Oggetto del Consiglio n. 199 del 7 novembre 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 199/XV - Dibattito sulla situazione politica. Ordine dei lavori. Chiusura dei lavori dell'adunanza consiliare.
Fosson (Presidente) - Alla presenza di 32 Consiglieri diamo inizio a questa seduta.
La parola al Capogruppo Daudry.
Daudry (UVP) - Presidente, in apertura di seduta sono qui a chiederle una sospensione, a nome di alcuni gruppi, per alcune opportune e necessarie valutazioni prima di iniziare i lavori.
Presidente - La richiesta è accolta. Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa alle ore 9:07 e riprende alle ore 10:31.
Fosson (Presidente) - Possiamo riprendere la seduta. Chiedo scusa per l'interruzione, ma l'evidente crisi politica attuale, la difficoltà di procedere ad un corretto lavoro amministrativo, la mancanza del numero minimo di diciotto Consiglieri e le evidenti difficoltà apparse in questi giorni hanno portato alle dimissioni di tutto l'Ufficio di Presidenza, Presidente compreso, e alle dimissioni di un Assessore che sono state presentate alla Presidente della Giunta. Apro il dibattito su questo.
La parola al Consigliere Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Ci scusiamo con i colleghi e tutti i valdostani che stavano seguendo il Consiglio regionale. Il mio sarà un intervento tutto di natura politica, vista la situazione.
Oltre ai cinque componenti dell'Ufficio di Presidenza che hanno rassegnato le dimissioni, la collega di ALPE, Chantal Certan, ha rassegnato alla Presidente della Regione le sue dimissioni. Come ALPE sono state tante le promesse che abbiamo fatto in campagna elettorale, proposte serie, sostenibili, anche difficili da mantenere. Abbiamo creduto, nel momento in cui abbiamo firmato l'accordo con altre forze, di poter cambiare e sostenere questa Valle d'Aosta che ha delle difficoltà, ma che ha tante potenzialità e, nello stesso tempo, immaginavamo di poter contribuire a cambiare il sistema Valle d'Aosta.
Una delle principali criticità di questa maggioranza è stato il metodo, che noi avevamo contestato nelle passate legislature, metodo che vuol dire confronto, che vuol dire avere le pari informazioni per potersi posizionare e per modificare gli atti, che vuol dire pari dignità all'interno di questa maggioranza, ma che vuol dire soprattutto trovare le migliori soluzioni per il modello Valle d'Aosta. Lo avevamo detto quattro mesi e mezzo fa, in quest'Aula: la sfida è difficile, ma non impossibile. Così non è andata. Abbiamo fatto autocritica in questi mesi: lo abbiamo fatto in Consiglio regionale, nelle sedi opportune, in maggioranza; insieme alle colleghe Morelli e Certan sempre siamo intervenuti sui singoli dossier cercando di prepararci, di portare delle proposte e di trovare delle mediazioni. Chi ci ha eletto in queste settimane ci ha chiesto più volte chiarezza. Ora io penso che oggi la nostra collega, rassegnando le dimissioni, faccia chiarezza dal punto di vista politico e dal punto di vista amministrativo, perché non c'erano e non ci sono più le condizioni per poter lavorare nel momento in cui manca la fiducia, la condivisione, la trasparenza e, peggio ancora, quando ci si trova all'ultimo momento con degli atti fondamentali condivisi con una parte, delle delibere di Giunta già confezionate, pericolose per il sistema Valle d'Aosta o ad affrontare tematiche che non vorremmo e di cui non vogliamo essere complici.
Faccio qualche esempio: l'accordo Stato-Regione. A noi sembra che quello predisposto sia un accordo a ribasso, che non dà dignità alla Regione autonoma Valle d'Aosta, che regala soldi nostri allo Stato, e tombale per quanto riguarda il prosieguo, perché nel momento in cui altre Regioni decideranno di fare ricorso, noi, siglando quell'accordo, non avremo modo di poter portare a casa eventuali aiuti e sostegni. Non possiamo e non vogliamo essere complici sulla Casa da gioco. Si sarebbe potuto evitare quello che sta succedendo in queste ultime settimane. Noi avevamo fatto delle proposte puntuali, sia in maggioranza che in Consiglio regionale. È stato disatteso quanto deciso all'interno di questo Consiglio volutamente; probabilmente l'adresse, il percorso era già segnato quattro mesi e mezzo fa. Su questo tema vorremmo quindi essere molto chiari, c'erano le condizioni per poter evitare, si potevano ridurre i costi certi prendendo il toro per le corna, ma veramente, non facendo finta, però non si è voluto veramente affrontare quello che era probabilmente il bene di un'azienda e di un sistema Valle d'Aosta. E poi vi sono altri esempi brutti che fanno male non ai singoli, ma alla nostra Regione.
Quando non c'è più una maggioranza qualcuno ci sguazza, quindi da una parte c'è lo stallo, la macchina è lenta, siamo in ritardo su tanti provvedimenti. Oggi dovremmo affrontare probabilmente l'unico provvedimento che è stato scaricato da questo Governo, la variazione di bilancio: quasi cinque mesi per approvare eventualmente una variazione di bilancio! Ci prendiamo le nostre responsabilità, ma possiamo dire che siamo stati leggermente scarsi. Dicevo che, quando non c'è più una maggioranza e non si condividono più le scelte, qualcuno ci sguazza. Ecco che allora spuntano nomine dalle quali noi prendiamo le distanze, perché non si premiano le capacità o i migliori, non si premia chi può fare la differenza, anzi, si premia l'appartenenza partitica di fuori regione; probabilmente all'interno della Valle d'Aosta non ci sono professionalità all'altezza di dare risposte puntuali e, soprattutto, di realizzare il prosieguo di un percorso.
Sarebbero tante le questioni da mettere in evidenza, ma noi pensiamo che ad un certo punto la chiarezza debba farla da padrona e che in questo momento tutta la collettività si aspetti da questo Consiglio regionale delle risposte serie, coraggiose, sostenibili, affrontandole con le dovute cautele e ad esempio su questo la bocciatura di ieri pomeriggio dei Sindaci della Valle d'Aosta penso sia epocale: non è mai successo che ci fosse una bocciatura all'unanimità. Non c'è stato confronto, non c'è stato nessuno che si è confrontato con la camera più importante che è il contrappeso del Consiglio regionale. Tanti di noi hanno voluto fare i Consiglieri o gli Assessori comunali, piuttosto che il Sindaco o il Vicesindaco di piccoli paesi, per dire quanto è importante chi è in trincea e deve dare delle risposte tutti i giorni. Dicevo che non si è voluto minimamente condividere il percorso di quella piccola variazione di bilancio che avrebbe potuto quantomeno dare qualche piccola risposta immediata, anche se i tempi sono molto limitati e in ritardo per un suo posizionamento.
Vorrei ringraziare la collega Certan per il lavoro fatto in Giunta, per le tante difficoltà che ha avuto nell'affrontare le questioni principali.
Io penso che mai come in questo momento si debba fermare un momento questo nostro Consiglio per due motivi principali. Il primo è che con questa legge elettorale gli elettori non hanno dato il mandato a nessuna maggioranza di guidare questa istituzione, c'è un puro sistema proporzionale. Il secondo è che ci sia veramente quella voglia, quella determinazione di affrontare le numerose questioni sul tavolo in maniera franca, trasparente, serena, senza giochetti, senza che qualcuno utilizzi qualche manina per cancellare qualche passaggio, senza che qualcuno dalla Lombardia, dal Piemonte o da Roma venga a decidere sulle sorti nostre. Abbiamo una nostra dignità, abbiamo la nostra conoscenza del territorio, conosciamo le criticità, ma anche le tante potenzialità del nostro sistema. Io penso sia questa la sfida più importante dei prossimi mesi e dei prossimi anni.
Oggi, con questo atto, noi di ALPE vogliamo fare chiarezza dal punto di vista politico, quindi il nostro Assessore ha rassegnato le dimissioni. Noi usciamo definitivamente da questa maggioranza che non ha portato risultati e l'autocritica l'abbiamo fatta negli ultimi Consigli. Le dimissioni dell'intero Ufficio di Presidenza ritengo siano il dato politico di questa mattinata.
Presidente - La parola al Consigliere Bianchi.
Bianchi (UV) - Inizierei con delle scuse per la sospensione del Consiglio nei confronti di quei valdostani che ci stavano seguendo e anche dei colleghi che sono rimasti in Aula ad aspettare.
Ci siamo riuniti ed abbiamo impiegato un'ora per discutere di tutta una serie di problemi. Come è stato anticipato dal collega Chatrian, che ha evidenziato l'uscita del movimento ALPE da questa maggioranza, oggi viene aperta una crisi politica ufficiale perché non c'è più una maggioranza. Noi lo ripetiamo da più tempo che non c'era più una maggioranza, ma oggi viene ufficializzata. Parlo anche a nome di tutto l'Ufficio di Presidenza, quindi anche per conto del Presidente del Consiglio, Antonio Fosson, per la Vicepresidente Rini e per i Segretari Patrizia Morelli e Laurent Viérin: abbiamo deciso di rassegnare le dimissioni dall'Ufficio di Presidenza perché non c'è più una maggioranza. Noi eravamo lì a rappresentare il Consiglio, la minoranza, quindi abbiamo dato le dimissioni proprio per valorizzare quanto ha fatto oggi l'Assessore Certan, per vedere se c'è una possibile maggioranza alternativa.
Oggi la palla torna ai movimenti, perché sicuramente sono loro che dovranno portare avanti un'ipotetica nuova maggioranza, movimenti che si incontreranno su alcuni argomenti, sui programmi, ma non su un "accordo di palazzo". Queste dimissioni denotano pertanto che non c'è un accordo di palazzo.
Presidente - La parola al Consigliere Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Presidente, semplicemente per chiedere una sospensione per i restanti gruppi della maggioranza, così cerchiamo di capire cosa è successo e magari ci coordiniamo, se fosse possibile.
Presidente - Avevo idea di convocare una Conferenza dei Capigruppo alla fine di questo dibattito, però in questo momento concedo tale sospensione.
La seduta è sospesa alle ore 10:46 e riprende alle ore 11:19.
Fosson (Presidente) - Riprendiamo i lavori. La parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Prendiamo atto quasi con piacere delle dimissioni dei colleghi di ALPE e della collega Certan. Ritengo che queste dimissioni siano un atto tanto coraggioso quanto dovuto, lo penso relativamente ad alcune scelte che recentemente abbiamo visto, perché ho trovato assolutamente comico - per non dire ridicolo - che dei membri di questa Giunta votassero dei provvedimenti all'interno della stessa Giunta, dopodiché, qualche minuto dopo, arrivassero a smentire con dei comunicati stampa le stesse cose che avevano votato. L'ho trovato decisamente fuori luogo e quindi ben vengano queste dimissioni.
