Oggetto del Consiglio n. 9 del 26 giugno 2018 - Resoconto
OBJET N° 9/XV - Débat sur le programme de gouvernement.
Fosson (Presidente) - Buon pomeriggio a tutti. Volevo scusarmi con chi segue questi lavori per le difficoltà che ci sono state questa mattina e che ci hanno trovati impreparati. Non succederà più.
Volevo leggere a tutti i Consiglieri il telegramma di auguri che ci ha spedito l'Onorevole Elisa Tripodi questa mattina. "Gentili Consiglieri e Consigliere, vi inoltro questa lettera che, oltre ad essere di augurio per questa legislatura che si appresta ad iniziare, vuole anche ricordare la mia disponibilità e la mia totale collaborazione nell'interesse del nostro territorio e dei suoi abitanti. Confido quindi in una proficua e leale collaborazione fra istituzioni di livelli differenti, rappresentati da voi e da me, nel superiore interesse della nostra Regione e dei suoi cittadini. Non è più tempo di sterili polemiche e di beghe campanilistiche, poiché tutti perseguiamo lo stesso obiettivo: la salvaguardia e la tutela del territorio e dei valdostani. Io, come voi, sono al servizio della collettività e di questa Assemblea e le mie azioni saranno orientate esclusivamente verso il perseguimento del bene comune. Ci aspettano anni intensi e ricchi di lavoro e non sarà facile. Ci attendono numerose sfide, cui anche la Valle d'Aosta non è indenne dalla crisi culturale, sociale, economica, sanitaria che sta attraversando tutto il Paese; bisognerà dunque prenderne atto e operare di conseguenza. È questa dunque un'occasione formale per rinnovare gli auguri di buon lavoro a tutte le Consigliere e a tutti i Consiglieri regionali che possano operare con trasparenza, responsabilità e rispetto delle istituzioni, non dimenticando mai i cittadini e i loro diritti. Buon lavoro e buona XV legislatura. Cordiali saluti. Onorevole Elisa Tripodi". Ve ne farò avere una copia.
Procediamo ora con l'appello.
Appello nominale
Alla presenza di 34 Consiglieri, apriamo adesso il dibattito sul programma di governo. Chi vuole, può intervenire. La parola a Mossa Luciano.
Mossa (M5S) - Colleghi Consiglieri, noi del Movimento 5 Stelle siamo molto amareggiati su come è stata formata questa maggioranza, una maggioranza basata sui calcoli numerici e non sui punti programmatici comuni, se mai ce ne fossero, vista l'eterogeneità delle forze politiche che ne fanno parte.
A nostro avviso, siete già partiti con il piede sbagliato: avreste dovuto ragionare prima sui temi e poi, successivamente, e solo trovando punti convergenti, si poteva ipotizzare la formazione di una maggioranza. Capiamo la fretta di mettere fuori dai giochi chi ha governato sino ad oggi, è fisiologico: metto all'angolo chi ha creato i problemi in modo che non possa crearne di nuovi. In parte ci può stare, ma non basta. Non basta perché è da tempo ormai che i valdostani stanno mandando un forte segnale alle forze politiche. Ora non capiamo se non lo percepite o fate solo finta di non percepirlo.
Già le politiche del 4 marzo vi hanno voluto dare un grosso smacco mandando alla Camera Elisa Tripodi e, per un soffio, ho rischiato anch'io di entrare in Senato. Pensate che ci abbiano votato perché hanno visto in noi esperti politici navigati? No, no è andata così, anzi, in realtà molti ci hanno votato senza neanche sapere che faccia avevamo e a prescindere hanno votato il cambiamento. Pensate che abbiamo sostenuto una campagna elettorale spendendo poco più di mille euro in due; non abbiamo riempito paginoni interi di quotidiani, non abbiamo riempito le caselle delle lettere con costosi opuscoli, ma, nonostante tutto, abbiamo ottenuto un risultato incredibile. Tanti ci hanno dato la fiducia pensando "lasciamoli provare, tanto peggio di quelli che li hanno preceduti non possono sicuramente fare". Questo perché i cittadini sono stanchi di come è stato gestito il bene comune da parte delle forze politiche che ci hanno governato sino ad oggi. Ingenti quantità di denaro sprecate inutilmente, spesso solo per mantenere vivi i bacini di voti e garantirsi una poltrona sicura. Peccato che in questa legislatura sarà davvero un problema mantenere ciò che è stato promesso per trovarsi nuovamente qua! Tanti ormai hanno perso la fiducia nelle istituzioni e l'abbiamo visto nelle ultime elezioni regionali, dove il partito che ha realmente vinto è quello dell'astensionismo, composto da ben il 35 per cento degli aventi diritto al voto in Valle d'Aosta.
A questo punto, per riacquistare credibilità, le forze politiche dovrebbero dare un forte segnale ai cittadini e un segnale di cambiamento dovrebbe partire proprio da qua dentro: escludere i condannati dalla scena politica e dimezzarsi le indennità, riducendo così i costi della politica che gravano ulteriormente sulle spalle dei valdostani. Sarebbe già un bel segnale da parte vostra.
In un periodo di crisi come questo, dove il tasso di disoccupazione in Valle d'Aosta sfiora l'8,5 per cento, dove 4.200 famiglie vivono al di sotto della soglia di povertà, dove le piccole e medie imprese sono costrette a chiudere i battenti, schiacciate da burocrazia e tasse, riteniamo irragionevole che un Consigliere continui a costare ai cittadini valdostani quasi 8 mila euro al mese, un Assessore quasi 12 mila e, a salire, il Presidente del Consiglio e della Giunta quasi 14 mila. Certo, il dimezzamento delle indennità non risanerebbe le casse della Regione, ma sarebbe comunque un gesto nobile per dimostrare ai cittadini valdostani che, in un momento difficile come questo, state loro vicini. Ve lo abbiamo chiesto già al tavolo delle trattative e ci avete detto che i nostri paletti sono troppo rigidi, quando in realtà questi paletti sono meno restrittivi di quelli che noi ci auto-applicheremo a prescindere.
Noi, ad esempio, rinunceremo interamente all'indennità di funzione e abbiamo chiesto a voi di ridurla del 50 per cento. Per questa richiesta abbiamo sentito le scuse più disparate: "come faccio a mantenere il mio studio e a pagare i miei dipendenti"; "percepirei meno di quello che percepivo prima con il mio precedente lavoro" e - questa è la più bella - "devo pagare le spese processuali e risarcimenti vari dall'ultima legislatura", eccetera. Tutte scuse che, anche se per voi possono sembrare validissime, dubito che possano esserlo per i cittadini che attualmente si trovano senza un'occupazione: pensionati che non arrivano a percepire 500 euro al mese, ma anche per chi, per arrivare a mille euro al mese, è costretto a spaccarsi la schiena dalla mattina alla sera. Chiedete a loro se le vostre possono essere delle scuse ragionevoli!
Per queste nostre richieste siamo stati accusati di "ostruzionismo" e da qualcuno addirittura di "ostracismo", ma la verità invece è che avete alzato le spalle e avete rinunciato ad una maggioranza con quattro seggi in più piuttosto che appoggiare la nostra iniziativa. Meglio una maggioranza risicata piuttosto che togliersi un solo euro dalle tasche. Comunque sia, noi un segnale lo daremo comunque, con o senza di voi: ci dimezzeremo l'indennità di carica e rinunceremo per intero a qualsiasi indennità di funzione, qualora qualcuno di noi ne venisse investito. Il tutto sarà restituito ai cittadini e reso pubblico in maniera trasparente.
Delusi, prima come cittadini e poi come neo Consiglieri, non daremo il voto di fiducia alla formazione di questo Governo. Tuttavia - e qui concludo -, anche se ci troveremo in opposizione, non faremo quell'ostruzionismo del quale siamo stati accusati, ma, anzi, se saranno fatte delle proposte atte a migliorare la qualità della vita dei valdostani, noi le appoggeremo e collaboreremo per portarle avanti, cosa che potremmo già valutare nell'immediatezza con la calendarizzazione di alcuni punti urgenti presenti nel vostro programma di governo, come ad esempio l'annullamento della quotazione in Borsa di CVA e la modifica della legge elettorale.
Facciamo solo un appunto: a parere nostro, nel programma di governo abbiamo riscontrato una scarsa definizione delle azioni previste in ambito sanitario.
Grazie per l'attenzione.
Presidente - La parola al Consigliere Testolin.
Testolin (UV) - Aujourd'hui pour la Région autonome de la Vallée d'Aoste commence la XVe législature. On vient de fêter le 70e anniversaire du Statut spécial de l'Autonomie et en 2016 on a rappelé les 70 ans écoulés depuis la reconstitution des Communes valdôtaines dans leur articulation originelle et j'oserais dire pure et séculaire avec la réhabilitation de leur dénomination authentique. Trente Communes ont en effet reçu, en septembre 2016, un parchemin qui reproduisait l'arrêté de reconstitution, signé en 1946 par le Président du Conseil de la Vallée, Federico Chabod.
Eh bien, aujourd'hui, le 26 juin 2018, nous sommes face à la possible naissance d'une majorité au Conseil régional qui pourra être constituée par des partis et des mouvements qui, dans leur complexe, n'ont pas gagné les élections, et ils ne représentent pas la majorité des valdôtains. En effet, tout compte fait, cette majorité a été votée en additionnant les voix de la Lega, de PNV, de Stella Alpina, du MOUV' et d'ALPE par 27.941 électeurs, qui deviendraient 29.110 si à ceux-là on va additionner les 1.169 voix dont les électeurs de l'Union Valdôtaine ont été volés avec le passage d'un de ses élus hors du mouvement (cela l'a bien dit déjà ce matin le collègue Bianchi), voix qui vont évidemment contribuer à la constitution de la nouvelle majorité. Par contre, à l'opposition, Union Valdôtaine, Union Valdôtaine Progressiste, Impegno Civico et Cinquestelle comptent encore un total de 29.304 voix nets des 1.169 susmentionnés ; 29.304 voix, qui représentent autant de femmes et d'hommes qui ont exprimé leur propre adresse politique, différente par rapport à celle représentée par les forces qui iront gouverner notre Région. Cela pour dire comme l'histoire parfois pourrait revenir sur ses pas, avec tous ses dangers et ses inconnus. Ce sera donc à nous de souligner et de nous opposer à chaque signal d'autoritarisme qui puisse annuler et enterrer les dernières 70 ans d'histoire de l'Autonomie de la Vallée d'Aoste.
On a voulu bâtir une majorité à tout prix, avec l'agrégation de quatre forces qui n'ont rien à partager entre elles, sinon l'esprit d'avoir retrouvé quelqu'un à combattre. C'est dommage si, malheureusement, ce quelqu'un qu'on a envie d'anéantir s'appelle "Vallée d'Aoste" ou, encore pire, "peuple valdôtain". C'est drôle d'avoir appris, tout juste après les élections, que quelqu'un qui avait envie de pouvoir ait voulu exprimer comme première pensée de ne pas vouloir se rencontrer avec notre force politique (l'Union Valdôtaine, pour la précision), de ne pas voir le mouvement de majorité relative au Conseil de la Vallée, en l'accusant génériquement et arbitrairement d'être la force qui a mené à la faillite notre Région. Eh bien, à ce propos je tiens à souligner que ce type d'aptitude, ou mieux, cette arrogance n'est pas la meilleure carte de visite pour celui qui se considère à même - ou aurait envie - de gouverner la Vallée d'Aoste dans le futur. À mon avis ce type de comportement représente une forte faiblesse morale et un manque de respect pour tous ces valdôtains qui, depuis toujours, ont travaillé, travaillent et travailleront à tous les niveaux, en Région comme dans les Communes, avec le seul but de faire le mieux pour notre communauté; des unionistes et des valdôtains sérieux et honorables, qui ne peuvent pas être mis sur la sellette et offensés par les derniers arrivés, qui rien encore n'ont fait pour notre Région.
Le fait de vouloir trouver à tout prix un ennemi à combattre représente, d'un côté, le manque d'une propre - et je souligne "propre" - opposition philosophique, politique et administrative. Cela revient de la présentation d'un programme de gouvernement présenté ce matin qui reprend, d'un côté, beaucoup d'initiatives qui ont déjà démarré dans la vieille législature, comme de l'autre côté on trouve des initiatives seulement visées à détruire des projets présentés par les susdits ennemis, mais qui mériteraient tout de même au moins d'être abordés avant d'être boulés. De l'autre côté, comme l'ont déjà dit et bien exprimé Cesare Dujany et Paolo Momigliano Levi dans leur document publié il y a quelques jours en relation à la situation du Gouvernement italien, la recherche constante d'un ennemi apparaît une technique vieille comme le monde pour justifier la naissance d'un gouvernement autoritaire, car le même n'a pas de solutions pour résoudre les problèmes réels d'un Pays.
Spaventano e preoccupano sedicenti partiti autonomisti che si mettono servilmente a disposizione di un capofila capace di relegarli uno ad uno a comprimari di seconda fascia, buoni solo per prendersi carico di incombenze amministrative, di cui conoscono probabilmente poco e che abbiamo purtroppo timore si traducano, a breve, in problemi molto seri per tutti i valdostani. Ci intimorisce e ci angoscia la faciloneria con la quale i movimenti sedicenti autonomisti hanno bellamente lasciato nelle mani del loro alleato minoritario le redini delle istituzioni valdostane, rinunciando in un solo colpo ad entrambe le Presidenze, per poi recuperare in extremis la Presidenza del Consiglio, non certo a fronte di nobili valutazioni, quanto piuttosto animati da qualche nuova e sopravvenuta teoria spartitoria, sopraggiunta per causa di forza maggiore. Il prezzo è stato comunque quello di cedere all'italico alleato l'Assessorato che da sempre rappresenta l'essenza, la storia, il valore futuro dell'Autonomia valdostana, l'Assessorato che fu di Corrado Gex e di Maria Ida Viglino, e che racchiude in sé tutto il valore del nostro Statuto speciale e delle nostre competenze primarie.
L'aptitude de Madame la candidate à la Présidence de la Région nous inquiète, de cette dame qui, dans son intervention, n'a pas employé un mot en français, sinon pour se moquer des valdôtains.
Fa sobbalzare l'incuranza e la sottovalutazione che i partiti sedicenti autonomisti non vedano il rischio che questi importanti baluardi istituzionali possano, se non correttamente presidiati, essere facile preda di ingordigie centraliste. Preoccupano le scelte dell'ultimo secondo che cercano di giustificare e riassumere in quel tanto sbandierato concetto di "discontinuità" la scelta poco lungimirante o comunque non organizzata, non organica e non progettata di rimescolare, in una sorta di confusa spartizione, quasi tutti gli Assessorati; scelte adottate, vendute come strategiche e poi improvvisamente modificate in corso d'opera, a chiara dimostrazione dell'assoluta mancanza di strategia, oltre che di una regia organizzativa a dir poco confusa e dimostrazione evidente della scarsa conoscenza delle problematiche da affrontare, soprattutto delle soluzioni da adottare. Spaventava soprattutto l'accorpamento dell'Assessorato all'istruzione e cultura a quello del turismo e commercio che avrebbe dovuto essere alleggerito dei trasporti e dello sport. Non spaventava tanto per le valutazioni in merito alla complementarietà con l'ambito turistico del ricco patrimonio di beni culturali presente nella nostra Regione, che ben potrebbe rientrare in una mirata e più ampia azione di valorizzazione, ma piuttosto spaventava per la soppressione o, meglio, l'incorporazione dell'Assessorato all'istruzione e cultura che da sempre - e più di ogni altro - rappresenta la vera particolarità e l'essenza dell'Autonomia della nostra Regione, le nostre lingue, la nostra cultura, la nostra anima. Piangerebbe il cuore - non trovo altre parole - per spiegare e per vedere sminuiti e banalizzati i valori di un popolo mettendoli a corollario folkloristico, sviliti in dignità e a servizio di un nuovo Assessorato. Per fortuna almeno questo rischio è stato scongiurato con un unico colpo di coda, probabilmente conseguente al cambio di rotta dovuto al mancato reperimento del tanto evocato ed atteso "super Assessore tecnico". E permettetemi: continua a preoccupare il fatto che il futuro destino della Valle d'Aosta sia nelle mani di una maggioranza che abbia anche solo potuto pensare ad una simile soluzione. Tali scelte denotano l'approssimazione e la pochezza del progetto politico-amministrativo, la scarsa percezione delle problematiche da affrontare e la superficialità nel pensare di poter spostare competenze, ruoli e funzioni in pochi giorni, senza approfondire nel complesso quali potrebbero essere le ricadute logistiche e i rischi di non riuscire più a rispondere con efficacia al tessuto socioeconomico valdostano.
Il nostro non vuole essere uno sfogo dettato dal fatto di non essere più al Governo, la nostra vuole essere una sottolineatura presentata a tutti i valdostani delle incongruenze di questa nuova maggioranza e dell'autoreferenzialità degli eletti, alcuni dei quali sono stati autorizzati ad intraprendere questo "percorso di svendita delle istituzioni valdostane" tramite il placet di poche decine di aderenti, peraltro in molti casi neanche tutti convinti della bontà e, ancor meno, della lungimiranza dell'operazione di messa in saldo della nostra Autonomia. Spiace che prese di posizioni personali, animate da pretestuose pretese di cambiamento di metodo - richieste agli altri, ma non attuate a casa propria - abbiano portato una schiera di sedicenti autonomisti a regalarsi alle lusinghe scomposte e disordinate di chi la Valle d'Aosta magari poco la conosce e non sappiamo ancora quanto la ami. Personalmente spiace ancor di più vedere che persone, con le quali in passato si sono condivisi intensi e interessanti momenti di confronto e anche di azione congiunta a tutela della particolarità valdostana, oggi neppure si prendano carico di promuovere un dialogo costruttivo con tutte le forze presenti in Consiglio nel solo ed esclusivo interesse della Valle d'Aosta e preferiscano invece accodarsi all'input di un partito che, sinceramente, non so quanto possa rappresentarli nei loro ancestrali principi.
L'unico auspicio è che nel prosieguo della legislatura possano crearsi i presupposti e le prese di coscienza necessari per riuscire a dare nuova centralità ad una visione autonomista reale, rinnovata nelle idee e nelle azioni, ma anche depositaria dei valori delle nostre peculiarità; una coscienza autonomista che possa prendersi carico di continuare nel percorso di crescita, oggi certamente da modernizzare e da far evolvere, che ha permesso però alla Regione di garantire per settant'anni la nostra comunità ponendo attenzione ai cittadini, al lavoro e dando risposte importanti in tutti i settori socioeconomici, nel rispetto di una capacità di autonomo autogoverno e di federalismo che molti ci invidiano.
Je vais terminer mon intervention, en soulignant comme l'action des forces autonomistes d'opposition - à ce moment les seules forces autonomistes présentes dans le Conseil de la Vallée - sera premièrement visée à la sauvegarde de notre Autonomie, de notre identité et de toutes les conquêtes dont la Vallée d'Aoste a pu bien bénéficier grâce à 70 ans de bon gouvernement. On n'a pas la présomption d'avoir toujours gouverné sans faire de fautes, mais on a la présomption d'avoir toujours cru dans nos origines, dans notre culture, dans notre territoire et dans nos gens, et d'avoir travaillé pour les défendre et pour transmettre nos principes aux générations futures. Aujourd'hui nous avons seulement peur que quelqu'un puisse à nouveau prétendre d'être "maître chez nous" sans en avoir le droit et, surtout, nous sommes vraiment désolés que quelque mouvement ait travaillé pour ouvrir la porte à cette possibilité.
Presidente - La parola al Consigliere Baccega.
Baccega (UV) - Buongiorno a tutti e buongiorno ai nuovi eletti. Ci troviamo quest'oggi al primo Consiglio regionale della XV legislatura, in un anno che ha visto diversi cambiamenti nella politica valdostana. Il 2018 è stato infatti un anno importante, un anno straordinario con due appuntamenti elettorali: quello per le elezioni politiche, che ha visto sfuggire ai movimenti autonomisti il Deputato, e quello per le elezioni regionali, che ha dato un risultato che ci pone oggi in questo consesso e affronta un dibattito approfondito. È anche un anno importante di congressi - molti si sono già tenuti, altri si terranno nei prossimi mesi -, congressi e confronti politici che già hanno devastato alcune forze politiche e sui quali ovviamente, nel percorso che andremo ad affrontare nei prossimi mesi, certamente qualcosa verrà fuori.
