Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 203 del 21 novembre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 203/XV - Comunicazione e presa d'atto delle dimissioni rassegnate dalla Signora Chantal CERTAN dalla carica di Assessore alla sanità, salute, politiche sociali e formazione.

Fosson (Presidente) - Punto 7 all'ordine del giorno. La parola all'assessore Certan.

Certan (ALPE) - Credo che due parole riguardo alle mie dimissioni sia importante dirle. Quando si decide di partecipare all'interno di una Giunta per lavorare a un progetto, credo che si abbia tutta una serie di aspettative, ma anche di attenzioni. Che il ruolo e la conformazione di questa Giunta fossero particolari, anche per percorsi politici e per visioni molto diverse, non l'abbiamo considerato un ostacolo ma pensavamo che fosse una ricchezza.

Dopo un primo mese in cui, comprensibilmente, abbiamo cercato di capire, di prendere le misure, anche da parte di chi non aveva mai fatto parte di una Giunta, abbiamo visto da subito che non c'era solo una differenza nel ruolo e nel percorso politico, ma vi era anche una disattenzione, anzi, una mancanza di tutti quei principi che abbiamo messo nell'accordo politico, in primis la trasparenza, poi la condivisione e non vi era alcuna discussione dei temi all'interno della maggioranza.

Una maggioranza che da subito non è stata solida, tanto che, se oggi c'è ancora una Giunta, non c'è più una maggioranza che è venuta meno, proprio per il fatto di non aver rispettato due elementi: la condivisione e la trasparenza; due principi fondamentali, oltre all'onestà. Dopo il mese di agosto ci siamo incrinati in particolare su tre passaggi che andrò a declinare, ma credo che sia venuta proprio meno la partecipazione di tutti all'interno di questo progetto ed è venuto a galla quanto più volte ormai sta venendo fuori e viene ribadito: non c'è nulla da discutere, noi abbiamo deciso certe cose, noi facciamo, stop!

Tre passaggi. Credo che sul casinò ci siano stati dei tentativi di forzature alla Giunta, che poi non sono andati a buon fine perché di fatto la Giunta non ha deliberato nulla, nessun atto, però ci sono state delle forzature per far deliberare alla Giunta cose opposte a quanto il Consiglio regionale aveva deliberato con due risoluzioni.

Gli altri passaggi. Uno l'abbiamo citato oggi ed è stato quello sull'accordo con lo Stato che io, in quanto rappresentante in Giunta di ALPE - poi magari i miei colleghi in Giunta non hanno avuto questo stesso trattamento - ho potuto vedere tre minuti durante la riunione, illustrato dai tecnici, dopo di che non è neanche stato messo al voto, perché è stato dato per assodato che tanto comunque passava. Il mio voto era del tutto ininfluente e quel giorno era scontato che tanto si sarebbe siglato lo stesso questo accordo. Il medesimo giorno passò nello stesso modo anche la delibera sul Cda dell'università.

Gli ultimi due passaggi sono stati la nomina di alcuni rappresentanti, l'ultimo del direttore del soccorso su cui non c'è stato alcun dibattito sulla scelta della persona, ma è la modalità con cui si è imposta la scelta che non mi ha vista d'accordo.

L'ultimo passaggio, forse il più increscioso, è stato quello di lunedì scorso. Capisco che a qualcuno desse molto fastidio che, nonostante le dimissioni, io partecipassi ancora. Ho lavorato fino a questa mattina all'interno dell'Assessorato portando avanti i dossier, perché è vero che le regole sono queste e si conoscono: fino alla presa d'atto non vi è la dimissione ufficiale. Lunedì ho comunque cercato di portare avanti in modo costruttivo, pur non condividendo un percorso politico e tirandomi dietro, tutto il discorso legato ai piani di zona e al piano povertà: siamo l'unica Regione che ancora non lo ha approvato ed era pronto. Inoltre mi sono occupata della delibera sulle strutture per i disabili che in qualche modo rimetteva tutto in ordine, lavoro già iniziato nella scorsa legislatura e che è stato finito. Il pacchetto di tutto il lavoro preparato non solo dall'Assessore ma anche da tanti professionisti, da tante persone che lavorano in modo direi encomiabile tutti i giorni in Assessorato, è stato ritirato dalla Presidente, nell'omertà totale di una Giunta che - di questo me ne dispiaccio molto - non ha detto una parola. È stato ritirato e messo da parte, poiché avrei avuto la grande colpa di non averlo condiviso con la Giunta, ma di averlo condiviso con la V Commissione e tutti i Consiglieri regionali.

Io ho una cosa che mi ha sempre contraddistinto in tanti anni, non solo da un punto di vista politico ma anche come persona: essere capace di guardarmi allo specchio. Io so di aver chiesto ripetutamente alla Presidente - questo i Consiglieri che ne hanno avuto occasione potranno confermarlo - di poterci incontrare almeno su dieci tematiche dell'Assessorato alla sanità. Ho chiesto ripetutamente di poterci vedere in una discussione di Giunta, non in sede ufficiale, sui temi legati alla sanità. Mai è stata fissata la data, come se mai avessi chiesto nulla! Una sola riunione è stata fissata ed è stata quella con la USL e con l'Ufficio tecnico e la Direzione strategica per parlare del riordino delle sale operatorie e del nuovo bando sui consumabili che la USL stava portando avanti: unico momento in cui abbiamo potuto in modo collegiale condividere.

Io credo che non fossero questi i presupposti con i quali avevamo iniziato. Credo che, quando si continua ad avere una Giunta e si continua a deliberare facendo finta di niente, il passaggio più brutto sia stato quello di ritirare - lei, Presidente! - tutte queste delibere, perché io ero dimissionaria e non avevo condiviso con voi queste cose. Sappia che il piano di zona doveva passare nei settantaquattro Comuni e dovevano essere firmate le convenzioni. Eravamo già in ritardo, perché lei venerdì scorso ha annullato la Giunta e l'ha posticipata, ma speriamo davvero che entro il primo gennaio 2019 il CELVA, che aspettava questa delibera, poiché l'abbiamo condivisa con loro e con i Comuni, riesca comunque a rimanere nei termini, altrimenti perderemo delle risorse. Le perderemo non perché lo Stato è cattivo, ma perché non siamo stati capaci di superare almeno in quel momento la parte personale o politica, guardando in modo amministrativo.

Oggi, Presidente, ho deciso di fare questo passo da sola, in piena libertà e ho deciso con altre persone e con altri movimenti di fare probabilmente altri percorsi. Potranno essere di maggioranza o di opposizione, poco importa, perché l'importante è essere capaci e potersi guardare allo specchio tranquillamente. Faccio oggi a lei la stessa domanda che lei ha fatto molte volte a me, quando mi chiedeva che cosa ci facevo ancora in Giunta, se continuavo a non condividere quello che lei con noi non condivideva. Oggi io chiedo a lei: che cosa ci fa ancora seduta lì, dopo aver perso dei pezzi e non essere più capace di deliberare neppure una legge, perché oggi la variazione di bilancio lei non sarà in grado, con quanto rimane della sua maggioranza, di votarla? Lei non sarà più in grado di presentarsi in Consiglio regionale con una maggioranza e io oggi le chiedo che cosa ci fa ancora seduta lì? Io ho deciso di fare un percorso, l'ho portato a termine e credo che la Valle d'Aosta si meriti altro, per cui ho fatto un passo indietro: sia capace di fare altrettanto, perché finora non ne ha azzeccata una!

Presidente - Non ci sono altri interventi, il Consiglio prende atto.