Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 10 del 27 giugno 2018 - Resoconto

OBJET N° 10/XV - Continuation du débat sur le programme de Gouvernement.

Fosson (Presidente) - Alla presenza di 32 Consiglieri, possiamo iniziare i lavori. Siamo ancora al punto 5 all'ordine del giorno, in discussione generale sul programma di Governo. La parola alla consigliera Nasso.

Nasso (M5S) - Con naturale emozione e gratitudine mi trovo a fare il primo intervento in quest'aula. Comincia la quindicesima legislatura, legislatura descritta come quella del cambiamento. Faccio fatica per ora a coglierlo questo cambiamento, mi sembra più che altro la legislatura dei calcoli con il riporto di uno, degli incastri, delle accozzaglie e della spartizione di potere.

Vorrei aggiungere qualcosa a quanto detto dai colleghi Mossa e Minelli e alcune mie considerazioni personali. Ho ascoltato, letto e analizzato il programma di Governo che le forze di maggioranza hanno elaborato; ho visto tante belle idee, diversi bei punti, ma poche soluzioni e scarsa concretezza. Dopo il comunicato dei giorni scorsi su un eventuale accorpamento dell'Assessorato dell'istruzione e cultura - notizia che mi ha sconvolta e preoccupata notevolmente, ma che pare sia solo un brutto ricordo - mi sono soffermata sul programma dell'istruzione, tematica che mi sta particolarmente a cuore. Questo tema è stato trattato in maniera esigua e superficiale; stessa sorte è toccata al tema della sanità.

L'argomento sanità occupa due righe e mezzo, e due righe non è tanto per dire, parlo davvero di due righe di un foglio A4 come questo che ho in mano. La sanità pubblica trattata in maniera così approssimativa e trascurata è un chiaro segnale di come questa maggioranza non sia stata attenta o, peggio, non abbia la capacità di comprendere, analizzare i problemi e i bisogni dei valdostani. Figuriamoci risolverli. Avrei voluto vedere i temi protagonisti e non la distribuzione dei pani e dei pesci. Viste le notizie delle ultime quarantotto ore del toto assessori, toto presidenti, toto assessorati, ribaltoni dell'ultimo minuto, tanto per non dimenticarci della legislatura appena conclusa, immagino che vi siate forse focalizzati su altro, una giustificazione per spiegare questa ammucchiata - per usare il termine forte della collega Pulz - e trovare un collante per presentarvi insieme.

Dunque voglio pensare e sperare che la superficialità con cui avete trattato gli argomenti istruzione e sanità e l'assenza di un riferimento alla questione povertà siano state dettate dalla fretta e dalla furia di combinare questa risicata maggioranza.

Mi auguro tuttavia, ce lo auguriamo davvero, di vedere fatti concreti e soluzioni attuabili.

Come sottolineava il collega Mossa, ci tengo a ripetere che noi del Movimento 5 Stelle comunque ci impegneremo a sostenere ogni azione volta a migliorare la qualità della vita dei valdostani che voi - auspichiamo - proporrete.

Presidente - La parola alla consigliera Russo.

Russo (M5S) - Sono davvero onorata di essere presente in questa sede istituzionale, così importante, dove si decide il futuro dei cittadini valdostani. In questa quindicesima legislatura il Movimento 5 Stelle entra in Consiglio con quattro portavoce; oltre a noi, ci sono due portavoce in Comune e uno alla Camera dei deputati, siamo in sette e, insieme, nelle diverse istituzioni porteremo la voce dei cittadini.

Credo fermamente, ed è per questo che mi sono candidata e sono stata eletta, che qui fuori ci sono operai, impiegati, imprenditori, disoccupati e liberi professionisti che intendono riprendersi i propri diritti. Per troppo tempo i partiti hanno abusato della fiducia degli elettori, li hanno tenuti distanti e spesso all'oscuro dei propri diritti; noi del Movimento 5 Stelle rappresentiamo l'onda del cambiamento e siamo determinati nel rinnovare radicalmente la gestione delle risorse pubbliche. È una rivoluzione che intendiamo incanalare nelle istituzioni in modo pacifico per far ripartire la nostra Valle d'Aosta nel rispetto del nostro territorio e per non compromettere in modo definitivo il futuro delle nuove generazioni.

Noi siamo qui per contribuire a riportare credibilità alle istituzioni e per fare entrare i cittadini all'interno della Regione, per far loro conoscere la politica regionale e avvicinarli a essa. La crisi economica, sociale e culturale che stiamo vivendo è strutturale e va affrontata con l'innovazione, con il pensiero critico e, se necessario, anche distruggendo certezze del passato.

Nel programma di Governo abbiamo riscontrato una debolezza nella definizione di proposte concrete nell'ambito della sanità pubblica e anche nell'assenza dell'importantissimo concetto di prevenzione primaria, come definito anche dall'OMS, e uno scarso approfondimento del tema del welfare, che mi è molto caro, in quanto una società civile ha il dovere morale di garantire, tramite la sanità, la scuola, i servizi sociali e le politiche del lavoro, pari opportunità a tutti i cittadini. Il Movimento 5 Stelle crede inoltre che sia fondamentale il punto 4 del vostro programma, ossia le variazioni atte a far ripartire le micro, piccole e medie imprese presenti sul nostro territorio, che devono essere il motore della nostra economia locale.

Ribadisco, come già espresso dai miei colleghi, che il Movimento 5 Stelle è disponibile a sostenere tutte le azioni che riteniamo pensate e strutturate nel bene della Valle d'Aosta e dei suoi cittadini. In particolare da subito sosterremo l'annullamento della quotazione in Borsa di CVA - l'acqua pubblica è anche una delle nostre cinque stelle - e la modifica della legge elettorale, con una direzione nella preferenza unica e nello spoglio centralizzato.

Al di là dei singoli punti presentati nel programma, riteniamo che nell'insieme manchi una definizione di tempi e modalità di realizzazione delle varie azioni, mancanza che toglie credibilità e forza all'intera proposta.

Concludo con un'osservazione. Ieri ho ascoltato gli interventi dei Consiglieri di questa assemblea e li ho ascoltati davvero con attenzione, anche perché era la mia prima seduta di Consiglio regionale; l'aspetto che mi sorprende, in quanto neo-eletta, è che ogni Consigliere - anche chi è qui da una, due o tre legislature - ha svolto interventi come se non avesse mai partecipato alle precedenti legislature, e invece vi ha partecipato con scelte, positive, negative e con errori! Occorre che ce lo ricordiamo, nel rispetto dei cittadini che hanno subito le conseguenze delle nostre azioni politiche.

Presidente - La parola al consigliere Bertschy.

Bertschy (UVP) - Anche da parte mia un buon lavoro a tutti gli eletti e a tutti i presenti in Consiglio, un benvenuto anche a chi ha partecipato alla precedente legislatura. Credo sia importante trovare qui all'interno la capacità di dire le cose con molta determinazione e anche con molta durezza, come è stato fatto in alcuni interventi, ma poi anche con la capacità di trovare quel dialogo e quel confronto sui temi per fare veramente quello che ci chiedono i cittadini: discutere - rispetto alle nostre idee, alle nostre sensibilità, ai nostri progetti - con competenza sui problemi per trovare delle soluzioni. È questo l'atteggiamento che ha mosso l'UVP nella precedente legislatura, è questo l'atteggiamento che credo muova chi deve fare politica; non è solo dicendo che tutto non funziona che si risolvono i problemi, ma è indicando le soluzioni che si possono trovare i percorsi per dare delle risposte, anche definitive.

Com'è stato detto e, soprattutto, com'è stato ribadito dal nostro gruppo, in alcune situazioni rivediamo la campagna elettorale che si conclude, rivediamo anche atteggiamenti che devono giustificare quello che non va giustificato. Bisogna dire semplicemente che, quando si fa una scelta, quella è la scelta che si ritiene giusta, senza poi addossare ad altri la responsabilità di non essere sufficientemente all'altezza di poterne fare altrettante.

Noi abbiamo fatto una scelta importante: abbiamo deciso di non aderire a un progetto che oggi non vediamo, è stato chiaro quello che ieri il capogruppo ha detto; ma, rispetto a un progetto che non vediamo, non vogliamo neanche che si dica che le scelte sono giustificabili semplicemente perché sono state fatte da qualcuno piuttosto che da qualcun altro.

L'idea di lavorare con i partiti nazionali in Valle d'Aosta è un'idea che nasce nei tempi e si porta storie e anche battaglie dei movimenti autonomisti. Ricordo, per esempio, che nel 2010 e nel 2011, quando si facevano gli accordi con Berlusconi, tanti di noi contestavano fortemente quegli accordi perché non credevamo nella scelta di appoggiare completamente i destini di una regione ai destini di un governo nazionale, al di là dei colori che aveva. L'abbiamo poi fatto anche con il Governo Renzi. Non è stata una questione di colore, perché semplicemente riteniamo che con i partiti nazionali bisogna lavorare, collaborare, bisogna trovare delle soluzioni, bisogna agire con molto orgoglio e con molta dignità, ma non bisogna affidare loro i destini di una comunità e di una regione.

Ieri, in particolare nelle parole del collega Gerandin, che è intervenuto alla fine, ho trovato questa rassegnazione, ma anche un addossare forti responsabilità alla Lega e al Presidente incaricato: "cercate delle soluzioni per noi, altrimenti non siete utili ai nostri destini". Mi è sembrato un modo un po' pesante di affidare un progetto che parte, che nasce in una nuova legislatura, in una situazione che voi descrivete come gravemente compromessa; rispetto a certi temi sì, rispetto a tanti altri i valdostani sanno ancora cosa vuol dire avere un'autonomia, sanno ancora cosa si può, attraverso l'autonomia, ottenere e cosa si deve fare meglio per autogovernarci e per migliorare i nostri servizi e il progetto per il futuro. Però abdicare completamente alla nostra capacità d'interloquire con il Governo, abdicare completamente a un progetto nascente, abdicare alla capacità di affidare ad un rappresentante autonomista alla guida di un Governo e continuare a collaborare con un'alleanza politica per trovare delle soluzioni ci pare un atteggiamento molto remissivo e che non ci aspettiamo da colleghi che sappiamo aver fatto in quest'aula - come il collega Gerandin, ma non solo - forti battaglie di rivendicazioni di patti, di accordi e di scelte che non siamo stati in grado di fare fino ad ora.

È vero, l'abbiamo detto più volte anche noi, non abbiamo una tutela rispetto ai nostri accordi fiscali con lo Stato; nell'ultimo periodo di legislatura abbiamo fatto anche un forte braccio di ferro, sia pure con posizioni differenti, e abbiamo bisogno di ridare alla nostra regione la sicurezza finanziaria per poterle garantire un futuro.

Noi avremmo preferito - ed è questo che ci tiene lontani da questo progetto - vedere questa battaglia fatta ancora una volta da qualcuno che rappresenta il mondo autonomista e - ribadiamo - con un'alleanza su questi temi. Invece avete dovuto trasformare questo progetto in un'intesa ed è il modo un po' per fare politica di adesso: quando non si hanno le stesse idee, si scende sul piano dell'accordo. Avete detto bene ieri: "ai cittadini cosa interessa? Che alla fine risolviamo i loro problemi". Giusto.

Io fino a stamattina, in qualità di Assessore, ho cercato di risolvere i problemi come credo tutti quelli al Governo e tutti quelli in Consiglio, ci mancherebbe che chi si fa interprete attraverso un'elezione della risoluzione dei problemi non lo faccia! Quindi è troppo semplicistico, secondo me, definire tutto questo un'intesa per risolvere i problemi dei cittadini. Tutti noi li vorremmo risolvere, ci mancherebbe ancora!

