Oggetto del Consiglio n. 223 del 18 dicembre 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 223/XV - Illustrazione del DEFR per il triennio 2019/2021, del DL n. 14 (Legge di stabilità regionale per il triennio 2019/2021) e del DL n. 15 (Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019/2021).
Rini (Presidente) - Passiamo ai punti n. 37.03, n. 37.04 e n. 37.05 dell'ordine del giorno. A demandé la parole la collègue Morelli.
Morelli (ALPE) - Juste pour demander la distribution des rapports des rapporteurs de majorité e de l'opposition.
Presidente - Abbiamo ricevuto copia delle relazioni, stanno procedendo alla fotocopiatura. In attesa della distribuzione delle copie delle relazioni, do la parola al collega Marquis per l'illustrazione.
Marquis (SA) - Mi è stato affidato dalla commissione, unitamente al collega Aggravi, incaricato dai componenti di opposizione, il ruolo di relatore ai disegni di legge n. 14 e n. 15 (Bilancio di previsione finanziario della Regione autonoma per il triennio 2019/2021). Sicché ho assunto con onore l'onere di presentare il documento contabile, dando alla relazione un'introduzione più politica che tecnico-finanziaria per offrire una chiave di lettura che possa stimolare il dibattito.
Il bilancio in esame, il primo della quindicesima legislatura, giunge in aula al termine di un percorso "singolare" che ha risentito anche dell'instabilità politica. È stato predisposto dalla Giunta Spelgatti, è stato poi ereditato dalla nuova maggioranza, che, nonostante abbia avuto a disposizione pochi giorni di lavoro, si è assunta la responsabilità di introdurre alcune modifiche al documento di economia e finanza regionale e di proporre alcuni emendamenti ai disegni di legge n. 14 e n. 15.
La II Commissione consiliare permanente Affari generali, che ho l'onore di presiedere, insediatasi la scorsa settimana, ha preso in carico repentinamente l'esame del DEFR e dei disegni di legge. Si è riunita, ha dato corso alle audizioni dei rappresentanti di Finaosta, Chambre, parti sociali, categorie economiche, associazioni dei consumatori e degli Enti locali. Il lavoro si è concluso nel rispetto dei tempi programmati con il rilascio dei pareri di competenza, previa approvazione di emendamenti, prodotti dalla commissione, dal Governo e dal già Assessore Aggravi.
Inoltre va riferito al Consiglio che molti dei soggetti auditi hanno lamentato il mancato coinvolgimento nella fase preparatoria del documento programmatico e hanno evidenziato la difficoltà a offrire il proprio contributo in extremis. Il metodo diventa anche sostanza, le categorie e i cittadini non accettano più le decisioni dall'alto, ma chiedono una costante condivisione delle decisioni che li riguardano. Si tratta di un aspetto politico, che mostra un differente approccio di questa maggioranza rispetto al Governo precedente. In Valle d'Aosta il ruolo dei corpi intermedi, ovvero dei rappresentanti di categoria e parti sociali, capaci di interpretare i bisogni e i problemi, di formulare proposte, di individuare piste di lavoro ha contribuito nelle fasi di difficoltà al loro superamento. Il rapporto tra la politica, le istituzioni regionali e i corpi intermedi è un valore positivo nel solco della storia dell'autonomia. Esso si deve fondare sulla capacità di ascolto, sulla dialettica e sul confronto; sul rispetto dei ruoli, sulla responsabilità anche della politica nell'adottare decisioni che riguardano tutti. In questi ultimi anni abbiamo attraversato momenti difficili per atteggiamenti improntati al cambiamento e altri più sensibili a vecchi modelli e quindi poco attenti ai reali bisogni della comunità che nel frattempo sono cambiati. Tuttavia, finora mai i corpi intermedi sono rimasti così poco ascoltati in occasione della formazione del bilancio come dalla precedente maggioranza e comunque il Governo Spelgatti ha preparato un documento finanziario di distribuzione di risorse molto simile al passato di cui tanto ci si è lamentati. Per questo acquista significato il lavoro di ascolto e partecipazione che abbiamo svolto in commissione, in cui si è perlomeno ritrovato il dialogo fra la politica e la Valle, perché sono riemersi bisogni e problemi a cui dobbiamo dare risposta anche al di là di questo bilancio.
Veniamo ora al documento finanziario, che si inserisce in una cornice socio-economica locale con luci e ombre. Le stime relative alla Valle d'Aosta confermerebbero segnali di crescita, comunque ancora da ritenersi insufficienti. Si tratta infatti di valori inferiori ai dati previsti per il nord-ovest. Le maggiori difficoltà del periodo più recente riflettono molte dinamiche, ma certamente sono state significativamente condizionate anche dalla riduzione del bilancio regionale e ciò è dovuto all'elevata incidenza della spesa pubblica che rappresenta non meno del 30 percento del prodotto regionale. L'economia valdostana si sta muovendo, ma sono ancora visibili nella nostra regione i segni della doppia crisi. Il prodotto è ancora inferiore a più dell'11 percento rispetto ai livelli del 2007. Nel corso del 2017 l'industria in senso stretto registrerebbe ancora una battuta d'arresto, così come il comparto delle costruzioni, mentre il settore dei servizi godrebbe di una buona performance espansiva. L'agricoltura ha registrato un calo determinato anche dagli eventi meteorologici sfavorevoli. Il PIL pro capite è nel 2016 superiore del 22 percento alla media europea; il reddito pro capite posiziona la Valle d'Aosta al sesto posto tra le Regioni e Province autonome. È ancora una buona situazione, ma in discesa rispetto al 28,2 percento di vantaggio che avevamo ancora nel 2007. Stiamo perdendo posizioni anche nella graduatoria tra le Regioni europee.
Dal periodo pre-crisi il numero delle imprese si è contratto di quasi 1.800 unità, si registra una ripresa della domanda di lavoro che si traduce solo parzialmente in posti di lavoro continuativi. Il tasso di disoccupazione, ancora intorno all'8 percento, è quasi triplo rispetto a quello medio dei tre decenni precedenti. Gli indicatori afferenti al disagio economico confermano l'emergere di segnali di miglioramento sotto questo profilo, sebbene la fascia di popolazione più esposta ai rischi di esclusione e di povertà risulti ampia. L'area della criticità è tuttora più vasta di quella relativa al periodo pre-crisi e si colloca a livelli mai raggiunti in Valle d'Aosta negli ultimi decenni.
Per le sue intrinseche caratteristiche socio-economiche, la Valle d'Aosta ha maggiore necessità di altre Regioni italiane ed europee di una visione politica e di una buona programmazione, che si possono attuare solo se, al di là delle traiettorie delle linee di governo, sussistono i giusti presupposti: la certezza delle risorse, la stabilità politica e la giusta progettualità. A questo riguardo la recente definizione del contenzioso con lo Stato sul contributo della Valle d'Aosta al risanamento della finanza pubblica determina un quadro certo delle risorse a disposizione del bilancio regionale, ancorché sul quantum i giudizi delle parti politiche non siano omogenei. Anche nell'interpretazione del risultato credo che occorrerebbe un maggiore senso di coesione di questo Consiglio regionale. Malgrado la battaglia nei confronti dello Stato sia stata combattuta da diverse persone, da molte Giunte e con diversi interlocutori nel Governo centrale, dobbiamo sottolineare come si sia trattato di una battaglia comune, condivisa nei fini e negli argomenti.
È una questione di metodo che voglio sottolineare, perché il successo delle partite più importanti, come di quelle più semplici, dipende dal contributo e dalla coesione di tutti. Poco fa sottolineavo il contributo dei corpi intermedi, ora voglio affermare l'importanza del ruolo delle istituzioni e degli eletti che le compongono. La nostra capacità e responsabilità producono buoni risultati in un quadro di stabilità, con un livello di conflitto accettabile fondato sul confronto anche aspro, ma sempre nel rispetto di tutti, in istituzioni solide e capaci di funzionare. La stabilità delle istituzioni dell'autonomia è fondamentale per attraversare le tempeste di questi anni, fatte di crisi economica, difficoltà sociali e personali, prodotte da fenomeni in gran parte esterni alla nostra realtà. La stabilità delle istituzioni autonome della Valle è un'importante condizione per capire i problemi e fornire le risposte adeguate alla Valle e ai valdostani.
Le istituzioni e il loro buon funzionamento tuttavia non sono sufficienti, perché occorrono anche visione e progettualità. Sono fattori che devono andare a braccetto: un governo tecnocratico e programmatorio da solo è insufficiente se non ha una direzione verso cui andare. È compito della politica di produrre una visione del nostro futuro, dei nostri figli, della nostra comunità e del nostro territorio. Noi esprimiamo sempre una visione che dobbiamo elaborare e spiegare quando pensiamo agli alpeggi o alla manifattura, al commercio, al turismo, alla bellezza dei nostri villaggi e delle nostre montagne, al patrimonio storico. Il futuro per la Valle d'Aosta è visione e capacità di programmazione: ecco il compito a cui siamo chiamati, anche e soprattutto nella costruzione del bilancio regionale.
