere la povertà. Prima di essere intervenuti, prima di aver fatto una verifica dei mille rivoli in cui la spesa pubblica viene dissipata, si toglie e si dice: "faremo una valutazione ex post". Ma come si fa a dire una cosa del genere? Come fate a mettere le mani nelle tasche di 74 mila valdostani e a togliere 5 milioni di euro? Come fate a cancellare 9 milioni di euro di bon de chauffage e poi a dire che volete aiutare la Valle d'Aosta? Ma vi sentite quando dite cose del genere?
A me poi spiace continuamente fare delle citazioni, ma guardo i giornali e sento, soprattutto oggi, il collega Marquis che nella sua relazione dice - per fortuna che è scritta -: "si introducono a favore delle imprese sgravi IRAP per 4,8 milioni di euro". Ma, scusate, se quegli sgravi in questo bilancio non ci sono, cosa introducete? Questo è un elenco di desiderata che non ha alcuna concretezza. Ma che cosa introducete? Introducete le mani nelle tasche dei valdostani e vi riprendete 5 milioni di euro che avevamo loro rimesso in tasca: questo introducete, nient'altro!
Ancora viene presentato il contenzioso con lo Stato come un successo, perché si ha la certezza dei conti che fino a questo momento presentavano incertezza ovviamente, e nella sua relazione, collega Marquis - anch'io mi concentro su di lei, perché è lei che ha fatto la presentazione, poi il collega Testolin ha aggiunto veramente molto poco - si dice che questa battaglia allo Stato è stata "combattuta da diverse persone e Giunte... e condivisa nei fini e negli argomenti". Cari Signori, però c'è una bella differenza, perché voi avete compiuto delle battaglie contro i mulini a vento senza portare a casa nulla. Ci ricordiamo tutti dentro quest'aula quello che è successo non più di qualche mese fa, quando, con quello straordinario accordo che avete fatto con il Partito Democratico, andavate con il cappello in mano a piatire un accordo con lo Stato e non avete cavato un ragno dal buco. Poi arriva il nuovo Governo, arriva una Giunta a trazione Lega, arriva il Governo Lega-Cinque Stelle e l'accordo si trova in pochi mesi, in poche settimane: questa è la differenza di chi porta i risultati e di chi parla! Questo è verificabile nei fatti, basta andare a prendere tutto quello che è avvenuto. Dal momento in cui lo Stato ci ha chiesto il pagamento di svariati milioni di euro da cui avete saccheggiato anche il bon de chauffage, a cui - è stato ricordato - poi avete dovuto mettere mano in fretta e furia mezzo milione di euro, che era insufficiente per le necessità di quel bon de chauffage e quindi lì, esprimendo la volontà politica di non eliminarlo, cosa che state facendo oggi... e invece quello che è stato fatto: la concretezza della Giunta Spelgatti.
Collega Marquis, lei poi ha fatto un richiamo alla stabilità delle istituzioni e questo richiamo mi ha particolarmente colpito, perché arriva da una persona che fa parte di un movimento che ha destabilizzato più di una Giunta, non ultima quella che qualche settimana fa è stata oggetto di un ribaltone, quindi chiedere stabilità politica, quando si è i primi ad averla destabilizzata mi sembra assolutamente un controsenso. Ha fatto un richiamo a non crogiolarsi su logiche e approcci che attengono al passato. E questo collage che avete fatto, questo "Frankenstein" che avete messo in piedi in nome esclusivamente di non so bene quale interesse esclusivo della Valle d'Aosta e dei valdostani? Queste sono le logiche nuove, quelle che non appartengono al passato? Se è così, sono veramente molto deluso, soprattutto perché si mettono nero su bianco certe frasi, che mi sembrano veramente di una gravità incredibile.
Giustamente il collega Cognetta ha posto l'accento su alcuni dietrofront che alcuni movimenti hanno fatto su argomenti storici, e anche su questo sarà divertente misurare la coerenza di ALPE nel prosieguo di questa consiliatura, anche e soprattutto sul futuro di CVA. Sarà veramente divertente misurare la coerenza di alcuni movimenti con quello che hanno detto quando erano all'opposizione e quello che faranno poi quando sarà maggioranza e potranno prendere le decisioni.
Sarà importante questa seduta per l'esame del bilancio, perché qui oggi potremo finalmente mettere nero su bianco e indicare a tutta la comunità valdostana chi saranno i responsabili di un'azione del genere e vi vorrò vedere: vorrò vedervi tutti nel momento in cui deciderete, schiacciando quel pulsante, di dire stop al bon de chauffage e di dire: "vi riprendiamo dalle tasche 5 milioni di euro". Vi guarderemo tutti qui e vi guarderanno i valdostani e vedremo se avrete il coraggio di farlo. Sono davvero molto curioso.
Il collega Marquis ha detto che il germe positivo del cambiamento deve nascere e crescere all'interno delle comunità, ci auguriamo che questi germi che avete distribuito non abbiano invece poi una fine diversa.
Presidente - La parola alla Consigliera Minelli.
Minelli (IC) - È la prima volta che affronto la problematica della manovra di bilancio regionale e non posso nascondere il disagio e la difficoltà che ho incontrato nell'accostarmi ai documenti che ci sono stati trasmessi sia perché si tratta di una montagna di cifre e di dati con dei meccanismi che non mi sono proprio del tutto sconosciuti in virtù della mia esperienza pregressa di Consigliere comunale, ma che risale ormai a qualche anno fa e che facevo - lo dico con onestà - e faccio fatica a comprendere, poi anche per l'oggettiva mancanza di tempo che abbiamo avuto per studiare questa documentazione e anche un po' per la confusione con cui si arriva a questa discussione in aula. Abbiamo dovuto lavorare su un progetto di DEFR e di bilancio, espressione di una maggioranza, che poi è stato modificato anche in parti significative da un'altra maggioranza. Solo ieri io ho avuto a disposizione la nuova documentazione, quindi i tempi di studio e di analisi sono stati praticamente inesistenti e anche per la predisposizione di emendamenti e ordini del giorno le cose sono state fatte in fretta.
Credo che la discussione di oggi risentirà di questa confusione e alla fine i documenti che verranno approvati, secondo me, avranno un carattere di incertezza e di provvisorietà, tanto che si ipotizza già una variazione di bilancio tra un paio di mesi. Questa situazione di incertezza non penso che crei del disagio soltanto ai Consiglieri, ma immagino che determini anche delle situazioni difficili per la macchina regionale. Io non so come si faccia a gestire bene un bilancio quando è già preannunciata una revisione e anche come si faccia a dare continuità a un'azione amministrativa quando nel giro di pochi mesi cambiano gli Assessorati e gli uffici vengono spostati da un comparto all'altro. Non ho capito bene anche con quale logica sono stati fatti i nuovi accorpamenti, cosa succederà per quello che riguarda le scelte dirigenziali.
Nonostante questo disagio che è più che altro personale, provo a fare alcune considerazioni di carattere generale a partire dal documento programmatico per eccellenza: il DEFR per il triennio 2019/2021. Come noto a tutti noi, è un documento che avrebbe dovuto essere approvato a giugno e che con l'indicazione delle priorità negli interventi avrebbe poi dovuto ispirare e condizionare tutta l'impostazione del bilancio di previsione. Così non è stato e, se non erro, questo è il terzo anno consecutivo che la normativa che prevede che l'approvazione del DEFR avvenga durante l'estate non viene rispettata. Qualche anno fa il DEFR non c'era e ora che si è obbligati a farlo è quasi come se non ci fosse visto che si arriva a dicembre. Ci sono ovviamente delle giustificazioni, delle spiegazioni che ci sono state quest'anno, come anche lo scorso anno, sono delle incertezze sulle previsioni delle entrate: mi riferisco al noto contenzioso con lo Stato. Secondo me, però nulla impediva quest'anno, come anche l'anno scorso, di fare delle previsioni e di impostare almeno una programmazione. Il problema vero è che in generale un po' tutti non abbiamo ancora assunto una cultura della programmazione e tralasciamo oppure affrontiamo in maniera più superficiale degli atti programmatori per concentrarci sulla gestione dell'immediato e del contingente, che a me non sembra un buon modo di lavorare, anche perché, per formazione e per mestiere, non sono stata abituata a lavorare in questo modo. I due documenti di DEFR che abbiamo quindi esaminato - prima quello della Giunta Spelgatti e poi quello della Giunta Fosson - hanno delle differenze, però anche una cosa in comune: l'assenza di una visione proiettata verso il futuro, di un disegno di cambiamento profondo della società valdostana. Sembra che non ci sia in un certo qual modo un sogno per una Valle d'Aosta diversa e migliore. Se da qualche parte del documento si affermasse, per esempio, che vogliamo operare veramente per una Regione carbon free, per una Regione leader nel campo del riciclo dei rifiuti, con una migliore qualità dell'aria, che crea, per esempio, il prossimo anno 500 posti di lavoro in più; se ci fosse scritto da qualche parte che vogliamo dimezzare il tasso di abbandono scolastico, che è estremamente elevato; dimezzare le liste d'attesa della sanità, forse allora indicheremmo nel DEFR degli obiettivi più alti e anche una tempistica, però nel documento tutto questo non c'è: c'è la registrazione dell'esistente con qualche piccolo ritocco.
È vero che questa mattina il collega Marquis nella sua relazione ha posto l'accento sulla necessità di andare nell'ottica di una programmazione per il futuro che è un aspetto che io condivido, ma rilevo che in questo documento la prospettiva indicata non c'è. Il DEFR è sostanzialmente un atto burocratico e i grandi temi che dovrebbero sottintendere all'azione politica amministrativa sono enunciati freddamente, con poca concretezza e con una scarsa attenzione per l'avvenire. Poi, certo, su alcuni temi le differenze emergono, ma sono circoscritte: c'è un approccio diverso sull'addizionale IRPEF, sul futuro dell'ospedale, sul futuro della CVA, su alcune politiche di settore, però mi sembra che l'80 percento di questo documento sia una visione caratterizzata dall'assenza di strategia sul lungo periodo.
Ci sono alcuni punti specifici che meritano delle considerazioni e un'attenzione più puntuale. Per quanto riguarda il tema delle politiche del lavoro, che per noi è centrale, fondamentale, ho notato che c'è una differenza tra la prima versione del DEFR, a mio avviso molto carente, con la seconda della Giunta Fosson. Il discorso si è irrobustito, è diventato più consistente ed è comparsa anche quella prospettiva di rinascita dell'Agenzia regionale per il lavoro su cui io ho già espresso apprezzamento nel mio intervento in occasione della formazione della Giunta Fosson. Però anche la nuova formulazione dedica a questo argomento delle affermazioni che io ritengo generiche, soprattutto manca l'indicazione di un pacchetto di misure più concrete per creare lavoro e occupazione. Non c'è un impegno forte e non vede individuati degli strumenti appropriati. A questo proposito noi depositeremo un emendamento per riformulare l'intero capitolo.
Manca poi anche un capitolo apposito e organico sul contrasto alla povertà. I dati ci dicono che questo è un problema grave anche in Valle d'Aosta - lo sappiamo -, però nei documenti che ci sono stati presentati, tanto l'uno quanto l'altro, non si evidenzia una volontà di "aggredire" questa questione, di cercare di portarla a soluzione. Sappiamo che nel corso del 2019 - non abbiamo certo informazioni sui tempi, in quale misura e con quali modalità - dovrebbero arrivare i soldi del reddito di cittadinanza, che andranno anche, immagino, a una fascia cospicua di popolazione valdostana. I dati che conosco dicono circa 60 milioni di euro, non so se è una cifra esatta, ma è sicuramente una cifra consistente. Di fronte a questa prospettiva, io credo che siamo tutti un po' impreparati; di fronte a questa situazione, non sappiamo bene come muoverci, come coordinare il reddito di cittadinanza con il REI (Reddito di Inclusione Sociale) previsto dalla legge regionale, quale ruolo ci sarà per i centri per l'impiego. Non è un argomento sicuramente di facile soluzione, però io credo che queste soluzioni dovremo cercarle.
Per quanto riguarda la sanità, sappiamo tutti che la situazione è pesante, i servizi sono carenti, le liste d'attesa sono spesso lunghe: io stessa ho presentato domanda per un esame questa settimana, sono prenotata per il 29 marzo. C'è una carenza sempre più acuta di medici e anche su questo punto non ho visto delle proposte concrete e rassicuranti. È vero, c'è la proposta di legge sulla questione dell'esame di francese per i medici, ma non c'è tanto di più.
Sulla scuola si dice poco su questioni che io ritengo molto rilevanti come l'abbandono scolastico, che ci pone ai vertici della classifica nazionale, e questo è un problema, secondo me, di cui non potremo continuare a non tenere conto. Poi non ho trovato nulla sulla delicata questione degli adattamenti scolastici, che sono stati un po' messi da parte, ma nel DEFR non se ne parla. Non emerge neppure una volontà realmente riformatrice rispetto all'Università della Valle d'Aosta, che richiede una ridefinizione del suo Statuto, della sua governance e del suo ruolo.
Per quanto riguarda l'edilizia scolastica, sono stati previsti degli interventi urgenti, ma in particolare per la scuola secondaria di secondo grado non ci sono in questo DEFR della nuova maggioranza delle indicazioni chiare. Io credo che occorra pensare a delle indicazioni per potenziare il polo scolastico di Verrès, anche con la realizzazione di strutture di accoglienza di studenti e studentesse provenienti dalla Valle laterale. Nella strategia interna della Bassa Valle si parla di questo, ma nel DEFR non ci sono elementi su questo argomento. Anche ad Aosta bisogna fare una scelta chiara che, a nostro avviso, deve evitare la riproposizione della nuova scuola in Regione Tzamberlet e puntare al contrario a un pieno riutilizzo delle strutture scolastiche al centro della città.
In campo ambientale le affermazioni su due aspetti che io ritengo importanti sono appena accennate: la progressiva riduzione dell'uso di combustibili fossili in Valle d'Aosta e l'ambizione di fare della nostra regione una regione carbon free, come era stato anche evocato in Consiglio, perché era stata presentata una mozione poi non discussa, non trovano spazio nei documenti di programmazione. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, io ho letto una riga: "proseguire nell'attuazione del piano regionale di gestione dei rifiuti", però non ci sono delle indicazioni concrete e non c'è una tempistica. Credo quindi che ci sia molto da fare e molto si possa fare.
Anche la tempistica è un'altra delle caratteristiche che mancano in questo documento di programmazione sul capitolo relativo ai trasporti e alla ferrovia. Ci sono degli studi, ci sono dei piani, dei programmi che sono in dirittura d'arrivo, però bisogna darsi dei tempi e degli obiettivi. Non si può aspettare ancora per approvare il piano strategico per la ferrovia, su cui si è già accumulato un ritardo di un anno e mezzo rispetto alle disposizioni di legge. Tre anni fa, come adesso, si raccoglievano le firme, sono ormai due anni che la legge è approvata e siamo a pagina 11, come si diceva nella "Settimana Enigmistica". Non si può lasciare nemmeno a tempo indeterminato l'avvio della progettazione dell'elettrificazione sull'Ivrea/Aosta. Positiva è invece la mia valutazione sull'inserimento del punto relativo alla partecipazione al tavolo tecnico istituito dalla Regione Piemonte sul progetto della porta del Canavese. È un tema su cui credo che dovremo impegnarci.
Ci sono poi tre grandi temi che non sono stati adeguatamente affrontati nei documenti che abbiamo esaminato: il Casinò, l'ospedale e la CVA. Sul Casinò non c'è scritto nulla. È vero che siamo in una situazione molto delicata con la procedura di concordato, però io penso che un suggerimento di percorso la Regione lo deve dare, deve indicare almeno qualche linea. Sulla questione dell'ospedale bisogna aprire un discorso: siamo arrivati a un punto in cui la strategia che era stata scelta, quella del grande ampliamento dell'ospedale nella sede attuale, a nostro avviso, va ridiscussa completamente, ma la formulazione che emerge nel nuovo testo del DEFR non mi sembra in questo senso molto coraggiosa: si parla di revisione del progetto, però non c'è un'espressione di ricerca di possibili alternative rispetto all'attuale ampliamento di viale Ginevra. In questo senso quindi la formulazione del testo precedente, a nostro avviso, era migliore.
Anche sulla CVA occorre fare chiarezza. Nel decreto legge n. 14 l'articolo 21 affronta la questione, ma fra il testo della Giunta precedente e quello attuale, a nostro avviso, c'è un pesante passo indietro: si passa da un periodo di sei mesi, che erano stati dedicati, pensati per un'analisi da parte di un gruppo di lavoro di dirigenti e di esperti, a un lavoro molto più breve (tre mesi), una commissione speciale che in questo tempo dovrebbe sviscerare la questione, fare una scelta ed emettere in qualche modo una sentenza, ma senza spendere un euro, senza oneri per l'Amministrazione in consulenze che potrebbero esserci utili e che dovrebbero essere qualificate. A me sembra anche carente lo sforzo per mettere in luce gli obiettivi che abbiamo davanti. Bisogna anzitutto mettere a fuoco le due opzioni che ci sono state prospettate anche in commissione e poi, sulla base dell'opzione scelta, si devono individuare degli strumenti operativi. Quello che dobbiamo capire è se vogliamo una CVA che alimenti le casse regionali, o se vogliamo una CVA che guidi e conduca la transizione energetica in Valle d'Aosta dal fossile verso le energie rinnovabili e non inquinanti. Questa è una scelta dirimente, perché, se non facciamo questa scelta, non assolviamo a un compito fondamentale che abbiamo. La nostra posizione è già stata espressa in commissione, ne ho parlato, e nei prossimi mesi noi ci impegneremo affinché si individui la missione per CVA e gli strumenti legislativi e organizzativi per realizzarla, anche perché - e qui entro un attimo nella questione delle entrate - non siamo, secondo noi, così messi male rispetto ad altre situazioni. È vero che tra il 2012 e il 2018 abbiamo avuto una sensibile riduzione delle entrate utilizzabili, però questa era anche una riduzione che veniva dopo una fase molto lunga in cui noi siamo stati, rispetto ad altri - io l'ho già detto e lo ripeto -, in una situazione privilegiata. Nei prossimi anni, a leggere le cifre che ci sono sui documenti, ci sarà un lieve incremento delle entrate già nei prossimi tre anni. I risvolti del recente accordo Stato-Regione - l'ho già detto in quest'aula - sono da me valutati in maniera positiva e non bisognerebbe cancellare questo aspetto dal DEFR. C'è una maggiore certezza sulle entrate del 2019 e per gli anni successivi, almeno per quello che riguarda i trasferimenti certi quindi siamo in una situazione di maggiore sicurezza.
Poi c'è la manovrabilità fiscale, sulla quale però io credo che non si possa fare della demagogia. Non è che possiamo togliere delle tasse o delle imposte in maniera indiscriminata. A nostro avviso, a questo proposito si può ridurre in alcuni campi il carico fiscale, ma in altri lo si può aumentare: per esempio, sulla questione delle addizionali IRPEF noi pensiamo che si debba operare nelle due direzioni: sia in riduzione, sia in aumento, a seconda delle fasce di reddito, come del resto fanno quasi tutte le Regioni italiane. Si può andare incontro alle esigenze delle fasce di popolazione più a basso reddito e incrementare quelle di chi ha redditi elevati e questo senza ridurre il gettito regionale in modo complessivo.
Per quanto riguarda il contenimento della spesa, poi, a nostro avviso, occorrerebbe che facessimo anche qui un po' di spending review, di risparmi su una macchina amministrativa che va razionalizzata.
Io mi fermo e concludo dicendo due cose: una che dal ragionamento che ho cercato di fare emerge che delle risorse le abbiamo, abbiamo dei poteri, abbiamo la possibilità di fare bene, ma quello che ci manca sono forse le idee di fondo e la passione per cambiare e per migliorare. La seconda cosa è che noi abbiamo presentato - li dobbiamo depositare adesso - una serie di emendamenti sia sulla parte programmatica, sia sul disegno di legge n. 14 e su questi aspettiamo quindi risposte e, di conseguenza, poi faremo la dichiarazione di voto.
Presidente - Per una questione di alternanza, chiedo anche se ci sono dei colleghi che intendono prendere la parola. La parola alla collega Morelli.
Morelli (ALPE) - Chers collègues, j'essaierai de faire une intervention ponctuelle, de ne pas faire trop de rhétorique, de dire l'essentiel et également de faire un peu de politique.
Comincio il mio intervento constatando che il contesto in cui sono stati concepiti e costruiti il documento economico-finanziario e il progetto di bilancio è un contesto anomalo. Una maggioranza che tale non era più predispone il DEFR e il bilancio in un clima ormai di delegittimazione e una maggioranza neocostituita si assume la responsabilità di portarne a termine l'iter, senza poter intervenire più di tanto, perché c'è una variabile non indifferente: la limitatezza dei tempi, che, se non rispettati, come spesso ci ha ricordato lo stimato collega Gerandin, potrebbero portare la nostra Regione in esercizio provvisorio. Situazione credo da evitare per ovvie ragioni di gestione amministrativa, ma anche forse e soprattutto per evitare di far perdere credibilità a un'autonomia, la nostra, spesso messa in discussione nella sua ragion d'essere, in particolare da fuori Valle, da coloro che soffiano sul fuoco del centralismo statale: questa potrebbe sembrare una premessa scontata, perché è evidente a tutti, ma non è così. Non è inutile e dovrebbe anzi indurre tutti noi 35 a calibrare interventi e toni sulla base di quella che oserei definire l'onestà intellettuale e devo riconoscere che sia da parte del Consigliere e relatore Marquis che da parte del relatore Aggravi è stato fatto uso di onestà intellettuale.
Il Consiglio regionale sta affrontando un'emergenza, che è il frutto di una situazione politica precedente intercorsa tra la data delle elezioni e l'insediamento recente di una nuova maggioranza. Credo che un minimo di riflessione approfondita da parte degli attori principali sul fallimento della precedente maggioranza andrebbe fatta, il fatto è che ora ci troviamo di fronte a un'emergenza da affrontare. Lo riconosciamo, credo che possiamo riconoscere tutti onestamente che questo bilancio non è l'aspirazione massima, ideale di nessun gruppo di questa maggioranza, perché, potendovi lavorare con i metodi e i tempi giusti, si sarebbero potute fare scelte più innovative, ci si è dovuti limitare a poche modifiche o integrazioni direi però significative. Questo bilancio è l'espressione della situazione esistente, di una transizione politica, pertanto affrontiamolo con il senso della misura, lo dico a me stessa in primo luogo, e con quella giusta distanza che credo dovrebbe essere la caratteristica di ogni buon politico. Evitiamo le espressioni forti, evitiamo le accuse su chi "affama" i valdostani, cerchiamo di essere pragmatici e di affrontare le questioni nel merito, mi sembra l'atteggiamento più corretto. Forse i giornalisti saranno un po' risentiti della mancanza di colore degli interventi, potrebbero non avere più motivo di fare i titoloni coloriti, forse la nostra vanità personale potrebbe un pochino risentirne, ma forse il dibattito politico potrebbe trarne giovamento e comunque questo bilancio andrà in porto e con l'anno nuovo si potrà cominciare a fare un minimo di programmazione e a confrontarsi con i tempi e i modi che finora direi sono mancati, perché la nostra Regione ne ha un assoluto bisogno. La crisi economico-finanziaria che ha colpito tutto l'Occidente da noi è stata ulteriormente aggravata dalla riduzione importante e concomitante del bilancio regionale. È già stato fatto un passaggio e un'analisi importante da parte del collega Marquis, non vi ritornerò, ma sicuramente la penalizzazione per la nostra Regione è stata ancora più importante e bisogna dire che non si è ancora riusciti ad adattarsi al cambiamento del contesto economico, che necessita di un approccio diverso, un approccio a cui dobbiamo tendere tutti forzatamente, ma che il bilancio Aggravi, che costituisce in fondo la traccia, il canovaccio su cui stiamo ragionando, non lasciava intravedere, pur essendo improntato, come lo stesso relatore diceva, ai principi di sana e prudente gestione della cosa pubblica, che è sicuramente un concetto apprezzabile.
È mancato sicuramente un percorso di avvicinamento, di costruzione del bilancio, ma ancor prima del documento economico e finanziario, un percorso che potesse giovarsi dell'apporto di tutti quei soggetti (parti sociali, associazioni di categoria, Enti locali) che rappresentano i cittadini valdostani, rappresentano le loro difficoltà, i loro problemi, le loro istanze e anche le loro aspirazioni, non si è ritenuto di volerli coinvolgere. In II Commissione in questi giorni passati abbiamo raccolto lo sfogo dei sindacati, delle associazioni di categoria per essere stati sostanzialmente ignorati nella fase di costruzione di un bilancio che è stato redatto nel chiuso degli uffici. Capite bene che le audizioni degli ultimi giorni, compresse nei tempi, non hanno potuto sopperire a un lavoro di concertazione che dovrebbe essere costante e continuo per essere veramente rappresentativo della realtà e utile al fine di compiere le scelte più ponderate e più corrette. In II Commissione abbiamo dovuto fare da cuscinetto e assorbire le rimostranze di chi si è sentito quasi preso in giro per essere stato chiamato a fare delle osservazioni su un documento corposo che aveva ricevuto soltanto pochi giorni prima; d'altra parte, far saltare anche la fase delle audizioni sarebbe stata una mancanza di considerazione e di rispetto.
Uno degli impegni che questa maggioranza deve prendersi quindi è sicuramente quello di stabilire un modus operandi efficace che permetta uno scambio continuo di dati e di informazioni tra le parti sociali e i decisori politici, non delle chiamate episodiche e accidentali, ma un tavolo di confronto permanente. In questo senso, in quanto Commissari della II Commissione di maggioranza, presentiamo un emendamento per l'istituzione di un tavolo permanente. Per costruire un percorso di condivisione costante, è necessaria la stabilità politica - ce lo hanno ricordato in commissione tutti gli attori -, una stabilità politica a tutti i livelli (nazionale e regionale) e su questo punto le leggi regionali possono dare una mano, ma non bastano. Credo che dobbiamo anche un po' guardarci negli occhi e dirci che deve esserci innanzitutto la volontà dei singoli di trovare soluzioni condivise, la volontà di ogni singolo Consigliere o Assessore. Deve esserci anche la capacità di chi siede al posto di Presidente della Regione di comporre, di coordinare, di ascoltare e di essere l'interprete di tutti e non solo della propria parte politica. Questo è l'auspicio e l'augurio che faccio al neo Presidente Fosson. Per dare stabilità, ci vogliono politici che guardino tutti nella stessa direzione, che condividano gli stessi obiettivi, pur nel rispetto delle legittime differenze, che non rispondano marcatamente a interessi di parte o a sollecitazioni che magari provengono anche dall'esterno della nostra regione.
À ce propos je voudrais mettre l'accent sur le travail de rapprochement, de confrontation, de dépassement de certains contrastes et de certaines méfiances qui a animé les rencontres que les groupes autonomistes qui composent cette majorité ont eues dans ces dernières semaines. Les mouvements autonomistes ont dû faire en ces deux mois tous les passages qu'il aurait été impossible de faire au début de la législature, même si on avait eu la volonté de laisser simplement derrière soi le passé. On n'aurait pas pu les faire, il était inévitable que des passages politiques soient faits, que des choses soient dites, que des messages soient lancés, que des engagements soient pris, que des explications soient données, que des erreurs soient reconnues de la part de tous, parce que nous sommes conscients de l'importance de l'enjeu administratif. Quelques-uns ont affirmé que nous avons placidement trouvé la solution pour une réunion digne des vieilles méthodes, qu'une partie de nous a même critiqué. C'est vrai, mais cela n'a pas été fait placidement, cela a été le fruit d'un raisonnement et de la nécessité de trouver des solutions aux problèmes. Nous sommes parfaitement conscients que cela est difficile à comprendre de la part de ceux qui ne vivent pas à l'intérieur de l'arène politique.
Non sempre in politica ci si può permettere di curarsi di cosa viene detto, qualche volta bisogna anche agire sapendo che magari nell'immediato non si sarà capiti, ma che poi il prosieguo darà molte spiegazioni. Ciò che è importante è che da parte di questa maggioranza autonomista vi sia ora la capacità e la volontà di lavorare insieme con obiettivi condivisi e un primo passo significativo credo sia stato fatto con il lavoro di modifica di emendamento sulla legge di bilancio e sul DEFR. Abbiamo condiviso dei punti significativi, visti i tempi limitati, identificandoli prioritariamente nello sviluppo e nel sostegno del mondo imprenditoriale attraverso degli sgravi. Permettetemi la battuta che mi è venuta in mente questa mattina: passiamo dagli Aggravi agli sgravi: sgravi IRAP per 4,8 milioni, quegli stessi euro che venivano previsti precedentemente per compensare la riduzione dell'addizionale IRPEF, non perché abbiamo perso il senso del denaro, vorrei rassicurare alcuni colleghi - credo che abbiamo tutti coscienza del valore del denaro e di quanto anche somme minime possano in certe situazioni essere considerate indispensabili -, o perché non riteniamo importante il sostegno immediato ai cittadini e alle famiglie. Voglio ricordare en passant - e credo che questo possa essere riconosciuto da tutti - che la nostra Regione ha tradizionalmente un sistema di welfare attento e tendente all'equità. Sicuramente migliorabile, come tutto è sempre migliorabile, ma credo che storicamente ci sia sempre stata un'attenzione da parte della Regione nei confronti della società, dei cittadini.
La nostra scelta è data dal fatto che reputiamo prioritario in questo momento storico utilizzare le leve fiscali per creare lavoro, perché è il lavoro che dà le risposte, è il lavoro che rende le persone libere, è il lavoro che dà dignità e questo è sicuramente un obiettivo prioritario. È vero, rispondo al collega Aggravi, che le agevolazioni sull'IRAP in parte erano già previste, ma in misura nettamente inferiore. Per quanto riguarda quanto ha appena detto la collega Minelli sulla possibilità di modulare in aumento o in diminuzione a seconda dell'obiettivo che si vuole raggiungere, la collega faceva riferimento all'IRPEF, questo è possibile anche con l'IRAP, basta qualche volta copiare cosa fanno di buono altre realtà. Noi sovente guardiamo a est verso le Province autonome, la Provincia autonoma di Trento già da anni ha modulato le agevolazioni IRAP in funzione di obiettivi politici ben definiti, cito ad esempio la riduzione a zero dell'aliquota ordinaria per i soggetti che incrementano l'occupazione stabile oltre il 5 percento e di almeno un'unità, così come invece hanno aumentato non poco l'IRAP su soggetti con apparecchi da gioco, sulle assicurazioni, sulle banche. È un esempio credo da cui possiamo trarre ispirazione.
Sur d'autres aspects, par contre, nous sommes d'accord sur les positions qui ont été exprimées par le collègue Aggravi: je me réfère au passage sur les Collectivités locales, sur la nécessité d'aborder, au vu de l'expérience de ces années, avec un esprit de collaboration active, les lois qui se réfèrent aux communautés locales, notamment la loi n° 48 et la loi n° 6; de même pour les lois électorales qu'il est prévu d'aborder déjà dans le mois de janvier. Dans ce sens je crois que nous aurons la possibilité de nous confronter et de trouver des synthèses.
Vorrei poi fare alcune precisazioni in merito ad alcuni temi che sono considerati sensibili: mi riferisco a CVA e all'ospedale. Su CVA abbiamo scritto un emendamento, che mi pare molto chiaro, in cui parliamo dell'istituzione di una commissione consiliare che può avvalersi del supporto delle strutture regionali competenti, di Finaosta S.p.A. e di esperti esterni e indipendenti da quest'ultima incaricati. Ci diamo come termine il 31 marzo, un lasso di tempo che per qualcuno può essere breve, ma che per qualcun altro è invece un lasso di tempo già troppo lungo: mi riferisco a quanto ci è stato detto nell'interessante audizione che abbiamo avuto in commissione. Io credo che in tre mesi una commissione speciale che si concentra su un argomento può fare un eccellente lavoro. Auspico che sia un lavoro che veda coinvolte tutte le forze presenti in questo Consiglio regionale, con un unico obiettivo: quello di fare la scelta migliore per la CVA, un'impresa a partecipazione pubblica che deve poter operare al meglio delle sue possibilità. Se dovremo tornare indietro sulla legge n. 20, legge che noi di ALPE abbiamo sostenuto per motivi di trasparenza che voglio assolutamente ribadire, di cui continuiamo a condividere la necessità, si farà anche questo passo, perché noi crediamo che ci voglia comunque un atteggiamento che scenda nel merito delle questioni, che non si limiti a una valutazione ideologica. Voglio ricordare che quella legge è stata votata in un momento storico particolare in cui c'era la necessità di fare un po' di chiarezza.
Altro tema su cui speriamo di poterci confrontare nel più breve tempo possibile è quello dell'ospedale. Ricordo che nel 2006 noi siamo stati impegnati a raccogliere le firme per un referendum che si è tenuto nel 2007 e la nostra visione era quella di costruire un ospedale nuovo fuori dalla città, perché ci sembrava potesse essere la soluzione migliore. Quel referendum ha dato un responso molto chiaro: i valdostani si sono pronunciati per mantenere l'ospedale all'interno della città. Ne abbiamo preso atto con rammarico, perché continuiamo a pensare che la soluzione migliore all'epoca fosse quella di un ospedale al di fuori della città, c'erano le risorse finanziarie per poterlo fare e avrebbe dato la risposta migliore alla nostra comunità. Siamo però abituati a prendere atto delle decisioni, soprattutto di quelle sancite da un referendum, non lo facciamo solo quando questo ci conviene, lo facciamo sempre. Riteniamo quindi che la risposta in quel senso sia stata data all'epoca e oltretutto io credo che non possiamo trascurare che in questi anni siano stati fatti grandi investimenti, intervenendo sull'ospedale, intorno all'ospedale, investimenti che ammontano, se non erro, a una sessantina di milioni (che non sono pochi), di cui crediamo si debba tenere conto in un dibattito politico.
Mi riservo poi di tornare eventualmente su altre questioni puntuali in un prossimo intervento e per il momento vi ringrazio per l'attenzione.
Président - La parole au collègue Ferrero.
Ferrero (MOUV') - I miei colleghi del MOUV' e della Lega hanno già ampiamente puntualizzato qual è la posizione dei relativi movimenti riguardo alle modifiche che sono state fatte a quel progetto di bilancio redatto dalla precedente maggioranza.
Non andrò nel tecnico, ma mi limiterò a fare due o tre osservazioni molto spicciole. Il bilancio è, tutto sommato, una questione che dalla popolazione viene vista in maniera un pochettino distaccata, una specie di elenco di numeri che non si capisce bene poi alla fine che esito abbia rispetto alla vita di ogni giorno. Il bilancio purtroppo è il documento fondamentale, il documento con il quale vengono distribuiti i soldi e dal bilancio si vede se si vogliono distribuire i soldi a destra o a sinistra.
