Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 197 del 18 ottobre 2018 - Resoconto

OBJET N° 197/XV - Rejet de résolution: "Interventions pour que le maxi crayon soit adopté et sauvegardé dans un lieu en proximité ou à l'intérieur du Palais régional".

Fosson (Presidente) - Punto n. 36.01 dell'ordine del giorno. La parola alla Consigliera Pulz per l'illustrazione.

Pulz (IC) - Come vi dicevo in apertura di giornata, quando eravamo belli freschi, riguardo al matitone, avevamo intenzione di presentare una risoluzione che vi chiediamo, con l'accordo dei Cinque Stelle che ringraziamo per la disponibilità, di appoggiare o meno, ma con voto segreto proprio perché il matitone è simbolo della libertà di opinione e di espressione e sarebbe quindi assurdo se ci sentissimo condizionati dalla linea del nostro partito di riferimento, senza poterci ritrovare soli e responsabili di fronte alla nostra coscienza su un tema di filosofia politica in definitiva, perché, come dice Epitteto - e lo cito per il collega Distort che ama le citazioni filosofiche -, nessuno è libero se non è padrone di sé stesso.

Vi leggerei quindi il testo della risoluzione, che di fatto ripercorre quanto illustrato questa mattina: "Rappelé que le maxi crayon a été créé, suite à l'idée d'un groupe de citoyens et à l'initiative de la Commune d'Aoste, seulement quatre jours après l'attentat terroriste islamiste qui a eu lieu dans la rédaction du journal satirique français Charlie Hebdo, à Paris le 7 janvier 2015, causant la mort de 12 personnes assassinées, dont 8 membres de la rédaction même. Mis en évidence l'énorme retentissement de cet attentat, aussi bien en France qu'à l'étranger, et l'écho de ces événements très forts en Vallée d'Aoste, en raison de la fraternité qui l'a toujours unie à la France, à Paris en particulier où la communauté valdôtaine a rejoint, au point culminant de l'émigration, dix milles présences. Considéré que la presse satirique est un moyen d'information et d'expression apparu en France lors de la Révolution française et que le fondement de sa démarche est de mettre à nu un défaut, un mensonge observé au sein de la société, à travers des caricatures qui peuvent même ne pas rencontrer la faveur de toutes les sensibilités parmi les lecteurs. Rappelé que la ville d'Aoste avait choisi le simple mais efficace symbole du maxi crayon pour souligner les droits à la liberté d'opinion et d'expression, droits universels de l'homme et fondements essentiels d'une société démocratique et de son amélioration. Rappelé que "una nuova stagione di violenze contro la stampa in Italia, in Europa, nel mondo sembra riaffacciarsi. Ancora oggi aggressioni e intimidazioni minacciano il lavoro di quei cronisti, che non si piegano alla logica di interessi e poteri illegali e della criminalità, recando così un contributo rilevante alla causa della democrazia" (Président de la République italienne Sergio Mattarella, 25e Journée mondiale de la Liberté de Presse de l'Onu, 3 mai 2018). Les Conseillers soussignés invitent la Présidence du Conseil et la Présidence du Gouvernement à vouloir agir auprès de la Commune d'Aoste afin que le maxi crayon soit "adopté" et sauvegardé, dans un lieu à établir en proximité ou à l'intérieur du Palais régional, en tant que symbole choisi par la citoyenneté valdôtaine pour rappeler que les droits à la liberté d'opinion et d'expression sont droits universels et inaliénables de chaque homme".

Presidente - La parola alla Consigliera Nasso.

Nasso (M5S) - Ho ascoltato questa mattina attentamente l'interpellanza, divenuta ora risoluzione, dei colleghi di Impegno Civico e la risposta questa mattina dell'Assessore Sammaritani e mi sono trovata d'accordo con tutti e due, sembra strano ma è così.