Credo che avete dovuto chiamarlo così, perché non siete convinti. Sapete bene che avete fatto una scelta molto forte, che vi siete portati troppo avanti rispetto a quello che era dare un ruolo ad una forza politica che ha ottenuto un consenso, ma che arriva per la prima volta in Consiglio e porta persone sicuramente competenti, ma che devono fare un'esperienza e che hanno, credo, necessità, come tutti, anche di trovare una collaborazione al di là dei ruoli qui all'interno.

Noi saremo comunque opposizione, ma minoranza attenta e costruttiva e annuncio già che, per quello che mi riguarda, per quanto riguarda il mio settore, se sarà necessario, se lo riterrete utile, come Governo e chi andrà a subentrare, sono a disposizione per fare un passaggio di consegne corretto, perché credo che tutto quello che dobbiamo fare lo dobbiamo fare in termini politici, ma i cittadini non devono, soprattutto rispetto alle legislature del passato, subire questi cambi di poltrone e di posizioni. Quindi io, in maniera molto trasparente e rispettosa del nostro ruolo istituzionale, sarò a disposizione per garantire, come si suol dire, un corretto passaggio del testimone. Evidentemente sarò in aula a difendere le scelte fatte o ipotesi di progetto annunciate.

Devo dire che, rispetto ai temi che in questo anno da Assessore ho avuto la possibilità di portare in aula e di discutere, ho trovato larghe maglie, quindi credo sia una scelta di compromesso per poter arrivare a un programma.

Non ho più visto quello che serve in campagna elettorale: i forti annunci, le cose che si dicono a volte per convincimento e, a volte, per convincere gli elettori. Ricordo bene un passaggio, perché era stato oggetto anche di una discussione con la nostra base, dove la Lega dichiarava asili nido gratuiti per le famiglie valdostane; gli asili nido e il sistema dell'infanzia vanno, tra contributo pubblico e famiglie, tra i 7 e gli 8 milioni di euro, immagino bene che, prima di scriverlo in un programma di Governo, uno ci pensi due volte. Un conto è dirlo agli elettori quando si fa campagna elettorale, un conto è poi scriverlo su un documento così preciso come deve essere quello della realizzazione di un programma. E di esempi come questi ne potremmo fare. ALPE aveva annunciato la vignette per i valdostani a 15 euro al mese, oggi parliamo di una forte riduzione dei pedaggi autostradali; è certo che dire la cifra fa fine e impegna molto in campagna elettorale, ma fino al momento di essere eletti: quando si è qua bisogna fare attenzione, perché poi bisogna mantenerla. Ma, ribadisco, la campagna elettorale l'abbiamo fatta tutti, oggi nel programma del cambiamento vediamo che poi si è molto cauti nel definire quello che si è annunciato in maniera forte in campagna elettorale, e ci sta. Lavoreremo, lavorerete voi e lavoreremo noi perché sono temi, quello del pedaggio autostradale, lanciati da tutti, abbiamo tutti progetti su questo e speriamo un bel giorno di trovare una soluzione, però vi scontrate anche voi con quello che oggi diventa un impegno definitivo: prendere posto là sopra e cominciare a dare delle risposte.

È stato detto che la sanità avrà una grande importanza e io che ho fatto un anno di esperienza e, sinceramente, è stata una grande esperienza anche a livello umano, è stata un'esperienza molto interessante, vi posso dire che lì sì che dagli slogan a passare ai fatti ci sarà da lavorare molto, perché ci sono tantissime cose che funzionano nella nostra sanità; il governo della sanità è pubblico, anche rispetto all'accreditato privato, ma, evidentemente, per mantenere la qualità dei servizi, per riuscire a continuare a essere attrattivi, come voi dite e come tutti noi diciamo, il lavoro da fare è enorme e non dipende solo dalla disponibilità finanziaria e non dipende solo dalle capacità professionali di chi opera nel settore. Però, per arrivare a questo, bisogna anche qui smetterla di lanciare slogan, ma bisogna cominciare a essere concreti e preparati sui temi.

Si parla di liste d'attesa in maniera generica e anche qui in campagna elettorale si è detto un po' di tutto. Le liste d'attesa, per chi sta un po' nel settore, hanno tanta differenza nella loro definizione. Qualcuno annunciava in cento giorni la risoluzione di tutta una serie di problemi. Il pap-test prima dei cento giorni: è rientrato nei trenta giorni di risposta, ma semplicemente perché prima era venuto a mancare il personale. Si lanciano i massimi sistemi, ma ci si scontra poi con gli aspetti pratici delle situazioni. Le liste di attesa chirurgiche che oggi sono, rispetto agli interventi piccoli, in grande difficoltà (parlo di ernie...), sono legate a tutta una serie di problemi, compreso il fatto che da qualche mese sono ritornate a funzionare a pieno regime le sale operatorie. Vi ricordate le discussioni in Commissione? E potremmo andare oltre, perché poi, per mantenere le liste d'attesa, bisogna anche essere capaci di concludere e di definire in maniera chiara l'appropriatezza della richiesta di visita e anche il governo completo del ciclo che porta alla visita e a tutto quello che ne deriva. Quindi sono temi che, lanciati in campagna elettorale, vanno bene, poi sul piano pratico ci si incontrerà e si troveranno - spero - delle soluzioni. Quello che posso dire è che, per esempio, le liste di attesa cardiologiche oggi sono sotto i dieci giorni. Certo, quelle che servono. Anzi, da una settimana all'altra.

Questo non per rivendicare un lavoro, ma per dire che rispetto a certi temi avremo bisogno veramente di trovare un atteggiamento collaborativo per dare le risposte ai cittadini, altrimenti rimangono su un piano superficiale, che credo non interessi a nessuno.

Quello che è mancato nella predisposizione di quel documento, e che mi ha anche un po' stupito, è per esempio un accenno al fatto che dovremo, in sanità, investire in maniera forte sulla sostituzione, sull'innovazione, sull'ammodernamento delle grandi tecnologie. Abbiamo parchi macchine che hanno più di dieci anni e tanti più di quindici anni: c'è bisogno di forti investimenti. In quest'ultimo periodo, noi abbiamo recuperato circa 4 milioni di euro, che serviranno per cominciare a fare qualche investimento, ma stiamo parlando di più di 10 milioni di euro, almeno in un triennio. Quindi sono battaglie da fare insieme, se vogliamo dare delle risposte, ma sono temi da affrontare assolutamente non in maniera superficiale; rispetto a questo, sarà anche importante capire come vorrete costruire i progetti di riforma, perché qui non ci sono. Qui ci sono dei titoli. Il collega Chatrian ieri parlava di tre macroaree, una di queste era l'area sociale e sanitaria, le riforme qui non sono indicate, né i percorsi né le soluzioni. Si è parlato di riforma del welfare per l'ultimo anno, noi con quella situazione politica non abbiamo sicuramente portato avanti la riforma del welfare, ma abbiamo delle idee, qui non vediamo delle idee. Tutto il discorso sugli anziani, la grande discussione che c'è stata - sull'azienda, ricordava il collega Cognetta, presentiamo la legge - ci sono proposte che adesso vanno declinate ed esprimersi su un programma di Governo che non declina alcune grandi linee programmatiche diventa anche difficile, perché saranno temi che divideranno. Fare un'azienda per gestire tutto il settore degli anziani o rimanere con l'attuale situazione di governo? Sono scelte politiche che metteranno i gruppi politici in condizione di discutere e di portare avanti delle soluzioni.

Rispetto a questo, come vorrete fare? Magari nella replica qualche cosa ci verrà detto. Vi chiederemo di essere chiari e - come diceva ieri il collega Ferrero che chiedeva velocità - anche noi chiederemo un po' di velocità rispetto a questo: non è più una fine legislatura, è un inizio legislatura, abbiamo il tempo davanti per lavorare, però bisogna oggi mettere in campo quell'idea, quella progettualità e quelle azioni che ci servono poi per prendere delle decisioni. L'elenco potrebbe andare avanti, non è in questo contesto che dobbiamo parlare solo di sociale e di sanità.

Quello che noi vi chiediamo è di non banalizzare il lavoro fatto fino ad ora, in tutte le aree. Ieri si parlava della grande holding delle società degli impianti a fune, sappiate che, quando si è partiti per le piccole holding degli impianti a fune, sui territori c'è stata grande discussione, io ero in bassa Valle, mi ricordo la situazione di Champorcher, ma credo che a Torgnon il collega Chatrian abbia vissuto le stesse situazioni; se oggi si può ragionare - ed è un tema che è stato già portato nei grandi progetti del passato - su un'unica holding delle società degli impianti a fune è perché prima sono stati fatti dei passaggi; per dire che anche le legislature precedenti sicuramente hanno creato dei problemi per i cittadini, ma hanno anche portato decisioni importanti per gli stessi, dalle quali oggi si può ripartire o si può evolvere e si può ancora migliorare. Non banalizzare, questo serve anche a non banalizzare il lavoro che potremmo fare insieme. Ritorno ai temi, ma in questo anno abbiamo parlato molto di percorsi per le persone con disabilità, in questi giorni è partito il bando per la vita indipendente.

Ci sono tante azioni che possono essere utili per portare avanti un progetto di governo, a volte in continuità a volte no, e, in termini amministrativi, questo potrà essere utile anche a voi. Però ci dovrà essere un approccio che non è quello del "voglio", "posso", "comando" e del "prendere o lasciare"; sarà un approccio che, pur non condividendo le scelte politiche fatte, ci vedrà attenti a dare il nostro contributo nella misura in cui si sarà capaci di creare le condizioni per lavorare insieme. Rispetto a questo, però, noi saremo molto attenti a capire se questa maggioranza di qui a qualche ora ci sarà o no, perché, se il Consiglio fosse stato lunedì, probabilmente non sareste riusciti a partire. È arrivato invece in giornata il via libera definitivo, martedì ce l'abbiamo fatta, siamo a mercoledì, dovrebbe tenere, da domani vedremo se questo Governo c'è.

Prima di lanciare grandi progetti e grandi riforme, bisogna capire se c'è una solidità e se c'è soprattutto la volontà da parte dei movimenti autonomisti di subire questa impronta forte (oggi tra l'altro rimarcata su ogni quotidiano) che vede la Valle d'Aosta descritta come un Governo a guida leghista, il Governo Spelgatti, governo guidato da una forza nazionale. Un titolo nuovo che potrebbe per qualcuno di voi essere anche il titolo giusto, per noi continua a essere qualcosa di forzato, di esagerato rispetto alla situazione che, ancora in termini politici, si può rendere pratica, utile al governo dei valdostani e in Valle d'Aosta.

Quindi da un lato un buon lavoro, dall'altro state sicuri che cercheremo di fare in fretta qualche cosa che sia utile per dare alla Valle d'Aosta un governo più forte, più stabile e più adatto ai problemi che dobbiamo affrontare con massima responsabilità, tutti insieme.

Presidente - La parola al consigliere Cognetta.

Cognetta (MOUV') - Benvenuti nella quindicesima legislatura. Con tutto quello che è accaduto, io sto ancora festeggiando la fine della quattordicesima e quindi sono contento di essere finalmente passato alla quindicesima.

Vorrei cercare di dare alcuni concetti generali che sono sfuggiti forse ai più, penso anche ai giornalisti, perché abbiamo parlato in quest'aula di tanti argomenti, tranne, secondo me, di quello più importante: un mio collega ieri ha detto che da oggi, da quando sarà votata questa Giunta, saremo commissariati; se è vero questo, io dico che posso anche affermare che da oggi finisce una dittatura, perché questa è stata la politica della Valle d'Aosta in tutti questi anni. È stata una dittatura. Dimentichiamo una cosa importante, noi dimentichiamo il fatto che sostanzialmente siamo vissuti in una dittatura per tanti anni e questa dittatura ci ha portati a questa situazione.