Si parla di misure populistiche, di cose del genere riguardo al ripristino del bon de chauffage, che era stato inserito dalla Giunta Spelgatti nel bilancio; si parla di poche decine di euro per quanto riguarda quelle che potevano essere le riduzioni dell'IRPEF a favore dei cittadini. Io vorrei ricordare due cose: innanzitutto che esiste una situazione al di fuori di questo Palazzo che continua a essere ignorata, perché ciò che è poco o è qualcosa per qualcuno rappresenta molto per qualcun altro. Guardate che con il precedente bon de chauffage - io me lo ricordo benissimo - c'era gente che aspettava i 500-600 euro, quelli che erano, da unire con qualche risparmio che era stato messo da parte per andare dal dentista a fare un lavoro che stava portando avanti da anni. Certo, qualcuno potrà sorridere di voi, sicuramente voi non avete di questi problemi, però io lascerei perdere l'ironia sui pochi euro, perché non siamo tutti così fortunati da aprire un cassetto e di trovarci magari delle migliaia di euro, c'è anche qualcuno che deve lavorare e deve fare dei salti mortali per arrivare a fine mese. Qualcuno che magari, per come sono impostati gli ISEE o quei metodi di valutazione, viene considerato ricco, magari perché c'è uno stipendio di 1.200 euro al mese e un altro stipendio di 1.500, con dei figli a carico, con magari qualcuno in una microcomunità, quello è ricco e quindi non ha diritto a essere aiutato.
Perché le misure che erano state inserite non sono delle misure populistiche? Andate a vedere dove toglievamo i soldi, a chi prendevamo i soldi per finanziare il bon de chauffage: questi soldi noi li andavamo a prendere da quello che pagano i Signori che hanno le concessioni per le centraline idroelettriche e che sostanzialmente non pagano niente rispetto a quello che guadagnano. Noi facevamo un piccolo aumento, tra l'altro, riguardava le centraline sopra una determinata potenza, quindi escludeva tutte le piccole. Certo lì non si può andare a toccare, lo capiamo, io avrei voluto che almeno per una volta fosse stata fatta un'eccezione. È vero che ci sono dei vostri ex Sindaci dell'Union Valdôtaine che sono titolari di concessioni milionarie; è vero che ci sono amici delle vostre società, ma per una volta non è che li affamavamo! Erano poche decine di migliaia di euro che andavano a rimpinguare un qualcosa che veniva dato alla popolazione, perché in questi anni dei beni della Valle d'Aosta, di cui l'acqua è un bene primario, è stata fatta una pirateria, sono stati depredati, le concessioni sono state date sempre ai soliti. Ci riprendevamo semplicemente una parte infinitesimale di quello che è stato dato via e che era patrimonio dei valdostani.
Incaponirsi sull'ospedale, sul fatto che l'ospedale debba rimanere lì che senso ha? Non mi vengano a dire del referendum! Andate a vedere quello che c'era scritto sul referendum e andate a vedere qual è la situazione che c'è adesso! Io mi auguro veramente che il nuovo Assessore alla sanità abbia delle doti da rabdomante e che vada a cercare lui reperti archeologici con tanto di rametto, perché fino adesso che cos'è stato fatto? Si costruisce un parcheggio o un garage prima di fare la casa? Questo avviene solo nella regione per quanto riguarda le opere pubbliche. Abbiamo fatto i parcheggi e poi ci siamo accorti che c'era un'area archeologica, che sostanzialmente ogni tre, quattro, cinque mesi dà alla luce un nuovo reperto di importanza non indifferente, e ci incaponiamo a stare lì con quest'ospedale! Ma a che pro? Perché non pensare a una decentralizzazione, al famoso antico progetto per non vedere almeno qual è il rapporto costi/benefici? Perché la situazione che c'è oggi sappiamo qual è, ma domani, se mandate un bambino con la paletta e il secchiello, vi scava due centimetri e vi trova un altro sarcofago. Questi sarcofagi sapete che hanno un costo per la comunità valdostana. Ci facciamo un'area archeologica o ci facciamo un ospedale? Sennò guardate che ci potremmo fare un cimitero in quel posto, il futuro cimitero di Aosta potrebbe essere insediato in quell'area, perché tra 20 anni saremo ancora qui a parlare di ospedale!
Effettivamente abbiamo notato che c'è una netta differenza, c'è un immobilismo, che è l'immobilismo di quella parte che si dice falsamente autonomista e che ha voluto riprendere in mano alla bell'e meglio la situazione con i soliti metodi: privilegi agli amici, privilegi alle imprese degli amici, sostenere fino allo sfinimento delle scelte che sono sbagliate e, quando si parla di dare qualcosina in più ai cittadini, "ma è poco o nulla, noi lo diamo alle imprese perché la necessità è lo sviluppo economico". Voi pensate veramente che nel giro di qualche mese quei soldi che darete al sistema produttivo potranno creare decine, centinaia o migliaia di posti di lavoro? Ma siamo matti! Raccontiamo le bugie.
Nelle modifiche che avete fatto a questo documento c'è una cultura che viene rispecchiata, c'è una cultura che continua ad andare avanti, che non si accorge che le cose sono cambiate e continua a difendere sempre e solo i soliti noti, che sappiamo che sono quelli che poi vengono assunti nelle partecipate con strani metodi - e se ne parlerà in questo Consiglio -, i soliti privilegi dei settori produttivi che in ogni caso campano sempre, qualsiasi sia la situazione economica. Ecco che allora dal vostro Olimpo, che è sempre più in alto, è sempre più staccato dalla società reale, non capite che anche i miseri per voi 500 euro o i 10, 30, 40 euro di risparmio dell'IRPEF possono fare comodo perché è una situazione di emergenza. Lo sappiamo che non è questo che risolve i problemi della Valle d'Aosta, ma perché non dare un piccolo segnale? È un piccolo segnale, è un minimo quello che volevamo dare, perché non dare neanche questo segnale? Io spero che almeno su questa questione ci possa essere un ripensamento. Non andiamo a prendere le risorse o a rubare le risorse a nessuno, ci riprendiamo parzialmente ciò che già era dei cittadini e che viene parzialmente restituito senza interessi, almeno quindi su questo io auspicherei un ripensamento da parte vostra.
Président - La parole à la collègue Pulz.
Pulz (IC) - Dopo aver ascoltato con attenzione e riletto le corpose relazioni di questa mattina e quanta più documentazione possibile, pervenuta purtroppo tutta insieme negli ultimi tempi, mi è tornata alla mente una frase di Bruno Albertinelli della CGIL, che ha detto - cito -: "quando la coperta è corta, bisogna pensare a coprire quelli che hanno più freddo". La nostra coperta di fatto non è poi così corta, parliamo per il 2019 di 1,47 miliardi di euro. Comunque, se è vero che non siamo più in epoca di vacche grasse, persino troppo grasse forse come anni fa, risultano oggi indispensabili uno sguardo lungimirante e una capacità di progettazione che tenga comunque innanzitutto presenti quanti nella nostra comunità, e sono tanti, fanno sempre più fatica. Senza arrivare a misure populiste che aggiungono da una parte e tagliano i servizi dall'altra, è evidente che una ridistribuzione del reddito e un sostegno alle persone più fragili si rende obiettivamente necessaria e urgente. In questo quadro scegliamo ora di puntare l'attenzione solo su alcune specifiche problematiche, quelle forse più calde, emerse dalle relazioni sulle leggi di bilancio, considerando che abbiamo presentato sugli stessi temi anche ordini del giorno ed emendamenti e che ci riserviamo di prepararne di ulteriori, adesso che padroneggiamo meglio la tecnica, quando il bilancio regionale sarà oggetto di variazione, perché il clima politico difficile degli ultimi tempi non ha favorito affatto un'analisi, che deve essere rigorosa e serrata, ma anche serena, collaborativa e non affrettata.
Partiamo dal bon de chauffage, che è stato congelato - il che di per sé è una contraddizione in termini che avrebbe fatto inorridire Aristotele, e lo dico per il collega Distort che so che apprezza - in attesa di una revisione generale delle politiche a sostegno delle famiglie in difficoltà e di un reddito di cittadinanza ancora però tutto da definire e sulle cui caratteristiche occorrerà fare approfondite analisi. Tale congelamento ora diventa un azzardo pericoloso sulla pelle dei più bisognosi all'avvio della stagione più fredda.
Andiamo oltre e allarghiamo la nostra lettura agli sgravi alle imprese più grandi: articolo 1 del disegno di legge n. 14 su cui presentiamo uno specifico ordine del giorno; presento quindi velocemente questo punto ora. Non mi pare affatto demagogia o, peggio, propaganda, come ho letto, sottolineare che investire a favore delle imprese più grandi è meno urgente che mettere in atto misure efficaci di contrasto alla povertà, che è in deciso aumento anche in Valle d'Aosta: questo è al contrario uno sguardo realista e attento alla dura realtà dei fatti. La visione liberista del nuovo Governo regionale, pronto a dichiarare che, rimettendo in moto il mondo delle imprese valdostane più grandi, ne beneficerà tutto sistema Valle d'Aosta, famiglie comprese, non ci convince per niente. E la storia, per chi la conosce, sta lì a dimostrare che la famosa manina invisibile di fatto occulta una visione miope, volutamente di parte e decisamente anacronistica.
Quanto siamo poi sicuri che questa misura serva a far ripartire il lavoro in assenza di un rinnovato piano delle politiche del lavoro fermo dal 2012? Su cui presenteremo una mozione non appena sarà possibile, ferma anche quella dagli inizi del mese di novembre. Senza quella progettualità, quando è limitata a soli sostegni economici, non è in grado di sortire veri risultati. Ci chiediamo quante aziende - pensiamo all'ultima: quella del cioccolato - hanno creato tante aspettative poi puntualmente frustrate? Mi trovo persino d'accordo con l'ex Assessore Aggravi che stamane diceva che forse si è perso il senso del denaro, perché penso davvero sinceramente che chi rimane in quest'aula per troppo tempo - questo credo sia innegabile - rischi in effetti di non capire più chi sta fuori e chi non arriva a fine mese, e sono tantissimi. La perdita del senso del denaro sinceramente è proprio la sensazione costante che mi ha accompagnata nella disamina del bilancio e non capisco come questa sensazione possa non fare a botte con il discorso del Consigliere Marquis, quando stamattina sottolineava che l'autonomia deve essere uno strumento di solidarietà.
Altra problematica bollente: l'ospedale. Crediamo che solo precisi studi ci potranno rivelare i rapporti precisi tra costi e benefici, sia per il consolidamento della vecchia struttura che eventualmente per la costruzione di una nuova, in modo da poter decidere con cognizione di causa quale alternativa sia la migliore da scegliere ora, perché il 2007, data del referendum, è già lontano. In ogni caso va analizzato con attenzione e coraggio il nostro contesto: abbiamo un ospedale "nuovo" (il Beauregard), che è stato un adattamento di una struttura inadatta, per cui non ha mai potuto lavorare a pieno regime; poi abbiamo l'ospedale regionale che andrebbe riorganizzato quasi completamente e dove sono stati spesi - lo diceva qualcuno prima - già molti soldi pubblici per creare parti nuove: per esempio, il laboratorio di analisi. Assistiamo a un calo di operatori impressionante, pericoloso dovuto a tagli vari e a politiche dettate da burocrati che mirano soprattutto, forse soltanto, a far quadrare i conti. Abbiamo un livello di preparazione e di motivazione degli operatori innegabilmente e mediamente scarso, a fronte di punte di eccellenza, per fortuna, che però non sono la regola, a iniziare dai ruoli apicali. Ci dicono che non esistono controlli statistici di qualità, ma solo una pericolosa autoreferenzialità in un contesto che è già minuscolo.
Un nuovo ospedale poi costituirebbe molto probabilmente un'ennesima voragine di soldi pubblici in appalti. Siamo certi che una struttura nuova migliorerebbe le prestazioni insieme alla più recente super tecnologia robotica? Le prestazioni buone da che cosa dipendono? Innanzitutto dalla preparazione degli operatori, dalla loro esperienza (questo vale in tanti campi), dal numero di procedure per anno, quindi anche dalla casistica, dal numero di complicanze che devono affrontare in percentuale, poi dalla cultura del team e dai controlli di qualità. Un nuovo ospedale andrebbe forse più proficuamente cercato, ma questa è una prospettiva da indagare in maniera più approfondita, in una riorganizzazione di quelli esistenti.
Ci sembra poi, dopo aver sentito anche altri interventi, che non perdiamo l'autonomia se da Aosta non si fanno tutti gli interventi particolari, magari risparmieremmo alcune morti - mi scuso per la crudezza -, forse risparmieremmo in decorsi lunghissimi e complicati, oltre che anche in costosissime risorse e materiali, che spesso, ci dicono gli esperti, non si sa bene come utilizzare in un contesto così piccolo dove manca l'esperienza.
Essendo poi la nostra regione a vocazione turistica, occorrerebbe senz'altro potenziare il pronto soccorso, come la traumatologia, anche il sistema di trasferimento dei pazienti e poi qualcosa che potrebbe sembrare banale, ma non lo è tanto per chi magari ha avuto qualche esperienza in pronto soccorso: le comunicazioni con i pazienti stranieri, non soltanto in francese ma anche in inglese, anche per avere contatti con le loro assicurazioni. Questo argomento è molto vasto, bisognerebbe fare degli approfondimenti.
Passiamo all'altra questione bollente: la CVA. Anche su CVA presentiamo un emendamento a fronte dell'ennesimo tentativo di proseguire con questa idea della quotazione in Borsa un po' camuffata da commissioni, su cui ci permettiamo di dire che si possono anche sollevare dei dubbi sull'obiettività. Secondo noi, è da evidenziare che, in una situazione di crisi idrica sempre più probabile, ci dicono gli esperti, nel breve e medio termine, e anche di potenziale conflitto di impiego della risorsa acqua tra uso agricolo e uso idroelettrico, il potere pubblico si priverebbe così della facoltà di scegliere l'interesse della comunità valdostana essendo invece costretto dal diritto societario a privilegiare azionisti anonimi e slegati dal nostro territorio. So che molti non condividono questo discorso, però onestamente credo che l'arresto del processo di quotazione dovrebbe essere il primo passo verso una completa ripubblicizzazione della CVA che superi la forma giuridica della società per azioni e uno stimolo per perseguire l'obiettivo del raggiungimento di una norma di attuazione, frutto di accordo fra la Repubblica italiana e la Regione, che sottragga al mercato le concessioni valdostane. La quotazione in Borsa porterebbe sicuramente un momentaneo vantaggio al bilancio regionale contro una duratura perdita di potestà su un bene essenziale anche a livello identitario delle acque valdostane. A molti piace questo livello, molti hanno approfondito questo discorso. La storia della Valle d'Aosta insegna infatti che il conflitto sulle acque, sia rispetto alla proprietà sia rispetto alla loro disciplina, è uno degli elementi costituenti della Regione autonoma Valle d'Aosta. Ieri erano i Signori medievali, i Savoia poi, il regime fascista ancora dopo, lo Stato italiano, oggi il nuovo attore che sfida la nostra Regione è il capitalismo finanziario globale. Scusate, so che è una terminologia che non si usa più tanto, ma io ci sono affezionata. La proprietà delle acque valdostane e la disciplina del loro uso devono restare saldamente nelle mani dei rappresentanti dei cittadini valdostani e dei cittadini stessi e non di un anonimo fondo pensioni internazionale.
Dalle ore 16:35 assume la presidenza il Vicepresidente Rollandin.
Rollandin (Presidente) - La parola al Consigliere Nogara.
Nogara (UVP) - Mi ero preparato cinquanta foglietti con tanti appunti ma, considerati gli ultimi interventi, vorrei puntualizzare diverse cose, perché qui sono state dette delle cose non esatte, cerco di essere il più soft possibile.
Innanzitutto bisogna dire che il bon de chauffage non era stato inserito in bilancio dalla vecchia maggioranza, e non è una cosa da poco. Vi dico che cos'è successo a un certo punto, perché il bilancio è stato scaricato dalla Giunta il 28 novembre; il 5 dicembre abbiamo fatto il Consiglio dove si è appurato che la maggioranza era definitivamente crollata, perché mi sembra che fossero rimasti in dieci; il 6 dicembre è stato depositato un emendamento sul bon de chauffage. Qua mi viene un po' da sorridere guardando il Consigliere Cognetta perché me lo vedo indaffarato a preparare un emendamento per forse mettere in difficoltà. Questo emendamento, tra l'altro, non dico che non fosse corretto, però da parte degli uffici veniva messo per iscritto che - cito -: "in considerazione del fatto che la discussione in Consiglio regionale dei disegni di legge n. 14 e n. 15 avverrà tra il 18 e il 20 dicembre, rileva il fatto che non vi sono i tempi tecnici necessari per l'adeguamento dell'allegato e il coordinamento formale degli atti per assicurare la pubblicazione entro il 31 dicembre 2018". Neanche questo emendamento può essere immediatamente messo in voga, dichiamo così: è dal prossimo anno al limite che se ne può parlare. Questa è la prima cosa.
Non capisco se il Consigliere Ferrero è in malafede o non è informato, perché innanzitutto ha detto che il bon de chauffage era inserito nel bilancio, e non lo era; secondo, che i soldi per il bon de chauffage venivano presi a quegli imprenditori vicini a non so a chi. Io vorrei solo farvi una comunicazione... innanzitutto io ho guardato la relazione e devo complimentarmi anch'io con l'ex Assessore Aggravi, perché ha fatto una relazione pulita e onesta. In questa relazione c'è scritto che c'è stato un lieve aumento, il lieve aumento dei canoni è un secco 20 percento, che non è molto lieve, e, facendo questo aumento, alla CVA vengono presi circa 2,88 milioni di euro su 3 milioni. A chi come il Consigliere Manfrin dice: "noi non tocchiamo i soldi delle partecipate", dico: uscite dalla porta ed entrate dalla finestra... mi scusi se non era lei... i soldi delle partecipate si prendono comunque, perché su 3 milioni - per questo Consigliere Ferrero le dico che non è informato - 2,88 milioni vengono presi a CVA, quindi o prenderli così, o prenderli da un'altra parte più o meno è la stessa cosa, non vedo una grande differenza con il passato.
Adesso vorrei parlare di tutte le cose che sono state dette. Oggi si è parlato di IRPEF e IRAP, ma, per quanto riguarda gli interventi sulla fiscalità, io penso che siano delle scelte politiche che vengono fatte perché si pensa di fare il meglio possibile. Sull'IRPEF parlate sempre dell'intera somma, abbiamo messo le mani - questo l'ha detto il collega Manfrin - nelle tasche dei valdostani per circa 5 milioni di euro: i 5 milioni di euro - ho fatto il conto prima, perché c'erano state delle contestazioni da parte del Consigliere Cognetta - sono 5,33 euro al mese che vengono restituiti. Noi si pensa invece che, scorporando l'IRAP, si dà un aiuto maggiore perché si incentivano... nessuno ha detto, Consigliera Pulz, le grandi imprese, è ancora un po' tutto da valutare, tutto da vedere. È vero, siamo in ritardo, ma siamo in ritardo perché siamo da una settimana qui a parlare di bilancio.
Ritornando a quanto è stato affermato, il Consigliere Manfrin ha detto che noi dovremmo avere dei toni sommessi e chiedere scusa, non capisco per cosa! Se non se ne è reso conto, il tonfo lo ha fatto la sua maggioranza, chi ci ha messo difficoltà è la sua maggioranza! Noi, per non andare in esercizio provvisorio, abbiamo fatto dei salti mortali per poter portare a casa questo bilancio e siete voi che ci avete messo in questa difficoltà! Se siete rimasti in dieci e non vi scollavate di lì, non so più che cosa dirvi altro! Per quanto riguarda l'IRPEF, i 5 euro al mese, anche la Consigliera Pulz... dire che sono pochi soldi... qui tutti conosciamo il valore dei soldi, ve lo assicuro! Si è pensato politicamente di investire nell'IRAP per dare la possibilità a delle aziende, forse piccole, forse medie... ha perfettamente ragione lei: probabilmente le grandi non ne hanno assolutamente bisogno. Per quanto riguarda l'intervento della Consigliera Morelli, che ha spiegato in Trentino cosa succede per l'IRAP, è proprio forse quello: capire quali sono le aziende, quali sono le fasce su cui si deve intervenire per aiutare affinché possano dare sviluppo, posti di lavoro.
Personalmente non siamo d'accordo, per esempio, con il reddito di cittadinanza, perché, secondo noi, sono soldi che vengono dati ma non creano sviluppo e questo in piccolo per noi è la stessa identica cosa. Mi ricordo il Consigliere Gerandin l'anno scorso che ci incalzava e ci diceva: "voi andate avanti con mancette", io farei un piccolo paragone con questa cosa, noi politicamente abbiamo pensato che un investimento del genere fosse più importante per la collettività. È vero poi che noi stiamo aspettando a livello nazionale cosa succede. Tutti gli organi di stampa a livello nazionale ci hanno detto che in Valle d'Aosta dovrebbero arrivare 60 milioni di euro, se arriveranno 60 milioni di euro, se arriveranno altri soldi, bisognerà un po' tutto modulare per dare un aiuto unico alle famiglie in difficoltà, e questa è la prima cosa che vogliamo fare anche noi.
Poi dire che mettiamo in ginocchio la Valle d'Aosta perché ad una famiglia non diamo 5 euro al mese mi sembra un po' esagerato! Arrivo anche a dire che probabilmente magari su qualcosa potremmo sbagliare anche noi, ma questa è un'idea politica per dare sviluppo alla nostra Regione. La vostra idea invece è quella di abbassare l'IRPEF, confrontiamoci su questo, però non "scadiamo" in altre situazioni!
Consigliere Cognetta, lei, appena passa in minoranza, va all'attacco. Anche lei è stato in maggioranza, non l'abbiamo mai sentita proporre delle cose...
(interruzione del Consigliere Cognetta, fuori microfono)
... non propone mai qualcosa di attuabile. Consigliere Mossa, lei ci ha fatto tutto l'elenco della spesa, ma qual è la sua ricetta? Lei è venuto a tutte le commissioni e non ha mai aperto bocca, qual è la sua ricetta? Lei ha mai fatto un bilancio? Guardi che ci sono delle spese correnti e delle spese di investimento, quando ci si mette a fare un bilancio, la coperta è quella: tira da una parte, tira dall'altra e non è il fatto che bisogna accontentare tutti, ci sono delle esigenze cogenti in tutti gli Assessorati che ha detto lei: ci sono delle esigenze in agricoltura, nei lavori pubblici, nella sanità. Se si prende da una parte, però si toglie dall'altra, perché, se avessimo 10 miliardi per giocare qua, non saremmo neanche qui a discutere su queste cose, perché ci metteremmo qui a discutere su come investire al meglio i soldi che abbiamo e mi fa specie che qualcuno dica anche che abbiamo abbastanza soldi. Abbiamo dei grossi problemi, perché io non penso che ci sia nessuno che qui voglia buttare via dei soldi e, se a voi sembra che si buttino via dei soldi in qualche modo, alzatevi, prenotatevi e dite: "state buttando via i soldi in questo modo, perché non va bene così, così e così", non fare la lista della spesa e cominciare a dire: "questo non va bene, quest'altro non va bene".
La legge n. 20 su CVA, e non lo dico io... praticamente abbiamo fatto questa legge per la trasparenza; come ha detto la Consigliera Morelli, eravamo in un momento particolare, si è fatta questa legge, però abbiamo visto che per delle società come la CVA, come Aosta Factor, che è stata immediatamente tolta dalla legge n. 20, crea dei grossi problemi. Ma non è che togliendo la CVA dalla legge n. 20, facciamo un piacere enorme, la togliamo esclusivamente per una cosa soprattutto, perché non c'è solo la legge n. 20 che dà delle direttive: c'è la n. 22/2010 (Operation transparence), la n. 95/2012 (Spending review), la n. 190/2012 (decreto legislativo anticorruzione), c'è il decreto legislativo n. 33/2013 sulla trasparenza, c'è la legge regionale n. 20 sulle partecipate, poi la DGR n. 622/2017 (le linee guida della legge n. 20) e c'è la Madia. Tutte queste leggi assieme concorrono per la trasparenza, ma non di CVA, di tutte le società come la CVA.
Dire poi anche che se si fa una commissione speciale per cercare di trovare delle soluzioni affinché CVA possa agire sul mercato alla pari delle altre aziende nel suo settore... ecco, bisogna poi piantarla di continuare a parlare di quotazione in Borsa di CVA, si è parlato anche di quotazione in Borsa. Questa commissione, noi Consiglieri regionali dobbiamo tutti insieme cercare una soluzione per mettere nelle condizioni CVA di poter partecipare, di poter vivere, di poter operare come tutte le altre società che partecipano nel settore idroelettrico. Vi voglio ricordare per l'ennesima volta che, tra le 15 società italiane che ci sono in questo settore, CVA è l'unica che non è quotata in Borsa, un motivo ci sarà. Non so se noi siamo i più furbi, i più bravi o i più stupidi, però questa commissione è fatta proprio per quello e non è che non ci sono dei soldi stanziati per i tecnici, l'emendamento prevede che sia al Consiglio regionale che la Finaosta concorrono per trovare queste persone. Nessuno di noi si permette di dire: "Tizio, Caio e Sempronio vengono qui a parlare di CVA perché sono amici miei". Sembra quasi che noi siamo una società a delinquere, che si voglia a tutti i costi fare una cosa non so perché e arrivano delle persone qui che ci spiegano come dobbiamo fare perché noi abbiamo queste idee in testa. Noi cerchiamo di far sì che la nostra azienda (CVA) possa avere la maggiore competitività possibile con le altre aziende del settore, poi dobbiamo farlo il prima possibile. Mi sembra che l'audizione che abbiamo fatto in commissione, che era organizzata dalla Lega... il Presidente della commissione si è dato da fare per trovare quest'ottimo avvocato devo dire, perché mi ha fatto un'ottima impressione, e già in commissione ho avuto occasione di ringraziare per quello che si era fatto. L'avvocato Fiorenzano ci ha spiegato per filo e per segno quali sono le necessità di una società del genere, anzi, quando c'è stato a un certo punto il fatto che non si sapeva se andare o no in streaming, tutti si sono alzati dicendo: "no, tutti i valdostani devono sapere" e alla fine i valdostani hanno saputo che la CVA sta perdendo giorno per giorno dei soldi per com'è strutturata, ma non l'ho detto io, non l'ha detto nessuna delle persone che erano lì, perché noi non siamo dei tecnici. Questa persona, che, tra l'altro, è il legale di un'importante società idroelettrica, ci ha spiegato perché la CVA avrà dei problemi se non ci muoviamo in fretta. Qualcuno - adesso non mi ricordo chi - gli aveva fatto una domanda e gli aveva anche detto: "la CVA che incassa questi soldi ma che fretta abbiamo?", lui ci ha detto: "ormai siamo fuori tempo massimo, dovevate farlo un anno fa quello che dovete fare al più presto". Queste non sono delle persone prese dalla strada e portate via o dei tifosi: sono dei tecnici che vengono lì e che ci spiegano quali sono le motivazioni, ed è quello che noi vogliamo portare avanti con la commissione consiliare, dove si auspica che sia presente almeno un Consigliere per gruppo per poter discutere su queste problematiche, ma togliamoci dalla testa che a tutti i costi si vuole andare verso la quotazione in Borsa, verso una società in house, o verso qualcos'altro.
Vi voglio ricordare in più che, proprio l'avvocato che è venuto a parlarci in commissione, non so se tutti si ricordano, ci aveva detto che sta passando al Governo un decreto legislativo dove si prevede per le concessioni delle grandi opportunità per le imprese idroelettriche come CVA. Vi voglio informare, l'ho appreso ieri, che l'articolo 6 di questo decreto legislativo è sparito, perciò noi ci ritroviamo a tornare indietro, senza più tantissime possibilità. Qualcuno ha parlato di diverse possibilità che ci potrebbero essere, questa commissione deve valutarlo con dei tecnici.
Altra cosa da chiarire è la proprietà delle acque. La proprietà delle acque è in capo alla Regione Valle d'Aosta, punto! Non è che noi vendiamo le nostre acque. Una nostra idea è proprio quella di avvantaggiare gli utilizzi agricoli delle nostre acque prima di tutto il resto, però oramai sono già destinati... noi abbiamo degli utilizzi agricoli, degli utilizzi idroelettrici; questo è un problema serio, c'è, è così! Una cosa che ho già avuto modo di dire in commissione è che, se noi non mettiamo nelle condizioni CVA - e non è detto che, se anche messa nelle condizioni, ce la possa fare -, se perdiamo la concessione delle acque, e io vi dico Dolomiten... Iren arriva qui in Valle d'Aosta... ecco, una parte delle nostre prerogative sulle acque allora sì che le perdiamo, e forse poi sarà troppo tardi.
Scusate, ma mi devo raccapezzare un attimo, era un po' su quanto è stato detto dagli altri colleghi. Mi riservo comunque più tardi di fare un altro intervento.
Presidente - La parola al Consigliere Ferrero per secondo intervento.
Ferrero (MOUV') - Grazie Presidente, ma è per fatto personale sulle dichiarazioni del collega Nogara. Io accolgo i precedenti inviti del collega a non esprimermi su fatti personali in maniera troppo graffiante, io purtroppo non partecipo alle sedute dell'UVP a suonare l'arpa e a recitare poesie, quindi sono un pochino più rude, ma rispetterò questo invito.
Riguardo alla mia buona fede o malafede, collega Nogara, giudichi lei, per me sostanzialmente è ininfluente, io mi baso sempre sui fatti. Sintetizzando, al di là di tutto quello che è stato detto, per carità, è legittimo, la questione ritorna a bomba, è questa: vogliamo dare i soldi per il bon de chauffage, sì o no?
Presidente - Il fatto personale?
Ferrero (MOUV') - È questo il fatto personale: non mi si possono imputare delle cose o andare a dire che non è vero che i soldi si prendono dalla CVA. Semplicemente quindi la questione va riportata in questi termini: soldi sì, soldi no, questo io ho detto e i soldi si vanno a prendere dalla CVA.
Presidente - La parola al Consigliere Cognetta per fatto personale.
Cognetta (MOUV') - Il motivo è il giudizio espresso sul mio lavoro dal collega Nogara. Io resterò molto sul tecnico, collega, lei potrà notare nell'ordine del giorno di oggi che è stato traslato, che ci sono delle mie interpellanze che sono state fatte molto prima del momento in cui c'è stato il ribaltamento di governo, ma non sono state discusse per una serie di questioni tecniche che ci sono state tra annullamenti di questo Consiglio e successivi spostamenti delle interpellanze. Mentre, per quanto riguarda il fatto che sia stato o meno zitto in maggioranza, se lei avesse seguito un po' la stampa, avrebbe notato che spesso e volentieri sono uscito dando anch'io delle indicazioni molto forti e precise sul lavoro della maggioranza nel momento in cui effettuava alcune azioni, dove ho espresso dei giudizi a volte anche in dissenso. Credo quindi di non essere stato zitto, lei sicuramente non ha seguito le riunioni di maggioranza e non glielo hanno riportato, ma di sicuro anche in quelle non sono mai stato zitto, c'è il collega Marquis che glielo può confermare, come anche la collega Morelli.
Presidente - La parola alla Consigliera Russo.
Russo (M5S) - Vorrei fare qualche osservazione in particolare su due ambiti descritti nel DEFR 2019/2021: il welfare e l'istruzione. Welfare significa benessere, esso comprende tutte quelle azioni concrete che un'amministrazione mette in campo per garantire il principio di uguaglianza di tutti i cittadini e per ridurre le disuguaglianze sociali. Tendenze come l'invecchiamento della popolazione, la riorganizzazione della struttura familiare e nuove tipologie di lavoro, l'avanzamento delle tecnologie della comunicazione impongono una revisione del sistema di welfare, revisione che nel DEFR è accennata, ma non mi pare coglierne una reale consistenza. La necessità che abbiamo è quella di creare un modello di protezione sociale rinnovato, un neo welfare in cui vi siano un miglioramento dell'efficienza ed efficacia della spesa pubblica, in particolare per le azioni di natura preventiva, e la definizione precisa di risorse da destinare alle nuove problematiche sociali, che sono l'inserimento lavorativo, la cura degli anziani, la dispersione scolastica, la povertà e i nuovi poveri, la disabilità e le minoranze. È necessario, nonché urgente, un piano di innovazione dell'imprenditoria sociale che preveda interventi originali, diversi dal passato, oltre a un aumento degli standard qualitativi nell'erogazione dei servizi. È necessario l'utilizzo di una varietà di strumenti finanziari, non solo pubblici, tra cui la valorizzazione di investimenti e di capitali privati in grado di contribuire a creare impatti sociali positivi e misurabili. Deve esserci un progetto di innovazione sociale che punti sulle imprese sociali (ancora meglio se di nuova leva) nuove, in grado di proporre e realizzare soluzioni innovative e sostenibili per la soddisfazione di nuovi bisogni che si sono creati in questi ultimi anni. La qualità della dimensione comunitaria, e quindi la capacità di aggregare più attori, siano esse organizzazioni, associazioni, istituzioni pubbliche o private, gruppi organizzati di cittadini e di assegnare un ruolo attivo a ciascuno di essi deve essere alla base delle iniziative e dei progetti che rientrano nella sfera dell'innovazione sociale.
I punti che avremmo voluto vedere inseriti nel DEFR in questo ambito sono sicuramente: la tutela dell'infanzia, dell'adolescenza e delle responsabilità familiari. In particolare sulle azioni preventive, ma anche ad azioni di cura e riabilitazioni dei disagi familiari, in collaborazione con le équipes socio-sanitarie dei consultori e gli insegnanti di ogni ordine.
Avremmo voluto vedere un aiuto domestico familiare finalizzato a favorire l'autonomia e la permanenza nel proprio domicilio di persone disabili e non autosufficienti, in primo luogo riconoscendo, valorizzando e sostenendo in tutti i modi la figura del familiare che li assiste. Per quello che riguarda la protezione di persone con limitazione dell'autonomia e non assistibili a domicilio, la rete dei servizi residenziali è sicuramente una tra le più importanti risorse del sistema di protezione sociale della nostra regione. Le potenzialità di aiuto, latenti in questo sistema, sono enormi e si devono liberare queste potenzialità, impantanate nell'immobilità delle istituzioni.
Rispetto ai giovani, è fondamentale ampliare l'offerta dei servizi ricreativi, educativi e formativi destinati ai giovani, i quali vanno maggiormente coinvolti e resi parte attiva del processo progettuale e decisionale che li riguarda tramite forme di associazionismo musicale, culturale e sportivo per esempio, dando come sede spazi scolastici e spazi comunali e migliorando l'interfaccia fra i Comuni e i giovani.
Avrei voluto vedere ancora più attenzione alla tutela delle fasce deboli della popolazione, in particolare per quello che riguarda l'accesso ai servizi sociali, che deve essere garantito, deve essere rapido e senza dover aspettare i tempi della burocrazia. La persona e la sua rete di prossimità dovrebbero sempre essere al centro dei nostri interventi.
Per quello che riguarda l'istruzione, riteniamo che essa sia una priorità per il futuro della nostra Regione e debba tornare ad avere un ruolo importante in termini di investimento, una scuola di alto livello qualitativo che presenti un'offerta ricca e completa sul modello nord-europeo, che si avvalga dell'integrazione con il territorio e le sue realtà. La scuola è un modello unico non replicabile, a cui è affidato il delicato compito di formare i cittadini del domani e al quale occorre assicurare tutte le risorse necessarie al miglior funzionamento possibile. I punti presenti nel DEFR 2019/2021 relativi all'istruzione ci sembrano scontati e generici, non rispettosi della reale importanza di questo settore. Ho trovato il termine "formazione", declinato però in modo formale, quando invece è ricchissimo di possibilità. Il tema della partecipazione dei giovani è prezioso, ma non si capisce con quali strumenti e come sarà attuato.