Ricordo bene il giorno dell'attentato, come ognuno di noi in quest'aula suppongo, era il 7 gennaio 2015, tutti eravamo sconvolti e frastornati e forse anche un po' spaventati; quel giorno persero la vita 12 persone, di cui 8 membri della redazione del giornale satirico "Charlie Hebdo". In quei giorni terribili nessuno credo si sia preso la briga di analizzare le copertine di "Charlie Hebdo" uscite fino a quel tragico 7 gennaio e vi assicuro che ce n'erano di terribili, anche forti anche prima di quel fatidico giorno. Sottolineo che il genere letterario della satira, che ha origini antiche - e che, tra l'altro, io amo molto -, è per definizione un genere duro che mette a nudo in modo anche feroce le criticità delle società. Vero è che, se dovessimo fare una fotografia di ciò che sta accadendo in Valle d'Aosta, il problema del matitone è davvero un nonnulla o quasi. Mi pare - non me ne vogliano i cari colleghi di Impegno Civico - quasi uno schiaffo alla morale: abbiamo fabbriche che chiudono, il bilancio da approvare, il Casinò che quasi fallisce e si pensa al matitone. Ripeto: cari colleghi, non me ne vogliate.

Ogni gruppo consiliare, ogni persona poi ha un tipo di sensibilità sicuramente diversa e non mi pare un argomento urgente di questo Consiglio regionale, essendo la pertinenza del Comune di Aosta, ma siamo chiamati a prendere una decisione e sto davvero facendo fatica a prenderne una, è da questa mattina che ci ragiono. Dante forse mi metterebbe nell'antinferno. Se è vero che riconosco che quella matita è stata messa lì per la libertà di espressione, per un segnale contro il terrorismo, è altrettanto vero che quella testata ha deriso due, tre, quattro e tante altre volte i nostri morti e devo ammettere che mi ha fatto un po' male, anche se amo la satira. Riconosco inoltre che quel matitone è stato fortemente voluto da una fetta di cittadinanza e anche questo va sottolineato, e questa questione mi ha fatto riflettere e ha portato ulteriori difficoltà a prendere una scelta.

Venendo al punto della risoluzione dove si chiede quindi di adottare in Regione o in qualche luogo di questo Palazzo - secondo me, la collega Pulz la vorrebbe nel suo ufficio, ma ancora non ce l'ha detto -, propongo provocatoriamente una piccola modifica a costo zero: potremmo attaccare sopra a questa matitona una targa, un pezzo di carta con lo scotch con scritto: "Je suis liberté d'expression", così forse fa contenti un po' tutti.