Nel bilancio per la prima volta diamo seguito alla norma di attuazione approvata con il decreto legislativo n. 184/2017, che riconosce alla Valle d'Aosta la cosiddetta "manovrabilità fiscale", cioè la capacità di intervento sulla fiscalità "propria e locale". Si introducono a favore delle imprese sgravi IRAP per 4,8 milioni di euro. È una riduzione di imposte importante, con un significato politico e di indirizzo, perché intende alleggerire il carico sulle imprese e sul lavoro, per rafforzare il tessuto economico e creare nuova occupazione. Nei prossimi mesi verrà dettagliata la proposta che sarà recepita con variazione di bilancio. L'intervento sostituisce la proposta di riduzione dell'addizionale IRPEF, che avrebbe dovuto essere più significativo per avere una qualche visibilità ed efficacia. Nell'ipotesi che abbiamo superato i beneficiari avrebbero mediamente tratto un'utilità mensile di solo 5 euro a famiglia.
Degna di menzione è anche la decisione di costituire una Commissione speciale su CVA per definire, entro 90 giorni, quale futuro dare alla società. Anche grazie ai recenti contributi forniti alla competente commissione, è stato proposto un emendamento al fine di rendere più agile l'operatività della società, emendamento che sottrae il gruppo CVA agli effetti della legge regionale n. 20/2016, in quanto oggi la norma vigente limita sensibilmente la competitività dell'impresa operante in un contesto di mercato disciplinato da regole privatistiche. La globalizzazione culturale ed economica ha determinato sviluppo, progresso tecnologico e scientifico diffuso, ma ha anche accresciuto le disuguaglianze e la marginalizzazione di alcuni settori della popolazione. I risentimenti nati nei confronti del decisore pubblico e della politica, che non ha saputo tutelarne la fragilità, sono anche stati alimentati da diversi ambienti e da un dibattito nazionale sommario e semplificatorio. Alimentare con continuità rancore sociale non è fare buona politica, così come non lo è crogiolarsi su logiche e approcci che appartengono al passato. Occorre instaurare un nuovo comportamento, un nuovo dialogo, ristabilire il rapporto di fiducia tra politica e cittadini mediante la corretta interpretazione delle esigenze della comunità. Il "cambiamento deve essere buono e migliorativo" e non deve essere "in peggio", deve essere concreto e non fondarsi solo su spot e proclami. La democrazia non deve essere mortificata e non è con i continui rilanci sui temi che stimolano "la pancia dell'opinione pubblica" che si risolvono i problemi, al massimo li si esaspera.
Il messaggio che arriva da fuori Valle, e che vagheggia la democrazia diretta attraverso la tastiera di un computer, è molto lontano dal modo con cui la Valle d'Aosta ha trattato la cosa pubblica. Nelle scelte giuste e in quelle più complesse, e anche negli errori fatti, i valdostani hanno sempre partecipato in modo attivo alla vita pubblica, nei partiti, nelle associazioni, nella vita culturale e sociale anche grazie alla piccola dimensione che ha consentito un ampio coinvolgimento. Le vicende del Consiglio Valle sono patrimonio di tutti. Il dibattito politico partecipato è una delle caratteristiche dell'autonomia. La nostra vita politica è fondata su un costante legame tra la politica e i valdostani, in un modello di democrazia rappresentativa partecipata e legata al territorio e alle sue diversità. È un patrimonio comune di cui dobbiamo sentirci orgogliosi, che proviene dalla nostra storia e che non tutti hanno.
In questo momento di difficoltà italiano ed europeo occorre che quest'orgoglio sia accompagnato da una nuova presa di coscienza della forza della nostra autonomia e della democrazia rappresentativa. L'autonomia è un bene con radici antiche e faticosamente costruito, necessita di essere mantenuto e attualizzato ai tempi che mutano. La nostra Valle, con la sua storia, la sua particolarità e le piccole dimensioni deve poter assicurare un futuro ai valdostani al di là delle tempeste che si sono scatenate altrove. L'autonomia deve essere uno strumento di solidarietà, di coesione, di sviluppo e di protezione e, infine, di libertà. Adattarsi ai tempi significa avere il coraggio di cambiare, partendo dai nostri valori e metodi più solidi, dall'autogoverno e dalla capacità di dare risposte con il contributo di tutti. Per questo anche nel bilancio regionale che discutiamo oggi e nei prossimi mesi serve maggiore coesione politica, più grande partecipazione e superamento della frammentazione. È un nuovo approccio culturale e un cambio di paradigma: da un lato, dobbiamo dargli il fondamento sui nostri valori e sulla nostra esperienza di sussidiarietà, di ascolto e partecipazione, con un ruolo importante dell'associazionismo, del volontariato e anche dei partiti; dall'altro, però, dobbiamo fare in modo che la politica e le società riuniscano le energie, le volontà e le intelligenze per il cambiamento. Non bastano i Consiglieri regionali, è il sistema Valle d'Aosta che deve nel suo insieme interpretare il cambiamento, coinvolgendo tutti i valdostani, dove si trovano e dove operano, nelle professioni, nelle scuole, nelle imprese, nelle associazioni, nelle famiglie, nelle Amministrazioni locali e regionale. Un cambiamento strutturale che vede la nostra Amministrazione regionale, che per molti anni è stata nei momenti di difficoltà di sostegno al sistema economico e sociale, dipendere oggi dalla salute dell'economia locale e delle imprese per poter garantire a tutti i servizi essenziali sul territorio. Il "germe" positivo del cambiamento deve nascere e crescere all'interno della comunità, e con il concorso di tutti e non con sterili e inutili aggressioni, magari mutuate da modelli che nulla hanno a che fare con la nostra Valle. È una sfida per tutti, di cui iniziamo a vedere le prime tracce.
Veniamo ora ai dettagli tecnici del bilancio. Per quanto riguarda il disegno di legge n. 15, si rileva che il bilancio regionale pareggia nell'importo di 1.470.000.000 per il 2019, 1.412.000.000 per il 2020, 1.897.000.000 per il 2021. Per quest'ultimo anno va segnalato che l'estinzione del prestito obbligazionario che giunge a scadenza a maggio 2021 sarà registrato in entrata per 515,7 milioni di euro, che costituiscono solamente una partita di giro. Il totale delle entrate di competenza previste per il 2019 è pari a 1.302.000.000 di euro.
Ritengo importante sottolineare come le entrate del bilancio regionale non prevedano risorse esogene né in termini di indebitamento, né in termini di acquisizione "straordinaria" dalle riserve delle partecipate. Questa nuova situazione traguarda anche gli esercizi finanziari successivi al 2019, favorendo l'incidenza degli investimenti pubblici nell'auspicio di fornire un significativo stimolo allo sviluppo economico e all'occupazione.
Com'è noto, il bilancio regionale dovrà a breve essere oggetto di variazione per tenere conto dell'accordo con lo Stato in materia di finanza pubblica, cogliendo la sfida di un'attenta programmazione delle risorse. Sarà necessario prevedere un piano degli investimenti pluriennale per 120 milioni di euro.
Le risorse disponibili si sono incrementate per il combinarsi di tre effetti: la riduzione del contributo alla finanza pubblica per 71 milioni di euro, la fine del periodo di applicazione quinquennale delle riserve erariali previste dalla legge n. 147/2013, che riducevano annualmente alla fonte il gettito per circa 25 milioni di euro; il mancato accantonamento per euro 65,8 milioni del fondo eccedenze entrate, non più necessario grazie al pieno assorbimento del disavanzo di amministrazione registrato nel 2016 a seguito del riaccertamento straordinario dei residui.
Le entrate di natura tributaria di cui al Titolo I costituiscono oltre l'88 percento delle entrate totali e ammontano a 1149 milioni. Di queste 125 milioni sono tributi propri e 1024 milioni provengono da compartecipazione ai tributi erariali. I trasferimenti di cui al Titolo II ammontano a circa 31 milioni di euro per il 2019 e si riducono sino a 16 milioni nel 2021: si tratta principalmente di fondi derivanti dalla programmazione europea 2014/2020.
Le entrate extra tributarie di cui al Titolo III sono previste per il triennio senza entrate straordinarie e sono stimate attorno ai 70 milioni di euro annui. Esse comprendono, tra l'altro, le subconcessioni e i canoni di derivazione d'acqua, i dividendi dalle società direttamente partecipate, nonché il recupero da parte dei Comuni della regione dell'extra gettito dell'IMU.