Adesso ci meravigliamo che troviamo finalmente una soluzione diversa ai nostri problemi, come se continuare a proporre le stesse persone per risolvere i problemi che abbiamo, fosse invece la soluzione. È un'assurdità! Se io ho un problema creato da una persona e metto la stessa a risolverlo, non si risolverà mai. Forse va fatto notare che con coraggio, con determinazione, possiamo dire con rischio politico, qualcuno si assume l'onere di trovare una soluzione diversa e la mette in campo.

Qui possiamo parlare di tante cose, di tante mancanze: "il programma non va bene, siete un'accozzaglia, vi dividete le poltrone", tra l'altro sono tutte cose già sentite in passato, mi viene quasi da ridere quando vengono dette in quest'aula perché le ho già sentite e risentite tantissime volte e quindi, dette adesso, è giusto, è il gioco dei ruoli, però chi ha acceso la televisione oggi, valdostano, e non sa tutto quanto accaduto fino adesso potrebbe anche crederci... un minimo di coerenza sugli argomenti, per favore, altrimenti sembra davvero che siamo tutti quanti vergini, e non lo siamo. Sto parlando da un punto di vista politico, che sia chiaro.

Dobbiamo fare tante cose, abbiamo tantissimi problemi, tantissime cose da risolvere e soprattutto non abbiamo fatto proclami. Questa è una cosa davvero strana. È strano perché potevamo fare una marea di proclami.

Io, per esempio, quando ho sentito i colleghi dell'UVP in campagna elettorale rilanciare il TGV, ho detto "finalmente risolveremo il problema dei trasporti". Anche lì mi chiederei a questo punto le risorse da dove le avremmo prese. Ma non è problema, preferisco avere le risorse per risolvere i problemi della sanità. Risorse che sono state tolte, però. Anche lì mi chiedo se sia giusto recriminare oggi.

Noi forse non saremo il cambiamento migliore auspicato dalla maggior parte degli elettori, però è il cambiamento che siamo riusciti ad ottenere in quest'aula. Poi forse non ci sarà il cambiamento auspicato da qualcuno, però non vi rendete conto che finalmente avremo un cambiamento vero, non a chiacchiere, sia nelle persone che nei metodi. È cambiato anche il modo di parlare: finalmente abbiamo finito di ammazzarci l'uno con l'altro (io restavo in silenzio e guardavo il rimpallarsi delle responsabilità tra un gruppo e l'altro) su questioni personali più che politiche. Non vi devo ricordare dei Consigli passati esclusivamente a distruggersi l'un con l'altro, senza parlare assolutamente dei problemi.

Ben venga finalmente in questo Consiglio che si lavori tutti insieme per trovare delle soluzioni. In tante occasioni ho provato a lanciare soluzioni, in tante occasioni in Commissione ho portato avanti dei discorsi, con alcuni di voi siamo riusciti anche ad ottenere dei risultati, pur restando all'opposizione.

Oggi ho deciso di cambiare, nel mio gruppo, nel mio movimento ho deciso di fare un passaggio e di andare in maggioranza, nonostante "questi signori della Lega che vogliono in qualche modo usurpare il potere della Valle d'Aosta".

Quando leggo i titoli di giornale penso che li facciano solo perché devono vendere. Se dicessero "la Lega tutto sommato sono dei valdostani che si mettono al servizio della Valle d'Aosta come gli altri", forse non venderebbero tante copie e anche voi qui non avreste tanto da dire.

Mi ha fatto piacere anche l'intervento della nostra deputata, che finalmente ha detto basta litigi. Io questo dico: basta litigi e mettiamoci a lavorare tutti insieme. Smettiamola poi di fare giochetti tra di noi, smettiamola di nascondere le situazioni che ci sono e che vanno risolte oppure di lavorare al contrario: quando uno propone la soluzione, cercare subito in qualche modo - attraverso gli uffici, attraverso le conoscenze personali, attraverso le persone che sono state messe in certi posti di responsabilità - di lavorare contro a chi sta cercando di trovare una soluzione. Questo è ciò che accade e che accadeva anche prima.

Per quanto mi riguarda, forse, se dovremo denunciare qualcosa in quest'aula sarà proprio quando qualcuno si metterà da ostacolo al risolvere i reali problemi di questa Regione, perché forse non avete capito, o forse state cominciando a capire, che qui o ci salviamo tutti o andiamo a fondo tutti e questo l'ho detto anche nella passata legislatura.

Le divisioni politiche inventate: "quello è comunista", "quello è fascista", "quello è così", "quello è cosà" in 130 mila abitanti fanno soltanto ridere. Qui il problema della lista d'attesa non è di destra o di sinistra, il problema che non c'è il treno non è di destra né di sinistra: non c'è il treno!

Quindi invito tutti, me per primo, a collaborare, a lavorare con senso critico e per il bene reale dei cittadini e non a fare i bla-bla soliti che ho sentito fino adesso.

Scusatemi se mi permetto di dirlo, perché quando ho visto lei, collega Rollandin, a cercare di limitare il collega Marguerettaz - che era più bravo di lei nel prendere in giro le persone quando parlavano - ci è riuscito in parte rispetto alle parole dette o non dette dalla collega Spelgatti. Io le dico solo una cosa, che anche lei in tantissime occasioni, come me, come tutti, a volte ha farfugliato, a volte ha sbagliato una frase, a volte ha detto qualcosa che non andava, ma non è lì che si risolvono i problemi, denigrando personalmente l'avversario. Denigrare personalmente l'avversario non risolve il problema e soprattutto, se l'avversario è degno, non cambia idea, le sue parole non diventano meno importanti. Non avete ancora capito che dovete smetterla di fare così? Possibile?

Io concludo dicendo solo questo. C'è un problema grosso, questa regione sta andando a fondo da un punto di vista economico, da un punto di vista sociale, allora o smettiamo e facciamo veramente valutare e vedere agli altri quello che siamo veramente oppure andremo a fondo tutti. E sarà inutile dire "quelli di destra hanno fatto così", "quelli di sinistra, gli autonomisti...": tutte stupidaggini! Non servirà a nulla. Potremmo dare prova finalmente che cerchiamo una soluzione migliore a questo problema. Il problema è che la Valle d'Aosta sta andando a fondo e dobbiamo smetterla di pensare ai fatti nostri e cominciamo a lavorare veramente per quelli fuori.

Presidente - La parola al consigliere Restano.

Restano (AC-SA-PNV) - Gentili colleghi, il 20 maggio scorso è suonata la sveglia, i valdostani si sono chiaramente espressi, hanno espresso a chiare lettere il proprio disappunto rispetto a una legislatura convulsa e travagliata delle forze autonomiste che ieri si è chiusa. La mancanza di coesione politica, di una progettualità seria, forse di una visione a lungo termine di quello che la Valle d'Aosta deve e merita di avere ha prodotto l'esito elettorale che oggi è noto a noi tutti.

Già nel 2016, insieme al collega Fosson e, prima ancora, nel 2014, avevamo manifestato una certa insofferenza rispetto al modo di gestire la politica valdostana e avevamo cercato uno scollamento proprio sul modo di fare politica, gestita secondo noi in modi antichi. Un modo che era tipico e che metteva in secondo piano il valore assoluto e la priorità principale rispetto al mandato elettorale che noi abbiamo ricevuto, vale a dire la ricerca di soluzioni ai problemi della popolazione che ci ha eletto, la popolazione che ci ha dato fiducia e alla quale la politica deve delle risposte concrete.

È evidente che, nel corso dei cinque anni passati, alcune di quelle risposte non siamo stati in grado di darle e oggi ci ritroviamo qui a dover ripensare totalmente ad un nuovo modello politico, un nuovo modello economico e un nuovo modello amministrativo. Forse questo prevede una visione diversa dell'autonomia e della politica. Qualcuno ieri ha parlato di un'autonomia reale e rinnovata, forse intendeva anche questo, ma lo potevamo fare nel 2014, nel 2016 e nel 2017. Tutti insieme. Non ce l'abbiamo fatta, è stato un limite della passata legislatura. I tempi forse non erano maturi. Questo è ciò che in questi giorni abbiamo fatto. L'accordo di governo a cui siamo giunti oggi con dedizione, pazienza e condivisione tra la Lega Nord Vallée d'Aoste, ALPE, MOUV', Area Civica-Stella Alpina-Pour Notre Vallée è il frutto di un lavoro di mediazione tra le varie sensibilità ideologiche - che esistono e non lo nascondiamo - e questo è già un punto di forza la sensibilità delle forze che hanno voluto partecipare alla nascita di questa maggioranza dando la disponibilità ad accantonare, per il bene e l'interesse di una comunità intera, le frizioni in precedenza esistenti e le rigidità tutt'ora esistenti. Sono movimenti che credono, nonostante tutto, che si possa governare con responsabilità e con coerenza, forti e soprattutto consapevoli dello strumento dell'autonomia che i nostri predecessori - con lungimiranza e grandi sacrifici fatti per la salvaguardia delle nostre peculiarità - ci hanno lasciato in eredità e che noi dobbiamo custodire e far evolvere come il nostro bene più prezioso, come il nostro gioiello. Nel contempo siamo però consapevoli che l'autonomia non rappresenta una serie di privilegi, non deve essere, come spesso accade, una dicitura astratta che nulla ha a che fare con la quotidianità, con la vita dei nostri cittadini; l'autonomia rappresenta la libertà, soprattutto rappresenta l'autodeterminazione - che sono così attuali anche in ambito europeo - e rappresenta la possibilità di amministrare, secondo le nostre particolari esigenze, anche territoriali e soprattutto ci permette di rispondere ai reali bisogni dei nostri cittadini.

Proprio l'autonomia, questa prerogativa così importante per la Valle d'Aosta è stata oggetto di condivisione da parte di tutte le forze politiche e soprattutto è stato un punto condiviso dalla Lega Nord Vallée d'Aoste, perché la Lega Nord sa bene quanto l'autonomia sia determinante per il nostro futuro e tutti noi sappiamo altrettanto bene che l'autonomia non ha etichette, non ha colori, non ha bandiere, non deve averli. L'autonomia appartiene ai valdostani, non ai movimenti che si siedono oggi in questa assise.

Insieme ai colleghi dell'UVP, di ALPE, del MOUV', di Stella Alpina-Area Civica, nel marzo 2017 abbiamo creduto in un progetto di governo alternativo a quello precedente, progetto che non è andato avanti. Il fallimento di un progetto non è da addossare all'uno o all'altro: quando un progetto fallisce la colpa è di tutti, magari con diverse responsabilità, se si vogliono analizzare. Però il progetto è fallito e oggi ci troviamo qua.

Oggi la nave deve ripartire con una squadra forte, determinata a raggiungere gli obiettivi prefissati. Però bisogna, rispetto a quello che è stato detto in quest'aula, analizzare quale sia la ripartenza e con quali presupposti considerando l'ultimo momento elettorale diverso dai precedenti.

Non c'è stata una coalizione, non c'è stato un programma di Governo della coalizione ne tanto meno assessori assegnati prima ancora dell'elezione; c'è stato invece l'effetto di un sistema elettorale proporzionale che prevede successivamente degli accordi e delle intese e questo è stato fatto con chi si è voluto sedere al tavolo, con chi ha voluto discutere, confrontarsi per poi scrivere un programma, un programma che è quello che noi oggi vi sottoponiamo.