Presidente - La parola al Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Io ringrazio i colleghi che hanno voluto presentare una risoluzione in maniera da poter dare anche noi libertà di espressione a questo punto in merito. Ringrazio anche per le riflessioni della collega Nasso, sono importanti perché, da Consigliere comunale di Aosta, ho provato per ben due volte, all'interno del Consiglio comunale, a chiedere la rimozione di questa matita, perché quel giornale satirico, se satirico si può definire, non mi era piaciuto fin dall'inizio. È vero, la maggior parte delle persone si è accorta di "Charlie Hebdo" nel momento in cui subì un attentato, e io credo che non ci sia nessuno in quest'aula che voglia dire di essere a favore del terrorismo, assolutamente, siamo tutti contro qualsiasi forma di violenza, ma il punto è che chi invece ha un po' di dimestichezza anche con i giornali esteri e chi naviga un po' avrà avuto la possibilità di vedere una vignetta che io giudico davvero offensiva e disgustosa che rappresenta Dio alle prese con lo Spirito Santo in un rapporto sessuale insieme a una donna. Io non voglio essere assolutamente bigotto, ma credo che ci siano cose che si possono rappresentare, si può fare satira su tutto, ma la si deve fare nella maniera corretta, ma soprattutto la satira deve colpire i potenti e non deve colpire le povere vittime innocenti: è questa la differenza sostanziale. Quando fu messa quella matita, probabilmente per tanti (non per me) rappresentava un modo di dire: "io sono contro il terrorismo", ma con il prosieguo del tempo e con le posizioni prese da parte di "Charlie Hebdo" nei confronti di vittime che nulla avevano di potente, ma che invece avevano soltanto il desiderio di essere ricordate in maniera normale, "Charlie" si è messo dalla parte del torto, ma - è stato ricordato - noi dobbiamo essere a favore della libertà di espressione e io, in qualità di giornalista, non posso che essere d'accordo con lei. Sono perfettamente d'accordo con lei, collega Pulz, bisogna assolutamente essere dalla parte della libertà di espressione, però anche qui, se noi andiamo a vedere la storia di "Charlie Hebdo", scopriamo che queste persone che ci hanno spiegato che la libertà di espressione significa poter fare ironia su tutto e su tutti non sempre è stata seguita. Nello specifico cito uno tra tanti: nel 2008 Siné, uno degli autori storici di questo giornale satirico, per una battuta contro Jean Sarkozy, figlio dell'allora Presidente francese, venne licenziato perché Sarkozy era intimo amico di Bernard-Henri Lévy che scrisse un appello su "Le Monde" contro Siné. La libertà di espressione non si utilizza a targhe alterne, si segue sempre e se la si rivendica, bisogna essere i primi a praticarla. Le uscite di "Charlie Hebdo" che conosciamo contro l'Italia non si sono limitate al nostro Paese, ricordo che a giugno 2015 "Charlie" uscì con una vignetta che rappresentava un giocatore di tennis con decine di siringhe infilate nel corpo, un'immagine direttamente riconducibile a Rafael Nadal, e la Federazione tennistica scrisse ai tempi: "quanto apparso su "Charlie Hebdo" è un esempio esecrabile di attacco contro l'integrità di uno sport sinonimo di eccellenza. Il nostro pieno appoggio va a Rafael Nadal in qualsiasi caso e a tutti i nostri giocatori, che possono sempre contare sul supporto incondizionato del tennis spagnolo, come d'altronde abbiamo dimostrato denunciando Canal Plus France, poiché questi atteggiamenti non devono rimanere impuniti". Non riesco a dimenticare nemmeno le parole del Sindaco Sergio Pirozzi, Sindaco di Amatrice, che fu il primo a vedere la rappresentazione ironica dei morti di quel terribile terremoto che colpì il suo Paese e disse: "ma come caspita si fa a fare una cosa del genere! Mi ha fatto male vedere quella vignetta, anche se sono convinto che non rappresenti il sentimento dei francesi. Questa non è satira - ha aggiunto -, è un'offesa ai nostri morti e alla nostra Nazione. Hanno offeso una comunità, ma anche il popolo italiano". Dopo tutte le polemiche che si scatenarono a seguito di quella vignetta, il Governo francese si sentì talmente colpito che dovette precisare: "il disegno pubblicato da "Charlie Hebdo" non rappresenta assolutamente la posizione della Francia".

Abbiamo parlato di libertà di espressione e, se la libertà di espressione deve valere su tutti perché si può ironizzare, secondo chi dice che "Charlie Hebdo" dovrebbe essere libero di ironizzare su chi vuole, sui morti, a questo punto si dovrebbe essere liberi di ironizzare anche su "Charlie Hebdo", c'è chi lo ha fatto. Il 17 gennaio 2015 un giovane di 16 anni di Nantes, a seguito dell'attentato di "Charlie Hebdo", pubblicò un'immagine ovviamente ironica a sostegno dell'attentato a "Charlie Hebdo", come ovviamente credo... apologia di terrorismo potremmo definirla, piuttosto che non so in quale maniera, però sicuramente un atto disgustoso, ebbene, "Charlie Hebdo", il paladino della libertà di espressione, querelò e fece arrestare questo giovane sedicenne di Nantes: questa è la libertà di espressione che difendono i paladini di "Charlie Hebdo".