Le entrate in conto capitale di cui al Titolo IV sono previste per il 2019 in circa 32 milioni di euro, che scenderanno a 28 nel 2020 e a circa 7 milioni nel 2021. L'importo più significativo in questo ambito è quello relativo ai contributi agli investimenti.
Per il titolo V invece le entrate da riduzione di attività finanziarie si attestano per il 2019 e per il 2020 sull'importo di 18 milioni di euro.
Le risorse a disposizione per l'attività della Regione sono costituite da spesa corrente e spesa per investimenti. La spesa corrente della Regione ammonta per l'anno 2019 a 1137 milioni di euro, per l'anno 2020 a 1090 e per l'anno 2021 a 1084 milioni di euro. Le risorse per l'attività della Regione quindi risultano nell'anno 2019 in crescita per 14 milioni di euro, pari all'1,13 percento rispetto al bilancio di previsione del 2018. Per una valutazione completa della manovra, a questo importo devono essere aggiunti 4,8 milioni di euro previsti di riduzione dell'IRAP, quindi complessivamente calcolate le risorse per l'attività della Regione crescono di 18,5 milioni di euro, pari all'1,6 percento in più rispetto al 2018. Al netto del contributo al risanamento della finanza pubblica, pari a 123 milioni di euro per il 2019, le spese correnti disponibili e quelle di investimento ammontano a 1225 milioni di euro, ovvero 1014 più 211.
L'incidenza della spesa corrente del Titolo I è pari all'82,81 percento del totale, mentre per la spesa investimenti è pari al 17,19 percento. Si nota quindi un aumento degli investimenti rispetto al bilancio precedente in cui erano pari al 15,09 percento del totale.
La spesa è stata aggregata in 20 missioni. Alla missione 13 (Tutela della salute), quella più rilevante in valore assoluto, è previsto uno stanziamento di 267,9 milioni di euro e incide per il 22 percento sul totale; sono ricomprese le spese del servizio sanitario regionale per 256 milioni, a cui si aggiungono in particolare gli investimenti in materia sanitaria per circa 7,4 milioni per l'anno 2019, 4,3 per l'anno 2020 e 5,8 milioni per l'anno 2021. Alla missione 4 (Istruzione e diritto allo studio) sono assegnati 189,2 milioni di euro e incide per il 15 percento sul totale. La missione 1 (Servizi istituzionali, generali e di gestione) presenta un importo complessivo di 142,5 milioni e incide per il 12 percento sul totale. Va rilevato che, a decorrere dal 2019, la spesa di personale è stata riclassificata in ciascuna missione nella quale viene svolta l'attività, quindi è difficile fare una comparazione sull'anno precedente. Alla missione 20 (Altri fondi) c'è un accantonamento per concorso al risanamento della finanza pubblica di 122,8 milioni nel 2019, 102,8 a decorrere dal 2020. Alla missione 18 (Relazioni con le altre autonomie territoriali locali) sono assegnati 102,6 milioni di euro, pari all'8 percento della spesa totale. Alla missione 12 (Diritti, politiche sociali e famiglia) sono assegnati 86,2 milioni. La missione 9 (Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente) ha un'assegnazione di 83,6 milioni. Alla missione 10 (Trasporti e mobilità) sono previsti 80,1 milioni. La missione 20 (Fondi e accantonamenti) ammonta a 61,4 milioni. Alla missione 50 (Debito pubblico) la disponibilità è pari a 45,6 milioni di euro. Alla missione 5 (Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali) sono previsti 34,3 milioni di euro. La missione 14 (Sviluppo economico e competitività) incide per 31,2 milioni di euro. La missione 15 (Politiche per il lavoro e la formazione professionale) vede assegnati 27,7 milioni di euro, sono ricompresi i servizi per il mercato del lavoro per oltre 3 milioni di euro, il sostegno all'occupazione per 4,2 milioni di euro e la formazione professionale finanziata dai fondi strutturali che ammontano a oltre 20 milioni di euro nel 2019. Alla missione 11 (Soccorso civile) sono assegnati 26,6 milioni. Alla missione 16 (Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca) sono assegnati 18,5 milioni. Alla missione 7 (Turismo) sono assegnati 10,6 milioni. Alla missione 8 (Assetto del territorio e edilizia abitativa) sono assegnati 7,2 milioni. Alla missione 6 (Politiche giovanili, sport e tempo libero) sono assegnati 4,7 milioni di euro. Alla missione 17 (Energia e diversificazione delle fonti energetiche) sono previsti 3,3 milioni, prevalentemente nel settore dell'efficientamento energetico. Per l'ordine pubblico e la sicurezza sono assegnati 0,7 milioni di euro. Alla giustizia sono assegnati 0,4 milioni di euro e alle relazioni internazionali 0,2 milioni.
Per quanto riguarda il disegno di legge di stabilità n. 14, si rileva che esso si compone di 29 articoli per complessivi 6 capi. Il capo I reca le disposizioni in materia di tributi regionali ed è composto da 6 articoli che comprendono, tra l'altro, le disposizioni in materia di IRAP, di tasse automobilistiche e imposte di trascrizione. Il capo II reca disposizioni in materia di personale e si compone di tre articoli. Il capo III riguarda la finanza locale e si compone di tre articoli, in cui, tra l'altro, si determina l'ammontare complessivo delle risorse per la finanza locale. Il capo IV prevede interventi in materia di sanità e si compone di tre articoli relativi al futuro dell'ospedale e all'organizzazione del servizio socio-sanitario. Il capo V prevede interventi per lo sviluppo economico e si compone di cinque articoli, che comprendono anche disposizioni in materia di sicurezza degli edifici scolastici. Il capo VI reca altre disposizioni e modificazione di leggi regionali e si compone di 9 articoli, tra cui disposizioni inerenti la CVA.
Come avete inteso, il bilancio in discussione è indiscutibilmente un bilancio di "gestione ordinaria" e quindi, in quanto tale, per noi è appena sufficiente, manca della profondità di visione di cui abbiamo detto poc'anzi, necessaria per programmare il rilancio socio-economico atteso dai valdostani dopo anni difficili. Al di là delle enunciazioni contenute nel documento di economia e finanza regionale, si rileva infatti un loro basso recepimento nei capitoli del bilancio nel triennio 2019/2021.
È un documento "amministrativo", imbastito in un'ottica di continuità più che del cambiamento tanto atteso, frutto anche della fretta con cui è stato elaborato. Nel documento poco si dice nel merito della ristrutturazione della spesa pubblica, della riduzione della spesa corrente, della necessaria riorganizzazione della macchina amministrativa per meglio gestire le risorse europee e quelle di investimento, della semplificazione e della sburocratizzazione. Poco è detto su come ridurre le disuguaglianze e su come fronteggiare il problema demografico e le difficoltà delle famiglie: fattori questi che frenano lo sviluppo e la possibilità di migliorare la vita dei valdostani. Per questo, dopo il dibattito e l'approvazione di questo bilancio, dobbiamo rimetterci al lavoro insieme alle organizzazioni sociali, agli Enti locali, ai valdostani nei loro ambiti di attività e di professione per definire e dare gambe a un nuovo progetto a medio e lungo termine per lo sviluppo della Valle. Dobbiamo fare di più e meglio rispetto a questo bilancio perché il quadro di cambiamento intervenuto ce lo impone. Dobbiamo fare quello che i valdostani attendono, che chiedono, che desiderano: un cambiamento positivo. Per fare ciò occorre energia, grande sforzo progettuale e grande coraggio politico. Serve il contributo di tutti, molta concretezza, analisi puntuali e visione politica e progettualità. Sarà un lavoro impegnativo, dovremo essere capaci di lavorare in un clima più sereno, superando le rispettive distanze ideologico-culturali e i pregiudizi personali, dovremo davvero lavorare per la Valle d'Aosta insieme a tutti valdostani.
Dalle ore 9:20 assume la presidenza il Vicepresidente Distort.
Distort (Presidente) - La parola al Consigliere Aggravi quale relatore di minoranza.