I punti che avremmo voluto vedere sono almeno sei:
- assolutamente come priorità in questo settore un'ottimizzazione della governance, quindi i dirigenti scolastici devono essere nelle condizioni di avere strumenti e risorse adeguate al quotidiano funzionamento dell'istituzione scolastica e alla realizzazione del piano dell'offerta formativa;
- un aumento delle ore di lingua inglese nella scuola secondaria di primo e secondo grado: attualmente ci sono tre moduli, ci piacerebbe ce ne fossero quattro o cinque. È evidente che questo comporta una revisione delle cattedre, ma, se la scuola pubblica valdostana vuole intraprendere un cambiamento significativo, è un passo obbligato;
- un serio impegno nella diminuzione della dispersione scolastica in Valle d'Aosta, di cui poi parleremo anche più avanti, attraverso il coordinamento dei vari ordini di scuola e attraverso esperienze didattiche all'esterno;
- ancora più attenzione all'inclusione e integrazione di ogni minore disabile attraverso la formazione continua del personale su strategie didattiche inclusive e soprattutto, e non c'è sempre attualmente, un'adeguata e continua presenza di educatori sui minori disabili per la corretta gestione dei bisogni educativi di ognuno;
- crediamo assolutamente che sia importante nella scuola, e anche di questo non ne abbiamo visto traccia, la promozione di progetti scuola e salute su temi importanti quali: l'educazione ai corretti stili di vita e di alimentazione, educazione motoria con esperti in scienze motorie nelle scuole dell'infanzia e in quelle primarie (non di insegnanti generici), educazione all'affettività e alla sessualità, contrasto del bullismo e del cyberbullismo, nonché il sostegno agli aspetti psicologici di ogni minore che attualmente vengono fatte a spot;
- anche una diffusione di buone pratiche digitali, quindi il graduale passaggio dei libri cartacei all'utilizzo di libri di testo digitali per una scuola senza zaino.
Dalle ore 17:14 assume la presidenza la Presidente Rini.
Rini (Presidente) - La parola al Consigliere Vesan.
Vesan (M5S) - Ci rendiamo conto che questa discussione sul bilancio è un po' particolare, perché si tratta di un bilancio che è stato predisposto di corsa da una maggioranza vacillante e ancor più di corsa è stato integrato da una maggioranza subentrante, peraltro in un modo non particolarmente significativo. Abbiamo sentito i due relatori di maggioranza, quella vecchia e quella nuova, anche se il Consigliere Marquis in fondo è moderatore double face, buono per entrambe le occasioni, che si è concentrato sulle scarne modificazioni apportate evidenziando le poche bandierine spostate o mantenute sul grande Risiko della programmazione economica regionale per il prossimo triennio. Abbiamo sentito discussioni e battibecchi tra i due legati sempre allo stesso bilancio e a queste poche voci spostate, significative peraltro e degne di essere evidenziate, ma, secondo noi, il problema grosso è veramente la visione complessiva di questo bilancio, che, come ha evidenziato il mio collega Mossa, è un po' ripetitivo e un po' raccogliticcio rispetto agli elaborati predisposti da altri.
Solo ieri sera invece la Presidente del Consiglio ci ha offerto dati e visioni importanti sul nostro futuro: una Conferenza sul cambiamento climatico in montagna. Abbiamo appreso che l'aumento di temperatura sulle nostre montagne oscilla fra il doppio e il triplo di quello medio mondiale e che le nostre vere risorse (i nostri ghiacciai) stanno esaurendo molto rapidamente le loro scorte. Questo non lo ha detto un meteorologo di fama nazionale o un esperto internazionale della FAO, che erano peraltro comunque presenti, ma i relatori dell'ARPA e della Fondazione Montagna sicura, i nostri esperti. Ci hanno anche detto quale previsione, fondata comunque su dati scientifici, che la stagione invernale, cioè il periodo di copertura nevosa ogni 20 anni si ridurrà di 20 giorni a 1.500 metri e di 10 giorni a 2.500 metri. Una volta acquisite queste importantissime e preoccupanti informazioni, ci troviamo a leggere un bilancio privo di una qualunque visione o programmazione del futuro riferita a questi impegni importantissimi e fondamentali per il nostro territorio. Nella relazione delle due maggioranze non c'è neppure un accenno alla questione, ed è naturale perché nel bilancio non c'è alcun intervento in tal senso, anzi un piccolo accenno all'ambiente e al cambiamento climatico l'ha fatto l'Assessore alle finanze, evidenziando che il contributo della Valle d'Aosta nei prossimi tre anni alla riduzione del riscaldamento globale consisterà nel ripristino dei cantieri forestali. Senz'altro utili, ma sicuramente non in grado di compensare i gravi danni che questo stesso bilancio apporterà ai problemi della nostra regione dovuti al riscaldamento globale. Sappiamo che si tratta di un bilancio conservativo con molte spese correnti e pochi investimenti, figlio delle poche risorse di cui disponiamo, ce lo aspettavamo tutti in fondo.
Vediamo nello specifico quali sono le linee di investimento su cui questo nostro bilancio intende operare: un esempio è l'ampliamento dei domaines skiables. Vale per entrambe le versioni il mio commento, perché è compreso nel DEFR di entrambe le proposte. Che visione del futuro: non riusciamo più nemmeno a spalare neve a causa del caldo e vediamo nello sci di discesa la nostra possibilità di sviluppo, spendendo tanti soldi, sacrificando territori integri e destinando risorse idriche a un'attività che non potrà che essere destinata a un lento declino nell'arco di pochi decenni.
Altro esempio di investimento previsto all'interno di questo bilancio è il completamento dell'aeroporto commerciale: investimento inutile, giustificato nel DEFR da motivazioni risibili e infondate. Il futuro del trasporto dei turisti in Valle d'Aosta è un trasporto pubblico a trazione elettrica, non certo il faticoso e costosissimo atterraggio di pochi e piccoli aeroplani destinati a inquinare aria e orecchie a valdostani e turisti, a fronte di arrivi che si possono contare, nella migliore delle ipotesi, nell'ordine delle centinaia di persone.
Sempre nell'ambito degli investimenti, scritte in piccolo nell'allegato C, volevo evidenziare tre cifre che possono solleticare un po' di più e farci capire meglio che il dibattito sui 5 milioni di detassazione delle famiglie e delle imprese siano in fondo poca cosa rispetto al totale delle risorse del nostro bilancio. In questa tabella delle spese future - sto parlando dell'elenco delle acquisizioni di forniture e servizi per un importo superiore a 1 milione di euro - abbiamo previsto per gli anni a venire, per la concessione di servizi per la gestione della discarica di Pontey, una discarica destinata a rifiuti speciali e che quindi dovrebbe essere economicamente sostenuta dalle stesse imprese che i rifiuti portano... ebbene, questo inciderà sulle spese future della Valle d'Aosta per 37 milioni di euro. Ricordo a tutti che già nel mese di luglio avevo sollecitato quest'aula a intervenire nei confronti di questo affidamento, ma ho riscontrato poca attenzione e vedo tristemente adesso che ormai questi soldi sono destinati a svanire dalle tasche dei valdostani. Un'altra spesa interessante è quella della gestione dell'aeroporto Corrado Gex, visto che completeremo, grazie alle risorse previste da questo bilancio, il nostro aeroporto commerciale, all'interno del quale inseriremo una spesa che ammonta a 48,9 milioni di euro.
Infine abbiamo un'altra spesa, sempre piuttosto lontana da una gestione virtuosa del nostro territorio nell'ottica dell'interruzione del riscaldamento globale: la fornitura di ulteriori tre treni bimodali. Lo ha evidenziato il mio collega: noi produciamo corrente elettrica e ci spostiamo con il gasolio. Che visione! Per ulteriori tre treni bimodali spenderemo 28,465 milioni di euro.
Un ultimo punto è quello che hanno affrontato quasi tutti, facendo puntualizzazioni e precisazioni, ma io vorrei parlare veramente della visione in questo ambito: lo sfruttamento delle nostre risorse idriche a fini idroelettrici. I ghiacciai, che sono la nostra vera cassaforte, stanno evaporando, abbiamo la possibilità di conservare risorse idriche in quota grazie ai nostri - ancora - bacini in modo da poter sopperire a un'inevitabile scarsità idrica destinata a colpire a breve, nel tempo di poche decine di anni, tutte le montagne del mondo e noi prevediamo di vendere una parte di questo nostro futuro, la nostra possibilità di definire scelte strategiche sull'uso dell'acqua. Qualche esempio di queste scelte strategiche, che non potremo più fare nel momento in cui CVA sarà quotata in Borsa: la possibilità di utilizzare le nostre risorse idriche e idroelettriche ai fini di sviluppo industriale, la fornitura di energia a costi agevolati per lo sviluppo manifatturiero della Valle d'Aosta non sarà più possibile quando avremo quotato in Borsa una società che avrà come unico obiettivo quello di fare soldi; non sarà più possibile individuare scelte strategiche a fini irrigui sempre dei nostri bacini; non potremo più dare da bere ai nostri campi e alle nostre bestie, quindi avremo dei problemi sul cibo in Valle d'Aosta e avremo dei problemi anche a fini idropotabili, avremo dei problemi sull'acqua da bere grazie a questa scelta se vogliamo chiamarla strategica. In questa proposta di bilancio discutiamo della possibilità di vendere al miglior offerente questa nostra risorsa per avere in cambio naturalmente più soldi, perché con questi soldi potremo fare un sacco di bellissime cose. Un vecchio capo nativo nordamericano è famoso per il discorso in cui dichiara che, una volta inquinato l'ultimo fiume e tagliato l'ultimo albero, ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare. Quanta visione di futuro in un cosiddetto "selvaggio" e quanta miopia, invece, c'è nei nostri attuali amministratori. Nello stesso discorso Piede di Corvo dichiarava di non poter vendere la terra perché non era sua, era dei suoi figli, e questo è la nostra acqua per noi: è il futuro dei valdostani, e con questo bilancio da stolti la stiamo svendendo, privandola ai nostri concittadini e ai nostri figli.
È questo un bilancio con uno sguardo tristemente al passato; lo avete definito un bilancio conservativo, ma purtroppo è solo un bilancio conservatore senza nessuna visione di futuro e senza la capacità di vederlo questo futuro. Non riusciremo assolutamente ad affrontarlo con le armi spuntate che ci lascerete in mano. Con questo bilancio condannate i valdostani a proseguire la loro strada verso la povertà e il declino, sulla quale voi - in questo momento parlo solo della nuova maggioranza remake di numerose vecchie maggioranze - li avete portati fino ad ora e sulla quale intendete continuare a condurli per i prossimi tre anni.
Faccio ancora un piccolo accenno sulla situazione degli Enti locali, che mi sta particolarmente a cuore. Gli Enti locali hanno pesantemente criticato questo bilancio e noi invece abbiamo sentito vantare come un grande risultato il fatto di avere recuperato 4 milioni di euro da destinare ai trasferimenti agli Enti locali. Vorrei ricordare che nel 2015, subito dopo le ultime elezioni comunali, la vostra vecchia maggioranza ha approvato una legge con cui il bilancio regionale si appropria di 6 milioni di euro all'anno di sovracanoni idroelettrici destinati ai Comuni dalla legge dello Stato. È questo probabilmente che il relatore Marquis intende come "battaglia con lo Stato": la possibilità di impoverire in modo discrezionale i nostri Enti locali. Questa non è autonomia, o almeno non è quella che i nostri padri hanno sognato per noi. Nella frase che leggiamo qui alla mia destra Chanoux individua la speranza di un popolo nella sua capacità di vedere il futuro, tale capacità in questo bilancio non riusciamo assolutamente a percepirla.
Avete cambiato maggioranza per salvare il Casinò e approvare il bilancio: il Casinò, se si salverà, lo farà nello stesso, identico modo sia con la vecchia che con la nuova maggioranza, come avete dovuto alla fine confessare sia ai lavoratori che ai sindacati. Quanto al bilancio, era poca cosa il bilancio Spelgatti, così com'è poca cosa il bilancio Fosson.
In conclusione approfittiamo di questa discussione sul bilancio, dei commenti che abbiamo espresso sulla vostra produzione, invitandovi a rinunciare alle vostre comode poltrone e a mandarci tutti a votare, perché l'esercizio provvisorio con il quale fino adesso avete cercato di spaventarci non può essere altrettanto brutto.
Presidente - La parola al Consigliere Lucianaz.
Lucianaz (LEGA VDA) - Parlo in italiano visto che ho qualche puntualizzazione da fare, un giorno ci metteremo a parlare anche la lingua dei valdostani. Mi è piaciuto l'intervento del collega Nogara, perché molto succoso, ha dato un sacco di spunti. La coperta è corta e giustamente qualcuno deve tirarla da qualche parte e ho notato che le variazioni portate dalla maggioranza sono state più che altro su pochi punti determinanti e i due aspetti che voglio citare sono CVA e l'ospedale. Nella relazione di Marquis trovo interessante lo spunto, molto democratico, secondo cui "le categorie e i cittadini non accettano più le decisioni dall'alto, ma chiedono una costante condivisione delle decisioni che li riguardano". Marquis termina dicendo: "dovremo davvero lavorare per la Valle d'Aosta insieme a tutti i valdostani". Noi solo la settimana scorsa abbiamo avuto il ben poco edificante e quasi oscurantista intervento dell'attuale Assessore Baccega che ci ha scioccati, quando giustamente diceva che non voleva lo streaming per l'intervento del professor Florenzano. Diamo informazioni ai valdostani. Io non so quanto siamo più informati noi dei cittadini valdostani, quindi, a mio avviso, creiamolo pure il dibattito valdostano. Le acque sono di proprietà valdostana, però c'è anche il diritto del godimento, quindi dobbiamo anche vedere se è sufficiente la proprietà, quindi andiamo a fondo su questo dibattito. Proprio nel rispetto di tutti i secoli di lotta che hanno fatto le comunità valdostane per l'acqua, è inutile nascondere le cose.
Sull'ospedale la collega Morelli ha fatto un intervento interessante, però ho trovato delle dichiarazioni: ancora nel 2012 contestava il fatto che questo progetto avrebbe creato un sacco di problemi per la viabilità, per le utenze ed è proprio lì il mio problema: quanto stiamo pensando ai cittadini valdostani? Io conosco gente che tutte le settimane va all'ospedale a trovare i malati e fa una fatica incredibile per entrare in quest'ospedale. Vanno bene i progetti, vanno bene i miliardi, ma pensiamo un po' più ai cittadini che hanno un accesso dalla parte ovest chiuso, quello della parte est stretto e anche ogni tanto gelato o coperto di neve. Sono cose elementari quindi, ma ci va un minimo di sensibilità per chi vuole entrare all'ospedale e non ha il fisico di voi giovani e che di problemi ne trova tanti. Il progetto è lì dal 2007 e si è votato, però voglio ricordare che la maggioranza si è espressa per il "sì", è vero che non si è raggiunto il quorum, ma non è che i valdostani hanno deciso "no", il quorum era molto limitato. Ricordiamoci che il partito, che aveva il 47 percento dei consensi (l'Union Valdôtaine), ha invitato, come spesso fa, i valdostani ad andare a fare una passeggiata...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... questo per dire che siamo molto sensibili alle richieste dei cittadini e apriamolo tranquillamente il colloquio e il confronto a tutti.
Président - A demandé la parole le collègue Bertin.
Bertin (IC) - Sarò breve, anche perché questa sessione dedicata al bilancio è oggettivamente sui generis. Abitudinariamente questa sessione è il risultato di un lavoro di approfondimento che durava circa un mese, i lavori del Consiglio regionale erano completamente rivisti e si dedicavano essenzialmente al bilancio; i lavori che procedevano secondo una routine anche po' "stanca" e che portava alla solita lunga sessione consiliare di bilancio, anche notturna, a volte fino alle prime ore dell'alba, in quello che era un rito che negli anni si riproduceva in modo piuttosto simile. In questo caso la situazione è radicalmente cambiata: un bilancio approvato appena una quindicina di giorni fa e un iter legislativo estremamente accelerato, e questo non rappresenta una maggiore efficienza ed efficacia, ma piuttosto una maggiore superficialità. Questo bilancio riflette purtroppo la situazione politica surreale nella quale ci troviamo. In effetti la maggioranza è cambiata tra il deposito e l'inizio dell'iter di approvazione di questo provvedimento, una situazione assolutamente unica che certamente, alla luce di un osservatore estraneo, è assolutamente anormale.
Nel merito questo bilancio riflette un po' la situazione politica e, come dicevo anche la settimana scorsa in riferimento al cambio di maggioranza, gli aspetti di continuità sono molti sia sul piano politico che su quello finanziario. Gli elementi di continuità sono molto superiori a quelli di discontinuità, non soltanto perché otto diciottesimi, come dicevo l'altra settimana, sono gli stessi, ma perché vi è una continuità politica di fondo che emerge anche in questo documento contabile. Nonostante la ripetizione come un mantra della parola "cambiamento" - lo abbiamo sentito anche questa mattina ripetere in modo un po' ossessivo addirittura dal relatore Marquis -, la continuità è l'aspetto prevalente sia con il Governo Spelgatti, appena passato a miglior vita, che con il passato meno recente, come giustamente rivendicava da questo punto di vista anche l'Assessore Testolin, perché vi è una continuità anche con il passato più remoto.
I cambiamenti sono francamente pochi. I cambiamenti introdotti dalla nuova maggioranza rispetto a quella uscente sono estremamente limitati. In pratica l'aspetto politico più rilevante riguarda l'applicazione della norma di attuazione che concerne la manovrabilità fiscale: un valore complessivo di circa 5 milioni, 4,8 milioni per la precisione. Stiamo parlando di una cifra estremamente ridotta. Teniamo presente che, ad esempio, soltanto per portare a termine l'aerostazione, il terminal, l'immobile fatiscente che accoglie i turisti alle porte di Aosta, che già sappiamo non potrà essere utilizzato con le finalità previste come terminal dell'aerostazione, perché non ci sono passeggeri che giustificano un'aerostazione di quelle dimensioni, verranno spesi 6 milioni, più di quanto non è previsto per questa manovrina, IRPEF o IRAP che sia. Tanto per avere un dato preciso: su 1.470 milioni circa 5 milioni rappresentano meno dello 0,3 percento. Questa è la differenza principale tra la maggioranza Spelgatti e la maggioranza Fosson: lo 0,3 percento si potrebbe dire. In pratica la differenza tra le due Giunte in termini finanziari e nelle scelte economiche è questa, sono praticamente identiche: poco meno dell'1 percento.
In questo si giustifica anche il comportamento, anche questo sui generis, avuto dal Consigliere Restano, che ha votato il bilancio della Giunta Spelgatti e si appresta a votare il bilancio della Giunta Fosson, che, a sentire, sembrerebbe che questi due bilanci siano in qualche modo diversi, in realtà, dal punto di vista numerico e politico di fondo, sono molto vicini. Tra l'altro, ricordo che lo stesso Restano in questo suo comportamento piuttosto schizofrenico è stato anche molto apprezzato da parte dell'attuale minoranza, tant'è che al momento del voto come Segretario del Consiglio ha ottenuto addirittura una parte del consenso dell'opposizione. Mi pare un segnale politico piuttosto evidente anche questo sulla continuità e sulla poca differenza in fondo che al momento si percepisce tra le due Giunte. È tutto piuttosto anomalo, è tutto piuttosto strano. Direi che questo comportamento di Restano è un'acrobazia degna di un maestro, come lo è stato La Torre in questi anni, è tutta una situazione piuttosto surreale, ma, al di là di quello che c'è scritto in questo bilancio, la cosa che lo caratterizza di più è che sia nel primo bilancio che nel secondo manca una visione complessiva, al di là dell'aspetto prettamente finanziario.
Ricordiamoci che in questi anni la situazione finanziaria della nostra Regione è profondamente cambiata, dal cosiddetto "accordo di Palazzo Grazioli" nel 2010 ad oggi il bilancio della Regione è drasticamente cambiato: se per anni abbiamo beneficiato di un'abbondanza finanziaria che ci ha permesso di spendere moltissimo, di creare anche un'economia "drogata" e di fare scelte sbagliate che oggi stiamo pagando, la situazione da allora è cambiata in modo radicale, se per lungo tempo la nostra Regione ha beneficiato di un residuo fiscale positivo, vale a dire che riceveva più di quanto versava, oggi la situazione è ben diversa: la nostra Regione ha un residuo fiscale negativo - secondo i dati che ho avuto dal Ministero del Tesoro, anche se poi questi dati sono piuttosto difficili da interpretare - di 1.200 euro a testa, vale a dire che ogni valdostano versa di più di quanto riceve per circa 1.200 euro. Una situazione estremamente diversa rispetto a quella di una quindicina o una ventina di anni fa, quando, facendo più o meno una comparazione, si parlava di un residuo fiscale positivo dalla Regione, al contrario, di circa 5-6 mila euro, aggiornandoli ad oggi. Una situazione che ci avrebbe dovuto imporre un cambio di mentalità, poiché continuare, come si è fatto in precedenza, con un bilancio estremamente generoso ovviamente non è più possibile. Stiamo proprio pagando questa mancanza di cambio di mentalità, che negli anni, purtroppo, ha fatto sì che andassimo avanti come se le cose fossero rimaste sempre le stesse. Anche in questo bilancio non si intravede un cambio radicale da questo punto di vista, che è anche proprio di approccio alla questione.
Per quanto riguarda l'applicazione del decreto relativo alla manovrabilità fiscale: un importante strumento che da due anni abbiamo a disposizione, uno strumento che ci dovrebbe permettere di esprimere una politica economica, indirizzare l'economia valdostana nei settori nei quali crediamo sia importante e crediamo di vedere il futuro, in una versione o nell'altra di questo bilancio, molto simile, questa piccola parte in realtà non dà nessuna visione sul futuro. Al di là di IRPEF o IRAP, non si vede qual è l'idea che abbiamo della Valle d'Aosta e della politica economica che crediamo necessario realizzare in questi anni in questa nostra regione. Questo strumento va utilizzato in un modo migliore e più efficace per esprimere una politica economica, come fanno anche delle realtà molto più grandi della nostra che hanno questi strumenti a disposizione, in questo caso ancora una volta anche in questo aspetto manca una visione.
Non voglio adesso fare un discorso generale, ritorno su aspetti più concreti: da CVA all'ospedale, all'aeroporto. L'aeroporto ve lo risparmio perché sapete come la penso, sono diversi anni che rappresento in tutti i modi quello che, a mio avviso, c'è da fare e che bisogna fare in fretta. Per quanto riguarda l'ospedale, invece una decisione a breve va presa e trovo anche qui un errore quello di limitare le possibilità in vista di un possibile intervento per un presidio ospedaliero unico. Certo, c'è stato un referendum nel lontano 2007: il famoso referendum delle "matite spezzate". Quella giornata ce la ricordiamo tutti, quella fredda domenica del novembre 2007: un triste momento per la democrazia della nostra Regione. Al di là del merito del risultato, ricordiamoci che quel referendum era stato impostato su un'alternativa: la ristrutturazione dell'attuale ospedale, oppure la realizzazione di un nuovo ospedale fuori città. In realtà il risultato è stato tradito poiché non si va a ristrutturare l'ospedale esistente, ma si va a realizzare un nuovo ospedale in città, che non era nelle domande presentate ai cittadini nel lontano 2007, situazione ben diversa. Molto ha giocato in quell'occasione il fatto di dire ai cittadini: "se facciamo un ospedale fuori città, poi cosa ne facciamo del Mauriziano appena acquistato?". In realtà, il referendum è stato tradito poiché il progetto che si vuole portare a termine è di un nuovo ospedale sopra il guerriero celtico, l'H24 come veniva chiamato, un progetto ben diverso, pertanto anche quel risultato referendario va interpretato in modo ben diverso rispetto a una semplice presa d'atto, come ho sentito fare anche dalle persone con le quali ci siamo dedicati a quella battaglia, persa sicuramente, che non può essere archiviata come una presa d'atto poiché quel referendum chiedeva altro rispetto a quello che si vuole fare.
Lasciare la possibilità di valutare ogni possibilità rispetto alla realizzazione di un nuovo presidio unico quindi non soltanto non va contro il risultato referendario, ma è, a mio avviso, perfettamente in linea con quel risultato, perché quel risultato è stato già abbandonato e tradito da quello che si è fatto in questi anni. Ricordo che soltanto in progetti e in lavori preparatori, scavi e sondaggi archeologici sono stati spesi 15 milioni di euro e realizzato zero. Siamo ancora alla situazione di partenza, con tutte le problematiche di un ospedale diviso su tre presidi. Non si è risolto niente, si sono spesi tanti soldi e la previsione un po' nefasta che molti facevano e facevano anche in quegli anni post referendum che in quel sito non si sarebbe mai portato a termine l'ospedale purtroppo si sta avverando. Credo che valutare ogni possibilità rispetto all'ospedale sia una cosa doverosa. Da questo punto di vista, credo sia un errore che la nuova maggioranza voglia limitare a queste possibilità, vale a dire all'ampliamento dell'attuale ospedale. La realizzazione di un nuovo ospedale in centro città credo che non sia un fatto positivo, ma che vada valutata ogni possibilità rispetto alla realizzazione di un presidio ospedaliero unico, che è sempre più necessario, ce ne rendiamo conto.
Riguardo alla CVA, anche qui un po' di chiarezza andrebbe fatta e soprattutto, a mio avviso, alla fine, magari in modo regolato dopo un lungo dibattito, ma la scelta non potrà che essere affidata ai cittadini, con tutte le difficoltà che questo comporta. Alla fine credo che sarà inevitabile realizzare una sorta di referendum sulla quotazione o meno di CVA, anzi, più che sulla quotazione, su cosa vogliamo fare di questa importante azienda della nostra regione, a prescindere dalla quotazione o meno.
Come dicevo, purtroppo in questo bilancio manca una visione, magari non condivisibile, ma necessaria anche per magari opporsi o per in qualche modo contrastarla. Il fatto che manchi una visione è l'elemento più debole di questo bilancio, di questo e di quello della precedente Giunta Spelgatti, in prospettiva non potrà che rappresentare l'ennesimo problema per questa Regione, che, come dicevo, in una situazione finanziaria come quella attuale, ha bisogno di avere una prospettiva con una programmazione nel tempo, l'improvvisazione non è più sostenibile. Lo dicevo a conclusione del mio intervento sulla nuova maggioranza, sulla nuova/vecchia maggioranza: la Valle d'Aosta si meritava e si merita qualcosa di meglio.
Président - La parole au collègue Restano.
Restano (GM) - Abbiamo ascoltato con attenzione le relazioni dei colleghi che hanno presentato il bilancio e devo dire che sono ricche di spunti e inducono a una profonda riflessione, una riflessione innanzitutto politica. Su questo vorrei introdurre il mio intervento. Vi sarà capitato, magari in diverse occasioni, di sentir parlare di società liquida, forse apparentemente senza capire, se non per sommi capi, di cosa si stesse parlando. Quest'estate ho avuto l'opportunità finalmente di leggere uno scritto, un saggio scritto da Bauman, un luminare della sociologia polacco, morto di recente, che ha espresso dei concetti molto chiari che ritengo siano perfettamente calzanti con la situazione sociale e politica che stiamo vivendo e che voglio oggi qui riassumere, in quanto credo e spero possano darci dei buoni spunti di riflessione: "con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sempre più sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada, ma è antagonista di ciascuno da cui guardarsi". È inutile far finta che ciò non sia accaduto o che non stia accadendo anche nel nostro sistema politico regionale. A nulla servono alcune affermazioni odierne, ricche di buone intenzioni e propositi positivi, che sono quanto meno poco coerenti con quanto posto in essere nel recente passato. Questo soggettivismo nella storia passata e in quella presente ha minato le basi della modernità anche su questa nostra regione, l'ha resa fragile.
È pertanto una situazione in cui, venendo gradualmente meno ogni punto di riferimento, tutto si risolve in una sorta di liquidità. A questo punto si perde anche la certezza del diritto: per esempio, da una parte la Magistratura è sentita come nemica, mentre, dall'altra, è vissuta come uno strumento di rivalsa anche politica. Si perde la certezza del ruolo della politica, confusionaria, senza punti di riferimento, dove l'unica soluzione per l'individuo è l'apparire a tutti i costi. Cari colleghi, come si fa a non soffermarsi su quest'ultimo punto? Come si fa a non pensare che alcune impasses politico-amministrative culminate con la lunga crisi, già esasperate qualche settimana dopo la nascita della precedente legislatura, non siano dipese da nobili valori o da visioni più illuminate sul presente e verso il futuro della nostra comunità, bensì sono dipese da desideri e da personalismi appartenenti proprio alle logiche della società liquida o di altro tipo? Questa bulimia senza scopo ben rappresenta i partiti e i movimenti politici e, ahimè, con questa politica liquida da diversi anni a questa parte ci troviamo a convivere. Anche qui nella nostra piccola Regione abbiamo assistito, anche passivamente, a questo modo di operare fatto di comunicati, post, tweet, dichiarazioni rese da addetti ai lavori, poi puntualmente smentite, proprio perché il confronto interno è venuto meno e quanto espresso pubblicamente non rappresenta il pensiero comune del gruppo di appartenenza.
Oggi, come ieri, siamo qui a raccontare ai valdostani sempre la stessa storia. Oggi parliamo di emergenza, di cui siamo direttamente o indirettamente responsabili, e di futuro. Se le parole hanno ancora un significato, è importante, a mio avviso, in questo momento usare parole chiare e precise. La crisi che abbiamo vissuto è stata concepita sin dal luglio scorso, impregnata di quella liquidità di cui ho accennato, che si è esplicitata nel momento meno propizio considerato che proprio in questo mese dell'anno le energie dovevano essere spese per capitalizzare un bilancio previsionale strutturato e forte di contenuti, che, seppur numerici, tracciavano gli indirizzi politici da tradursi poi in azioni amministrative, invece no, si è aperta una crisi direi al buio, di difficile soluzione e, come ben sappiamo, si tenta in corsa una virata a sinistra con il fine di arrivare al numero 18, con il risultato di aver creato ulteriori fratture all'interno di quest'aula, schizofreniche mi permetterei di dire al collega che ha appena parlato. Così, fallito il piano A, si è passati di corsa, rivalutando la soluzione di emergenza, data la disponibilità dell'amico Fosson e del gruppo PNV, al quale si è aggiunta la collega Rini per uscire dal guado, con gran senso di responsabilità. Lasciatemi dire che non è stata una decisione facile, perché siamo tutti consapevoli della gravità del momento, della disomogeneità di pensieri, di vedute e comportamenti all'interno della forza di maggioranza. Detto ciò, sono certo che la persona di Tonino Fosson è quanto di meglio possa oggi rappresentare la figura istituzionale di garanzia di cui noi abbiamo bisogno: persona di grande esperienza, di alto profilo e grande capacità di mediare e di favorire l'apertura con la logica di includere chi ha voglia di dare il suo apporto e non di escludere a priori.
Il nuovo progetto politico dei 15, iniziato dapprima in 13, ai quali in seguito si sono aggiunti altri 2 colleghi, è rappresentato dai movimenti oggi in maggioranza: Union Valdôtaine, Union Valdôtaine Progressiste, ALPE Vallée d'Aoste, Stella Alpina, che, da come dichiarato con svariati comunicati, superando le divisioni e i personalismi, hanno sancito la creazione di un progetto politico autonomista, federalista e progressista, in armonia con i principi statutari di autonomia al fine di affrontare l'attuale contingenza e i futuri appuntamenti politico-amministrativi della nostra Regione su basi, ideali, metodi e valori comuni, garantendo il rispetto delle singole identità politiche. Ebbene, tengo a precisare che PNV non ha aderito a questo ennesimo nuovo progetto semplicemente perché al momento della sua costituzione non ci apparteneva e non ci appartiene ancora oggi. Non crediamo che un progetto possa nascere con una logica ad excludendum e mettendo insieme tante diversità politiche, perché si potrebbe correre il rischio che così come velocemente nasce altrettanto velocemente potrebbe anche morire. Servirebbe invece un percorso più articolato di confronto politico, da noi di PNV fortemente auspicato, che abbiamo definito "laboratorio", però mi auguro e mi adopererò affinché i fatti futuri potranno smentire quanto da me appena detto.
Vengo ora al programma che è stato presentato lo scorso Consiglio e che oggi viene esplicitato anche nel bilancio regionale, che si enuncia in due punti: il primo che trova la totale nostra condivisione - ribadendo peraltro il comunicato di PNV il 22 novembre scorso, con cui manifestavamo pubblicamente l'apertura al dialogo per formare un governo di scopo - raccoglie le azioni su cui siamo chiamati oggi a lavorare - e lavoriamo fin da subito con celerità - definite urgenti: il bilancio lo stiamo discutendo oggi, la modifica della legge regionale per l'elezione del Consiglio Valle, il ripristino dell'elezione diretta dei Sindaci per i Comuni sotto i mille abitanti, la modifica della legge regionale che disciplina gli interventi in materia di finanza locale relativamente ai criteri di riparto dei trasferimenti finanziari senza vincoli di destinazione, la creazione di un ente unico di promozione, di cui, insieme a tanti altri colleghi, sono fervente sostenitore.
Infine, in merito al secondo punto del programma intitolato: "Progettare il futuro", mi pongo e vi pongo una domanda: con "Progettare il futuro" saremo in grado di trovare una convergenza reale, di dare delle risposte concrete, ma soprattutto di tenervi fede? Per quanto mi riguarda, all'interno di quest'aula, in qualità di Consigliere di PNV, con grande onore svolgerò questo ruolo attivamente, cercando di parlare con tutti e di parlare soprattutto con le forze politiche disponibili al confronto che condividono i principi di PNV, naturalmente confrontandomi con le forze della maggioranza odierna, ma anche con la Jeune Vallée d'Aoste, con la Lega e il MOUV'. In buona sostanza, il dialogo, il confronto sono aperti, così come lanciato dal Presidente Fosson, a chi vorrà in qualche modo contribuire a costruire una politica più solida, in grado di dare risposte ai cittadini e non risposte agli appetiti personali.
Passo ora al bilancio e a quanto contenuto in esso. Io devo ringraziare, così do una risposta al collega Bertin, i colleghi della nuova maggioranza che si sono impegnati anche a non stravolgere il bilancio attraverso un confronto serio e aperto e, rispondendo alla sollecitazione fatta poc'anzi, non si tratta di schizofrenia: chi è schizofrenico è chi partecipa magari a degli incontri nascosti, segreti, poi cambia idea, non lo dice ai propri colleghi. All'interno di PNV il rapporto è stato chiaro, com'è stato chiaro nei confronti della maggioranza di cui facevo parte prima, non è mai stato nascosto nulla, è sempre stato detto tutto, nulla di segreto anche quando mi confrontavo con la minoranza. Alla stessa maniera noi di PNV ci comportiamo oggi con i nuovi partner di maggioranza. Il nostro è un impegno importante: quello di non far andare in esercizio provvisorio l'Amministrazione regionale. Qualcun altro che ha parlato poc'anzi non ce l'ha fatta, forse perché non vuole mettersi in discussione, forse perché non vuole prendersi delle responsabilità? Ne abbiamo vissute parecchie di queste situazioni, ma non hanno mai dato risposte. Solo critiche, solo fantasie, solo filosofia, metterci la faccia non è facile né per gli uni, né per gli altri, tantomeno per me. È vero, sono stato in una maggioranza e sono stato in quell'altra; ho approvato un bilancio e ora discuto lo stesso bilancio lievemente modificato, però mi sono preso delle belle responsabilità, gli altri tre - e guardo la collega di là - non hanno saputo prendersele. Questo è il danno che si rischiava di fare alla comunità valdostana: blaterare ma nulla di concreto.