Due considerazioni di carattere personale, perché le devo: la mia scelta di candidarmi nell'Union Valdôtaine certamente viene da lontano, è una scelta misurata, determinata da quel comportamento di coerenza tenuto il 10 marzo 2017 in quest'Aula. Confermo quindi fortemente agli amici dell'Union Valdôtaine questa mia appartenenza al gruppo e lo dico soprattutto per tutti coloro che hanno seguito il percorso della campagna elettorale.
Dopo le elezioni regionali si sono avviate le trattative, che io ho chiamato "le trattative dei veti incrociati": no, quello non può partecipare alla Giunta, con quelli non parliamo, con quell'altro nemmeno, quello non lo vogliamo in Giunta, quella ha già lavorato in quell'Assessorato quindi la voglio in un altro Assessorato. Sono queste le novità? Questo è il nuovo metodo? Io credo di no! Credo che questo sia il bel metodo della Prima Repubblica. Mi sono quindi chiesto che cos'è la politica, dove vuole arrivare la politica, e la risposta che mi do è l'amministrazione della polis per il bene di tutti, il bene della cosa pubblica, una politica fatta di confronti, di una dialettica approfondita, di condivisione e anche di scontri (ce ne sono stati tanti e probabilmente ce ne saranno ancora), ma sempre e soprattutto attraverso un confronto dialettico serio, alla ricerca del meglio e per la collettività. Questo ancora per dire quanto è già stato detto stamattina dal collega Bianchi: la maggioranza che si insedia oggi per amministrare la Valle d'Aosta è una maggioranza eletta dalla minoranza di coloro che sono andati a votare, la minoranza degli elettori valdostani. Quindi voi, minoranza dei valdostani votanti, vi sentite in diritto di costituire una maggioranza per governare la Regione andando a cercare qua e là transfughi per sostenere le vostre tesi. Questa non si può non chiamare una vera "operazione di potere".
Posso anche fare un po' di autocritica, si può fare nel primo giorno del Consiglio regionale della Valle d'Aosta della nuova legislatura, che va anche fatta pubblicamente e che permette di capire perché non si sono raggiunti quei risultati che si volevano raggiungere. Forse, dopo esserci presentati in coalizione, ci siamo disuniti nuovamente e questo può aver provocato una certa confusione nell'elettorato; forse le nostre liste erano deboli; forse i nostri programmi non sono stati recepiti dai valdostani. Dico però anche che una campagna mediatica condotta dall'Onorevole Salvini e dall'Onorevole Di Maio su temi populisti come: reddito di cittadinanza, abrogazione della Fornero, stop all'accoglienza dei migranti evidentemente ha dato grande forza ad un elettorato che guardava con attenzione alle tesi della Lega e hanno sposato il consenso. Da parte mia credo che la verità stia nel mezzo: ci sono errori da una parte e tesi sostenute fortemente dall'altra.
Sempre nella ricerca delle cose che non vanno, e lo dico a nostra memoria e per tutti i valdostani che ci ascoltano, che forse dovevamo lasciare il Casinò come lo avevamo trovato nel 2013, con una ristrutturazione avviata e non completata, con il 40 per cento da fare. Per completare l'opera era necessario finanziare 10 milioni e lo abbiamo fatto. Non lo avessimo fatto, probabilmente saremmo stati perseguiti dalla Corte dei Conti (questa è una valutazione che faccio). Forse per la sicurezza delle nostre strade avremmo dovuto fare qualche rotonda in meno, però noi guardavamo di più alla loro sicurezza e abbiamo avviato, insieme all'ANAS, un piano rotonde importante. Forse il piano di sicurezza delle scuole - l'obiettivo era scuole più sicure, più moderne, scuole più performanti per i nostri studenti, per i nostri docenti, per il personale non docente - non doveva essere avviato, però noi lo abbiamo avviato e abbiamo ritenuto opportuno portarlo avanti. Direi che, non essendoci nessuna menzione nel vostro programma, il percorso possa continuare e proseguire, altrimenti sicuramente avreste fatto valutazioni di tipo diverso, soprattutto sulla "scuola polmone" di Tzamberlet. Il welfare valdostano è da parecchi anni ai vertici delle classifiche nazionali e certamente può essere migliorato; valuteremo di andare in quella direzione, quella del miglioramento. Sono tutte cose che abbiamo fatto, ma ce ne sono tante altre, era solo per citare alcuni esempi. Abbiamo finanziato molto di più i forestali e gli edili per dare più lavoro, quegli sforzi che, attraverso le risorse finanziarie a disposizione, si potevano affrontare.
Oggi alcune di queste risposte e alcuni di quei percorsi che noi abbiamo avviato li ritroviamo pedestremente nel vostro programma (l'ha detto poco fa l'amico Testolin). Sono sicuramente percorsi che noi valuteremo attentamente. Vado a citarne uno, che ci ha lasciati abbastanza perplessi. Al punto 1, dove si parla di "nuova ripartizione delle deleghe assessorili e presidenziali", devo dire che ci avete provato, perché fino a ieri mattina le deleghe assessorili erano altre: non c'era l'Assessorato della pubblica istruzione, esisteva la nomina dell'Assessore tecnico, la sanità stava insieme allo sport, ma poi è bastato che qualcuno venisse a dire "queste cose non vanno bene, questa cosa non può funzionare", perché di fatto non poteva funzionare, e allora è stato necessario riconquistare il diciottesimo voto e ce l'avete fatta. Avete rivoluzionato e avete riportato l'organigramma a com'era prima, quindi niente di nuovo anche da questo punto di vista. Per il resto, molti punti del vostro programma sono già stati toccati, lanciati, ribaditi, approfonditi e molte iniziative sono state avviate e già concluse nella scorsa legislatura. Si tratta sicuramente di un programma corposo, fatto di annunci, di buoni propositi in alcuni casi, ma che sfiora soltanto la questione più delicata: quella del lavoro e dello sviluppo, questione che è toccata in una riga in cui si dice che ci sarà attenzione in quella direzione, ma non si capisce bene come, quando, perché e con che risorse.
Per fare sviluppo e produrre posti di lavoro ci vogliono risorse importanti, risorse efficaci, soprattutto efficaci investimenti, risorse economiche. Ed è proprio sugli appuntamenti futuri che noi valuteremo con attenzione quanto di questo programma si potrà realizzare. Vi misureremo sul DEFR, sul successivo bilancio 2019/2021, valuteremo quali risorse economiche sono disponibili per gli investimenti, quali per la spesa corrente e come saranno impegnate quelle risorse. Avete il Ministro che potrà dare risposte importanti alla Valle d'Aosta, lo valuteremo. Sulla questione finanziaria aspettiamo pertanto risposte quanto prima, perché, senza autonomia finanziaria e senza risorse per gli investimenti, cari colleghi, non si va lontano.
Certo, la Lega ha vinto le elezioni regionali e si appresta a confermarsi e a governare con una maggioranza disomogenea, con un programma presentato oggi anche con una certa premura, un vero "libro dei sogni" che certamente non può traguardare i cinque anni, ma deve guardare ai 15-20 anni futuri. Su questo non ci piove.
Da parte mia posso dire che faremo un'opposizione attenta, seria e senza sconti, vi incalzeremo su ogni dossier, su ogni delibera, ma anche sui PD che farete emettere ai dirigenti, se non avrete la voglia di assumervi la responsabilità di deliberare. Questo lo faremo ovviamente per il bene dei valdostani.
Concludo con una nota politica. Noi eravamo usciti il 25 giugno con un comunicato che non è stato recepito, di cui ne leggo una parte. Noi dicevamo che la via maestra per assicurare la necessaria e fondamentale stabilità al futuro Governo regionale non poteva che essere una concreta e convinta ricomposizione del quadro delle forze autonomiste sulla base di una politica improntata sul fare, mettendo il bene della Valle d'Aosta davanti ai personalismi o preclusioni di ogni tipo. Eravamo disponibili a sostenere un dialogo in tale direzione, consapevoli che il risultato delle urne aveva evidenziato un inedito quadro politico regionale, all'interno del quale era auspicabile che ogni forza politica agisse in modo responsabile e costruttivo, nel rispetto del mandato ricevuto e di quello altrui. Ieri sera un amico ha adottato una suggestione e ha detto una cosa importante che voglio ripetere qui: "i valdostani elettori dell'Union Valdôtaine, i valdostani autonomisti, per questa volta si sono messi in sciopero". Attenzione, lo sciopero va a finire presto!
Presidente - La parola al Consigliere Bertschy.
Bertschy (UVP) - Per mozione d'ordine.
Anche per rispetto di chi sta seguendo i lavori del Consiglio, credo che nell'ambito di un dibattito, della presentazione di un programma, se non è stato deciso diversamente, si debbano alternare le voci presenti in Consiglio, e l'abbiamo anche ribadito più volte. In Consiglio regionale capitava così: noi eravamo abituati che parlava un po' la maggioranza, un po' la minoranza e un po' i vari gruppi, ma se avete deciso che la presentazione è limitata alla sua presentazione, collega Spelgatti, l'importante è saperlo, così noi ci organizziamo con gli interventi.
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (IC) - Prendiamo atto con un certo stupore che non si alternano in discussione generale posizioni di maggioranza e minoranza. Francamente non è così usuale questo comportamento, pertanto interveniamo noi, Consiglieri di minoranza.
Domani i giornali nazionali titoleranno "la Lega si è presa anche la Valle d'Aosta" e l'obiettivo principale politico della Lega era ovviamente quello di piantare una bandierina sulla Valle d'Aosta, che non è più neanche blu e verde (il colore della lista Salvini), ma un blu sempre più scuro. L'obiettivo è raggiunto: la bandierina della Lega è piantata sulla Valle d'Aosta. La Lega è un partito nazionale, a vocazione nazionale, diversamente da quando è nato, dichiaratamente sovranista, antieuropeo e collegato a tutto quel variegato mondo di partiti nazionalisti di destra che hanno in Marine Le Pen l'elemento più caratterizzante e più conosciuto.
Da europeista federalista convinto non posso che essere preoccupato, perché quello che nasce oggi è il Governo della Lega. L'abbiamo visto questa mattina e lo vediamo anche oggi: ad intervenire sono soltanto gli esponenti della Lega, che si assumono giustamente le responsabilità di questo Governo. È il Governo della Lega. Come ci è stato indicato, si tratta di una coalizione di Governo, di un accordo politico programmatico, diversamente da quello che è stato fatto a Roma con i Cinquestelle, nel quale almeno formalmente si parlava di un contratto; qui si parla di una vera e propria coalizione che magari proseguirà anche dopo i rapporti legati a questo Governo.
L'atteggiamento della Lega di Salvini rispetto a molte problematiche, in particolare legate all'antieuropeismo, ci lascia piuttosto preoccupati. La mia idea di Europa e di società, e quindi anche di Valle d'Aosta, è ben distante da quella di Salvini, una Valle d'Aosta più autonoma, più europea, cosmopolita e aperta al mondo, difficilmente riconducibile alle idee di Salvini. La Lega è una, e probabilmente indivisibile, e come tutti i partiti nazionali risponde al leader nazionale. Peraltro le vittorie elettorali di questi partiti sono spesso legate a quel simbolo che è l'azione politica fatta a livello nazionale; pertanto inevitabilmente si risponde al leader nazionale. Veniva sottolineato anche questa mattina ed è giusto, è inevitabile che sia così. Tra l'altro ci ricordiamo anche che, appena cinque anni fa, nelle scorse elezioni, per una scelta fatta a livello nazionale, la Lega valdostana fece da "stampella" alla coalizione di Governo Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération e con un ruolo determinante. Lo ricordo bene perché facevo parte di un'altra alleanza. Da questo punto di vista, forse da parte degli esponenti leghisti ci vorrebbe anche un po' di autocritica, avendo avuto un ruolo importante e fondamentale appena cinque anni fa nel garantire ancora una volta la vittoria all'Union Valdôtaine e ai suoi alleati.
Oggi, dopo trent'anni, di nuovo un partito nazionale esprimerà il Presidente della Giunta, è da circa trent'anni che questo non avviene. L'obiettivo politico della Lega relativamente a questo Governo era chiaro ed è stato ottenuto: piantare la bandierina sulla Valle d'Aosta. Più difficile è capire qual è e qual era l'obiettivo del "gruppo dei dieci", dei partiti in crisi di consenso e anche di identità politica. L'unica interpretazione che si può dare è che vedono nella Lega la scialuppa di salvataggio per riuscire a continuare nel proprio percorso. È un po' come le persone in mare che cercano una barca alla quale affidarsi per essere salvati, sempre sperando che nel frattempo Salvini non chiuda i porti, perché in questo caso si rischierebbe anche di diventare ostaggi. Un rischio purtroppo per loro, ma in generale anche per la Valle d'Aosta.
Quello che nasce oggi è un Governo numericamente e politicamente debole, dovuto anche al passaggio di un Consigliere da un gruppo di minoranza al Gruppo Misto. Detto questo, ci sono nel programma anche aspetti interessanti che terremo in considerazione, anche se tale programma è estremamente generico e poco chiaro, al punto da avere forti difficoltà nell'esprimere un giudizio. Basti pensare ad esempio alla legge elettorale: si parla giustamente - e su questo avrete anche il nostro sostegno - di riproporre il voto centralizzato e poi si accenna ad altri interventi, ma intendete dire la preferenza unica oppure altri tipi di interventi? Peraltro in questa Regione - e lo vediamo sempre di più - c'è una crisi di governabilità che prima o poi andrà affrontata, perché non possiamo continuare ad essere in questa situazione di instabilità ormai quasi cronica, è necessario intervenire. Credo che andrebbe superato il sistema parlamentare, magari per una scelta dell'elezione diretta del Governo in grado di dare stabilità ad una Regione che non può permettersi ancora l'instabilità che abbiamo vissuto negli ultimi cinque anni e nella quale rischiamo di vivere nei prossimi cinque.
Oltre alla questione della legge elettorale, anche per quanto riguarda la legalità erano proposte diverse opzioni: o la Commissione speciale o un Osservatorio sulla legalità; sono però cose estremamente diverse e, anche qui, c'è poca chiarezza. Nelle discussioni che abbiamo fatto in questo Consiglio molte volte ci sono state opzioni alternative, ma una scelta va fatta. Adesso non entrerò nel dettaglio della questione, l'abbiamo già fatto e lo rifaremo in seguito, ma al momento sono due opzioni alternative che nel programma vengono genericamente inserite allo stesso tempo.
Per quanto riguarda i rapporti con lo Stato, ovviamente non si può che essere d'accordo nel cercare di avere una chiarezza nei rapporti finanziari per una stabilità, una certezza in questi rapporti necessari per poter programmare e poter governare. Ci auguriamo però che non si faccia come in passato, quando si è cercato un rapporto essenzialmente politico con il Governo di turno a Roma, cercando di contrattare di volta in volta qualche beneficio. La posizione è debole, l'abbiamo visto: si è passati dal patto di palazzo Grazioli, firmato da Berlusconi, Calderoli e Rollandin al successivo accordo a Courmayeur, la notte di San Silvestro, quando con Renzi si è fatto un altro accordo. Questi rapporti con Roma sono essenzialmente di tipo politico e partitico, e poi nel frattempo si cambia la maggioranza in Regione. Sembra che la nostra Regione debba essere un po' com'era la FIAT un tempo: governativa a prescindere. Credo sia questa la debolezza. Basta guardare i rapporti che hanno invece altre realtà autonome: pensiamo alla Provincia di Bolzano, che non ha mai cambiato maggioranza, ha mantenuto la stessa, indipendentemente da quella di Roma, pur avendo un rapporto istituzionale ben preciso con il Governo nazionale e in grado di garantire la propria autonomia. È quello che bisogna ricercare: un rapporto istituzionale, non un mercanteggio politico fatto di volta in volta. Temo che anche in questo caso si preferisca la via del rapporto privilegiato con il partito dominante a Roma senza guardare l'aspetto più strettamente istituzionale.
Ci sono poi aspetti nel programma che condividiamo e che sosterremo, come la non quotazione di CVA. Fermare tale quotazione è una cosa giusta, lo abbiamo sostenuto in tempi non sospetti e non può che farci piacere. Sono anche contento che siate riusciti a far cambiare idea agli ultras della quotazione come la Stella Alpina e altri movimenti, che vedevano in questo un fatto importantissimo. Sono cose che noi sosterremo convintamente e siamo contenti che siano presenti in questo programma. Però è un programma purtroppo troppo generico per esprimere un giudizio definitivo.
Per quanto ci riguarda faremo opposizione, ma avremo un atteggiamento costruttivo e cercheremo di sostenere ogni iniziativa che vada nell'interesse generale della Valle d'Aosta.
Presidente - C'è qualcuno della maggioranza che intende intervenire? La sollecitazione del collega Bertschy mi sembra corretta.
Non si può certo interrompere una discussione generale all'inizio di una legislatura, però pregherei, per chi lo intende, di prendere ora la parola. La parola al collega Luboz.
Luboz (LEGA VDA) - Monsieur le Président, Mesdames et Messieurs les Conseillers, valdôtains que nous écoutez ici dans la Salle ou sur internet, dans les bureaux et dans les maisons, en vertu des résultats des élections du 20 mai passé, au-delà des différences politiques, c'est avec estime et considération pour vous toutes et vous tous, collègues représentants en même titre que moi de la communauté valdôtaine toute entière, que je prends la parole pour cette première séance de la XVe législature.
À cent ans de la fin de la Première Guerre Mondiale, pour le devoir moral que nous avons de ne pas oublier les grandes pages de l'histoire, je débuterai mon intervention par la lecture de la préface du journal de guerre d'un instituteur de Brusson, mari et père des deux enfants, parti pour combattre loin de ses montagnes à l'âge de 28 ans : "Tâchez, mes enfants chéris, tâchez de vous aimer toujours sincèrement, agissez de sorte à éviter le mal et si le malheur vous forcera à y tomber, sachez le supporter avec la même résignation avec laquelle je l'ai supporté moi-même. Sachez toujours espérer dans une bonté suprême qui vous aidera à sortir du mal pour être mieux préparés à jouir le bien. Sachez toujours pardonner à ceux qui pourraient manquer envers vous afin d'éviter que le mal s'agrandisse au lieu de disparaître et apprenez surtout à respecter tout le monde. Vous serez ainsi à votre tour plus facilement respectés et heureux en même temps et vous rendrez heureux aussi vos parents, surtout votre dévoué papa, qui a eu la chance de surmonter les dangers de la guerre et vous reporter son amour et son appui".
J'ai choisi ce morceau du riche journal de Vincent Berguet, l'instituteur de Brusson, parce qu'à mon avis il contient très bien les points essentiels que j'aimerai aborder dans ces quelques minutes. Ils étaient en guerre, il y a cent ans ; heureusement aujourd'hui les temps ont changé, mais à la guerre entre les différents États qui s'est déclenchée en 1914 s'est substituée une autre guerre, de toute autre nature et, Dieu merci, même pas à mettre en relation par la brutalité de ses effets. Cette guerre sournoise est cependant aussi dangereuse et lâche, car elle est en train de diviser profondément les communautés, même les plus petites, et cela arrive aussi entre nous, qui prétendons administrer notre Région, qui est, rappelons-le, un mouchoir de terre où vivent 130 milles valdôtains, même pas l'arrondissement d'une grande ville. Combien sommes-nous divisés par les jalousies, les soupçons, les doutes, hélas, admettons-le, bien trop souvent aussi justifiés ? Quelle crédibilité méritons-nous ? Le 35 pour cent d'abstention, comme il a été rappelé tout à l'heure par le collègue Baccega, est là à nous le démontrer, à le témoigner: quelqu'un devra en rendre compte. Voyez que je suis persuadé que vous partagez cette analyse ; je crois que les gens s'éloignent de plus en plus de la politique à cause de l'incapacité de la classe dirigeante de donner la priorité aux biens de la communauté, aux problèmes concrets de la population par rapport à d'autres intérêts. Je n'en dirais pas plus.
Et alors, dans cette première séance, je sens le devoir de rappeler à toutes et à tous, à moi pour premier, que nous sommes là pour bâtir une nouvelle Vallée d'Aoste, non pas pour nous même d'ici cinq ou dix ans, mais pour nos fils, pour la génération du futur, pour ceux qui décideront de venir demeurer dans notre "petite patrie", pour contribuer à son développement. Nous ne devons pas chercher la majorité à tout prix, mais nous devons à tout prix assurer un Gouvernement à notre Région. Au-delà des jeux de rôle que nous devons assumer, soyons donc tous un peu plus humbles et surtout dignes de la charge que nous nous apprêtons à revêtir. Cela est adressé surtout à qui, dans le passé, par son attitude, a déterminé sa défaite et le succès de la Lega. À la Lega, par les élections du 20 mai, les citoyens ont demandé de gouverner. Bien évidemment à sept ce n'est pas possible, et c'est pour cela que de longues réunions ont été organisées pour constituer une coalition de Gouvernement.
