Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 175 del 17 ottobre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 175/XV - Interpellanza: "Problematiche inerenti il settore dell'apicoltura".

Fosson (Président) - Point n° 13 à l'ordre du jour. A demandé la parole la collègue Pulz.

Pulz (IC) - Vogliamo riportare con forza all'attenzione di questa assemblea, perché noi vorremmo poter continuare a lavorare seriamente nonostante questa crisi di maggioranza che tende a bloccare o comunque a rallentare le attività del Consiglio, il problema ormai di portata globale delle api già sollevato il 25 luglio scorso dai colleghi Cinquestelle, a cui l'assessore Gerandin aveva tra l'altro anticipato che vi sarebbe stata una delibera di Giunta per incrementare l'apicoltura locale con azioni prioritarie. Assistiamo infatti a continue morie di api. In tempi recenti si sono evidenziate perdite ingenti su tutto il territorio valdostano, in alcuni casi ci sono stati apiari che hanno registrato perdite del 100 percento. Siamo coscienti che la moria delle api non sia legata a una causa specifica, ma ad un insieme di concause. Certo è che il varroa destructor fa la sua parte, i virus anche, nosema apis e nosema ceraneae e le altre patologie pure. Tra le concause poi vanno tenuti presenti anche i cambiamenti climatici. La mortalità del 100 percento deve essere senz'altro collegata all'uso massiccio degli insetticidi? già la parola di per sé è evocativa ? e dei pesticidi che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di apis mellifera e di altre specie di insetti. A essere in estremo pericolo è la sopravvivenza stessa della biodiversità tutta, la grande ricchezza del nostro pianeta che abbiamo tutti quanti la precisa responsabilità di lasciare ai posteri. Citiamo quindi una serie di prodotti, dai nomi tanto impronunciabili quanto angoscianti, in uso nella nostra regione, classificati da pericolosi a mediamente pericolosi per le acque, gli invertebrati, i pesci, gli insetti e l'uomo stesso: etotenprox, emamectina, spirotretamat, acenamitrid, fosplet (che è altamente tossico per le api, dicono gli esperti), spirotetrattamato e altri.

La Valle d'Aosta è una valle centrale a U raramente più larga di cinque chilometri in linea d'aria e in essa sono concentrate le coltivazioni che fanno uso di questi prodotti: frutteti, vigne, orti. Qui nei mesi di agosto e settembre e fino ad aprile e a maggio troviamo anche buona parte degli alveari. Considerato che le api volano fino a tre chilometri in linea d'aria, è evidente che esse non possono non entrare in contatto con le suddette sostanze. Quindi noi ci chiediamo preoccupati se questa non stia diventando proprio una delle cause di maggior incidenza per la mortalità registrata negli ultimi anni.

Oltre al reddito diretto per gli apicoltori sappiamo che le api rappresentano un indotto enorme in agricoltura: il valore monetario stimato in Italia per l'impollinazione delle specie spontanee si colloca tra i 2,6 e i 3,6 miliardi di euro l'anno. Le api inoltre sono considerate un bioindicatore importante della salubrità del territorio in cui vivono. La loro moria, quindi, ci preoccupa in prospettiva anche per la popolazione umana residente. Una delle responsabilità di questa assemblea è senz'altro di curarsi della salute dei cittadini e dovremmo quindi chiederci se non sia il caso di cambiare velocemente rotta rispetto all'utilizzo d'insetticidi e pesticidi, domandandoci anche quali potrebbero essere gli effetti in termini di salute sulle nuove generazioni, se esse saranno continuamente esposte a veleni. Oltretutto, quanto costerà questa esposizione alla collettività in termini sanitari? In tal senso ricordiamo che i territori dove fitofarmaci, insetticidi e pesticidi vengono utilizzati sistematicamente hanno un'incidenza tumorale superiore di tre volte la media nazionale.

Anche alla luce della recente condanna avvenuta negli USA nei confronti della Monsanto ? nel caso del bidello ammalatosi di cancro, dopo aver utilizzato per anni il glifosato ? e ricordando che la medesima azienda produsse l'Agent Orange che devastò il Vietnam e il DDT che fece danni ovunque, continuare a pensare di potersi fidare di questi colossi produttori di veleno è anacronistico, oltre che altamente pericoloso. Siamo consapevoli che vi sono aziende che hanno strutturato la loro attività avvalendosi dell'ausilio di queste sostanze e quindi il cambiamento non potrà essere repentino se non accompagnato, come in tutte le cose, da notevole senso critico.

Pensiamo altresì che sia possibile e necessario agire in fretta e, in tal senso, dovremmo cercare di valorizzare fino in fondo l'esempio di quei produttori che hanno scelto strade di totale rispetto dell'ambiente. Auspichiamo a tal fine l'apertura di tavole rotonde tra i vari settori coinvolti per migliorare la vita e la produzione di tutti.