Veniamo invece al concreto. Ringrazio l'attuale Assessore al turismo con il quale mi sono consultato e abbiamo concordato di mantenere l'impostazione data dagli uffici e dalla precedente maggioranza sul tema di cui trattiamo, ma prima vorrei parlare anche della parte sanitaria perché gli interventi mi hanno stimolato. Il bilancio prevede un impegno per la sanità di 255 milioni, nel tempo abbiamo potuto accertare che con meno di 250 milioni il nostro sistema sanitario non riesce a mantenere i servizi offerti fino ad oggi, che, permettetemi, sono servizi di assoluta eccellenza. Io provengo dalle professioni sanitarie e non concordo sul fatto, come a volte si dice, che hanno necessità di aggiornamento, che c'è mancanza di professionalità, poc'anzi è stato fatto un accenno di questo tipo. Abbiamo dei grandi professionisti, abbiamo veramente delle eccellenze che tanti ci invidiano e ogni anno attraverso la formazione continua in medicina, è una legge dello Stato, sono posti e sottoposti, con il sistema degli ECM, a continui aggiornamenti, a volte vanno anche a proprie spese ad aggiornarsi, quindi non mi trovo d'accordo con le critiche sul personale. Se vogliamo discutere sull'opportunità o meno di ristrutturare l'ospedale, di fare un ospedale nuovo sono d'accordo, ma non mi si deve toccare la professionalità né dei medici, né di tutto l'altro personale che opera in sanità. In questi giorni ho avuto modo di frequentare l'ospedale, si accede abbastanza facilmente, non è così complesso, com'è stato detto poc'anzi, ho trovato grandi professionisti e tanta disponibilità, non hanno smentito quanto poc'anzi ho detto.
La spesa sanitaria nel nostro bilancio prevede uno stanziamento aggiuntivo per l'assistenza sanitaria superiore ai LEA, quindi la nostra Regione si distingue anche in questo bilancio per dare qualcosa in più rispetto alle altre Regioni: una spesa che mi sembra superi il milione di euro, e ancora si mettono dei soldi per il payback derivante dal recupero delle somme a carico delle aziende farmaceutiche stimate in 900 mila euro. La cosa più importante è data dal punto 7 dell'articolo 13, vale a dire che la Giunta regionale, come già fatto nelle precedenti leggi di bilancio, è autorizzata ad apportare, con proprie deliberazioni, delle modifiche qualora in una situazione di eventuale emergenza se ne ravvedesse la necessità: questo è molto importante, è uno strumento direi fondamentale per il mantenimento dei livelli di assistenza sanitaria per il mantenimento del nostro ospedale.
Veniamo ora alla parte che riguarda gli aspetti più turistico-sportivi. Si è colta in commissione l'occasione per sistemare alcune norme e per dare una sorta di rinnovamento, rinnovamento che è stato recepito dall'attuale maggioranza, anche nella formazione degli Assessorati. Abbiamo parlato dell'Ente unico di promozione del prodotto Valle d'Aosta e, nella rimodulazione degli Assessorati, l'enogastronomia, la cultura e il turismo sono stati accorpati. Direi che manca ancora un piccolo spicchio, ma forse il nuovo Office, chiamiamolo così, potrà contribuire ulteriormente a portare avanti questo discorso. Soprattutto la norma parla agli articoli 24, 25 e 26 di alcune novità per quanto riguarda soprattutto le professioni del turismo. Si dà l'opportunità alle associazioni accreditate di organizzare dei corsi specifici per quanto riguarda i gestori dei rifugi alpini, per quanto concerne anche altre professioni turistiche: è un grande passo avanti che permette alla Regione di aggiornare o formare nuove professioni del turismo anche in assenza di risorse, ci adeguiamo ai tempi che cambiano.
Visto quanto discusso sui media nei mesi passati, siamo andati anche a prevedere un intervento regionale a favore del Centro sportivo esercito, come avviene peraltro nella Provincia autonoma di Trento, dove la collaborazione è aperta alla Guardia di Finanza e con le Fiamme Oro. Questo ci permetterà di specializzare delle professionalità specifiche nel mondo dello sport presenti presso l'Esercito italiano e di avviare delle collaborazioni importanti, sperando anche di mantenere queste professionalità in Valle d'Aosta, perché, come avete letto tutti sui giornali, viene ventilato un possibile trasferimento di queste professionalità, di queste strutture a Bolzano. Sono delle strutture che ovviamente tutti ci invidiano, ma che sviluppano delle capacità nei nostri giovani che poi nella vita quotidiana di tutti i giorni, una volta che non faranno più gli atleti, potranno essere sviluppate nel soccorso alpino, nell'insegnamento dello sci, nell'accompagnamento in montagna dei turisti ed è questo proprio quello che noi cerchiamo di creare per poi vendere a chi viene a visitare la nostra Valle d'Aosta.
Siamo intervenuti - lo voglio precisare al collega Vesan - in materia di produzione di neve, perché altre Regioni, ahimè, su questo argomento, soprattutto nello sci nordico, hanno fatto un passo avanti: vale a dire la capacità di produrre dei cumuli di neve da stoccare nel periodo estivo e poi utilizzare a fine ottobre e novembre per predisporre delle piste anzitempo, e quindi portano un'utenza particolare a sciare sulle nostre piste. La perdita della neve è di circa il 30 percento, quindi la necessità di produrla nel mese di dicembre, o nei mesi più freddi, compensa la perdita del prodotto neve durante il suo stoccaggio estivo. Per quanto concerne quanto è stato detto ieri all'interno della conferenza, quanto noi abbiamo colto in questa finanziaria e quanto dovremmo cogliere in futuro, è vero, avremo sempre meno neve, ma noi abbiamo le montagne più alte d'Italia ed è questo il prodotto che noi dobbiamo vendere: alle nostre quote si continuerà a sciare, mentre altrove non si potrà farlo. Noi quindi dovremo prevedere dei servizi a determinate quote, e questa è la sfida del futuro ed è per questo motivo che nel bilancio bisognerà trovare le risorse per mantenere le nostre strutture, i nostri impianti sciistici, possibilmente per potenziarli laddove sarà utile farlo. Bisognerà fare delle scelte coraggiose, alcune stazioni a bassa quota, ahimè, dovranno fare delle scelte diverse, si dovrà decidere controvoglia forse per la loro chiusura, oppure per una trasformazione, perché negli impianti di risalita sta prendendo sempre più piede una forma di turismo estivo, con il trasporto di biciclette, la gente vuole salire in quota con gli impianti per poi vivere delle emozioni particolari che altrimenti a bassa quota non vivrebbe, per farsi le foto in alta quota e poi raccontare altrove la propria bellissima avventura, per raccontare i nostri suoni, i nostri sapori e i nostri saperi di alta montagna, ma se non li portiamo in alto, come fanno ad arrivare? La manutenzione di questi impianti, sia nel periodo invernale che nel periodo estivo, quindi per noi è importantissima.
Nel bilancio sono state condivise con il collega Bertschy determinate scelte strategiche, vale a dire dotare i nostri pullman di strumenti per il trasporto di veicoli a due ruote, un emendamento mi sembra che reciti così, perché il futuro va verso la bicicletta, va verso la pedalata assistita e noi ci vogliamo adeguare a questo servizio, sono stati messi dei soldi per questo. Mi dispiace contraddirla, ma il biglietto elettronico era già previsto da tempo: non c'erano i soldi, adesso sono stati messi. Sono importanti iniziative, bisognerà poi collegare il biglietto previsto dal trasporto su ferro con quello che è previsto su trasporto su gomma, non è una cosa semplice. È anche per questo che fino ad oggi chi mi ha preceduto è stato obbligato a fermarsi e ad attendere un pochino di tempo.
Come dicevo prima, sul turismo si è parlato dell'ente unico, che è stato avviato e dovrà trovare compimento nel corso del prossimo anno, ma soprattutto si sono fatte delle scelte coraggiose: si sono investiti più soldi, si è passati dalle parole ai fatti. Mi fa piacere che sia un progetto che ha in comune la vecchia e la nuova maggioranza, quindi, da questo punto di vista, non è stata una grossa schizofrenia la mia. Sono aumentati i soldi sulle manifestazioni turistico-sportive, sulla promozione, sulla pubblicità della Valle d'Aosta, sono pressoché raddoppiati... sono stati mantenuti i contributi per quanto riguarda le attività sportive che l'anno scorso erano stati lievemente alzati e questo è uno sforzo importante, perché le attività sportive lavorano per la formazione dei nostri giovani, perché li fanno crescere. Soprattutto si è trovata la forza di trovare dei fondi per i rifugi alpini e per i bivacchi: la legge del 2004, che non veniva più finanziata e che finalmente trova di nuovo 650 mila euro a disposizione. Si pensava in un primo tempo di togliere i fondi destinati ai fondi di rotazione per il turismo equestre, invece poi si è deciso di mantenerli, perché è un turismo in crescita. Non sono molti questi fondi, forse in una futura variazione bisognerà valutare se potenziarli, però si nota che è un turismo che sta crescendo e che vede tanta gente interessata. Queste sono in buona sostanza le novità di questo bilancio. Io credo che sia stato fatto un buon lavoro.
In merito invece all'argomento più dibattuto oggi, che riguarda IRPEF, l'IRAP e il bon de chauffage, devo dire che ho una spiccata sensibilità su questo argomento venendo anche da una famiglia dove si svolgono attività artigianali e commerciali, quindi vedo di buonissimo grado la riduzione dell'IRAP, ma devo dire in tutta sincerità che vedo altrettanto di buon grado anche la riduzione dell'IRPEF. Sono iniziative che avevamo già presentato come emendamenti nello scorso bilancio, molto sinceramente non vedo così altrettanto bene il bon de chauffage. Ritengo che debbano essere premiate le persone fisiche e i valdostani che lavorano e che pagano le tasse. È in elaborazione la misura unica per la famiglia, ma anche se piccola, la diminuzione dell'IRPEF sarebbe stato e sarà un buonissimo segnale, altrettanto buona la riduzione dell'IRAP. Questa è la sfida che lancio alla nuova maggioranza e - perché no? - anche all'ex maggioranza: trovare insieme i fondi necessari per dare soddisfazione, nel corso di questo bilancio, nel corso delle variazioni, all'abbattimento dell'IRAP e dell'IRPEF per essere significativi per tutti i valdostani che ne hanno il giusto diritto.
Président - La parole à la Conseillère Minelli.
Minelli (IC) - Intervengo per fatto personale. Io non credevo che la discussione di bilancio prevedesse delle valutazioni sulle vicende del recente passato che hanno portato alla formazione della nuova maggioranza, io rispondo delle mie azioni e ricordo semplicemente, così faccio anche un po' di chiarezza, che, per quanto mi riguarda, ho ritenuto necessario partecipare all'elaborazione di una proposta alternativa a quanto le forze politiche stavano progettando e che poi ha prodotto questa nuova maggioranza. La mia non è stata l'idea di aderire a un progetto di maggioranza a lungo termine, ma quello a cui ho collaborato è stata la proposta di un accordo a termine, circoscritto su punti specifici, con un Esecutivo dalle caratteristiche che erano nelle intenzioni molto diverse da quelle che invece ha l'Esecutivo attuale.
Sull'assunzione di responsabilità, sulla serietà e la volontà di lavorare alacremente dalla mia posizione non prendo lezioni dal collega Restano, che, per quanto è la mia esperienza in questo Consiglio, ma anche quando al di fuori di qui seguivo le vicende del Consiglio, è stata piuttosto una persona attendista e più vicina all'immobilismo che all'impegno concreto.
Quanto poi alle accuse di blaterare e a quelle di personalismo, le respingo cordialmente al mittente.
Presidente - La parola al collega Sorbara.
Sorbara (UV) - Riprendo, anche a seguito di una serie di confronti che abbiamo fatto in II Commissione, il tema dell'IRAP. Bisogna rimarcare il fatto che l'IRAP è un'imposta istituita nel 1997, che non è altro che una tassa. Ricordiamo circa il 90 percento del gettito ottenuto e attribuito alle Regioni, non nel caso della Valle d'Aosta ma per quanto riguarda le Regioni a Statuto ordinario, ha l'obiettivo di finanziare il fondo sociale e sanitario, questo già con una determinata finalità. È importante anche definire chi è il soggetto dell'imposta. Si tratta di un'imposta strettamente legata al fatturato dell'azienda, sono quindi soggetti al suo pagamento in buona sostanza tutti coloro che esercitano un'attività anche non commerciale, compresi i produttori agricoli, i quali però in alcuni casi possono essere esonerati. Mentre ricordiamo che l'imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche è un'imposta diretta e progressiva, proporzionale ed effettiva all'entità di tutti i redditi percepiti dal contribuente, per cui parliamo di tutti i redditi, a prescindere dall'entità del reddito. Sicuramente voi potete ribadire il fatto che avevate previsto solo alcuni scaglioni, ricordiamo che il range è comunque tra il 23 percento e il 43 percento, ma in ogni caso non abbiamo l'entità e la certezza del reddito percepito.
Il Governo Conte targato Lega e Cinque Stelle non permette oggi di fare delle previsioni certe, ma in ogni caso tutte le formule previste mirano al lungo periodo e a fungere da corollario alla flat tax. Oggi l'alleanza Lega-Cinque Stelle ha consolidato l'ipotesi di introdurre le tre aliquote fisse, che, qui lo ricordiamo, erano già state portate avanti anche dal Governo Renzi, di andare ad individuare e ad accorpare il secondo e il terzo scaglione e il quarto e il quinto scaglione, riformando il meccanismo così di imposizione IRPEF sui redditi delle persone fisiche. L'applicazione non riguarderà sicuramente il 2019 e, sempre risorse permettendo, se ne riparlerà forse nel 2020, anche per quanto riguarda le nuove deduzioni di cui si era parlato a livello nazionale. Presumo che proprio per questo motivo la stessa Regione Liguria ha approvato modalità di richieste di esenzione del pagamento dell'IRAP per le nuove attività avviate nel 2018. In Italia nel terzo trimestre 2018 gli occupati stanno aumentando di circa uno 0,6 percento rispetto al trimestre 2017, in Liguria la crescita stimata sarà pari all'1,8 percento grazie in particolar modo anche a questo intervento, anzi vogliono ampliare la platea delle aziende oggetto di esenzione. Tra le novità, oltre all'accesso semplificato, anche l'esenzione dello sgravio agli esercenti del commercio al dettaglio, alle imprese artigianali collegate al marchio artigiani, dove, in particolar modo nella regione Liguria, le varie associazioni in ambito artigiano sono interlocutori privilegiati.
Quale effetto potrà avere in Valle d'Aosta? Ricordiamo i dieci decimi del gettito fiscale che ci permette di finanziare tutta una serie di attività e agevolazioni che fuori Valle non esistono e che vengono ridistribuiti su tutti i cittadini, in particolar modo nei confronti delle persone bisognose. Può essere anche un effetto attrattivo per quanto riguarda le imprese che arrivano dal Piemonte, perché comunque avere la possibilità di avere ragione fiscale o ragione comunque sul territorio valdostano permetterà tutta una serie di agevolazioni. Qua mi associo alle parole della collega Morelli sul fatto di evidenziare che in sede di audizione della II Commissione il messaggio delle varie associazioni principalmente è stato: "siamo state poche volte interpellate, poche volte consultate e ancor meno sentite", motivo per cui dovrà essere questo un Governo aperto al dialogo, e in quello che sto comunque verificando in questi giorni è comunque aperto a tutti.
Non per ultimo volevo ricordare il settore della viticoltura, mai interpellato dal Governo precedente. Ricordo solo che nel settore dell'agricoltura fattura circa 12 milioni all'anno, per cui è un settore sicuramente attrattivo, un settore che dovrà essere un interlocutore nel dialogo e nella stesura dei prossimi provvedimenti.
Che dire poi dei Comuni? Quello che è emerso in sede di audizione, sia da parte dei sindacati che anche da parte del CPEL... dove ha evidenziato come nel precedente bilancio sono state messe risorse nei confronti dei dipendenti e di nuove assunzioni a livello regionale, però chi come il sottoscritto e tanti di noi seduti all'interno di questo Consiglio arriva dai Comuni è consapevole che in questo momento la grossa difficoltà dei nostri Comuni è il personale. È sicuramente corretto fare investimenti per cercare di acquisire finanziamenti anche a livello nazionale e a livello europeo, ma alla fine se poi all'interno dei Comuni non ci sono le persone che possono utilizzare e fare in modo che questi soldi vengano spesi, ecco che il risultato è veramente negativo. Tant'è ricordo che anche in tutti gli ultimi finanziamenti, in tutte le norme per quanto riguarda l'acquisizione e l'utilizzo di nuove risorse viene sempre e comunque riservata una quota parte per la ricerca del personale. In una settimana questo è un punto su cui non abbiamo dato delle risposte certe, ma l'unica cosa che possiamo garantire è che, grazie alla nostra esperienza, daremo risposte certe ai Comuni.
Per quanto riguarda il lavoro, ha fatto una citazione questa mattina il Consigliere Aggravi, ricordo che lo stesso economista ha ricordato che bisogna ragionare sul lungo termine e non nel termine immediato o con misure atte a produrre della ricchezza immediata. Il lavoro crea dei cittadini, il lavoro ai cittadini permette di spendere, permette agli stessi di pagare le tasse. Qualcuno ha detto che vogliamo dare dei piccoli segnali, assolutamente no, noi vogliamo dare un forte segnale. Noi ci assumiamo la responsabilità di fare delle scelte, scelte forti che, secondo me, cambiano anche l'approccio dei cittadini nei confronti dell'amministrazione: cittadini consapevoli e rispettosi del bene pubblico. I cittadini sono consapevoli che, se si incentivano le imprese, è un vantaggio per tutti. Le aspettative positive fanno girare l'economia, perché, se le imprese, gli imprenditori e le associazioni sono consapevoli di avere un Governo attento alle loro difficoltà, le imprese riprendono a investire. I nostri cittadini sanno che è più importante un posto di lavoro, che restituisce alle persone dignità e senso di vivere. Ne abbiamo parlato in più occasioni in questi ultimi mesi e anche dalle cronache dei giornali si rileva come il livello di depressione e il numero dei suicidi nei vari territori è aumentato e il filo conduttore è sempre ed esclusivamente il lavoro. Penso pertanto che la scelta che ha fatto questo Governo sia sicuramente una scelta forte e sia nell'indirizzo giusto di creare lavoro.
Dalle ore 18:30 assume la presidenza il Vicepresidente Rollandin.
Rollandin (Presidente) - La parola al Consigliere Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Ringrazio i colleghi intervenuti prima. Parto da quello che ha ricordato la collega Morelli: quando ero sui banchi della Giunta dissi che l'ultima mela avvelenata che avremmo potuto regalare ai valdostani era la non approvazione del DEFR e del bilancio, per cui rimango di quell'idea e sono assolutamente felice che da quest'aula venga dato uno strumento efficace alla nuova maggioranza per andare avanti nella gestione del bilancio regionale, soprattutto per dare certezza per quanto riguarda il futuro finanziario della nostra Regione.
Qualcuno ha ricordato nei vari interventi che il DEFR e il bilancio sono stati scritti a più mani. È vero, anche perché, al di là di tutto, in questo momento di grande confusione politica c'era la necessità comunque di prevedere uno strumento da presentare in aula. Ci abbiamo provato, la nuova maggioranza che è subentrata ci ha lavorato, qualcosa è stato cambiato nei limiti legati a quello che in questo momento è un legaccio che, di fatto, limita la possibilità di intervenire sulla totalità della disponibilità finanziaria. Noi siamo ancora in attesa che la finanziaria dello Stato recepisca l'accordo e ci permetta di utilizzare...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... l'ha già recepito, è un'ottima notizia. Ne prendo atto e sono contento che sia io a darne notizia in quest'aula, perché significa che verrà comunque rispettato quell'importante accordo sottoscritto.
Dicevo prima che è un bilancio scritto a più mani e a me piacerebbe partire un po' dalle condivisioni che abbiamo avuto in questo percorso. Sono state citate ancora, ma lo citava prima il collega che mi ha anticipato dicendo che comunque una delle difficoltà che ci sono è quella legata al reperimento del personale degli enti pubblici; in questa finanziaria ci sarà il superamento del blocco delle assunzioni, il famoso rapporto 1:10 per quel che riguarda i dipendenti pubblici. È un segnale importante, perché significa che abbiamo esaurito quello che da più parti era visto come un eccesso di dipendenti pubblici e soprattutto ci darà la possibilità di potenziare quei settori in difficoltà, vedi quello dei fondi europei, dove noi, con il fatto di non avere la possibilità di implementare le risorse, siamo entrati in difficoltà. C'è la proroga delle graduatorie, altro aspetto che è stato condiviso sia dal Governo precedente che dal Governo attuale; c'è la proroga degli anticipi per quello che riguarda gli agricoltori, il PSR 2015, un altro aspetto importante perché, in questo momento di difficoltà del mondo agricolo, almeno per quelli che non hanno ancora percepito i dovuti trasferimenti ai sensi del PSR, possono avere la possibilità di non restituire queste risorse.
Detto questo, io penso doveroso rivendicare un'assoluta differenza di approccio che ha caratterizzato l'azione politica della Giunta Spelgatti nella predisposizione di questo bilancio. Lo rivendico perché, rispetto al bilancio precedente, la nuova maggioranza, il nuovo Governo avrà a disposizione un bilancio reale, totalmente spendibile da subito, da gennaio 2019. Oltre a questo, avrete la possibilità di rimodulare con quella variazione che avete già annunciato di bilancio e, tenuto conto della lieta novella che è stata recepita per quello che riguarda la copertura in finanziaria del testo dell'accordo, avrete anche a disposizione 20 milioni in più, disponibili sin dalla prima variazione di bilancio. Ci saranno gli utili delle partecipate da utilizzare. Noi non abbiamo in questo momento attinto né a utili, né a riserve delle partecipate: questo è, penso, un approccio corretto, per cui rivendico l'azione politica di questa Giunta.
Avete 120 milioni in conto investimenti, sempre frutto di quell'accordo sottoscritto, noi ci siamo permessi di dare alcune indicazioni e gradiremmo fossero utilizzati per arrivare a una conclusione di quell'iter infinito che è l'ospedale. Avrete la possibilità di utilizzare l'avanzo d'amministrazione, cosa che non ci è stata possibile, perché qualcuno, non so se l'Assessore o il relatore Marquis, ci ha ricordato che anni fa, quando è stata fatta la verifica per quanto riguarda i residui passivi, si è chiuso con oltre 270 milioni di disavanzo, e questo per il Governo Spelgatti è stato un grosso handicap, perché noi non abbiamo avuto la possibilità di utilizzare l'avanzo quando abbiamo dovuto avviarci a quello che viene chiamato assestamento di bilancio, ma che è stata una variazione di bilancio. Abbiamo avuto disponibilità per 4,2 milioni.
Abbiamo avuto difficoltà legate anche al fatto che comunque c'erano tutta una serie di fondi non utilizzabili, vedi il discorso dei fondi di rotazione. Guardo l'Assessore Baccega, adesso è in Giunta, avrà la possibilità di rimpinguarli quei fondi di rotazione da cui, con la variazione di bilancio, avete attinto a piene mani. Lei ce lo ricordava, quando era sui banchi di minoranza, dicendo: "finanziate questi fondi di rotazione", avrete la possibilità di finanziarli. Noi abbiamo dato qualche indicazione, speriamo che venga fatto, perché non è sufficiente annunciare le buone intenzioni, dire che abbiamo intenzione di implementare i mutui prima casa, i mutui per la ristrutturazione e poi, alla prima difficoltà di rispetto degli equilibri di bilancio, si attinge a piene mani.
Certamente un quadro più chiaro della situazione ce l'avremo a seguito della variazione di bilancio annunciata a gennaio, allora capiremo tante cose di più: capiremo il vero orientamento di questo nuovo Governo e capiremo se sarà - ci auguriamo di no - tout changer pour rien changer. Quando rivendico un'assoluta differenza di approccio... è quella legata al fatto che questo nuovo Governo, rispetto alle difficoltà che abbiamo dovuto affrontare noi, avrà di fronte una prospettiva di programma per rilanciare il futuro della Valle d'Aosta, che io mi auguro saprete cogliere.
Abbiamo dato anche indicazioni su un possibile utilizzo dei 20 milioni in disponibilità. Io non ho motivo per non ringraziare dell'attenzione del nuovo Governo, perché mi pare che le indicazioni siano state colte, ma volevamo anche su questo dare alcune indicazioni su quelle che pensavamo che fossero delle risorse necessarie da implementare. Ricordo solo che quei 4 milioni che noi avevamo indicato nel settore agricoltura e ambiente saranno necessari per garantire sicuramente almeno 120 giornate per quel che riguarda il discorso degli operai forestali, per i contributi per le rassegne, sicuramente da implementare, e per i contributi ai consorzi. Per quello che riguarda l'ambiente, fate attenzione - lo dico all'Assessore Chatrian - che ci sarà comunque da mettere risorse per quello che riguarda il recupero della falda acquifera nei pressi della CAS.
Relativamente agli aspetti un po' meno condivisibili, sui 4 milioni dell'IRPEF qualcuno ha banalizzato dicendo che sono cifre piccolissime; noi abbiamo provato a modularle per quello che riguarda gli aiuti principalmente ai redditi bassi. Non erano distribuiti a pioggia, ma andavano a privilegiare un po' i redditi più bassi. Noi pensiamo che 4 milioni e mezzo sull'imposta sul reddito delle persone fisiche, in un sistema come quello valdostano, non sia così poco e soprattutto pensiamo che sia un segnale, perché per la prima volta si metteva qualcosa nelle tasche dei cittadini piuttosto che togliere. È un segnale che, al di là delle cifre, pensavamo fosse importante.
Per quello che riguarda il bon de chauffage, è intervenuto lei, Presidente, e mi viene in mente anche il collega Marquis. È stato detto: "in attesa di una revisione organica delle misure di contrasto alla povertà ", io ricordo che con il collega Marquis, quando era ancora Consigliere di maggioranza, abbiamo passato intere giornate a discutere su quella che è conosciuta da tutti come la legge Fontana, dato che era lei la promotrice. In quell'occasione mi ricordo che abbiamo passato delle giornate a dire: "no, adesso teniamo ferma la legge, perché prima dobbiamo avere un'idea completa degli aiuti per il contrasto alla povertà". Sono passati anni, sono passate Giunte, il collega Marquis è diventato Presidente, adesso è nella seconda maggioranza e di quel raccordo per capire quali sono le misure di aiuto alla povertà siamo ancora in attesa. Ricordo, tra l'altro, che in quell'occasione il collega Marquis ci fece vedere un modello molto virtuoso: il modello Trento. Probabilmente Trento ha già rimodulato il suo modello, noi non abbiamo visto ancora nascere il primo. Mi pare ci sia stata anche una dichiarazione del Presidente su questo, che poi alla fine sarà una decisione lungimirante per fornire ai valdostani indicazioni ben definite. Questa mi pare davvero un po' una dichiarazione alla Robin Hood al contrario, perché sinceramente penso che i valdostani si aspettino di più di avere delle indicazioni precise, che non di avere una visione lungimirante in cui non si danno risposte immediate.
Ci sono aspetti che noi riteniamo importanti, che sono quelli che avrete a disposizione sei mesi per decidere sull'ospedale. Chissà quale sarà la decisione. Mi pare che ci siano delle visioni leggermente diverse all'interno di questa nuova maggioranza, ma ci sta, non è un problema. Penso che per l'ospedale si debba decidere. Chissà che si smetta di sognare una volta e si lavori per il concreto con le disponibilità economiche reali che potremmo mettere a disposizione, perché forse ci si è dimenticati di dire che in questo momento per il nuovo ospedale vi è disponibilità in bilancio zero, zero assoluto! Dovremo pertanto attingere a risorse della finanziaria.
Vorrei ringraziare il collega Luboz per aver organizzato quell'incontro con il professor Florenzano sul discorso del futuro di CVA: lo ringrazio perché forse questo incontro andava fatto tanto tempo fa. Io non ero in audizione, però mi sono letto con attenzione questi atti ed è stato un intervento che davvero mi ha dato delle prospettive che mi erano del tutto sconosciute, lo dico in tutta sincerità. Io non so quanti di voi sapevano le possibilità legate al futuro di CVA. Io rispetto le idee del professor Florenzano, ma volevo dire: al professor Florenzano qualcuno ha raccontato com'è impostato il sistema delle partecipate valdostane e soprattutto il sistema CVA? Perché io ho l'impressione, leggendo, che il professor Florenzano, da quel grande penso economista o comunque avvocato esperto in materia, abbia detto come, in una situazione di normalità, si può procedere alla valorizzazione di un'importante società come la CVA, ma probabilmente qualcuno si è dimenticato di ricordare i tristi destini delle partecipate valdostane. Qualcuno ha detto come funzionava il Forte di Bard, il discorso del Casinò o magari il pregresso di CVA legato alle turbine cinesi? Perché se la legge n. 20 - e io concordo con quanto diceva prima la collega Morelli - era in un momento storico importante, adesso questo momento storico non solo è importante, ma probabilmente è peggiorato da quando noi abbiamo scritto tale legge. E, se da un punto di vista economico non fa una grinza che il professor Florenzano dica: "se volete una società che sia concorrenziale sul mercato, faccia l'interesse della Valle d'Aosta, crei utili, non dovete mettere zavorre", probabilmente qualcuno non ha spiegato al professor Florenzano che le storie delle turbine cinesi sono uscite fuori solo perché qualcuno ha avuto la possibilità di avere accesso agli atti e ha potuto creare una Commissione speciale, che ha messo in discussione le scelte passate. Probabilmente al professor Florenzano non è stato neanche detto che i soggetti illuminati che hanno seguito il percorso della scelta legata alle turbine cinesi sono gli stessi che hanno predisposto il piano di quotazione in Borsa di CVA.
Detto questo, io sono preoccupato, ma non perché ci sia una scelta a priori: quotazione, non quotazione o quant'altro, ma per il semplice motivo che il primo atto di questo Governo è quello, dopo aver tentato l'Assessore Baccega in commissione di dire: "secretiamo, non rendiamo pubblica la riunione, non mandiamola in streaming", di abrogare l'approvazione della legge n. 20 su CVA. Io allora dico che nella legge n. 20 c'è l'accesso agli atti dei Consiglieri, nella legge n. 20 ci sono i famosi 5 mila euro e la guardo, Assessore Chatrian, che si è battuto: lei voleva i 5 mila euro come limite alla trasparenza degli atti e il discorso della rotazione dei lavori, le pari opportunità per i giovani valdostani che fanno domanda per essere assunti: questo era uno dei passaggi previsti nella legge n. 20. Quello che mi preoccupa è che in un passaggio del professor Florenzano - e lo leggo - si dice: "quindi chiaramente la legge n. 20, se la quotate - parla di CVA -, deve essere modificata, quanto meno per esentare CVA da quella disciplina, perché sennò, secondo me, non ve la quotano la società ". Non vorrei che ci fosse già una decisione presa. È questo che mi preoccupa, perché sul fatto di dire: "non la rendiamo pubblica", sul fatto di dire che probabilmente si è raccontato una Valle d'Aosta che non esiste, che non è una realtà come il Trentino, che non è la realtà di Trento e Bolzano dove le partecipate non sono à la une e non sono agli onori della cronaca... probabilmente il sistema Valle d'Aosta ha necessità di avere ancora per il momento il paracadute della legge n. 20, anche se non è quella legge eccezionale che ha cambiato e che ha deciso il destino di tante cose.
Concludo citando alcuni settori che, a mio parere, permangono in grave difficoltà. Comincio dagli Enti locali. Ci sarà assolutamente la necessità di rivedere la legge n. 6 e la legge n. 48. Attenzione però che queste modifiche sarebbe interessante che nascessero dal basso. Io penso che dovrebbero nascere da proposte direttamente degli Enti locali, sia sulla legge n. 6 che sulla legge n. 48. Queste riforme, specialmente quella della legge n. 48, si fanno quando ci sono disponibilità finanziarie in più, perché sennò sarà davvero difficile che si possa fare una modifica della legge n. 48. Quando lei, Assessore, dice che in assemblea avete promesso risorse in più, io sono ben felice che ci siano risorse in più, vengo dal mondo degli Enti locali per cui, quando ci sono risorse in disponibilità, penso che sia ottimo; mi auguro che siano usate in conto investimenti per mettere in sicurezza il territorio, perché in questo momento arrivano centinaia di domande per intervenire, mettere in sicurezza il territorio dagli eventi atmosferici; io mi auguro che vengano utilizzati per questo. Soprattutto io ricordo ancora - e lo ricorderò finché sarò presente in quest'aula - che voi che promettete risorse in più siete gli stessi che avete tolto anni fa, con quella che io definisco una rapina, 50 milioni di avanzo di amministrazione dei Comuni, che in questo momento sarebbero manna per loro. Forse ve ne siete dimenticati, ma, finché io sarò in quest'aula, ve lo ricorderò sempre.
Ci sono altri settori in grave difficoltà, sicuramente la sanità. Si parla di evitare l'esodo di medici e anche degli infermieri. Abbiate la bontà di non dare la colpa di questo esodo di medici e di infermieri al Governo Spelgatti. Erano scelte fatte prima, e difficilmente in cinque mesi di governo, con di mezzo luglio e agosto, si riusciva a invertire la tendenza.
Per quanto riguarda i fondi europei - lo dico in quest'aula perché poi farò qualche iniziativa in merito, perché non voglio prendermi delle responsabilità che non ho -, che erano difficoltà lo sapevate dal 2014, tutti i Governi che si sono succeduti; il fatto che c'erano difficoltà circa i programmi informatici, che c'era carenza di personale erano cose risapute, per cui non fate delle facce stupite e non cercate di vendere ad altri la colpa sul fatto che, con ogni probabilità, ci saranno disimpegni circa i fondi europei.
Ci sono settori difficoltà, sicuramente l'agricoltura. Dicevo prima la salvaguardia del territorio e su questo io sono certo che chi è subentrato avrà una particolare attenzione, per cui sicuramente troverà le soluzioni, però ricordatevi che questi settori non hanno risolto le loro difficoltà.