Soyez-en sûrs: jamais on ne gouvernera contre le peuple valdôtain comme on a affirmé tout à l'heure. Qu'il plaise ou non, à 18 on peut et on doit partir, les valdôtains nous le demandent ; qu'il plaise ou non, les 18 ont été atteints par l'appui de Madame Rini, que nous remercions et à laquelle nous demandons, à ce point, droiture et loyauté. Conscients que les autonomistes, les électeurs unionistes pour ces élections ont été en grève, et moi, je dirais mieux, ont choisi de donner leur confiance à quelqu'un d'autre, nous demeurons dans l'espoir que d'autres élus aussi puissent donner leur contribution pour une nouvelle page de l'histoire de notre Région. Je souhaite que chacun puisse donner toujours le mieux de soi-même et qu'à la fin de cette journée, nous puissions dire : "dz'i dedeun lo queur lo sentemèn d'an dzournó bièn acompliya" [traduzione letterale dal patois: "ho nel cuore il sentimento di una giornata ben compiuta"].
Président - D'autres interventions?
La parola al Consigliere Nogara.
Nogara (UVP) - Nel mio intervento vorrei parlare quasi esclusivamente del programma che ci è stato presentato questa mattina dalla candidata alla Presidenza, la signora Spelgatti.
Ho ascoltato attentamente e nella pausa pranzo mi sono letto attentamente questo programma. Ho trovato quasi ovunque la parola "cambiamento" - vedo il Consigliere Cognetta che sorride -, ma è difficile riuscire ad intravvedere un gran cambiamento. Cominciamo con i metodi. Abbiamo visto questa mattina come si è svolta l'elezione del Presidente del Consiglio. Per anni abbiamo sentito da gran parte di voi, che adesso siete in maggioranza, che i metodi dell'elezione del Presidente bisognava condividerli, con urli e schiamazzi, però questa mattina c'è stato il silenzio assoluto, soprattutto proprio da quei movimenti autonomisti che nella scorsa legislatura non facevano altro che parlare di questo. Anche perché nei metodi, questa mattina, quando abbiamo fatto la Conferenza dei Capigruppo, il Capogruppo della Lega giustamente ha detto "come avete fatto voi a inizio legislatura facciamo anche noi; abbiamo deciso chi è il Presidente del Consiglio e va bene così".
Poi, sempre a proposito di questo grande "cambiamento", vorrei ricordare che in queste elezioni ci siamo trovati con venti rieletti in questo Consiglio regionale e ci sono undici rieletti dalla parte della maggioranza che, bene o male, hanno fatto tutti l'Assessore una volta o due, il Senatore Fosson per due legislature. Diciamo che da questo punto di vista non vedo un grande cambiamento. Ho letto "situazione gravemente compromessa", di cambiarla radicalmente, "gravissimi ritardi si sono accumulati, cambierà tutto": lo speriamo, come penso lo sperino tutti. Qua sembra che, da un momento all'altro, si arrivi nell'Eldorado e tutto funziona, tutto va bene.
Mi spiace che non ci sia la signora Spelgatti, ma la battuta che ha fatto sul francese secondo me è infelice, anche perché nel programma ho letto che ci sono dei veri autonomisti, e non dell'ultimo minuto. Fossi uno di questi autonomisti, per una battuta del genere non sarei tanto contento, perché è risuonata quasi come uno sberleffo. In più troviamo una scelta decisiva alla storia della nostra Regione: "da oggi si cambia". Poi si cominciano a leggere i punti, si arriva ai punti del programma, ci si aspetta chissà cosa e ci troviamo il prosieguo della campagna elettorale!
Devo dire la verità: io non ho riscontrato che questo che ci avete presentato sia un programma di Governo, mi sembra di leggere di nuovo una lista della spesa con questo programma elettorale fatto di punti buttati lì. Vi dico "buttati lì" perché ci sono un sacco di punti e di iniziative già svolte o senza una spiegazione per come arrivarvi e come attuarle. Noi vorremmo capire anche questo. Vi porto degli esempi pratici, perché così riusciamo a capirci e a capire tutti. Mi soffermo sui settori che conosco.
Vorrei andare un po' controcorrente per quanto riguarda la CVA, ma non per dire che noi non vogliamo la quotazione in Borsa di CVA (non vorrei si pensasse questo). Io, però, nella passata legislatura mi sono interessato con tanti colleghi della CVA, e li ringrazio, perché secondo me abbiamo fatto un ottimo lavoro. C'è il collega Cognetta che annuisce proprio per questo. Io, nel mio piccolo, non mi sento di dire sì o no alla quotazione di CVA, anche se ho avuto molto a che fare con questa problematica; direi più che altro che questo Consiglio regionale debba valutare la quotazione di CVA, ma non dire né di sì, né di no. Non so quanti di voi siano così capaci e sappiano bene se è meglio o peggio quotare CVA in Borsa, anche perché al punto successivo, dove scrivete "ottenimento del rinnovo delle concessioni delle acque", guardate, non è detto che se voi decidete per la concessione delle acque che queste poi ci siano, perché ci sono delle gare d'appalto per questo e al momento c'è un problema: la Regione è proprietaria delle acque e dovrebbe essere la Regione a mettere in appalto la concessione delle acque, perciò ci potrebbero essere dei problemi, perché qualcuno potrebbe ricorrere. Invece, se ci fosse la quotazione in Borsa della CVA - questo non per dire che si deve quotare o meno -, ci sarebbero altri proprietari all'interno della stessa CVA e il problema non esisterebbe, anche perché noi siamo gli unici in Europa ad aver messo la gara di concessione. Bisogna fare una gara per avere la concessione delle acque e questo è un problema che occorre risolvere a livello nazionale, perché fa parte del famoso "decreto Bersani". Perciò non è così semplice dire "concessione delle acque"; c'è una gara d'appalto, ma noi ce le possiamo perdere tutte le concessioni delle acque. Queste gare d'appalto si fanno cinque anni prima della scadenza e quasi tutte le scadenze delle nostre concessioni sono portate al 2029, perciò fate i conti: nel 2024 bisogna attuare le gare.
Ho cercato tanto in questo programma la cultura, soprattutto i beni culturali: non c'è una riga sui beni culturali della Valle d'Aosta! Mi sembra un assurdo incredibile, perché diciamo che la Valle d'Aosta basa tanto il turismo anche su questo, e non solo. Si vede che non è così importante...
Poi arriviamo all'agricoltura, che ho seguito negli ultimi mesi. La superficialità con cui si parla di agricoltura, con tutto quello che abbiamo discusso in quest'Aula - e non sei anni fa, ma due o tre mesi fa - secondo me è imbarazzante, perché si parla di "riorganizzazione, riqualificazione dell'agricoltura e dell'allevamento". Spiegatemi che cosa vuol dire. Spiegatemi anche cosa vuol dire "accompagnamento delle aziende nella crescita". L'accompagnamento delle aziende nella crescita - forse non lo sapete - c'è sempre stato e c'è ancora. Addirittura con il PSR tutti gli agricoltori e gli allevatori che fanno domanda hanno una misura attraverso la quale pagano il professionista che svolge tutte le pratiche, e non ci fermiamo lì: c'è l'assistenza tecnica regionale, poi ci sono i professionisti con il PSR, c'è la formazione in collaborazione con l'Institut Agricole, che è una scuola importantissima per i nostri ragazzi che vogliono intraprendere questa via nell'agricoltura, perché li forma, li aiuta e organizza, in collaborazione con l'Assessorato dell'agricoltura, una miriade di corsi per aiutare questo mondo. Poi ci sono i tavoli di confronto che in questi anni sono sempre stati portati avanti. L'ultimo tavolo di confronto, iniziato a quell'epoca con il Consigliere Viérin e proseguito con me, è stato proprio sul sistema lattiero caseario e sulla fontina: siamo arrivati alla chiusura di questo confronto e tutti gli attori che girano intorno a queste problematiche hanno stilato un documento per come lavorare e come poter incidere in tale settore. Poi si parla di "accompagnamento delle aziende nella crescita e nello sviluppo affinché possano produrre in modo autonomo prodotti valdostani di qualità e di eccellenza". Ma come pensate che li producano? Non ci sono aziende che vengono qua e che producono dei prodotti valdostani... Mi sembra di leggere cose che provengono da un altro pianeta, fermo restando il permanere delle compensazioni europee.
Tornando a due o tre mesi fa, in quest'Aula, avevo il futuro Assessore Elso Gerandin e il Consigliere Chatrian che mi incalzavano tutte le volte che potevano: siccome le compensazioni europee non funzionavano, bisognava aiutare con i fondi di rotazione. Dato che lei, collega Gerandin, mi diceva tutte le volte che c'erano un sacco di soldi sui fondi di rotazione, adesso avrete la possibilità di entrare e di finanziare come aiuti di Stato queste aziende, glielo ricordo, perché non ricevono le compensazioni europee.
Ho seguito un'intervista della signora Spelgatti su un sito on line in cui diceva che gli agricoltori valdostani hanno votato pesantemente la Lega. Permettetemi di dirlo: forse non avete capito le vere esigenze degli agricoltori valdostani.
Poi pensavo ci fosse un capitolo dedicato alle risorse naturali, e qui entriamo nel campo della cantieristica forestale, dove - scusate se mi ripeto - sia il Consigliere Gerandin che il Consigliere Chatrian, anche in campagna elettorale, hanno sempre detto "state tranquilli che i cantieri forestali non si aprono". È una bufala elettorale. Tutti i cantieri forestali stanno lavorando sul territorio e siamo stati anche fortunati, perché con i problemi che abbiamo avuto quest'inverno ci sono tantissimi schianti in tutta la Valle. Lei poi lo vedrà sicuramente in questi giorni: ci sono grandissime problematiche e stanno tutti lavorando in quel settore per non avere grossi problemi fitosanitari il prossimo anno, perché ci sono degli schianti incredibili ovunque. Se non ci fossero in questo momento i cantieri forestali avremmo veramente grosse difficoltà. Comunque i cantieri sono stati aperti, sono state date le qualifiche, sono stati tutti sottoposti a visite e stanno tutti lavorando sul territorio.
Avete tralasciato i Consorzi. Ricordatevi che i Consorzi sono gli occhi sul territorio. Io ho avuto l'onore di lavorare tanto con i Presidenti di Consorzio, e li ringrazio, perché grazie ai Consorzi abbiamo ancora un controllo sul territorio. Ovviamente ci sono ancora interventi da finanziare e mi auguro che con una variazione o con un assestamento, come volete chiamarlo, i primi impegni saranno di pensare a queste strutture: ci sono i canoni di locazione per i capannoni dedicati all'agricoltura e poi c'è anche il problema del trasporto del siero. Sono tutte problematiche che sembrano delle stupidaggini rispetto alle grosse problematiche della nostra Regione, ma sono importanti per il nostro mondo agricolo.
Bisogna poi pensare da subito al nuovo Piano di sviluppo rurale, perché i messaggi che ci vengono mandati dall'Europa non sono rassicuranti. Si parla anche di portare il PSR a livello nazionale e non sarebbe certo una cosa ottimale per una Regione come la nostra. Voglio aggiungere un'altra cosa. Si è parlato tanto delle dichiarazioni antimafia per i pagamenti, ma ricordatevi che dal primo gennaio ritornano in voga, poiché quando un agricoltore - che sta aspettando già da diverso tempo i finanziamenti del PSR - supera i mille euro deve presentare la certificazione antimafia. Sono tutte problematiche da tenere in considerazione.
Qui si parla dello sviluppo di un marchio unico. Probabilmente non avete guardato bene le cose passate in questi anni, qui, in Consiglio regionale e in Giunta. C'è una delibera del 2016 che parla del marchio "Ombrello", poi c'è la delibera del 12 marzo 2018 che inizia a parlare proprio di marchio per tutti i prodotti enogastronomici. Si è già molto avanti e si fa riferimento proprio al marchio "Ombrello" della delibera del 2016. Perciò, con poca attività e con un po' di voglia, si arriva senz'altro a chiudere il discorso del marchio "Ombrello" e dei marchi di qualità.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma non vorrei mettermi qui a spulciare tutti i punti sui quali si è d'accordo o non si è d'accordo. Io mi auguro sinceramente - e poi non voglio dire le solite frasi che in quest'Assise si dicono "per il bene dei cittadini", "per il bene della Valle d'Aosta" o di Pinco e Pallo -, e lo spero proprio, che su tutti questi punti innovativi che avete messo, su tanti dei quali penso potremmo anche essere tutti d'accordo, sarebbe bello poter discutere e partecipare, ma non proprio come oggi, perché, a parte il Consigliere Luboz, il silenzio è stato assoluto, quindi discutere e partecipare sulle problematiche. Un esempio ve l'ho fatto: una problematica importante su cui discutere e da farci spiegare è la quotazione di CVA in Borsa.
Presidente - La parola alla Consigliera Minelli.
Minelli (IC) - Monsieur le Président, Mesdames les Conseillères, Messieurs les Conseillers, permettez-moi juste un petit mot de salutation au moment où, pour la première fois, je prends la parole dans cette Salle, un lieu si important et symbolique pour la communauté valdôtaine et pour moi-même. C'est pour moi un grand honneur représenter ici les électeurs qui ont voté Impegno Civico, une liste civique qui a l'ambition de porter réellement les voix des citoyens à l'intérieur du Conseil régional. J'emploie la langue française nos pas parce que, comme l'a dit Madame Spelgatti, il s'agit d'un acte presque obligatoire, mais parce que je suis persuadée que la possibilité que la Vallée d'Aoste m'a donné d'apprendre dès mon enfance, dans une école publique et gratuite, la langue française est une richesse et une grande opportunité et non le moyen de représenter une idéologie.
Come altri Consiglieri che mi hanno preceduta voglio sottolineare anch'io la genericità di questo programma, che pure ci è stato presentato come un documento che ha richiesto - cito - "tempo e lavoro". Dalla lettura che ne ho fatto nella pausa di sospensione a me è apparso invece piuttosto debole e carente. Rilevo tra l'altro che il documento proposto manca assolutamente di tempistica e di una manifestazione di volontà sui tempi di realizzazione. I punti da discutere sarebbero ovviamente molti, alcuni sono già stati affrontati, ma preferisco concentrare la mia attenzione su quelli che, a mio avviso, sono più macroscopici.
A proposito del sistema dei trasporti, nel programma della maggioranza si parla genericamente di "riqualificazione dell'intera tratta ferroviaria valdostana". Io vorrei capire meglio che cosa ciò significhi, vorrei capire se si vuole dare piena applicazione alla legge n. 22/2016, nata dall'iniziativa popolare e approvata all'unanimità da quest'Aula; si vuole elettrificare tutta la tratta oppure continuare a comperare dei treni bimodali? C'è la volontà reale di riaprire l'Aosta/Pré-Saint/Didier e proseguire la ferrovia fino a Courmayeur? Si vuole approvare rapidamente (e finalmente) il programma strategico di interventi che è già in grave ritardo? Tutto questo non viene preso in considerazione nel programma e meriterebbe, a mio avviso, un approfondimento.
Una seconda questione: che cosa significa per voi rivedere il progetto dell'ospedale? In che modo e in che senso? Anche questo nell'articolazione del vostro programma a me appare quanto mai ermetico.
Per quanto riguarda il Casinò, il problema non è della titolarità della concessione, è ovvio che sia della Regione. La questione è un'altra: ci potete dire chiaramente se intendete mantenerla pubblica o se pensate di affidarne la gestione ad un privato?
Una riflessione a parte merita poi la questione dell'istruzione e della formazione. Due giorni fa abbiamo appreso con stupore, e direi anche con sgomento, la proposta di accorpare l'Assessorato dell'istruzione a quello del turismo e del commercio, una decisione poi fortunatamente rientrata. Già altri colleghi che mi hanno preceduta hanno sottolineato questo aspetto, ma ci tengo particolarmente a dire che, in qualità di cittadina di questa Regione, ma anche di insegnante che ha dedicato ventotto anni della propria vita alla formazione e all'educazione di due generazioni di studenti, pensare di veder scomparire tale Dicastero mi ha lasciata semplicemente senza parole e profondamente indignata. Noto però che nel programma di Governo per questo "Assessorato resuscitato" i temi della scuola, dell'istruzione e della cultura sono affrontati in modo estremamente superficiale. In particolare non ho trovato una sola parola sul problema della dispersione e dell'abbandono scolastico, che in Valle d'Aosta hanno raggiunto percentuali davvero preoccupanti: siamo oggi al 16 per cento, come la Calabria e la Campania. Una situazione che meriterebbe un'attenzione seria e puntuale, se vogliamo garantire ai nostri giovani un futuro più competitivo a livello non solo regionale, ma nazionale ed europeo.
Vediamo con perplessità, nelle vostre proposte di articolazione degli Assessorati, la spartizione della formazione professionale fra l'Assessorato della sanità e quello delle finanze, attività produttive, artigianato e politiche del lavoro. A nostro avviso si tratta di una scelta miope e sbagliata. Il compito di ripensare e di ricostruire la formazione professionale nella nostra Regione spetta naturalmente all'Assessorato della pubblica istruzione, perché è una parte fondamentale del percorso di studi di molti studenti valdostani. Estremamente ridotto è anche il punto sull'Università della Valle d'Aosta che meriterebbe davvero una più ampia trattazione.
Noto inoltre che nel vostro programma non c'è nulla che riprenda la lotta alla povertà, che per noi è invece una priorità e che anche in Valle d'Aosta ha raggiunto dati significativi e allarmanti: oltre novemila valdostani si trovano in condizioni di povertà relativa, siamo all'undicesimo posto per incidenza di povertà a livello nazionale e il dato relativo alla disoccupazione, strettamente legato a quello della povertà, è del 7,8 per cento nel 2017. Non trovare accenno specifico a tutto ciò nel programma di Governo della nuova Giunta è quantomeno singolare e assolutamente poco responsabile.
Due punti vorrei evidenziare che ci appaiono invece positivi, ma su cui vigileremo attentamente: l'interruzione dell'iter di quotazione in Borsa di CVA e l'impostazione della gestione dei rifiuti prevista con tariffa puntuale e il potenziamento della raccolta differenziata dell'organico con un ATO unico, temi che riteniamo particolarmente importanti e che avranno tutta la nostra attenzione.
Presidente - La parola al Consigliere Borrello.
Borrello (AC-SA-PNV) - Signor Presidente, cari colleghi e care colleghe, è con orgoglio che ci apprestiamo ad iniziare questa nuova legislatura, un orgoglio legato essenzialmente alla possibilità che mi è stata riconosciuta dai cittadini di poter interpretare questo ruolo istituzionale così importante di rappresentante all'interno del nostro parlamento, il parlamento della Valle d'Aosta. È un orgoglio, una soddisfazione personale che condivido con tutti voi trentacinque colleghi, perché è un onore essere qui a rappresentare le istanze e le preoccupazioni che i cittadini ci hanno manifestato all'interno della campagna elettorale e che vivono e sentono fortemente. Un saluto va a tutti i colleghi e alle colleghe, con particolare riferimento ai nuovi rappresentanti all'interno di quest'Aula, con l'auspicio che il dibattito sia sempre caratterizzato dalla voglia di un confronto con il bene supremo e unico dell'interesse dei valdostani.
Ho detto che vi è in me un forte sentimento legato all'orgoglio, ma c'è anche la forte preoccupazione del momento che stiamo vivendo, che è stato anche manifestato e caratterizzato da alcune tensioni all'interno della campagna elettorale, dove ci saranno sempre momenti di dualismi e di contrapposizioni di idee, ma, una volta finita la tornata elettorale, bisogna sedersi intorno ad un tavolo e cercare di portare avanti delle idee, dei progetti per cercare di dare delle risposte alle esigenze e alle istanze dei cittadini valdostani.