Aggravi (LEGA VDA) - Il percorso che ha portato alla formazione del disegno di legge di bilancio della Regione relativo al triennio 2019/2021 e dei relativi provvedimenti è stato segnato dal clima politico nel quale è stato redatto: una maggioranza minata al suo interno, una Giunta presente alle riunioni interlocutorie con due Assessori di fatto dimissionari, con prospettive di instabilità che non agevolavano la view programmatoria che dovrebbe caratterizzare di fatto la definizione del documento più importante dell'agire politico di un governo. Tuttavia, grazie al lavoro degli altri colleghi della fu maggioranza, e in parte per amore di verità anche di coloro che ci stavano lasciando, il documento che oggi esaminiamo è frutto di un lavoro improntato ai principi di sana e prudente gestione della cosa pubblica, le cui risorse vertono interamente su disponibilità regionali "pure" (bien entendu: nessuna riserva di società partecipata è stata drenata a favore della spesa regionale, né sono stati recuperati fondi regionali presso la Finaosta) e prudenzialmente senza considerare gli effetti dell'accordo siglato con lo Stato che finalmente sancisce il quantum del contributo da destinarsi a Roma a compartecipazione della finanza pubblica di livello centrale, e che presenta significativi elementi di novità rispetto al passato, come l'utilizzo (per la prima volta) della norma di attuazione n. 184 in materia di coordinamento e di raccordo tra la finanza statale e regionale. Per questo motivo e per le considerazioni che farò nel prosieguo, è bene differenziare quanto è caratterizzante della manovra stessa (ovvero di quanto è stato fatto da chi c'era) e quanto invece si differenzia a seguito delle prime scelte ottemperate dal neo insediato Governo Fosson.
Non mi dilungo sui numeri in quanto il collega Marquis ha dato una visione completa ed esaustiva dei numeri, mi concentrerò più sugli argomenti di carattere politico. Come ho già anticipato in precedenza, le scelte ottemperate dal precedente Governo in sede di redazione del bilancio miravano a garantire i livelli di servizio ottimale alla comunità e la forza di spesa necessaria alla macchina amministrativa regionale prefissati nel programma di governo alla luce delle risorse proprie della Regione e tenuto conto delle prospettive future di bilancio. A fronte di ciò anche gli effetti dell'accordo siglato con lo Stato sono stati tenuti in considerazione nella formazione del bilancio medesimo, principalmente in ottica programmatoria, ovvero indicandone la futura destinazione all'interno del DEFR 2019/2021, almeno quello originario. La funzione di questo documento non è venuta meno, seppure la sua redazione sia avvenuta in parallelo alla formazione del bilancio in oggetto, con l'intento di rappresentare la view programmatoria e politica del Governo a situazione vigente (ieri) in carica. È infatti all'interno di questo documento che si trovano le linee programmatiche di indirizzo del bilancio, così come le principali differenze con le prime scelte ottemperate dal Governo (oggi) in carica.
Come già affermato, la principale novità del progetto di bilancio presentato è stata quella di dare corso operativo alla norma di attuazione n. 184. Il progetto di bilancio, presentato dalla Giunta regionale precedente il 28 novembre scorso, all'articolo 1 delle disposizioni normative prevedeva l'applicazione di un fattore di sconto all'aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche con riferimento ai primi tre scaglioni di reddito (per intenderci fino a 55 mila euro). Una manovra che incideva sul montante di bilancio per circa 5 milioni di euro; una manovra destinata a mitigare l'effetto della "manina invisibile" dello Stato (della Regione) nelle tasche dei propri cittadini; una manovra che poteva essere sicuramente migliore sia in termini di fasce di reddito interessate che di magnitudo complessiva, ma che rappresenta, per la prima volta, la volontà concreta di sostenere la classe media regionale (quasi 75.000 contribuenti) nell'attuale difficile congiuntura economica. Pensiamo infatti a che effetto avrebbe avuto tale manovra per una famiglia di reddito medio formata da tre soggetti fiscali attivi: sicuramente maggiore delle tante cifre utilizzate in questi giorni per minimizzare, se non banalizzare, gli effetti di questa scelta. A tale riguardo mi chiedo se non si sia perso il senso del denaro: ogni euro risparmiato in più è fonte di ricchezza e spesa per una persona, per una famiglia, un concetto sacro non così banale. Tuttavia la prima mossa del nuovo Governo è stata perentoria: "l'articolo 1 è abrogato!", una decisione giustificata con la volontà di definire in un prossimo futuro nuove esenzioni IRAP. Già, "nuove esenzioni" perché nella legge di stabilità in discussione si è già provveduto in tal senso: sono infatti previste agevolazioni IRAP per società cooperative, esenzioni per nuove attività operanti in Valle, esenzioni per i rifugi alpini. Senza dubbio questa parte della barricata è favorevole, anzi favorevolissima a forme di defiscalizzazione che consentono ai cittadini e alle imprese di alleggerire il carico fiscale, che troppo spesso frena lo sviluppo prima personale e poi economico dei singoli. Tuttavia, non comprendiamo la ratio di questa scelta. Sicuramente a livello mediatico paga poter dire che con i 5 milioni "risparmiati" si potrà ridurre di circa un quarto l'effetto fiscale dell'IRAP (in quanto dei 60 milioni circa di gettito circa 20 vengono da soggetti privati), ma resta un serio arcano dietro a questa scelta. Ci si è interrogati su quali aliquote si intende operare? Ci si è posti il problema delle categorie di imprese che possono beneficiare di tale nuova agevolazione? Ma soprattutto si è valutato l'effettivo risparmio marginale di ogni impresa e il potenziale vantaggio in termini di nuova occupazione? Parrebbe di no o, meglio, i rappresentanti del nuovo Governo - non me ne vogliano - intervenuti in commissione si sono trincerati dietro alla necessità di riservatezza su tali scelte future. Beninteso, per cortesia istituzionale glielo si concede (almeno per ora), però temo che dietro la riservatezza non ci sia null'altro. Allora mi chiedo: perché eliminare con un colpo di spugna il certo per l'incerto? Che ne sarà dei circa 5 milioni che comunque verranno presi dalle tasche dei nostri concittadini? Ai posteri l'ardua sentenza...
En ligne avec la nécessité de soutenir le modèle de fédéralisme valdôtain représenté par les Communes et leurs Unités, notre projet de bilan prévoit le niveau de financement de l'année 2018, au-delà des prévisions de loi, à savoir la loi régionale n° 48. Ce choix ne représente pas véritablement le modèle auquel nous croyons soit nécessaire réformer notre système, mais plutôt la nécessité de pouvoir permettre aux Communes de faire face à leurs dépenses et investissements. À ce propos, au niveau de DEFR, on a prévu 4 millions d'euros en plus pour le système des Collectivités locales, un choix que le nouveau Gouvernement Fosson a choisi de maintenir tel quel dans le nouveau document de DEFR présenté.
Au cours du processus de rédaction du bilan on a eu la possibilité de se confronter avec les représentants des Collectivités locales et de discuter à l'égard de la nécessité de réformer l'actuel système, à savoir les lois n° 48 et n° 6. Un point que, au-delà des différences politiques (et souvent personnelles) qui caractérisent ce Parlement, peut représenter un argument de collaboration active au sein des organes administratifs députés, entre l'actuelle majorité et l'autre côté de la barricade. En vérité c'est souvent difficile de trouver une synthèse entre les deux côtés de la table et surtout juste après un changement de gouvernement, mais je crois fondamental bâtir ensemble les réformes plus importantes pour le système administratif valdôtain (même discours pour ce qui concerne la loi électorale). À vous de le démontrer!
All'interno del progetto di bilancio presentato vi è un ulteriore aspetto di novità, ovvero la scelta di definire in norma le modalità e le tempistiche entro le quali scegliere se e come dare corso a due progetti di carattere strategico per l'intera comunità valdostana. Nel primo caso in relazione al progetto di ampliamento dell'Ospedale Umberto Parini, nel secondo caso in merito alla scelta di quotare o no CVA, importanti scelte che non possono essere prese senza una completa e analitica valutazione del costo/opportunità e di una valutazione seria dei rischi e occasioni per l'Ente pubblico. In tale ottica abbiamo proposto di dare corso a una valutazione costi/benefici del progetto di ampliamento dell'Ospedale (e i relativi servizi connessi), ovvero sulla nuova realizzazione. È doveroso, dopo tutti questi anni, chiedersi cosa sia meglio fare per un progetto capitale per la comunità valdostana. Il nuovo Governo limita la valutazione al solo progetto originario. Non è forse meglio valutare tutte le possibilità sul tavolo, proprio in considerazione di questi anni passati e dei numerosi ritrovamenti archeologici che hanno dato il via al calvario che sta frenando tale progetto? Tra l'altro, proprio sulla scorta di tale scelta, in sede di DEFR abbiamo valutato di destinare circa il 90 percento delle risorse ottenute dall'accordo con lo Stato alla realizzazione di questo progetto, perché crediamo che la Valle d'Aosta non possa più aspettare un nuovo e rinnovato ospedale a servizio dei suoi cittadini e ospiti.