Concludo con un altro settore certamente in difficoltà: quello del mondo dell'occupazione, i lavoratori delle imprese. Non vedo il collega Borrello, ma ho sollecitato per più mesi, quando era con me in Giunta, la presentazione della legge sugli appalti. È stata annunciata questa legge sugli appalti sui lavori pubblici, mi diceva che era lì pronta a essere sfornata... aumentate la gradazione del forno, ma sfornatela quanto prima, perché la Valle d'Aosta ne ha bisogno...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... no, non rischia di bruciare, perché il vero problema delle imprese valdostane è che da altre parti hanno avuto più coraggio, queste cose le hanno fatte anni fa; l'obbligo di suddividere gli appalti in lotti è stato fatto da altre parti e questo è uno dei salvagenti possibili per le imprese valdostane.
Detto questo, mi auguro che si riesca a risolvere i problemi dei valdostani nell'interesse degli stessi, lasciando la politica il più possibile fuori da quest'aula, però dando indicazioni molto precise dove il bene a cuore sia quello dei valdostani.
Presidente - La parola al collega Bianchi.
Bianchi (UV) - Intervenire oggi sul bilancio è difficile per tutti, ma intervenire dopo l'intervento del collega Gerandin è ancora più difficile, perché non capisco se sono in Consiglio regionale o non lo sono più.
Partiamo dall'inizio. Qui abbiamo una Giunta a trazione leghista che a fine novembre, e qualcuno che mi ha preceduto lo ha già evidenziato, scarica un bilancio in Giunta, pur sapendo che i numeri per approvare questo bilancio in Consiglio regionale non ci sono più. Oggi siamo qui che discutiamo su IRPEF, IRAP, bon de chauffage o meno e molto probabilmente, non avendo i numeri, sarebbe bastato magari, prima di scaricare in Giunta il bilancio, fare una riunione con i Capigruppo di tutte le forze - e non sto parlando di maggioranza regionale - e molto probabilmente riuscivamo a dare delle risposte ai valdostani magari anche più importanti, perché, come ha già sottolineato qualcuno - il collega Cognetta o qualcun altro -, i numeri non sono cambiati, ma perché non si potevano cambiare! Il bilancio è stato scaricato se non erro il 28 novembre, oggi siamo al 18 dicembre e siamo qua ad approvare quei numeri che sono stati scaricati.
Aggiungo che è subentrato un nuovo Governo, un Governo autonomista, ma non ne faccio una colpa all'allora Presidente Spelgatti... e qui mi ricollego un po' a chi mi ha preceduto nell'intervento: al collega Gerandin, che oggi fa delle aperture e dà indicazioni, ma, quando sedeva in Giunta, indicazioni nei confronti dell'opposizione di allora niente: "si è scaricato, così è", quindi molto probabilmente l'errore è già a monte. Sarebbe stato opportuno, non avendo i numeri, forse fare una riunione con le minoranze per poter dare una risposta ai valdostani più concreta. Oggi quindi siamo qua, parliamo: da una parte noi difendiamo l'operato, voi difendete il vostro operato, ma alla fine ai valdostani qualcosa stringe... Oltre a questo, dicevo, mi aspettavo dal collega Gerandin che, proprio per la sua lunga esperienza politica, perché voi dovete pensare che Gerandin faceva già il Sindaco a Brusson quando io facevo il militare e ho 52 anni... quindi che in politica sia sempre colpa degli altri... prendiamoci le nostre responsabilità!
Permettetemi un'altra curiosità. Viene scaricato in Giunta il bilancio, dopodiché, qualche giorno dopo - e qualcuno lo ha già sottolineato - viene presentato un emendamento, ma quando questo emendamento viene presentato? Dopo che è stata presentata la mozione di sfiducia. "Ridiamo il bon de chauffage ai valdostani!", ma nel bilancio scaricato il 28 novembre non c'era, "noi l'abbiamo tolto, poi l'abbiamo rimesso e adesso lo facciamo togliere agli altri", non è bello! È una mossa politica, però questa è la verità! Nel bilancio, collega Manfrin, il bon de chauffage non c'è e l'onestà intellettuale dell'ex Assessore Aggravi c'è stata e nella relazione lo ha scritto. Ai valdostani quindi bisognava dire: "il bon de chauffage non l'abbiamo messo in bilancio, ci abbiamo pensato dopo quando hanno presentato la mozione di sfiducia". Molto probabilmente se avessimo presentato la mozione di sfiducia dopo il bilancio, i valdostani il bon de chauffage non lo vedevano: questa è la realtà!
Ora, vado avanti e riprendo alcuni interventi che mi sono segnato. Il Consigliere Cognetta ha detto: "depredate le partecipate", adesso non è presente, lo dico lo stesso, non penso che poi ci sia qualcosa di personale. Il principio del bon de chauffage noi andiamo a prelevare, con tramite CVA e di tutte le altre società che producono energia idroelettrica, con dei canoni, ma ben venga, non è quella la discussione, ma il principio è che lo andiamo a prelevare prima, quindi prima degli utili. Prima li prendevamo dagli utili, adesso li prendiamo prima, quindi non vedo quale sia la differenza. Dall'altra, poi, sempre al collega Manfrin che mi dice: "accordo con lo Stato", che poi in diretta abbiamo saputo che è stato recepito: ci mancava ancora che non venisse recepito! Se io e un altro abbiamo un debito di 280 milioni, facciamo 140 voi, 140 noi, 140 li prendete voi, noi 140 li prendiamo in sette anni, vuoi che non lo accettino quell'accordo? Dico però che l'accordo doveva essere fatto, questo lo condivido.
Adesso permettetemi di fare alcune considerazioni, soprattutto nei confronti di alcuni interventi, perché, per esempio, l'intervento della collega Russo - e parlo del Movimento Cinque Stelle -, sotto alcuni aspetti, lo condivido; per quanto riguarda gli interventi dei colleghi Vesan e Mossa, sinceramente ho dei problemi a capire. Parto dal collega Mossa: "non c'è niente sulla mobilità sostenibile, interventi sul turismo 1 percento", me li sono scritti, "voi investirete per le macchine a vapore, abbiamo ancora i treni a gasolio". Le ricordo, collega Mossa, che da parte del Senatore valdostano Lanièce è stato presentato un emendamento in questa finanziaria - quindi è in discussione ancora adesso - per chiedere 100 milioni allo Stato per rifare la ferrovia. Visto che lei è del Movimento Cinque Stelle che oggi governa lo Stato italiano, insieme alla Lega, le chiedo se lo stesso emendamento può essere presentato anche dalla Deputata valdostana alla Camera in maniera che ci togliamo questi treni a gasolio ed elettrifichiamo questa rete. Questo emendamento è stato presentato dal Senatore e io auspico che anche il gruppo Cinque Stelle si muova, porti qualcosa visto che hanno un rappresentante di quella forza politica a Roma, all'interno della maggioranza a Roma, in modo da portare anche qualcosa ai valdostani, fino ad oggi non abbiamo visto niente. Dall'altra parte poi il collega Vesan - che conosco bene, persona che stimo - fa tutto un discorso sull'ambiente e mi fa piacere, abbiamo già avuto modo in passato di parlarne e poi parla degli impianti intervallivi, ma si metta d'accordo con il suo collega! Ci dice che investiamo solo l'1 percento del bilancio sul turismo e poi lei ci dice che gli impianti intervallivi non vanno bene, cozza un pochino la cosa... mettetevi d'accordo!
Concludo su un principio e vado alla relazione del collega Aggravi: "non siamo noi ad aver scatenato la tempesta, sono stati altri". Parto dal presupposto che, quando lo diceva e lo scriveva, non guardava alle forze di opposizione, immagino, però posso dirle una cosa: come in qualsiasi famiglia, durante una divisione, le colpe non sono sempre tutte da una parte, sono sempre al 50 percento.
Dalle ore 18:59 assume la presidenza la Presidente Rini.
Rini (Presidente) - La parola al Consigliere Rollandin.
Rollandin (UV) - Je crois que cet après-midi on a entendu des avis différents sur le projet de budget qui a été présenté. On avait souligné à maintes reprises qu'au début il fallait préparer le document préparatoire du budget, le DEFR, mais on l'a présenté ensemble et donc on le discute ensemble. En effet, le DEFR c'était donner les lignes sur lesquelles travailler pour aboutir à un résultat, qui allait justement allouer les dispositions qu'on avait du point de vue financier.
Credo che oggi noi abbiamo qui con questo bilancio un parto difficile, non solo podalico ma quasi distocico e questo progetto in più è "bicefalo". Qui tutti hanno ragione e tutti hanno torto. I numeri sono quelli, quelli che hanno presentato, gli spostamenti sono successivi, perché la nuova maggioranza ha creduto di presentare alcuni emendamenti che spostano alcune poste di bilancio, però le entrate, i numeri sono quelli. Mi viene da dire che è un po' come nell'altra situazione di bilancio, perché noi di bilanci siamo un po' specializzati, del Casinò che era pronto, non era a posto, poi, dopo quattro-tre mesi, era pronto.
Oggi abbiamo un bilancio regionale che abbiamo naturalmente preso in esame e abbiamo cercato di modificare alcuni aspetti e di togliere alcune esagerazioni che, a nostro avviso, erano state fatte. Io non voglio riprendere puntualmente i colleghi, che molto bene hanno sottolineato il più e il meno di alcuni aspetti, però quello che mi fa un po' specie è che in particolare il collega Gerandin abbia ripreso alcuni aspetti di questo bilancio dicendo chiaramente che questo bilancio è stato presentato da loro, però, così come l'abbiamo messo, non va bene... non va bene per quanto riguarda i fondi per l'agricoltura. A questo proposito, voglio ricordare che, quando si era dall'altra parte, i cosiddetti "fondi di rotazione" che erano stati dati e utilizzati per anticipare le somme agli agricoltori erano una vergogna, erano cose che non si potevano fare, che bisognava subito togliere, perché la macchina non funzionava, non c'erano i fondi, bisognava andare a Roma a battere i pugni, tornare su e dire che c'erano i soldi. Qualcuno se lo ricorda. Oggi, come primo emendamento di questa legge: "spostiamolo alla fine del 2019"! Io comincio a capire che le posizioni cambiano a seconda del gioco che uno fa, il che non è molto corretto perché, se quella regola valeva prima, deve valere anche dopo, invece non è stato così. Quello che ci chiediamo: era così facile o era un po' più difficile far avere i soldi agli agricoltori? Cosa che hanno provato molti Assessori che sono qui. Sicuramente tutti hanno fatto il possibile, però non era così facile spostare tutta una serie di situazioni a livello nazionale, a livello di AGEA, che non rispondeva a queste domande, e così via. Ora, credo che lamentarsi adesso di alcuni aspetti lo trovo azzardato. Per quanto riguarda i soldi messi a disposizione, vorrei ricordare a quest'aula che noi abbiamo oggi la fortuna di non parlare più di due aspetti con i quali tutti gli anni avevamo a che fare con i bilanci, perché nel bilancio c'era la mannaia che non si poteva andare oltre un certo limite: anche se avevamo i soldi, non potevamo spenderli, perché c'era il Patto di stabilità. Ricordo al collega Gerandin il Patto di stabilità che è stato oggetto del cambiamento radicale andando ad avere i bilanci in pareggio e solo con il bilancio in pareggio si è potuto avere la situazione di cui godiamo oggi, che siamo la Regione che ha anticipato le altre Province di Trento e Bolzano. Bisognerebbe anche dirci che oggi questa condizione ci permette di lavorare in un altro modo e quindi di utilizzare tutti i fondi. Ha poi voluto ricordare i 50 milioni che forse o ha la memoria corta, o non ha capito in quel momento cosa succedeva: quei 50 milioni noi dovevamo restituirli allo Stato e non li abbiamo sottratti ai Comuni, e penso che per primi i Comuni abbiano dato atto di questo, ma abbiamo utilizzato questi fondi nel modo che si ricorda con la legge per evitare che fossero dati a livello nazionale.
Voglio soffermarmi in particolare su due aspetti. L'ospedale: con grande sorpresa ho visto quell'emendamento in cui si diceva: "adesso riprendiamo tutto, andiamo a vedere, cominciamo di nuovo a fare il giro della Valle d'Aosta per vedere dove possiamo posizionarlo: a Quart, a Sarre, andiamo un po' giù, un po' su, ci mettiamo una commissioncina che vada in giro, che faccia delle foto, diamo uno studio", ma di che cosa stiamo parlando? Abbiamo speso una barca di soldi per cercare di mettere a posto quello che c'era! Mi dispiace poi che qualcuno abbia fatto riferimento ai soldi per gli scavi archeologici come soldi buttati, mi sembra molto singolare. Abbiamo scoperto con gli scavi che in quella zona c'erano dei resti molto interessanti. Credo che questo non sia un dato negativo, anzi dobbiamo fare di tutto per metterli in evidenza, ed è lo studio che si farà, rendendo compatibili le due cose, come già è stato altamente visto e verificato. Avremo quindi lì una zona di particolare interesse che fa da pendant con Saint-Martin-de-Corléans e questo è un punto nodale di quello che è lo sviluppo. Sull'ospedale sicuramente noi faremo di tutto per accelerare la possibilità di operare. Si dice che non abbiamo messo soldi per l'ospedale: è vero, ma non abbiamo messo soldi perché andrebbero in avanzo in quanto, fino a quando non c'è il nuovo progetto approvato che può essere appaltato, che può essere redatto in modo tale da prevedere che inizino i lavori, non si può naturalmente mettere delle somme che andrebbero a residuo. Mi sembra quindi del tutto naturale che ci sia una consecutio che va in una certa direzione di valorizzare le scoperte fatte e nel contempo fare il progetto adesso, quando stanno per finire gli scavi, e si potrà finalmente giocare a carte scoperte e quindi andare a una progettazione come si deve. Credo quindi che sull'ospedale non si tratti di ricominciare daccapo, com'è stato detto dopo che c'è stata una pubblica pronuncia che si voleva l'ospedale lì, quindi c'è stato un referendum, noi abbiamo sempre rispettato l'esito dei referendum e mi fermo, perché non c'è bisogno di ulteriori illustrazioni.
Su questo tema credo che ci sia da sottolineare un altro aspetto non solo per la sanità, ma per le politiche sociali in riferimento a un raccordo con i Comuni molto interessante. Io credo che, se non si fa pendant tra Comune e Regione per quanto riguarda la parte sociale sul territorio, avremo delle difficoltà a gestire l'approccio del primo intervento, la parte sanitaria e la parte sociale sul nostro territorio. Qui ci vorrà una grande determinazione per riuscire a ridurre quelli che sono oggi i problemi legati all'assistenza alle persone anziane nei comuni e, in particolare, nella città di Aosta. Credo che su questo ci sia la massima attenzione e la disponibilità di fondi per riuscire a trovare una soluzione più che giusta e doverosa.
Sugli altri punti gli altri colleghi hanno detto molto, non credo ci sia granché da aggiungere, perché in questo bilancio è vero che ci sono state poche integrazioni, ma ci sembrava giusto, non è che potevamo ribaltare il bilancio in questo momento, nel tempo poi ci saranno gli aggiustamenti che sono necessari. Ora, io credo che questo bilancio, con le modifiche apportate in senso migliorativo, possa essere un punto di partenza per dare delle risposte serie e concrete alle problematiche dei singoli settori. Non voglio riproporle, perché chi mi ha preceduto ha già detto molto di quello che è nelle attese della gente per quanto riguarda i servizi, nella possibilità di migliorare i servizi sul territorio, cosa che chi è tra quei banchi conosce bene, dove si è lavorato molto per cercare di riuscire a intervenire con solerzia su queste tematiche.
Per il resto io non credo che ci siano altri "problemi" che possano dare un'indicazione diversa. È chiaro che oggi per noi, non avendo più il Patto di stabilità e il pareggio di bilancio, il problema è molto diverso da quello che era solo due anni fa, e su questo noi contiamo di intervenire in modo adeguato. Credo sia giusto dare l'importanza dovuta, molti lo hanno evocato, al discorso delle acque, sotto tutti i profili. Se c'è un elemento che dobbiamo salvaguardare e utilizzare al meglio, sono proprio le acque. Credo che i colleghi che sono intervenuti abbiano già detto molto sia sull'utilizzo a livello idroelettrico che sull'utilizzo ottimale per quanto riguarda l'agricoltura. Non posso quindi che condividere quanto è già stato detto, vorrei solo raccomandare su questo una grande attenzione al problema collegato a queste tematiche e allo sfruttamento che deve essere fatto, che sicuramente va fatto con grande cautela, perché questa ricchezza deve essere una ricchezza che dà dei benefici a tutti.
Président - La parole au collègue Vesan pour son deuxième intervention.
Vesan (M5S) - Faccio questo intervento circa la posizione del nostro movimento sugli interventi fatti fino adesso, perché, se tutti i Consiglieri presenti hanno recepito dai nostri interventi quello che ha recepito il collega Bianchi, è assolutamente indispensabile che ci chiariamo meglio sulle nostre posizioni e sui nostri intendimenti.
Veniamo alla questione del conflitto da lui evidenziato tra il mio intervento e quello del collega Mossa in merito allo sviluppo del turismo in Valle d'Aosta. Il collega Mossa ha evidenziato il fatto che in una regione turistica gli investimenti nel settore del turismo sono limitati, mentre nel mio discorso ho evidenziato il fatto che queste poche risorse per gli investimenti sono dirottate su investimenti poco funzionali e particolarmente impattanti come l'ampliamento dei domaines skiables. Se veramente quello che noi riusciamo a inventarci come sostegno, sviluppo del turismo in Valle d'Aosta è solo l'ampliamento dei domaines skiables, purtroppo, collega Bianchi, lei dà ragione a tutti i nostri interventi: dimostra ampiamente che la visione che guida questo bilancio è piuttosto miope. Se l'ampliamento dei domaines skiables, quello su cui abbiamo investito pesantemente per un sacco di anni, è l'unico modo in cui riusciamo a pensare di promuovere il nostro turismo, non c'è futuro per questa nostra regione.
Sempre sul suo intervento vorrei precisare un ulteriore punto. Il nostro movimento viene frequentemente tacciato in quest'aula di essere comodamente seduto nei banchi dell'opposizione e di non assumersi alcuna responsabilità di governo: è cosa piuttosto falsa, perché, in realtà, noi abbiamo dato la nostra disponibilità a fare trattative per entrare al Governo sia nella prima edizione che nella seconda, con scarse risposte da tutti: è una premessa per poi rispondere a lei, Consigliere Bianchi. Più o meno nella stessa situazione di comodità si trova il Senatore dei valdostani, che in questo momento è a Roma con una piccolissima minoranza e una capacità di incidere sull'azione di governo molto limitata, quindi siamo contenti che lei valorizzi il suo operato, ancorché è relativamente comodo chiedere risorse nel momento in cui non si è responsabili della gestione, mentre la nostra collega, per quello che riguarda il finanziamento della rete ferroviaria, si è già occupata di reperire 66 milioni di euro e sta lavorando da mesi per reperire altre risorse necessarie all'elettrificazione. Non dovrei essere io a difenderla qui, perché non è questo il nostro lavoro, il nostro lavoro è in Regione, però approfitto della sponda che mi ha offerto per ricordare a quest'aula e ai valdostani che ci ascoltano che la Valle d'Aosta già aveva in tasca le risorse per poter elettrificare la linea ferroviaria e i suoi colleghi di partito, caro collega Bianchi, hanno pensato bene di buttare queste risorse nel pozzo senza fondo dei treni bimodali, altrimenti sarebbe già tutto elettrificato probabilmente da qualche legislatura.
Dalle ore 19:21 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - La parola al Consigliere Bianchi.
Bianchi (UV) - Non vorrei fare un ping-pong, però, collega Vesan, si documenti, perché, quando si è pensato ai bimodali, le proprietà non erano della Regione, solamente dopo sono diventate tali.
Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento in discussione generale, pertanto la ritengo chiusa. Diamo spazio alle repliche dei relatori, dell'Assessore alle finanze Testolin e del Presidente della Regione Fosson. La parola al Consigliere Marquis.
Marquis (SA) - È stata una giornata interessante di dibattito e soprattutto sono da apprezzare i toni pacati con cui si è riusciti a discutere dentro l'aula in una situazione sicuramente singolare di approccio, com'è stato sottolineato da tutti, a questo bilancio.
L'obiettivo dei relatori è quello di introdurre il bilancio e stimolare la discussione, credo che ci siamo riusciti. Sono stati dati degli stimoli, sono stati fatti degli approfondimenti su tanti argomenti che sono stati rappresentati. Io avevo caratterizzato l'intervento dicendo che si trattava di un bilancio ordinario, questo voleva significare che era un bilancio di gestione com'è stato affrontato negli scorsi anni, ma che occorreva fare un passo avanti: bisognava cercare di avere una visione e una progettualità. Credo sia emerso un po' da tanti colleghi in sala oggi che occorre avere una visione di Valle d'Aosta, diversamente è difficile fare dei passi avanti, perché viviamo da una situazione di difficoltà, non bisogna nasconderlo. Sotto il profilo economico, è vero che noi stiamo ancora bene per PIL pro capite e reddito, perché siamo partiti da una situazione di privilegio rispetto a quella di altri territori, però dal 2007 a oggi abbiano perso il 28 percento del nostro benessere, abbiamo da recuperare delle quote di benessere di cui prima disponevamo a differenza degli altri.
Sul lavoro abbiamo evidenziato il tasso di disoccupazione triplo di quello degli ultimi tre decenni, quindi credo che anche qui bisogna interrogarsi. È difficile risolvere il problema facendo dell'assistenzialismo, credo che la soluzione del problema passi attraverso una progettualità nuova, una visione, attraverso la rappresentazione di un nuovo modello di Valle d'Aosta, che deve puntare tutto alla crescita, perché la crescita risolve il problema della disoccupazione, della sofferenza dell'economia e della debolezza del nostro tessuto economico, ma soprattutto anche dell'esclusione sociale e della povertà, perché questo è un tema che è stato rappresentato da tanti oggi in Consiglio come una priorità da affrontare. Credo sia qui la grande sfida, bisogna riuscire a sognare, a guardare avanti con lungimiranza, bisogna avere un progetto che guardi all'accessibilità della Valle d'Aosta, perché dobbiamo avvicinarci agli altri territori. Oggi l'accessibilità non si misura in chilometri, ma si misura in tempo e quindi dobbiamo ragionare sulla ferrovia, ma non solo sotto il profilo ambientale, bisogna velocizzare i tempi per raggiungere Torino e l'aeroporto di Caselle. Non possiamo permetterci di pensare oggi a degli interventi che, una volta eseguiti, ci permetteranno di arrivare a Torino in due ore e un quarto quando oggi da Torino a Milano si va in un'ora. Oggi quindi le connessioni del territorio rappresentano delle occasioni di sviluppo e di crescita, così come l'accessibilità digitale credo sia importante, perché, se vogliamo lavorare in montagna, bisogna avere la banda ultra larga. A Torino c'è una velocità di accesso in rete che è venti volte più alta di quella che abbiamo nelle nostre valli e questo oggi comincia a diventare un handicap per la nostra economia, per la gente che vive nelle vallate e che vive in montagna, quindi potrebbe diventare questo anche un fattore che favorisce lo spopolamento, se non viene affrontato. Credo quindi che dobbiamo mettere gli imprenditori nella condizione di fare impresa, dobbiamo essere degli agevolatori, dobbiamo creare della semplificazione, perché ci chiede anche questo la gente: la sburocratizzazione, non solo a parole ma anche con degli esempi concreti. È questo a cui mi riferisco quando parlo di visione, mi rendo conto che è difficile avere una visione e una progettualità quando ci si trova in un'aula 18 a 17. Credo sia questo lo sforzo che dobbiamo fare oggi e ho apprezzato anche le parole del correlatore di minoranza, che ha detto che su tanti argomenti qui bisogna parlarsi, bisogna lavorare insieme, bisogna condividere seppur da posizioni differenziate. Credo che oggi siamo chiamati a un nuovo approccio tutti insieme dentro l'aula, bisogna collaborare su dei grandi temi che possono risolvere i problemi della Valle d'Aosta, per il nostro futuro, per i giovani, per le famiglie.
Vengo ora ad alcuni punti che sono stati toccati e che mi hanno anche sollecitato e richiamato da parte di alcuni Consiglieri. Io non volevo sminuire la portata dell'iniziativa degli sgravi, perché chi c'era l'anno scorso si ricorda quanti emendamenti ho prodotto in finanziaria una volta che abbiamo avuto la notizia dell'approvazione del decreto legislativo n. 184: era un insieme di interventi che toccavano l'IRPEF, l'IRAP, ma anche l'IMU. È chiaro che occorrevano delle risorse molto più alte di quelle a nostra disposizione in questo contesto. Noi pertanto non abbiamo sottovalutato il tema della difficoltà della gente sul territorio, ci siamo trovati di fronte a una situazione di ragionare cosa fare e qual era la cosa migliore con questi 4,8 milioni di euro, le scelte erano due: o procedere con gli sgravi fiscali sull'IRPEF, però abbiamo anche fatto delle valutazioni, avremmo anche potuto impostare diversamente lo sgravio fiscale, perché poteva essere potenziato attraverso, ad esempio, la riduzione sulle famiglie (252 euro per ogni figlio), c'erano anche dei sistemi diversi per rendere più forte questa iniziativa. Occorrevano anche più risorse, perché mi ricordo che l'anno scorso, per simulare un azzeramento dell'addizionale IRPEF, ci volevano 11 o 12 milioni di euro a disposizione. Era un'azione forte, ora mi rendo conto che da una parte si dice: "cerchiamo di provare a risolvere il problema a pioggia". Più che a pioggia, qui è acqua nebulizzata, è vapore, perché non è che io volessi sminuire i 5 euro al mese, però se mi trovo con 4,8 milioni di euro, valuto la possibilità che mi offre più capacità di risultato dalla mia azione. È qui che abbiamo cominciato a pensare all'IRAP, perché riteniamo che sull'IRAP sia uno sgravio in grado di consentire di creare occupazione, mantenimento del lavoro e questo automaticamente aiuta la gente, il cittadino, perché un disoccupato è anche un cittadino, pertanto, se io creo lavoro, risolvo il problema a una famiglia. La dimostrazione di quanto poco poteva essere la misura sta nella rappresentazione che ha fatto il collega Aggravi, che ha detto: "simuliamo per una famiglia con tre redditi e che si portino dei benefici", ma quante sono in Valle d'Aosta le famiglie con tre redditi? Con tre dichiarazioni IRPEF? Sono poche. Non sono quelle le famiglie che hanno bisogno di questo sostegno, quelle più in difficoltà non hanno tre dichiarazioni IRPEF a disposizione! Il discorso IRAP quindi per noi diventava una priorità, si trattava con questi soldi di cercare di trovare una soluzione. Lei ha detto: "sull'IRAP avevamo già fatto qualcosa", ma io voglio sottolineare che sull'IRAP le iniziative che sono state proposte nella legge di bilancio sono riferite al settore delle cooperative: 192, le imprese sono 6.500 in Valle d'Aosta. Quelle iniziative toccano il 3 percento delle imprese valdostane, quindi, intervenendo con degli sgravi sul 3 percento delle imprese, non si riesce a creare quel volano per dare dei risultati. È questa la sfida che abbiamo raccolto, sulla quale ci sarà da confrontarsi nei prossimi tempi per definirla meglio, per declinarla, per cercare di dare il risultato migliore, anche magari andando a dare una premialità sulle piccole imprese, perché in Valle d'Aosta il 96 percento delle imprese sono delle microimprese, non solo delle grandi imprese, sono delle imprese con pochi dipendenti, a volte anche tanti artigiani che esercitano da soli, il 30-35 percento delle imprese valdostane è costituito da artigiani. Abbiamo quindi cercato di fare una proposta per gestire al meglio le risorse disponibili.
Per quanto riguarda il bon de chauffage, è già stato detto, purtroppo la situazione era quella che non è stata ritenuta una priorità per tutta una serie di ragioni, per cercare di armonizzare le azioni nazionali con quelle locali e poi è stato reintrodotto dalla finestra.
È stato evidenziato che non ci sono debiti, che non facciamo debiti e non facciamo prelievi dalle società partecipate. Io credo che un'impresa, se non si indebita un poco, non riesce a crescere, ma, se si indebita troppo, smette di crescere. Esiste un range in cui le aziende hanno beneficio dal debito: al di sotto il debito fa male, al di sopra fa anche male. È questo pertanto il primo dato per cui ci vuole una visione e una progettualità, perché, se una Regione non ha debito, significa che non ha degli obiettivi da realizzare e io credo che il debito, quello sano, quello per gli investimenti, sia positivo per una Regione, invece quello per creare dell'assistenzialismo sia un debito che mette nei guai.
Oggi si è parlato di CVA, sul bilancio della Regione proprio oggi leggiamo che nel 2021 ci sono 517 milioni di un BOR che scade, BOR che è stato utilizzato per il finanziamento. Mi chiedo pertanto: nel 2000 è stata fatta un'operazione lungimirante, qualcuno ha avuto coraggio, ma il coraggio che deve avere chi fa politica guardando lontano, è stata un'operazione che ha portato a investire allora 1.600 miliardi di lire, l'equivalente di 800 milioni di euro di oggi, io credo che questi siano numeri che fanno tremare i polsi, eppure è stata fatta un'operazione che ha dato una prospettiva alla Valle d'Aosta. Io adesso chiedo a me per primo e anche a voi: se non ci fosse stata quell'operazione, cosa sarebbe successo in questi anni al bilancio della Regione? Probabilmente saremmo scivolati nella povertà. Quest'azienda ha dato dei grossi risultati, è stato un grosso investimento e credo che nel contesto che stiamo vivendo possa rappresentare un ulteriore volano per far crescere l'economia della Valle d'Aosta e per poter dare alla Regione degli utili, dei dividendi per poter mantenere i servizi sul territorio. Io credo che qui bisogna avere la capacità anche di decidere, la capacità di valutare, ritengo che bisogna guardare oltre l'ostacolo, oltre le nostre montagne, diversamente continueremo a trovarci qui a confrontarci, ad approvare dei bilanci di ordinaria amministrazione. Io credo che i valdostani ci chiedono di dar loro un futuro e noi, prima di essere politici, siamo valdostani, abbiamo delle famiglie, sentiamo queste cose nel nostro cuore, abbiamo la necessità di far crescere la nostra Valle, quindi credo che qui tutti insieme dobbiamo assumerci questa responsabilità di intraprendere un percorso di dialogo, di confronto e guardare come possiamo rendere la vita migliore a tutti, riducendo le disuguaglianze che inevitabilmente ci sono tra la gente, però dobbiamo avere anche la capacità di individuare delle priorità. Ci sta quindi tutto nei rispettivi ruoli, ma credo che dobbiamo volare alti, dobbiamo guardare a una ferrovia che ci connetta con Caselle; abbiamo la necessità di sviluppare il turismo: non basta risolvere il problema sotto il profilo ambientale, se non si dimezzano i tempi per andare a Torino, saranno soldi che si sono spesi per evitare di immettere CO2 in atmosfera che magari potrei ottenere nella stessa maniera, efficientando gli edifici di Aosta e magari spendendo meno soldi. Credo quindi che i problemi vadano affrontati a trecentosessanta gradi in tutte le loro dimensioni. Noi abbiamo la necessità, per quanto mi riguarda, di creare delle ambizioni, dobbiamo guardare a degli obiettivi che possano far crescere la Valle d'Aosta, diversamente voliamo basso, piuttosto è meglio che niente lo sappiamo anche noi, però con il "piuttosto è meglio che niente" non si vincono le sfide e si va a finire nella mediocrità. Credo quindi che quello che è emerso oggi, questo dialogo è stato importante, penso che bisogna continuare in questa direzione e mi auguro che tutti sappiano rapportarsi e mettersi a disposizione con un approccio positivo che vada in questa direzione.
Presidente - La parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Collega Marquis, io come primo punto alla sua relazione mi ero segnato che non avevo sentito parlare di dialogo e di apertura, la ringrazio perché nella replica invece quest'apertura e questo dialogo c'è stato. Ero un po' preoccupato, perché mi sono detto io che sono finito all'opposizione sarei dovuto essere quello più arrabbiato e non proporre un dialogo, invece ho visto che anche dall'altra parte della barricata il dialogo è arrivato.
Ho creduto importante fare delle aperture proprio perché credo che queste sfide siano importanti e perché ci sono dei temi, ho parlato delle leggi n. 48, n. 20 e della legge elettorale, ma io direi in generale anche del tema della defiscalizzazione, come giustamente ha detto lei... e sono contento della citazione che ha fatto del modello di assistenzialismo che va rivisto, di una rivisitazione di quelle che oggi sono state politiche di sostegno alle imprese che devono essere riviste. Ho anche apprezzato il collega Sorbara che ha parlato dell'IRAP e dell'IRPEF, lo ringrazio perché io ho speso delle notti a fare una tesi sull'IRAP e la odio ancora oggi. Sono d'accordo con voi che l'IRAP non è un'imposta, è una rapina spesso, ma ritengo importante puntualizzare un aspetto sul quale forse la visione di futuro, come hanno chiesto i colleghi di Impegno Civico, si lega un po' con la battuta del collega Sorbara che parlava del lungo termine. Cito un altro economista che non amo: Keynes, che diceva che nel lungo periodo saremo tutti morti. È vero che certe soluzioni sembrano a breve, a brevissimo; è vero che sono anche forse degli sbuffi di vapore, ma ricordo che la rivoluzione industriale è nata da uno sbuffo di vapore e, se oggi stiamo parlando di defiscalizzazione, ci stiamo interrogando sull'IRPEF, qualcuno penserà, perché oggi, al di là di quanto riportato in relazione dell'introduzione di sgravi fiscali sull'IRAP, ed è vero, ne abbiamo introdotti alcuni, tra cui cito anche quello delle nuove aziende che opereranno in Valle, non soltanto quella degli enti cooperativi... è un inizio perché, se si è parlato di questo, una piccola rivoluzione forse è nata. Sicuramente sono poche cifre, ho parlato di una famiglia di tre persone, forse ho pensato a degli esempi sbagliati, ma anche di due persone comunque fa peso e fa brodo. Ribadiamo però il fatto che abrogare l'articolo 1 è lasciare il certo per l'incerto e comunque questi 4,8 milioni non sappiamo dove verranno utilizzati. C'è un'indicazione precisa che verranno utilizzati per sgravi IRAP e sappiate che, siccome sono fissato dai tempi dell'università sulla tassazione, io sarò ancora qui sempre a ricordarvi che questo avete promesso e questo dovrete fare nella prossima variazione.
Aggiungo un aspetto ancora importante riguardo alla tassazione. Ho visto che c'è anche un ordine del giorno, e lo anticipo perché la collega Pulz parlava di benefici alle grandi imprese, in Valle d'Aosta bisogna capire cosa si intende per "grandi imprese" e soprattutto bisognerà capire e bisogna capire quale sarà l'utilità marginale di questo sgravio per le imprese che ci sono e se questo effettivamente determinerà un aumento dell'occupazione, perché sicuramente questo piccolo sbuffo di vapore che avevamo previsto aveva un'utilità marginale molto alta per il singolo e per le famiglie, forse per le grandi o, meglio, per le medie imprese valdostane, per quelle un po' più grandi di quelle piccole questo sbuffo forse non basterà a generare ulteriore occupazione, ma questa è un'opinione personale di chi ama e ha studiato economia.