Da Consigliere comunale di Aosta ricordo che perorai per due volte la causa della rimozione di quella matita perché sempre più cittadini a seguito di quelle vignette mi incontravano e mi dicevano: "mi dispiace, ma io non sono Charlie!". Facemmo un ulteriore tentativo, anzi due: alla prima occasione cercammo di concordare con i Consiglieri una mediazione per cancellare la scritta: "Je suis Charlie" e scriverne un'altra contro tutte le vittime del terrorismo, non venne accettata nemmeno quella. Allora ne facemmo un'altra, chiedemmo di inviare una lettera, su iniziativa peraltro del Presidente del Consiglio Monteleone, a "Charlie Hebdo" manifestando tutto il nostro disappunto in qualità di Comune che aveva scelto di fregiarsi di quella matita a ricordo di quel barbaro attacco, nemmeno quello ebbe un esito. È per questo motivo che ormai tutta la popolazione non solo di Aosta, ma regionale, identifica in quella matita non la difesa della libertà di espressione, bensì un preciso soggetto, ovvero "Charlie Hebdo": quel giornale che si è macchiato di quelle vergognose vignette che hanno portato scandalo a tutti quanti. Ad oggi quindi credo di condividere l'opinione di tutti i colleghi della Lega - e il collega Distort immagino vorrà dire più o meno le stesse cose, sicuramente con parole più auliche, perché è molto più filosofo rispetto a me - e mai come oggi sono felice di riaffermare che noi non siamo Charlie!

Presidente - La parola al Consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Voi sapete tutti il gioco di ruolo tra il poliziotto buono e il poliziotto cattivo e immagino che qualcuno di voi cominci a chiedersi qual è il poliziotto buono e il poliziotto cattivo tra l'intervento di Manfrin e il mio intervento.

Superata questa parte sicuramente ironica, forse satirica nel senso sereno del termine, di quella satira che fa pensare e che apre la mente, io, come ha accennato il Consigliere Manfrin, vorrei procedere con alcune riflessioni filosofiche, ma su cui non mi dilungo perché il confronto tra la mia formazione filosofica e la formazione filosofica della proponente Pulz penso sia un po' uno scontro non tanto alla pari, per quanto piacevole possa essere. Anticipo pertanto che, per quanto sappia che la collega Pulz abbia in stima la mia persona e il mio modo di pensare e approvi tanto il mio modo di pormi, io questa sera non posso assolutamente riscuotere quest'approvazione, spero la stima ma non l'approvazione, perché ho un mio pensiero, un mio modo di pensare in riferimento alla matita, che per me, come architetto, addirittura sarebbe il simbolo del mio strumento di lavoro e che purtroppo si porta dietro una scritta: "Je suis Charlie" e quindi è una scritta che è connotata, che è diventata un simbolo e il simbolo è simbolo e non si può edulcorare. Apprezzo quindi la posizione della collega dei Cinque Stelle, apprezzo anche la precedente posizione nell'ambito del Consiglio, però assolutamente il simbolo non si edulcora. Il simbolo rimane la rappresentazione di quello che è.

Cos'è quindi oggi quella matita? È nata e sorta in un contesto specifico, c'è stato un attacco gravissimo, un massacro islamico verso cui tutta l'opinione pubblica si è espressa e ha voluto aderire e rappresentare il suo diniego con un simbolo, quel simbolo però è collocato in quel momento, in quell'atto punto e basta, non nella libertà di espressione, e nella possibilità di poter affermare la giustizia, impedire il fatto che la violenza possa essere superiore alla volgarità, perché di volgarità si è trattato, e io questo riconosco in "Charlie Hebdo" ed è per questo che io assolutamente non posso minimamente, non solo io, non solo il gruppo Lega ma qualunque persona di buon senso, qualunque persona che crede nei valori di una società non può minimamente riconoscersi. Mi è piaciuta tantissimo - e non è una sviolinata questa, non è una captatio benevolentiae - la citazione di Epitteto, filosofo storico, che io ammiro, ma questo senso di libertà, la libertà di cui parla è comunque una libertà in cui io riconosco una mia visione, una visione che chiaramente sappiamo perfettamente discende più da una cultura tomista che non da una cultura nichilista, però dico che non possiamo non identificare nella rivista francese un classico esempio di cosa voglia dire il nichilismo più sfacciato.

Tutti siamo, a proposito di libertà, limitati e ci limitiamo civilmente per rispettare la convivenza comune, non si capisce perché qualcuno continui a dire che solo la satira non debba avere un limite. La satira deve avere un limite invece se vuole continuare a essere umana e contribuire positivamente alla vita di tutti noi, ma non è quella di "Charlie Hebdo". Siamo, come tutte le persone di buon senso, per la libertà, la libertà per tutti, ma nel rispetto per gli altri, rispetto che "Charlie Hebdo" con i fatti ha più volte calpestato e offeso.