Discorso simile vale per il progetto di quotazione di CVA. Rispetto al precedente occorrono sicuramente tempi più rapidi di scelta e valutazione, ma una decisione di questo genere non può essere fatta senza considerare nel complesso cosa rappresenti CVA per la nostra comunità, senza comprometterne la realtà di azienda di mercato, seppur di proprietà pubblica. Perché dunque limitare l'analisi alla documentazione già prodotta? Perché non vagliare tutte le alternative percorribili? L'emendamento proposto dal nuovo Governo sembra cercare di bypassare il lavoro che la commissione consiliare competente avrebbe già dovuto in parte svolgere, perché? Una battuta sulla proposta di escludere CVA dall'applicazione della famigerata legge n. 20. Ecco un ulteriore punto di dialogo possibile, Presidente Fosson, la riforma di una legge che nulla aggiunge al complesso normativo vigente in ambito e che sicuramente, prima di essere adottata, doveva prevedere la definizione di un reale ed efficiente modello di indirizzo e monitoraggio delle società a partecipazione regionale, vogliamo parlarne?
Significativa importanza ha riguardato sia in seno alle poste di bilancio che in ottica futura a livello di DEFR l'attenzione data allo sviluppo economico. La completa finanziabilità della legge n. 8 è rimasta invariata (e di ciò ne siamo contenti), perché tale progetto può giocare un importante ruolo di volano dello sviluppo produttivo della Bassa Valle, area maggiormente colpita dalla crisi dell'industria manifatturiera. Ci auguriamo che quanto prima si possa dare attuazione al relativo bando su cui abbiamo lavorato in questi mesi di governo convintamente e con l'invito di varie aziende già operanti in Valle. Tuttavia siamo dispiaciuti che l'idea, la volontà politica di interloquire con lo Stato centrale per lo sviluppo di una zona franca urbana sia venuta meno e sia stata cancellata dalla bozza di DEFR. Per molti può sembrare un sogno, ma con il potente strumento delle norme di attuazione e con una buona interlocuzione con il Governo centrale il progetto potrebbe garantire una nuova stagione di sviluppo per il nostro settore produttivo.
In sede di formazione del bilancio è stata prevista la sospensione della misura di sostegno economico alle famiglie mediante il concorso alle spese per il riscaldamento domestico. È vero, tuttavia, com'è corretto che accada, nella complessiva valutazione delle risorse disponibili e a fronte di una sana e fattiva dialettica all'interno della compagine di Governo, si è scelto di recuperare le coperture finanziarie necessarie per la riattivazione di questa misura attraverso l'aumento (di un'entità poco significativa) delle tariffe di concessione delle grandi derivazioni di acqua a uso idroelettrico, una misura che incide sui grandi impianti, quindi non certo sui piccoli produttori e che consente di poter riattivare una misura importante per molti valdostani. Ora mi chiedo: perché dichiarare a priori di non volerlo supportare? È vero, l'abbiamo già precisato nel citato articolo 27, è necessario rivalutare la complessiva politica di aiuto e sostegno ai meno abbienti, anche a fronte della futura introduzione del reddito di cittadinanza, ma perché voler far venire meno questa misura proprio ora?
In ultimo, permettetemi, occorre essere molto chiari e realisti, i tempi stringenti e il recente insediamento non vi hanno consentito di apportare ampie modifiche al progetto di bilancio presentato dalla passata Giunta, ma quanto avete delineato negli emendamenti presentati e nelle modifiche apportate al DEFR evidenzia comunque alcune tracce di una linea politica in contrasto con quanto da noi sino a oggi fatto. L'aver proposto, come primo emendamento, l'abrogazione dell'agevolazione IRPEF ne è l'esempio principale. Noi riteniamo che la stagione della cosiddetta "redistribuzione" non possa e non debba più avvenire per mano pubblica e soprattutto crediamo che il primo costo che spesso subiscono i cittadini e/o le imprese sia proprio quello dell'accesso agli aiuti. Per citare l'economista Frédéric Bastiat: "diminuer les impôts voilà [...] donc notre programme financier", tale manovra rappresentava il primo tentativo (concreto) di invertire la rotta verso un nuovo modello di fiscalità regionale. Stesso discorso vale per il progetto dell'ospedale, ad esempio: perché non dare corso a una più ampia valutazione del progetto e dei bisogni della comunità? Perché essere così tanto legati a un passato che di nuovo torna? Da parte nostra siamo certi di aver lavorato al meglio per la redazione di questo progetto di bilancio, in un clima non agevole e in condizioni politiche difficili, ma abbiamo portato la nave in porto. Non siamo noi ad aver scatenato la tempesta, sono stati altri.
In conclusione, come già sottolineato, non possiamo condividere modifiche che vadano a emendare quelli che riteniamo essere pilastri fondamentali di una nuova fase politica di cui facciamo parte.
Dalle ore 9:48 riassume la presidenza la Presidente Rini.
Rini (Presidente) - La parola all'Assessore Testolin.
Testolin (UV) - Come hanno già fatto i relatori che mi hanno preceduto, la relazione di presentazione del bilancio di previsione per il 2019 e del triennale 2019/2021 non può che iniziare da parte dell'attuale Governo regionale con una, seppur breve ma doverosa, ricostruzione dei fatti che hanno caratterizzato il percorso che ci ha portati qui oggi a discutere di atti e di provvedimenti fondamentali per la futura programmazione e gestione della nostra Regione. Un percorso oserei dire caratterizzato negli scorsi mesi, a partire da settembre/ottobre, da una pressante e talvolta indicata come insistente richiesta all'allora Governo Spelgatti, di voler prima presentare con celerità il documento di programmazione economico-finanziaria della Regione per il triennio 2019/2021 (cosiddetto "DEFR"), e poi con sollecitazioni in merito all'opportunità di predisporre con solerzia i disegni di legge relativi alla legge di bilancio per il 2019 e per il triennio finanziario successivo in modo da potere avere il tempo necessario per una loro corretta analisi e condivisione con le parti sociali, gli Enti locali e con tutti i portatori di interessi coinvolti nella manovra finanziaria regionale.
Nonostante la reiterazione delle istanze appena ricordate, solo in data 28 novembre 2018 si è registrata la contestuale presentazione alla competente commissione consiliare del documento di economia e finanza regionale e del disegno di legge n. 14 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione autonoma Valle d'Aosta, legge di stabilità per il triennio 2019/2021) e del disegno di legge n. 15 (Bilancio di previsione finanziario per la Regione autonoma Valle d'Aosta per il triennio 2019/2021). Il deposito in commissione il 28 novembre dei documenti sopracitati e l'illustrazione degli stessi in data 3 dicembre da parte dell'allora Assessore Aggravi e dall'allora Presidente Spelgatti sono dunque il punto di partenza dell'iter di analisi e di confronto dei provvedimenti legislativi che oggi sono iscritti all'ordine del giorno di questo Consiglio per la loro approvazione. Si ritiene altresì doveroso sottolineare, così come riferito dall'allora Assessore, come i documenti presentati il 3 dicembre non fossero stati oggetto di alcun percorso formalizzato di condivisione e di confronto né con le parti sociali, né con i vari portatori di interessi istituzionali e che, dunque, a quella data nessuno era a conoscenza, se non il Governo proponente, né dei numeri, né dei contenuti di provvedimenti posti in esame, né delle legittime aspettative degli stakeholder. Quanto sopra a significare la difficoltà di chiudere in meno di 15 giorni un percorso di approfondimento e di valutazione in merito a un documento di programmazione contabile che, in condizioni normali, richiederebbe almeno il doppio del tempo per la sua analisi. A questo si aggiungano due situazioni capitali: la prima il cambio di Governo e di maggioranza, conclusosi con l'approvazione della mozione di sfiducia costruttiva al Governo Spelgatti avvenuta il 10 dicembre, data dalla quale il nuovo Governo Fosson ha dunque potuto iniziare a lavorare in primis proprio sui documenti di bilancio oggi all'ordine del giorno. La seconda condizione rilevante è l'impossibilità tecnica di intervenire in maniera organica sulle poste di bilancio in questo convulso e temporalmente ristretto lasso di tempo, per non compromettere la regolare applicazione del bilancio regionale sin dal 1° gennaio 2019.
Il buon senso e le problematiche operative, amministrative e gestionali che andrebbero a gravare sulla già complessa macchina amministrativa della Regione, con effetti negativi nei confronti dei rapporti e nella gestione sia con gli Enti locali che con l'utenza più in generale, se il bilancio non dovesse partire già dal 1° gennaio, hanno dunque indotto il nuovo Governo a limitare le iniziative di variazione al documento originale di bilancio a quelle variazioni che, pur permettendo di indicare una diversa visione della gestione della cosa pubblica, più coerente agli obiettivi della nuova maggioranza, non andavano e non andranno a rallentare, a complicare o addirittura a compromettere l'attività amministrativa ad inizio anno. Un'attività amministrativa che anzi ha bisogno di essere rilanciata e velocizzata per poter dare ai cittadini quelle risposte che negli ultimi mesi hanno faticato ad arrivare.