La tornata elettorale ha prodotto un risultato che è manifestato all'interno di quest'Aula. Quando sento alcuni colleghi snocciolare dei numeri riguardo alla reale rappresentatività in termini di voti di una maggioranza che è in fase di predisposizione e l'opposizione, ricordo solo che siamo qui con questi numeri perché stiamo applicando una legge elettorale: rientra nell'applicazione di quelle leggi regionali che questa Assise, che ha carattere legislativo, ha votato. Faccio un passaggio legato anche alle valutazioni numeriche del 2013. A seguito dell'applicazione della legge elettorale che prevedeva delle coalizioni, se vi ricordate, anche in quel momento (io ero in maggioranza all'interno della coalizione che aveva vinto la tornata elettorale), la valutazione numerica della coalizione che aveva vinto aveva un'espressione di voti minore delle due coalizioni rappresentanti l'opposizione, che in quella fase, rispettando la legge elettorale dell'epoca, non avevano trovato delle convergenze per fare una coalizione unica. Può essere una valutazione di carattere statistico, sicuramente, ma dal punto di vista politico non è una valutazione che può essere presa in considerazione, perché noi stiamo applicando le risultanze di una legge elettorale votata da questo Consiglio; una legge elettorale che - mi ricordo benissimo - aveva portato alla definizione di un valore percentuale per quanto riguarda il cosiddetto "premio di maggioranza", nell'eventualità che una coalizione o un singolo partito potessero raggiungere il valore del 42 per cento.
Noi non entriamo nel merito di essere autonomisti o meno, o avere le patenti dell'Autonomia. Il nostro percorso politico ci ha portato a contestare un'interpretazione dell'Autonomia con degli atti forti che abbiamo condiviso con molti dei rappresentanti all'interno di quest'Aula, con l'unico interesse di dare una diversa interpretazione dell'Autonomia per cercare di portare avanti quelle istanze che i cittadini valdostani ci chiedono. La coerenza di questo progetto politico, da noi portato avanti nel marzo del 2017, ha portato al gruppo consiliare che rappresentiamo in quest'Aula; quindi, con i colleghi Restano, Fosson e Marquis, ma pure con il collega Norbiato che era presente in quel momento in Consiglio regionale, ci ha portato anche ad accettare l'opposizione, perché noi avevamo fatto un percorso e lo credevamo necessario, al fine di poter dare un "cambiamento" - parola inflazionata in questo momento, e forse negli ultimi anni eccessivamente utilizzata - e dare delle risposte ai cittadini valdostani. È la soluzione giusta, è la soluzione sbagliata? Non abbiamo la verità in tasca, ma penso che nessuno dei trentacinque Consiglieri abbia la verità in tasca. Io penso che ci sia un'assunzione di responsabilità e di coerenza rispetto ad un percorso che abbiamo fatto, che ci ha portato a colloquiare in primis con le forze che ci hanno accompagnato e con le quali abbiamo fatto un percorso dal 2017 fino alle elezioni.
La preoccupazione che esprimevo all'inizio del mio intervento è legata anche all'aspetto di carattere economico. Siamo tutti consapevoli che sono diminuite in maniera sostanziale le risorse pubbliche, l'abbiamo valutato in maniera tecnica amministrativa nei vari bilanci che si sono susseguiti durante la XIV legislatura, abbiamo potuto constatare le difficoltà nei rapporti con lo Stato e con l'Europa e la difficoltà nella gestione del sistema Valle d'Aosta con una diminuzione così pesante delle risorse economiche. La sfida del futuro, con la consapevolezza delle difficoltà economiche che ci sono, è quella di cercare di mantenere, con la forza delle idee e della programmazione, lo status di qualità del sistema Valle d'Aosta. È una sfida importante e complicata, alle cui responsabilità non ci sottraiamo.
Una considerazione legata all'ultimo bilancio approvato all'interno di questa Assemblea, dove noi c'eravamo, bilancio che avevamo contestato in quel momento specifico (avevamo contestato tutta una serie di problematiche): avevamo detto che sarebbe stato difficile governare la Valle d'Aosta, perché si ha la consapevolezza delle attuali disponibilità finanziarie incardinate nel bilancio della Regione autonoma della Valle d'Aosta. Questo non ci spaventa, aumenta la consapevolezza delle difficoltà, aumenta la voglia di cercare degli spunti, delle convergenze affinché si possano andare a creare elementi di positività per quanto riguarda la Valle d'Aosta.
Una considerazione di carattere generale per quanto riguarda il programma. Come avete potuto vedere e come è stato enunciato dalla collega Spelgatti, è una sintesi, un'intesa rispetto a dei punti sui quali c'è convergenza e sui quali crediamo di poter dare delle risposte. Sappiamo benissimo - e l'abbiamo ripetuto anche in tanti momenti della campagna elettorale - che, al di là dell'evoluzione politica, c'è una macchina amministrativa che deve andare avanti, quindi non è riconoscere o meno la paternità di alcune iniziative che per noi è importante. Abbiamo la consapevolezza che ci sono dei procedimenti in atto, ma la buona politica si fa anche riconoscendo il lavoro degli altri e portando avanti le manifestazioni amministrative che hanno elementi positivi.
Parlando di "programma" devo poi ringraziare pubblicamente la collega Rini, la quale, in maniera decisa, convinta, forte dell'esperienza amministrativa e politica che ha prodotto in questi anni, ha voluto dare il proprio supporto mettendo sul tavolo gli elementi che devono creare degli aspetti positivi per i cittadini valdostani, mettendo in prima battuta l'interesse pubblico rispetto agli interessi di carattere personale. È per questo motivo che, a nome di tutto il gruppo, la ringraziamo per il lavoro svolto e per la disponibilità che ha dato per quanto riguarda la redazione di un programma che, come avete visto, è concreto, è fatto di punti fortemente condivisi, senza pregiudizi ideologici, e con umiltà e con ambizione cercheremo di portarlo avanti per il bene dei cittadini valdostani.
Presidente - La parola alla Consigliera Pulz.
Pulz (IC) - Per me è un'impresa difficile intervenire su un programma decisamente superficiale che non esprime una vera visione politica, sicuramente per via della concentrazione di forze, mi verrebbe da dire per via di "un'ammucchiata", ma non so se si può usare questo termine in quest'Aula. È un programma che accenna a tanti punti fondamentali, certo, ma senza darci la possibilità di dominarne alcuno. L'impressione è che la finalizzazione del programma, che avrebbe richiesto - come è stato detto da parte vostra - tanto lavoro, abbia riguardato soprattutto la spartizione delle poltrone e meno male che abbiamo almeno queste a nostra disposizione, altrimenti saremmo anche seduti per terra!
Vorrei comunque provare a commentare qualche punto forte su cui tacere vorrebbe dire essere allineati, e quindi complici. Innanzitutto mi ha colpito questa dichiarazione di antifascismo da parte di alcuni di voi, non da parte di tutti. Mi piacerebbe sapere che cosa pensa la nostra eventuale futura Presidente della Regione e vorrei anche sapere come riuscite a tenere insieme tante contraddizioni. Questo mi colpisce. Fate riferimento esplicitamente alla Lega di Matteo Salvini, Lega Vallée d'Aoste ma di Matteo Salvini: un partito nazionalista omofobo, un partito razzista che strizza l'occhiolino al Front National di Marine Le Pen. Non è passato tanto tempo dal 25 aprile, ci ricordiamo benissimo dei Sindaci leghisti che hanno disertato le commemorazioni e poi, stando anche solo alla realtà locale di cui ci dobbiamo occupare, ma senza dimenticarsi di tutto il resto, nel Comune di Aosta siede un rappresentante di CasaPound, proprio qui, in Valle d'Aosta, Medaglia d'Oro della Resistenza. Mi viene il dubbio che non abbiamo tutti in mente la stessa definizione di "fascismo" e di "antifascismo". Io allora ne prendo in considerazione una che sicuramente pacificherà tutti quanti, è la definizione di "fascismo" di Primo Levi in un testo del 1974, un passato che credevamo non dovesse tornare più. È un testo famoso che dice: "Ogni tempo ha il suo fascismo, se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere e attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente con il terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine e in cui la sicurezza di pochi riposava sul lavoro forzato e sul silenzio di molti". Primo Levi dice "fascismo di chi distorce l'informazione e riposa sul lavoro forzato altrui". Queste parole le sento riecheggiare nella mia mente quando ascolto il vostro programma e sento che c'è l'intenzione di aprire un tavolo di lavoro, di confronto con lo Stato sul tema dell'immigrazione. Io mi chiedo perché: c'è forse un'emergenza immigrazione in Valle d'Aosta? Abbiamo circa 315 richiedenti asilo (giovani tranquilli che non danno nessun problema) e la Valle d'Aosta è in testa alle classifiche dei Comuni con il minor numero di accoglienze. Allora mi viene da dire che davvero i leader autoritari, di cui forse desiderate far parte, traggono molti vantaggi sfruttando le ansie e inventando le storie a cui la gente vuole credere; una storia inventata, infatti, ha molta più presa rispetto alle tesi razionali.
La politica non deve parlare alla pancia, al ventre della gente, la politica - e questa è la nostra responsabilità anche in quest'Aula - ha il compito di guardare lontano, di essere lungimirante, di non ridursi a semplice amministrazione, deve anche sapersi fare carico delle battaglie culturali del nostro tempo, tenendo sempre aperta la prospettiva del futuro e la responsabilità nei confronti delle nuove generazioni. Voi a queste state pensando - lo leggiamo nel programma - e, per preparare bene queste nuove generazioni in Valle d'Aosta, voi tornate a parlare di "civilisation valdôtaine"; magari vogliamo ritirare fuori il Ghignone come trent'anni fa. Nemmeno l'Union - e mi scuso per il riferimento - fa più questi discorsi da molti anni e ha smesso di fare retorica valligiana e particolarista.
Mi chiedo allora dove siano le vostre idee, dove siano le vostre proposte; qual è questo patrimonio storico, culturale, etico che noi vogliamo trasmettere ai nostri giovani? Certo, patrimonio locale, ma anche nazionale, ma anche internazionale in un quadro europeo molto ampio. Come li formeremo questi cittadini nel tempo e come li formeremo a vivere questi tempi complessi che sono i nostri? E poi, scusate, questo richiamo alla patria mentre sono ancora in corso i convegni, gli studi per il centenario dell'immane tragedia che è stata la Grande Guerra, è un riferimento che mi imbarazza! E questo richiamo all'identità personalmente mi spaventa. Di quale identità stiamo parlando? Quella dei marocchini e degli albanesi che sono negli alpeggi a prepararci la fontina buona o quella delle donne dell'Est che sono qui a prendersi cura dei nostri anziani? L'identità che cos'è? Questo ci porterebbe molto lontano, ma sicuramente è fluida ed è in continuo mutamento, è un fenomeno inarrestabile, che ci piaccia o meno. Così come muta l'assetto delle famiglie. Quali famiglie abbiamo in testa quando parliamo di politiche sociali? A quali famiglie guarderemo, dove andrà la nostra attenzione?
A me piacerebbe sapere cosa ne pensa più nel dettaglio la nostra forse futura Presidente della Regione, una Presidente donna per la prima volta, e di questo non possiamo che rallegrarci, perché sarà comunque una svolta storica. Tuttavia noi non potremo darle la nostra fiducia, perché la composizione di questa maggioranza, di questa "ammucchiata" ci preoccupa e ci spaventa. Vogliamo però rispondere positivamente al suo appello: non saremo contro per principio, ma sapremo distinguere le proposte, quindi sapremo valutare di volta in volta. Annoteremo con coraggio e senza paura la mancanza di orizzonti ideali di riferimento, perché, se è vero che la politica deve dare risposte concrete ai bisogni reali delle persone, non può dimenticare tutto un orizzonte ideale che la deve far vivere come una linfa.
Per concludere, vorrei ancora dire, visto che forse avremo una Presidente donna, che dovremo lavorare - e lo diciamo fin d'ora - per favorire l'entrata delle donne nella comunità politica valdostana. In un mondo ideale non servirebbero delle misure, ma siamo in un mondo reale, molto reale e molto lontano dall'ideale. Diciamo quindi fin d'ora che saremo a favore di una revisione della legge elettorale, dove dovrà essere introdotta - questa sarà la nostra ferma proposta - la doppia preferenza di genere e dove la rappresentanza di genere andrà tutelata in tutti i modi in un rapporto di 60/40 per le future liste elettorali, perché noi speriamo che in quest'Aula, che ci auguriamo non sia troppo grigia e sorda, ci possano essere sempre più sguardi di genere. Che cosa cambierebbero gli sguardi di genere? Sicuramente noi donne siamo più capaci di trovare soluzioni anziché generare conflitti. Vorrei concludere con la citazione di una grande filosofa, Hannah Arendt, in modo che ci guidi, che scriveva: "Anche nei tempi più bui noi abbiamo diritto di attendere una qualche illuminazione".
Presidente - La parola al Consigliere Farcoz.
Farcoz (UV) - Bon après-midi à tous et à toutes les collègues. J'avoue que je suis en train d'observer un climat tout à fait surréel de la part de cette majorité, peut-être pour le fait que cette majorité a la majorité des consensus d'un côté de l'opposition, tandis que le nombre des votes qui sont à la majorité évidemment ne sont pas supérieurs. Cela je peux le comprendre dans un système majoritaire, mais de l'autre côté, du point de vue d'un système proportionnel pur, je ne peux pas évidemment le tolérer. Peut-être pour le fait que cette soi-disante majorité a mis au premier point du programme la fameuse "discontinuité", sauf après se proposer avec des élus qui, oui, sont discontinus, mais avec l'électorat qui les a votés en cette législature et dans celle qui est juste terminée. Peut-être pout l'iter avec lequel vous vous êtes approchés aujourd'hui en passant par l'Assesseur technique, par la suppression d'un Assessorat, sauf après faire des modifications minimales liées plus à des intérêts personnels que pour une logique d'organisation de la Région. Peut-être parce que quand nous avons commencé le point n° 5 à l'ordre du jour, j'ai eu l'impression d'assister à la relation de la candidate Présidente de la Région Lombardie plutôt qu'à celle de l'action.
Colleghi, come valdostano non posso accettare che la candidata alla Presidenza della Regione autonoma Valle d'Aosta, nella sua relazione di presentazione, dica: "Pare sia obbligatorio in questo genere di discorso almeno un po' di francese. Sia. Vallée d'Aoste je t'aime". Non posso accettare che la storia linguistica di questa Regione sia banalizzata in questo modo. Peraltro sono anche in imbarazzo per coloro che, nel corso di questa campagna elettorale, facevano propaganda attraverso volantini con scritto sopra "Coradzo, valdoten" [traduzione letterale dal patois: "Coraggio, valdostano"] della Jeune Vallée d'Aoste. Coraggio, sì, ma per non prendere le distanze da questo genere di dichiarazioni. Allo stesso tempo sono ancora più preoccupato da questo continuo riferimento alla Lega di Matteo Salvini, quasi come se questa operazione fosse più funzionale alla propaganda di Salvini stesso, che può così dire di aver conquistato la Valle d'Aosta, piuttosto che un'operazione utile alla nostra Regione. Tutto ciò con il benestare dei partiti o, meglio, di quello che resta (autonomisti), ai quali non rimprovero il fatto di aver chiuso un'alleanza con la Lega di Matteo Salvini (legittimo, in un sistema di proporzionale puro), ma di aver ceduto l'intera Regione nelle mani della Lega pur di occupare qualche posto apicale. Ricordo però qualche illustre personaggio della politica valdostana appartenente a qualche partito che era in maggioranza, o comunque pseudo maggioranza, che diceva non si governerà mai a diciotto, eppure stiamo assistendo a questo spettacolo.
Un punto però lo condivido, ed è quello del rispetto di tutte le culture presenti in Valle d'Aosta. Mi chiedo allora come sia possibile che la Lega di Matteo Salvini si sia rifiutata categoricamente di sedersi al tavolo con l'Union Valdôtaine, anche solo per una chiacchierata ufficiale di rispetto, come peraltro hanno fatto le altre forze e i Cinquestelle che ringrazio per questo genere di rispetto, perché io considero il Mouvement, quello dell'Union Valdôtaine, un movimento culturale prima ancora che un partito, anche se si è perso in tanti rivoli, anche se a volte sono stati fatti degli errori, ma la cultura unionista in senso lato non può essere così bistrattata. La storia dell'Union Valdôtaine molte volte ha collimato con la storia della Valle d'Aosta e lo sarà ancora. Allora mi viene il dubbio che la Lega di Matteo Salvini non sia anti-italiana, come è scritto nella relazione, ma che sia anti-valdostana.
Apprezzo invece l'apertura all'Europa e all'Unione europea, anche se è ripreso marginalmente nel programma, ma non vorrei che, con il nuovo trend nazional-centrico leghista e le recenti tensioni Italia-Francia, la succursale di Matteo Salvini in Valle d'Aosta organizzasse le proprie riunioni sotto la lupa in piazza della Repubblica, in sostegno del suo leader. Un partito, quello della Lega di Matteo Salvini, che si è dimostrato, almeno in questa prima giornata di Consiglio tramite alcuni dei suoi leader, ghiotto di potere per dimostrare altrove che il processo di colonizzazione politica potesse avvenire anche nelle Regioni autonome a trazione autonomista. Spero di essere smentito.
È un progetto che non può piacere a chi ha a cuore lo sviluppo della Valle d'Aosta, una Valle d'Aosta che necessariamente deve riprendersi quello che culturalmente e socialmente, ahimè, ha abbandonato. Questo Governo della lupa e della poltrona, con questo programma privo di novità, non può essere la risposta.
Si dà atto che dalle ore 17:30 assume la presidenza la Vicepresidente Emily Rini.
Rini (Président) - La parole au collègue Daudry.
Daudry (UVP) - Je pense que je dois dépenser quelques mots aussi de ma part, en commençant cette intervention pour saluer les collègues assis dans cette Salle, comme il a été déjà souligné. Nous sommes en plusieurs que nous sommes ici pour la première fois dans cette Salle, qui est très importante et qui représente la partie la plus importante de nos institutions et, bien évidemment, de notre Région.
C'est une grande émotion être en face de cette grande écrite, qui nous rappelle que nous sommes un peuple, tous ensemble, un peuple peut être à ce moment un peu divisé, un peuple qui a des difficultés à se retrouver à l'intérieur de projets politiques unis, mais je crois, et je reviendrai sur ce point, que notre histoire, notre culture, notre institution même nous permettra d'aller de l'avance et d'affronter cette période.
Rispetto al dibattito programmatico penso che tutti voi possiate comprendere che, come nuovo eletto, sia più difficoltoso da parte mia entrare direttamente nei punti espressi nella presentazione della collega Spelgatti, ma sicuramente alcune considerazioni di ordine generale credo che vadano sottolineate, anche a nome del gruppo all'interno del quale ho l'onore di essere stato nominato oggi a capo, e anche in vista del fatto che abbiamo appena superato una fase elettorale importante doppia (il 4 marzo e il 20 maggio). In questa giornata abbiamo assistito a tanti sorrisi, a tante cose, anche a manifestazioni di sicurezza che appartengono a chi è qua da parecchio tempo, a chi conosce bene il mestiere e anche sicuramente a chi è trasportato dall'entusiasmo sincero - si immagina - del cambiamento.
Abbiamo percepito comunque una grande preoccupazione ad iniziare questo progetto di maggioranza a diciotto e soprattutto siamo preoccupati noi come gruppo, perché crediamo di aver visto bene, di aver visto lungo a rinunciare a volervi prendere parte. Lo diciamo perché, proprio in riferimento alle scadenze elettorali di cui abbiamo detto poc'anzi, ai valdostani che si sono recati alle urne, abbiamo sentito fare degli approfondimenti sul voto, delle analisi: in 41 mila circa hanno votato l'area autonomista, 36 mila bianco (nulla, non voto), 22 mila i partiti nazionali, di cui 10.900 la Lega. Noi crediamo di poter interpretare che queste persone, che sicuramente si sono recate al voto esprimendo la loro preferenza, una sola cosa non volevano nelle loro intenzioni: una partenza a diciotto, memori ovviamente di quella che è stata la legislatura tormentata precedente che ha creato un'impasse non solo in quest'Aula, ma anche fuori di qua. Soprattutto gli elettori valdostani hanno chiesto, recandosi al voto, di portare oggi in questa Sala un progetto condiviso e duraturo, quindi sicuramente con numeri diversi. Perché questo non è accaduto? Da parte nostra questo non è accaduto perché non si è interpretata correttamente la modalità elettorale con cui ci si è presentati ai valdostani; ci siamo presentati tutti singolarmente e questo presupponeva principalmente, non solo dagli eletti, ma anche dai movimenti - e anche su questo punto torneremo - la capacità di fare sintesi, la capacità di analizzare il voto e di dire: da oggi si parte da zero, dimentichiamoci tutto quello che è successo nel quinquennio precedente, diamo un progetto serio e duraturo, apriamo e chiudiamo una parentesi.
