Oggetto del Consiglio n. 169 del 17 ottobre 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 169/XV - Interrogazione: "Valutazioni effettuate in merito ai risultati conseguiti dall'applicazione della legge regionale 29/2006 in materia di agriturismo".
Fosson (Presidente) - Punto 8 all'ordine del giorno, la parola all'assessore Gerandin per la risposta.
Gerandin (MOUV') - Ringrazio i colleghi d'Impegno Civico. Le domande in merito all'interpellanza sono: il numero degli iscritti ai corsi di formazione per l'esercizio delle attività agrituristiche organizzate dall'Amministrazione; il numero di coloro che hanno superato l'esame di idoneità; quanti di questi hanno seguito e intrapreso l'attività agrituristica e se l'Amministrazione regionale sia dotata di strumenti in grado di misurare il consumo del suolo". Il secondo quesito: "l'importanza che potrebbe rivestire tale attività per lo sviluppo del settore agricolo in Valle d'Aosta".
Per quello che riguarda i numeri, quelli che ci vengono richiesti: dal 1981 in Valle d'Aosta sono stati formati più di 610 agricoltori o loro familiari e il superamento dell'esame è stato per il 99,9 percento dei partecipanti ai corsi. Dal 1983 novantasei aziende agrituristiche sono state avviate, oggi sul territorio valdostano vi sono sessantadue aziende attive. L'agriturismo rappresenta la principale espressione della multifunzionalità in agricoltura; la legislazione sia nazionale che regionale colloca l'agriturismo a pieno titolo fra le attività agricole che rappresenta per l'agricoltura un'integrazione del reddito aziendale. Si sottolinea che la diversificazione del reddito ha come obiettivo primario la lotta allo spopolamento delle aree rurali, il mantenimento della popolazione sul territorio, in particolar modo del tessuto agricolo, e concorrono a realizzare obiettivi trasversali quali la tutela dell'ambiente, della biodiversità e la prevenzione del rischio idrogeologico.
In Valle d'Aosta la norma che disciplina l'agriturismo è restrittiva in quanto impone chiaramente che l'attività agricola debba rimanere prevalente e che i servizi turistici debbano essere svolti in un rapporto di connessione e di complementarietà sulla base di una proporzionalità che permetta di gestire entrambe le attività. Questa scelta normativa è premiante perché garantisce un nesso tra l'attività agricola e quella turistica, che è allo stesso tempo equilibrato e autentico, allontanando il rischio, reale in altre regioni, di far prevalere la seconda sulla prima, snaturando il lavoro dell'agricoltore e fornendo al turista un'offerta artefatta.
La norma regionale in materia di agriturismo, dalla sua approvazione, è stata più volte esaminata e rivista in accordo con gli operatori agrituristici. Recentemente, con la legge regionale n. 23/2017, sono state apportate alcune modifiche alla legge regionale in materia di agriturismo per rispondere ad alcune richieste degli operatori agrituristici. In particolare, si evidenzia l'inclusione nella percentuale del 30 percento dei prodotti regionali tradizionali utili per l'espletamento del servizio di ristorazione, anche di quelli provenienti da aziende valdostane che, pur non essendo agricole, producono vivande e bevande con materie prime di provenienza regionale. Inoltre è stata prevista la possibilità di mantenere l'attività di ristoro in percentuale, nonostante vi sia un aumento dei posti letto da sedici a ventiquattro e l'innalzamento da quindici a vent'anni della durata dei mutui concedibili per gli interventi oggetto di agevolazione. Infine, con le modifiche si è prevista la possibilità d'ottenere una nuova agevolazione per la riqualificazione e per l'ammodernamento dei fabbricati agrituristici esistenti, una volta decorsi i vincoli di destinazione.
Si ritiene infine che, per poter generare redditi aggiuntivi derivanti da attività agrituristiche, è necessario continuare a sostenere la creazione di nuove infrastrutture agrituristiche e migliorare la qualità di quelle già adibite a tale attività; incentivando il miglioramento delle strutture aziendali e incrementando la qualità dell'offerta agrituristica, si promuove la necessaria diversificazione delle attività economiche delle aziende agricole, favorendo il miglioramento delle condizioni socioeconomiche della popolazione e soprattutto creando posti di lavoro in settori extra-agricoli.
Presidente - La parola al consigliere Bertin per la replica.
Bertin (IC) - Dalla risposta che mi ha dato l'Assessore circa il 10 percento sul totale dei diplomati ai corsi abilitanti intraprende poi la professione agrituristica, una percentuale piuttosto bassa che probabilmente è dovuta anche ad una complessità burocratica eccessiva, a mio avviso esagerata, nel poter intraprendere questa attività, con vincoli estremamente pesanti da molti punti di vista. Vincoli e burocrazia che dovrebbero assolutamente essere ridotti se si vuole che questa attività diventi un'integrazione al reddito degli agricoltori, un'integrazione sempre più necessaria per mantenere sul territorio l'attività agricola e le persone.
È necessario, diversamente da quanto in parte sosteneva lei, intervenire su questa legge, modificarla cercando di sburocratizzare il più possibile queste possibilità, tra l'altro altre Regioni l'hanno già fatto togliendo molti vincoli inutili che penalizzano l'intraprendere questa attività.
La risposta in parte fotografa questa situazione, i numeri sono anche il risultato di questa normativa estremamente burocratica e complessa. Bisognerà quanto prima, diversamente da quanto lascia trapelare lei, intervenire su questa legge. Le stesse categorie degli agricoltori hanno più volte sollecitato un intervento, perché tutti ci rendiamo conto che è fondamentale dare la possibilità d'integrazione al reddito agli agricoltori e una può essere questa. Ovviamente bisogna impegnarsi in modo serio innanzitutto per permettere che questa attività si svolga e che sia anche una possibilità per le giovani generazioni che vedono nell'attività agricola delle nuove possibilità e anche un'occupazione del futuro.