Mi permetto anche di prendere atto delle parole del Capogruppo di ALPE, del collega Chatrian. Vede, collega Chatrian, lei ha detto che voi non volete essere complici. Io non posso fare altro che dirle che, in realtà, siamo noi che non vogliamo e che non abbiamo voluto essere complici di certe scelte. L'abbiamo ribadito con forza, nonostante quello che viene detto, è stato detto successivamente sui comunicati stampa e sui giornali che le nostre scelte - prendiamo ad esempio quelle sul Casinò - erano assolutamente in linea con quello che ci eravamo proposti. L'abbiamo spiegato molto bene: nella risoluzione approvata da questo Consiglio si diceva che si sarebbero fatte delle verifiche. Le verifiche sono state fatte, quelle possibilità non c'erano, quindi si sono percorse strade diverse. Noi non abbiamo voluto essere complici di sottoscrivere, accettare un qualcosa in barba alle regole e ai regolamenti e anche in barba al volere dei valdostani, volere che è stato manifestato a più riprese e che ci è stato manifestato a più riprese anche dopo quelle scelte.
Ovviamente ho ascoltato anche con molto divertimento la questione delle nomine partitiche. Si contesta che questa maggioranza avrebbe fatto delle nomine partitiche e per questo bisogna assolutamente dimettersi. Mi stupisce che questa critica arrivi proprio da chi, nello specifico, ha proposto dei membri di una segreteria politica per una Commissione che è tanto delicata quanto importante per questa Regione, che certo non deve essere partecipata da persone che fanno della politica attiva e diretta, ma semplicemente da persone che hanno a cuore l'interesse e il futuro della nostra regione.
È stato detto che questa Giunta, questo Governo e questa maggioranza sono rimasti fermi: mi dispiace, ma non è vero. Le posso elencare pochi punti - non voglio qui dilungarmi - di cui sono orgoglioso di aver potuto portare un risultato alla nostra Regione: uno di questi riguarda il Casinò. Abbiamo fatto scelte importanti, dettate sia dalle regole che dalla situazione in cui la Casa da gioco versava; abbiamo preso - questo proprio ieri - una scelta molto forte sulla "scuola polmone"; abbiamo chiuso un accordo assolutamente vantaggioso e importante - ne avremmo voluto parlare oggi, ma non ci viene data la possibilità - sul contenzioso fiscale. Questi sono risultati che rivendichiamo. Da appassionato di storia, soprattutto di quella politica, sarà mio preciso dovere andare a scorrere a ritroso le informazioni storiche del Consiglio, quindi quali risultati una maggioranza abbia portato in quattro mesi di governo. Ovviamente parliamo di maggioranze nuove, persone che non avevano avuto esperienze di governo, persone che non conoscevano la macchina amministrativa e che però in quattro mesi hanno prodotto risultati molto precisi. Naturalmente ho elencato quelli più importanti e più significativi, non parliamo di tutte le delibere di Giunta che sono state approvate, di tutte le modifiche, di tutte le proposte di legge e dei lavori di Commissione.
Concludo. Il collega Bianchi ha detto che questa non è una manovra di palazzo, quindi il collega Bianchi ci vuole dire che queste riunioni, a cui abbiamo dovuto assistere per svariati Consigli, in cui si chiamavano fuori alcuni movimenti che facevano parte della maggioranza e si cercava di convincerli ad apporre una firma, si cercava di far nascere questo, si cercava di far dimettere quello, non sono manovre di palazzo! Collega Bianchi, l'ho già letto su cere pagine: alcuni politici locali, pur facendo parte di questa maggioranza, avevano manifestato dell'insofferenza nei confronti del nostro operato, ma sono stati seppelliti dai commenti negativi. Io sono certo che anche questo - anzi, lo spiegheremo con molta forza ai valdostani - sarà perfettamente compreso, sarà perfettamente compresa l'operazione che sta dietro a queste dimissioni. Voglio però ringraziare per l'operato gli Assessori che si sono distinti, non soltanto quelli del nostro gruppo, ma tutti coloro che hanno lavorato nell'esclusivo interesse della Valle d'Aosta. Mi auguro che si possa trovare una soluzione per tornare a lavorare finalmente e soltanto per il bene della nostra Regione, ovviamente al riparo da chi, invece, ha fatto scelte diverse.
Presidente - Non vedo altre richieste di intervento. Sospendo i lavori per una riunione urgente della Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa alle ore 11:25 e riprende alle ore 11,36.
Fosson (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. La riunione dei Capigruppo ha deciso di limitare questo Consiglio ad un dibattito politico su quanto avvenuto, contingentando i tempi in quindici minuti per ogni gruppo e di sospendere i lavori rinviando tutti gli argomenti al prossimo Consiglio. Devo anche annunciare che sono arrivate a questo tavolo le dimissioni del Presidente della V Commissione, Chatrian.
Possiamo iniziare la discussione politica, come convenuto nella riunione dei Capigruppo. La parola al Consigliere Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Per mozione d'ordine, Presidente. Se nessuno vuole intervenire, è buona norma chiudere la discussione. Se avete fatto una Conferenza dei Capigruppo per dare quindici minuti ad ogni gruppo e nessuno interviene... sono passati quasi due minuti, quindi credo che nessuno voglia intervenire e ritengo che l'Aula non voglia intervenire.
Presidente - La parola al Capogruppo Testolin.
Testolin (UV) - Due riflessioni che ci portano oggi a fare delle valutazioni politiche importanti.
Noi lamentavamo una serie di negligenze da parte del Governo regionale e di una maggioranza in merito ad una serie di temi che, a dispetto di quanto detto dal Capogruppo leghista, sono ancora tutti da sviluppare, tutti da mettere a disposizione di quest'Aula e delle Commissioni competenti. Sono temi importanti che partono dalla programmazione, dal bilancio e dalla variazione di bilancio, che è arrivata a distanza di cinque mesi dall'insediamento con tempistiche assolutamente inaccettabili, sottolineate anche da altri enti che le hanno giudicate inappropriate, dandone peraltro anche una lettura decisamente negativa. C'era bisogno di un momento di chiarezza per la popolazione, per i movimenti dei quali siamo portatori di idee e rappresentanti in quest'Aula. I movimenti hanno la necessità di capire, all'interno di un panorama politico valdostano molto frastagliato, quali sono le possibilità di dare delle risposte sulle capacità di portare avanti un lavoro serio per una legislatura intera. Oggi credo vi siano stati dei passi in avanti assolutamente importanti che possono riaprire dei dialoghi indispensabili e nuove opportunità per dimostrare serietà. Penso che ognuno di noi, all'interno di quest'Aula, vorrebbe poterla dimostrare con il lavoro, ma un lavoro serio e, soprattutto, con una programmazione e un'affidabilità che vadano al di là di numeri, poiché più volte è stato dimostrato che questi non ci consentono di raggiungere quella capacità di essere resilienti di fronte agli eventi che si ripresentano periodicamente.
Oggi abbiamo appreso con interesse che la serietà fa di nuovo parte di questo momento politico, come anche nell'ultima discussione, prima di iniziare questo dibattito per chiarire le posizioni all'interno di ogni gruppo nel definire questo momento di confronto non litigioso, ma con una valutazione su quello che si dovrà fare; penso sia il modo migliore per cercare di ricostruire un'affidabilità che purtroppo in questi mesi è mancata per tanti motivi. Del futuro non vi è certezza e non si sa quali potranno essere le soluzioni che andranno a sostituire la situazione di fatto. È chiaro che ci vorrebbe una presa di responsabilità, secondo me, anche da parte di chi in questo momento siede negli scranni del Governo, perché dovrebbe rimettere in discussione un progetto partito zoppo e che ha dimostrato tutte le sue debolezze, debolezze emerse anche dalle parole del collega Manfrin nel cercare di sostenere quanto è stato fatto.
Ritengo che questo non sia il momento di addentrarsi in situazioni troppo tecniche. Abbiamo visto che ieri è stata fatta una rassegna stampa sulle discussioni sui media in merito all'accordo con lo Stato, accordo con tutte le debolezze rappresentate con correttezza dai gruppi di opposizione e di chi ha lavorato per dare risposte diverse in questi mesi, ma che esulano in questo momento da un discorso prettamente politico. Dispiace che si siano perse delle opportunità, si siano fatti dei passi in avanti non condivisi, cosa che dovrebbe cambiare da qua in avanti, a mio avviso, e soprattutto dovrebbe cambiare in funzione della conferma di un sostegno da parte delle forze politiche che noi oggi siamo qua a rappresentare nell'indicarci una strada più possibile condivisa su un programma definito, puntuale, che ci metta nelle condizioni, per quanto possibile, di stabilire quali passi possono essere fatti per dare una garanzia di stabilità a quello che potrà essere un nuovo Governo regionale.
C'è bisogno di chiarezza oggi (ed è un primo passo), c'è bisogno di stabilità, c'è bisogno di tanto lavoro, soprattutto di tanta condivisione. Credo che ognuno di noi si confronterà con i propri referenti, ma principalmente si confronterà con i suoi impegni, impegni assunti in campagna elettorale nei confronti della popolazione. Penso che da qualcosa di negativo possa sempre esserci un'opportunità di miglioramento. Ritengo che alla fine il percorso sia durato troppo poco per essere considerato lungimirante, è un percorso che si è dimostrato assolutamente debole e carente nei suoi fondamentali, nella capacità di analisi delle problematiche che attanagliano la nostra realtà regionale, come quella di altre regioni. È stato un percorso talvolta poco vicino alla realtà quotidiana, ha dato alcune risposte di parte in alcuni settori dimostrando la poca attenzione, in molti casi, anche nei confronti della salvaguardia delle prerogative del popolo valdostano, di quello che si è costruito nel tempo anche nel confronto con Roma e con le istituzioni, le quali tendenzialmente vorrebbero vederci più allineati su posizioni nazionali. Credo che tali tematiche potranno ispirarci anche in futuro per riuscire a formare una coalizione, una classe che possa andare a governare con degli obiettivi ben precisi e condivisi, ancor prima di capire quali siano gli uomini da mettere a sedere in qualche posizione più strategica. Ritengo che ora sia questo che dobbiamo trarre in positivo. L'impegno, a partire da subito, penso sia quello di coinvolgere le forze politiche per capire quale futuro vogliamo dare alla nostra Regione.