In questa fase travagliata di costituzione della maggioranza a diciotto anche certi rappresentanti delle categorie sindacali e produttive hanno lanciato un messaggio chiaro: hanno detto al Consiglio regionale di presentare e preparare un progetto che avesse tutt'altri crismi rispetto a quello a cui stiamo assistendo oggi. Siamo quindi preoccupati per questa partenza azzoppata e che non va, a nostro avviso, a rispecchiare l'espressione e l'intenzione della nostra comunità, ma che si trascina, che non ha saputo ripartire da zero mettendo tutte le persone intorno ad un tavolo e scrivendo assieme un programma, costruendo assieme una coalizione che tenesse conto di quel voto, ma si è voluto ancora continuare a ragionare con il pregresso, con quello che c'è stato: con i rancori, con i veti, con la logica del conto.
Un'altra cosa che, a nostro avviso, è stata disattesa o forse si è cercato di volerla trasformare è che questo voto non è avvenuto con il sistema maggioritario, è un proporzionale puro. Nessuno ha vinto: c'è un primo in classifica, un secondo in classifica, un terzo... Questa analisi, sempre a nostro avviso, da parte dei movimenti e degli eletti doveva essere portata a questo tavolo dove gli elettori ci hanno chiesto stabilità; sicuramente non ci hanno chiesto di riproporre una maggioranza a diciotto.
Per quanto riguarda l'altro aspetto della parola "cambiamento", quando si presenta e quando si porta qui all'attenzione del Consiglio un programma, la parola "cambiamento" in politica in questo momento è quella più abusata, è stata il fil rouge che ha giustificato la nascita di questo progetto a diciotto. In realtà dietro questo utilizzo improprio del termine "cambiamento" - lo ribadiamo - c'era esclusivamente una volontà di fare i conti. Qui ci viene una breve parentesi in soccorso per spiegare meglio la nostra posizione su questo punto, quello che è avvenuto a Roma; conosciamo tutti il contratto che è stato firmato a livello romano e ci hanno stupito, anzi, ci sollevano da questo punto di vista le dichiarazioni dei leader romani che hanno fatto il giorno dopo, quando hanno finalmente varcato la soglia dei Ministeri. Dopo tutto un periodo di propaganda in cui veniva abusato il termine "cambiamento", ci hanno spiegato con le loro prime dichiarazioni... di questo noi siamo contenti, in particolare come gruppo Union Valdôtaine Progressiste, perché è il lavoro che abbiamo fatto nella scorsa consiliatura, che hanno fatto i miei colleghi partendo da una posizione di opposizione per poi andare nelle istituzioni e prendere i dossier in mano, perché le cose si fanno portando avanti le soluzioni sulle cose concrete che ci sono da fare. Per chiudere il cerchio, era esattamente quello che ci avevano chiesto i valdostani. Pertanto, da una parte, un progetto non a diciotto elementi e, dall'altra, la volontà e la capacità di lavorare concretamente sugli aspetti che servono per superare la crisi in atto rispetto alla nostra amata Regione.
Saranno sicuramente i miei colleghi, con la loro esperienza, ad entrare più concretamente in quello che è il programma, ma in linea di principio, anche qui per sfatare un falso mito che circola - quello dei provvedimenti utili, che è importante che siano approvati -, è importante che ci sia una condivisione su alcuni temi che ci sembra - il falso mito sta in questo - una ricerca affannosa da parte vostra, e da qui la preoccupazione di cui dicevamo all'inizio, di ottenere i voti in più rispetto ai diciotto. Noi sicuramente saremo presenti sui temi, sulle cose utili che sono condivise e che rappresentano un percorso, anche in Commissione, con un lavoro fatto assieme, perché va da sé: io provengo da un'esperienza più piccola, in Comune, e in queste piccole Assise tutti i provvedimenti utili devono essere approvati. Anche su questo rifugiamo un po' la confusione che viene fatta.
Come gruppo dell'UVP siamo sicuramente convinti della nostra scelta, siamo convinti di non avere aderito a questo progetto che profuma di spartizione - accusa mossa al nostro gruppo nella passata legislatura -, un progetto che vediamo anche semivuoto dal punto di vista dei contenuti.
Si dà atto che dalle ore 17:37 riassume la presidenza il Presidente Fosson.
Fosson (Presidente) - La parola al Consigliere Rollandin.
Rollandin (UV) - Cet après-midi on a entendu une série de déclarations importantes sur le document qui a été présenté lors de la présentation de cette majorité. Dans ce document je crois qu'il y a une partie qui donne une idée générale avec toute une série de points, 11 points, et finalement la répartition entre les Assessorats dont on a déjà dit beaucoup.
Je veux rappeler que pendant la législature précédente, qui avait démarré avec un système électoral différent à 18, dans les mois et les années qui se sont succédés on avait essayé de faire de façon de modifier la loi pour ne plus démarrer à 18, car il y a le risque - et je disais même plus que le risque - d'arriver à des points de rupture ou quand même qu'il y ait des difficultés à porter de l'avant des programmes assez importants. On a modifié la loi, on espérait de faire un regroupement de forces pour arriver au 42 pour cent, mais la chose n'a pas été possible et aujourd'hui on est dans la même situation - comme il a été dit - de la législature précédente. Dans la législature précédente il y avait les 18 qui faisaient partie de l'équipe qui avait quand même gagné les élections, mais cette fois la chose est différente, il y en a 17, à laquelle s'est ajouté une personne, Madame Rini, qui a donné la possibilité de démarrer aujourd'hui. Je veux rappeler que c'est la même façon d'agir du système romain: à Rome, lorsqu'on disait qu'on est faibles au Sénat et qu'il y a des problèmes, eh bien, il y a le système de transférer quelqu'un d'autre d'un côté à l'autre. On n'approuve pas cette tactique, mais on doit évidemment en prendre acte.
Le problème qui se pose aujourd'hui est de faire quelques déclarations sur un programme dont les prémisses sont parfois un peu difficiles à comprendre. "Non sono poi interessata a farmi intestare a una corrente più o meno dichiarata di assimilati, non già ad una cultura, ma a un sistema. Quel sistema non fa parte di me. E non ne vorrò mai far parte": io ho qualche difficoltà a capire qual è la congiunzione che le interessa, francamente mi rimane difficile. E poi ancora: "È anzi mia precisa intenzione far sì che tutta la cultura, tutte le culture di questa mia patria - perché sono nata qui, e anche la Valle d'Aosta è la mia patria - possano finalmente esprimersi liberamente, crescere e fiorire senza essere meccanicamente ricondotte ad appartenenze claniche asfissianti, sfibranti e impoverenti". Sarà un concetto forte, ma di ricadute sul programma io ne vedo pochine, però non è necessariamente un obbligo. Poi quello che mi ha incuriosito è sicuramente il fatto di un'ondata di ottimismo: "La Valle d'Aosta può e deve tornare a essere l'isola felice". È un po' che avevamo abbandonato concetto di isola, per di più felice. Avevamo detto che non volevamo essere un'isola, anzi, vogliamo contattare tutti, essere nella situazione di parlare con tutti: svizzeri, francesi, i cugini piemontesi e così via. Credo che dovrebbe un po' spiegarci cosa significa per lei l'isola felice. Noi prima di tutto non siamo un'isola, perché siamo sicuramente una realtà e a maggior ragione abbiamo cercato di essere presenti in quella situazione generale portata avanti con grande forza dalla Lega, dal Presidente Maroni, quella delle macroregioni, che è l'esatto opposto dell'isola felice. Le macroregioni non sono le macroregioni alpine o, come voleva dire qualcuno, due o tre Regioni del Nord che si mettono assieme; la macroregione è invece un organismo che si riunisce, che finalmente ha avuto il placet europeo, che vuole tenere conto della realtà alpina, di quello che noi abbiamo da tempo fatto presente e sul quale vogliamo continuare ad insistere, affinché la realtà alpina, la realtà della montagna sia capita in tutte le sue declinazioni. Questo secondo noi è l'aspetto più pregnante che non il fatto di isolarci o di dire: siamo solo noi.
Pour ce qui concerne tous les autres onze points que vous avez évoqués, je crois que, si nous allons relire les différentes présentations des documents préparatoires pour les différentes majorités qui se sont succédées, la plupart de ceux-ci sont présents. Comme il a été dit, il y a des points qu'ont été déjà réalisés. Par exemple la "funivia società unica" est déjà une réalité ; je crois aussi que reprendre les "norme di attuazione" c'est normal de le rappeler. "Principio dell'intesa", je l'ai dit: celui-ci ou est constitutionnel ou il n'a pas de valeur ; heureusement on a raté le moment où il y avait cette modification de la Constitution et donc on n'est pas à même d'arriver à ce point. Au contraire, on est convaincus que la question de l'Eurodéputé est un aspect important, on a déjà présenté la requête et la présentation de la loi, mais on n'a pas eu de succès. J'espère qu'il y ait par la suite une possibilité d'avoir des résultats avec des conditions différentes, mais jusqu'à aujourd'hui ils n'ont jamais répondu positivement à ces requêtes. Sur la question des fonds européens, je voudrais seulement dire que la Région sur ce point a fait des efforts importants. Je crois que c'est la seule Région à même d'utiliser au mieux les fonds européens et, sans doute, si on peut en avoir davantage, c'est un travail que sûrement il faudra faire.
Après il y a d'autres points : les personnes âgées, l'ISEE et sur les appels d'offre il y a déjà une loi qui - comme quelques collègues ont dit - est en train d'aller de l'avant. Il y a le problème des autoroutes, des transports : là tout le monde dit qu'on devrait avoir un rabais, mais on sait que celui-ci est difficile à prévoir lorsqu'il y a des infrastructures qui se trouvent dans des difficultés aussi économiques ; je crois que c'est bien de le rappeler, mais c'est difficile à réaliser. Sur les autres points, les "valorizzazioni" prévues dont au point 8, la loi n° 48, ça fait depuis longtemps qu'on parle pour les Communes d'un "Osservatorio".
Le point moins développé - et je n'ai pas compris si c'est un hasard - est la question de l'immigration, à propos de laquelle on a seulement une demi-ligne (le point 11). Peut-être vous l'avez développé dans d'autres parties, mais dans le programme il y a le point 11 qui, comme vous avez vu, ne dit rien : "Vogliamo discutere dell'immigrazione", c'est peu, il faudrait au moins dire quelle est la proposition que vous allez faire "Apertura di un tavolo di confronto con lo Stato sul tema dell'immigrazione": s'il ne manque rien, il termine là. C'est peu, parce que c'est un thème qui est à la une. Il ne suffit pas de dire "Apriamo il tavolo", il faudrait au moins avoir les assiettes et tout ce qui est utile pour notre Région, sinon on risque à nouveau de faire des beaux gestes, des interventions spot.
Cela pour dire qu'évidemment aujourd'hui ce n'est pas le cas de discuter dans le détail chaque point du programme ; je crois que quand arrivera le moment d'avoir des réponses réelles à ce thème on pourra clairement voir s'il y a une exigence de votre part de donner des réponses sérieuses ou non.
Un autre aspect dont je crois qu'il serait bien d'en parler un peu plus est la culture: l'Université de la Vallée d'Aoste qui va ouvrir, la possibilité de transférer en basse Vallée le Politecnico à Pont-Saint-Martin ; il s'agit d'un engagement pris et il faudrait justement le prendre dans la due considération, mais il n'y a rien de tout cela. Ce sont des arguments un peu difficiles à porter de l'avant, car pas tout le monde est capable d'apprécier les points importants qui vont résoudre ces thèmes, mais je crois qu'on aura le temps d'en discuter plus largement au moment où il y aura la présentation des projets de loi et des délibérations.
Dans son ensemble je ne peux que partager l'avis des collègues: c'est un peu décevant d'arriver aujourd'hui à la présentation de cette relation qui, effectivement, ne dit pas beaucoup pour dire si vous êtes dans la bonne direction ou non, car il n'y a pas de solution, il n'y a pas de perspectives! Alors j'estime que, au-delà de votre impératif "È mia precisa intenzione" de faire du "ripulisti" ou une "ottimizzazione", de faire des interventions radicales sur tout le système de l'Administration régionale, il faudrait avant tout évaluer au mieux ce qui a été fait pendant ces années et surtout la richesse que nous avons, d'avoir aussi du personnel très préparé, à même de porter de l'avant des dossiers. Ce n'est pas facile de les trouver ailleurs, cela on peut le dire et ce n'est pas seulement une attitude à moi, je crois que tous ce qui ont administré peuvent le dire. Et alors il faudrait être un peu plus prudents sur ces thèmes avant de dire qu'il faut éliminer et substituer; je crois qu'il serait bien de faire une analyse avant de procéder.
Presidente - La parola alla Consigliera Certan.
Certan (ALPE) - Chers collègues, permettez-moi de vous saluer tous. Ensemble nous partagerons cette XVe législature et je dirais aussi que nous bâtirons l'avenir des prochaines années de notre Région, et pas seulement des prochaines années, mais des prochaines décennies.
Nous commençons sans doute une législature difficile, sûrement d'alternance et de discontinuité avec le système que nous avons connu jusqu'à maintenant.
J'essaierai d'aller un peu rapidement sur quelques aspects que je tiens à souligner. Le premier. Nous avons bâti, avec d'autres mouvements, un accord que je dirai administratif; cela ne veut pas dire qu'il n'a pas d'aspects politiques, sans doute, mais je crois qu'il est important de rappeler quelquefois la phrase qui dit "Je ne partage pas tes idées, mais j'essaierai que tu puisses les exprimer". Nous avons bâti un accord administratif entre les forces de cette majorité sur un programme et sur des objectifs que nous retenons être - et nous l'avons aussi dit en campagne électorale - des émergences, des nécessités de notre Région. Ce sont des objectifs que nous avons partagés avec les valdôtains ; sûrement il s'agit d'une majorité limitée dans ses nombres, une majorité restreinte, mais je dis qu'elle est solide et, si elle ne le sera pas, nous laisserons la charge avec l'humilité de qui s'engage, en essayant dans ce rôle de majorité de porter de l'avant et d'être proactifs.
J'aimerais souligner un deuxième aspect. J'ai entendu parler d'origine, de culture, de nos gens. Je pense que ceux-ci n'appartiennent pas à quelqu'un, mais à celui qui œuvre pour la Vallée d'Aoste, et à tous les valdôtains. Nous avons tous à cœur notre origine même si elle peut être différente. La présomption et la superficialité avec lesquelles quelqu'un aborde ces aspects que je considère importants m'étonne toujours, comme si la propriété de la langue, des gens, des origines, de la culture appartenait à une ou à deux forces politiques, probablement c'est cette superficialité dans l'analyse qui a produit la défaite du système.
J'aimerais porter à votre attention aussi un troisième point ; il se rapporte aux choix dans certains passages soufferts de mon mouvement et de nous-même, de choisir, de nous accorder sur des points du programme et sur des actions administratives avec des mouvements qui entrent aujourd'hui officiellement dans le Conseil régional après une longue période d'absence. Je dirais que les élections nous ont consigné des résultats sur lesquels il faut réfléchir. La simple analyse: "oh, mon Dieu, où sommes-nous arrivés?" ou de dire, comme je crois que certains collègues on dit, que les électeurs n'ont pas compris le programme ou ils n'ont pas compris la proposition de certains mouvements, je crois que ce soit trop superficiel et, je dirais, aussi dangereux. Je suis de l'avis, au contraire, que les valdôtains aient très bien compris.
J'ai cette représentation: nous sommes sur un sentier de haute montagne, nous sommes sur un sentier très étroit, d'un côté, et, de l'autre, les falaises. Nous avons décidé à petits pas d'avancer, un pied devant l'autre, de ne pas abandonner personne, aucun valdôtain, même s'il n'a pas notre même anorak. Qui veut rester attendre la nuit et la gelée sur le sommet peut le faire, mais nous retenons que pour recommencer la descente il faut travailler ensemble, un pied devant l'autre, à petits pas. Il faut faire un petit peu ce qu'on n'a pas fait dans ces dernières législatures, ou quand même dans les derniers 15-20 ans. Ce n'est pas dit qu'on arrivera à la fin du sentier, rien de sûr, rien de facile, mais nous sommes humbles, nous ne pensons pas avoir raison à tout prix, mais nous pensons pouvoir faire du bien pour notre Région, en apportant, nous aussi, la véritable voix des valdôtains, peut-être d'autres valdôtains, naturellement pas les mêmes, mais sûrement une véritable voix. Nous n'avons jamais piégé aucun électeur.
Io credo che le scelte di una maggioranza, di un programma e delle cariche diventino ufficiali quando scadono i termini, le date ufficiali, non diventino ufficiali per indiscrezioni che escono sui media o sui giornali, con tutto il rispetto naturalmente per queste informazioni. Credo che quando si è voluto dare informazione si è data, ma c'erano anche dei momenti in cui molte cose cambiavano. Penso che ogni variante in corso d'opera debba essere registrata, ma debba anche essere rispettata e sia ammessa.
Infine vorrei soffermarmi sui punti che molti colleghi hanno toccato. Ho apprezzato nei vari interventi chi, entrando nel programma, ha sottolineato dei punti da approfondire o da rivedere. Credo che in questo primo Consiglio sia sicuramente importante e giusto confrontarsi. Saremo a disposizione senza entrare troppo in sterili polemiche. Mi auguro anche che il passare dalla maggioranza alla minoranza non faccia mai dimenticare che in questa situazione ci siamo arrivati forse à petits pas come Valle d'Aosta, per ragioni ben precise e con dei responsabili ben precisi, i quali forse oggi hanno perso memoria o forse preferiscono cambiare punto di vista e fare un po' gli smemorati. Ritengo che una comunità senza memoria sia senza futuro, quindi nulla deve essere dimenticato. Non ascoltare il richiamo forte dei cittadini valdostani e non rispettarlo è anche un gesto di grande superficialità e di irresponsabilità.
Presidente - La parola al Consigliere Ferrero.
Ferrero (MOUV') - Non mi soffermerò tanto sugli apporti che sono stati dati, che per certi versi possono anche apparire simpatici, soprattutto quando si parla di "manuale Cencelli" e di "spartizione di poltrone" da parte di chi potrebbe aprire una facoltà universitaria e che fino adesso l'unica forse poltrona o sedia che non ha occupato è quella della Barbie perché troppo piccola.
Andando a quello che interessa veramente, vorrei esporre intanto la posizione di MOUV', che è di soddisfazione, in quanto buona parte dei punti contenuti nel nostro programma sono stati condivisi con le altre forze politiche facenti parte della maggioranza e, di conseguenza, questo è il messaggio che va anche a chi ci ha dato fiducia, a chi aveva visto in noi un segnale di rinnovamento. È ovvio che il programma non basta. Il programma è troppo generico? Può darsi. Se il programma fosse stato però troppo puntuale ci sarebbe stato rimproverato che senza una discussione non era possibile mettere o redigere un programma così puntuale. Capisco che questo faccia parte del gioco, però alla fine, volendo, si trova sempre qualcosa che non va. È troppo generico quando si parla di gestione privata del Casinò: io direi che non è tanto generico. Come ci si arriva: ma ci sono diverse modalità per arrivarci, non era il caso di declinarle in questa occasione! Come si blocca la vendita del nostro patrimonio di acque della CVA: intanto blocchiamo questo processo e poi troviamo degli strumenti per riuscire a far sì che le acque non vengano sottratte dalle possibilità di manovra dei valdostani, perché l'acqua è la risorsa del futuro, noi la vendiamo o la svendiamo in virtù di accordi che non abbiamo capito perché siano stati presi.
Sinceramente, conoscendo la nominanda Presidente, sono certo che avrà un modo diverso di affrontare le cose rispetto al passato. Sarà migliore, sarà peggiore? Lo vedremo dai risultati, ma sono certo che il metodo sarà diverso.
Come facente parte del MOUV', chiedo sin d'ora alla Presidente di dare un segnale di velocità - al quale parteciperemo ovviamente attivamente anche noi - nell'adozione dei provvedimenti, quindi le leggi che devono essere predisposte devono passare in tempi ragionevoli; non vorrei svegliarmi in primavera da un letargo. So che non sarà così, ma non lo voglio io e non lo vogliono nemmeno gli elettori. Bisogna avere il coraggio di non fare delle epurazioni, perché le epurazioni non servono, poiché c'è del buono dappertutto, ma bisogna fare pulizia e non può essere fatta con lo spolverino. Qui bisogna andare giù secchi con il Lysoform, soprattutto per quanto riguarda le partecipate. Questo è il segnale che deve arrivare, perché abbiamo ottimi amministratori, ottimi dirigenti e pessimi amministratori e pessimi dirigenti, quando non addirittura al pessimo ci aggiungiamo il disonesto. Bisogna quindi avere il coraggio di fare un passo avanti.