Ma permettetemi di fare un paragone per descrivere il nostro approccio al programma. Io vengo dal mondo sanitario, trent'anni fa nel mondo sanitario il medico si presentava di fronte al paziente ospedaliero, faceva la diagnosi e prescriveva la ricetta. Oggi non è più così, si lavora in staff, ci si confronta e si analizza il caso, ci si riunisce e poi si prescrive la cura. Anche in questo caso si è voluto lavorare in analoga maniera: si analizzeranno i casi e per questo, volutamente, non abbiamo scritto né le ricette sul programma elettorale né su quello di legislatura perché saremmo stati dei presuntuosi! Noi vogliamo analizzare il caso come una squadra, poi dopo, se saremo in grado, con il confronto con tutti, unire la nostra ricetta alla nostra proposta.

Così ci troviamo oggi ad ascoltare le vostre osservazioni rispetto a dei temi importantissimi quali la formazione e la sanità; oggi scrivere quello che sarà un domani il nostro approccio alle "adaptations" o alla riforma sanitaria sarebbe un atto sbagliato, profondamente sbagliato: metteremmo già da parte le organizzazioni sindacali, i dipendenti, le associazioni di categoria.

È diverso, è questo che è cambiato, non è l'eleggere un Presidente una donna, ma è l'approccio, la volontà di lavorare, la coesione, la volontà di partecipare e anche un domani, se ve ne saranno i presupposti, di rivedere le nostre posizioni. Questo è quello che noi vogliamo fare, permettetemi di dirlo. È completamente diverso. Abbiamo stravolto tutto e non possiamo scrivere - l'ha già detto il collega Cognetta - che vogliamo un nuovo TGV o che vogliamo a tutti i costi la ferrovia Aosta/Pré-Saint-Didier. Un piccolo inciso: a riaprirla domani, quel treno inquinerebbe più della ciminiera della Cogne. Chi ha sensibilità ambientalista di questo deve averne conto e forse l'avevo già detto in passato. Con quali spese? Va analizzato il caso, va fatto un progetto e proposta la soluzione alle Commissioni competenti e a chi ha il dovere di analizzare forse anche con confronti con la popolazione, che sono impegnativi, pesanti, ma che portano di sicuro a dei risultati più efficaci. Questo è il nostro modo di affrontare le cose. Vale per la sanità, per l'istruzione, per i trasporti e per il turismo.

Lo sappiamo che è stato fatto un lavoro sul marchio di qualità dei prodotti, ma sappiamo anche qual è la differenza tra il marchio "Ombrello" di promozione turistica rispetto al tema sulla qualità dei prodotti. Conosciamo i problemi dei caseifici, dove manca la fognatura, manca il depuratore, quindi ci sono degli elevati costi, ma scriverlo adesso non avrebbe avuto senso, sarebbe mancanza di rispetto verso questa assise.

Presidente - La parola al Vicepresidente Bianchi.

Bianchi (UV) - Collega Spelgatti, candidata alla Presidenza della Giunta, ho letto attentamente il vostro programma: non ci ho trovato alcun punto di rottura con i passati programmi. Lo hanno già spiegato alcuni miei colleghi che mi hanno preceduto. Non c'è niente di rottura con il passato. Anzi, chi è intervenuto ha ben sottolineato che è un programma di continuità. Ho ascoltato i colleghi, e la gran parte della maggioranza ha sottolineato che questa è un'intesa di forze politiche su di un programma generico, -mi permetta -, un'intesa per la Valle d'Aosta. Ma non poteva che essere così, ne sono consapevole, non ci trovo niente di strano, perché l'assemblaggio che compone questa maggioranza direi che più che da forze e da movimenti è formato da singoli Consiglieri. Se si fosse scritto un programma meno generico e più puntuale per dare risposte concrete ai valdostani e soprattutto per spiegare cosa si voglia fare, oggi o, meglio, ieri non saremmo stati qua o, se ci fossimo stati, ci sarebbe stata un'altra maggioranza. Comunque avremo modo e tempo per vedere e approfondire i temi del programma.

Certo che fa strano - e mi collego un po' all'ultimo intervento del collega Restano, candidato al Dicastero del turismo, sport e trasporti - che non ci sia niente su una tematica che nella scorsa legislatura è stata oggetto estremamente importante di discussione: gli impianti intervallivi, proprio detto da lui. Oppure l'esempio che ha portato sulla tratta del treno Aosta-Pré-Saint-Didier: mi sembra che all'interno del Consiglio ci fossero delle forze che hanno manifestato alcune perplessità, ma in ogni caso si è approvata una legge che dice una cosa totalmente diversa. Quindi anche questo col tempo ce lo spiegherete.

Sicuramente la notte di lunedì ha portato consiglio, le deleghe sono state riviste e, se non venivano riviste il Governo non partiva. Si è capito molto bene chi le ha fatte ridisegnare, e la ringrazio. Ma non nascondo che sono molto curioso di sapere chi le aveva prospettate, chi voleva togliere l'Assessorato della pubblica istruzione legandolo al Turismo. Questo mi incuriosisce. Condivido il fatto che l'Ambiente non sia più sotto le Attività produttive. Adesso è legato all'Agricoltura, poteva stare con i Lavori pubblici, ma non è un problema di assessorato, a mio avviso, sarebbe stato più opportuno in un unico dicastero portare le deleghe dell'ambiente, dell'energia (le fonti rinnovabili), la pianificazione territoriale e i trasporti, ma proprio per avere un quadro generale della pianificazione ambientale che si vuole dare qui in Valle d'Aosta, perché ad oggi i valdostani per un'unica domanda si dovranno recare in tre assessorati diversi. Poi il fatto che le Politiche del lavoro e della formazione siano passate sotto le Finanze lascia un po' perplessi, sicuramente verrà spiegato.

Permettetemi di fare ancora un inciso, dopo di che terminerò, l'intervento di ieri del collega Borrello sui voti. Collega Borrello, mi permetta, ma lei è un incantatore. Quando abbiamo approvato la legge, e l'abbiamo approvata tutti - forse ad eccezione dei due rappresentanti Cinquestelle di allora - è chiaro che il quadro politico che avremmo voluto all'interno di quest'aula era diverso, ne siamo tutti consapevoli, però il fatto di dire che è una statistica che l'ipotetica maggioranza ha meno voti della minoranza col proporzionale puro non è una statistica, infatti, se non ci fosse stato un Consigliere transfuga, non sareste stati in diciotto.

Qui l'unica statistica da sottolineare è che cambiano i governi. Ricordava bene il collega Cognetta, molte cose sono state dette, cambiano le maggioranze, ma chi va via a mani piene sono sempre gli stessi. Questa è la vera statistica che non cambia.

Presidente - La parola al consigliere segretario Morelli.

Morelli (ALPE) - J'ai écouté avec beaucoup d'attention les nombreuses interventions qui se sont succédées, soit de la part des nouveaux élus, que je félicite pour la qualité, soit de la part des anciens collègues, que, pour quelqu'un, j'avais connu un peu plus silencieux ; ce qui est un peu, probablement, l'effet du changement de législature, et c'est un effet très positif, qui laisse bien espérer pour le débat dans cette législature. Mais venons à nous, venons à ALPE, parce que c'est d'ALPE que je veux parler. D'un certain point de vue, nous comprenons bien que le choix d'ALPE de faire partie de cette nouvelle majorité puisse être perçu comme une solution peu naturelle, sûrement une solution non escomptée et en effet elle n'est pas escomptée du tout. De par son histoire, de par ses idéaux, ALPE a toujours été loin de la Lega ; ce qui est confirmé par le fait que la décision finale d'adhérer à cette majorité a provoqué à son intérieur un grand débat et même des déchirures importantes. C'est une décision, qui a été longuement débattue, raisonnée en profondeur et finalement elle a été considérée comme la plus utile non pas pour notre mouvement, mais pour notre région, qui a l'urgence d'avoir un gouvernement dans le plus bref délai. Ne serait-ce que pour rendre un peu de sérénité aux citoyens, surtout après la passée législature. Parce que de la part de beaucoup d'électeurs, en ce moment, nous enregistrons une requête claire de gouvernabilité et de discontinuité, voire même de rupture avec le passé, avec une gestion de la chose publique qui, pendant les presque dix années de vie de notre mouvement et de présence au sein du Conseil, nous n'avons jamais partagé et nous continuons à ne pas partager. Nous n'oublions rien. Un système que nous avons souvent critiqué pour le manque de démocratie - le collègue Cognetta l'a défini une dictature - pour le manque d'impartialité, de transparence, parfois même pour une utilisation désinvolte de l'autonomie, ce qui a produit un affaiblissement de l'autonomie même, au détriment de ces citoyens qui devraient être les seuls destinataires d'une politique au service de la communauté. Exclusivement.

La discontinuité qui nous est requise aujourd'hui exclut naturellement pour ALPE la possibilité d'un gouvernement avec ceux qui incarnent l'ancien régime et qui, malgré les résultats des élections, ont encore du mal à prendre conscience de la nécessité d'un changement vrai, d'une prise de distance de certaines méthodes, d'un minimum d'autocritique. Hier le collègue Gerandin disait : "Nessuno pretende che vi cospargiate il capo di cenere", mais qu'il n'y ait aucune volonté ou aucune capacité d'analyse des erreurs du passé et des responsabilités, nous rend très perplexes et nous rend même douteux des bonnes intentions que quelque collègue de l'Union Valdotaine en réalité exprime.

Nous pensons qu'il est indispensable de changer de cap, d'adopter un nouveau modèle de gouvernement pour la Vallée, plus correct, plus clairvoyant, avec l'aide et la collaboration de tous ceux qui ont à cœur le bien-être des citoyens. En ce sens nous avons apprécié l'ouverture des groupes de la minorité qui se sont déclarés disponibles à se confronter, au plus tôt possible, sur la loi électorale, sur la santé, sur le problème des transports et de la voie ferrée, sur tous ces thèmes desquels nous nous sommes occupés et nous avons toujours débattu. Tous conscients du fait que le moment de difficulté générale et la réduction du budget demandent de nouvelles solutions, de nouvelles idées, de nouveaux instruments et probablement plus de courage; "une révolution pacifique", a dit la collègue Russo, c'est ça. On ne peut pas penser de continuer à faire comme l'on a toujours fait, nous ne voulons pas faire des procès à personne, nous ne banalisons pas, il faut sauvegarder ce qui a été bien fait - certainement, collègue Bertschy - mais il faut avoir la capacité de changer ce qui ne va pas, même, si c'est le cas, avec une majorité de 18, si les 18 sont tous motivés à le faire.

Certes, c'est un paradoxe que - après avoir modifié la loi électorale régionale pour éviter le rapport 17-18, que tant de dégâts avait fait dans la passé législature - l'on se retrouve de nouveau avec un rapport 17-18, mais d'ailleurs la loi régionale établit un seuil de 42%, qui est pratiquement impossible à atteindre. C'est une proportion qui a été le résultat de négociations assez infructueuses, parce que ce pourcentage a été soutenu par des soi-disants autonomistes, qui ont délibérément voulu réintégrer le système proportionnel; de la part de quelqu'un ça a été, au fond, un choix bien conscient.

Mais revenons à nous, aux 18 de la majorité. MOUV' et Area Civica-Stella Alpina-PNV ont déjà été nos compagnons de voyage dans un parcours précédent ; avec eux, forts de cette expérience et même conscients des erreurs du passé, je pense que nous serons dans la condition de faire mieux et ce sera de même pour la collègue Rini, qui a librement et, permettez-moi, même courageusement, choisi de se joindre à ce groupe. À ceux qui l'accusent d'avoir fait ce choix pour obtenir la Vice-présidence, je fais remarquer que même de l'autre côté il y a une Vice-présidence : elle aurait pu obtenir le même résultat.