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (IC) - Diventa difficile intervenire. Oggi ci è stato proposto di aprire una discussione politica in questo Consiglio sulle dimissioni di una parte della maggioranza. A dire la verità si sono formalizzate delle dimissioni che, di fatto, erano già più che evidenti da tempo. A parte la poca chiarezza di votare delle delibere in Giunta e poi sottrarsi a queste responsabilità, oggi non si aggiunge granché alla discussione, se non la formalizzazione di questo aspetto; una formalizzazione che, ancora una volta, evidenzia un fatto ormai eclatante e che personalmente sollevo da diverso tempo: il problema della stabilità di governo di questa Regione.
Non credo che questa Regione possa permettersi delle crisi latenti o formalizzate di questo genere in sequenza, senza soluzione di continuità, come si sta verificando da troppi anni. Bisogna in qualche modo intervenire, perché la situazione non è più sostenibile. Oggi dovremmo aprire una discussione su una crisi che è assembleare. A riprova, la mozione di sfiducia non è utile sotto questo punto di vista, perché le crisi non vengono fatte in Aula, ma fuori. Fare una mozione di sfiducia che viene vista come una soluzione per dare stabilità, in realtà non fa altro che spostare le crisi dall'interno dell'Assemblea all'esterno della stessa. Come cura per evitare delle crisi è una cura assolutamente non efficace e anche questa volta i fatti lo dimostrano. Nei fatti la crisi c'è, ma è extra assembleare.
A mio avviso, resta comunque un fatto di fondo: quello di dare una stabilità a questa Regione, introducendo regole che favoriscano almeno questa soluzione. Per il resto io non vedo grandi novità per aprire un dibattito politico, visto che poi gli interventi sono un po' tirati e non così spontanei. Vedremo come evolverà la situazione. Certo è che, per chi ci guarda dall'esterno, la situazione è decisamente poco comprensibile e oggi di chiarezza non se ne è fatta molta. Non saprei cos'altro aggiungere.
Presidente - La parola al Consigliere Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Anticipo di aver dato le dimissioni da Presidente della II Commissione in questo momento, quindi lo annuncio a quest'Aula. Perché sono state date? Penso sia chiaro a tutti che è in atto un golpe bianco, senza spargimenti di sangue, ma che di fatto ha finalmente fatto emergere una crisi latente ormai da tre mesi, quindi bisogna prenderne atto. Soprattutto penso che i valdostani, dopo aver aspettato fino adesso, abbiamo anche delle necessità, quindi credo che questa mia decisione presa in questo momento possa agevolare un cambio di governo, visto che a questo punto la II Commissione non ha i numeri per continuare il proprio lavoro. Detto questo, ritengo che questa accelerazione, se portata avanti anche da altri colleghi, possa chiarire in tempi brevi la situazione politica e che permetta finalmente a tutti quanti di fare il nostro mestiere: chi di maggioranza e chi di opposizione, in maniera corretta, compiuta, leale, alla luce del sole e, magari, finalmente anche costruttiva.
Io non sono d'accordo su alcune dichiarazioni rispetto al fatto che questo Governo non abbia fatto nulla; questo Governo ha fatto quello che poteva fare in una situazione nella quale c'era una parte della maggioranza che continuava a lavorare contro. È successo in altri Governi, lo abbiamo visto in questi anni: mi sembra sia successo al collega Presidente Rollandin, quando si è partiti nel 2013, e poi nei Governi successivi, sia pure con passaggi differenti. È altrettanto vero che a diciotto non si governa e non si governerà mai, quindi è giusto aprire una situazione di questo tipo, nella quale penso che dovremmo finalmente parlarci in maniera schietta e sincera tra di noi.
Io credo che in questa crisi e fino a questo momento sia emersa una cosa palese, e devo dirla, non perché mi sento giudice, ma perché sto constatando dei fatti: in quest'Aula ho notato, al di là dei movimenti, che ci sono persone che sanno fare politica e persone che, invece, non la sanno fare. Come faccio questo distinguo? Lo faccio rispetto alla voglia di salire su quegli scranni. Ci sono persone che pensano di andare lì per cambiare le cose e persone che pensano di andare lì soltanto per lo stipendio, soprattutto per il potere.
Il mio accanimento verso la collega Certan derivava proprio da questo: se tu non sei d'accordo con un Governo, ti dimetti e te ne vai. È naturale, direbbe qualcuno, però ci sono voluti tre mesi. È stato un crescendo, sono successe tante cose, però sul Casinò era evidente, collega... pensava davvero che cambiassi idea? Siamo chiari! Collega, lei purtroppo è caduta in un tranello fatto dai suoi stessi compagni di partito che la consigliavano male. Adesso finalmente è arrivata al punto, ed era ora. Io spero per il futuro che lei si comporti in maniera più coerente rispetto alle posizioni politiche che assume, sia per quanto riguarda la sua qualità politica che per quanto riguarda quello che poi fa. Non vorrei criticare il suo operato, perché avevo anche delle interpellanze che sicuramente erano di critica verso il suo operato - ci sarebbero tantissime cose da dire sugli spostamenti vax/no-vax e cose di questo tipo, che sono terribili dal punto di vista politico -, però ognuno sceglie personalmente che tipo di decisioni prendere politicamente.
Vorrei soltanto spiegare un'altra questione emersa proprio oggi rispetto alla II Commissione relativamente all'assestamento di bilancio, solo per la cronaca, non perché voglia fare polemica con il CPEL, non mi sembra il caso che la faccia io. La legge è stata trasmessa il 23 ottobre al CPEL e i componenti si sono riuniti sei giorni dopo, il 29: sono stati loro a non metterla all'ordine del giorno. Poi ci possono stare tutte le polemiche che uno vuole fare - le faremo sempre e comunque in quest'Aula, perché di mestiere facciamo questo -, però almeno il fatto di dire le date... le date sono queste. Non voglio aggiungere altro.
Una parola per il Presidente del Consiglio, che finalmente ha accettato l'invito - più o meno velato - di rinunciare al posto. Certo, la sua posizione ultimamente non era idilliaca, ma non lo dico perché io sia giustizialista. In passato non mi avete mai sentito fare discorsi giustizialisti, ho sempre aspettato le sentenze definitive, perché ho capito qua dentro che un conto sono i rinvii a giudizio, un conto sono le condanne primo grado e un conto sono ancora le condanne in secondo grado e così via, come è successo ai gruppi. Ve lo ricordate? Sembrava che dovesse succedere chissà cosa e poi, in primo grado, furono tutti assolti. Quindi ben venga che io stia zitto finché non succede quello che deve succedere e poi, anche lì, è questione di buonsenso e di savoir faire. Nel suo caso però la questione è un po' diversa, perché io avrei messo sotto osservazione anche la modalità di gestione di quest'Aula. Mi scusi per prima, se sono intervenuto a gamba tesa, però sono diversi Consigli che c'è una gestione un po' così. Chi la precedeva non permetteva questo: dava un tempo ragionevole e poi chiudeva, e faceva bene, secondo me, anche per chi sta fuori e per rispetto dei colleghi.
Io però una cosa gliela devo dire (ho un po' la sindrome di Cassandra io): credo che lei non tornerà più a fare il Presidente del Consiglio, mi dispiace. Lei politicamente ha fatto una mossa che sicuramente non la avvantaggia, glielo devo dire. Se poi ci torna, meglio per lei, ma io ho dei dubbi, visto quanto è ambita quella poltrona. Io avrei giocato in un altro modo fossi stato al posto suo, ma non tutti abbiamo le stesse carte e ognuno poi deve giocare quelle in suo possesso.
Detto questo, noi come MOUV' credo che faremo come abbiamo fatto fino a questo momento: valuteremo le situazioni. Abbiamo un modo preciso di vedere la cosa politica in Valle d'Aosta, l'abbiamo dimostrato con i fatti, con la nostra forza, con la nostra abnegazione rispetto al nostro lavoro, ma siamo aperti comunque al dialogo, come abbiamo fatto già a giugno e come abbiamo continuato a fare anche in questi mesi, perché di mancanze qui ne abbiamo tutti, lo sappiamo. Continuare a rimarcare le mancanze solo di uno non fa migliorare le mancanze degli altri, però ci sta. Se dovessi tornare all'opposizione, sapete già che tipo di opposizione verrà fatta: un'opposizione coerente con le cose che non vanno bene; se invece saremo in maggioranza, cercheremo di adoperarci per portare avanti comunque le nostre idee, senza cercare - perlomeno per quanto mi riguarda - di svendere il mio ruolo per avere dei benefit personali, ma questo lo sapete, non c'è bisogno che ve lo ricordi.
Spero che con questa mia azione la situazione politica si sblocchi e spero che, a breve, riusciremo a mandare in porto l'assestamento di bilancio, il bilancio stesso, e così via.
Presidente - La parola alla collega Pulz.
Pulz (IC) - L'imbarazzo è davvero grande, anche questa mattina come nei Consigli precedenti, per chi, come me, si è candidato con la stravagante idea di poter offrire un contributo positivo, per quanto piccolo, alla vita della comunità valdostana, mossa da un sentimento innanzitutto di gratitudine per avervi vissuto momenti esistenziali arricchenti e, allo stesso tempo, per una presa di posizione chiara e responsabile rispetto all'avanzata di nuovi populismi destrorsi anche in Valle d'Aosta, malgrado la lunga tradizione autonomista. Abbiamo poi assistito a fine giugno alla creazione di una squadra di lavoro che non ci ha mai convinti, neppure per un secondo, increduli, come siamo ancora, di fronte a tanta sicurezza e arroganza da parte di tutti voi che avete voluto governare senza aver davvero condiviso valori di fondo e strategie politiche su tematiche non da poco (vedi il Casinò), ma con un supposto e retorico senso di responsabilità nei confronti della comunità valdostana che andate troppo facilmente sbandierando.
Sono anni che in effetti questa Regione non ha un vero Governo con prospettive chiare e oggi raccoglie i frutti dell'aria e del vuoto che sta circolando da troppo tempo nei cieli della Valle d'Aosta. Questo vuoto è palpabile in quest'Aula, anche stamattina, a fronte di discorsi strumentali e che sembrano solo finalizzati ad invitarci ad abbandonare al più presto questa nave che sta affondando e a tornare ai nostri rispettivi luoghi di lavoro. Quella nave però i cittadini ce l'hanno affidata il 20 maggio, fidandosi della nostra capacità di traghettarla verso nuovi lidi. Quegli stessi elettori ora faranno grande fatica a capire perché verranno presto richiamati a nuove elezioni che non temiamo, se non perché l'unico a vincere sarà un massiccio astensionismo e un ulteriore gravissimo allontanamento da questa politica asfittica e inconcludente.