Personalmente ritengo anche che, per l'opera che è stata fatta precedentemente, valga la pena - e questo sarebbe anche un segnale importante da parte del nuovo Governo regionale - aprire quegli armadi che nessuna Presidenza precedente ha mai aperto, i famosi "armadi con gli scheletri". Non illudiamoci che l'opera iniziata dalla Magistratura sia finita, è semplicemente l'inizio. A noi, dopo anni di latitanza, spetterà dare il segnale che la politica finalmente è capace di fare pulizia al suo interno, senza più vecchi rispetti cavallereschi, senza più il vecchio "cane non mangia cane"; bisogna andare a fondo e bisogna fare pulizia. Io penso, sono profondamente convinto, sostengo e ho sostenuto sin dall'inizio questa maggioranza affinché ci siano energie nuove in grado di partire per una direzione che spazzi via tutto quello che era inguardabile precedentemente. Come sono state fatte delle cose positive - e questo tutti dovrebbero riconoscerlo -, sono state fatte anche tante cose che hanno nuociuto alla Valle d'Aosta, di cui adesso noi stiamo pagando lo scotto; pertanto qui il compito, che è difficilissimo e gravoso, spetta a chi ha accettato questa sfida.
Io ripongo fiducia nella nominanda Presidente, però dico già che ci sarà anche un affiancamento, almeno per quanto mi riguarda, a livello degli Assessori. Ovviamente facendo parte della maggioranza mi trovo un po' spiazzato, non farò interpellanze o interrogazioni; però, quando avrò della documentazione rilevante, la manderò direttamente all'Assessore e, se non avrò risposta nel giro di venti giorni, mi riservo di assumere di nuovo le vesti dell'"oppositore", perché questo è il segnale che dobbiamo dare: rapidità, velocità, efficacia e pochi bla-bla.
Presidente - La parola alla Consigliera Rini.
Rini (GM) - Cette première Assemblée du Conseil de la Vallée d'Aoste, de la XVe législature, porte à la naissance d'une nouvelle majorité du Gouvernement pour la Vallée d'Aoste ; une nouvelle majorité à connotation autonomiste, caractérisée par la volonté de rendre gouvernable notre Région afin que les toujours plus nombreuses requêtes de la communauté valdôtaine puissent trouver une efficace et, comme disait le collègue Ferrero, immédiate prise en charge.
Le persone necessitano di risposte puntuali e urgenti su tutta una serie di temi, su tutta una serie di dossier che non possono più aspettare. Ho quindi deciso, con senso di responsabilità, di aderire a questo progetto proprio per contribuire a dare governabilità alla Valle d'Aosta, scongiurando una fase e un prosieguo di una fase di impasse politica che avrebbe rischiato di portare la nostra Regione all'ingovernabilità più assoluta. Circostanza che in questo particolare momento la Valle d'Aosta, la nostra Regione, non può in alcun modo permettersi, perché dobbiamo essere onesti, esserlo fino in fondo e dircela tutta: in quest'Aula non tutti, nelle scorse settimane, hanno promosso trattative concrete per cercare di dare una risposta costruttiva al voto del 20 maggio scorso dei valdostani e delle valdostane.
Nel nuovo progetto di Governo che prenderà il via oggi, nell'ambito del quale ho espressamente rinunciato a qualsiasi carica apicale, mi preme sottolineare la mia collocazione di indipendente all'interno del Gruppo Misto, motivo per cui la mia fiducia a questa nuova maggioranza è una fiducia accordata su temi e su punti programmatici condivisi, diversi dei quali ho chiesto venissero inseriti nel programma di Governo, poiché richiesti e ispirati ai miei valori e ai valori del mio elettorato in occasione dell'ultima campagna elettorale. A questo proposito, vorrei davvero ringraziare i colleghi per aver condiviso e inserito tra le altre cose - ricordo brevemente dei passaggi, non è oggi la sede per entrare e sviscerare nel dettaglio ogni singola azione, ogni singolo punto programmatico, è solo una breve panoramica sulle tematiche per me più importanti - misure che garantiscano la conciliazione tra il lavoro e la cura della famiglia; l'elaborazione di nuovo welfare pensato specificamente proprio per la prima infanzia e per gli anziani; il potenziamento della sanità pubblica valdostana, con particolare riferimento ai bisogni della cittadinanza, anche attraverso la riduzione delle liste d'attesa (tema che abbiamo già anche affrontato in passato); l'attenzione alla medicina territoriale; la maggiore prevenzione e l'elaborazione di una strategia utile ad evitare l'esodo di quelle tante professionalità qualificate invertendone, anzi, la tendenza. Per quanto riguarda l'istruzione, sarà importante provvedere all'armonizzazione della riforma scolastica della legge regionale n. 18 con il mantenimento, il consolidamento di quel tavolo di confronto e di collaborazione già aperto con tutti i rappresentanti del mondo della scuola. Nel mese di agosto termina la tanto dibattuta sperimentazione (les adaptations), tema che, con gli errori che solo chi fa commette, abbiamo cercato di portare avanti con tanto impegno. È quindi una sfida che, ne sono certa, chi arriverà saprà portare avanti con grande capacità e professionalità. Si parlava prima del Politecnico: è stata appena firmata la convenzione per lo spostamento del Politecnico nel comune di Pont-Saint-Martin.
Evidenzio dunque il mio contributo al lancio di questo progetto, superando tutte le perplessità, anche quelle che non ho avuto problemi a sottolineare - lo ricordava anche la collega Certan - come fino all'ultimo, come l'iniziale idea di accorpamento dell'Assessorato dell'istruzione e l'attribuzione di un Assessorato ad un tecnico; criticità che, dopo averle poste formalmente sul tavolo nella riunione di maggioranza, hanno trovato subito una rapida ed efficace soluzione, compresa una ridistribuzione delle deleghe assessorili secondo me più funzionale, efficace ed efficiente all'andamento dell'Amministrazione regionale. Di questo ringrazio davvero i colleghi che hanno dimostrato apertura al dialogo, al confronto, e che non si sono trincerati dietro a posizioni inamovibili. Questo, secondo me, è un ottimo punto di partenza.
Oltre alla mia collocazione di indipendente, mi preme rivendicare oggi con forza i valori e gli ideali che porto dentro, che non rinnego assolutamente, nemmeno dopo il sofferto ma necessario passaggio che mi ha portato ad uscire dall'Union Valdôtaine, movimento che ringrazio per tutto quello che mi ha dato negli anni e al quale penso di aver dato tanto a mia volta. Apprezzo particolarmente i toni usati oggi in quest'Aula, anche questo credo sia un buon punto di partenza, e non voglio in alcun modo trasformare questo mio intervento in regolamenti di conti, anche perché non sono solita farlo, considerato che ho già spiegato le ragioni della mia decisione nei modi opportuni e anche perché nutro un profondo rispetto per quest'Aula; Aula dove è giusto che si affrontino da subito i dossier, i temi, le criticità delle valdostane e dei valdostani, quei dossier che sono sul tavolo e che devono essere portati avanti per il bene della Valle d'Aosta e di chi questa Regione la vive e la abita.
Dicevo che è stato un passaggio sofferto nell'Union Valdôtaine, quella attuale, in cui non mi riconosco più, anche dopo tutta una serie di episodi accaduti nel corso dell'ultima campagna elettorale che mi hanno spinta a prendere questa sofferta ma obbligata decisione, considerato che il rispetto e la dignità della persona vengono prima di qualsiasi altra dinamica, almeno per me. Una classe dirigente, quella attuale dell'Union Valdôtaine, che per l'ennesima volta ha dimostrato di non volere o di non avere comunque più la forza di fare una seria e schietta autocritica al suo interno, avendo deciso di evitare un percorso di necessaria autocritica, per esempio attraverso la convocazione di un congresso straordinario d'urgenza. Non mi sono più riconosciuta in questa Union Valdôtaine, anche perché manca ed è mancato un clima sereno per promuovere dialogo e confronto al suo interno. Per questo ho deciso di uscire dall'Union Valdôtaine, una volta constatata la mia impossibilità a cambiare le cose da dentro, anche alla luce dell'inerzia fin qui dimostrata. Prendendo però il coraggio a due mani, spero vivamente che chi ha promesso di rifondare, di rivedere, di rinnovare il Mouvement riesca davvero a fare quello che ha garantito verrà fatto. Guarderò il tutto con estrema attenzione, perché l'Union Valdôtaine è un movimento fatto da numerosissime persone perbene che credono ancora in una politica diversa, fatta prima di tutto di dialogo e di confronto sereni. È a loro che va mio il pensiero e il mio grande ringraziamento, con la promessa di lavorare con impegno e onestà anche per loro, perché i valori e gli ideali si portano nel cuore.
Auguro quindi un buon lavoro ai colleghi che faranno parte del nuovo Governo, della Giunta regionale in fase di insediamento, tra l'altro presieduta per la prima volta da una donna (questo non può che farmi piacere), oltre che ovviamente augurare un buon lavoro all'intero Consiglio regionale per questa XV legislatura.
Presidente - La parola al Consigliere Viérin.
Viérin (UVP) - Nous avons écouté avec attention le rapport de la collègue après avoir entendu ce matin, en cette législature, un début que nous n'avons pas considéré positif et nous avons exprimé toutes nos doutes sur la question du Président du Conseil. D'un point de vue administratif et politique le rapport de la collègue nous impose quelques réflexions, qui sont aussi à l'intérieur des contenus et, pour ce qui est de ce programme, de mérite.
Nous exprimons avant tout - d'autres collègues l'on fait - un souhait en tant que valdôtains, en tant qu'autonomistes, mais en tant aussi qu'élus au sein de ce Conseil, qui ont juré ce matin devant la Constitution et devant le Statut pour un passage de forme, qui est aussi de substance, sur la langue française et sur l'identité valdôtaine. Nous n'avons absolument pas apprécié les mots de la collègue, qui n'est pas une collègue quelconque, c'est la collègue qui ira gouverner la Vallée d'Aoste au-delà de l'appartenance politique à un mouvement et au-delà de l'appartenance politique à un mouvement national. Quand on gouverne, on gouverne pour tous et quand on incarne les institutions on a un devoir de respecter les institutions, le Statut et la Constitution ; c'est sur cela qu'on a juré.
Et donc, collègue Certan, banaliser certains passages... ce n'est pas la question d'être détenteur d'un patrimoine, mais ça fait un peu mal d'entendre une défense sur quelque chose qui ne peut pas être défendue, car on ne peut pas reléguer la langue française à une banalisation qui est un acte dû dans un discours officiel. Les valeurs ne s'achètent pas, les valeurs on les a ou on ne les a pas. Cela à notre avis est grave et je le dis parce que la langue française - quelques collègues l'ont rappelé et nous rappelons cette phrase qui a été soulignée tout à l'heure - est avant tout le fondement de notre Autonomie. En effet, même si des années et des décennies sont passés, aujourd'hui nous ne pouvons pas oublier que ce n'est pas un rite qu'on fait dans un discours, mais c'est quelque chose qui, à notre avis, fait partie de notre communauté et de notre sens d'appartenance, qui a fait des valdôtains de souche et d'adoption. Et sur cela nous partageons certains passages faits, car aujourd'hui être valdôtains veut dire se reconnaître dans la communauté valdôtaine, dans des valeurs qui sont aussi et surtout linguistiques et culturels.
Nous demandons d'ores et déjà au nouvel Assesseur à l'éducation et à la culture d'être le garant de cette prérogative, car être Assesseur à l'éducation et à la culture dans une communauté qui est une minorité linguistique non seulement pour la langue française et le patois, mais aussi pour les parlées walser ainsi que pour le patrimoine matériel rappelé, exige une responsabilité différente par rapport à une autre Région de quelconque Pays et, en particulier, aux autres Régions italiennes. Voilà la nuance d'une forme qui devient substance. À notre avis cette banalisation dans un discours officiel d'un Président qui représentera la communauté valdôtaine en Vallée d'Aoste et hors de la Vallée d'Aoste ne rend pas honneur aux institutions valdôtaines.
Cette considération s'insère dans une considération plus politique, car certaines valeurs, qui sont légitimes, doivent être partagées quand on appartient aux institutions, puisqu'on doit un peu abandonner un sens d'appartenance purement politique ou partitique pour incarner les institutions, si on croit dans les institutions. C'est une première conséquence, je le dis aux autonomistes convaincus; aujourd'hui tout le monde est autonomiste, on le verra. Dans le programme on dit qu'on est déjà en train de démontrer "stiamo già dimostrando di essere autonomisti", mais nous n'avons encore rien vu; ce qu'on a vu, pour l'instant, c'est le discours d'énonciation de principes, mais déjà l'énonciation des principes nous ne retenons pas que ce soit une déclaration autonomiste, bien au contraire. Je dis que c'est une première conséquence, et je le dis aux autonomistes convaincus, d'avoir consigné un projet et la guide d'un projet à une force nationale, de quelconque force nationale on parle. Alors - et j'arrive à la partie politique - quand il y a des sensibilités qui se disent autonomistes et qui sont numériquement assez fortes, même s'il y a en effet pas mal de peur, de ne pas réussir à arriver au nombre de la majorité - mais c'est la conséquence d'avoir consigné nos institutions et notre institution à un parti national - nous espérons que ce soit seulement une erreur de départ et que ce ne soit pas une difficulté de substance, car sinon à notre avis il y aura des problèmes. Je dis cela aux amis qui font partie de cette force politique extrêmement nationale - et il nous l'a été rappelé - mais aussi avec ceux qu'on a partagé des parcours culturels, idéologiques et d'appartenance très forts, même de militance, au-delà de l'appartenance partitique.
Le considerazioni politiche, prima ancora che amministrative, sono proprio quelle che ho cercato di introdurre. Gli incontri politici ufficiali che abbiamo avuto sono stati positivi, ma alcuni elementi ci hanno toccato, ne avevamo parlato anche tra di noi, come Union Valdôtaine Progressiste. Una delle cose dette che ci aveva toccato è questa: "abbiamo la Lombardia, abbiamo il Veneto, adesso abbiamo preso il Friuli", per cui noi leggevamo già che ci sarebbe stato "abbiamo preso" o "prenderemo la Valle d'Aosta".
Collega Luboz, i valdostani non hanno dato il mandato alla Lega di governare, hanno dato un segnale di forte cambiamento, hanno consegnato 10.900 voti in un certo contenitore politico, anche molto eterogeneo e, anche attraverso il sistema elettorale che era di sei più uno per il non ingresso del PD in Consiglio regionale e che avrebbe sottratto un seggio alla Lega, hanno determinato che la Lega di Salvini abbia avuto sette eletti. Da qui, con un sistema proporzionale di non alleanze, la composizione ha portato ad avere una governabilità, seppur ridotta, a questo partito nazionale. Non sappiamo se poi il mandato di altri partiti che si sono alleati con voi... anzi, abbiamo letto che forse la base non l'ha tanto capita... è stata proprio quella di permettere alla Lega di governare la Valle d'Aosta contro ogni principio che probabilmente c'era alla base degli elettori. Questo però non si è scritto.
Quando si è in un sistema proporzionale, anche qui c'è l'interpretazione degli eletti. La stessa collega Certan parla di défaite, ma non abbiamo capito di chi, perché se la défaite è riferita ad alcuni movimenti che hanno perso consensi vale un po' per tutti, non vale solo per certuni. E, come succede un po' ad ogni legislatura, se ricordiamo che la collega che oggi presenta il programma di Governo era in lista con la Stella Alpina nell'ultima tornata, alleata dell'Union Valdôtaine che noi avevamo combattuto avendo peraltro sette eletti, vedete che poi molto dipende da quello che succede in una legislatura in termini di mandato, ma anche in termini di rispetto di tale mandato con gli elettori. Noi oggi lo diciamo perché, se abbiamo fatto certe scelte, lo dobbiamo anche ai nostri elettori che ci hanno contestato certi passaggi che abbiamo fatto per garantire governabilità, proprio così come questa viene venduta o data oggi in quest'Aula. Vi ricorderete che nella scorsa legislatura, ad un certo punto, dopo aver tirato giù il sistema, questo non ripartiva più e i numeri non c'erano. Lo dico per dire che il cambiamento vale per tutti, anche per chi cambia posizione da una legislatura all'altra o per i colleghi che hanno abbandonato dei movimenti - che sono poi quelli che hanno parlato di onestà e coerenza - e che provengono da altri movimenti. Sono tante le analisi che si potrebbero fare.
In questi incontri abbiamo avuto un fremito nel sentire l'approccio nei confronti delle istituzioni o, comunque, della nostra Regione nel volerne prendere le redini, ma lo capiamo in chi incarna un movimento nazionale. Fuori dai nostri confini avrà anche questo input, perché chiaramente la politica nazionale fa il suo lavoro e una bandierina su una Regione fa comodo, come anche nella Conferenza dei Presidenti: ad un certo punto c'erano tutte le Presidenze più la I Commissione, non sappiamo cosa sia successo o, meglio, sappiamo che certi movimenti provenienti dall'area democristiana danno i colpi dell'ultimo minuto per aumentare il proprio peso - sennò i progetti non partono - e la fanno spesso da padrone. La forza che già la scorsa legislatura aveva occupato praticamente tutte le cariche che poteva avere, nei diciotto che governavano, con i pochi eletti che aveva, anche in questo inizio legislatura ha quindi saputo far diventare predominante la forza numerica, sennò non avrebbe garantito la partenza di questo progetto.
Noi siamo lontani dalla cultura di alcune cose che abbiamo sentito, abbiamo anche chiesto dei chiarimenti rispetto all'Autonomia nei confronti del movimento nazionale, ci erano state date alcune rassicurazioni, peraltro ribadite oggi. Noi, però - lo ha ricordato il nostro Capogruppo -, non abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni per partecipare a questo progetto, per diversi motivi. In primis per il metodo di una sommatoria di numeri molto eterogenei, anche e non solo nel numero di movimenti o di sensibilità che la compongono, perché ci può essere un diciotto composto da una solidità di alcuni movimenti, mentre un diciotto eterogeneo con l'aggiunta di quelli dell'ultimo minuto, con le fiducie a tempo, peraltro legittimamente annunciate, ci fanno dire che è un progetto labile. Non era sufficiente, una volta annunciato trionfalisticamente che si era arrivati al numero di diciotto, pensare che altri pezzi si sarebbero per forza aggiunti, sapendo che già si parte con un diciotto a diciassette. Purtroppo l'abbiamo visto, è stato uno dei limiti della scorsa legislatura: magari tanti non avrebbero fatto certe scelte se ci fosse stata una governabilità più compatta, ma è la stessa contraddizione che abbiamo visto nel documento che poi ci è stato sottoposto in primis dal gruppo dei dieci, che non era ancora dieci più uno o dieci più sette più uno, perché noi vedevamo già che le persone che avevano stilato quel documento non incarnavano le cose scritte nel documento stesso. Ecco perché diciamo che questo cambiamento noi non lo vediamo possibile. Non parliamo chiaramente delle forze nuove che hanno legittimamente la possibilità di scrivere certe cose nei programmi, perché sono effettivamente nuove come portatrici di nuove istanze, anche di novità nell'essere elette all'interno di questo Consiglio. Quando nel documento dei dieci abbiamo letto che ci doveva essere discontinuità con il vecchio sistema di fare politica e cancellare il metodo, questo non era scritto dai sette della Lega di Salvini, era scritto - noi non siamo poi così ingenui da non capire che questo programma era già stato semi-concordato con qualcun altro - sapendo che all'interno ci sono colleghi che permangono nelle istituzioni da 10-15 anni, che sono alla base della gestione di settori come la sanità piuttosto che l'istruzione e cultura da parecchio tempo, tant'è che all'interno - e l'abbiamo poi visto sfumare nel programma - si parlava addirittura di cancellare la riforma della "Buona scuola" (la riforma Rini) o si parla di cancellare la quotazione di CVA.