Vado un po' in ordine sparso, ma c'è un filo logico. Sono contento di aver avuto la possibilità, sempre da parte del collega Marquis, di poter riparlare del debito. È vero, a volte il debito significa coraggio, perché ho un progetto e faccio debito, però spesso... e cito la sua relazione in cui parla di ristrutturazione della spesa, che giustamente non abbiamo avuto il tempo di iniziare e le assicuro che, da ex Assessore alle finanze, avrei gradito moltissimo ristrutturare la spesa - lei non sa quanto - ma io parlavo di un debito non positivo. Sicuramente l'investimento dei BOR è positivo, perché all'epoca si aveva un progetto: se ho un progetto e mi indebito e so di poterlo pagare, che non è una cosa banale, è utile ai fini degli investimenti. Fare debiti - e io lì parlavo di un debito non produttivo, ma che fosse più legato alla spesa corrente - non è una cosa buona e in un bilancio di un ente pubblico sinceramente vedere debiti improduttivi non è un buon segnale di bontà del bilancio. Mi rimane sinceramente un dubbio che forse gli esponenti del Governo potranno poi esporre in maniera più compiuta quando si parla a pagina 9 della sua relazione di un piano di investimenti pluriennali per 120 milioni. Io ho visto che dal DEFR è stata mantenuta l'idea di utilizzare le finanze aggiuntive dell'accordo con lo Stato per la realizzazione dell'ospedale, non capisco i due progetti di che cosa parlino: forse sono la stessa cosa, o due progetti diversi, oppure avanzano 230 milioni che mi sono perso. Ovviamente si poteva fare di più, ovviamente poteva essere messo molto di più a favore della defiscalizzazione e ho apprezzato molto a tal proposito l'intervento della collega Morelli. Quello che vorrei fare anch'io è aggiungere una battuta sul mio cognome e dire che questo piccolo sbuffo, o comunque queste idee di defiscalizzazione erano finalizzati a non aggiungere aggravi ai valdostani.
Per quanto riguarda il tanto famigerato bon de chauffage, ho seguito gli interventi dei colleghi della maggioranza, a tal riguardo mi sento di dire provocatoriamente, permettetemelo, excusatio non petita accusatio manifesta, ma soprattutto vorrei precisare un aspetto che ritengo abbastanza importante, sempre legato a quelle che citavo nella relazione... CVA è comunque un'importante società che opera nel mercato e deve essere trattata come un'azienda. Dal punto di vista gestionale di un'azienda, a volte bisogna scegliere che cosa fare per utilizzare risorse; sicuramente per il socio è molto più facile drenare risorse dai dividendi o dalle riserve, però è anche vero che, dal punto di vista economico, un'azienda buona e in salute sa gestire meglio gli aumenti di spese di tariffe facendo efficienze sui costi, piuttosto che vedersi persa del patrimonio o comunque privata di risorse ulteriori che possono patrimonializzarla. Ovviamente i fini economici sono diversi e anche le grandezze: 3 milioni contro 51,4. Questi però sono discorsi riguardanti il passato di cui io non faccio parte, perché sono arrivato a giugno, però lo specifico, perché potrebbe esserci uno scenario per qualcuno che dice: "io sono l'ente impositore, io sono il socio, io controllo la società che la controlla" e quindi sembra che il banco vinca sempre, ma non è così, perché si rischia che gli enti intermedi, vedi proprio l'azienda CVA, potrebbe non beneficiare appieno di una perdita di patrimonio, perché nessuna società che perde patrimonio beneficia di questo tipo di manovra.
Ci sono due aspetti che riprendo - non me ne voglia, ma siamo stati correlatori e quindi ne approfitto - che mi hanno stimolato, relativi a citare la tecnocrazia e soprattutto un presunto inquinamento da parte del dibattito nazionale sommario e semplificativo. Io penso - e faccio in primis un esame di coscienza - che anche noi a livello locale abbiamo dato del nostro e anche altri l'abbiano dato - io ripeto che sono arrivato a giugno -, quindi spesso è bene che tutti noi ci facciamo un esame di coscienza e pensiamo che, prima di dire che rappresentiamo il cambiamento, dobbiamo giustamente proporre soluzioni di cambiamento. Io difendo la scelta all'interno del DEFR soprattutto che avevamo presentato e di alcune misure e, se siamo oggi qui a parlare di defiscalizzazione, penso che comunque sia un primo tentativo che potrebbe anche essere un luogo non dico di incontro, ma comunque di sintesi da parte di maggioranza e opposizione, perché è bene che anche questo Consiglio riprenda il suo lavoro rispetto a questi sei mesi di Vietnam - e non lo dico a livello personale -, però credo sia importante.
Vi è un ordine del giorno che ci permetterà di discutere riguardo a questo, ma ritengo importante sottolinearlo: non è proprio vero che non c'è stata condivisione con i cosiddetti "stakeholder" nella realizzazione del bilancio. È ovvio che un bilancio si sarebbe dovuto redigere con un clima un pochettino più convenevole non a una maggioranza ma a una struttura, e qui ringrazio anch'io la struttura, come ha fatto l'Assessore Testolin, anche per essere spesso venuti dietro a quello che stava succedendo a livello di clima. Vi è stata una condivisione e soprattutto, penso agli Enti locali, una condivisione molto franca e molto seria, è stato rappresentato loro l'intendimento a livello di governo e credo che, in una situazione complessa come quella che abbiamo vissuto, garantire lo stesso finanziamento e prevedere un ulteriore maggiore finanziamento agli Enti locali fosse comunque importante. Mi impegnerò nella mia nuova veste di Consigliere, ma credo che le commissioni consiliari già ci siano e possano operare e - perché no? - durante il corso dell'anno possano organizzare degli incontri per avere una condivisione costante e continua, come auspicava la Consigliera Morelli, ma penso che tutti noi lo auspichiamo. Sono altre le situazioni in cui si sono redatti dei bilanci chiusi negli uffici. Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti.
Presidente - A questo punto io chiederei una riunione della Conferenza dei Capigruppo per concordare il prosieguo dei lavori di questa seduta del Consiglio. La seduta è sospesa.
La seduta è sospesa dalle ore 19:53 alle ore 20:01.
Rini (Presidente) - Riprendiamo i lavori dopo la riunione della Conferenza dei Capigruppo. Sospendo ora i lavori del Consiglio regionale che riprenderanno alle 21:00. Si ripartirà con le repliche dell'Assessore e del Presidente, poi si passerà all'esame degli ordini del giorno con dieci minuti per l'illustrazione e cinque minuti per ogni Consigliere che vorrà intervenire. Cerchiamo di esaurire la trattazione degli ordini del giorno in questa serata, poi verso le 23:00 ci aggiorniamo in base a come stanno proseguendo i lavori. La seduta è sospesa.
La seduta è sospesa dalle ore 20:01 alle ore 21:11.
Rini (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Ricordo che siamo in fase di replica, per cui cedo la parola all'Assessore Testolin.
Testolin (UV) - Vorrei esplicitare alcune riflessioni in seguito a una giornata di confronto su un bilancio del cui sviluppo abbiamo già ampiamente esplicitato questa mattina nelle varie relazioni che sono state espresse e su alcune considerazioni che nascono principalmente dagli interventi del nuovo Governo e della nuova maggioranza sul bilancio predisposto e presentato a fine novembre dal vecchio Governo. Si tratta di iniziative di modifica e di emendamento che hanno un carattere e un'importanza, a nostro avviso, di visione al di là del considerarle più o meno adatte e importanti nella situazione contingente. La visione che abbiamo voluto dare è una visione di attenzione soprattutto a dei settori, quello degli investimenti e quello del lavoro, che necessitano e sono stati nel tempo sottolineati come fondamentali per una ripresa economica all'interno del tessuto socio-economico della nostra regione.
Partirò dalla fine per andare ad analizzare la replica del Consigliere Aggravi, che ha sostanzialmente riassunto il modo di vedere espresso anche da alcuni suoi colleghi di movimento e di opposizione. Un modo di vedere che va a sottolineare ancora una volta una proposta, a nostro avviso, poco incisiva su un provvedimento: quello di abbattimento dell'addizionale IRPEF, che, con tutto il rispetto per le cifre che sono state citate, a nostro avviso, è meno importante e meno impattante sull'economia e sulla situazione socio-economica regionale rispetto all'alternativa che abbiamo dato. Fa parte di un modo di concepire questo tipo di iniziative con una visione diversa. Si è parlato di effetto marginale, evidentemente l'effetto marginale di un provvedimento che va a incidere per circa 4,8 milioni su un gettito di 20 milioni, che è quello che si raccoglie come IRAP sulle imprese valdostane è un aspetto che, da un punto di vista dell'impatto, è sicuramente più importante rispetto agli stessi 4,8 milioni spalmati su 75 mila contribuenti IRPEF, che da questo provvedimento ne traggono dei benefici assolutamente marginali.
Si parla di lasciare il certo per l'incerto, questo o vale per tutti, o non vale per nessuno, è un concetto che è stato espresso anche dal collega Cognetta, piuttosto che dal collega Manfrin. Quando siamo andati a parlare con gli Enti locali - lo cito a titolo di esempio -, ci siamo presi l'impegno in commissione, così come in quest'aula, così come davanti agli Enti locali, di garantire che le risorse suppletive che arriveranno a favore della prima variazione di bilancio prevista per gennaio/febbraio saranno mantenute nelle destinazioni originarie del DEFR indicate dal vecchio Governo. Anche quelle sono delle indicazioni, a fronte delle quali si poteva benissimo cercare di garantire agli Enti locali questi 4 milioni di euro subito, in modo che loro avessero potuto approvare il loro bilancio entro la fine dell'anno con la stessa sicurezza con la quale noi oggi abbiamo delle risorse per approvare il nostro... con degli accorgimenti tecnici che avessero rimandato alla variazione di gennaio invece dei provvedimenti che potevano essere benissimo spalmati sul bilancio regionale non con quella tempestività che invece richiedono le risorse destinate agli Enti locali. Lo scorso anno noi, con l'approvazione della finanziaria regionale, ci siamo presi un impegno forte: a fronte di una situazione molto più precaria di quella di quest'anno, abbiamo garantito agli Enti locali, con il Governo Viérin, circa 12 milioni in più rispetto alle spettanze dell'anno precedente, assumendoci e caricandoci di un onere che poi abbiamo rispettato nelle successive variazioni di bilancio. Questi sono dei segnali dai quali non si può prescindere ed erano risolvibili, a mio avviso, anche con un dialogo, che poi è stato sottolineato un po' da tutti come necessario per cercare di risolvere il problema. In questo caso bastava effettivamente confrontarsi con gli Enti locali in una prima fase, o anche con le minoranze, o con la commissione consiliare competente. Una situazione che purtroppo non si è verificata, noi l'abbiamo detto nelle nostre relazioni, abbiamo sollecitato durante i mesi di settembre e ottobre una presentazione dei documenti previsionali, il DEFR e poi i documenti di bilancio, non per voler forzare la mano per questa presentazione, ma perché la presentazione ci permette di entrare a contatto con le tipologie di politica che si vogliono fare, di confrontarsi e di trovare nel caso la situazione migliore da prospettare sia da un punto di vista politico che da un punto di vista anche tecnico, perché ogni tanto la tecnica deve essere anche a disposizione della politica.
Ribadiamo la nostra assoluta convinzione nel cambiamento che vogliamo portare rispetto all'articolo 1 della finanziaria, sicuri che queste risorse verranno assolutamente allocate, così come chiedeva il Consigliere Aggravi prima, per l'iniziativa che abbiamo esplicitato, un'iniziativa che peraltro, e riprendo il prospettino dei 20 milioni... non è esplicitato neanche in quel prospettino a cosa serviranno i 4 milioni dell'agricoltura. Collega Gerandin, quei 4 milioni dell'agricoltura servono per finanziare delle cose che oggi ha venduto senza che le stesse siano attuabili. Per garantire 120 giornate, bisogna che venga approvato in variazione di bilancio uno stanziamento ulteriore di 500 mila euro che fanno parte di quei 4 milioni. All'interno delle valutazioni quindi non è che si possono avere due pesi e due misure: le cose certe lo sono per tutti, le cose incerte lo sono altrettanto per tutti. L'onestà intellettuale di questa nuova maggioranza è quella di dare corso agli impegni che si sono assunti... per quello, così come per gli impianti di risalita, così come per gli investimenti nella sanità, perché siamo coscienti che, quando ci si va a confrontare con le parti sociali o con le situazioni puntuali, poi bisogna cercare di garantire con la massima serietà le indicazioni di bilancio che poi hanno delle ripercussioni sul tessuto sociale della nostra Regione.
Mi dispiace che ogni tipo di argomento venga sempre un po' banalizzato e confuso. Questo tema, purtroppo, è stato affrontato in maniera abbastanza superficiale sia dal collega Cognetta che dal collega Manfrin, nel voler enfatizzare per forza e a tutti i costi delle decisioni che, dal vostro punto di vista, potevano anche essere sostenibili, ma che noi abbiamo reputato in questo momento di dover modificare, perché abbiamo un altro approccio. Pensiamo che il lavoro, così come altre tipologie di scelte che abbiamo esplicitato con degli emendamenti specifici, di cui poi andrò a parlare, sono assolutamente prioritari per garantire a quelle imprese che oggi rappresentano in più quella che è la Regione che evidentemente assicura un numero di occupati importantissimo, ma sono le imprese il tessuto e l'ossatura di una forza che deve implementarsi e può implementarsi attraverso, e soprattutto, anche questo tipo di attenzione da parte dell'amministrazione pubblica. È assurdo, secondo me, pensare che con la manovrabilità fiscale riusciamo a risolvere tutti i problemi delle imprese. Evidentemente gli importi che derivano da questa manovrabilità fiscale sono contenuti, ma sono delle indicazioni importanti di dove si vuole andare e soprattutto di dove si vuole arrivare.
Ci sono stati degli interventi in merito al discorso CVA, dove la nostra intenzione è assolutamente quella di avere dei tempi certi di decisione, perché c'è da dire che si tende sempre a confondere il ruolo di CVA con il ruolo del proprietario delle acque, che rimane adesso e comunque rimarrà sempre la Regione Autonoma Valle d'Aosta. Le concessioni che vengono assegnate oggi a CVA non è detto che CVA le abbia di nuovo dopo il 2029. Le indicazioni che vengono date sulla prossimità di valorizzazione di quest'azienda quindi sono assolutamente delle indicazioni che vanno nell'ottica di rendere quest'azienda sempre più efficiente ed efficace e di estrapolarla da delle morse anche operative, che potrebbero ridurne l'efficacia e anche la redditività, non solo per i nuovi soci che potranno entrare, si potrebbe eventualmente decidere chi e come farli entrare... ma anche su quella che sarà la redditività futura a favore della nostra Regione. Cosa diversa è il fatto di lavorare - e io lì sono pienamente d'accordo - per l'attenzione all'utilizzo delle acque a uso irriguo e a uso potabile, ma con un concetto che le infrastrutture che oggi sono sul territorio sono infrastrutture che non verranno implementate dal fatto che CVA possa eventualmente subire dei processi societari diversi da quello attuale, ma sono delle situazioni che possono essere valutate esclusivamente per quelle che saranno le modalità di approccio verso i nuovi bandi e verso i nuovi interlocutori, che probabilmente potranno essere CVA, ma anche altri produttori di energia idroelettrica sul mercato.
Detto questo, credo che si sia disquisito anche abbastanza sul discorso del bon de chauffage. Ripeto quello che ho detto questa mattina in presentazione del bilancio: credo che decisioni di quella portata non possano essere modificate o cambiate nel giro di una settimana, questo l'ho detto e lo credo veramente. Sono davvero dell'idea che una valutazione complessiva su quello che sarà l'impatto dei provvedimenti a livello nazionale e di quella che sarà la capacità di gestire una misura unica favore delle famiglie debba essere l'obiettivo principale. Oggi, tra l'altro - come segnalato da più parti, da chi è voluto intervenire -, abbiamo presentato come maggioranza un interessante ordine del giorno che verrà dibattuto in itinere di questo Consiglio regionale e che darà sicuramente il "la" per fare delle valutazioni importanti in merito al ruolo che bisogna assumere nei confronti dell'attenzione al territorio, dell'attenzione ai cittadini, ma che sia contestualmente un percorso virtuoso e dove il cosiddetto "bon de chauffage" non può essere prelevato dai canoni di assegnazione dell'utilizzo delle acque per poi essere riversato su chi utilizza magari carbon fossile, gasolio o quant'altro per alimentare il suo riscaldamento, o per alimentare la sua possibilità di riscaldamento familiare.
Credo che valga ancora la pena di fare alcune sottolineature dei vari interventi. Il collega Mossa parlava di Casinò, investimenti non corretti. Io voglio solo ricordare che così come la CVA dal 2001 ha portato nelle casse della Regione circa 700 milioni di euro, 650 milioni di euro di utili, che hanno assolutamente contribuito alla crescita e al mantenimento della capacità di offrire servizi alla popolazione valdostana, il Casinò ha permesso dal 2000 in avanti di raccogliere circa 1,4 miliardi di euro di utili. Al di là del calo fisiologico degli ultimi anni, credo che la Casa da gioco meriti il rispetto oggi, come lo ha meritato nel tempo, per quello che ha dato alla comunità valdostana. Gli investimenti sono stati fatti, come altri, nell'ottica di avere sul territorio un'azienda che ancora oggi incassa 60 milioni di euro e dà lavoro a circa 580 famiglie. Prima di ricadere sempre nelle solite polemiche, quindi credo che delle riflessioni e dei numeri vadano analizzati con la correttezza che questo documento, ma in generale un dibattito all'interno di questo Consiglio richiede.
Passerei poi alle osservazioni espresse dalla collega Minelli, in merito al carbon free ho già risposto, poi verifico... questo vale anche per il collega Gerandin, anche la collega Minelli predilige fare delle critiche piuttosto che dare dei suggerimenti puntuali ed è sempre più facile trovare quello che non va all'interno di un percorso piuttosto che analizzare puntualmente e dare delle risposte, perché queste ultime molte volte vengono date con i soldi. Quando si dice che abbiamo troppi soldi, quando si vogliono fare degli investimenti e non ci sono le risorse, non ci possiamo lamentare perché gli investimenti non vengono fatti. Sinceramente io trovo difficoltà a concepire questo modo di vedere che, tutto sommato, il nostro bilancio è ancora ricco, è ancora ricco ma chiediamo sempre delle ulteriori implementazioni - e giustamente lo facciamo -, sottolineiamo tutte le necessità cui la popolazione valdostana ha diritto, o che avrebbe piacere di trovarsele finanziate per poi in qualche caso dover dire dei "no", perché la finanza regionale nella sua evoluzione ha subito, nostro malgrado, dei forti tagli nel tempo e tutte le iniziative che potevano essere proposte negli anni sono un po' venute a mancare. È per questo che, ricollegandosi anche al discorso CVA, il fatto di andare a eventualmente reperire delle risorse extra bilancio importanti che permettano di organizzare e di programmare un investimento oculato e produttivo all'interno del tessuto imprenditoriale valdostano potrebbe permetterci di risolvere da un punto di vista occupazionale delle criticità che, nonostante tutto, ci vedono meno malmessi di altre Regioni italiane. Dall'altra parte, potrebbe permetterci anche di infrastrutturare e garantire dei servizi che possano a loro volta essere virtuosi e produrre nuova redditività per la nostra Regione aumentando gli introiti fiscali, per poi andare ad utilizzare una parte di queste nuove risorse per fare nuove politiche di abbattimento delle imposte e delle tasse che vengono a gravare sulla nostra popolazione in maniera sicuramente più efficace di quella che oggi questo bilancio ci permette di fare.
Cosa diversa ha detto il collega Vesan, rispetto alla Consigliera Minelli, sono due punti di vista: da una parte, sembra che ci siano troppe risorse; dall'altra, sembra che ce ne siano troppo poche, ma delle due l'una. Credo che all'interno di una minoranza due visioni sulla quantità di risorse a disposizione dell'Amministrazione regionale così diverse sia difficile ricordarsele nel tempo! Anche da parte del collega Vesan - che io ascolto sempre volentieri per la sua competenza e anche per il lavoro svolto all'interno degli enti pubblici - molti sono i punti di critica e pochi sono gli input puntuali, dove le decisioni potrebbero essere prese in maniera diversa. Mi sono segnato l'affermazione con la quale il collega citava gli impianti di risalita, fortunatamente tali impianti costituiscono oggi ancora forse il primo motivo di attrazione turistica sul nostro territorio e fortunatamente, rispetto ad altre realtà italiane, hanno una situazione morfologica che le avvantaggia, perché abbiamo degli impianti in quota. Fortunatamente, nonostante il modificarsi delle situazioni climatiche, rispetto ad altre realtà - penso a quelle trentine dove iniziano a sciare da 500 o 600 metri, o austriache, o tedesche -, tali impianti garantiscono - e garantiranno spero ancora per lungo tempo - delle potenzialità che assolutamente dobbiamo implementare e consolidare con un efficientamento degli stessi. D'altro canto, sottolineo anche che nel tempo sono stati fatti degli importanti investimenti, approfittando anche di fondi europei, su un tipo di turismo slow, un turismo diverso che coinvolga anche la media e bassa montagna, un percorso balteo - che non so se ha avuto modo di approfondire (sicuramente sì) - che cerca di mettere in rete tutta una serie di iniziative, di percorsi, di lavori che sono stati fatti nel tempo dalle nostre comunità, cercando di renderli fruibili in maniera omogenea e in maniera propositiva, anche per aumentare le potenzialità delle stagioni di bassa. Credo quindi che sia riduttivo vedere un investimento o un certo tipo di investimento solo come l'unico, ed è quello che è stato guardato in maniera ottusa da chi ha governato prima di oggi.
Credo che ancora due riflessioni vadano fatte. Il collega Ferrero ha fatto delle affermazioni che assolutamente non mi trovano d'accordo, quando parla di canoni di derivazione rilasciati agli amici degli amici, ha ben risposto il collega Nogara con dei dati puntuali, con dei dati che sanciscono come il peso maggiore di questa iniziativa graverebbe su CVA, quindi più del 90 percento, o comunque intorno a 93-94 percento dei maggiori costi sarebbe a carico della Compagnia Valdostana delle Acque. Credo che questo la dica lunga su che cosa fare o non fare e quali sono gli effetti di alcune iniziative.
Ho apprezzato molto i toni utilizzati dalla collega Morelli, perché sono quelli che vogliono un po' animare questo percorso di questa nuova maggioranza nei confronti di tutta una serie di problematiche che vanno assolutamente condivise su certi punti. Va detto anche che con chi è intervenuto dai banchi dell'opposizione ci troviamo assolutamente d'accordo sulla necessità di dare delle risposte importanti alle Amministrazioni locali su delle norme che vanno riviste a beneficio delle collettività. Credo anche che ci siano delle iniziative di carattere più specificatamente tecnico e delle valutazioni sul futuro economico della nostra Regione che potranno essere oggetto di confronto, ma devono unirci nell'idea di essere un po' più lungimiranti e di azzardare, così come ha detto il collega Marquis, qualche passo un po' più importante della mera gestione ordinaria di un bilancio. Bilancio che, evidentemente, ha dei numeri che sono sempre risicati, nonostante ci sia stato un forte miglioramento e che, rispetto a qualche anno fa, ci permette oggi, collega Gerandin, di non utilizzare più i proventi delle società partecipate, proventi che sono stati utilizzati negli ultimi anni per garantire un minimo di investimento sul nostro territorio. Si tratta di investimenti che sono stati fatti e proposti grazie all'utilizzo dei dividendi delle società partecipate, ed era stato sottolineato in maniera straordinaria, perché da quest'anno - l'ho detto nella mia relazione - si sono liberate delle importanti poste. Sottolineo che nel tempo ci si è scontrati - anche chi ha governato prima di lei - con delle situazioni finanziarie decisamente più precarie di quelle che ha vissuto lei in questi cinque o sei mesi. Ci siamo scontrati con un Patto di stabilità che da un giorno all'altro ha ridotto del 40 percento le disponibilità per un governo che dal 2013 al 2014 si è trovato a passare da 1,9 miliardi a 1,4 miliardi e poi a 1,1 miliardi di euro per dare le stesse risposte che doveva dare quando le cifre erano ben più importanti. Credo che le difficoltà le incontra chi governa e chi ha voglia di governare. Io le dico che è sempre più comodo - e oggi l'ho sentita di nuovo con piacere un po' più rinvigorito rispetto a quando era su questi banchi del governo - dare delle indicazioni, indicazioni che qualche volta però non sono arrivate neanche da lei quando le si chiedeva se c'erano state delle iniziative a favore del lavoro, a favore degli impiegati forestali e se si erano presi dei provvedimenti. Queste iniziative che potevano e dovevano essere prese non sono state prese. Questo solo per dire che le difficoltà che si incontrano nell'amministrare sono delle difficoltà comuni a tutti e non vanno riversate su chi ci è stato prima, bensì bisogna cercare di lavorare e fare tesoro degli eventuali errori che si sono commessi, per cercare di instradarli nella migliore posizione possibile per dare delle risposte concrete, cosa che stiamo cercando di fare con i mezzi che abbiamo a disposizione.
Concludo ribadendo il fatto che noi non siamo intervenuti sul bilancio perché la priorità di questo Governo è quella di assicurare dal 1° gennaio l'applicabilità dei numeri e delle iniziative che il bilancio permette di far partire, perché anche l'aspetto tecnico, purtroppo dettato da questo ritardo con cui c'è stata la presentazione dei disegni di legge finanziari e del DEFR, ci obbliga oggi a dover assolutamente partire con questi numeri. Abbiamo fatto le uniche eccezioni su degli emendamenti puntuali, ma che non compromettono dal punto di vista dei numeri lo schema originario. Anche l'unica iniziativa che va a toccare i denari quindi è relativa a una posta che può essere assolutamente ripresa dal 1° gennaio con la nuova variazione e sarà destinata a quello che ci siamo impegnati a fare.
Presidente - La parola al Presidente della Giunta per la replica.
Fosson (GM) - Solo alcune considerazioni brevi su questo atto e su quanto oggi questo utile dibattito ha prodotto: brevi perché l'Assessore è stato molto puntuale nella sua risposta. Questo è un bilancio particolare, lo hanno detto tutti, soprattutto perché siamo, per i tempi, in una situazione di emergenza, che è stata per tutti i Consiglieri e di questo dobbiamo tenerne conto. Lo ha detto molto bene questa mattina l'Assessore Testolin: abbiamo avuto otto giorni per preparare e modificare questo bilancio, per dare un segnale che non fosse contraddittorio quello che era stato scritto prima, ma desse un segnale vicino a quello che noi volevamo proporre, lo ha detto molto bene anche il Consigliere, ex Assessore Aggravi, con la onestà intellettuale che dobbiamo riconoscergli, dicendo che ha scritto questo bilancio in condizioni difficili e prudenziali e poi ne ha anche specificato le motivazioni.
La Consigliera Minelli ci dice che c'è stata poca programmazione e questo è ovvio, anche se c'è il desiderio di farlo. Alla fine il Consigliere Rollandin ci ha sintetizzato in modo semplice, ma chiaro ed efficace che è stato un parto molto difficile. È vero, ma non è un bilancio di chi non vuole guardare al futuro, anche se non ha avuto il tempo per mettere giù il percorso, di chi non vuole sognare, perché, se stiamo qui, vogliamo superare le emergenze, ma pensare anche al futuro e pensare anche a dei sogni non per noi, ma per i valdostani. Abbiamo voluto in questo dare un primo segnale: vogliamo puntare tutto sul lavoro, incentivare le imprese locali, le imprese che lavorano. Se avete visto il DEFR cosa dice nella parte delle statistiche - a me piacciono i numeri -, avrete visto quante imprese hanno chiuso negli ultimi anni. Il primo messaggio che vogliamo dare è che vogliamo mettere al centro di questo nostro programma l'incentivazione del lavoro, la diminuzione della disoccupazione, la possibilità di contrastare la povertà dando lavoro a chi non ce l'ha, perché il vero contrasto alla povertà è dare lavoro a chi non ce l'ha, questo anche per la disabilità, per chi è diverso dagli altri e sappiamo che il lavoro cambia e attenua tutte le differenze e dà dignità alle persone: ecco perché abbiamo pensato di togliere l'IRPEF e mettere l'IRAP. Dateci il tempo per portare avanti questo progetto, che forse adesso - è vero - la determinazione di come verrà applicata l'IRAP e questi denari non è ancora precisa, ci vorrà una caratterizzazione più chiara e lo faremo in questi giorni. Vogliamo migliorare la situazione del singolo dando più lavoro, per questo motivo abbiamo fatto un Assessorato sulle politiche del lavoro, mettendo anche un'attenzione all'integrazione e ai fondi europei, con l'iniziativa e il desiderio di fare quanto prima un'agenzia del lavoro. Pensiamo - ed è stato già detto e non mi soffermo - che il bon de chauffage, così com'era stato pensato e fatto, non fosse un grande sostegno in questo momento per nessuno, che creasse dei furbetti, delle difficoltà nella distribuzione. Si tratta quindi di una misura da rivedere, questo lo hanno detto tutti, anche il Consigliere Manfrin; per tutti non era molto chiaro se mantenerlo, metterlo, rimetterlo e quindi dobbiamo in questo essere molto corretti, è una misura da ripensare e da rivedere.
Non siamo contrari, Consigliere Ferrero, al sostegno immediato. Non pensiamo che gli aiuti previsti siano da buttare via, anche se erano pochi, tutto serve, anche se, mi permetta, il conto del dentista forse con questi soldi non poteva essere pagato, come ha detto lei: questo non per un problema suo, ma per le tariffe dei dentisti che abbiamo cercato di modificare a suo tempo creando un'odontoiatria sociale, però tutto serve. Noi volevamo dare un segnale, una filosofia. Mi permetta, dottor Aggravi, quando lei dice: "mi fa paura a lungo termine il futuro, preferisco il carpe diem", noi abbiamo un pochino più di fiducia nel futuro, anche se siamo vecchi, un po' il cuore che non funziona, ma abbiamo la speranza di poter guardare ancora avanti e di creare qualche cosa di positivo. Oggi il giornale scherzava anche su questo e diceva: "Fosson sabato va a Roma per farsi benedire". Bisogna anche accettare questi scherzi, anche se sono un po' cattivi, però noi non pensiamo che pensare al futuro, a lungo termine sia una mancanza. Il segnale che abbiamo voluto dare pertanto è in questo senso: potenziare soprattutto il lavoro e contrastare la disoccupazione; poi perché sulle misure del sostegno immediato vogliamo vedere quello che succede a livello nazionale, il loro esito e le ripercussioni che avranno sulla nostra popolazione queste misure e perché, come ha detto molto giustamente la Capogruppo Morelli, già c'è molto sul welfare. Il Consigliere Gerandin ha parlato della legge Fontana che è da rivisitare; noi abbiamo parlato oggi con l'Assessore Baccega di mettere in campo al più presto la legge Gadda che recupera gli sprechi alimentari per darli ai più poveri. C'è un impegno nel nostro programma proprio a creare un nuovo welfare, una riorganizzazione del molto che c'è già. Non crediamo quindi che non sia giusto dare un sostegno immediato, ma in questo momento pensiamo di riorganizzare il sostegno immediato, di guardare al futuro.
Quello che non condividiamo sicuramente, com'è apparso in questi giorni, è che siamo disattenti alle famiglie. Molto del nostro programma mira all'attenzione alla famiglia, che abbiamo spostato, come dicevo nell'introduzione, dal sociale alle politiche del lavoro: abbiamo voluto togliere la famiglia da un luogo dove doveva essere solo assistita per metterla in un luogo in cui diventa protagonista attiva, dove decide e si mette al centro di un quadro di misure, di politiche. Abbiamo pensato al fattore famiglia, che è una nuova fiscalità. La famiglia, soprattutto quella numerosa, ha bisogno di nuova fiscalità e su questo si sono già fatti degli studi; sappiamo che, laddove c'è il fattore famiglia, diminuisce la denatalità e vogliamo al più presto cominciare in via sperimentale ad applicarlo da qualche parte. È stato detto che lavoreremo al più presto per una misura unica e addirittura sull'agenzia della famiglia. Noi quindi non pensiamo a una famiglia da dover assistere momentaneamente, ma a una famiglia da mettere al centro delle nostre politiche.
La legge n. 20, caro Gerandin, è una legge sicuramente da modificare, ma non pensiamo di modificare quelle motivazioni di trasparenza, di unità, di correttezza nelle assunzioni, che sono state alla base della legge e che noi comunque continuiamo a sostenere. D'altronde, lei sa benissimo, in merito alla quotazione in Borsa della CVA, che se CVA entra, i controlli saranno molto più stretti.
Permettetemi di dire qualcosa sull'ospedale, perché sembrava di ritornare ai tempi del referendum, poi l'intervento della dottoressa Morelli ha posto una sintesi e ha indicato una strada. Sicuramente il progetto dell'ospedale è un progetto da efficientare, da modificare soprattutto, come diceva il collega Rollandin, sono stati trovati dei reperti importanti, ma questo cambiamento del progetto deve essere fatto in breve tempo sicuramente e con chiarezza. Prima di pensare a un'alternativa, verifichiamo fino in fondo questo, perché parlare di alternativa vuol dire buttar via tutto quello che è stato fatto e poi creare discussioni che portano in là di molto la realizzazione, anche perché è un progetto che ha una storia, che ha avuto molte spese, la realizzazione di un parcheggio. Provate ad andare negli altri ospedali al centro della città e vedrete se riuscirete a parcheggiare con tanta facilità com'è possibile adesso. Ha avuto un referendum, mi dispiace, Bertin, che lei dica che è la notte nera della democrazia. Mi sembra che mai un referendum come questo sia stato presentato, discusso; prima di una formulazione di una linea, sono stati sentiti tutti, io ho dei fascicoli così. Non è stata la notte nera della democrazia, la gente si è espressa, anche con una logica ben precisa. Ricordo che il referendum l'abbiamo voluto noi: dopo tanti anni di discussione, di piani, noi abbiamo voluto un referendum e le assicuro che se questo fosse stato negativo, l'Assessore alla sanità dell'epoca - che ero io - non sarebbe rimasto a sopportare la conseguenza di un progetto diverso da quello che aveva pensato. Per quanto riguarda il risultato del referendum, nei termini costituzionali il referendum è stato chiarissimo. Il grande problema di fare un ospedale nuovo, mi permetta, dopo tanti anni, ha un presupposto ben preciso, per me molto significativo, di cui sono ancora più convinto: l'ospedale al centro della città vuol dire porre il malato al centro della città e far sì che gli anziani possano recarsi con molta facilità all'interno dell'ospedale. Il nuovo ospedale poi si porta dietro due grandi difficoltà, di cui mai nessuno parla: "dove avremmo fatto l'ospedale nuovo?", lo diceva prima il collega Rollandin, ma lei provi a chiedere ai comuni vicini nella cintura di Aosta - come avevamo fatto - chi è disponibile a dare un terreno per fare un ospedale nuovo? Le assicuro che erano state vagliate tutte le possibilità. Ma fare l'ospedale nuovo dove? Secondo problema, che sta diventando sempre più importante per chi ha fatto un ospedale nuovo fuori: "il vecchio lo ristrutturiamo...", eccetera. Io sono stato in una città del Piemonte recentemente e il grosso ospedale vecchio che avevano al centro è lì con le finestre cadenti, con nessuna possibilità di ristrutturazione, perché ristrutturare un ospedale vecchio al centro di una città è difficile. Noi avremmo avuto un ospedale come il Mauriziano, un rudere al centro della città e sarebbe stato molto difficile ristrutturarlo, queste sono due realtà, su questo non vorrei però entrare. Sono convinto e sono d'accordo con quello che diceva la Consigliera Pulz quando diceva che nell'ospedale nuovo si muore lo stesso, come nell'ospedale vecchio, se non si hanno dei professionisti di un certo tipo. È giusto quello che diceva il collega Restano: concentriamoci sulla funzionalità degli ospedali.