Per concludere, vi chiedo: quanto costano ai cittadini valdostani questi mesi di lavoro buttati al vento, anche proprio in termini di rassegnazione e quindi di disagio psicologico, innanzitutto nostro, e poi proprio in termini di denaro pubblico buttato via? Se i cittadini verranno tutti quanti qua sotto a protestare, come d'altronde è già capitato, non potremo poi stupirci e cadere dal pero, perché il tonfo sarà pesantissimo. Non saremo però noi a doverci vergognare, perché noi siamo qui, anche stamattina, pure in questa surreale situazione, pronti a lavorare seriamente.
Presidente - Annuncio che sono arrivate anche le dimissioni del collega Marquis dalla carica di Presidente della IV Commissione, oltre a quelle del Consigliere Cognetta, come aveva annunciato.
La parola al Consigliere Vesan.
Vesan (M5S) - Siamo rimasti anche noi un po' perplessi relativamente a quanto è successo oggi, ma volevamo analizzare la situazione.
La prima cosa che si evidenzia è che ci sono le dimissioni di un Assessore e che questo non comporta la caduta della Giunta. Vedremo quali saranno i passi successivi. Abbiamo verificato però che la mancanza della maggioranza si è rappresentata con le dimissioni dell'intero Ufficio di Presidenza, che è composto da cinque rappresentanti di ben cinque diversi gruppi consiliari.
Il nostro movimento aveva già evidenziato fin dal momento dell'insediamento di questo Ufficio di Presidenza il fatto che si portava avanti un rinnovamento un po' zoppo fin dalla prima votazione fatta in quest'Aula, perché tutti questi rappresentanti erano in realtà vecchi rappresentanti della politica di questo Consiglio e tutti e cinque, in un modo o nell'altro, di provenienza dal movimento dell'Union Valdôtaine; quattro su cinque - esclusa la collega Morelli - erano stati addirittura Assessori per l'Union Valdôtaine in precedenti Giunte. Avevamo quindi contestato alla neonata maggioranza questa scarsa propensione al rinnovamento, nata fin dalla nomina delle figure istituzionali all'interno di questo Consiglio. Adesso finalmente ci rendiamo conto che il primo passo per la grande réunion dell'Union Valdôtaine non nasce con l'atto che tutti quanti stiamo aspettando probabilmente da mesi, una mozione di sfiducia costruttiva, atto che porta a far andare avanti i lavori all'interno non solo di questo Consiglio, ma all'interno dell'Amministrazione della Valle d'Aosta, bensì nasce con un atto di dimissioni in cui questo lavoro fatto dall'Union Valdôtaine, dall'UVP e anche da altre forze qui dentro, che è consistito nell'interruzione dei lavori, nella sospensione dei lavori, nei ritardi dei lavori e che ha impedito di fatto il prosieguo di qualunque attività consiliare, va avanti anche con questo ennesimo atto. Se questo è il primo passo per la grande réunion che porterà al nuovo Governo della Valle d'Aosta, partiamo un po' preoccupati per quello che riguarda il raggiungimento dei risultati.
Presidente - La parola al collega Viérin.
Viérin (UVP) - Nous avons écouté avec attention les interventions des collègues pour une journée qui s'ouvre en décrétant définitivement une crise politique, qui était non seulement dans l'air, mais qui avait été annoncée dans cette Salle depuis différents mois et certains collègues en ont déjà parlé. Nous avons écouté avec attention les interventions de tous les collègues, car nous croyons que cette Salle soit la Salle où les discussions politiques doivent être entamées et doivent se tenir. Cela, bien évidemment, avec les problèmes de la communauté dont il faut parler, mais on ne peut pas penser de résoudre les problèmes de la communauté si avant on ne parle pas avec des projets qui ont une solidité, une stabilité, surtout des contenus communs et qui puissent donner des réponses à nos concitoyens.
Oggi una crisi che da parecchio tempo era conclamata si è consumata, forse anche attraverso alibi che definitivamente cadono per un periodo che noi tutti abbiamo vissuto male, non solo la comunità, di ambiguità, di non chiarezza nel ruolo che ognuno aveva, chiarezza che per noi ha soprattutto due valenze. La prima è l'evidenza che il progetto nato nel mese di giugno non era politico, ma era una sommatoria di sensibilità di singoli - persone o movimenti - per arrivare a raggiungere i diciotto e per poter piantare una bandierina in questa Regione. Questo l'abbiamo detto con il massimo rispetto nei confronti di tutte le forze politiche, sapendo in modo consapevole che i progetti politici vanno ponderati anche in tempi rapidi, vanno inseriti in termini di contenuti, non solo con la spartizione o comunque con la quadratura del cerchio in termini di posti di responsabilità, ma anche e soprattutto con una solidità, anche con visioni diverse, ma con temi da risolvere. I temi quotidiani dei cittadini vanno risolti, ma se poi non c'è una sintesi tra le persone che si assumono la responsabilità di governo, accade quanto è accaduto: che dopo due sedute del Consiglio regionale questa maggioranza non esisteva più, e pure con una pausa estiva in mezzo.
Secondo noi lo slogan di prendere la Valle d'Aosta a tutti i costi per arrivare a diciotto è stato un po' frettoloso, anche un po' supponente, arrogante, ma questo fa parte anche della politica. Lo diciamo in senso propositivo per il futuro, per dire che i progetti politici, soprattutto all'inizio di una legislatura con un sistema elettorale e tutti i suoi limiti di un proporzionale che non garantisce una stabilità a priori, ma che deve vedere delle sintesi tra movimenti ed eletti, devono far prendere coscienza che iniziare una legislatura al buio, senza avere delle sintesi sui temi e al primo scontro su un tema vedere una maggioranza che si frantuma, è un qualcosa secondo noi di molto negativo, anche nei confronti di tutto ciò che già era successo nella scorsa legislatura, con tutti gli errori che ognuno di noi ha commesso.
La seconda considerazione è uscire dall'ambiguità. Collega Vesan, in questo Consiglio esistono delle prassi che, anche se non sono codificate, sono sempre state messe in campo, per cui i gruppi più rappresentativi di maggioranza e opposizione vanno a comporre l'Ufficio di Presidenza. Pertanto non è stato inventato niente all'inizio di questa legislatura. Se avevate dei criteri da porre sulle persone che dovevano comporre l'Ufficio di Presidenza potevate metterli, avremmo potuto metterli anche noi su di voi, come su altri colleghi. Tutto è possibile, ma lo diciamo per il futuro e per il prosieguo dei lavori di questo Consiglio: se vogliamo modificare alcune prassi è importante confrontarci. L'Ufficio di Presidenza è stato composto in termini di rappresentanza di maggioranza e di opposizione con alcuni crismi e, per quanto ci riguarda, è stata una discussione portata in Aula. Con la chiarezza che ci ha sempre contraddistinto noi già da mesi dicevamo che la maggioranza non aveva più i numeri, ma non perché fosse prodotto da noi, bensì per un'implosione interna, e oggi, con le dimissioni dell'Assessore Certan, i numeri di una maggioranza che già non li aveva più sono conclamati. Noi non ci sentiamo più rappresentanti di un'opposizione così codificata come all'inizio di questa legislatura e quindi, per rispetto di quest'Aula, essendosi modificati gli equilibri, l'intero Ufficio di Presidenza si è dimesso. Questo è un gesto di grande responsabilità nei confronti dell'Aula. In futuro se ne ricomporrà un altro e sicuramente le forze politiche si dovranno confrontare su quali potranno essere i criteri per ricomporlo.
Abbiamo preso atto anche delle dimissioni dei Presidenti delle Commissioni e immaginiamo che questo faccia parte di una conseguenza logica di un elemento che oggi ha però delle discrasie. Dai banchi dell'Esecutivo - ed è la domanda che noi poniamo alla Presidente della Regione - noi oggi ci aspettiamo un'assunzione di responsabilità, da tempo la chiediamo.
La crisi non è di oggi. Al di là di ciò che è stato prodotto o meno - e credo non sia neanche il caso oggi di entrare nel merito di quanto è stato fatto o non fatto, ritardato per colpa o per responsabilità di chi, ma noi l'abbiamo sempre detto -, quello che la nuova politica ha cercato di dire alla vecchia politica è che quando non si hanno più i numeri si va a casa e, quando si va a casa, significa che ci si dimette e si apre un'altra fase politica. Lo diciamo con il massimo rispetto di quest'Aula.
Non so se il collega Cognetta, parlando come MOUV', parlava anche a nome del collega seduto in Giunta, comunque noi ci aspettiamo un gesto di responsabilità da chi ha dei ruoli di responsabilità nel Governo, proprio come dice lei, collega Cognetta: affinché non ci sia ambiguità nel voler mantenere un posto magari solo per altre finalità. Noi siamo sicuri che non è così. Noi crediamo pertanto che si possa aprire in modo propositivo una fase politica, fatta sicuramente dagli eletti, ma anche dai movimenti che noi rappresentiamo, affinché si possa verificare in tempi rapidi se esistono delle sintesi possibili in quest'Aula, con tutti i veti che abbiamo ancora sentito in quest'ultimo periodo, perché gli uni non vogliono l'Union, gli altri non vogliono l'Union e la Lega, gli altri chiedono le dimissioni dal Consiglio dei condannati alla Corte dei Conti... In questo quadro la politica dovrà mettersi in moto e capire se ci sono gli estremi per trovare una sintesi definitiva, solida e duratura, altrimenti si tornerà al voto, a dare la parola agli elettori. Noi pensiamo questo.
Presidente - La parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - È doveroso, dopo alcuni interventi dei colleghi, prendere la parola per chiarire alcuni aspetti.
Si è parlato della necessità e della volontà di portare a compimento un progetto di cambiamento; sono state le urne a decretare che la classe politica che aveva gestito la Valle d'Aosta negli ultimi decenni aveva fallito e che hanno dato un segnale molto forte di richiesta di cambiamento. Per questo motivo ho ascoltato con molta attenzione le parole del collega Vesan che ha parlato di un "rinnovamento zoppo" e sul punto abbiamo un'opinione molto precisa.
Il progetto che noi avevamo presentato non era teso soltanto a dare delle poltrone, era molto chiaro: era un progetto di cui avete potuto apprezzare ovviamente la sintesi nel documento programmatico che è stato sottoposto anche al voto di quest'Aula ed era un progetto che inevitabilmente doveva essere il frutto di una mediazione tra le diverse forze politiche, non essendoci una forza politica che aveva ottenuto la maggioranza dei seggi, ma all'interno di questa mediazione il progetto era molto chiaro: c'erano punti scritti ed erano molto precisi. Quello che ha portato a questa situazione è stato il tradimento di quei punti e quindi la situazione odierna è figlia di alcune forze politiche che hanno deciso di non onorare i patti presi con quell'accordo. Se avessimo voluto semplicemente avere una maggioranza per il piacere di sederci su quelle poltrone non avremmo eliminato un Assessorato, avremmo fatto contenta una persona in più e magari ci sarebbero state meno persone scontente piuttosto che desiderose di qualcosa di più.