Venons-en à la Lega, le partenaire avec qui nous avons commencé à travailler et qui tant nous a fait discuter à l'intérieur de notre mouvement ; tout le monde le sait, je ne suis pas en train de dévoiler des secrets. La Lega est la force qui proportionnellement a été le plus primée par les électeurs, elle est passée de zéro à 7 conseillers et, de toute évidence, la Lega Vallée d'Aoste marque une discontinuité par rapport à un passé politique, qui de notre point de vue nécessite d'un moment de rupture, d'une coupure, d'une interruption salutaire, afin de pouvoir repartir sur d'autres bases. Je dirais plus, si notre système électoral majoritaire n'avait pas été reconverti en proportionnel avec une multitude de petits partis, on pourrait presque parler d'alternance, de cette saine alternance qui est la caractéristique des démocraties évoluées et qui représente l'antidote contre certaines pratiques peu correctes que l'exercice trop prolongé du pouvoir peut entraîner avec lui.

On peut tout dire, on peut attaquer Salvini, moi-même je l'attaque sur beaucoup de points, mais les responsabilités du passé ne reviennent sûrement pas à la Lega Vallée d'Aoste. Les votes de la Lega, au contraire, ont été soustraits à d'autres mouvements, sûrement pas ALPE ; d'autres les ont soustraits à ALPE et ils sont aujourd'hui représentés dans les mêmes sièges, qui étaient les nôtres dans la passée législature et je dois dire que j'en suis satisfaite. Je crois que notre collaboration n'ira pas s'interrompre, au contraire.

En fait, pour ALPE, il s'est agi de faire un choix de camp et nous en sommes pleinement responsables, nous nous assumons nos responsabilités jusqu'au fond, d'avoir fait un choix entre la pérennisation d'un système - d'une dictature disait le collègue Cognetta - que nous n'avons jamais soutenu tout au long de ces années ou bien la possibilité d'essayer un nouveau chemin administratif, qui n'est pas sans danger, mais qui se base sur un accord programmatique que la minorité a tous les droits de critiquer, c'est son rôle, bien entendu, mais il s'agit d'un programme qui existe, écrit noir sur blanc, avec des coéquipiers, quelqu'un l'a déjà dit, dont nous pensons connaître l'attachement à cette vallée, à son identité, à ses gens. Et détrompez-vous, la répartition des places est venue après, répartition qui est nécessaire, un organigramme il faut bien le dresser, et pour nous, pour ALPE, il n'a pas été un problème, il est juste de le préciser, ainsi, que nous devons également préciser que nous n'avons pratiquement pas considéré l'option plus facile, celle de rester à la fenêtre. Ce n'est pas le moment de rester à la fenêtre.

Donc, chers collègues, nous sommes prêts à donner notre contribution, notre apport à ce nouveau gouvernement et nous le faisons avec détermination, mais également avec la sérénité d'esprit qui nous est donnée par la conviction que nous ne renoncerons pas, pour cela, à nos principes et à nos idéaux, que ce soit bien clair pour tout le monde. Nous avons travaillé à un programme partagé, réaliste, certainement perfectible ; sur sa mise en pratique nous nous engageons avec nos énergies et nos compétences, mais nous ne manquerons jamais de prendre position librement et en conscience toutes les fois que nous l'estimerons nécessaire.

Je veux conclure, en disant que nous nous souhaitons que ce projet ne soit pas fermé et qu'il soit ouvert et disponible à accueillir d'ultérieures contributions finalisées à donner de meilleures perspectives à la Vallée d'Aoste et à ses habitants. De ce point de vue, le collègue Bertschy a été très clair et en particulier je veux partager l'opinion du collègue Bertin, lorsqu'il affirme qu'il faut établir avec Rome des rapports institutionnels solides, durables, qui aillent au-delà des proximités partitiques. Je suis d'accord, proximités partitiques qui peuvent sûrement faciliter les choses, faciliter les rapports, mais qui ne doivent pas constituer la base des rapports, autrement ce ne serait qu'une solution illusoire et limitée dans le temps, comme cela s'est déjà passé.

Quant au dernier point du programme, qui a suscité la réaction de la collègue Pulz, nous sommes d'accord, l'immigration n'est pas une émergence pour la Vallée d'Aoste, ce sont les numéros que nous le disent et en plus il faut reconnaître qu'il a toujours été fait un effort pour distribuer les demandeurs d'asile sur le territoire, en évitant les concentrations et en évitant la constitution de ghettos. Cela a été fait, je regarde le Président Rollandin et je le lui reconnais ; mais, attention, je cite un exemple, la transformation de l'ancien hôtel Lanterna de Saint-Pierre dans un très grand centre d'accueil, comme il était dans l'intention du Ministère, deviendrait un problème et une émergence pour ces communautés. Donc, en ce sens un dialogue est nécessaire, essayons de prévenir et de programmer lorsque cela est possible.

Je vais conclure. Pour terminer, je vais paraphraser la Présidente indiquée: "il paraît qu'il soit obligatoire, en ce genre de discours, d'insérer au moins une phrase en langue italienne" e quindi auguro a tutto il Consiglio regionale di questa quindicesima legislatura un buon lavoro.

Presidente - Ricordo che alla chiusura della discussione generale ci sarà la replica del Presidente indicato, dopo di che ogni Consigliere avrà ancora la possibilità di una dichiarazione di voto.

La parola al consigliere Bertin.

Bertin (IC) - Soltanto per un breve intervento in seguito al dibattito al quale abbiamo assistito. Mi pare di capire che questo governo nasca un po' dal sistema elettorale e dall'analisi del voto, diversi Consiglieri hanno sottolineato questo aspetto. L'analisi del voto vedrebbe, un po' come si è fatto a Roma, i partiti che hanno vinto obbligati a formare un governo e governare in quanto legittimati dal voto dei cittadini, ma mi pare che questo caso non possa essere mutuato da quello di Roma, perché il governo che nasce qui non è il governo di quelli che hanno vinto. Ha vinto certamente la Lega, la formazione politica che ha riportato la maggiore crescita, ma gli altri che partecipano a questo governo hanno subito dei cali, anche significativi, sia Alpe, circa 6.000 voti persi, sia Area Civica-Stella Alpina-PNV; mi faceva presente qualche tempo fa il consigliere Gerandin, aveva fatto un calcolo, che il Consigliere Fosson aveva perso il 71 percento dei consensi. Sono dati significativi. Questo è un governo diverso, non può essere mutuato da quello di Roma, questo sostanzialmente è il governo della Lega che non segna neanche una grande discontinuità rispetto al passato, soprattutto per quello che riguarda la presenza di persone che hanno avuto in passato molti incarichi importanti in molte fasi della politica valdostana. La Lega ha avuto la capacità di capitalizzare un risultato certamente molto importante, passando al 17 percento.

Anche la giustificazione che questo governo farà soltanto dell'amministrazione, come accennava in parte Gerandin (ed è la giustificazione che danno alcuni dirigenti di ALPE) è assolutamente ridicola: quando si governa, non si fa amministrazione, si fanno delle scelte politiche. Abbiamo sempre rivendicato che questa nostra Regione è una Regione che non fa amministrazione, fa della politica. Questo Consiglio è un'istituzione che fa delle leggi, fa delle scelte politiche, non è amministrazione, a meno che i sedicenti partiti autonomisti non vogliano fare i dirigenti delle scelte che fa la Lega, poiché, quando si governa, si fanno delle scelte politiche in relazione ai valori e ai principi che uno ha. Non si può disgiungere l'amministrazione dalla politica e non si può disgiungere la politica dai valori e dai principi. La politica è quella, è affermare nella società i propri valori e i propri principi, e quando si governa si fa questo. Ogni giustificazione - "no, facciamo soltanto amministrazione" - non è accettabile. Quando si governa, si fa della politica. Tant'è che quella che nasce è una coalizione politica su un programma nel quale mancano molte cose ed è piuttosto debole per certi aspetti, ma nel quale intravediamo anche degli aspetti positivi. Come detto, sul piano programmatico faremo la nostra parte, però, non prendiamoci in giro, sono scelte politiche.

Anche l'organizzazione del governo regionale, la stessa scelta di cancellare l'Assessorato alla pubblica istruzione, poi fortunatamente ritirata (e dobbiamo addirittura ringraziare Rini per questo, il che la dice lunga), non è una scelta amministrativa, è una scelta politica. Da questo punto di vista vi invito a leggere un interessante intervento fatto da Piero Floris su questo, a futura memoria. Si tratta di politica e si tratta anche di autonomia, non ci si può nascondere dietro l'amministrazione. Anche soltanto l'organizzazione della Giunta è una questione politica.

Veniamo ai rapporti finanziari. Mi sembra che qui stiamo riabilitando la politica "del rubinetto", al contrario. Negli anni Sessanta si diceva a Roma "se vi mettete con noi, apriamo il rubinetto, altrimenti lo chiudiamo". Stiamo ereditando questa politica. Se ci mettiamo con la Lega è perché a Roma comandano e ci aprono il rubinetto. Ieri forse mi sono spiegato male, ma dobbiamo instaurare dei rapporti diversi con il governo centrale e con lo Stato, che prescindono dai rapporti politici esistenti nelle regioni. Il ragionamento che faceva in particolare il Consigliere Gerandin mi pare debole, anche dal punto di vista autonomistico. È più o meno quello che ha fatto Rollandin: quando c'era a Roma Berlusconi, ha fatto il "patto di palazzo Grazioli", come l'ho ribattezzato; in seguito è arrivato Renzi e ha cercato un rapporto con lui. Ma non è così, anche dal punto autonomistico non può funzionare, c'è una debolezza del pensiero autonomista su questo aspetto; va trovato un rapporto diverso. Tornare alla politica del rubinetto, a riabilitare il "ni droite ni gauche", non può funzionare. Per quanto mi riguarda quelle politiche non sono più sostenibili, lo dico anche da autonomista, si tratta di un passo indietro.

Veniamo alla questione riguardante la mancata partecipazione a questo Governo. In campagna elettorale, non soltanto la nostra lista civica anche altre forze politiche hanno più volte detto chiaramente ai propri elettori che non avrebbero fatto, o difficilmente avrebbe fatto, un Governo con l'Union Valdôtaine - perché davano un giudizio negativo rispetto all'azione che aveva assunto l'Union Valdôtaine negli anni - e, per distanze politiche, anche con la Lega, questo l'abbiamo detto ai nostri elettori - e non solo noi! - e, per quello che ci riguarda, abbiamo ritenuto di mantenere fede a quanto detto in campagna elettorale.

Credevamo anche che altre soluzioni sarebbero state possibili, ma non si sono volute sfruttare e si è voluta valutare soltanto questa possibilità. Peraltro questo non è un governo con la Lega, è il governo della Lega, che è ben diverso. Questo avevamo detto ai nostri elettori, a quello ci atteniamo e non cambiamo la nostra posizione. Resta poi, sul piano pratico, in Consiglio regionale la disponibilità a lavorare in modo costruttivo e positivo nell'interesse della Valle d'Aosta. Questo rimane a prescindere dal Governo e da questa fase politica, ma, certo, non era l'unica possibilità per dare un governo alla regione. Si sarebbero potute scegliere modalità diverse per dare una soluzione di governo a questa regione.

Presidente - La parola al consigliere Viérin.

Viérin (UVP) - In conclusione di questo interessante dibattito, alcuni colleghi lo hanno sottolineato, forse, almeno in questo, che si tratta di una legislatura che inizia in modo diverso da un punto di vista numerico e di sostenibilità di un progetto politico, che secondo noi non è un progetto politico.