È stato detto che non abbiamo detto nulla del Casinò. L'Assessore ha parlato molto bene. Noi in questo momento vogliamo parlare molto poco del Casinò, ma parlare tutti insieme con un'unica linea. La vertenza del Casinò è molto difficile, siamo su una linea di grande pericolo. Nessuno di noi vuole che quest'azienda, per i motivi che ha detto l'Assessore, chiuda. Ci rendiamo conto però che la trattativa per ridurre il costo del lavoro è determinante ed è in corso, pertanto noi abbiamo visto, continuiamo a vedere i sindacati, eccetera, però su questo lasciamo che le parti si incontrino, discutano. In questo momento non parliamo molto del Casinò per il rispetto di quanto sta succedendo.
Le ultime cose al Consigliere Manfrin, che nella sua baldanza giovanile, sempre ci parla dei rapporti con Roma, ha fatto un'intervista dove dice: "qui ci siamo noi, a Roma ci siamo noi. Se voi volete parlare con Roma, dovete parlare con noi", per la proprietà transitiva, mi sembra. Io penso che la Lega sia un grande partito aperto e capace di dialogare con le altre forze. Intanto, non lo ricorderò più, ma la Lega nasce perché un Consigliere valdostano incontra Bossi a Pavia, quindi ho sempre detto agli amici leghisti che la Lega è nata in Valle d'Aosta, come riconoscono anche loro, perché l'aula della Camera della Lega è dedicata a Bruno Salvadori. C'è un po' il rimpianto che questo grande partito, per sei voti, non ci abbia aiutato quando c'era la possibilità di dare un Parlamentare europeo alla Valle d'Aosta. Adesso voi state facendo tutto il possibile, però, se ci aveste dato una mano allora, avremmo già il Parlamentare europeo. Io credo che la Lega sia un grande partito con cui si possa dialogare, anche se in questo momento non c'è più una Giunta a trazione leghista. Sono stato, l'altro giorno, a Roma e ho verificato la grande sintonia e amicizia con Senatori e Ministri, come Caparini, Garavaglia, con cui abbiamo lavorato insieme per tanti anni, per cui queste posizioni: "se non ci siamo noi, nessuno a Roma vi darà ascolto" penso che siano negative per la dimensione stessa della Lega, anche qui qualcuno dialoga con noi in un certo modo e qualcuno dialoga con altri. Certo, è più facile dialogare quando il rapporto e l'affronto dei problemi è diverso.
Finisco dicendo che ringrazio chi ha lavorato su questo progetto prima e dopo, ringrazio gli Assessori, ringrazio l'Assessore Testolin e la sua squadra, la commissione che non si è tirata indietro di fronte alla tempistica, all'emergenza e tutti quelli che sono intervenuti oggi. Siamo in un'emergenza che, se sarà superata con l'approvazione di questo bilancio, darà inizio a un nuovo percorso, un futuro e un sogno, speriamo noi. Dopo l'approvazione del bilancio comincia un percorso. È un percorso che, come già detto nell'introduzione, è aperto al dialogo, se questo sarà possibile, perché per dialogare bisogna essere in due, tre, eccetera. Passata questa emergenza, come dicevo, si potrà iniziare un percorso di scelta, di decisioni, di collocazione di risorse, di affronto dei problemi. Chiaramente per chi ci sta, noi speriamo il più possibile. Come ho detto l'altro giorno, è una sfida per noi, ma è una sfida per tutto questo Consiglio.
Presidente - Dopo le repliche, passiamo all'esame e alla votazione degli ordini del giorno. La parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Per chiedere pochi minuti di sospensione per un confronto con le forze di minoranza.
Presidente - Sospensione concessa.
La seduta è sospesa dalle ore 21:57 alle ore 22:33.
Rini (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1. La parola alla collega Pulz per l'illustrazione.
Pulz (IC) - Illustro velocemente l'ordine del giorno n. 1. L'articolo 1 del disegno di legge regionale n. 14, le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, prevede la riduzione dell'addizionale regionale all'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) limitatamente ai redditi annuali inferiori ai 55 mila euro. Tale misura aiuta chi ha comunque un reddito e agevola in particolare la fascia di redditi più bassa, con imponibile fino a 15 mila euro, secondo il criterio giusto della progressività di cui all'articolo 53 della Costituzione, mentre non sono certo le manovre fiscali a poter aiutare chi non ha reddito. Ad oggi le previsioni di bilancio sull'IRPEF sono state ridotte di circa 4,8 milioni di euro per tenere conto dell'articolo 1 ed è intenzione dell'attuale maggioranza di governo abrogare il suddetto articolo 1 per poi, con la prossima legge di variazione di bilancio, utilizzare queste risorse, trasformando - come ha dichiarato l'Assessore Testolin in II Commissione Affari generali venerdì scorso 14 dicembre - la manovra IRPEF in una manovra IRAP, al fine di diminuire quest'ultima a favore del mondo delle imprese, sebbene - dichiarava - vi sia ancora riservatezza sulle finalità e sugli usi specifici da decidere in seguito. Noi consideriamo che tale misura andrebbe a vantaggio delle imprese relativamente grandi, considerando che in Valle d'Aosta non vi sono imprese enormi e ci sembra non a favore delle piccole imprese, o quelle artigianali.
Capiamo che vi è senz'altro necessità di aumentare le risorse per lo sviluppo economico e l'efficientamento di quelle già investite a favore delle imprese relativamente grandi, ma tale necessità non è paragonabile, secondo noi, all'urgenza di misure di contrasto alla povertà, che è in preoccupante aumento anche in Valle d'Aosta. Malgrado tutti gli interventi sentiti oggi in merito molto interessanti, come dicevo già questo pomeriggio, la visione liberista del nuovo Governo regionale, che dichiara che, rimettendo in moto il mondo delle imprese valdostane più grandi, in fondo ne beneficerà tutto il sistema Valle d'Aosta, famiglie comprese, questo non ci convince e questa storia della manina invisibile sta a dimostrare che si tratta di una visione parziale, anche anacronistica, superata dalla storia. Noi quindi chiediamo di impegnare il Governo regionale a voler prevedere l'utilizzo di questi 4,8 milioni di euro per precisi scopi sociali, che dovranno essere declinati in accordo con gli Assessorati competenti in materia, al fine di prendere realmente in carico le famiglie in situazione di difficoltà lavorativa, economica e sociale.
Presidente - Ricordo che, come deciso in sede della Conferenza dei Capigruppo, ci sono cinque minuti a testa per chi vuole intervenire sull'ordine del giorno prima di passare alla votazione dello stesso. La parola all'Assessore Testolin.
Testolin (UV) - Per esprimere, a nome del Governo, alcune riflessioni in merito a questa proposta, che rimane una proposta nobile nei suoi intenti di destinare queste risorse, anche importanti, nel senso complessivo, ma che è una proposta che non può essere accoglibile per la ratio che ci ha portato a recuperare questi 4,8 milioni. Credo che sia stata esplicitata durante questa giornata più volte l'intenzione di andare a sostituire con delle finalità ben precise un'iniziativa di manovrabilità fiscale con un'altra operazione di pari peso, che possa determinare sul tessuto produttivo regionale, nei limiti di quelle che possono essere delle iniziative fiscali di questo tipo, i presupposti per cui le aziende continuino a garantire lavoro sul territorio. Non è quindi un mero spostamento di risorse, dal nostro punto di vista, che altrimenti avrebbero potuto essere riallocate direttamente su altre iniziative, che magari la maggioranza reputava altrettanto interessanti di quella eventualmente proposta da voi, ma è proprio una filosofia che ci ha animati nell'andare nella direzione di destinare queste risorse che arrivano da un prelievo fiscale a qualcosa che possa servire alla comunità intera, perché ribadiamo che crediamo che il lavoro sia quello che potrà dare delle risposte nel prossimo futuro alla nostra comunità. L'indicazione quindi sarà quella che andremo ad astenerci in merito a questa iniziativa.
Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 1, presentato dalla Consigliera Pulz. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:
Presenti: 35
Votanti: 17
Favorevoli: 17
Astenuti: 18 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sorbara, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Possiamo passare all'esame dell'ordine del giorno n. 2. La parola al collega Mossa per l'illustrazione.
Mossa (M5S) - Relativamente all'inserimento all'ordine del giorno di questa proposta, mi ricollego all'intervento della collega Morelli di questo pomeriggio, perché anch'io ho vissuto in prima persona la cosiddetta "figuraccia" di audire i portatori di interesse solo un paio di giorni prima dell'approvazione del bilancio. Pensate che alcuni di loro in soli due giorni hanno comunque letto il bilancio e hanno passato quel piccolo lasso di tempo messo a disposizione per elaborare proposte, credendo ingenuamente che sarebbero state prese in considerazione e inserite nella legge di bilancio. Qualcuno invece è stato più schietto e ha detto che è la stessa identica situazione dell'anno passato che si ripete, io non c'ero; qualcun altro ha anche affermato che le audizioni sono state più delle formalità che non un lavoro di condivisione, con l'obiettivo di creare soluzioni virtuose e andare incontro alle esigenze di tutti.
Lei, collega Nogara, prima ha detto che in II Commissione durante le audizioni non ho aperto bocca. Confermo quello che ha detto. Al di là del fatto che sono Commissario in quella commissione da appena una settimana, voglio informarla che, nel caso non se ne fosse accorto, provavo un certo imbarazzo a essere uno dei Commissari che li stava ricevendo dopo averli convocati appena due giorni prima dell'approvazione del bilancio, perché nella lavata di capo generale che ci hanno fatto i portatori di interesse, facendo parte della II Commissione, c'ero di mezzo anch'io. Lei crede che sarei dovuto intervenire? Non sarei stato molto delicato nei vostri confronti e quindi ho evitato di infierire, ma ne prenderò atto e al prossimo giro dirò puntualmente ciò che penso, visto che ci tiene tanto, e forse rimpiangerà quando ho evitato di intervenire. Lei, collega Nogara, è venuto a dirmi che ho fatto una lista della spesa oggi. Certo, cosa dovrei fare? Cosa dovrei dire? Dovrei dirvi: bravi che, per il bene della Valle d'Aosta, state investendo solo l'1 percento sul turismo in una regione turistica? Dovrei dirvi: bravi che investite il 2 percento sulle politiche del lavoro in una regione il cui tasso di disoccupazione è in costante aumento? O dovrei dirvi: bravi che, per contrastare la crisi economica, investite solo il 3 percento sullo sviluppo economico? Non mi presto a questo giochetto e dico le cose come stanno. È giusto che i valdostani sappiano e che prendano atto. Lei, durante il suo intervento, ha detto - ripeto le sue parole -: "collega Mossa, se ritenete che in questo bilancio ci siano degli sprechi di danaro, premete il pulsante, alzatevi in piedi e fatelo presente". Non sto a rifarlo, visto che sono in piedi e che, come ha potuto notare, il mio collega Vesan ha premuto il pulsante, si è alzato in piedi e vi ha fatto presenti gli sprechi. Ne avete preso atto? Ne dubito. Ovviamente non tutti gli sprechi, ma solo quelli più evidenti anche agli occhi di noi poco esperti, ma che, a quanto pare, sono però sfuggiti e continuano a sfuggire ai vostri occhi di nuova/vecchia guardia. Certo, se avessimo dovuto approfondire tutti gli sprechi di questa legge di bilancio, mezz'ora non sarebbe bastata di certo. Comunque, visto che, a nostro avviso, ma a quanto pare anche vostro... al fine di evitare queste brutte figure in futuro con i portatori di interesse, proponiamo incontri trimestrali o, in extremis, quadrimestrali al fine di avere tempo e modo di elaborare un progetto condiviso e addivenire a soluzioni adeguate in un clima di collaborazione e non di esclusione.
Apro solo una piccola parentesi e rispondo al volo anche al collega Bianchi relativamente all'emendamento del Senatore Lanièce. Informi pure il senatore che è stato approvato il programma che prevede l'investimento di 13 miliardi per tutta la rete ferroviaria, di cui 1,088 miliardi sono previsti per l'intervento su opere ferroviarie per la linea Piemonte/Valle d'Aosta. Faccia presente che sono un po' più dei 100 milioni richiesti da lui. In più aggiungo che, se non è in grado di portare risultati significativi per la propria Regione e che deve ogni volta andare a piangere dai colleghi Cinque Stelle per farsi approvare emendamenti vari, presumo che non glielo abbia ordinato il medico di andare a Roma. Al di là che oggi c'è un Governo Cinque Stelle con l'appoggio della Lega, anche nella scorsa legislatura in cui eravamo in opposizione, a mio avviso, non è che abbia portato tutti questi risultati importanti. Comunque, visto che nella riunione di minoranza mi hanno fatto notare che nel mio ordine del giorno ci può essere un errore di forma, chiedo se è possibile sostituire la parola "impegna" con la parola "invita" e, la dizione "Governo regionale" con le parole: "il Presidente della II Commissione".
Presidente - Prendiamo atto delle modifiche al testo dell'ordine del giorno. La parola al collega Bianchi.
Bianchi (UV) - Chiederò anch'io qualche minuto per parlare di altro e non dell'ordine del giorno. Vede, collega, parto dall'ordine del giorno, lei era presente in commissione - e non entro nel merito su quello che ha detto, quello emerso durante le audizioni è verbalizzato, lo abbiamo detto noi che dovevano essere auditi prima del bilancio -, alla fine della II Commissione il Presidente ha proposto ai Commissari di fare proprio l'emendamento... quindi maggioranza e minoranza e, se non è così, mi correggano gli altri componenti delle II Commissione... abbiamo presentato un emendamento che è identico all'ordine del giorno che ha presentato lei. Il fatto è che lei in commissione si è astenuto, non ha votato l'emendamento, ditemi che non è così. Collega Mossa, facciamo un lavoro come commissione, presentiamo la stessa cosa come commissione e poi lei mi arriva con un ordine del giorno a quattro firme della sua forza politica e in commissione sulla stessa cosa si astiene?
Sul resto, sui treni, tutto quello che arriva in Valle d'Aosta che arrivi dal Senatore Lanièce, o che arrivi dall'Onorevole Tripodi, o che arrivi da qualsiasi altro Onorevole di qualsiasi altra Regione, io gliene sarò riconoscente perché fa il bene della Valle d'Aosta. Io non vado a battere alla porta ai Cinque Stelle, dovrebbe essere lei, come valdostano, a chiedere qualcosa a Roma! Mi risulta che anche emendamenti chiesti dalla scorsa maggioranza, dalla collega Spelgatti, benché ci sia un Governo Cinque Stelle-Lega, non sono stati accettati, sono stati bocciati. Noi qui quindi rappresentiamo la Valle d'Aosta, non i Cinque Stelle o l'Union Valdôtaine a Roma, quindi tutto quello che arriva in Valle d'Aosta arriva per i valdostani!
Presidente - La parola al collega Nogara.
Nogara (UVP) - Io non volevo assolutamente né offenderla, né dire niente di particolare, però quello che volevo farle capire e notare è che se lei è qui in quest'aula quando si parla di bilancio... è comodo fare un elenco della spesa e dire che vorrebbe gli aerei al posto dei treni. Quando si fanno delle discussioni del genere, in tanti anni... per esempio, mi ricordo benissimo l'anno scorso, sono stati presentati dei bilanci alternativi con delle buonissime idee, delle pessime idee, delle buone idee: è questo il lavoro che io intendevo che lei facesse! Lei poi faccia quello che vuole; se vuole parlare, parli; se non vuole parlare, non parli; se vuole schiacciare, schiacci; se in commissione deve intervenire, dica quello che vuole. Cosa vuole che faccia quando interviene in commissione? Non fa paura a nessuno, glielo assicuro!
Gli emendamenti erano per emendare la Madia, proprio per la CVA, perché è uno di quei sistemi per non dover incorrere nella quotazione di CVA. Lei non sapeva neanche a cosa si riferissero, ma erano quelli gli emendamenti. Bisogna informarsi forse un po' meglio invece di sparare sugli altri!
Président - Y a-t-il d'autres requêtes d'intervention? J'ouvre la votation sur l'ordre du jour n° 2 présenté par les Conseillers Mossa, Vesan, Russo et Nasso, avec l'amendement proposé par le collègue Mossa. La votation est fermée.
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sorbara, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 3. La parola al collega Vesan per l'illustrazione.
Vesan (M5S) - Questo è un ordine del giorno molto semplice, finalizzato ad una perequazione territoriale, sostanzialmente legato all'attività dell'Università della terza età sul territorio valdostano. Esiste una legge regionale che finanzia la Cooperativa Universitaria Valdostana della terza età ad Aosta, con un importo che attualmente è pari a 15 mila euro all'anno, ormai dal 1984 esiste questa legge. Sul territorio però esistono anche altre realtà che si occupano di corsi per anziani, con finalità socio-culturali. C'è una sede a Châtillon e una a Pont-Saint-Martin, che hanno un numero di partecipanti ai corsi confrontabile con la realtà di Aosta, dimostrando così che in realtà c'è un forte interesse anche in altre località e che c'è una limitata disponibilità allo spostamento degli anziani per seguire questi corsi, pur essendoci un grande interesse. Sulla scorta di questo, quest'ordine del giorno è finalizzato al riconoscimento anche di queste due realtà e a un pari trattamento sia dal punto di vista del riconoscimento con la legge regionale che dal punto di vista del sostegno economico alle attività. Sulla scorta di questo, i colleghi della minoranza in fase di riunione hanno evidenziato alcune mie lacune nella produzione del testo e quindi vi chiederei di voler mettere in votazione un testo di impegno modificato, le premesse sono naturalmente sempre le stesse, ma propongo, se fosse possibile, di impegnare "il Governo regionale alla presentazione in II Commissione consiliare, entro 90 giorni, di una proposta di modificazione della legge regionale n. 15/1984 finalizzata al pari riconoscimento e sostegno delle iniziative in premessa illustrate". In questo modo diciamo che l'iniziativa di ulteriore finanziamento... stiamo parlando di importi veramente molto bassi: attualmente sono 15 mila euro, penso che con un altrettanto importo siano finanziabili entrambe le due attività. Non voglio discutere di importi, dipenderà dalle disponibilità che il Governo potrà trovare per questa iniziativa. Sulla scorta di questo, chiedo il voto su quest'ordine del giorno finalizzato a sostenere iniziative molto importanti gli anziani valdostani su tutto il territorio regionale.
Presidente - La parola all'Assessore Certan.
Certan (ALPE) - Grazie collega Vesan. Le premesse e la filosofia di questo suo ordine del giorno credo siano condivisibili. Sicuramente riconosciamo e vorremmo sottolineare anche noi l'importanza e la valenza sociale, culturale e anche la qualità dell'insegnamento che sia ad Aosta (quindi la Cooperativa culturale regionale Unitre), sia sul territorio Châtillon e Pont-Saint-Martin, le varie associazioni che si occupano di Università della terza età offrono agli utenti e agli studenti, perché veramente molti insegnanti offrono le loro competenze gratuitamente e con un impegno di volontariato. Sicuramente quindi la legge che lei ha ripreso è una legge del 1984, quindi potrebbe essere sicuramente rivista. Come Giunta regionale, quindi siamo disponibili a un incontro fra tutte le associazioni e le cooperative, le strutture competenti, in questo momento è la struttura delle Attività culturali che ha in capo questo capitolo, quindi siamo disponibili, come Giunta regionale, a incontrare tutti gli operatori in questo settore, in un incontro in cui può anche essere possibile eventualmente rimodulare questa cifra tra le diverse associazioni. Credo che l'impegno sia di 10 mila euro, non di 15 mila, ma lo verificheremo, mi sembra di aver avuto questo dato: 10 mila euro e non 15 mila...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... sì, erano 25 mila e poi è stato ridotto. Mi sembra che l'erogazione sia stata fatta pochi mesi fa e mi pare che sia sui 10 mila euro, però credo sia importante e questa sua sollecitazione la accogliamo come un aspetto positivo che vorremmo approfondire insieme e siamo disponibili a portarlo in commissione ed eventualmente aprire l'iter per la modifica della legge. In effetti, l'altro passaggio sul quale volevamo anche noi fare una sottolineatura è che non è possibile in questo momento dare altre contribuzioni senza modificare la legge, ma se viene decisa insieme un'altra rimodulazione, possiamo aprire l'iter per un'eventuale modifica della legge. Noi ci prendiamo l'impegno di modificare l'impegno in un altro modo in questi termini: "a prevedere entro... - non so se 90 o 60 giorni - un incontro tra le associazioni, la cooperativa, le strutture della Regione e i Comuni interessati alle iniziative per valutare congiuntamente un'eventuale rimodulazione della contribuzione", altrimenti ci asteniamo.
Presidente - Collega Vesan, accettate le modifiche proposte dall'Assessore? Prego ha la parola.
Vesan (M5S) - Avendo chiesto di presentare una proposta di legge in commissione, la stessa naturalmente in quella sede può essere oggetto di incontro e di audizione degli operatori del settore, confidavo che questa maggioranza potesse essere in grado di fare una proposta di rimodulazione e di integrazione del finanziamento senza dover sottostare allo scontro iniziale fra le associazioni per il riparto delle poche risorse. Vengo a conoscenza adesso del fatto che quello che era un finanziamento già piuttosto limitato è stato ulteriormente ridotto, quindi sono tristemente sorpreso da questa cosa e temo che si voglia andare su un ulteriore riparto degli esistenti 10 mila euro tra le tre associazioni, e forse finisce per non avere nemmeno significato questa richiesta. Propongo pertanto di mantenere l'ordine del giorno così come l'ho emendato, se la maggioranza non vorrà prenderne atto e vorrà seguire altri iter per valutare la possibilità di finanziare queste iniziative... ognuno poi risponde delle proprie scelte.
Presidente - Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 3 presentato dai Consiglieri Vesan, Nasso, Mossa e Russo, con le modifiche proposte dal collega Vesan. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:
Presenti: 35
Votanti: 17
Favorevoli: 17
Astenuti: 18 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sorbara, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Ordine del giorno n. 4. La parola alla collega Russo per l'illustrazione.
Russo (M5S) - In quest'ordine del giorno si tratta il tema dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria (LEA) e del personale medico e paramedico che li devono garantire. I LEA sono le prestazioni e i servizi che il sistema sanitario, il servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 definisce ulteriori e nuovi livelli essenziali di assistenza e sostituisce infatti integralmente il DPCM 29 novembre 2001 con quei LEA che erano stati definiti per la prima volta. Il nuovo DPCM individua tre grandi livelli essenziali di assistenza: la prevenzione collettiva e la sanità pubblica, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alla collettività e ai singoli; l'assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e socio-sanitari diffusi sul territorio; l'assistenza ospedaliera. Le prestazioni e i servizi inclusi nei LEA rappresentano il livello essenziale garantito a tutti i cittadini, ma la Regione può utilizzare risorse proprie per garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelle incluse nei LEA. Relativamente all'assistenza ospedaliera, si ricorda l'intervento di razionalizzazione operato con il decreto-legge n. 78/2015, che ha inteso ridurre il numero di ricoveri inappropriati di riabilitazione ospedaliera e le giornate inappropriate di ricovero, quindi l'attività degli ambulatori e dei servizi sanitari e socio-sanitari presenti sul territorio va quanto più garantita e potenziata. Solo ed esclusivamente personale medico formato, motivato e adeguato dal punto di vista del rapporto numerico rispetto al numero di pazienti in carico può garantire professionalità e impegno nel raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza sopraelencati. Il problema della carenza di personale medico e paramedico in Valle d'Aosta non è sicuramente un dato di oggi. Mancano, secondo le ultime stime, 266 infermieri; attualmente, per le mie conoscenze dirette - poi ci saranno magari anche altri casi -, mancano medici nel reparto di Psichiatria, ci sono stati problemi quest'estate con i reparti di Pneumologia e di Cardiologia e a maggio, se non sbaglio, c'è stato un concorso all'ultimo per correre ai ripari per una questione dei due medici di base a Valtournenche che avevano deciso di avere meno pazienti. Il nostro ordine del giorno quindi chiede un'analisi e una programmazione, che è essenziale per chi si occupa di amministrazione e di governare una Regione.
Considerato, infine, che i principi fondamentali su cui si basa il sistema sanitario nazionale dalla sua istituzione, avvenuta con una legge del 1978, sono l'universalità, l'uguaglianza e l'equità, si impegna la Giunta regionale a "mantenere e garantire almeno le attuali risorse economiche destinate all'assistenza distrettuale previste fino ad oggi". Tengo a dire che ho formulato questa prima parte dell'impegno perché, in realtà, nel DEFR troviamo tantissime volte la dizione "implementazione e potenziamento dell'attività ambulatoriale e di territorio", in realtà, dallo stesso territorio mi arrivano invece informazioni contrastanti, cioè sembra che molte attività ambulatoriali vogliano essere ridotte.
Il secondo punto dell'impegno invece è: "provvedere, dopo un'attenta analisi del numero di personale medico e paramedico necessario presso i tre presidi ospedalieri e quattro distretti, di attuare i concorsi necessari all'assunzione di nuovo personale, così da coprire le attuali carenze d'organico".
Presidente - La parola all'Assessore Baccega.
Baccega (UV) - È il mio primo intervento con la delega della sanità e dei servizi sociali, ancorché quello che dice il nostro mago del web su Facebook, speriamo di poter dare nei tempi dovuti le adeguate risposte a quelle che sono considerate le criticità del momento, e dico "criticità" e non il disastro della sanità valdostana. Ieri è uscita una graduatoria delle Province più performanti dal punto di vista del buon vivere, come dice lei, e la Provincia di Aosta e quindi la Valle d'Aosta è al terzo posto - ma i dati vengono calcolati su base regionale - ed è sempre sul podio, quindi questo è un dato importante. Anche evidenziando le criticità, che saranno comunque attentamente valutate sulla base di una serie di emendamenti che abbiamo predisposto, ci sono delle cose che vanno dette comunque: per esempio - e bisogna ringraziare coloro che hanno lavorato prima di me in questo Assessorato -, l'Oculistica, che solo un anno e mezzo fa era in una forte criticità, ha azzerato la sua lista d'attesa. Va detto che nel 2018 sono stati fatti oltre 1000 interventi in Chirurgia rispetto al 2017. Va anche detto che, parlando di professionalità - e quindi concordo con il collega Restano, che aveva evidenziato questo modo di dire rispetto al personale sanitario della nostra Regione e del nostro ospedale -, che, per operare tre tumori al seno, sono rientrati dalle ferie alcuni medici, quindi c'è una sanità che ha bisogno di sostegno, una sanità che ha bisogno di essere rafforzata.
Rispetto all'ordine del giorno che voi avete presentato, va detto che, da una più attenta valutazione del bilancio e del DEFR, si può capire chiaramente che quanto da voi richiesto c'è già. C'è un bilancio che vede una spesa di oltre 352 milioni, suddivisi in 268 milioni (il 22 percento del bilancio generale), oltre agli 86,2 milioni per il sociale. Da questo punto di vista, quindi il 30 percento del bilancio della sanità della Valle d'Aosta e dei servizi nel sociale sono impegnati in quella logica. Aggiungo anche che il DEFR dice con chiarezza cosa si vuole fare: riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali attraverso il potenziamento della rete territoriale dei servizi sanitari di emergenza e urgenza, anche con il supporto delle associazioni di volontariato distribuite sul territorio. Vuol dire che affronteremo una criticità che è una carenza di medici pesante, forte, alla quale daremo delle risposte anche con maggiori risorse messe a disposizione, ma è un percorso che si sta avviando e che porteremo a buon fine. Io quindi la ringrazio per questa sollecitazione, che mi ha permesso di fare un primo intervento, una prima suggestione rispetto a un percorso che questa maggioranza e questa Giunta vuole fare, proprio nella direzione di andare a sopperire alle esigenze di questa nostra Regione e quindi ci asterremo rispetto a quest'ordine del giorno.
Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 4, presentato dai Consiglieri Russo, Mossa, Vesan e Nasso. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:
Presenti: 35
Votanti: 17
Favorevoli: 17
Astenuti: 18 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sorbara, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'ordine del giorno n. 5. La parola alla collega Russo per l'illustrazione.
Russo (M5S) - In quest'ordine del giorno si tratta il tema della dispersione scolastica. Nella nostra regione la percentuale di abbandono scolastico si attesta - si tratta di dati del 2017 - al 13,9 percento; essa continua a guidare la classifica delle regioni del Nord, dopo la Sardegna, la Sicilia, la Puglia e la Calabria. La Commissione della "Strategia Europa 2020" ha posto, tra gli obiettivi da raggiungere nel campo dell'istruzione e della formazione, la riduzione al di sotto del 10 percento della quota di abbandoni scolastici e formativi precoci. I ragazzi che lasciano gli studi prima del tempo sono spesso i giovani più svantaggiati dal punto di vista economico e sociale, un meccanismo molto pericoloso perché aggrava le diseguaglianze già esistenti. Inoltre, ciò produce una serie di conseguenze negative che non colpiscono solo il singolo ragazzo o ragazza; quando il fenomeno colpisce strati ampi della popolazione, è l'intera società che diventa globalmente più debole, più povera e insicura. Un maggiore livello di istruzione si trasforma invece in una serie di risultati positivi per l'individuo, così come per la società in relazione a impieghi, salari più alti, migliori condizioni di salute, minore criminalità, maggiore coesione sociale, minori costi pubblici e sociali e maggiore produttività e crescita. Le cause alla base di tale fenomeno sono legate a vari fattori, tra cui la motivazione dell'allievo quando è in difficoltà a scuola e come le affronta; l'organizzazione dell'istituzione scolastica e le modalità di insegnamento dei docenti e la reazione della famiglia a tale fenomeno. Ritenuto che solo progetti mirati all'immediata e reale presa in carico di tale problematica può garantire una graduale riduzione di tale percentuale, appurato che il Programma Operativo Nazionale (PON) "Per la scuola - competenze e ambienti per l'apprendimento" interviene sul contrasto alla dispersione scolastica, sul miglioramento della qualità del sistema di istruzione e dell'attrattività degli istituti scolastici, impegna la Giunta regionale a "portare, entro 90 giorni, nella commissione competente, un programma dettagliato di contrasto alla dispersione scolastica da attuare nell'anno 2019/2020, che coinvolga le istituzioni scolastiche, le famiglie e gli allievi e che tenga conto dello stato di attuazione dei progetti attuati con il POR FSE 2014/2020".
Presidente - La parola all'Assessore Certan.
Certan (ALPE) - Ritengo che questo sia un tema di attualità ed era anche uno dei temi più importanti della programmazione europea 2014/2020, la quale chiedeva proprio ai vari Stati e alle varie Regioni di affrontare in modo decisivo il tema della dispersione e dell'abbandono, due fattori leggermente diversi ma sicuramente di una certa gravità. Trovo sia un ordine del giorno condivisibile nel suo principio, ma siccome in Valle d'Aosta, come Amministrazione regionale, come Assessorato, nel mese di gennaio inizieremo il dibattito, la discussione relativamente alla revisione dei percorsi dell'istruzione professionale, per adeguare proprio anche alla norma statale sull'istruzione professionale e soprattutto ai percorsi di raccordo fra i percorsi di istruzione e quelli dell'IFP, chiedo se è possibile ritirarlo. Siamo disponibili a iniziare questo percorso anche con i membri della commissione competente, perché sicuramente sarà un dibattito che andrà aperto proprio sul modo in cui la Valle d'Aosta si adeguerà a questa norma nazionale, anche perché abbiamo competenza primaria nel settore dell'istruzione primaria. Ci prendiamo l'impegno di lavorare con la commissione competente anche su questo tema, le chiederei pertanto di ritirare l'ordine del giorno. Da una parte, quindi vi sarà la revisione e l'adeguamento della norma statale per la nostra Regione e, discutendo di questa tematica, il tema della dispersione scolastica inevitabilmente verrà affrontato.
Nell'impegno lei chiede di valutare anche tenendo conto dei progetti attuati con il POR; nel mese di gennaio verranno presi contatti anche per quanto riguarda il PON, che ha come obiettivo proprio quello di andare a ridurre questa dispersione. Dovrebbe quindi finalmente partire questa progettazione, che aveva come obiettivo principale la lotta alla dispersione. Le chiederei pertanto di non avviare un programma parallelo a questa revisione e a questo adeguamento della norma, ma di poter fare, insieme alla commissione, un unico gruppo di lavoro operativo. Ci prendiamo l'impegno di comunicare quanto prima nel mese di gennaio, alla ripresa dei lavori dopo le vacanze, proprio per andare in questa direzione, se è disponibile, altrimenti il nostro voto sarà di astensione. Rimane lo stesso l'impegno di condividere questo percorso e questo lavoro comune fra la revisione e l'adeguamento della norma e in qualche modo anche l'affrontare la tematica della dispersione e dell'abbandono.
Président - La parole à la collègue Russo.
Russo (M5S) - Non mi è chiaro se devo ritirare l'ordine del giorno o se stiamo parlando di emendamenti, perché sono due cose diverse. L'impegno che lei mi sta proponendo è un impegno verbale. Io avrei piacere di avere almeno un impegno scritto del fatto che venga portato il tema in commissione.
Président - La parole à l'Assesseur Certan.
Certan (ALPE) - Noi proponiamo di ritirare l'ordine del giorno, perché è vero che il nostro è un impegno verbale ma è impegno che ci siamo già presi, che abbiamo scritto nel DEFR, perché uno dei punti è proprio quello di rivedere, di prevedere la legge regionale, ed è espressamente già indicato... e all'interno di questo contesto anche lavorare sulla dispersione e l'abbandono. Chiediamo quindi di ritirare l'ordine del giorno, se poi lei decide di emendarlo, noi ci asterremo sullo stesso ma il nostro impegno rimane comunque.
Presidente - La parola alla collega Russo.
Russo (M5S) - Preferirei non ritirarlo.
Presidente - Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 5 presentato dai Consiglieri Russo, Mossa e Nasso. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sorbara, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Ordine del giorno n. 6. La parola alla collega Nasso per l'illustrazione.