Credo che all'inizio del nostro mandato abbiamo dato un segnale molto forte, ma non soltanto, perché se noi effettivamente avessimo voluto soltanto mantenerci su quelle poltrone, avremmo potuto fare una cosa molto semplice: piegarci a tutte le richieste e a tutte le pressioni che ci sono state fatte per fare alcune scelte. Sarebbe stato facilissimo: era sufficiente prendere atto di quello che ci veniva detto e ratificarlo. A quel punto avremmo ancora una maggioranza, avremmo ancora tutti gli Assessori, avremmo un Ufficio di Presidenza e staremmo parlando di altro. Però non ci siamo piegati, abbiamo fatto una scelta molto chiara e precisa dicendo "noi quei punti li vogliamo realizzare e quel cambiamento che gli elettori hanno sancito con il voto vogliamo portarlo a compimento". Ecco perché per completare quel rinnovamento è necessario - visto che chi ci aveva detto di volerlo realizzare si è tirato indietro - che si apra a tutte le forze che effettivamente vogliono cambiare i vecchi metodi, che vogliono cambiare questa Valle d'Aosta, che vogliono riportare la nostra Regione allo stato in cui avremmo dovuto essere, quindi una situazione di floridità e di benessere in cui al momento, purtroppo, non ci troviamo.
Presidente - La parola al Capogruppo Marquis.
Marquis (AC-SA-PNV) - Vorrei iniziare l'intervento riprendendo le ultime parole pronunciate dal collega Manfrin, il quale ha parlato di "cambiamento". Effettivamente pochi mesi fa noi siamo partiti con un progetto su cui ci siamo spesi, un progetto che credevamo potesse dare dei risultati; orientato al cambiamento nei metodi e nel merito, soprattutto un cambiamento che potesse dare soddisfazione ai bisogni dei valdostani. Purtroppo a oggi, per tutta una serie di ragioni, non si è riusciti a mettere in atto tale cambiamento. Evidentemente in parte per l'inesperienza con la quale ci si è scontrati, ma quello che ci ha stupito di più è stata forse la scarsa attitudine alla concertazione, al confronto su tutti i temi, in questa fase ci si è occupati di alcuni temi delicati senza la necessaria partecipazione. È fondamentale nella vita come in politica onorare gli impegni.
Vorrei però sottolineare il primo impegno che non è stato onorato: non è stata rispettata una risoluzione votata all'interno di quest'Aula e approvata da ventisei persone. Il Governo regionale non ha tenuto conto di questo impegno, non l'ha onorato. Penso che questa sia la mortificazione del lavoro dell'Aula, del ruolo del Consigliere, perché mai abbiamo assistito a un comportamento simile, mai negli ultimi anni l'Esecutivo ha tenuto un comportamento opposto rispetto all'impegno dato dall'Aula.
Abbiamo peccato forse anche a livello organizzativo, con questo non voglio assegnare delle responsabilità. Mi pare che la Giunta si sia riunita tutti i giorni della settimana in questi quattro mesi, tranne che il sabato e la domenica, e questo vuol dire che c'è stato un problema di organizzazione. L'organizzazione però è la base per ottenere dei risultati sotto il profilo politico e amministrativo, è come se un'attività commerciale cambiasse il turno di chiusura ogni settimana. Io credo che questo disorienterebbe tutti gli avventori e tutti coloro che fruiscono del servizio. Penso che la macchina sotto il profilo amministrativo in questi mesi abbia risentito moltissimo della mancanza di organizzazione del Governo. Credo che tutto questo abbia portato ad una situazione di "ingessatura" della situazione più che a dei contrasti politici, perché qui non ci sono movimenti che non si riconoscono più nel progetto del cambiamento, qui è fondamentale che il progetto del cambiamento vada avanti, non possiamo rinunciarvi, perché è quello che vogliono i valdostani, ma deve essere fondato su una visione, su una progettualità, sulla risposta a dei bisogni con una visione di lungo periodo. Purtroppo tale risultato in questi mesi non si è riusciti a prefigurarlo, né a rappresentarlo, prima che addirittura ad attuarlo.
In queste ultime settimane abbiamo registrato anche a comportamenti diversificati all'interno dell'organo collegiale. La Giunta è un organo collegiale, si deve esprimere nella collegialità, va ricercata l'unanimità di vedute e di voto e, anche sotto questo profilo, debbo rimarcare che mai si era assistito a votazioni con esito contrario e con il ritmo che c'è stato ultimamente. Questo doveva far scaturire delle riflessioni nell'organo di Governo per cercare di trovare delle sintesi, delle soluzioni al problema della governabilità. Così come credo sia stato molto grave quanto è successo la settimana scorsa in merito alla nomina del Consiglio dell'Università della Valle d'Aosta. Mi pare di aver capito che gli Assessori non sono stati messi nella condizione di conoscere chi avrebbero nominato. Ritengo sia un fatto molto grave riguardo alla nostra specialità, alla salvaguardia delle nostre prerogative che un Esecutivo regionale incarichi a rappresentarlo, in una propria istituzione, un membro di un Esecutivo regionale di un'altra Regione. Questo è un atto che non ha precedenti nella storia della Repubblica, questo vuol dire sicuramente non salvaguardare la propria specificità, la nostra specialità. A mio avviso è un atto di scarsa considerazione delle nostre prerogative politiche.
Oggi più che mai, con la conclamazione e l'apertura di una crisi sotto il profilo formale, c'è la necessità di trovare delle soluzioni che non possono essere pasticciate: devono essere in grado di affrontare e risolvere i problemi dei valdostani e della Valle d'Aosta. Se non ci sono queste condizioni, io credo sia più che mai necessario restituire la parola agli elettori per cercare di trovare una soluzione definitiva a questa problematica. Noi oggi siamo il risultato di un esito elettorale fondato su una legge che sostanzialmente ha sancito un risultato proporzionale e da questo siamo usciti, abbiamo cercato di trovare delle soluzioni, quindi d'ora in avanti occorre trovarne delle altre. Credo che sarà positivo per la Valle d'Aosta avere una capacità di sintesi e di vedute, ma se non l'avremo non ci saranno strade diverse da percorrere rispetto a quella di restituire la parola agli elettori.
Presidente - La parola al Consigliere Mossa.
Mossa (M5S) - Io pochi mesi fa ero ancora un semplice cittadino, non ero all'interno di questa istituzione, anche se continuo ad identificarmi come tale e quindi, da cittadino, ciò che mi rammarica profondamente non è tanto il non poter presentare la nostra mozione con la quale chiediamo ai condannati per danno erariale di dimettersi, non è quello che mi premeva di più, anche se sicuramente a qualcuno quella mozione sarebbe stata un po' scomoda, ma non fa niente, la rimandiamo, non è un problema. Ciò che invece mi rammarica è che tutti gli argomenti all'ordine del giorno verranno rinviati alla prossima Assemblea. Oggi avremmo dovuto parlare di trasporti, di artigianato, di scuola, di sanità, di ambiente, della "carbon free", di pubblica amministrazione e di turismo e, invece, siamo qua a fare cosa? Cosa importa ai cittadini chi è l'Assessore alla sanità o da chi è composta la Presidenza del Consiglio? I cittadini stanno aspettando che si faccia qualcosa per loro! Se voi non capite questo, non meravigliatevi se poi, quando andiamo a elezioni, il 35 per cento degli aventi diritto al voto si astiene, perché diventerà il 40, 45, 50 per cento, se andate avanti in queste condizioni!
Qual è il vostro obiettivo? Se è allontanare i cittadini dalle istituzioni, complimenti, perché ci state riuscendo! Se invece è quello di riavvicinarli, mi dispiace, ma questa non è la strada. I cittadini stanno aspettando qualcosa e sarebbe anche ora di farlo.
Presidente - La parola al Capogruppo Testolin.
Testolin (UV) - Solo perché alla fine di questa discussione, che è stata iniziata da noi in un clima di condivisione per le aspettative che possono esserci sul futuro, ci ritroviamo ad aver ascoltato affermazioni che hanno veramente del paradossale. Invece di parlare di un Governo che doveva avere il compito di dare delle risposte alle problematiche e di farlo con celerità e con attenzione, si è voluto divagare su situazioni diverse che vanno ad identificare quello che è comunque ancora - lo dico al collega Manfrin e solo perché i numeri lo confermano - il maggior partito all'interno di quest'Aula, il partito di maggioranza relativa, perché tutto sommato ha preso circa un paio di migliaia di voti in più della Lega alle ultime consultazioni regionali.
Ci si è soffermati a fare delle valutazioni sull'operato di chi ha valuto stimolare, perché il ruolo dell'Union Valdôtaine in questi cinque mesi è stato quello di opposizione, di segnalare tutte le cose che non andavano, di sollecitare gli interventi che dovevano essere svolti, di voler stimolare a prendere in esame una serie di aspetti fondamentali della vita amministrativa. Non ci limitiamo a dire "vogliamo discutere con qualcosa o di qualcosa", anche noi abbiamo tanti argomenti di cui discutere, e il bilancio è l'argomento per eccellenza, perché all'interno delle fasi di bilancio vengono raggruppate tutte le necessità di un territorio, di una popolazione, ma lo si deve fare quando di fronte si ha un Governo in grado di prendere delle decisioni, di fare delle scelte, non tout court perché è convocata un'udienza consiliare! Mi scusi, signor Mossa, perché effettivamente ci sono tematiche che non possono essere sempre svendute da chi è rappresentante di un partito che, con le sue scelte, sta determinando un aggravio delle spese, solo per il pagamento degli interessi dei titoli di Stato emessi quest'anno, di circa 1 miliardo all'anno! Da questo punto di vista io lezioni di comportamento all'interno di quest'Aula non ne prendo, visto che lei è un rappresentante di un partito nazionale che ha fatto scelte scellerate, questo aspetto non lo condivido! Mi scusi tanto.
Se poi dobbiamo essere tacciati di aver interrotto i lavori perché abbiamo sostenuto con forza le prerogative all'interno di questo Consiglio di spettanza nella nostra autonomia e scelte che non condividevamo, siamo contenti che vengano messe in evidenza, perché assolutamente ci sono scelte che non possono essere condivise. Poi ognuno, nel momento in cui è chiamato a governare, assumerà le proprie responsabilità, però, nel momento in cui si ha un ruolo diverso, si sottolineano tutte le cose che devono essere sottolineate. Non penso che questo debba essere inteso o trasmesso come un rallentamento dei lavori, anzi: è il valore aggiunto che quest'Aula può portare ad un dibattito politico.