Presidente - La parola alla Consigliera Morelli.

Morelli (ALPE) - Je veux remercier aussi le groupe de Impegno Civico pour avoir présenté cette résolution, parce qu'elle est en train de faire débattre le Conseil de la Vallée à un niveau qui n'est pas ordinaire.

J'ai eu la même impression de la collègue Nasso et j'ai fait un peu les mêmes réflexions, dans le sens que je me suis beaucoup interrogée quant à la position à tenir face à cette résolution. Comme tout le monde, notre groupe a été frappé par l'attentat à "Charlie Hebdo" et je crois que nous nous sommes tous sentis Charlie, parce que tous nous avons voulu témoigner notre horreur face à ce qui s'est passé. Au même temps nous avons apprécié l'initiative de la Commune de la ville d'Aoste, qui a voulu transformer l'Arbre de Noël, une fois passées les fêtes, dans un symbole de liberté, dans un symbole de liberté d'expression, de la valeur de cette liberté, une valeur, qui est absolument partagée et qui est un peu le fondement de notre démocratie, de notre société civile.

Je n'ai pas participé, comme quelqu'un d'autre, au débat qui s'est tenu au Conseil communal d'Aoste et j'imagine que ce débat ait été un débat démocratique, où les différentes positions se sont confrontées et la première décision: celle d'ériger ce monument à la liberté d'expression a été affermée. Par la suite je crois que tous nous avons été également frappés par les vignettes de "Charlie Hebdo" sur les drames, qui ont été vécus par les populations frappées par le séisme et également par le dernier drame de Gênes.

Je crois que tous nous nous sommes interrogés sur le fait si nous nous sentions encore Charlie. Eh bien, je crois que la presse satirique, comme l'affirment des collègues dans la prémisse de la résolution, est un moyen d'information et d'expression dont l'objectif est de mettre à nu un défaut, un mensonge observé au sein de la société, à travers les caricatures, qui peuvent même ne pas rencontrer la faveur de toutes les sensibilités parmi les lecteurs. De toute façon, j'ajoute que la satire ne doit pas faire violence, parce que là il s'agit de violence, ce n'est pas une violence physique, mais une violence morale qui a été perpétrée aux victimes de ces drames et de ces tragédies. Alors je comprends que le Conseil communal ait voulu aborder de nouveau ce thème. Je vous dis franchement la vérité: si j'avais été Conseillère de la Commune d'Aoste, j'aurais été à faveur du maintien du maxi crayon, j'aurais proposé, comme d'autres l'ont fait, de changer l'écrite, mais cette décision a été prise au sein de la Commune d'Aoste dans un esprit de débat démocratique, de confrontation démocratique et, comme nous sommes pour la liberté d'expression, nous sommes également pour le respect de la décision d'une assise comme celle qui représente la ville d'Aoste et donc nous voterons contre cette résolution.

Presidente - La parola alla Consigliera Minelli.

Minelli (IC) - "Je ne suis pas d'accord avec ce que vous dites et je me battrai jusqu'au bout pour que vous puissiez le dire", cette phrase attribuée à Voltaire, même si elle n'a pas été écrite de cette précise façon par le philosophe français, est ce que j'ai pensé le lendemain des terribles caricatures sur Amatrice et encore le lendemain des caricatures sur la terrible tragédie de Gênes.

Je continue à penser que le droit de liberté d'expression est un droit qui doit être défendu, même si on n'est pas d'accord sur certains passages et sur certains choix.

Camillo Langone, giornalista de "Il Giornale", quindi non certamente di una testata che può essere considerata filo "Hebdo" o estremista, ha scritto il giorno successivo alle vignette relative al terremoto di Amatrice: "la vignetta di "Charlie Hebdo" non mi piace, ma anch'io difendo la libertà di espressione. Semplicemente oggi non mi sento "Charlie", ma lo sono stato e lo sarò innumerevoli altre volte".