Detto questo, crediamo opportuno procedere ora a un'analisi delle risorse a disposizione di questo bilancio. È opportuno precisare come il miliardo e 400 milioni di euro su cui si attestano le risorse a disposizione dei due futuri esercizi (2019 e 2020), pari a 1,302 miliardi, se considerati al netto delle partite di giro, descrivano le entrate che possiamo definire ordinarie, senza ricorso cioè a risorse una tantum. Sono dunque risorse che saranno pertanto stabili anche nei futuri esercizi. Questo dato porta oggi ad avere a disposizione per l'anno 2019 un importo superiore rispetto al 2018 per quasi 14 milioni di euro, il che sta a dimostrare la buona gestione e la corretta impostazione degli esercizi precedenti, che avevano indicato il 2019 come l'anno di crescita delle risorse a regime per la nostra Regione. Come enunciato nell'allestimento dei bilanci degli ultimi due esercizi (2017 e 2018), dove si era ricorsi all'utilizzo di una parte importante di poste di entrata straordinaria, riconducibili principalmente ai dividendi delle società partecipate, per cercare di dare respiro alle iniziative di investimento in anni ancora compromessi da norme statali, figlie del Patto di stabilità e delle nuove regole contabili dell'armonizzazione di bilancio che avevano decretato l'impossibilità di utilizzo di tutta una parte di entrate dell'Amministrazione fintanto che non si fosse ripianato il disavanzo contabile, appurato proprio con l'applicazione delle nuove regole contabili, si era indicato proprio il 2019 per il raggiungimento di una situazione che, seppur non ancora ottimale, potesse comunque garantire il pieno e funzionale utilizzo delle entrate dell'Ente Regione e persino anche il futuro utilizzo degli eventuali avanzi di amministrazione.
Si segnala come il dato dell'entrata totale relativo al 2021 sia invece significativamente più elevato solo per effetto della contabilizzazione secondo le regole dell'armonizzazione dei bilanci, sia in parte entrata, sia in parte spesa, nella chiusura del prestito obbligazionario, emesso nel 2001, per l'acquisizione delle centrali idroelettriche, che giunge a scadenza a maggio 2021. Al netto di tale operazione le risorse disponibili sono in linea con gli esercizi 2019 e 2020.
Si evidenzia come le entrate del Titolo I, costituite dai tributi propri e dalla devoluzione dei tributi erariali, siano previste in aumento per effetto della cessazione dell'applicazione quinquennale dal 2014 al 2018 delle riserve erariali stabilite da leggi dello Stato sul gettito di alcune significative imposte quali l'IVA e le accise dei carburanti. Si ricorda inoltre che, per quanto riguarda le entrate derivanti dalle devoluzioni dei tributi erariali, le previsioni includono, oltre al gettito di competenza dell'esercizio, così come per il 2018, anche i 65,8 milioni derivanti dal riconoscimento del gettito maturato per le accise energia elettrica e birra nel periodo 2011/2014 - e qua ci tengo a fare un inciso: queste recuperate in sede di finanziaria degli scorsi anni, che ci hanno permesso di portare a casa delle importanti risorse economiche a favore del nostro bilancio - operato dalla legge di bilancio dello Stato del 2017. L'elemento nuovo e rilevante è costituito, come precedentemente spiegato, dal fatto che tali entrate sino al 2018 non erano utilizzabili perché vincolate al ripiano del disavanzo generato dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui imposti dall'armonizzazione del bilancio, mentre dal 2019 saranno invece utilizzabili per le spese di competenza dell'esercizio. È opportuno sottolineare come nel contesto delle entrate si incardina una delle diversità di prospettiva più rilevanti del nuovo Governo Fosson rispetto alla visione poco lungimirante per lo sviluppo regionale ipotizzata dall'ex Governo Spelgatti in merito all'utilizzo della manovrabilità fiscale. L'ex Governo aveva ipotizzato in finanziaria una minore entrata per tributi propri, prevedendo 4,8 milioni di euro in meno di incassi relativi all'addizionale regionale IRPEF, manovra che avrebbe abbattuto mediamente di circa 60 euro annui, circa 5 euro al mese, il tributo pagato alla Regione da circa 75.000 valdostani. Una manovra che, seppur sicuramente spendibile a livello elettorale, perché è vendibile come l'abbattimento delle tasse per quasi tutti, avrebbe in realtà rappresentato una mera elemosina, se non una vera e propria presa in giro per i contribuenti valdostani. A fronte di tale opzione il Governo Fosson preferisce utilizzare lo stesso importo di 4,8 milioni per ulteriori riduzioni ed esenzioni IRAP a favore del mondo produttivo e delle imprese, abbassando la pressione fiscale a sostegno del lavoro e delle aziende, che devono continuare a garantire occupazione, perché solo con l'occupazione si può pensare di creare reddito, crescita e sviluppo. Riduzioni ed esenzioni che si concretizzeranno nei primi mesi dell'anno 2019 con l'approvazione della prima legge di variazione di bilancio già prevista. Tali riduzioni permetteranno pertanto di completare quelle già inserite, recepite nel provvedimento in esame, che sono la conseguenza di un processo di analisi eseguito dagli uffici e attivato ad hoc nel mese di febbraio 2018, quando alla fine della scorsa legislatura veniva disposto dall'allora Governo un lavoro di gruppo che coinvolgesse gli uffici di riferimento nello studio delle possibili azioni da adottarsi in merito alla manovrabilità fiscale a disposizione della nostra Regione.
Coerentemente con quanto rappresentato in merito alla stabilità delle entrate, le entrate extra tributarie (le entrate patrimoniali) sono previste per circa 70 milioni annui e sono costituite per lo più da rimborsi di entrate, di cui 36 milioni per il recupero dai Comuni delle entrate da restituire allo Stato e per circa 20 milioni dai provvedimenti di concessione delle derivazioni d'acqua per uso idroelettrico. Per l'intero triennio non è prevista l'assunzione di alcun debito diretto dalla Regione, anche in considerazione dell'elevata disponibilità di cassa, ritornata in quest'ultimo anno a livelli importanti dopo il superamento delle criticità vissute nei periodi del Patto di stabilità. Infine, tra le entrate del primo anno di bilancio (2019) è possibile prevedere anche l'utilizzo dell'avanzo presunto di amministrazione 2018 per la parte derivante dai fondi vincolati, pari a quasi 29 milioni, che permetterà alle strutture regionali di attivare i corrispondenti processi di spesa sin da fine gennaio, senza dover attendere i tempi per la loro riassegnazione al bilancio con la successiva legge di assestamento del bilancio di previsione.
Per quanto concerne le spese, si segnala come si assista, in linea con gli esercizi precedenti, a un rapporto tra le spese correnti e le spese di investimento che è di nove a uno, con una spesa complessiva ancora fortemente caratterizzata da investimenti limitati. A fronte di questa situazione di sostanziale stallo di investimenti, riveste, a nostro avviso, particolare rilevanza l'accelerazione in merito a alcuni processi decisionali che potrebbero permettere alla Regione il reperimento di importanti risorse da destinare alla realizzazione di opere strategiche sul territorio, che a loro volta potrebbero fungere da volano nella creazione di occasioni di investimento e di crescita occupazionale e di generazione di nuovi introiti fiscali per l'Amministrazione regionale stessa. In questo senso va l'emendamento proposto dalla nuova maggioranza in merito alla necessità di costituire una commissione speciale che in tempi brevi, entro il 31 marzo 2019, possa svolgere le analisi e le verifiche più appropriate ed esaustive, utili a dare contezza in merito alle operazioni più opportune da mettere in campo per un'adeguata valorizzazione economica della CVA. L'ulteriore input relativo al reperimento di risorse da destinarsi all'investimento è sicuramente da ricercarsi nel potenziamento delle professionalità, da dedicare alla ricerca e alla gestione di risorse europee che potranno sopperire in futuro, così come si è cercato di fare in passato, con accesso a misure e finanziamenti comunitari che possano arricchire le nostre opportunità di crescita. Nelle misure di sviluppo economico sono previsti investimenti importanti nel triennio, risorse destinate alla riapertura di bandi bloccati in questi ultimi mesi, fortemente sollecitati dal tessuto industriale, che potrebbe, tramite queste risorse, creare degli interessanti percorsi di crescita occupazionale in Bassa Valle, come tra le categorie più giovani.