Rimane fermo che da qua in avanti la situazione politica si ripresenta tale e quale a quella di sei mesi fa. Si è cercato di fare un percorso che non ha dato nessun tipo di frutto per una serie di motivi che - come ha detto chi mi ha preceduto - non stiamo ad analizzare in questa sede, ma che necessita della serietà sufficiente per poter continuare a lavorare sapendo quello che si va a fare, assumendosi un ruolo di governo e sapendo tutte le problematiche che ci sono da affrontare. Su questo aspetto non abbiamo paura di confrontarci né da questa parte della barricata, né dall'altra parte della barricata.
L'Union Valdôtaine - e chi la pensa come l'Union Valdôtaine - è sicuramente in grado di dimostrarsi disponibile alle prese di responsabilità che sempre nel tempo si è saputa assumere, nel bene e nel male, senza timore di potersi confrontare su qualsiasi tema. Le critiche, quando ci sono, non sono fine a sé stesse come vogliono essere sempre rappresentate, ma vanno nell'ottica di poter indirizzare in una direzione la visione politica di un certo tipo, con determinate situazioni che devono essere assolutamente analizzate e valutate, ma anche risolte.
Presidente - La parola al collega Restano.
Restano (AC-SA-PNV) - Volevo intervenire anch'io su questo punto. Sicuramente non con la competenza e la veemenza dimostrata dal collega Testolin, e non voglio neppure intervenire in difesa dell'operato del Governo del quale faccio ancora parte, però vorrei dire che il ruolo dei Consiglieri non è solamente un ruolo di vigilanza, ma è anche di analisi e di proposta. Questo ruolo lo si può esercitare in diverse maniere: presentando dei disegni di legge e dei regolamenti o si può chiedere la convocazione delle Commissioni specifiche per analizzare gli argomenti e fare ulteriori proposte. Però non sempre ciò avviene. Molte volte si preferisce portare, legittimamente, in Aula degli argomenti presentando una mozione e chiedendo la convocazione della Commissione preposta a questi temi, cosa che si potrebbe tranquillamente fare all'interno della Commissione. Non ricordo che il Governo o un qualsiasi Governo si sia rifiutato di partecipare ad una Commissione, nemmeno una sola volta.
È del tutto evidente che se questo Governo ha presentato delle lacune, come è emerso oggi - lo diciamo con tranquillità -, è perché tante proposte da parte dei Consiglieri, che a volte si esprimono criticamente, non ve ne sono state; alcune sono arrivate, altre no. E permettetemi: non è rinunciando ad una spilla che si esercita il proprio dovere. Forse sono i contenuti che sono mancati da parte del Governo, ma anche di gran parte del Consiglio, e quando nei contenuti ci si mette solo per proporre interpellanze o mozioni già svolte o argomenti già affrontati si finisce poi con il parlare del nulla! Ho già avuto modo di dirlo ed è questo che infastidisce. Pertanto certi rimproveri non li accettiamo di buon grado, non siamo disponibili ad accettarli e rispondiamo per le rime.
Non ultimo, rispondiamo sulla mozione che lei ha citato, collega Mossa, che naturalmente non mi vede concorde, perché ci sono leggi e regole che fino ad oggi sono state rispettate, fino a prova contraria, e lei lo dovrebbe ben sapere! Questa è pura e semplice strumentalizzazione; alcune volte va bene, altre volte va un po' meno bene. Personalmente, caro collega, la affronto a viso aperto, perché sono in grado di dimostrare ciò che ho fatto e come l'ho fatto, di fronte a tutti, non ho bisogno del suo invito e neppure di altri organi dello Stato. Dico questo con grande orgoglio e penso di rappresentare tanti colleghi che si trovano qua. Non accetto le sue lezioni, e lo sa perché? Perché tanti di noi, inconsciamente, inconsapevolmente, magari utilizzano certe agevolazioni portate avanti dalla Regione Valle d'Aosta, ma se facciamo un cosiddetto audit magari scopriamo che non hanno i titoli per usufruirne. Ognuno di noi - primo fra tutti io - deve farsi un esame di coscienza prima di portarle avanti, perché non vorrei che dopo si dimostrasse l'esatto contrario di quello che si predica.
Presidente - La parola al Consigliere Mossa.
Mossa (M5S) - Io non voglio entrare nel merito della sentenza emessa da un organo terzo super partes come la Corte dei Conti, ma da questa condanna si evincono chiaramente due elementi fondamentali: uno, l'incapacità di amministrare dei soggetti chiamati in causa; due, una perdita consistente di risorse pubbliche che potevano essere impiegate in tanti altri settori oggi carenti. Poi voi, a vostra discolpa, avete tutto il diritto di professare la vostra innocenza.
Presidente - La parola al collega Marquis.
Marquis (AC-SA-PNV) - Io sono rimasto allibito dalle sue parole, Consigliere Mossa, e dal comportamento del suo movimento, perché voi basate tutta la vostra attività politica sulla pura demagogia, strumentalizzazione e opportunità populistica.
Qui siamo stati eletti per lavorare e per trovare soluzioni ai problemi della Valle d'Aosta, non per fare chiacchiere! In questi giorni ne abbiamo sentite di ogni: avete presentato una mozione a seguito della pronuncia della Corte dei Conti in primo grado relativamente alla questione Casinò, ma ricordatevi che qui dentro ci sono persone che si sono assunte la responsabilità di affrontare un tema sicuramente delicato, e l'hanno fatto nell'interesse della Valle d'Aosta, non in nome dell'interesse personale. Pertanto lei non si permetta di fare le considerazioni che ha fatto, perché lezioni da voi non siamo più disponibili a prenderne! Noi siamo molto onorati di portare questa spilla da Consiglieri regionali - che restituiremo al termine del nostro mandato - e siamo sicuri di poterla portare con molto onore. Assistiamo a certi comportamenti politici e alle contraddizioni di cui date tutti i giorni prova a livello nazionale: no TAV, no TAP, no ILVA, e poi fate completamente il contrario! Guardate che la gente se ne accorge di come state operando! Avete indebitato l'Italia, avete fatto 5 miliardi di euro di danni alle casse dello Stato in questi quattro mesi a Roma, incrementando il debito pubblico. Ma riuscite a fare un ragionamento? Come si fa ad affrontare in questi termini le questioni?
La legge prevede quali sono le responsabilità, perché il nostro governare si basa su un presupposto: sull'architettura costituzionale e sul sistema legislativo. Ci sono sanzioni previste dalla legge e a quelle si ottempera, non è che noi oggi siamo qui a prendere lezioni da voi in base al vostro codice. Il "vostro codice" non vi consente di parlare con degli indagati quando questi appartengono alle altre forze politiche, ma vi consente di frequentare anche a cena quando appartengono alla vostra! Io mi chiedo fra qualche giorno, quando ci sarà la sentenza sul Sindaco di Roma, qualora sia negativa, quale sarà il vostro comportamento, se verrà qui in Aula e avrà il coraggio di proporre una mozione di impegnare l'onorevole Tripodi a portare la voce della Valle d'Aosta e a chiederne le sue dimissioni. È solo così che potrete dimostrare di essere coerenti con quello che dite, ma tutto ha un limite!
Io credo che qui sia doveroso parlare dei problemi e superare questa fase in cui si parla di inutili chiacchiere.
Presidente - La parola al Consigliere Vesan.
Vesan (M5S) - Due appunti relativamente alla posizione del nostro movimento. Noi non siamo qui a difendere le posizioni del Governo a livello nazionale, quelle sono posizioni prese in altre sedi. Invito quindi il Consigliere Marquis a far intervenire i suoi rappresentanti in quelle sedi, se vuole contestare o chiedere qualcosa.
Per quello che riguarda invece la tutela della nostra autonomia, tengo a precisare che il nostro movimento ha presentato in quest'Aula delle richieste di sospensione - credo due, da quando siamo qua, non di più - e una di queste era in occasione della discussione sulla modificazione dello Statuto. Noi, in primis, noi che qui veniamo tacciati di perseguitare i poveri valdostani e che siamo citati come rappresentanti di una forza nazionale finalizzata a depauperare la Valle d'Aosta, avevamo chiesto questa sospensione ed evidenziato una problematica rivolta a garantire il rispetto della potestà legislativa in applicazione dello Statuto all'interno di quest'Aula.
Visto che siamo stati tirati in causa anche dall'Assessore Restano per quanto riguarda gli interventi fatti in Parlamento da Elisa Tripodi, Elisa Tripodi naturalmente non parla in Parlamento a nome del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. Per fortuna il nostro Deputato parla a nome dei valdostani. Se di sua iniziativa intende intervenire per stigmatizzare la situazione venutasi a creare all'interno del suo territorio di provenienza (Elisa Tripodi vive ad Aosta) e se la sua posizione fosse coincidente con la nostra, questo non vuol dire assolutamente che sia una posizione concordata o condivisa da noi. La sua scelta è stata indipendente, così come indipendenti sono le nostre decisioni relativamente a quello che il nostro gruppo consiliare fa all'interno del territorio valdostano. Ancora stamattina qualcuno ha detto che avremmo ricevuto un incarico da Roma per dare il nostro voto favorevole al bilancio regionale. Mi chiedo che tipo di fondamento abbiano queste invenzioni dei giornalisti!
Veniamo al rispetto della legge. Purtroppo in Italia esiste la legge Severino, purtroppo quando un rappresentante politico è condannato esiste una legge che stabilisce la decadenza dello stesso. È una vergogna istituzionale ed è un triste taccone messo in Italia relativamente alla santa abitudine dei rappresentanti politici italiani di non dimettersi di fronte al fatto che la Magistratura evidenzi delle loro pecche. Abbiamo dei casi in Germania e in Gran Bretagna: quando alcuni vengono tacciati di aver copiato la tesi di laurea - quindi quando non vi sia nessun reato -, questi signori si dimettono dalla loro funzione pubblica e si occupano della loro difesa da semplici cittadini. Questo è quello che abbiamo chiesto noi, non abbiamo detto che il problema in quest'Aula è il rispetto delle leggi. Il problema in quest'Aula è l'opportunità politica di rappresentare i cittadini valdostani quando, atti alla mano della Magistratura contabile, qualcuno è stato condannato per aver fatto cattivo uso delle risorse assegnategli. In altri Paesi le dimissioni sono automatiche, qui da noi avvengono solo al terzo grado di giudizio e solo se c'è una legge che, arrivati al terzo grado di giudizio, impone tali dimissioni. Questa non è la visione del Movimento 5 Stelle; noi abbiamo citato nella nostra mozione la Costituzione italiana che impone la disciplina e l'onore per quello che riguarda i rappresentanti pubblici e non il mero rispetto delle leggi.