Io e il collega Marquis c'eravamo e ce lo ricordiamo: quando sono state fatte le nomine in CVA è stato scelto un Presidente che veniva da fuori Valle, perché era l'uomo che doveva lavorare per la quotazione in Borsa di CVA. Anche del Casinò potremmo parlare in alcuni passaggi, sapendo che le ultime riforme sono state portate avanti con energia dal collega Chatrian, ma lo diciamo perché abbiamo trovato già delle contraddizioni nei punti che dovevano rappresentare il primo cambiamento embrionale da proporre alla forza del cambiamento. Il cambiamento, secondo noi, non poteva arrivare se non in modo corretto e onesto, dicendo che certe cose dal punto di vista amministrativo hanno avuto un senso e si possono proseguire; ci sono altre cose - e siamo stati noi i primi a combattere un sistema dicendo le cose che voi sapete e che ritroviamo in alcune vostre affermazioni - che però in questo primo documento non vedevamo essere realizzabili. Questo è stato uno dei motivi. Poi c'è il metodo, il dover aggiungere i numeri per arrivare a diciotto, per poi chiedere ad altri di potersi accomodare a discutere cose già abbastanza costruite. Questo ce lo siamo scritti o detti, però ci tenevamo a dirlo. Anche l'aver fatto oggi una scelta per noi di coerenza e di non aver ritrovato le condizioni per far parte di questo progetto, fa parte di ciò che abbiamo deciso in termini di coerenza e di rispetto per un progetto che nasceva, al fine di non ritrovarci poi ad avere dei problemi.
Sicuramente noi non avremmo consegnato questo progetto a una forza nazionale. Noi riteniamo che il documento dei dieci avesse sensibilità adeguate per poter condurre tale progetto. Riteniamo anche che ci fossero delle sensibilità in quel gruppo per condurre questo progetto, ma non nei confronti di un movimento nazionale, solo per quello che rappresenta e che certi colleghi hanno sottolineato, bensì, in generale, per la nostra visione storicamente ideologica che oggi non ci vede molto tranquilli, anche per come si è sviluppato il discorso di insediamento. Le contraddizioni, i contenuti: io mi auguro che chi vuole aprire gli armadi sia compatibile con chi li ha riempiti ed è in questa maggioranza. Non stiamo a parlare di altri mobili, mi fermo gli armadi. Dico questo perché poi, quando si dicono le cose, bisogna in seguito farle (concordiamo con i colleghi). Credo che in un progetto non ci sia di peggio: fare annunci che poi non vengono realizzati. Ancora peggio, e ancora una volta non è riferito alla forza che è traino e motore di questa maggioranza: aver detto tante cose in quest'Aula che poi, quando ci si trova lì, bisogna realizzare. Effettivamente, quando si passa dalla politica dello strillare, del dire che non va mai bene niente al trovarsi a gestire una Regione con tantissimi problemi... abbiamo anche noi ad un certo punto ereditato qualcosa di molto pesante e poi non abbiamo neanche avuto il tempo materiale per svolgere alcuni lavori.
Sicuramente per il settore della sanità parlerà il collega Bertschy, per l'agricoltura il collega Nogara. Noi abbiamo iniziato un percorso di cambiamento di lavoro molto importante e speriamo possa essere ancora valorizzato, perché i nostri eletti ci hanno dedicato tanta energia, tanta passione e tanta onestà anche intellettuale, non solo amministrativa, tante ore di sacrificio e di lavoro in una situazione molto difficile. Credo che questo sia importante. Anche la legalità era uno dei primi punti, poi su questo forse altri movimenti sono più pregnanti, ma avremo modo di parlarne.
Noi crediamo pertanto che sia un progetto numerico di dieci che vogliono stare a galla, di una che forse vuole stare ancora più a galla e di sette che invece dovevano conquistare e che non avrebbero mai conquistato se non ci fosse stata la possibilità di altre forze. Siamo anche convinti che non si possa fare a meno del cambiamento. Concordo con la collega Certan, la quale dice non si poteva fare a meno di tenere conto di certi messaggi dell'elettorato, ma noi avremmo avuto un approccio diverso di mediazione fra più sensibilità politiche, intanto per sedersi attorno ad un tavolo e parlare di contenuti. Questo però non è avvenuto. Siamo anche certi che sui contenuti non avremmo trovato magari delle sintesi, ma almeno questo dialogo si sarebbe sviluppato. Questo non è avvenuto perché secondo noi è stata proprio un'operazione di collage per far collimare esigenze diverse; per gli uni, per prendere la Valle d'Aosta e, per gli altri, per stare a galla e per partire, per iniziare con un "intanto mettiamoci lì e vediamo che cosa succede", con un piccolo maquillage di rinnovamento per persone che di rinnovamento non sempre possono parlare, anzi, forse è meglio che non lo facciano.
È già stato detto: parlando di discontinuità, pensiamo che questa sia possibile quando si fanno scelte drastiche e anche forti, ma quando si è in qualche modo con chi la politica l'ha fatta negli ultimi anni magari diventa meno drastico l'utilizzo dei termini, e non dico che non sia positivo. Staremo pertanto tranquillamente e in modo propositivo a lavorare affinché quello che si svilupperà possa essere intanto consono alla nostra Regione, rispettoso della nostra comunità nel suo insieme, della nostra identità e del nostro welfare, del nostro esprit communautaire e che possa svilupparsi anche con quel controllo che la minoranza deve fare affinché ci sia quanto è stato tanto annunciato. Abbiamo ritrovato parole come "curare", "guarire", "non punire" e "cambiare mentalità"; noi vedremo se questa cura, se questo guarire si potrà sviluppare nel progetto che nasce oggi.
Come abbiamo detto, non ostacoleremo sicuramente. Vi ricordiamo che, se oggi in Valle d'Aosta parte una legislatura, lo si deve alle forze che, in modo responsabile, hanno garantito i numeri, perché voi non sareste partiti. Oggi la Valle d'Aosta non sarebbe partita con una Presidenza del Consiglio e quindi neanche con un Governo. Non siamo qui a dire che ci opporremo (e non ci siamo opposti), vi abbiamo anche detto che sui provvedimenti staremo molto attenti, ma lo saremo anche nel vedere le contraddizioni. Noi crediamo ancora negli ideali e, quando si parte da ideali di estrema destra che partono da CasaPound e arrivano a Consiglieri che hanno una storia autonomista e di resistenza di un autonomismo di sinistra - senza fare nomi che sono molto riconoscibili in quest'Aula -, pensiamo che sia questo poi a portare alle contraddizioni, anche di ideali e di contenuti che non devono esistere, soprattutto all'inizio di una legislatura, e soprattutto dopo una legislatura che ha dato il peggio di sé. Questo lo diciamo agli eletti che hanno fatto parte di questa legislatura, sempre con una volontà di garantire il rispetto delle istituzioni e la garanzia che questa Regione potesse avere un Governo e una governabilità, ma che poi non collima nella realtà con quello che effettivamente è successo.
Sui settori abbiamo chiesto all'Assessore all'istruzione e cultura indicato di vigilare, anche perché noi rileviamo che questa sia più una lista della spesa che un programma. Probabilmente si era più impegnati a sistemare i posti e le persone per arrivare a diciotto, perché ad un certo punto questo numero non lo si raggiungeva più, poi c'era la questione delle deleghe, e poi i vari annunci sui cambiamenti. Capiamo che scrivere un programma la notte, con le persone che cambiano e che incarnano anche un modo di credere in un settore, non sia stato facile. Siamo molto felici che la prima idea folle che avevate avuto - non so chi l'abbia avuta, ma prima o poi ce lo direte - di far sparire l'Assessorato dell'istruzione in una Regione che ha competenza primaria per una certa parte, che era un'idea veramente folle, non sia stata poi abbracciata. Questo ci ha fatto scattare come eletti, come persone che hanno avuto anche la fortuna di gestire quel settore molto delicato. Ci è però piaciuto il passaggio sulle scuole di montagna. È già stato fatto in passato un accordo sindacale molto importante in deroga per il numero di tre sui bimbi nelle scuole di montagna, accordo che ci ha dato la possibilità di mantenere aperte le scuole di Valgrisenche, di Gressoney, di Champorcher, Rhêmes-Notre-Dame. Crediamo molto nell'istruzione. In questi ultimi mesi abbiamo cercato di dare grandi risposte per un mondo scolastico che era molto lontano da ciò che era stato fatto. La cultura e l'istruzione sono l'anima della nostra comunità. Visto che si affida per la prima volta - tranne forse una breve parentesi negli anni Novanta, la stessa parentesi che vide l'ultima conduzione di un progetto per una forza nazionale, la Democrazia Cristiana, con il ribaltone del 6 giugno 1990 e con un Assessore all'istruzione di una forza nazionale - l'Assessorato a una forza nazionale, noi giudicheremo il lavoro dei singoli Assessori sulla base delle cose verranno effettivamente svolte. Su questo non c'è nessun processo alle intenzioni e vale anche per il Presidente incaricato. Abbiamo fatto delle considerazioni sulla base del programma, ma per la prima volta noi chiediamo all'Assessore all'istruzione e cultura di una forza nazionale che siano veramente rispettati i valori, gli ideali, che non sono politici o partitici, ma di questa comunità, e fanno sì che chi è nato qui o chi è venuto a vivere qui si riconosca in una comunità fatta soprattutto in un senso di appartenenza a confini geografici, ad un luogo fisico, portando però con sé dei valori culturali e degli ideali molto forti, che sono del passato, ma anche di attualità, e devono essere proiettati nel futuro.
Noi riprendiamo la vostra frase: siamo certi che ce la farete. Vi diciamo però che ce la faremo anche noi. A fare cosa (voi vi chiederete)? Ce la faremo a rimettere assieme tante persone che, proprio in questo periodo e anche nelle basi di alcuni movimenti che hanno fatto scelte quali quella del "per una volta tocca agli altri", magari non in corrispondenza con il mandato degli elettori, ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro voglia di ripartire da qualcosa, dalla resistenza su certi valori e principi che non possono, secondo noi, essere svenduti per un progetto di Governo, e che non possono rinunciare ad un patrimonio identitario per fare qualcosa a tutti i costi. Oggi forse daranno la possibilità di costruire un luogo ideale, affinché valori e idee comuni vengano prima delle sommatorie, e si possa quindi vedere di nuovo una fiamma accesa da un punto di vista ideale che permetta di rimettere assieme delle sensibilità per costruire un qualcosa. Il vostro progetto che parte, quindi, forse aiuta la nascita di un qualcosa e fa rinascere nelle persone un certo sentimento.
Président - La parole au Conseiller Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Buon pomeriggio a tutti. Devo dire che il dibattito di questo pomeriggio, rispetto a cinque anni fa, è molto più interessante: tranne poche persone che hanno deciso di dare delle pagelle agli altri, si è parlato di contenuti, di punti fermi, delle necessità del singolo cittadino valdostano. Io penso che questo sia molto positivo.
Non vi stupirò con i fuochi d'artificio, perché non parlerò delle altre forze politiche, ma del nostro gruppo, di ALPE, di cosa ha fatto dopo il 20 maggio, di come ha voluto scrivere e portare il suo apporto nel programma di Governo, perché riteniamo che oggi sia alla base di questa nostra scelta. Qualcuno ci ha detto che è poco declinato, chi troppo generico, chi un "libro dei sogni". Sappiamo perfettamente però che i punti rimangono, queste sono posizioni condivise all'interno della proposta che oggi noi facciamo a tutto il Consiglio: la proposta di governare la Valle d'Aosta innanzitutto in maniera diversa. In seconda battuta - ma è fondamentale -, la partenza su cui abbiamo costruito questo programma è a seguito di un'attenta radiografia: quali sono le necessità oggi del sistema Valle d'Aosta, e da lì poi abbiamo declinato i dodici punti e da lì abbiamo discusso parecchio. Dispiace sentire "poco ci interessa", "non ci importa", "manuale Cencelli": qui non c'è nessun manuale Cencelli, perché chi ha fatto quattro conti sa che non c'è nessun manuale Cencelli. Abbiamo voluto fare la differenza sul programma, su cosa dobbiamo fare subito a medio e a lungo termine. Ce la faremo? Non lo so, ma ce la mettiamo tutta. Cercheremo sicuramente di fare meglio, cercheremo di ascoltare tanto senza però riempirci la bocca, nel senso che speriamo che tra qualche settimana o qualche mese in questo Consiglio siano i fatti a parlare, nel momento in cui noi riusciremo a dare contezza ai punti che oggi abbiamo presentato a questo Consiglio, ma soprattutto a tutta la comunità valdostana.
Noi vogliamo raggiungere gli obiettivi che abbiamo declinato sul programma e li sintetizzerei in tre macroaree dal punto di vista politico. La prima: abbiamo una visione diversa della Valle d'Aosta e vorremmo fare in modo che si legiferi al più presto in questo Consiglio per garantire pari opportunità ai valdostani. Oggi i valdostani non hanno le pari opportunità. C'è la necessità che questo Consiglio crei le condizioni che ad oggi non ci sono di garantire le pari opportunità ai valdostani tutti. La seconda è molto ambiziosa, ma politicamente per noi fondamentale: ricreare le condizioni legislative per andare a garantire nuovamente i fondamentali servizi che tutto il territorio valdostano deve avere. Noi pensiamo che questa sia la sfida principale di questo quinquennio per quanto riguarda il discorso sanitario, il discorso territoriale, dei trasporti, dell'istruzione e della cultura. Oggi c'è una Valle d'Aosta a diverse velocità: non tutti i valdostani hanno gli stessi servizi e neanche quelli fondamentali. Tocca quindi alla politica dare il primo indirizzo e poi tocca alla parte dirigenziale dare attuazione all'indirizzo. La sfida, dal nostro punto di vista, pur con meno soldi, visto il sistema che abbiamo, rispetto agli ultimi dieci anni sarà un po' la sfida dei prossimi cinque anni: andare a garantire quei servizi fondamentali che oggi non tutti i valdostani hanno, soprattutto nelle vallate laterali, in montagna e nei paesi più piccoli. Sta al legislatore creare le condizioni fondamentali. Secondo noi questo è un passaggio troppo importante. Il terzo: tendere ad un modello che deve reggere. Oggi il nostro modello è imploso. Fino agli anni 2010-2011, quando le risorse erano molto più ampie, era stato costruito in maniera molto più pesante e robusta, perché le risorse pubbliche erano elevatissime: circa 1,7 miliardi di euro. Oggi a disposizione per gestire la cosa pubblica ne abbiamo 1,15, quindi si deve fare un'operazione non solo economica, perché altrimenti le piccole comunità non avrebbero quei servizi, ma un'operazione che tenda a far stare in piedi questo modello che oggi non regge. Questi sono i tre principali obiettivi dal punto di vista politico.
Per noi questo è un programma molto ambizioso, coraggioso, soprattutto pragmatico, perché sarà quest'Aula che approverà le varie leggi e le varie Finanziarie dei prossimi anni, portando quella differenza di cui crediamo che la Valle d'Aosta abbia bisogno. Ne cito qualcuna, anche se questa mattina è stato letto il programma di Governo. Noi pensiamo che nel settore delle partecipate si possa fare tantissimo e daremo dei segnali in questa direzione. È stato banalizzato l'unico esempio che ho voluto fare all'interno del programma, quello della potenziale holding degli impianti a fune. Abbiamo fatto un esempio, cercheremo ulteriormente di semplificare per gestire meglio la cosa pubblica, per dare servizi migliori sul territorio, in modo da avere comunque da questo Consiglio un indirizzo chiaro, controllabile, soprattutto misurabile. Io penso che questa sia un'altra sfida di quelle troppo importanti in cui il settore delle partecipate ha una grossa potenzialità. Questo Consiglio, però, e non solo l'Esecutivo, deve avere gli strumenti per misurare il raggiungimento o meno degli obiettivi, tant'è vero che abbiamo inserito anche la possibilità di far crescere e vivere le piccole aziende.
Un altro passaggio che abbiamo fatto e non è ancora stato attuato, ma lo faremo nei prossimi sei mesi: la legge sugli appalti pubblici. La Provincia di Trento ha fatto delle modificazioni dal punto di vista legislativo, un approccio che è epocale, allo scopo di andare a creare le condizioni per agevolare la partecipazione agli appalti pubblici delle piccole e medie imprese, in quanto importanti fonti di competenza, imprenditorialità, di innovazione e di occupazione. È borderline dal punto di vista amministrativo, politico e giuridico, ma possibile: la legge non è stata impugnata, quindi è una strada percorribile. Secondo il nostro punto di vista questa potrebbe essere una soluzione per far crescere il nostro comparto e creare le migliori condizioni affinché i lavori rimangano in Valle d'Aosta.
L'altro passaggio è la potenzialità della medicina territoriale, la programmazione e l'organizzazione per quanto riguarda l'elemento principale per chi, per scelta, decide di abitare nelle vallate laterali e lontano dalla conurbazione principale, dove vive il 65 per cento dei valdostani, da Saint-Pierre a Nus. Il legislatore deve avere il coraggio e la capacità di poter garantire i servizi fondamentali. Oggi siamo carenti, c'è una criticità e, se c'è una criticità, dobbiamo fare una radiografia e in seguito porteremo le proposte in questo Consiglio per trovare la soluzione migliore, facendo attenzione anche al discorso dei costi, altrimenti sembra un "libro dei sogni".
Sembra poco importante per qualcuno, ma legittimamente rispettiamo le posizioni di qualsiasi gruppo: questa maggioranza ha scritto nero su bianco sul programma di Governo la sua scelta riguardo a CVA. Questo Consiglio può essere d'accordo o no, ma è una condivisione di questa maggioranza. Per noi è un punto di forza, per noi di ALPE è un punto importante.
Altro passaggio che in questi anni più volte abbiamo affrontato per il tramite di mozioni, Finanziarie ed emendamenti: l'ente unico di gestione della promozione. Noi cercheremo di passare dalle parole ai fatti. Oggi cinque Assessorati e cinque strutture dirigenziali si occupano di promozione. Noi intendiamo trovare la soluzione, ma non perché abbiamo l'idea migliore, poiché chi è più bravo di noi lo sta già facendo da diversi anni, e quindi i risultati ci sono e si possono misurare con quelli futuri.
Permettetemi una battuta sul settore dell'agricoltura: qui mi sembra che qualche criticità ci sia. Anche noi siamo fuori dal palazzo, anche noi parliamo con gli agricoltori e qualche criticità c'è. Proveremo a trovare delle soluzioni alle criticità che ci sono in essere ed a creare le condizioni affinché la pubblica amministrazione sia utile alle aziende e non sia invece una impasse o un problema per le aziende agricole. Poi un'altra questione, per la quale sosterrò il collega Gerandin in questa difficile battaglia: dovremo cercare di dare certezza ai fondi che devono compensare il lavoro di un'azienda agricola in montagna. Penso che queste siano sfide importanti.
Poi, dato che parliamo di politica e di amministrazione, parliamo di contenuti. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, io penso sia necessario giungere ad un unico ATO. All'interno di questo Consiglio mai una maggioranza aveva detto tanto: ce la faremo? Dobbiamo lavorare in quella direzione, cercheremo di raggiungere l'obiettivo, perché sarà questo che dovrà fare la differenza per il cittadino. Nel redigere questo programma, abbiamo cercato di mettere al centro il cittadino. Le quattro forze non hanno portato sul tavolo le esigenze dei loro movimenti o dei partiti, ma quelle dei cittadini e quindi siamo partiti probabilmente dalla parte giusta, al contrario: dall'esigenza, e poi abbiamo costruito la proposta politica amministrativa.
Un altro passaggio. Immagino che Restano dovrà trovare con difficoltà delle soluzioni, ma dobbiamo migliorare quei servizi fondamentali per le vallate laterali per quanto riguarda il trasporto pubblico. Io penso che lì si possa fare meglio, quindi dalle parole passiamo ai fatti. Difficile, in che maniera, con le stesse risorse? Analizziamole, studiamole e troviamo la soluzione.
Nello stesso tempo non abbiamo abbandonato un settore a noi caro: quello dei Comuni. Tanti di noi provengono da esperienze comunali e riteniamo che da lì occorra un po' di coraggio. Anche su questo mai nessuna maggioranza aveva inserito nel proprio programma il passaggio da noi inserito: incentivare il processo aggregativo. Magari qualche forza è contraria, ma noi andremo a sostenere un processo aggregativo con degli incentivi. Andremo ad incentivare, anche economicamente, l'aggregazione dei Comuni per cercare sempre di dare un servizio migliore al cittadino. Diciamo questo e ce ne assumiamo le responsabilità, perché la legge n. 6, votata nel 2014, non è una buona legge e, quando le leggi non funzionano o, anzi, creano confusione e danni ai Comuni, bisogna avere anche l'onestà intellettuale di dire "non siamo andati nella giusta direzione, dobbiamo fermarci, rimodificare e quindi legiferare in materia per dare un servizio migliore al cittadino". La forzatura che è stata fatta con quella legge calata dall'alto, obbligando l'aggregazione dei servizi e delle competenze, non sta dando buoni risultati nei Servizi tecnici e nei Servizi di ragioneria, ma non sta dando assolutamente buoni risultati nemmeno al semplice cittadino.