Le parole della collega Morelli, insieme ad altri consiglieri come il collega Gerandin, sono state chiare: questo è un governo di scopo che carica sulla forza nazionale della Lega di Salvini tutta la responsabilità, utilizzandola, di una lista della spesa che abbiamo ascoltato e che probabilmente anche in parte è rappresentata dalle cose non scritte, ma che sono state dette (parleremo della questione finanziaria) e in questo governo di scopo, in una futura verifica della collimanza ciò che questa forza riuscirà a ottenere con la politica dei rubinetti - che giustamente il collega Bertin ricordava - sarà commisurato probabilmente alla durata dell'esistenza di questo progetto.

Questo è stato detto in alcuni interventi, i toni sono stati politici e abbiamo ascoltato delle considerazioni con delle argomentazioni, delle giustificazioni più o meno plausibili, ognuno cercando di costruire una propria verità, ma che ha nella finalità uno scopo: il fine giustifica i mezzi. Il fine giustifica i mezzi, qualcuno si sentiva detentore della possibilità di costruire qualcosa, altri no, con le contraddizioni che abbiamo sottolineato, perché in queste settimane, durante le chiacchierate negli incontri, nei corridoi, anche nei caffè, che giustamente la politica deve avere, forse sono state portate avanti alcune considerazioni che poi, nella realtà, non si sono concretizzate, anzi, si sono fatte alcune considerazioni su persone che poi invece fanno parte di questo progetto, quindi alla fine oggi noi crediamo si concluda una fase di analisi che è interessante in questo dibattito, ma che - come ricordava giustamente il collega Cognetta - deve vedere una seconda fase da adesso.

Le parole le abbiamo ascoltate, ma le abbiamo ascoltate anche nel vostro campo, collega Cognetta, anche queste sono state molto interessanti; noi crediamo che il Governo del fare inizi nel giorno in cui si fa, non nel giorno in cui si dice di fare, collega Gerandin.

Quindi noi da domani, anzi, da oggi, misureremo le cose che farete, perché è su questo che ci si confronta, ma è giusto anche avere delle ideologie e delle considerazioni politiche, collega Cognetta. Noi capiamo che chi, alla fine, ha dovuto fare certe scelte - probabilmente in contenitori che avevano un fine diverso da quello di un senso di appartenenza che forse non c'è neanche in quel contenitore e quindi giustamente è semplicemente un luogo elettorale per poter essere rappresentato qui - abbia una percezione diversa ed è giusto che sia così. Ma esistono i movimenti. Hanno un ruolo completamente diverso rispetto a quello che noi probabilmente abbiamo conosciuto nel passato, anzi, i movimenti sono spesso stati luoghi d'incontro, di dibattiti e di idee, ma spesso forse oggi non sanno interpretare, almeno quelli tradizionali, sempre i sentimenti delle persone.

La politica regionale si dovrà confrontare su quali siano il ruolo e i luoghi del dibattito e della democrazia, altrimenti, cari colleghi, diventa difficile poi essere obiettivi: ci si confronta nella cabina del telefono quando si è d'accordo in ics persone, in due, tre se le persone sono piccole o se la cabina è grande, e si può procedere. Gli strumenti democratici sono interessanti, ma anche i cambiamenti il giorno dopo il voto sono coraggiosi! Le abbiamo fatte tutti le scelte coraggiose, però falsano un pelo l'elettorato subito, e forse allontanano di nuovo le persone dalle istituzioni.

Ci sono scelte e scelte. E questo noi teniamo a sottolinearlo, ed è giusto che ci siano le scelte, ma poi si deve anche riuscire a costruire qualcosa che sia consono a perseguire quel cambiamento vero e credo che questo, tutti assieme, potremmo farlo.

Le parole che abbiamo sentito sono analisi, sono giustificazioni; abbiamo sentito che la discontinuità e la rottura, collega Morelli, forcément dovevano passare attraverso un progetto che affida totalmente a una forza nazionale questa cosa. Probabilmente avete fatto le vostre valutazioni. Noi crediamo che la rottura non esista in nessuna delle sensibilità delle persone che fanno parte del resto della maggioranza che oggi nasce. Quindi lo dite voi, non lo diciamo noi, ma noi ripetiamo e ribadiamo che il cambiamento non si fa sostituendo semplicemente le persone, ma attraverso le cose che si fanno. Perché, se guardiamo le persone che rappresentano il cambiamento e che hanno quarant'anni di amministrazione, diventa difficile parlare di cambiamento semplicemente sostituendo delle persone! Crediamo che le persone si misurino nel cambiamento, se si riconosce che questo cambiamento debba avvenire, nelle cose che si fanno e che si faranno da oggi. Quindi noi crediamo che oggi si concluda in qualche modo questa analisi che era doverosa e che si dovrà passare all'azione amministrativa, al di là dei dibattiti politici, che noi seguiamo a livello locale; altri dovranno subire o mediare, si è parlato di negoziare l'autonomia, negoziare i contenuti forse dell'autonomia; Ci chiediamo se questa autonomia a Roma forse non è percepita in modo trasversale da tutte le forze politiche, perché ne abbiamo viste di tutti i colori, è stato ricordato: sono cambiati i Governi, ma oggi, la questione finanziaria in primis, anche i rapporti finanziari intesi come una codificazione non sono mai stati affrontati, ma non è che non sono mai stati posti ed è sbagliato l'approccio di pensare di ammiccare con i rappresentanti che: ah meno male leur no rizoudròn le problème ba a Romma [traduzione letterale dal patois: loro ci risolvono i problemi giù a Roma]. Non è così perché non sono duraturi, collega Morelli, se si ripongono sull'essere amici del Matteo o della Erika, perché le persone, al di là dell'essere e di avere rapporti personali con questi amministratori, rimangono degli amministratori ed è giusto che ci siano dei rapporti personali da coltivare, ma le istituzioni non possono avere un approccio personale. Le istituzioni sono le istituzioni e noi crediamo che oggi si banalizzino le istituzioni pensando che - per risolvere i problemi che abbiamo, visto che nessuno c'è riuscito - sia sufficiente affidare a qualcuno di così tanto sensibile da poterci dare di nuovo la possibilità di risolvere quello che vedremo se sarà risolto.

Noi ribadiamo che i diritti di una comunità e di un popolo sono dei diritti! Tant'è che siamo in causa con lo Stato e non sarà la benevolenza di un governo amico che risolverà la questione finanziaria della Valle d'Aosta. Visto che giustamente il collega Bertschy ha parlato di passaggio di consegne, in questo autunno, nelle cose che abbiamo fatto in questi pochi mesi dell'ultimo miglio, abbiamo trasmesso a Roma- sono stato al Consiglio dei Ministri in qualità di Presidente della Regione - una norma di attuazione - è a disposizione di tutti, è agli atti, quindi basta farne richiesta- e c'è non solo un articolato che prevede anche nella finanziaria scorsa approvata con 100 milioni in più per l'anno prossimo, quindi ci sarà una disponibilità in più, al di là della Lega e di altri, e c'è già da parte della Regione una norma di attuazione che risolve in modo definitivo la parte finanziaria aperta, ma anche una regolazione dei rapporti finanziari; è solo uno spunto probabilmente, perché fatto da sensibilità che oggi cambiano, ma è uno spunto interessante che forniremo affinché possa essere portato avanti.

Ma, ripetiamo, l'approccio che noi non condividiamo è un approccio un po' leggero delle nostre istituzioni, della nostra Regione, che oggi si deve piegare a terra di conquista per rivendicare dei diritti che sono diritti, che sono diritti! Perché non c'è autonomia reale se non c'è autonomia finanziaria. La nostra scuola, la nostra sanità, le nostre piccole scuole di montagna, tutto ciò che è un acquis della nostra comunità non può esistere senza autonomia finanziaria.

L''abbiamo fatto anche noi, si possono addossare delle responsabilità agli amministratori del passato, queste sono cose che abbiamo detto in quest'Aula, che abbiamo detto fuori, l'abbiamo detto anche prima di certe persone e lo ripetiamo, ma a un certo punto, se vogliamo risolvere i problemi, essi devono effettivamente essere in qualche modo sottoposti alle attenzioni sì delle istituzioni nazionali, ma non con questa logica che noi non riconosciamo. Quindi questa discontinuità, questa rottura ben venga, l'importante è che ci sia una discontinuità soprattutto nell'ottenere i risultati. Però, ripetiamo, che questo non sia esclusivamente attribuita a delle appartenenze politiche e partitiche, perché così sarebbe un po' mortificare le nostre istituzioni.

Concludo dicendo che questo grande cambiamento, drastico, con parole forti, fatto però con persone che hanno fatto il passato, dovrà avere delle sintesi e quindi la capacità della conduzione leghista di Salvini, della Presidente e della forte componente leghista in questo progetto - se così vogliamo chiamarlo - sarà commisurata ai risultati che sono sulle spalle di chi è alla conduzione di questo progetto e dipenderà dai risultati che si porteranno a casa.

"Fuori dalla Valle per la Valle d'Aosta" è in queste parole forti che dovranno trasferire i concetti che oggi nel cosiddetto "governo del fare", come lo hanno chiamato, senza ancora aver fatto, giustamente, perché non abbiamo ancora votato il Governo, ma si fa già prima di fare ed è già qualcosa, questo è già un cambiamento: fare prima di poter fare è già qualcosa, perché basta l'idea...

Presteremo una grande attenzione, con tutta la collaborazione che sin da oggi abbiamo più volte ribadito, perché noi crediamo che le istituzioni siano patrimonio di tutti. Condivido anch'io l'alternanza, collega Morelli, a me piace molto il sistema della vicina Svizzera, nel Vallese per come è impostato, qui noi nella legislatura scorsa, senza averla codificata, l'abbiamo messa in campo non sempre in modo positivo, ma lo dico per dire che nessuno di noi è mai stato "innamorato" del ruolo che ricopriva o della funzione che ha avuto l'onore o l'onere di avere. Per noi l'importante, in queste istituzioni, è evitare di ripetere gli errori del passato e alcuni colleghi ce lo hanno detto, anche il collega Cognetta: "nessuno è vergine". Vale per tutti.

Ma crediamo che ogni legislatura abbia la sua storia che inizia dal primo giorno e il primo giorno - che noi abbiamo permesso di poter iniziare, anche in termini di ricostituzione istituzionale - oggi esiste, ma poi esiste anche il secondo giorno ed è dal secondo giorno che noi saremo molto attenti a quello che voi avete tanto annunciato e saremo molto e altrettanto attenti nel verificare.

Presidente - La parola al consigliere Rollandin.

Rollandin (UV) - Permettez-moi deux mots de considération sur ce qui a été dit de la part de certains collègues, en particulier de la part du collègue Cognetta. Je n'ai pas l'habitude de me moquer des autres, je ne l'ai jamais fait et je ne veux pas le faire dans cette circonstance, j'ai seulement souligné que je n'ai pas compris deux aspects de cette relation et donc j'ai demandé des explications par rapport à ce qui a été dit.

Pour le restant, je vais reconfirmer ce que j'ai dit : il s'agit d'un contrat, pas d'un programme, en effet le collègue Restano il nous l'a dit clairement : "il ne s'agit pas d'un programme, il n'y a pas de solutions, elles viendront dans le moment où il y aura des rapports avec les uns et les autres et on pourra donner des réponses à une série de thèmes encore ouverts", par conséquent, aujourd'hui nous ne sommes pas en train de voir un programme de législature; il y a là une série de thèmes, quelques-uns reprennent des solutions que , je crois - tous l'on rappelé - avaient déjà été énoncées dans d'autres programmes, j'ai là le texte de ce qui a été dit auparavant, il y a des thèmes ouverts : sur le Casino le même thème est ouvert et il y avait la même chose dans les programmes précédents, le problème vrai c'est que sur le Casino il faut intervenir d'urgence et on verra si les forces seront suffisantes.