Presidente - La parola alla collega Rini.
Rini (GM) - Abbiamo sentito tante parole e non volevo assolutamente intervenire, ma, collega Vesan, visto che ha presentato anche un atto, studi meglio, me lo consenta! Le do questo consiglio, perché in maniera molto confusa ha citato la legge Severino. Le ricordo che i colleghi coinvolti da questa triste vicenda - mi scuso se vado fuori tema, ma è soprattutto per chiarezza di chi ci ascolta - sono stati giudicati da un organo contabile che non rientra nella "Severino". È una sentenza contabile, non c'entra niente. È fuori pista, collega Vesan. Siamo degli amministratori che negli anni sono entrati in quest'Aula e con molta serietà e impegno si sono assunti l'onere - non solo l'onore - di governare e di amministrare: questo vuol dire prendere delle decisioni e degli atti, sempre accompagnati da pareri tecnici da visti di legittimità, che sono stati votati in quest'Aula. Le ricordo che l'inchiesta era partita con dimensioni diverse. Noi siamo stati assolti per tutte le delibere votate nelle sedute della Giunta regionale. La delibera che ci viene contestata è frutto di un voto di quest'Aula accompagnata da visti tecnici, voto che io riproporrei e rifarei, perché convinta delle scelte che ho portato avanti, su cui si è espressa la giustizia contabile. Cosa c'entra la legge Severino? Mi parla poi anche dei curricula. Scusi se le cito anch'io il livello romano: sostenete le dimissioni facili che hanno negli altri Paesi e abbiamo un Premier che è partito taroccando addirittura il curriculum! E, anche per quanto concerne la Deputata Tripodi, per la quale ho una stima sia personale - e ci tengo a dirlo - che per il suo lavoro, le ricordo che non rappresenta tutti i valdostani: non parla a nome dei valdostani, giusto per correttezza. La legge Severino quindi non c'entra niente. Come ha ricordato il collega Restano, ci sono altre norme che disciplinano la materia contabile e le eventuali sentenze contabili.
Pertanto su questi temi vi inviterei ad essere un pochino più prudenti, perché ci sono delle persone dietro a questi provvedimenti, ci sono delle famiglie, ci sono situazioni che stiamo vivendo non con tranquillità e serenità. La ringrazio che ci lascia almeno il diritto di difenderci. Stia tranquillo, collega Vesan, e state tranquilli, colleghi: noi ci difenderemo fino all'ultimo grado, perché sappiamo di aver operato nell'interesse della Regione, coperti da tutti gli atti e da tutti i pareri tecnici necessari che hanno fondato quelle nostre scelte. Con la testa alta andremo a difenderci nel grado che ci attende e quindi ottempereremo a tutte le disposizioni di legge.
Io concludo motivando - e torno a bomba sul tema della giornata, perché credo che siamo andati veramente fuori tema, come peraltro stiamo facendo in questi ultimi tempi - le mie dimissioni dall'Ufficio di Presidenza: è una presa d'atto della situazione odierna. Colleghi, io credo che forse dobbiamo veramente - ma dobbiamo farlo tutti insieme, se questa Regione ci sta a cuore - in tempi brevi trovare delle convergenze sui temi e un modo di dialogare diverso, perché questa bagarre, questo modo di buttarla in caciara, questo confondere le acque e accusare gli altri non fa il bene della nostra Regione, non è il modo costruttivo di approcciarsi alla cosa pubblica e non rende onore soprattutto alle persone che siedono in quest'Aula.
Ricordiamoci che ognuno di noi, in modi e con proporzioni diverse, rappresenta gli elettori sul territorio. Io spero che questo segnale sia propositivo, che possa aprire immediatamente un confronto tra i movimenti, le persone, le aree di pensiero, e che possa portare ad una governabilità e ad una stabilità per la nostra Regione, soprattutto in una fase delicata come quella che stiamo attraversando.
Presidente - La parola al collega Mossa.
Mossa (M5S) - Probabilmente non riusciamo a farci capire. I nostri interventi non puntano sull'innocenza o sulla colpevolezza, questo non è il nostro obiettivo. Cerco di essere più semplice possibile. Pensate alle opinioni e alle paure che si possono essere annidate nei nostri corregionali a seguito di questa condanna: come potete lasciare che i nostri cittadini vivano con il patema che chi li sta amministrando, visti i precedenti, possa ulteriormente danneggiare le casse regionali e il bene pubblico? Voi lascereste amministrare i vostri beni a chi ha subito una condanna, a qualsiasi livello essa sia, che dimostri proprio l'incapacità di amministrare? Anche se un giorno venisse dimostrata la sua innocenza, continuereste, nel dubbio, a lasciargli nelle mani i vostri beni? Io non lo farei e dubito che lo fareste anche voi.
Comunque, nel tentativo di cercare di risvegliare quelle coscienze ormai assopite, vorrei citarvi velocemente un aneddoto che mi ha colpito moltissimo e spero colpisca tanti di voi in quest'Aula. Aida Had?iali? è una ragazza musulmana di trentun anni; fino al 2016, a soli ventinove anni, era il Ministro della pubblica istruzione della Svezia, un incarico prestigioso affidato all'esponente di governo più giovane nella storia di un Paese che l'ha accolta da bambina, quando, insieme ai genitori, fuggì dall'inferno bosniaco. Il 13 agosto 2016 ha presentato le sue dimissioni da Ministro. La sua colpa? Non un'intercettazione compromettente, né un avviso di garanzia e nemmeno un danno erariale di svariati milioni di euro. No, nulla di tutto ciò. Aida è stata fermata a tarda sera per un controllo alcolemico e l'etilometro è stato impietoso: 0,2. Per noi è un'inezia, ma per la severa legge svedese è un illecito. Il Ministro aveva partecipato ad un evento e brindato a champagne e poi si era messa al volante. Lei non ha avuto esitazioni: si è scusata pubblicamente per quello che ha definito il più grave errore della sua vita, ha chiarito come il suo passo indietro non avesse nulla a che fare con la fede islamica (ostile al consumo di alcol), ma fosse dettato unicamente dal buon esempio che un esponente istituzionale "ha" il dovere di dare. Questa è una storia a cui noi italiani difficilmente potremmo assistere: primo, perché qui da noi la sanzione scatta dallo 0,5 in poi e, secondo, perché per i nostri politici quello del buon esempio è un concetto piuttosto elastico. Io non so se Aida fosse un bravo Ministro oppure no, so che il Premier ha accettato le sue dimissioni ringraziandola per l'ottimo lavoro svolto e so che la cronaca dell'accaduto mi trasmette l'immagine di una persona seria e corretta, che ha fatto la scelta giusta, anche se difficile, per l'amore dei suoi cittadini, per il rispetto delle istituzioni e dell'importante carica che ricopriva. Il tutto è avvenuto in uno degli Stati più virtuosi d'Europa sotto diversi aspetti, tra cui la coscienza sociale. Prendete l'esempio dall'ex Ministra svedese e fatene tesoro, al fine di acquistare quella fiducia persa e riavvicinare i cittadini alle istituzioni.
Presidente - La parola alla Consigliera Certan.
Certan (ALPE) - J'ai appris aujourd'hui avec un sens de soulagement que Madame Tripodi est représentante de la Vallée d'Aoste au sein du Parlement valdôtain. Je suis vraiment ravie de cette nouvelle, car le lendemain de son élection elle avait déclaré qu'en Italie elle était représentante pour et dans le parti Movimento 5 Stelle; donc aujourd'hui je suis vraiment ravie de prendre acte qu'elle a pris conscience de son rôle.
Pour ce qui est de l'argument dont nous sommes en train de parler, je suis sûre que nous avons pris conscience que nous n'avions pas la même idée de changement ; il y avait celui qui pensait tout court au changement de certaines places, de certains rôles, même de certaines actions, mais sûrement il n'avait encore pas bien maitrisé ce qu'était la culture du changement. La différence est très petite et très subtile, mais je crois qu'elle soit substantielle. Ce n'est pas le changement que nous devons poursuivre, je crois que c'est plutôt la "culture" du changement et, afin de poursuivre une culture de changement, je suis certaine qu'il faut y travailler tous ensembles, en faisant des pas en avant, quelquefois des pas en arrière. Oui, en politique il faut quelquefois savoir aussi faire des pas en arrière, parce qu'autrement on ne peut pas changer et modifier les choses.
Je voudrais parler maintenant de l'activité du Gouvernement dans ces trois-quatre mois... Je voudrais quand même que la Présidente soit présente, car je n'ai jamais parlé aux épaules et je n'ai jamais parlé avec les journalistes avant de le faire avec les collègues. J'ai toujours dit ce que je pensais dans les sièges opportuns, donc j'aimerais quand même la présence de la Présidente. Je ne sais pas si elle a démissionné, quand même je voudrais sûrement parler de l'activité de la Junte en sa présence...
Presidente - Stiamo aspettando la Presidente della Giunta.
Certan (ALPE) - ...dicevo che in questi mesi abbiamo preso coscienza della differenza fra cambiamento tout court e quella che può essere la cultura del cambiamento, differenza sottile, che però credo sia importante fare.
In effetti sono d'accordo con il collega Manfrin, ed è per questo motivo che ALPE, in modo credo responsabile, ha anche cercato di cogliere questo grido, questo segnale che veniva dal voto dei cittadini di necessità di avere forze diverse al Governo. Abbiamo anche cercato in qualche modo di assecondare, attraverso azioni serie, questo cambiamento.
Devo dire che l'attività della Giunta può essere divisa in due aspetti: quella che c'è stata nel mese di luglio e poi quella che c'è stata dal mese di agosto in poi. Vorrei anche sottolineare il fatto che non è vero che non si è fatto nulla, probabilmente non si sono fatte cose marcanti o comunque determinanti che potevano e avrebbero potuto essere fatte sicuramente in un clima diverso. Questo bisogna riconoscerlo, e penso che ognuno dei rappresentanti in Giunta abbia cercato di portare al massimo l'approfondimento e alcune scelte. Devo dire che spesso non siamo potuti arrivare ad una condivisione di Giunta, non c'è mai stata la discussione all'interno dei gruppi di maggioranza ed è per questo motivo che oggi... anche perché sono stata seduta nei banchi dell'opposizione e spesso ho chiesto che, quando non ci sono più i numeri e ci si rende conto che non è possibile avere questa cultura del cambiamento, quando non si è più capaci di tessere in modo diverso, bisogna essere coscienti e corretti, leali nei confronti dei cittadini e dire che queste condizioni non ci sono. Per questo io oggi ho rassegnato le dimissioni. Non sono certa che la crisi al buio si sia aperta con questo sistema elettorale che in qualche modo ci porta ad avere dei numeri in Consiglio regionale fra maggioranze e anche per scelte chiaramente di certi gruppi politici davvero risicati. La crisi non è al buio, arriva da lontano e, finquando non verrà cambiata la legge elettorale, non troverà grandi soluzioni, però con la cultura del cambiamento potrà esserci un miglioramento.