Ci ha fatto piacere notare che un passo in questa direzione l'Assessorato l'abbia già fatto con l'emissione del disciplinare di produzione integrata e auspichiamo che se ne facciano di più e di più radicali. Crediamo che una Valle d'Aosta OGM free, insetticidi e pesticidi free, potrebbe diventare un fiore all'occhiello per il turismo e per la diffusione ulteriore dei già eccellenti prodotti agroalimentari locali.

Valorizzare, anche per il tramite dell'Amministrazione, la scelta di produrre buon cibo nel rispetto totale dell'ambiente è senz'altro sempre un grande atout. A questa idea infatti un pubblico sempre più sensibile e vasto presta grande attenzione.

Interpelliamo quindi l'Assessore competente per conoscere le intenzioni, sue e della Giunta regionale, al fine di affrontare la complessa problematica rilevata nel settore dell'apicoltura e il probabile stretto rapporto tra l'alta moria delle piccole, ma grandi, produttrici e l'uso di fitofarmaci ? tra le molteplici concause ? nei vigneti e sugli alberi da frutto.

Chiediamo come s'intende procedere in termini di studi innanzitutto e poi di conseguenti azioni urgenti per ridurre sempre di più l'impiego d'insetticidi e pesticidi in Valle d'Aosta.

Presidente - La parola all'assessore Gerandin per la risposta.

Gerandin (MOUV') - Come ho già avuto modo di rendere noto nella risposta all'interpellanza consiliare del 13 luglio 2018 presentata dal Movimento 5 Stelle, in Valle le prime segnalazioni di spopolamento degli alveari giunte all'Assessorato agricoltura e risorse naturali e l'ASL della Valle d'Aosta risalgono al mese di dicembre 2015. Il fenomeno dello spopolamento degli alveari in altri Paesi, come anche nel resto d'Italia, è frequente da quasi un decennio e, come anche enunciato nell'introduzione, le cause imputate al fenomeno sono le più disparate: il cambiamento climatico, la suscettibilità dell'ape ai vari patogeni trasmessi dalla varroa, fattori di stress dovuti al nomadismo nonché i pesticidi utilizzati in ambito agricolo che possono essere fonte d'inquinamento delle risorse di nutrizione e/o abbeveraggio delle api.

Tra l'autunno del 2016 e la primavera del 2017, il personale della Struttura produzione vegetali, sistemi di qualità e servizi fitosanitari dell'Assessorato all'agricoltura, in collaborazione con i veterinari dell'Azienda ASL, ha effettuato circa quaranta interventi sul campo e prelevato più di trenta campioni delle diverse matrici dell'alveare indirizzate al laboratorio di riferimento (Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta) per la ricerca di prodotti fitosanitari. Nei sopralluoghi in apiario sopra descritti, da quanto riferito dagli apicoltori, si è potuto constatare che gli spopolamenti e le mortalità erano tutti riferiti al periodo tardo autunnale e maggiormente concentrati nell'alta Valle in zone a vocazione principalmente viticola. Dall'analisi riferita all'Istituto zooprofilattico sono emersi otto diversi apiari positivi e quattro principi attivi di prodotti fitosanitari appartenenti alla gamma degli insetticidi, tra cui compaiono due molecole appartenenti al gruppo chimico dei neonicotinoidi che dall'inizio del 2019 saranno banditi da qualsiasi utilizzo in campo, a seguito di proposta approvata dalla Commissione europea nella primavera del 2018.

In data 15 maggio 2017, con la DGR n. 609, sono state approvate le linee guida regionali per la gestione delle segnalazioni di moria o spopolamento degli alveari, con la quale si riconosce l'importanza e la complessità del problema e sono state definite le varie figure preposte a collaborare per studiare le cause del fenomeno di spopolamento e moria degli alveari. Il documento prevede inoltre d'informare le diverse categorie interessate, vale a dire apicoltori, viticoltori, frutticoltori e orticoltori sui rischi connessi all'utilizzo di fitofarmaci. Nel 2017 è stato avviato inoltre un progetto presentato dalla società cooperativa Miel du Val d'Aoste, finanziato per un importo di 20 mila euro dalla Banca di Credito Cooperativo valdostana, che ha visto la partecipazione dei nostri tecnici, della ASL e di una veterinaria libera professionista. Gli esiti del progetto sono stati divulgati il 20 maggio 2018, in occasione di un convegno organizzato per celebrare la Giornata internazionale delle api.

Oltre alla giornata divulgativa di cui sopra, molteplici sono stati i movimenti di confronto con i soggetti coinvolti nella problematica spopolamento alveari, tra cui figura anche il Corpo forestale valdostano che svolge, assieme alla ASL, attività di vigilanza territoriale sulla corretta esecuzione dei trattamenti fitosanitari. L'attività di monitoraggio e controllo prosegue tuttora. Nella primavera del 2018 sono stati segnalati due casi di moria e, a seguito dell'analisi su campioni di api morte, sono state riscontrate positività ai fitofarmaci, ma a oggi non sono giunte ulteriori segnalazioni di mortalità e non si sono mai rivelate mortalità di apiari al 100 percento. Al momento possiamo quindi confermare che sussiste un legame tra l'utilizzo di pesticidi in agricoltura e le morie di alveari avvenute sinora, da ricondurre molto probabilmente a una applicazione non conforme alle corrette pratiche agricole di fitofarmaci, in particolare gli insetticidi non vanno assolutamente utilizzati in fioritura o mancanza di sfalcio di erbe fiorite sotto chioma, in presenza di vento o, a fine stagione, in vigneti colpiti da grappoli marcescenti.