Credo che riguardo alla possibilità di avere delle risposte nei rapporti con Roma sia stato sottolineato il modo con cui ci sarà un approccio da parte della Lega qui in Valle d'Aosta con riferimenti romani. Sotto questo aspetto io credo che le leggi, i decreti e lo Statuto danno delle certezze, dei rispetti reali, anche se dobbiamo dire che sulle norme di attuazione noi stiamo ancora aspettando delle risposte, perché alcune norme di attuazione approvate anni fa non sono ancora state approvate dai Consigli dei Ministri che si sono succeduti. Questo la dice lunga sul modo con cui è interpretata l'autonomia, che viene lasciata praticamente a sé stante. La norma di attuazione è uno dei punti forti della capacità di responsabilizzarci, dando delle soluzioni che, come qualcuno ha ricordato (quella sul sistema tributario e sul sistema finanziario), abbiamo ottenuto e che dobbiamo ancora attuare, ed è corretto. Ma diverse altre norme di attuazione stanno ancora aspettando di avere l'okay del Consiglio dei Ministri. Per il resto, i rapporti economici sono ancora aperti per quanto riguarda la legge che prevede dei confronti per verificare quelle che sono annualmente le difficoltà o le possibilità che le Regioni hanno, questo vale anche per la nostra Regione; diversi invece sono gli accordi già fatti, puntuali, che prevedono interventi specifici che sono oggetto di un contenzioso ancora aperto con lo Stato nazionale.

Noi abbiamo ritenuto importante in questa occasione sottolineare questo aspetto: alcune forze che si sono riunite con un contratto che all'ultimo è stato ancora rivisto, - è stato detto qui -, perché in una serata si sono riviste una serie di problematiche, dando delle soluzioni sicuramente anche per noi positive. Però questo non è sicuramente un programma, non c'è un programma, c'è un contratto fatto tra diverse forze politiche che poi si danno il tempo per arrivare a delle definizioni delle varie tematiche.

Io vedo qui una difficoltà oggettiva per trovare poi, con il confronto, una soluzione ai vari problemi, perché denunciare il problema, aprire il tavolo sul tema dell'immigrazione non è dare una soluzione. La collega ricordava il problema dell'immigrazione, il problema di Saint-Pierre, problema che drammaticamente aveva già trovato una soluzione, nel senso che quel bene doveva essere della Regione, poi questo è stato impugnato dal Governo e adesso siamo ancora in ambasce, non è ancora definito, ma c'è già qualcuno che vuole metterci mano e sta lavorando per trasformarlo in un centro di accoglienza, cosa che ha visto la protesta non solo del Comune ma anche, giustamente, dell'Amministrazione.

Sono tematiche di cui noi aspettiamo di vedere le soluzioni di questa maggioranza - di diciassette... più uno se no non c'era la maggioranza - che noi oggi riteniamo non sia all'altezza delle difficoltà che abbiamo anche sottolineato e forse tutta una serie di temi che noi abbiamo cercato di dirimere meriterebbero un approccio diverso.

Presidente - Ricordo che, alla chiusura della discussione generale, ci sarà la replica del candidato indicato e poi ci sarà ancora la possibilità per i Consiglieri d'intervenire in dichiarazione di voto.

Non ci sono altre richieste d'intervento, chiudo la discussione generale e do la parola al candidato alla Presidenza per la sua replica.

Spelgatti (LEGA VDA) - Ho ascoltato con molto interesse, con molta attenzione tutti i vostri interventi, mi sono appuntata moltissimi passaggi cui avrei voluto rispondere, così hanno fatto i miei colleghi di partito, però poi abbiamo deciso, concordemente, di limitare gli interventi a questa mia replica, che però ha un qualcosa di profondamente femminile e qui rivendico la mia femminilità, che non sarà poi mai argomento di discussione, perché sarò, sempre se mi darete la vostra fiducia, il Presidente senza alcuna distinzione tra uomo e donna. Sono orgogliosa di rivendicare in questo momento la mia femminilità per darvi un attimo una chiave di lettura differente - rispetto a quella che avete dato tutti voi, che avete un'ottica maschile (un'ottica di potere) - di quello che differenzia questa maggioranza rispetto a tutte quelle precedenti e di quello che differenzia il mio modo di pormi rispetto a quella poltrona: cambia completamente l'ottica. Capisco che sia un qualche cosa che per voi risulta incomprensibile, ma il punto di vista di una donna, necessariamente, poi soprattutto di una madre, è quello di servizio - e quindi un'ottica di servizio nei confronti dei cittadini - ed è l'ottica della squadra. Tutti si domandano com'è possibile che la Lega sia passata da zero a sette seggi, tutti danno le loro spiegazioni, ma la spiegazione è molto semplice, è molto più semplice di quello che potete pensare, la spiegazione è la squadra. Questo fa la differenza: la squadra e i rapporti umani, perché questo è un moltiplicatore di forze che non ha eguali. Quello che ha fatto sì che oggi qui ci siano sette Consiglieri della Lega seduti è stata la squadra delle trentacinque persone che si sono poste in lista, ognuna con professionalità elevatissime nel proprio campo, ma non basta! Quello che ha distinto il tutto è stato il cuore con cui ci si è posti nell'ottica della squadra per l'ottenimento di un risultato in cui tutti quanti hanno creduto fortemente, ed è per questo, ad esempio, che io ho fatto un discorso in italiano. Certo non perché io non creda non solo nel bilinguismo, ma nel plurilinguismo - e la prova provata di quello che dico è stato non solo il nostro programma di governo, ma sono le persone qui sedute che sono esattamente persone che incardinano fortemente i valori del francese, i valori del patois, tutti questi valori -. Ma attenzione, siccome noi crediamo fortemente nella squadra, non era possibile che facessi tutti i comizi in italiano, in francese e in patois, io parlo in italiano perché io nei miei studi, da quando ho finito il liceo classico, ho sempre studiato il francese, ma se mi dovessi mettere oggi, dopo tutti gli anni in cui non lo parlo, a parlare in francese, sarei ridicola. È troppo tempo che non lo parlo e loro invece lo parlano e ci sono qui tre uomini che lo parlano perfettamente, ma non ci può essere una sostituzione di ruoli. Questa è la squadra. In quest'ottica, ed è qui che fa la differenza e, attenzione, è qua la variabile che voi non state tenendo in considerazione, quando parlate di una maggioranza risicata. In pochi giorni abbiamo incominciato a mettere sul tavolo qualcosa di diverso nella costruzione di questa maggioranza: non c'è stata un'ottica di potere, non c'è stato qualcuno che ha battuto i pugni sul tavolo dicendo "io voglio questo, voglio questo, si fa così, si fa cosà", ma ci siamo messi tutti intorno al tavolo a ragionare, ed è stato molto più faticoso, a cercare di capire dove andare, come costruire il programma, quello che si voleva per poi all'ultimo arrivare a capire chi potessero essere le persone giuste al posto giusto. E tante persone hanno fatto dei passi indietro nell'ottica della squadra.

Questo è quello che farà la differenza, è il fatto di credere negli ideali, credere nel cambiamento, credere che si possa portare a questa Valle d'Aosta qualche cosa di differente, credere che sia possibile anche un dialogo con la minoranza. Infatti io ringrazio, nonostante la profonda diversità ideologica che distingue tante altre forze rispetto alla nostra - ed è giusto che l'opposizione sia dura, che sia ferma su questi punti - ma ringrazio moltissimo per le aperture fatte, laddove si è detto che, nel momento in cui ci saranno delle cose fatte correttamente, comunque, per il bene dei valdostani, si potrà lavorare insieme. Questa sarà l'ottica con cui noi ci porremo, perché non è un'ottica di potere, è un'ottica di servizio ai valdostani.

Oltre non vado perché avremo modo, tempo di conoscerci, di poter lavorare. Avrete modo e tempo di conoscere anche tutte le persone che non hanno fatto interventi oggi, ma non è il momento giusto perché tante parole non servono; noi vogliamo lavorare, vogliamo iniziare a lavorare da subito, vogliamo poterci porre al servizio dei cittadini, tutti quanti insieme, con questa bellissima squadra unita da rapporti umani differenti e questo farà la differenza, e lo sottolineo. Quindi ci conosceremo nel tempo e sarà attraverso la nostra azione che poi voi potrete fare le vostre valutazioni e capire se ci saranno margini per poter lavorare insieme; ci combatterete duramente quando, secondo voi, non faremo le cose correttamente, o magari si potrà davvero collaborare laddove si voglia fare qualcosa per il bene dei cittadini valdostani.

Presidente - Come ho ricordato prima, è ora possibile intervenire per le dichiarazioni di voto. La parola al capogruppo dell'Union Valdôtaine Testolin.

Testolin (UV) - Ho aspettato prima d'intervenire, anche nella possibilità che ci era data prima della replica della candidata alla Presidenza della Regione, perché avrei avuto piacere di ascoltare qualcosa di diverso da delle giustificazioni che sottolineano una debolezza di fondo in una progettualità che non abbiamo visto e che abbiamo denunciato già negli interventi che ci hanno permesso di esprimere i nostri punti di vista su come sia nato questo governo che si presenta a voler amministrare per i prossimi cinque anni la nostra Regione.

Ci sono delle situazioni che non ci garantiscono sull'efficacia di una progettualità che possa dare delle risposte in tempi brevi a dei problemi che sono stati elencati e molti dei quali fanno parte di un percorso che è già stato valutato, analizzato, preso in considerazione; sono già state messe sul tavolo delle proposte nei vari Assessorati, l'ultima - è quella che sottoscrivo maggiormente - è quella che ha espresso prima il collega Viérin sull'opportunità e sul lavoro che si è fatto in questi ultimi mesi in merito alle proposte di chiudere un contenzioso finanziario che è alla base di qualsiasi tipo di ragionamento futuro, non per migliorare in assoluto ma per avere delle certezze: quelle che si sono sempre cercate con qualsiasi tipo di governo nazionale.

Questo svendere - e torno a quello che ha detto il collega Bertin prima - alla possibilità di appoggiarsi a un partito nazionale per poter condividere in questo contesto - in questo frangente io direi - delle possibilità di trovare delle quadre, che poi sarebbe opportuno che fossero definitive, la vedo molto difficile che possa essere l'unico obiettivo di un'appartenenza a dei gruppi autonomisti che dovrebbero invece rivendicare a giusto titolo delle peculiarità che gli sono proprie, dei diritti che gli sono propri.

Questo è un passaggio per cui - a livello personale, a livello di Union Valdôtaine - non consideriamo comunque meritevole di una fiducia questo tipo di governo, e senza entrare nel merito dei punti, che sono già stati in qualche modo toccati, di un programma che ha delle lacune, in quanto vengono sottovalutati molti aspetti e tematiche finanziarie che toccano determinate decisioni, non si va nello specifico ma è comprensibile e avremo modo di verificarlo strada facendo. Crediamo però che l'ottica del servizio non sia sufficiente, bisognerebbe tracciare una linea di governo non solo all'interno del proprio movimento e partito, prendendosi carico di parlare a nome di quattro, cinque, sei persone che evidentemente nel futuro avranno il loro spazio, ed è anche comprensibile - vedo l'amico Diego Lucianaz che evidentemente di cose da dire ne avrà e oggi giustamente è stato ad ascoltare - ma sarebbe stato anche interessante capire qualcosa in più da chi si candida ad assumere delle cariche importanti all'interno di questo governo. Lo dico in senso positivo, non per recriminare su qualcosa contro qualcuno.