In merito alle disposizioni previste dall'articolo 10 del DL n. 14, concernenti la determinazione delle risorse destinate alla finanza locale, fermi restando gli stanziamenti previsti per il 2019, in linea con quelli accordati nel 2018, si registra un parere contrario del Consorzio permanente degli Enti locali, che, incontrato dal Presidente Fosson e dal sottoscritto in data 14 dicembre in una seduta straordinaria dell'assemblea - che peraltro si è appositamente riunita per l'espressione del parere in merito ai disegni di legge dei quali stiamo discutendo - ha a più riprese sottolineato l'esigenza di maggiori trasferimenti certi per la prossima annualità, oltre a una serie di altre richieste e di indicazioni normative che parzialmente aveva già esplicitato, peraltro senza riscontro in legge, all'ex Governo regionale.
Il confronto con gli Enti locali si è purtroppo risolto in una presa visione da parte loro del documento che, a causa delle tempistiche e delle modalità di presentazione, non risulta oggi modificabile nelle sue parti salienti. Un confronto preventivo alla stesura del bilancio e accorgimenti che avessero garantito gli Enti locali, già in questa fase di approvazione del bilancio regionale, le maggiori risorse previste dal DEFR probabilmente avrebbero comportato una visione meno critica dei Comuni nei confronti della legge finanziaria regionale, così come una maggiore attenzione verso alcune richieste normative - in queste ultime ore si è cercato in tutta fretta di analizzarle per verificarne la ricevibilità - avrebbe potuto con più calma dare risposte più precise e puntuali agli Enti locali. L'impegno che ci si è assunti con il CPEL è stato dunque quello di guardare con attenzione alle esigenze espresse dai Comuni, a partire dall'allestimento della prima variazione di bilancio prevista per gennaio/febbraio 2019 al fine di garantire un'implementazione di risorse a loro favore e di avere nel prossimo futuro un approccio attento alle loro esigenze, un approccio improntato al dialogo costruttivo e una sussidiarietà non soltanto economica, ma anche mirata al supporto gestionale e normativo nei loro confronti.
Rispetto alle decisioni in merito al complesso ospedaliero Umberto Parini, esplicitate nell'articolo 15 del disegno di legge n. 14, si evidenzia un'altra rilevante diversità di visione della nuova maggioranza rispetto a quella che ha redatto il testo di legge originario: con un emendamento ad hoc si prevede, infatti, che le valutazioni in merito alla sostenibilità tecnica, economica e finanziaria siano da verificarsi solo in considerazione dell'esecuzione del progetto di ampliamento dell'attuale nosocomio e non da studiare in funzione di diversa, eventuale delocalizzazione dello stesso presso altro sito, in quanto la scelta in merito al nuovo presidio ospedaliero è già stata oggetto di referendum propositivo nel 2007.
Per ultimare l'analisi dei principali punti del disegno di legge in esame ci soffermiamo ancora sull'articolo 27, comma 4, del disegno di legge n. 14, così come predisposto dall'ex Governo Spelgatti, concordando con la sospensione dell'erogazione del cosiddetto "bon de chauffage", di cui alla legge n. 43/2009, anche in attesa di una revisione organica delle misure di contrasto alla povertà conseguenti a un'efficace razionalizzazione degli interventi già esistenti e in attesa altresì delle valutazioni dell'impatto sul tessuto socio-economico valdostano dell'introduzione a livello nazionale del cosiddetto "reddito di cittadinanza". Aggiungo che questo tipo di decisione, questo tipo di valutazione non può essere soggetta a delle riflessioni che cambiano di settimana in settimana, ma devono essere leggermente più lungimiranti e dare delle indicazioni precise ai nostri cittadini in modo che ci si esprima chiaramente su queste situazioni in maniera molto chiara e non a seconda della sedia che si occupa.
Conclusa l'analisi dei principali punti dei due disegni di legge n. 14 e n. 15, in rapporto ai quali, come detto in premessa, le criticità operative dettate dalla mancanza di tempo per un'approvazione tempestiva e un'immediata applicazione del nuovo bilancio a partire sin dal 1° di gennaio, senza dover ricorrere all'attivazione di un pericoloso e antiproduttivo esercizio provvisorio, hanno costretto il nuovo Governo a non intervenire in questa fase sulle poste allocate a bilancio. Risulta pertanto importante, se non capitale, illustrare le principali linee di intervento che il nuovo Governo Fosson ha voluto esplicitare in una complessiva rivisitazione degli obiettivi prioritari per il triennio 2019/2021, emendando il documento di economia e finanza regionale e i suoi contenuti strategici. Di seguito riportiamo in conclusione a questa relazione i principali campi di azione e una sintesi delle iniziative esplicitate nel documento di economia e finanza regionale dal nuovo Governo regionale.
Manovrabilità fiscale. La norma di attuazione dello Statuto della Regione autonoma Valle d'Aosta, come da decreto legislativo n. 184/2017 in materia di coordinamento e di raccordo tra la finanza statale e regionale, comporta una nuova e più ampia possibilità di manovra sui tributi da parte della Regione stessa, infatti la nuova norma di attuazione concede alla Valle d'Aosta la possibilità di manovra fiscale sia sui tributi regionali che sui tributi locali. In prima battuta al fine di completare l'approfondimento dei diversi aspetti inerenti alla complessa materia tributaria e agli impatti sui bilanci degli enti di eventuali manovre sui tributi locali, la Regione si concentrerà nell'attuazione delle misure sui propri tributi: in particolare saranno oggetto di intervento l'Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP), le tasse automobilistiche e l'imposta regionale di trascrizione dei veicoli presso il Pubblico Registro. Con riferimento alla prima manovra a favore del tessuto imprenditoriale regionale in materia di IRAP, saranno attuate nell'immediato le misure che sono già state evidenziate e che consistono nel fatto che le nuove iniziative economiche di insediamento del territorio regionale, anche a seguito di trasferimento da altre regioni, saranno dunque esentate dal pagamento dell'imposta per i primi cinque esercizi. I gestori dei rifugi alpini saranno esentati definitivamente dall'imposta al fine di meglio valorizzare le risorse della montagna, mentre gli enti cooperativi saranno oggetto di un intervento che intende sia ampliare la platea dei soggetti beneficiari, sia incrementare la misura delle agevolazioni. Le iniziative di riduzione dell'IRAP, oltre ad essere già presenti e parzialmente declinate nella legge di stabilità, saranno oggetto di ulteriore, importante applicazione nel corso dell'anno 2019, dove, con una prima variazione di bilancio, andranno a destinare al settore le ulteriori risorse dell'addizionale regionale IRPEF con un impatto stimato di abbattimento di imposta per le imprese di circa il 25 percento. Riguardo ai tributi relativi al possesso dei veicoli, saranno varate misure volte a correggere situazioni problematiche relative alla normativa statale vigente e a semplificare l'applicazione dei tributi stessi.
Politiche europee, del lavoro e sociali. Dalla lettura della programmazione economica di questo Governo emerge, seppure in forma sintetica, come l'Assessorato affari europei, politiche del lavoro, inclusione sociale e trasporti intenda improntare la sua attività a una visione orientata al benessere sociale diffuso che tenda a migliorare i risultati occupazionali sia in termini quantitativi che qualitativi, mediante un approccio integrato e condiviso dell'azione amministrativa e politica e l'istituzione dell'Agenzia regionale per il lavoro come tassello del potenziamento dei servizi già attivi. Esso intende altresì favorire lo sviluppo della buona economia imprenditoriale e un utilizzo trasversale, efficace e proficuo dei fondi strutturali e di investimento europei, in vista anche della nuova programmazione 2021/2027, in un sistema efficiente di trasporti che apra maggiormente la nostra Regione ai mercati nazionali e internazionali e garantisca una mobilità sostenibile per cittadini ed imprese.
Sanità e welfare. Andando nella direzione di dare più forza e maggiore incisività ai due settori portanti della salute e del benessere (sanità e servizi sociali), sarà fondamentale prevedere lo sdoppiamento dei Dipartimenti affermando che ovviamente dovranno lavorare in sinergia sanità e salute per dare, da una parte, servizi sociali e welfare dall'altra. Si tratta di due settori strategici per il benessere dei cittadini dove si dovranno mettere in atto delle strategie innovative, per quanto riguarda la sanità: il potenziamento della medicina territoriale; un'efficace politica di prevenzione attraverso campagne di informazione e di screening; una strategia idonea a evitare l'esodo dei medici qualificati verso l'esterno, cercando anche di attrarre professionalità esterne, rivedendo la disciplina organizzativa del servizio sanitario regionale, migliorando anche le risorse aggiuntive a disposizione per consentire di ridurre le liste d'attesa; il potenziamento del personale infermieristico; la riorganizzazione di alcuni dipartimenti sanitari e la conferma dell'ubicazione dell'Ospedale Parini e revisione del progetto; per i servizi sociali, partendo dal piano di zona: rinnovare il modello di sistema organizzativo delle politiche sociali, pensando in modo particolare agli anziani e alla prima infanzia; garantire programmi di assistenza e sostegno alle fasce più deboli e ai disabili; una forte collaborazione con il terzo settore e la valutazione e l'introduzione della misura unica per la famiglia, con particolare attenzione alle persone fragili e non autosufficienti, in particolare nei settori della casa, della salute, del lavoro e dell'educazione.