Termino dicendo che gli interventi che ho avuto modo di ascoltare questo pomeriggio sono di buon auspicio affinché si possa discutere e ci si possa confrontare nel merito, ma non dal punto di vista ideologico, che è piuttosto superficiale o effimero, dato che dal nostro punto di vista siamo in uno stato di emergenza. Quando uno si trova in uno stato di emergenza, deve avere anche il coraggio di affrontare i vari dossier, i vari temi, le varie criticità con forza, con determinazione sapendo ascoltare, ma dopo aver ascoltato e dopo aver cercato numerose soluzioni deve avere anche il coraggio di scegliere la migliore, quella che dà il risultato più importante alla comunità.
Noi, di ALPE, pensiamo che ci siano le condizioni per iniziare un percorso diverso, forte, trasparente, partecipato. Penso anche che ci sia la voglia da parte di tutti e diciotto di ridare quella giusta dignità a questo Consiglio, in modo che possa essere quasi il motore sia dell'Esecutivo che del cambiamento.
Presidente - La parola al Consigliere Marquis.
Marquis (AC-SA-PNV) - Buonasera a tutti, colleghe e colleghi. Un saluto particolare a coloro che esordiscono oggi in quest'Aula e si apprestano a lavorare nella XV legislatura.
Il 4 marzo e il 20 maggio i cittadini ci hanno lasciato un messaggio: ci hanno detto che la politica se non cambia la vita dei cittadini non serve. Questo ce lo hanno dimostrato in due modi: attraverso il forte l'astensionismo e con la forte bocciatura del Governo uscente. Ma cosa volevano e cosa vogliono in fondo i cittadini? Non credo che a loro interessi il numero dei componenti della maggioranza, o il suo assetto. Ai cittadini preme una cosa: preme uscire da una situazione di difficoltà, dalla povertà, dalla disoccupazione, di poter trovare dei servizi accessibili, delle prospettive per i giovani, per le famiglie, la possibilità per le imprese di poter lavorare. Io credo sia questo il messaggio che è giunto in modo forte e chiaro a noi: c'è la necessità di cambiare un modello, il modello della Valle d'Aosta va aggiornato. Questo l'avevamo già detto e capito il 10 marzo 2017, dove, assieme ad altre forze politiche, noi di Stella Alpina e Pour Notre Vallée, avevamo intrapreso un percorso che si era poi interrotto per restaurare il sistema antecedente. Ricordo ancora che nel Consiglio del subentro al nostro governo qualcuno disse: "abbiamo riportato le lancette indietro", riportato le lancette al 10 marzo. Io credo che sia venuto il momento di mettre le pendule à l'heure, di riportare la Valle d'Aosta nel posto in cui si merita. I valdostani chiedono un modello nuovo, un cambiamento forte e significativo.
Dopo il 20 maggio, il 21, in esito alle elezioni che ci hanno consegnato un risultato molto frammentato, è iniziato un confronto tra le forze politiche. Si è costituito innanzitutto il gruppo dei dieci, che era il nucleo forte di quel progetto nato il 10 marzo; ci siamo confrontati con la Lega, abbiamo letto in loro la stessa volontà di poter portare avanti questo progetto di aggiornare il sistema della Valle d'Aosta per cercare di uscire da una situazione di difficoltà. È vero che diciotto è un numero esiguo per partire, ma credo che bisogna avere le idee chiare, degli obiettivi precisi, avere coesione e cercare tutti insieme, con coraggio, di portare avanti questa iniziativa, senza aver paura dell'ignoto, del cambiamento.
Apprezzo anche la collega Rini, per il coraggio che ha dimostrato di avere in questi giorni nella condivisione di questo progetto. Io credo che tale coraggio sia derivato dalla consapevolezza di dover dare un servizio alla Valle d'Aosta e, soprattutto, un futuro ai nostri giovani. Pertanto credo che occorra da parte di tutti senso di responsabilità.
Così oggi come allora, quando nasceva quel Governo in cui si disse che era un progetto aperto, inclusivo e non esclusivo, io mi auguro che ci siano ancora lungo il percorso delle forze, magari delle persone che possano condividere questo percorso, queste idee, questi progetti, poiché sono l'esplicitazione di una visione. Mi è spiaciuto sentire alcuni interventi che hanno definito il nostro programma poco concreto, un "libro dei sogni". Credo sia un programma asciutto, come devono esserlo un po' tutti i programmi, però all'interno di queste pagine sono declinate azioni che cercano di dare nuova linfa al sistema Valle d'Aosta. A noi sta molto a cuore la riduzione della pressione fiscale, perché riteniamo che possa dare ossigeno alle famiglie e soprattutto creare quelle condizioni affinché le imprese valdostane possano continuare ad investire. Questa proposta, che avevamo avanzato nel corso della Finanziaria del 2018, lo scorso mese di novembre, purtroppo non ha trovato condivisione nel precedente governo. Avevamo già presentato un progetto di questo genere. Oggi siamo convinti che ci possano essere le condizioni da parte di tutti, da parte di questa nuova maggioranza per poter riscontrare le esigenze dei valdostani.
Unitamente a questo grande problema, per dare sviluppo all'economia, per noi è fondamentale far ripartire il settore dell'edilizia, un settore in forte difficoltà, che nell'arco di quattro o cinque anni ha perso 2.400 posti di lavoro, con persone difficilmente ricollocabili in altri ambiti. Pertanto riteniamo che oggi serva più che mai un insieme organico di interventi per poter far ripartire questa filiera - che è sempre stata fondamentale - unitamente al turismo per creare condizioni di benessere in Valle d'Aosta.
Ho sentito parlare di sedicenti partiti autonomisti. Questo fa male, perché noi riteniamo che l'Autonomia sia un patrimonio comune, patrimonio che però è stato gestito male e svilito negli ultimi anni. Probabilmente la Valle d'Aosta è abituata ad un'autonomia di privilegi, ci si riconosceva sull'autonomia dei buoni della benzina, e sul trasferimento sostitutivo dell'IVA d'importazione: tutte cose che oggi non esistono più. Oggi essere autonomisti significa "amministrare con responsabilità". Ci siamo battuti per ottenere una norma sulla fiscalità generale, di coordinamento e di accordo della finanza pubblica tra lo Stato e la Regione, e il non averla utilizzata non è segno di fare buon uso dell'autonomia. Io mi chiedo cosa si è detto il Governo quando abbiamo sollecitato l'approvazione di questa norma, è diventata utilizzabile e la Valle d'Aosta l'ha riposta nel cassetto. L'autonomia richiede di utilizzare i suoi strumenti.
Pertanto per noi l'autonomia non deve essere uno slogan, ma significa un nuovo approccio di condivisione, di partecipazione alle scelte, un approccio che consenta di dare nuovamente fiducia ai valdostani che vivono in difficoltà, perché il risultato è stato forte e chiaro. È vero che il sistema è proporzionale, ma è anche vero che abbiamo cercato di condividere il più possibile con tutte le forze disponibili da parte nostra senza alcuna preclusione verso nessuno. Riteniamo però che questo quadro frastagliato richieda di gestire una situazione di emergenza. Questo Governo nasce con questo intento: è un Governo che nasce su una condivisione di tipo amministrativo, perché permangono differenze di carattere ideologico tra le forze politiche, come è giusto che sia (ciascuno ha la propria visione e i propri ideali); però, al di là di tutto, per noi è fondamentale e prioritario far ripartire l'economia della Valle d'Aosta. Tutto il resto sono chiacchiere, tutto il resto sono argomenti in secondo piano. Occorre lavorare intensamente sotto questo profilo e, per quanto mi riguarda, nonostante abbia rinunciato sin da subito a ricoprire incarichi apicali, metterò a disposizione di questo progetto l'esperienza che ho accumulato in questa legislatura con l'unico intento di soddisfare il bene dei nostri cittadini e il bene comune. Io credo che ce la si potrà fare, così come mi auguro che questa situazione possa consentire ad altre forze politiche di fare un percorso di sintesi, un percorso su cui hanno lavorato molto nella passata legislatura. Spero che si possa rafforzare anche questa componente attraverso questo percorso di sintesi, perché va nell'interesse comune di poter avviare e attivare un dialogo che deve rimanere, a mio avviso, di massimo rispetto istituzionale; un dialogo dove ciascuno può contribuire, nel limite e nel rispetto dei propri ruoli, a far crescere la Valle, a portare le proprie idee e le proprie opinioni, affinché tutti insieme si possano correggere i provvedimenti e dare i contributi per ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Pertanto, nonostante ci sia una situazione di estrema difficoltà, oggettivamente difficile perché c'è anche la necessità di ridefinire i rapporti con lo Stato - poiché senza la certezza delle risorse non si riesce a garantire la gestione dell'autonomia -, io credo che ci possano essere le condizioni, nonostante il briciolo di inesperienza che può esserci all'inizio, perché credo che i valdostani in questo momento preferiscano l'inesperienza all'esperienza.
Presidente - Interromperei i lavori per fare una riunione con i Capigruppo.
La seduta è sospesa alle ore 19:26 e riprende alle ore 19:31.
Fosson (Presidente) - Riprendiamo i lavori. C'è ancora la possibilità di un intervento o forse due, poi alle 20:00 interrompiamo e il dibattito continuerà domani mattina con inizio alle ore 9:00.
La parola al Consigliere Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Mes chers collègues, cette démarche politique qu'on est en train de vivre est significative, c'est un choix important et surtout cohérent avec la discontinuité que nous avons toujours évoquée, sans céder aux sirènes du pouvoir.
Ce n'est pas le cas de faire ici des polémiques avec ceux qui évoquent des scénarios catastrophiques pour le futur ; ce seront les faits qui comptent, l'unique réponse possible au-delà des bavardages et des tentatives de partager notre communauté. C'est vrai, le monde autonomiste est divisé, c'est facile de le constater, mais ce n'est certainement pas notre faute, c'est la faute de ceux qui n'ont pas voulu comprendre le message clair des citoyens électeurs de la Vallée d'Aoste et, de notre part, il fallait être conséquents à nos propos. Seulement avec les faits nous lutterons contre la méfiance et nous donnerons des souffles à notre Région et à son avenir. Nous allons travailler dur et déterminés, toujours ouverts à la confrontation. MOUV' est un mouvement politique qui se situe dans le sillon du monde autonomiste et notre devoir sera d'être attentifs au respect des prérogatives de notre autonomie et, donc, de la langue française et au bien-être des valdôtains et tout cela sans compromis.
Dal punto di vista politico penso sia corretto fare un'analisi, perché mi pare che dagli interventi che mi hanno preceduto parecchi di voi abbiano voluto capire qual è stato il percorso politico che ha portato a questa proposta di maggioranza e, di conseguenza, di un Esecutivo. È vero, si parte a diciotto, e tanti hanno evocato una sorta di déjà vu con il panorama dei cinque anni passati della scorsa Amministrazione. Io penso sia corretto fare un'analisi distinguendo i due sistemi elettorali che hanno portato a questa maggioranza a diciotto. La prima era una maggioranza con un sistema maggioritario, in cui qualcuno aveva vinto e qualcuno aveva perso. Forse il sottovalutare o l'avere ambizioni troppo alte in merito, quando si è deciso lo sbarramento del premio di maggioranza nella riforma elettorale al 42 per cento, è stata una delle conseguenze che ha fatto scattare il sistema proporzionale. Questo è quanto avvenuto. Rispetto al sistema maggioritario, (dove comunque c'è una linea molto chiara - che può piacere o meno -, ma in cui qualcuno vince e qualcuno perde), con il sistema proporzionale ci si deve obbligatoriamente mettere ad un tavolo e confrontarsi. È quanto è stato fatto in questo lasso di tempo.
I cittadini devono capire che ci sono stati dei confronti con quasi tutte le forze politiche e che da questi confronti sono emersi alcuni aspetti forse fondamentali. La prima constatazione da fare è che non sono mai stati dei confronti aventi come base un accordo politico, perché, ci fosse stato un accordo politico, sarebbero scattate le alleanze preventive e non saremmo arrivati ad un proporzionale secco. Pertanto si è trattato di un confronto su un progetto di contenuti, ma sulla base di un'analisi del voto; analisi che penso ognuno di noi abbia fatto, dove la maggioranza uscente, quella dei ventuno consiglieri (undici dell'Union, due dell'EPAV, sei dell'UVP e due del PD), alla fine di questa consultazione si è trovata con sette eletti dell'Union e quattro dell'UVP. Se poi consideriamo che probabilmente, anche a seguito di questo arroccamento da parte dell'Union, la collega Rini ha deciso per un altro percorso perché non si riconosceva più in questa difesa arroccata delle scelte passate, soprattutto di quelle bocciate dagli elettori valdostani, in questo momento la vecchia maggioranza si trova con dieci rappresentati in quest'Aula.
Qualcuno era interessato a capire come mai è nato il gruppo dei dieci: è nato da quella che a suo tempo era ultimamente la minoranza in Consiglio, minoranza a cui manca una fetta importante di Impegno Civico, con il quale a noi sarebbe davvero piaciuto avere un confronto. Noi abbiamo provato ad avere un confronto con loro e sui contenuti non ci sono state grosse divisioni. Penso che possiamo dirlo apertamente e condividerlo non solo con i nostri lettori, ma anche con i vostri: c'è stata una preclusione su ideologie che, a nostro modo di vedere, ci ha impedito di partire. Non si è mai trattato di un accordo politico, bensì di un progetto basato sui contenuti. A noi dispiace non aver potuto condividere questo percorso, perché anche dai vostri interventi tanti temi sollevati erano assolutamente condivisibili. Non potevamo non condividere i contenuti, ma anche un percorso che per noi era legato ad un cambiamento e ad una discontinuità. Noi non potevamo sederci a un tavolo e recepire che non c'era la benché minima autocritica (in alcuni incontri, non abbiamo percepito la benché minima autocritica sul passato). Non chiedevamo di cospargervi il capo di cenere e buttare a mare tutto, ma almeno dire che il sistema era stato bocciato dagli elettori! Questo è stato il punto su cui alla fine la convergenza è andata verso un partito come la Lega, che su questo si è dimostrata aperta a qualunque tipo di confronto e di dialogo. Lo dico perché su tutta una serie di temi non è che ci siamo seduti al tavolo con la Lega e abbiamo - come qualcuno ha detto - consegnato la Valle ai principi della Lega. Sui temi che non riguarderanno la pubblica amministrazione e il programma ci sarà libertà di espressione in quest'Aula. Pertanto difficilmente saremo in difficoltà se ci proporranno temi dove ognuno avrà la libertà di esprimere personalmente le proprie scelte ideologiche. Questo era quanto noi dovevamo dire ed era necessario dire.
Poi ci sono altri temi. Ho ascoltato con molta attenzione alcuni interventi, secondo i quali una parte sostanziale di questo programma era riferita a programmi di passate legislature con alcune cose già fatte ed altre in cantiere. Io penso che chiunque si presenti non può pensare di inventare un nuovo modello valdostano, un discorso di continuità ci deve essere. Sono assolutamente convinto che gli elettori non hanno bocciato il principio dell'autonomia o quant'altro, hanno bocciato chi ha utilizzato l'autonomia in maniera poco trasparente, poco comprensibile, soprattutto quella che ci ha portato ad essere sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali, e non solo. Noi pensiamo che sia stato questo alla base di tale scelta.
Con la Lega ci siamo confrontati e mi dispiace che nei vari interventi non ho sentito nessuno fare riferimento al contenzioso in essere con lo Stato, riferito alle Finanziarie dello Stato, o che nessuno abbia detto che la Valle d'Aosta, in questi anni, dopo l'accordo del 2010 che il collega Bertin definisce "di palazzo Grazioli", non si è mai più seduta attorno ad un tavolo con nessun tipo di Governo, malgrado accordi politici e malgrado visite di premier e quant'altro, per blindare l'apporto della Regione Valle d'Aosta al discorso della compensazione ai fini finanziari. Noi siamo l'unica Regione italiana a Statuto speciale che dal 2014 non ha siglato un accordo con lo Stato che la blindasse da questo punto di vista. Invece di mettere la Lega alla prova sulle eventuali ideologie di partito che riguardano loro e che, di contro, riguardano noi in maniera molto marginale, abbiamo provato a mettere la Lega di fronte alle esigenze dei valdostani.
Noi abbiamo proposto alla Lega una sfida che riteniamo assolutamente di poter vincere in questo momento ed è quella di risolvere tali questioni con lo Stato. Se ci riuscirà la Lega, penso che la prima cosa che dovremmo dirle è: "bene!". Penso sia questa la vera sfida, perché potrebbe esserci chiunque di voi seduto o eventualmente candidato in una maggioranza o a sedere sugli scranni del Governo, ma se noi non risolviamo la questione finanziaria... un passaggio molto importante, che è stato sottovalutato, è quello di portare a casa l'obiettivo di riscuotere e trattenere le imposte versate in Valle e non fare come adesso, che vanno a Roma e poi ci ritornano, magari decurtate. Queste sono le vere sfide, perché sennò qua continuiamo a girare intorno al vero problema, dove ci sono tante promesse ma alla fine poi chi tiene i cordoni della borsa sono altri. Questa è la sfida che noi abbiamo proposto a quel tavolo negli incontri avuti con la Lega. È una sfida che riguarda sicuramente loro, ma riguarderà anche questa maggioranza a diciotto, che dovrebbe far qualcosa di buono nell'interesse dei valdostani, a cominciare dalla legge elettorale, per evitare che si ritorni eventualmente a quello spoglio Comune per Comune che ha determinato, per anni, una sorta di voto che qualcuno dice "poco libero". Non mi piace parlare di controllo del voto, ma sicuramente è un messaggio che in questa tornata elettorale è stato molto importante e dovrà, almeno io penso come principio fondamentale, trattare con lo Stato il DEFR, la finanziaria in prospettiva e soprattutto portare a casa dei risultati concreti. Questa è la sfida vera che dobbiamo come valdostani agli elettori, perché ci hanno chiesto questo.
Se noi non riusciremo ad essere credibili e soprattutto a dare risposte in tempi brevi, sarò il primo a dire che purtroppo non siamo riusciti a portare a casa i risultati che ci eravamo prefissati. Penso che oramai il panorama politico valdostano - ma possiamo spingerci a guardare anche quello nazionale - si divida in persone che non vanno a votare perché assolutamente demotivate, per cui quelle che non vanno a votare sono la grande maggioranza, e quelle che vanno a votare, che non vedono più tanta differenza tra destra, sinistra, centro, Lega o Cinquestelle. In questo momento chi va a votare vuole dei risultati, risultati nel suo interesse. La Valle d'Aosta è così, non è un'anomalia nel contesto nazionale, la Valle d'Aosta vuole risultati concreti! È inaccettabile che continuiamo ad avere delle Finanziarie regolarmente dettate dalle regole nazionali o dalle Finanziarie nazionali.
Detto questo, io volevo ringraziare prima di tutto il collega Nogara. Ho preso nota di tutto quello che è stato detto e penso che la prima cosa da fare sia sicuramente quella di recepire le difficoltà e provare a trovare qualche soluzione. Non mi interessa metterla su cosa si poteva fare o su cosa non è stato fatto. Ci tengo a fare solo una precisazione collegata al discorso dei cantieri forestali. Ho detto in quest'Aula che i cantieri forestali, con la Finanziaria così come l'avete approvata e fino alla modifica che avete fatto con la riallocazione delle risorse, non potevano partire, e che grazie a questa variazione - essendovi stato un provvedimento successivo di variazione di bilancio - tali cantieri sono partiti almeno con due o tre mesi di ritardo, per cui qualcuno ha perso anche la qualifica. Immagino non fosse una sua scelta, lei ne avrebbe fatta sicuramente un'altra, però le conseguenze sono queste. Ci tenevo solo a precisarlo.
Sul resto io non voglio entrare, semplicemente perché la vera sfida di questo Governo a diciotto è quella del fare. Se non saremo in grado di fare, ne prenderemo atto.
Presidente - La seduta è tolta. Buonasera a tutti. Ci vediamo domani mattina alle 9:00.
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La seduta termina alle ore 19:46.