Io non aggiungo altro, credo che tutti abbiano diritto di esprimere le proprie valutazioni e di fare le loro scelte, ma personalmente, nonostante sia stata molto turbata da quelle vignette e le ritenga in un certo senso offensive, credo che la libertà di espressione venga prima di ogni altra cosa e, se limitiamo la libertà di espressione, commettiamo un grave errore. Il fatto di chiedere al Consiglio regionale di adottare la matita va in questa direzione per quello che mi riguarda, anche se capisco che possano esserci posizioni molto diversificate.

Presidente - Il movimento Cinque Stelle conferma la richiesta di voto segreto. La parola alla Presidente della Giunta.

Spelgatti (LEGA VDA) - Questo è un tema che tocca molto fortemente le coscienze, per cui abbiamo deciso di lasciare assolutamente libertà di voto e non ci sarà indicazione di voto su un tema di questo tipo.

Volevo solo dire alla collega Nasso che non condivido soltanto quello che lei ha detto in relazione al fatto che questo non è un tema importante, perché è vero che ci sono temi importantissimi da toccare in questo Consiglio regionale e che sono quelli pratici che riguardano la vita quotidiana, però ricordiamoci che i temi che toccano le coscienze sono altrettanto importanti in certi momenti. Proprio per questo quindi io non intervengo in questo dibattito, anche perché le mie posizioni sono state sempre molto chiare viste le battaglie che abbiamo fatto in comune su questo, per cui non dirò altro, c'è libertà di coscienza ed è giusto che ognuno voti liberamente.

Presidente - La parola alla Consigliera Pulz per dichiarazione di voto.

Pulz (IC) - Non ho molto da aggiungere rispetto a quanto ho cercato di dirvi stamane riportandovi la posizione dello scrittore Daniel Pennac, che ben riassume la critica più diffusa a "Charlie Hebdo", quella che abbiamo anche sentito ripetere in quest'aula, per quanto io personalmente non la condivida e mi senta invece più vicina alla sensibilità della grande disegnatrice Coco. Mi permetto di ripercorrere un attimo quel passaggio di questa mattina solo per quanti non l'avessero sentito in modo che la mia posizione sia veramente chiara e trasparente, come mi piace normalmente vivere. Dicevo stamattina: interrogé par "Repubblica", l'écrivain français, Daniel Pennac, a défendu la liberté d'expression, même s'il ne comprend pas l'objet de certains dessins, exactement comme beaucoup de personnes parmi nous.

Pennac a déclaré: "La caricature sur les victimes du tremblement de terre à Amatrice ne fait rire personne". Je ne peux que conclure que ces caricatures sont très irrespectueuses face à la douleur. La première chose à montrer face à des telles tragédies c'est l'humanité et la solidarité. Pour autant, il appelle à ne pas remettre en cause le principe de "Je suis Charlie", expression devenue symbole de l'opposition total et en termes sans équivoques à l'assassinat des journalistes et des dessinateurs. Répondant à la polémique, la dessinatrice Coco a créé un autre dessin, dans lequel elle s'étonne à l'égard des réactions italiennes: "Ce n'est pas Charlie Hebdo qui construit vos maisons, c'est la mafia". Je veux simplement ajouter que la satire implique un certain esprit de finesse, une profondeur d'analyse, une certaine hauteur spirituelle.

En tout cas, je veux remercier tout le monde pour votre riche intervention que j'ai bien apprécié et même je pense que je dois accepter la modification proposée par Mademoiselle Nasso, je ne peux pas la refuser, malgré moi, parce que ma finalité est de pouvoir maintenir parmi nous et à l'attention de la citoyenneté ce monument. Je vous propose donc une possible modification afin de maintenir le principe de la liberté d'opinion, et sur cela même le Conseiller Manfrin une fois est d'accord avec moi.

Presidente - Pongo in votazione la risoluzione, come modificata dalla richiesta della collega Nasso. La votazione segreta è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:

Presenti: 33

Votanti : 30

Favorevoli: 11

Contrari: 19

Astenuti: 3

Il Consiglio non approva.

La parola al Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Chiedo un ulteriore minuto di sospensione per concordare il testo finale relativamente alla risoluzione.

Presidente - Sospensione concessa.

La seduta è sospesa dalle ore 20:05 alle ore 20:24.

Fosson (Presidente) - Riprendiamo i lavori.