Nasso (M5S) - Questo è un ordine del giorno molto semplice, che vuole approfondire un aspetto molto importante e definire un puntuale indirizzo politico sul turismo: settore che rappresenta uno dei settori trainanti dell'economia regionale. Considerato che la Regione Autonoma Valle d'Aosta con il suo patrimonio culturale, paesaggistico, turistico ed enogastronomico ha il compito di promuovere l'immagine della stessa al fine di stimolare il flusso turistico nella regione e la fruizione da parte dei cittadini stessi di quanto sopra elencato; evidenziate quindi alcune criticità emerse dai canali di promozione turistica della Regione Autonoma Valle d'Aosta - penso a siti web, pagine social - e visto che si può e si deve sempre migliorare, soprattutto in un settore così dinamico; vista quindi la necessità del territorio valdostano di una puntuale e strutturata azione di potenziamento della promozione turistica; ricordato che il turismo rappresenta un punto centrale dell'economia valdostana e che quindi il suo flusso ricade su tutto il territorio della nostra Regione; sottolineato quindi, inoltre, che il turismo che offre la nostra Regione è declinato in vari ambiti (culturale, di benessere, enogastronomico, sportivo, dell'artigianato tipico), è auspicabile che anche i valdostani stessi siano incentivati a fruire maggiormente del loro territorio, in una visione davvero positiva e di coinvolgimento della popolazione tutta, confidando in una linea più dettagliata rispetto a quanto compare sul documento di economia e finanza regionale, chiedo al Governo regionale di impegnarsi per "presentare in IV Commissione consiliare, entro giugno 2019, in vista della stagione estiva e poi di quelle seguenti a partire da quella data, la costituzione di un tavolo di lavoro finalizzato al sostegno e all'incremento di un piano di marketing-pubblicità del turismo estivo e invernale futuro eventualmente con audizioni di portatori di interesse e tecnici - ed esperti, intendo molto più di una cabina di regia - ad intervenire quindi sul potenziamento della promozione turistica su tutti i canali traendo ispirazione dalle Regioni più virtuose e che sono già andate in tale direzione; a reperire fondi per un'azione di marketing e comunicazione programmatica e ampia al fine di promuovere e pubblicizzare il territorio valdostano in inverno e in estate".
Presidente - La parola all'Assessore Viérin.
Viérin (UVP) - Nous remercions la collègue Nasso pour cette initiative. Nous sommes profondément convaincus que le tourisme est une partie très importante de l'économie valdôtaine; d'ailleurs, le DEFR nous le rappelle, mais au-delà des documents, nous croyons que les données économiques qui ont été présentées dans ces derniers temps ont démontré que, même dans une période de crise, un des seuls domaines qui a su grandir et qui a su pousser l'économie c'est justement celui du tourisme.
Ringrazio anche per le premesse, che evidenziano alcuni passaggi che sono già stati sottolineati dal collega Restano e ne approfitto per ringraziare il collega per il lavoro che ha portato avanti, intavolato e messo in piedi non solo per quanto riguarda il bilancio - perché poi parleremo di cifre, che sono già state peraltro ricordate - ma anche per un inizio di riorganizzazione che oggi noi facciamo collimare con la riorganizzazione amministrativa. È una questione di cui si dibatte da tantissimo tempo in quest'aula - mi ricordo iniziative della collega Morelli in questo senso nella scorsa legislatura e di altri colleghi negli anni -, ma molto probabilmente, anzi sicuramente non eravamo ancora pronti, per quanto concerne la riorganizzazione dei singoli settori - penso alla cultura in primis, ma anche per quanto riguarda l'agricoltura -, per avere una riorganizzazione dei settori propedeutica all'unione di questi tre settori importanti, aggiungendo quei pezzi di cui altri colleghi hanno parlato. Sicuramente le premesse ricordano l'indotto, la capacità di una Regione di credere in un settore, ma anche di avere delle risorse che devono essere adeguate e soprattutto rapportate alle nuove tecnologie, ai mezzi di comunicazione e alla grande comunicazione, che, in questi ultimi anni, anche a causa della crisi economica, è stata in parte sacrificata. Nelle premesse ricordiamo che la riforma di questa riorganizzazione, accompagnata dalla riforma dell'Ente unico di promozione - progetto a cui si sta lavorando e che nei prossimi mesi verrà presentato -, andrà a implementare ulteriormente una sinergia e una volontà di creare azioni sinergiche di strategia per quello che riguarda il prodotto Valle d'Aosta, quindi tutti i soggetti coinvolti nella promozione o costruzione del prodotto Valle d'Aosta.
Vorrei anche ricordare che una cosa è una promozione, un'altra cosa è la costruzione scientifica dei contenuti. La collega Pulz nella scorsa adunanza del Consiglio aveva giustamente evidenziato alcune perplessità o, meglio, alcune zone d'ombra che dovevamo spiegare su questa riorganizzazione. Nulla viene snaturato nell'organizzazione dei dipartimenti intesa soprattutto come costruzione scientifica dei contenuti dell'offerta che si propone. Vorrei ricordare che il Dipartimento cultura ha al suo interno tantissime professionalità che costruiscono in modo scientifico ogni contenuto che viene poi proposto ad altre competenze, che però hanno ulteriori e maggiori competenze in termini di promozione, proprio quello che la collega Nasso ha ricordato. Una cosa è l'eccellenza che si può avere, altra cosa è la professionalità di riuscire a promuovere ciò che si costruisce nei vari settori: penso anche al settore agricolo, propriamente in quel settore si hanno le competenze scientifiche della filiera dell'enogastronomia e delle eccellenze di qualità. Altra cosa però è studiare i mercati, capire quali possono essere le attrattività, quali possono essere i segmenti a cui dedicarsi, per poi fare anche collimare con il potenziale ricettivo della nostra Regione. Questo per dire che siamo profondamente convinti delle premesse. Per quanto riguarda il primo impegno di presentare entro giugno alla IV Commissione un lavoro che possa essere inteso come un tavolo riferito al marketing, noi anticipiamo (in parte è stato descritto nel DEFR) che stiamo costruendo in questi giorni - e a inizio anno sarà convocato - un tavolo del turismo, che riunirà tutti gli attori che si occupano direttamente o indirettamente di turismo, affinché si possano condividere le azioni e le sinergie che verranno messe in campo. Noi quindi riteniamo che questo possa essere fatto prima, al di là del mese di giugno e al di là del riferire solo al marketing questo tavolo, noi pertanto intendiamo un tavolo molto più ampio che riunisca tutti gli operatori, portatori di interessi, enti e associazioni che si occupano di turismo.
Per quanto riguarda il secondo e il terzo punto: il potenziamento della promozione turistica e i fondi per il marketing e per le azioni che possano effettivamente pubblicizzare maggiormente la nostra Regione sui grandi canali, lo ha ricordato il collega Restano, nel bilancio che noi andiamo ad approvare - ed è una misura messa in campo già nella prima bozza di bilancio - c'è un passo importante che va ad aumentare i fondi della promozione, quindi questo è un qualcosa che è parzialmente superato.
Sicuramente se durante l'anno... anzi con il collega abbiamo già condiviso alcune misure che potrebbero, senza andare ad incidere sul bilancio, riuscire a rimpinguare le possibilità di reinvestire nel marketing. Aggiungo anche che, quando nascerà l'ente unico, il problema dell'amministrazione che introita degli incassi - penso alla Saison culturelle - ma che poi vengono reimpiegati nel calderone generale... occorre cercare di riuscire, con l'ente di promozione, ad avere una parte di sponsor, quindi, piuttosto che il riutilizzo degli incassi con questa commistione tra pubblico e privato, dare la possibilità di reinvestire in marketing. Parallelamente, con i fondi che sono impegnati nel bilancio e quelli che durante l'anno, attraverso azioni che possono essere anche semplici, ma che potranno essere efficaci, sicuramente noi presenteremo, nei primi mesi dell'anno in commissione una riorganizzazione completa tra ciò che è stato iniziato e ciò che si completa con la riorganizzazione dell'Assessorato in modo funzionale per avere un effettivo rilancio per questo settore che noi riteniamo cruciale.
Le chiediamo quindi, collega, se lei è d'accordo, di ritirare l'ordine del giorno, che noi diamo per approvato in tutti i suoi contenuti ma che, per quanto riguarda l'impegnativa, non rileviamo nei termini temporali, nel senso che sicuramente entro giugno verremo... verremo in primavera a presentare (il prima possibile) una riorganizzazione turistica nel suo insieme e, per quanto riguarda i fondi, parzialmente è già fatto, e presenteremo le novità che possono essere interessanti in questo senso.
Concludo dicendo che quando noi diciamo che dall'IRPEF si passa all'IRAP - il collega Testolin lo ha ricordato bene -, che è un po' in discrasia rispetto a una volontà nell'emendamento di dire - e fa anche parte della strategia politica, però non vi è collimazione con altre proposte -: "prendiamo questi sgravi e mettiamoli nel sociale", qui l'idea è diversa e, quando intendiamo l'impresa, intendiamo anche e soprattutto le imprese turistiche. Sicuramente quindi anche qui ci saranno degli aiuti indiretti o, meglio, diretti, ma non sul bilancio regionale, che potranno andare a creare delle possibilità importanti per aziende che hanno però dei paletti fissati con alcune regole, che non sia la classica distribuzione a pioggia; dunque sicuramente questo settore, che ha tenuto anche in un periodo di crisi, sarà nelle nostre primarie attenzioni.
Presidente - La parola alla collega Nasso.
Nasso (M5S) - Ringrazio l'Assessore per la risposta. In base a quanto da lei elencato, posso capire che si va in quella direzione, quindi l'approvazione di quest'ordine del giorno, secondo me, semplicemente significa aggiungere un ulteriore mattoncino che va verso lo stesso obiettivo, quindi preferirei non ritirarlo.
Presidente - La parola all'Assessore Viérin.
Viérin (UVP) - Capiamo, colleghi, che la strategia probabilmente è quella di non ritirare per dire che noi non abbiamo approvato una vostra iniziativa riferita al turismo. Noi ci asteniamo semplicemente perché le impegnative non sono corrette, nel senso che non rendono onore al lavoro che è stato fatto e anche a questi ultimi investimenti, e non hanno una tempistica adeguata, perché entro giugno il turismo ha un'evoluzione che non è rapportata ai tempi della politica. Noi vogliamo fare qualcosa, se è possibile, entro gennaio/febbraio; entro giugno è un po' tardi, tanto per essere un po' più esplicito. La nostra richiesta quindi di ritirare l'ordine del giorno andava in questo senso, altrimenti ci asteniamo e facciamo lo stesso.
Presidente - La parola alla collega Nasso.
Nasso (M5S) - Non c'è alcuna volontà di fare spot politico. Se il problema è "entro giugno 2019", sono ben contenta di modificarlo in "entro febbraio 2019", o "entro il primo trimestre", sennò, pazienza, astenetevi pure e andiamo pure avanti.
Presidente - Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 6, presentato dai Consiglieri Nasso, Russo, Mossa e Vesan. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:
Presenti: 35
Votanti: 17
Favorevoli: 17
Astenuti: 18 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sorbara, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 7. La parola al collega Farcoz per l'illustrazione.
Farcoz (UV) - Cet ordre du jour découle d'une motion qui avait été présentée il y a quelques mois et qui va traiter des thèmes plutôt à la une et évidemment, même s'il n'y a pas besoin de le rappeler, mais hier soir on a traité de ces thèmes dans une conférence super-intéressante, organisée par la Présidence du Conseil, qui avait comme titre: "Changement climatique et montagne". Dans cette conférence on a souligné toute une série d'aspects environnementaux du développement soutenable de l'économie de montagne, évidemment des thèmes, qui en ce moment, comme ont dit les rapporteurs, ont la nécessité d'être au centre de la discussion politique et de la vision politique. Nous l'avons fait, évidemment, avec cet ordre du jour, qui a le but d'approfondir, dans ce Conseil de budget, le développement du système Vallée d'Aoste, inséré dans un contexte alpin et, de l'autre côté, européen.
En particulier, avec cet ordre du jour nous allons proposer un raisonnement, qui touche deux domaines du système valdôtain: l'environnement et l'économie et le développement. Avant de commencer à expliquer les motivations qui nous mènent à présenter ce document, il est bien de donner quelques définitions par rapport à l'engagement qui donne cet ordre du jour. Carbon free signifie avoir une compensation entre les émissions gaz à effet serre, donc la CO2, dû à l'utilisation des énergies fossiles et à la capacité des territoires de les absorber; par contre "fossil fuel free" signifie, même s'il y a des différentes interprétations de cette expression, avoir un territoire ou une société, qui va dans la direction de ne plus utiliser les combustibles fossiles ou, quand même, de les renverser au minimum et de les substituer avec des énergies ou des combustibles renouvelables.
Les raisons de cet ordre du jour sont différentes évidemment, mais nous devons aborder l'argument de différents points de vue, à partir de celui global à celui local, et ensuite s'interroger que le chemin tracé par les institutions occidentales et, en particulier, par celles européennes.
Senza voler ora descrivere e addentrarsi nelle motivazioni che sono alla base dello sviluppo della green economy, è tuttavia evidente - spero a tutti - che un'attenzione ben maggiore ai temi ambientali è necessaria, anche perché in questo preciso periodo storico questi temi vanno di pari passo con lo sviluppo economico dei territori. Se dal punto di vista globale, almeno delle politiche occidentali, il trend è anche quello di procedere su questa strada, quindi è sicuramente ora necessario capire ciò che una Regione alpina, intramontana e transalpina può mettere in campo, e soprattutto capire come una Regione come la nostra può diventare capofila e una Regione sperimentale su queste tematiche.
Va ribadito e sottolineato come la Regione autonoma Valle d'Aosta non parte da zero, questo è bene sottolinearlo, anzi le politiche portate avanti sin qui dimostrano come ci sia sempre stata un'attenzione particolare a questi temi. A titolo di esempio si possono citare alcune opere fatte per il territorio valdostano, come l'infrastrutturazione del territorio per la ricarica dei veicoli elettrici - siamo stati una delle prime Regioni in Europa, lo ricordo -, i mutui concessi per l'efficientamento energetico delle abitazioni, come peraltro un forte sviluppo di tutto ciò che poteva essere considerata energia rinnovabile. Credo sia bene, a titolo di esempio, portare qualche dato che sostiene questa tesi: innanzitutto non saremo gli unici in Europa ad affrontare questa tematica, come dicevo, perché, da un certo punto di vista, ci sono dei finanziamenti importanti che derivano dai piani di sviluppo europei, ma dall'altra ci sono intere Nazioni, come delle Regioni in Europa che stanno implementando questo genere di tecnologie e questo genere di politiche proprio per arrivare a dei risultati che, entro il 2050, potrebbero portare al risultato di carbon free come: la Svezia, l'Olanda, i Paesi europei, piuttosto che le Regioni dell'arco alpino.
Il secondo punto che vorrei sottolineare, che non è sicuramente secondario, è che, secondo una statistica dello European Public Health Alliance, l'inquinamento dei veicoli costa circa 70 miliardi di euro all'anno per cure mediche per malattie a polmoni e cuore. Credo sia una statistica da tenere in considerazione, anche perché purtroppo queste malattie aumentano anno dopo anno. Va però parallelamente detto, come aveva ribadito l'Amministratore delegato Pirovano della Cogne Acciai Speciali, che nel nostro caso la Cogne rappresenta solo il 4 percento delle emissioni, quindi correttamente lei si chiede - cito -: "io comincerei a chiedere se non fosse il caso di pensare a qualcosa di diverso per i trasporti e il riscaldamento", ed è proprio lì che credo, come Regione, bisogna andare, perché il trasporto e il riscaldamento sostanzialmente coprono il 96 percento di queste emissioni, che, purtroppo, per delle statistiche che non ho fatto io ma che ha fatto un istituto di ricerca a carattere europeo, sostanzialmente determinano queste malattie.
Altro aspetto che purtroppo duole dire ma che è necessario sottolineare: il Senatore Lanièce, insieme al Gruppo per le autonomie, aveva sollevato poco tempo fa... e mi risulta che anche il Presidente Fosson alla riunione dei Presidenti delle Regioni aveva sottolineato come il Governo e, in particolare, il Ministro Di Maio avevano sottratto importanti risorse per lo sviluppo dell'idroelettrico, andando a stornarle sull'eolico e, dall'altra parte, il fotovoltaico. Io credo che l'idroelettrico sia la prima fonte assolutamente rinnovabile, perché il ciclo di vita dell'energia, consideriamola come un prodotto totalmente rinnovabile, è quello assolutamente meno impattante sul sistema globale.
Altro aspetto da tenere in considerazione è che ormai le soluzioni tecnologiche esistono, di conseguenza le moltissime innovazioni che la tecnologia ci offre al giorno d'oggi non sono più troppo dispendiose, ma assolutamente sono anche remunerative e, di conseguenza, un ragionamento economico sulla sostenibilità di questa tecnologia può essere assolutamente fatto.
Infine, è bene sottolineare, essendo noi una zona di montagna che vuole valorizzare i propri boschi e la propria natura, un progetto che si chiama "BB-CLEAN Project", che favorisce l'uso sostenibile della biomassa a favore del riscaldamento domestico a bassa emissione di carbone.
Io volevo semplicemente sottolineare questi cinque o sei punti che ci fanno capire come ormai la politica di questi temi ambientali sia assolutamente à la une ed è necessario credo come Regione autonoma Valle d'Aosta e dell'arco alpino essere assolutamente antesignani in questo campo.
Non sottovalutiamo inoltre la CVA. Io credo che la CVA, in particolare in un ramo d'azienda che potrebbe essere appositamente aperto, potrebbe fare del technology transfer con le aziende del posto piuttosto che con la pépinière, in cui il know-how dell'azienda viene assolutamente messo a disposizione a tutto un settore energetico e produttivo che credo in questo momento si sta sviluppando, ovviamente andrebbe a beneficio anche di un bacino di aziende della Media e Bassa Valle.
Io credo che questi siano i campi sui quali noi dovremmo assolutamente investire, anche perché la tematica ambientale non può essere una tematica considerata a senso unico e sostanzialmente come comparto stagno; deve essere una tematica che ha come cappello tutta una serie di sviluppi tra cui il lavoro, l'efficientamento energetico, la possibilità di muoversi in una regione piuttosto che riscaldarsi, come accennavo prima. Io credo che, come Regione autonoma Valle d'Aosta, possiamo e abbiamo tutti gli atouts, anche grazie alle strutture efficienti che abbiamo, ed è per questo che vi leggo l'impegnativa di quest'ordine del giorno - e ringrazio i colleghi che hanno contribuito alla stesura dello stesso -: "impegna la Giunta regionale a: individuare i fondi necessari per avviare il processo di analisi e di ottenimento della certificazione "carbon free"; creare un gruppo di lavoro formato da rappresentanti dei Dipartimenti coinvolti nel processo di decarbonizzazione, dal COA Energia e da ARPA che, supportato da un team di esperti esterni e/o società di audit e di certificazione, metta a punto un documento da presentare entro la fine del 2019 che individui le azioni necessarie, i costi correlati e gli impatti sulla società regionale relativi alla certificazione carbon free e definisca la road map per addivenire all'obiettivo fossil fuel free entro il 2040; avviare un processo di raccordo tra piani e programmi già approvati e in fase di stesura al fine di poter acquisire e mantenere la certificazione "carbon free" e per addivenire all'obiettivo fossil fuel free entro il 2040".
Presidente - La parola alla collega Minelli.
Minelli (IC) - L'ordine del giorno presentato dal collega Farcoz è un ordine del giorno che ci interessa e riguarda un tema che riteniamo molto importante.
Come ha detto il collega Farcoz, quest'ordine del giorno discende da una mozione che lui e altri Consiglieri avrebbero dovuto presentarci in un Consiglio precedente e poi, per le note vicende, non è stato possibile discutere. Avevamo lavorato su questa mozione sia per quanto riguarda una parte delle premesse, che in larga parte condividiamo, ma che, a nostro avviso, potevano essere implementate in qualche modo: per esempio un riferimento, che poi implicitamente ha fatto il collega Farcoz e che riguarda la questione dei cambiamenti climatici, l'aumento medio della temperatura globale di 1 grado centigrado significa un'energia disponibile anche per gli eventi climatici estremi in ogni parte del mondo.
L'altra cosa che riteniamo importante riguarda la produzione dell'energia idroelettrica. Il collega Farcoz diceva che è una fonte rinnovabile pulita e la più adatta per la nostra Regione; noi crediamo che questo sia in parte vero, però sappiamo anche che i margini di crescita della produzione dell'energia idroelettrica nella nostra regione sono veramente ormai ridotti e questo al fine di tutelare l'integrità degli ultimi torrenti valdostani e che ampi margini di miglioramento delle prestazioni energetiche sono da ricercarsi anche nell'utilizzo diffuso dell'energia solare, abbinata a dei sistemi di stoccaggio nuovi e nel risparmio energetico, soprattutto - come ricordava anche lui - nel settore abitativo.
L'accenno che il collega ha fatto a CVA è oltremodo importante, siamo convinti che la CVA possieda le competenze, le capacità per contribuire allo sviluppo verde della Valle d'Aosta e alla diffusione di una rete elettrica intelligente. Quello che noi chiederemmo è di aggiungere o comunque di ampliare l'impegnativa, nella parte in cui si impegna la Giunta a individuare i fondi necessari chiederemmo se possibile di aggiungere: "individuare i fondi necessari e avviare un percorso per la certificazione della Valle d'Aosta quale regione a emissioni zero di CO2, che ponga precisi obiettivi di riduzione delle emissioni su scala locale e precisi requisiti di contenimento dei consumi energetici a fronte di ogni nuovo investimento, specie se pubblico". Al terzo punto, nella parte finale in cui si parla dei piani e dei programmi, noi chiederemmo che la road map per addivenire all'obiettivo fossil fuel free entro il 2040 inizi - proprio un po' per fissare quelli che potrebbero essere gli aspetti di questa road map, e qui abbiamo tempo fino al 2040 - dall'elettrificazione della ferrovia, passi per la mobilità elettrica, l'efficientamento energetico degli edifici, la promozione di un'agricoltura sempre meno dipendente dalla chimica e dalla creazione di una rete elettrica intelligente che possa gestire la produzione e l'accumulo distribuito. Si tratta semplicemente di ampliare i due punti dell'impegnativa che ha illustrato il collega e mantenere il terzo.
Presidente - La parola al collega Farcoz.
Farcoz (UV) - Ringrazio la collega Minelli, ma penso che questo sia un punto di partenza, credo che il grosso lavoro verrà fatto dalle strutture regionali e che necessariamente gli Assessori porteranno poi questo lavoro in commissione. Ritengo che in commissione ci sarà tutto lo spazio necessario per portare all'attenzione tutti questi temi che lei ha elencato, senza necessariamente adesso andare a declinarli, perché è anche possibile che magari ci dimentichiamo qualche aspetto. Io manterrei questo impegno più generico in modo tale che poi le strutture, insieme agli Assessori, possano venire a relazionare nella commissione competente e, di conseguenza, fare tutte le modifiche e le implementazioni del caso.
Presidente - La parola all'Assessore Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Vorrei ringraziare il collega Farcoz e la collega Minelli per i loro interventi su quest'ordine del giorno. Qualche dato a supporto importante per quanto riguarda la Valle d'Aosta e qualche elemento in più proprio per iniziare eventualmente a pianificare e a programmare una sfida molto impattante e importante. Calcolate che, per quanto riguarda la Valle d'Aosta, le emissioni di CO2 stimate per il 2016 sono queste: il 37 percento legate ai trasporti, più del 50 percento legate al riscaldamento domestico, le altre sorgenti l'1 percento e l'industria all'incirca il 12 percento. La situazione delle emissioni di CO2 è tale per cui lo squilibrio tra l'assorbimento delle nostre foreste e la componente generata dall'uomo è indicativamente pari a 117.699 tonnellate annue, tendenzialmente attribuibile alla parte trasporti e, come dicevo prima, al riscaldamento domestico. La parte proprio impattante, quella più "violenta" dunque è quella legata al riscaldamento domestico.
La certificazione carbon free deve essere pertanto perseguita lavorando per contenere soprattutto gli effetti derivanti da tali settori. Tale scelta comporta di indirizzare una parte consistente di investimenti e di risorse umane nella direzione del contrasto del cambiamento climatico. Tale tipo di azione innesca anche circuiti virtuosi con ricadute economiche positive da valutare in termini di competitività turistica, label di qualità, come altre Regioni, Province e Stati stanno mettendo in campo da diversi anni, e di sviluppo di attività imprenditoriali e di ricerca.
Il percorso già codificato legato alla certificazione segue iter particolari, difficili da percorrere, attraverso l'applicazione della norma tecnica ISO di riferimento, che prevede l'individuazione di una società di audit, di un ente di certificazione e l'avvio di attività di analisi che comportano impegni economici non trascurabili, che devono essere preventivamente quantificati e previsti a bilancio.
Per quanto riguarda l'impegno che, come Governo, insieme al collega Testolin - a seguito delle proposte pervenute oggi dai colleghi Consiglieri della maggioranza e messe nero su bianco su quest'ordine del giorno -, si deve comunque calcolare in un periodo di circa un anno, con un impegno economico che va dai 250 ai 300 mila euro per la parte di analisi, che è fondamentale per poter iniziare il percorso. L'avvio di un percorso di tale tipo deve inoltre necessariamente prevedere di avviare, o riavviare, una fase di revisione dei piani di settore, quali il PTA, il PEAR, il Piano aria, il Piano rifiuti, il Piano trasporti in modo da renderli maggiormente coerenti tra loro e focalizzati per un tale tipo di emissioni.
Altro passaggio fondamentale a livello di pianificazione, legato più al discorso edilizio, è la parte energetica legata alla coibentazione della parte antropizzata, quindi della parte degli edifici già esistenti, soprattutto quelli costruiti negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, che sono quelli che impattano di più (il 50 percento).
La stessa progettualità legata al ricorso a fondi europei dalla prossima programmazione dovrebbe essere focalizzata per tale tipo di obiettivo. ARPA, COA e i vari Dipartimenti dovranno tenerne conto nella programmazione 2020/2027 per quanto riguarda i fondi europei. Va valutata attentamente anche la problematica legata al dispiegamento di personale tra i vari dipartimenti regionali, che in questo momento già faticano a gestire l'evasione della normalità, così come l'attività atta a creare le condizioni per mettere in piedi un effettivo team di lavoro dedicato su un tema fondamentale, ma molto tecnico e di un certo livello...
Due considerazioni per quanto riguarda invece la seconda parte di quest'ordine del giorno. Dico ai colleghi Farcoz e Minelli e anche a tutto il Consiglio che la seconda parte è interessante, ma non semplice da raggiungere per gli obiettivi, anche se parliamo del 2040, legati alla parte fossile. Decisamente più complesso appare il percorso relativo al raggiungimento di quel traguardo, molto difficile. L'eliminazione del ricorso ai carburanti fossili richiede una revisione profonda del parco circolante, compreso quello pubblico e delle politiche energetiche, come dicevo prima: riscaldamento e industria.
Il ricorso all'utilizzo massiccio di energia elettrica da fonti rinnovabili comporta una strategia tariffaria tesa a rendere competitivo il ricorso all'energia elettrica come fonte alternativa a quelle tradizionali. Tanto per far un esempio: soprattutto la Francia da decenni ha messo in campo questa strategia con delle tariffe nettamente competitive rispetto alla nostra, che hanno deciso a livello di investimento e di strategia di perseguire per raggiungere questi obiettivi fondamentali. Permangono anche in questo caso le considerazioni fatte in precedenza riguardo al raccordo con i documenti di programmazione e di pianificazione regionale. Tutto questo può avere una sua valenza e robustezza nel momento in cui tutte le varie pianificazioni e strategie vanno nella stessa direzione. Potrebbe essere opportuno a questo punto valutare anche l'opportunità di fissare una scadenza ulteriore per quanto riguarda questa seconda parte, proprio per meglio pianificare la disponibilità delle risorse economiche.
Tutto questo per dire che da una parte ci vanno risorse economiche, ma dall'altra, ed è forse la parte più difficile probabilmente, occorre individuare le risorse umane e inserire l'iniziativa nell'ambito della pianificazione legata agli affari europei, che sarebbero poi i pilastri strutturali 2020/2026.
Presidente - La parola alla collega Minelli.
Minelli (IC) - Volevo soltanto dire che il nostro intervento non andava nella direzione di essere polemici o contrari nei confronti di quest'ordine del giorno, tutt'altro! Ci riserviamo nelle sedi opportune, quindi nella commissione che dovrà lavorare o anche in quest'aula, di riportare all'attenzione del Consiglio e dei Consiglieri alcuni punti che vanno nella direzione proprio di migliorare gli impegni di quest'ordine del giorno. Quello che invece non condivido tanto è l'idea di andare oltre la scadenza del 2040. La nostra intenzione comunque è di votare quest'ordine del giorno.
Presidente - La parola al collega Mossa.
Mossa (M5S) - Io vorrei fare la dichiarazione di voto. Intanto vorrei far presente che su 8 ordini del giorno presentati 6 non sono stati approvati con la stessa metodologia: 17 a favore e 18 astenuti e sono quasi convinto che il prossimo ordine del giorno, ancor prima che lo esponga il collega Cognetta, verrà bocciato; vediamo se le mie previsioni poi si avverano. Nonostante tutto, state trattando un tema che a noi è molto caro, un tema che riteniamo fondamentale e non ci prestiamo ai vostri giochetti e voteremo a favore di questa proposta.
Presidente - Metto in votazione l'ordine del giorno n. 7, presentato dai Consiglieri Farcoz, Bianchi, Daudry, Morelli, Marquis, Restano e Rini. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:
Presenti: 35
Votanti: 35
Favorevoli: 35
Il Consiglio approva all'unanimità.
Passiamo ora all'esame dell'ultimo ordine del giorno. La parola al collega Cognetta per l'illustrazione.
Cognetta (MOUV') - Vediamo se la previsione del collega Mossa si avvererà oppure verrà smentita. L'orario è giusto per parlare di questo problema, è un problema che ci portiamo avanti da dicembre 2015 e, come detto nelle premesse di quest'ordine del giorno, si tratta sostanzialmente di quell'improprio - secondo me, e non solo secondo me - allungamento del bando della gara d'appalto del trasporto pubblico locale fatto con tre delibere nel dicembre del 2015, con cui si dette anche la possibilità alle aziende partecipanti di allungare l'età media degli autobus. Negli anni - io l'ho messo nelle premesse di quest'ordine del giorno - ci sono state più iniziative: una è stata fatta da me, la seconda venne fatta dal Gruppo Misto, cioè dal collega Gerandin, e la terza venne invece fatta dal gruppo ALPE. Tutte e tre le iniziative puntavano a far emergere due aspetti strani di questa vicenda: che venne fatto in maniera impropria senza nessun appiglio sul piano di bacino del traffico questo allungamento del bando, ma successivamente, grazie a questo allungamento che in teoria doveva servire per stabilizzare e per far sì che i lavoratori di una delle aziende, ma non solo di questa citata all'interno dell'interrogazione fatta all'epoca dal gruppo ALPE... doveva servire per mantenere una stabilità tra i lavoratori, stabilità che non ci fu, infatti venne fatta una procedura 223 e alcuni lavoratori vennero mandati a casa, e anche questo, così come l'allungamento improprio, è stato oggetto alla Corte dei conti di un esposto che è in fase di valutazione.
Presidente Fosson, così come accaduto nel passato Consiglio, dove vi ho dato un suggerimento che non è stato accolto e poi, guarda caso, siete stati tutti quanti chiamati a dare spiegazioni, perché magari fosse uscito quel tipo di indirizzo, probabilmente sarebbero state indicazioni superflue a quel punto, anche qui sono a sollecitarvi una soluzione per evitare guai peggiori, perché poi vi lamentate quando poi qualcuno magari ha dei problemi, comincia ad avere delle questioni in sospeso che poi tocca andare al Tribunale amministrativo, discutere, diventano fastidi, me ne rendo conto. Ovviamente non vale per tutta la Giunta, vale solo per chi nel 2015 fece quel tipo di votazione, almeno per quanto riguarda questa prima parte, poi invece chi si occupò della 223 per quanto riguarda la parte successiva... quindi poi non dite che non ve l'ho detto, ve la prendete con me, perché io sono stato quello che ha fatto, non ha fatto insieme magari ad altri colleghi. Io sono qui per avvisare e, sottolineo, in maniera propositiva, non sono quegli avvisi strani che vengono fatti nei parcheggi magari a qualche collega: sono avvisi del tutto legittimi, siccome uno sta dietro a certe vicende e in qualche modo cerca di dare una mano... sto dicendo che quella roba lì non è andata benissimo. Tra l'altro, ricordo che, quando il collega Restano rivestiva il ruolo di Assessore ai trasporti, anche lui si era interessato a questa cosa nel periodo dei primi sei mesi di questa Giunta, quindi anche lui potrebbe probabilmente esprimere la sua opinione rispetto a questo fatto.
Cosa chiede quindi in sintesi quest'ordine del giorno? Di ritirare in autotutela le tre delibere e poi finito, con scadenza naturale antecedente all'allungamento, il bando per il trasporto pubblico, di fare poi una nuova gara, con il supporto possibilmente di un piano di bacino del traffico che stiamo ancora aspettando e che non vediamo, ahimè, da anni. Se, per cortesia, voleste prendere questo invito, io ve lo porgo a mezzanotte e sei minuti come un invito a fare una riflessione opportuna, dopodiché non ci lamentiamo delle conseguenze.
Presidente - La parola all'Assessore Bertschy.
Bertschy (UVP) - Ringrazio il collega Cognetta per questa iniziativa che mi fa esordire non con sogni e visioni programmatorie rispetto ai trasporti, speravo anch'io di esordire con un altro tipo di ordine del giorno, invece ci richiama subito all'ordine su un'iniziativa che prendiamo seriamente e che è conosciuta, che credo voi abbiate analizzato e abbiate anche avuto il tempo di compiere, nel senso che la revoca della delibera poteva essere fatta anche in questi sei mesi e credo che la cosa sia molto più complessa che non una discussione a mezzanotte da Cenerentola, quindi noi ci asterremo. In ogni caso è un argomento che, viste le ricadute economiche, il rispetto che ci va anche per tutto quello che sta a monte di questa decisione, va trattato con la dovuta attenzione. Grazie della segnalazione, faremo tesoro delle sue indicazioni.
Presidente - La parola al collega Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Assessore, si raccordi con molta dovizia di particolari con il suo predecessore, perché, anche se non ho portato questo argomento nei sei mesi precedenti, le assicuro che è stata fatta un'approfondita analisi: è per questo che glielo sto dicendo. È stato fatto un lavoro ed è stato fatto anche nella maggioranza che si è appena conclusa, tant'è che tra le note che le trasmetterà, le trasmetterà anche questo. Vedrà che c'è nelle note; se poi vuole, le do una copia anch'io, così potrà vedere che questa cosa qui è già stata analizzata dagli uffici ed è solo da fare. Questo quindi è più un rappel, l'analisi c'è già. Se poi vuole qualche documento, sono pronto a fornirglielo e così lei, il collega Restano e io in brevissimo tempo facciamo quest'ordine del giorno, ma le assicuro che c'è tutto, è già fatto. Se non è convinto, può anche parlare con il collega e in cinque minuti la risolviamo, così lo votiamo e ci portiamo avanti con il lavoro.
Presidente - Non ci sono altre richieste di intervento, metto in votazione l'ordine del giorno n. 8, presentato dai Consiglieri Cognetta, Spelgatti, Aggravi, Distort, Gerandin, Manfrin, Luboz e Ferrero. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 18 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Fosson, Marquis, Morelli, Nogara, Restano, Rini, Rollandin, Sorbara, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Con questa votazione possiamo chiudere i lavori di questa giornata, lavori che riprenderanno domani mattina alle 9:00. La seduta è tolta.
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La seduta termina alle ore 00:09.