Ma poiché una produzione di qualità ed economicamente sufficiente al mantenimento dell'attività agricola non può prescindere dall'utilizzo di prodotti fitosanitari, siano essi sintetici o biologici, si è avviato - e rispondo alla seconda domanda - tra le varie attività mirate alla riduzione dell'utilizzo di tali prodotti un ruolo importante che è quello della divulgazione e della formazione a opera degli uffici competenti della Struttura regionale produzioni vegetali, sistema qualità e servizi fitosanitari. Ricordiamo infatti l'importanza dei corsi di preparazione per il rilascio dell'abilitazione all'acquisto e all'utilizzo di prodotti fitosanitari a uso professionale e alla diramazione degli avvisi fitosanitari che alla base hanno una rete di monitoraggio per il rilevamento territoriale di grande portata, tutto ciò allo scopo d'indirizzare gli agricoltori nella difesa delle piante e d'intervenire nel periodo più idoneo e con prodotti meno impattanti e che dal 2018 sono stati arricchiti in un'apposita sezione di lotta biologica. Gli stessi uffici si occupano anche della redazione annuale del disciplinare di difesa integrata, ai sensi della legge n. 4/2011. L'adesione al disciplinare da parte degli agricoltori prevede l'impegno esclusivo di fitofarmaci prevalentemente vagliati da un comitato scientifico nazionale per il loro minor impatto ambientale da applicare nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici. L'adesione volontaria al disciplinare è sostenuta economicamente nella Misura 10.3 del Piano di sviluppo rurale.

Per prevenire inoltre i danni causati anche da hobbisti che per legge non hanno obbligo di formazione per l'acquisto di pesticidi di libera vendita, nel 2018 è stato redatto dagli uffici dell'Assessorato all'agricoltura e ambiente un opuscolo tuttora in distribuzione presso i rivenditori di fitofarmaci all'atto dell'acquisto, contenente le precauzioni da adottare nella difesa delle piante presenti in giardini domestici o nel diserbo di piazzali e vialetti di pertinenza delle abitazioni private. Tra le possibili cause di danni agli alveari da fitofarmaci non va trascurato infine l'impiego extra agricolo. Si pensi al diserbo nelle aree urbane frequentate da popolazione, l'utilizzo che viene fatto anche nel percorso ferroviario di diserbo. A questo scopo la Regione ha redatto apposite linee guida approvate con la delibera di Giunta regionale n. 342/2017, che introducono numerose limitazioni previste anche dal piano di azione nazionale sull'uso sostenibile dei fitofarmaci.

A margine di tutto questo posso dire che quest'anno in Valle la produzione di miele è stata buona, in assoluta crescita rispetto ad annate precedenti che erano state difficili e soprattutto la cosa che mi fa più piacere è che siamo anche in controtendenza rispetto alla percentuale di produzione nazionale che sta ancora scendendo. Per cui penso che la Valle d'Aosta qualcosa stia facendo. Probabilmente lei mi dirà che non è sufficiente, accetto comunque questa sfida, perché noi continueremo a investire ? a tavole rotonde come lei ha proposto ? continueremo a investire in termini di studi e di azioni per ridurre l'impatto degli insetticidi e dei pesticidi, perché penso che le api sono un po' non solo la sentinella, sono anche il termometro della qualità di vita e della qualità ambientale.

Presidente - La parola alla consigliera Pulz per la replica.

Pulz (IC) - Da consumatrice seriale di miele la questione della moria di api mi vede particolarmente sensibile e la ringrazio per le buone notizie. Al di là delle battute, conosciamo e apprezziamo gli strumenti messi in atto dall'assessorato con l'ausilio dei dirigenti e degli organi competenti.

Il fenomeno della moria delle api deve essere, come diceva anche lei, studiato più a fondo e monitorato con costanza. Il problema essenziale, quindi, è quello di continuare i controlli sull'uso dei fitofarmaci in agricoltura per evitare qualsiasi uso improprio di pericolosi veleni.

Auspichiamo quindi che la nostra Valle possa continuare ad avere il coraggio di decidere autonomamente rispetto alle attuali logiche di mercato in modo che si proceda verso l'eliminazione dell'uso di sostanze che comunque sono dannose. Lo scopo ultimo è quello di salvaguardare la salute delle piccole api insieme alla salute degli abitanti della nostra regione prima che sia tardi. Ringraziamo quindi l'Assessore per la sua risposta completa, promettendogli che continueremo a vegliare sulle azioni atte a incrementare l'apicoltura locale e a salvaguardare un prodotto di alta qualità del nostro territorio qual è il miele in tutte le sue golose declinazioni.