Nel mese di luglio abbiamo cercato di partire e di conoscerci, anche di misurarci per come potevamo, visto che c'era una Giunta nuova, ci si conosceva poco anche da un punto di vista amministrativo, per cui abbiamo cercato di mettere il canovaccio. Poi credo che l'inadeguatezza amministrativa sia emersa ben presto: ci siamo impantanati per tre-quattro mesi su un riordino delle varie strutture, inammissibile a mio avviso, anche perché non si era in grado di gestirle. In seguito c'è stato il tormentone dell'estate, tutto dedicato al tema del Casinò, lasciando da parte aspetti importantissimi in ogni settore e poi, a settembre, abbiamo lavorato per preparare una variazione di bilancio che doveva essere votata due mesi fa e che, di fatto, sappiamo essere in giro nella Valle, ma non sappiamo ancora dove sia collocata, per cui di fatto andremo a votarla insieme al bilancio. Ormai è questione di quindici-venti giorni.
Io credo di aver lavorato in modo leale, poiché tutte le prese di posizione che avevo condiviso con il gruppo consiliare, ma anche con il movimento, le ho riportate. Devo dire che non pensavo certo di trovarmi di fronte ad un gruppo molto compatto che segue solo ordini di scuderia, il quale non ha mai aperto un dibattito con altri gruppi politici. Il ritornello era "noi abbiamo deciso", ma non abbiamo mai capito il "noi" a chi era rivolto: se era rivolto a "noi della Lega", al gruppo che si riuniva a Milano la sera, a due o tre persone di un gruppo, al gruppo consiliare, alla maggioranza o alla Giunta. Era un "noi" flou che ogni tanto appariva e scompariva. Mai ho mancato di lealtà, poiché tutto quello in cui davvero credevo l'ho anticipato in Giunta.
Collega Marquis, certo che la Giunta è un organo collegiale e prende le decisioni insieme, ma il fatto di essere collegiale vuol dire essere responsabile, non vuol dire di essere sempre unanime, altrimenti non esisterebbe la possibilità dell'astensione o del voto contrario. Collega Marquis, il "quando" si è riunita la Giunta è l'ultimo dei problemi, è piuttosto il "come" si è riunita, come sono stati presentati gli atti, in che maniera sono stati votati; avrebbe potuto riunirsi anche il sabato e la domenica, l'importante era il modo. È questo il problema ed è per questo che oggi credo fosse importante dare un segnale di chiarezza e anche di correttezza nei confronti dei cittadini. Abbiamo lavorato, abbiamo cercato di fare il possibile per modificare e in qualche modo per riuscire a condividere le cose, ma non è stato possibile.
Io ringrazio i colleghi della V Commissione che hanno lavorato per due mesi in modo serio e devo dire anche costruttivo, in modo leale. Credo che la V Commissione sia stata corretta, così come ringrazio i colleghi Borrello e Sammaritani, con i quali c'è sempre stato un dibattito molto aperto, franco e con i quali ci siamo assolutamente sempre confrontati. La dimostrazione è sulla delibera di Tzambarlet, che la Giunta ha approvato lunedì, la quale è partita da posizioni molto diverse: ALPE ha sempre sostenuto una posizione critica nei confronti di quest'opera, però alla fine, dialogando e confrontandoci - questo dimostra che all'interno dei vari gruppi ci può essere un confronto, se si vuole -, siamo riusciti a trovare una posizione di sintesi che permette di fare un'analisi più approfondita, in tempi tutto sommato brevi, per valutare l'opera senza preconcetti. Questo è il modo, e mi dispiace che questa metodologia non sia stata quella prevalente all'interno della Giunta. Probabilmente i cittadini che hanno voluto il cambiamento nelle scorse elezioni di maggio si aspettavano un simile atteggiamento, non se ne aspettavano di diversi.
Oggi ringrazio anche il collega Cognetta, che giustamente ha fatto una distinzione fra chi sa fare politica e chi vuole solo stare al potere. Lo ha dimostrato, sono certa che abbia fatto un'autocritica, perché lui è stato capace di dare le dimissioni all'interno del suo gruppo, e non tutti hanno avuto questa forza. Lo ringrazio per aver sottolineato che c'è chi ha paura di perdere il proprio ruolo e chi no.
Credo sia anche importante sottolineare che il gruppo ALPE non si è sottratto alle sue responsabilità, perché quando era il momento ha fatto anche un'opposizione costruttiva, ma non si è sottratta alle sue responsabilità. Ritengo non sia corretto continuare a differenziare chi rimane all'opposizione e non si prende mai delle responsabilità come le persone serie, corrette e coloro che, invece, si impegnano o cercano di trovare delle soluzioni a dispetto di chi cerca solo immagine o visibilità.
Infine vorrei sottolineare questo aspetto: quanti temi avremmo potuto trattare? Tantissimi. Spesse volte, in Giunta, ho provato a chiedere queste riunioni, è importante.
Collega Pulz, lei parlava di una nave, e questa forse è un'autocritica che facciamo: ci siamo fidati del fatto che il timoniere avesse il patentino per poter governare la nave, ma probabilmente il timoniere non vi era neanche mai salito e non sapeva neanche dove fossero i comandi.
Presidente - La parola al collega Distort.
Distort (LEGA VDA) -Siccome mi sento chiamato in causa, vorrei rispondere alla collega Certan per quanto riguarda il discorso delle cariche. Io ho sempre espresso, e continuo ad esprimerlo e continuo a pensarlo, fintantoché non mi viene dimostrato contrario, che la Presidenza della III Commissione sia un luogo di lavoro. È una postazione di lavoro, e tutti i membri della III Commissione hanno sempre sentito, fin dall'inizio, queste mie parole; non c'è nessun bisogno che si alzino a confermarle, perché la verità è verità, indipendentemente dai punti di vista.
Per quanto riguarda il discorso di altre cariche, penso sia giusto che la collega Certan abbia preso le sue decisioni di dimettersi, ma che poi vada a dare lezioni ad altri su come comportarsi penso che possa essere preso da un punto di vista personale come la Correctio Fraterna che io avevo invocato e che avevo citato in uno dei miei precedenti incontri. Sinceramente penso che siamo tutti adulti, maggiorenni e vaccinati per prendere le nostre decisioni, soprattutto quando una Giunta è ancora in piedi, salvo una sola figura. Io dico soltanto questo. Mi permetta, collega Certan, glielo dico con il rispetto della persona che penso lei sappia faccia parte del mio credo e del mio modo di pormi: questa posizione di dimissioni sinceramente io me la sarei aspettata quando, a fine settembre, c'è stata l'audizione del personale del Casinò, in quest'Aula, alla presenza dei dirigenti. Personalmente, forse per ingenuità - quindi mi aspetto anche repliche che mi insegnino, perché io intendo fare tesoro degli insegnamenti per svolgere meglio il mio lavoro -, mi sono trovato degli attacchi provenienti da varie posizioni, in particolare dal suo gruppo politico, e da altre persone - è tutto alla memoria di ognuno di noi, non ho bisogno di ripeterlo - nei confronti dei nostri dirigenti. Questo è un atto che io ho ritenuto assolutamente scandaloso. Per me c'è stato qualcosa di epocale. Forse la mia ingenuità non mi permette di sapere che in altri momenti è avvenuto qualcosa del genere, però il fatto che lei, da "Assessore", si sia prodigata a mettere in difficoltà i nostri dirigenti, per me è stato molto grave. Era quello il momento in cui la dignità di carica si sarebbe dovuta mettere in discussione.
Presidente - La parola alla Consigliera Certan per fatto personale.
Certan (ALPE) - Io ribadisco che in quella sede nessun attacco ai dirigenti è stato fatto, erano richieste puntuali su certe date per capire qual era stata l'evoluzione politica, quindi non era assolutamente un attacco ai dirigenti. È che i dirigenti spesso hanno un ruolo funzionale e, per poter capire cosa faceva l'Assessore, è necessario sapere quando sono stati predisposti alcuni atti.
Non so se la verità è sempre verità, e non so se ognuno di noi ha una verità, ma credo che comunque ci sia una cosa che rimarrà agli atti: che la correttezza e la lealtà è sempre correttezza e lealtà.
Presidente - La parola alla collega Minelli.
Minelli (IC) - Due brevi considerazioni. La prima è in riferimento a quanto poc'anzi ha evidenziato il collega Restano. In quest'Aula siedono persone che fanno parte delle forze di maggioranza, di una maggioranza che ormai non esiste praticamente più e ci sono persone che fanno parte di vari gruppi di minoranza. Ci è stato detto che non si esaurisce il compito di un Consigliere nel presentare semplicemente interpellanze o provvedimenti che vengono più volte ripetuti, in modo strumentale.
Voglio far notare che ci sono state delle differenziazioni nel comportamento dei vari gruppi di minoranza e, nello specifico, voglio ricordare che noi di Impegno Civico abbiamo presentato ben tre proposte di legge, degli atti amministrativi e delle mozioni, che in qualche caso sono state presentate congiuntamente con i colleghi del Movimento 5 Stelle; alcune sono state approvate all'unanimità. Non abbiamo sollecitato - questo è vero, e lo dico anche perché la ritengo una mancanza a livello personale - la convocazione delle Commissioni quando avremmo potuto farlo, e questa è stata una cosa sbagliata. Per il resto, però, io credo che ci siano stati da parte nostra degli atteggiamenti che, in quanto Consiglieri di opposizione, erano propri di esponenti di minoranza, ma sono stati di tipo costruttivo e rivendico questo comportamento.
L'altra cosa è brevissima e concludo. È stato fatto un discorso sul ruolo della Deputata della Valle d'Aosta, Tripodi. Come potete ben immaginare e ben sapere, non ho votato né la candidata Tripodi, né il candidato Lanièce. Ritengo però che si tratti di due persone che in questo momento sono lì; non rappresenteranno me, ma rappresentano comunque la Valle d'Aosta, quindi credo che la polemica che prima si è svolta in quest'Aula non aveva proprio nessuna ragion d'essere.
Presidente - Non vi sono altri interventi, quindi possiamo concludere. Il Consiglio è rinviato con tutti gli argomenti alla prossima adunanza. La seduta è tolta.
Il Consiglio prende atto del rinvio degli oggetti dell'adunanza al prossimo Consiglio.
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L'adunanza termina alle ore 13:22.