Scuola, Università, ricerca e politiche giovanili. Relativamente al settore scolastico e universitario, il DEFR contiene le linee programmatiche sulle quali si concentrerà l'attività programmatica e amministrativa del prossimo anno e di quelli immediatamente successivi. Le specificità del nostro sistema scolastico potranno giovarsi del supporto di un nuovo centro di ricerca dedicato alla didattica e alla pedagogia che, in raccordo con l'Università della Valle d'Aosta e gli ulteriori centri di ricerca italiani e stranieri, contribuirà a valorizzarne gli aspetti peculiari, legati non solo al bi-plurilinguismo sin dalla scuola dell'infanzia, ma anche alla capillarità delle sedi scolastiche sul territorio e all'educazione di personale di cui potranno disporre. Ciò sarà possibile anche grazie a una rinnovata attenzione per le esigenze del personale amministrativo e ausiliario, in particolare nelle scuole dell'infanzia del primo ciclo di istruzione, in accordo con gli Enti locali, nonché la situazione dell'edilizia scolastica al fine di effettuare una programmazione di lavori da realizzare in funzione di un patrimonio scolastico sicuro e rispondente ai bisogni formativi di studenti e docenti.
L'intervento normativo regionale in materia di istruzione professionale fondato sugli ampi spazi normativi su cui la Regione dispone per Statuto offrirà accresciute opportunità ai giovani che intendono affrontare percorsi di studio finalizzati a un rapido inserimento nel mondo del lavoro, non solo come prevenzione all'abbandono scolastico, ma soprattutto nella logica di valorizzare le potenzialità di questo segmento scolastico. Infine le politiche a favore della gioventù non potranno prescindere da un più stretto legame tra università e territorio sia in termini di offerta formativa, sempre più collegata al contesto internazionale, sia in termini di radicamento sul territorio dell'Università in settori quali le Scienze della montagna e delle sue peculiarità. I fondi del bilancio regionale nel settore dell'istruzione, dell'Università e delle politiche giovanili nel prossimo triennio privilegeranno i filoni sopra descritti grazie a un'oculata e potenziata gestione finanziaria, ma soprattutto a un ricorso più sistematico all'utilizzo dei fondi europei e delle risorse di cui essi permettono di beneficiare.
Lavori pubblici ed edilizia residenziale pubblica. Ritenendo fondamentale l'edilizia come motore economico della Valle d'Aosta, bisognerà prevedere una legge regionale sugli appalti che possa tutelare e valorizzare le imprese valdostane, ponendo particolare attenzione anche alle politiche di edilizia privata e di finanziamento dei fondi di rotazione, anche con eventuali utili delle società partecipate per il tramite di Finaosta. Si ritiene inoltre importante dare nuovo slancio all'edilizia privata prevedendo un aggiornamento della normativa urbanistica al fine di semplificare le pratiche amministrative. Nell'ottica della salvaguardia delle proprietà pubbliche, si valuterà la possibilità di destinare quota parte delle entrate di vendita del patrimonio pubblico per garantire le manutenzioni delle infrastrutture pubbliche esistenti. Per quanto concerne le politiche abitative, si sta procedendo verso la regionalizzazione delle graduatorie di assegnazione di mobilità ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) per ottimizzare la gestione delle problematiche sul territorio in accordo con i Comuni per il tramite dell'ente strumentale ARER.
Turismo, agricoltura e cultura. Il turismo, la cultura e l'agricoltura, i tre settori che si occupano principalmente di promozione del prodotto Valle d'Aosta, che abbiamo unito, sono settori cruciali per la nostra Regione. Una sfida con lo sport e il commercio in un Assessorato ripensato attraverso una riorganizzazione funzionale con l'obiettivo prioritario, al di là delle tante altre sfide, di lavorare con forza per un maggiore raccordo e un'efficace sinergia tra i vari settori e attori che rappresentano ciò che la Valle d'Aosta offre: le sue eccellenze, la sua identità e le sue peculiarità in tutte le loro accezioni e che si occupano, tra le altre cose, di azioni, di strategie, di valorizzazione e promozione, che sarà quindi univoca e coordinata. Una riorganizzazione che prevede tra le prime azioni: l'istituzione e la creazione del tavolo del turismo, propedeutico alla nascita dell'Ente unico di promozione turistica, che riunirà tutti gli attori che si occupano direttamente o indirettamente di turismo e valorizzazione, con l'obiettivo, tra le altre cose, di affinare e rilanciare il brand Valle d'Aosta attraverso una regia coordinata e un'agenda unica degli eventi, oltre che un'univoca promozione e valorizzazione delle strategie e delle azioni da mettere in campo, grande sfida sulla quale si basa una parte importante del futuro sviluppo, anche economico, della nostra regione.
Ambiente. L'ambiente rappresenta una risorsa per la Valle d'Aosta, la sua tutela e valorizzazione è pertanto presupposto e caratteristica del welfare percepito e motore di sviluppo in numerosi settori, tra i quali si citano il turismo e il comparto dell'agricoltura visto nei suoi molteplici elementi quali aria, acqua, suolo, natura e paesaggio. Il territorio di montagna presenta dunque caratteristiche specifiche che necessitano dell'adozione di politiche di gestione attive e attente, nonché della messa a disposizione di adeguate risorse finanziarie in grado di dare risposte sia alle problematiche sopra esposte, sia ai bisogni delle popolazioni che in questi contesti vivono e che qui devono sviluppare le proprie attività. Gli eventi che interessano il nostro territorio, le evoluzioni climatiche che stanno condizionando gli stessi richiedono un forte impegno, anche conoscitivo non solo delle realtà fisiche, ma anche e soprattutto delle dinamiche sociali e culturali che si sono sviluppate nei secoli. La diffusione e la divulgazione delle informazioni tra il grande pubblico contribuiscono a sensibilizzare il cittadino per renderlo informato sulle scelte operate dalla pubblica amministrazione, più consapevole dell'esistenza di un pericolo naturale.
Risorse naturali. I principali punti di intervento del settore sono: incrementare gli investimenti per la tutela e la manutenzione del territorio e dell'ambiente naturale al fine di prevenire il dissesto idrogeologico e garantire alle nostre risorse naturali l'indispensabile resilienza per poter far fronte anche agli effetti negativi dei cambiamenti climatici, a tale scopo saranno messe in atto misure di rafforzamento dei cantieri forestali; recepire i principi contenuti nel Testo unico in materia di foreste e filiere forestali con la predisposizione di un apposito provvedimento normativo che individui le azioni da porre in atto per garantire la salvaguardia delle foreste anche mediante la loro gestione attiva, razionale e che nel contempo sviluppi la filiera foresta/legno affinché i nostri boschi possano assolvere pienamente alle loro diverse funzioni; assicurare centralità al Corpo forestale della Valle d'Aosta nell'ambito della tutela e della valorizzazione dell'ambiente e delle risorse naturali, garantendone la piena operatività, con particolare attenzione alla copertura della pianta organica (per il 2019 si prevede la realizzazione di un corso di formazione per neoassunti e l'approvazione di una nuova procedura concorsuale da attuarsi nel 2020).
Nel concludere questa corposa relazione in merito ai disegni di legge n. 14 e n. 15 e agli elementi con i quali il nuovo Governo ha voluto caratterizzare il documento di economia e finanza regionale, chiudo il mio intervento ringraziando gli uffici che hanno supportato la parte politica prima nella stesura e poi nelle variazioni apportate ai documenti che oggi ci apprestiamo ad approvare. Ringrazio il relatore Consigliere Marquis e anche il collega Aggravi, il primo non solo per il suo intervento odierno ma anche e soprattutto per il lavoro condotto in commissione assieme agli altri Commissari per riuscire a dare, nonostante i tempi strettissimi, un doveroso, seppur tardivo, ascolto a tutti i portatori di interessi, alle associazioni, alle parti sociali e agli enti il cui futuro dipenderà, a volte anche in maniera pesante, da questo documento. Sono comunque certo che il lavoro svolto non sarà lettera morta, ma sarà fonte di indirizzo e di analisi per il prosieguo dell'attività amministrativa futura.
Presidente - Come deciso in sede della Conferenza dei Capigruppo, sospendiamo i lavori che riprenderanno alle ore 15:00. Ricordo che, entro le ore 17:00, vanno depositati gli emendamenti.
La seduta è tolta.
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La seduta termina alle ore 10:33.