Concludo dicendo che il "diverso da quello che c'era prima" non è sempre detto che sia meglio di quello che c'era prima, è qualcosa di alternativo, il cui effetto sarà tutto da verificare sul campo dopo le buone intenzioni, quelle ci sono sempre nel momento in cui si parte, poi le considerazioni si faranno alla fine.

Sottolineo come il nostro voto di sfiducia a questo Governo parta anche da una pregiudiziale: adesso la Lega si dà una possibilità di aprire un dialogo con la minoranza tutta, una possibilità di dialogo che per noi - e lo rimarco ancora una volta, perché fa parte di un percorso democratico - non c'è stata e dispiace che non ci possano essere dei confronti che non devono trovare per forza una sintesi a tutti i costi, ma che possono servire per almeno delineare delle posizioni che, nel qual caso fossero condivisibili, potrebbero portare a degli scenari diversi. Se questa opportunità non viene data, poi si creano delle impossibilità di percorrere assieme dei tratti di strada.

Da qui in avanti ci sarà non solo il piacere di ascoltare tutti, ma ci sarà anche l'obbligo, perché all'interno delle Commissioni ci sarà la presenza anche della minoranza, di tutti i gruppi che porteranno le loro prerogative, i loro punti di vista, che porteranno le idee di continuità di percorsi già intrapresi e che potranno anche portare un punto di vista diverso su delle situazioni che vengono già classificate come da contrastare o alle quali rinunciare. Condivido a questo proposito l'intervento del collega Nogara, senza voler entrare nello specifico della tematica, ma su argomenti come quelli della CVA, prima di dire di no o prima di dire di sì, capiamo di cosa stiamo parlando, su quello come su tanti altri argomenti che possono veramente tracciare una linea diversa per la Valle d'Aosta.

Presidente - La parola alla consigliera Minelli.

Minelli (IC) - Vorrei rivolgermi alla candidata Presidente dicendole che il suo intervento di ieri - che ho ascoltato con grande attenzione e che ho riletto a casa - non mi ha convinta nell'articolazione del programma, ma anche nella presentazione della generale, alla sua parte di presentazione, che ha generato in me una serie di perplessità. Mi è sembrato un intervento molto generico, così come il programma su una serie di punti e, per certi versi dai toni duri che faccio fatica a condividere perché non mi appartengono. In modo particolare ascoltandola nella sua non-replica di pochi minuti fa ho trovato le sue parole ancora più deludenti. Mi pare che il fatto di non replicare svilisca il Consiglio regionale, che è il luogo deputato al dibattito. Avrete sicuramente fatto la scelta di non approfondire e di non rispondere alle numerose sollecitazioni che vi sono venute un po' da tutti i Consiglieri, scelta che rispetto, ma che non condivido e che mi delude.

La seconda cosa che volevo dire è che personalmente faccio molta fatica a pensare a lei come a un Presidente che chiede di essere considerato senza una connotazione di genere, perché a mio avviso, invece, occorre avere una consapevolezza della questione femminile e della differenza di genere anche in quest'aula. La presenza femminile nelle istituzioni è deficitaria, siamo poche anche qui, ma io chiedo a questo punto a lei, che molto probabilmente sarà eletta e sarà il Presidente di questa regione - e lo chiedo anche a tutti i Consiglieri presenti in quest'aula - di ricordarsi che qui siedono anche delle donne e faccio la richiesta formale di non includerle in un linguaggio tutto al maschile che si presenta e si vuole come universale, perché le differenze esistono.

Il fatto di poter governare bene e avere degli obiettivi e lavorare è sicuramente la condizione importante e fondamentale per chi decide di occuparsi di politica e di rivestire un ruolo, ma io credo che non possa venire meno anche questa questione e chiedo formalmente che venga rispettata da tutte le altre persone.

Mi scuso in anticipo se mi scapperà qualche volta di chiamarla signora Presidente, perché mi viene molto più naturale.

Presidente - La parola al consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Ci accingiamo a votare, a sostenere questo governo a diciotto, Il collega Testolin qualche minuto fa lo ha definito qualcosa di alternativo: sì, assolutamente sì! È un progetto alternativo a come si è amministrata la Valle d'Aosta in questi ultimi quindici anni: da un amministratore unico, da un guru, da pochissime persone, da pochissima collegialità, poca trasparenza, poche opportunità per i valdostani, nessuna chance per chi non la pensava nella stessa maniera, nessuna creazione nel momento in cui si decidevano dei percorsi alternativi per poter far crescere una Valle d'Aosta non a diverse velocità. Noi siamo dall'altra parte del campo.

Il progetto di oggi parte con diciotto persone motivate. Per quanto riguarda ALPE, con i tre interventi fatti ieri e oggi dalle mie colleghe Chantal e Patrizia, penso abbiamo messo in evidenza non solo le motivazioni, ma l'apporto che abbiamo portato nel programma, nei punti, nelle cose da fare. Siamo partiti dai bisogni, al centro abbiamo messo i bisogni dei valdostani. La differenza la farà il gruppo dei diciotto, non solo la Lega, ma pure il gruppo di ALPE, il gruppo di Area Civica-Stella Alpina e Pour Notre Vallée, il movimento MOUV' e la collega Rini. La differenza la farà la squadra, la forza sarà la squadra.

Qualche collega poc'anzi ha detto "avete solo messo delle idee": cavolo! La forza delle idee io penso sia alla base di questa progettualità, di questo programma, di questa sintesi che abbiamo voluto in alternativa a come è stata gestita la cosa pubblica, i soldi pubblici e soprattutto in alternativa alla poca lungimiranza, alla poca pianificazione - oserei dire - che forse è il termine più importante, di quando i soldi erano tanti; oggi ci sono meno soldi, quindi sarà molto più difficile, ma, dato che ci saranno meno soldi, la forza delle idee sarà fondamentale. Ognuno porterà il suo contributo dai banchi del Consiglio: per chi ha scelto di rimanere in Consiglio, come il sottoscritto, per chi invece oggi si accinge a ricoprire una nuova carica molto importante nel governo, ma tutti con pari dignità all'interno di questa maggioranza che vuole fare le cose bene, con buonsenso, pé tcheutte [traduzione letterale dal patois: per tutti] che non è poco in questo momento, perché in Valle d'Aosta il pé tcheutte non è mai esistito in questi ultimi anni.

Non abbiamo amministratori unici all'interno dei diciotto, non abbiamo un guru all'interno dei diciotto, ma siamo molto motivati ad affrontare serenamente in maniera forte le sfide del domani, guardando a dei modelli anche più virtuosi dei nostri, a chi è più bravo di noi, a chi ha saputo fare la differenza. Non possiamo nasconderci dietro un dito, altre comunità dell'arco alpino sono state più brave e quindi noi dobbiamo tendere a quei modelli, a quella democrazia partecipata senza nasconderci dietro a un dito, ma dobbiamo affrontare le sfide dei prossimi mesi e dei prossimi anni.

Oggi è un punto di partenza, assolutamente sì. Non possiamo oggi parlare di fatti, oggi però parliamo di idee, parliamo di metodo, parliamo di squadra, parliamo di persone che metteranno in campo tutto quello che hanno: le energie, le capacità, le professionalità, la voglia, la determinazione, ma tanta trasparenza per creare le condizioni. Ce la faremo? Lo vedremo nei prossimi mesi, nei prossimi anni. Io penso che questo Consiglio diventerà sicuramente, come è stato ieri e oggi, un luogo di alto dibattito, poco di personale - speriamo zero, meglio ancora - rispetto alla passata legislatura, ma che ci siano le condizioni di vedere chiudere un'era e aprirne una nuova senza amministratori unici, senza guru, ma con tantissima libertà per tutta la Valle d'Aosta e per tutti i valdostani.

Presidente - La parola al consigliere Vesan.

Vesan (M5S) - La nostra sarà una dichiarazione di voto, un voto che ci viene richiesto sulla fiducia. Quello che facciamo noi in questo Consiglio in fondo sono solo parole e voti; questa maggioranza ci propone un voto sulla fiducia, chiede di essere votata senza nemmeno metterle le parole su quello che intende fare; abbiamo avuto delle dichiarazioni di qualcuno che vuole andare velocissimo e che in tempi brevissimi, valutabili in giorni, darà delle risposte assolutamente immediate e di qualcun altro, come il collega Restano, che invece ha detto che le risposte non sono ancora definite, saranno studiate in apposite Commissioni. Una volta c'era una battuta che diceva che un cammello è un cavallo progettato da una commissione. Io credo che rischiamo che questa maggioranza, con il suo gioco di squadra, con sensibilità così diverse, non darà risposte chiare e precise ai valdostani. Quindi sono rimasto sorpreso dal fatto che i futuri Assessori, quelli che dovranno fare, nel momento in cui presentano il loro governo del fare, non si esprimano in questo Consiglio e quindi ci chiedano una fiducia a scatola completamente chiusa. "Siamo noi, siamo una squadra, siamo d'accordo, abbiamo fatto un programma tutti assieme, molto condiviso, molto innovativo, passeremo finalmente da un sistema di dittatura a un nuovo sistema di scelte condivise". Ci chiedono di essere giudicati sui fatti. Guardiamo un primo esempio sui fatti, visto che le parole non siamo riusciti a sentirle, sui voti che sono stati espressi da questa maggioranza. Il collega Cognetta parlava di una precedente dittatura, non ha fatto il nome dell'Union Valdôtaine, ma era piuttosto evidente chi fosse il destinatario dei suoi strali, l'unica cosa che abbiamo votato fino adesso in questo Consiglio è l'Ufficio di Presidenza, che è composto da cinque persone, tutte e cinque uscite in qualche maniera da un'esperienza amministrativa all'interno dell'Union Valdôtaine; di queste cinque, quattro sono stati Assessori all'interno dell'Union Valdôtaine e quindi, signor Cognetta, lei con il suo voto l'unica cosa che ha fatto fino adesso in questo Consiglio è stato ratificare questo tipo di gestione, non ci sembra né così innovativo né così volto ad uscire da questo sistema di dittatura e quindi temo che il nostro voto di fiducia, sulle poche indicazioni che abbiamo avuto fino ad ora, non possa che essere un voto negativo.

Presidente - La parola al consigliere Bianchi.

Bianchi (UV) - Non volevo intervenire, ma sono stato obbligato dopo l'intervento del collega Chatrian. Loro sono il nuovo, questa maggioranza è il nuovo, posso capire i sette Consiglieri della Lega, ma che lei mi dica che è all'interno di una maggioranza nuova, no. Che sia colpa della dittatura o, come ha detto il collega Vesan, di una dittatura unionista da prima, no, perché vicino a lei siedono Assessori che sono stati in Giunta per più di dieci anni e ci sono stati altri; questa è una scelta di mera politica che non ha niente di politico, è solamente una scelta di poltrone, perché all'interno della sua maggioranza ci sono persone, Consiglieri che hanno rivestito cariche importanti negli ultimi quindici anni. Quindi non c'è niente di nuovo. I nuovi sono tutti lì di fronte. Questo è chiaro.

Sul fatto della dittatura, lei la vedeva come una dittatura, ma tutti gli altri? Non lo so. Vedremo la nuova dittatura o il nuovo governo di squadra quali risposte potrà dare. Ad oggi, di risposte, quelle poche che possono essere arrivate in questi due giorni di Consiglio, mi sembra che non ce ne siano state.

Presidente - La parola al consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) -. Più che una dichiarazione di voto, tengo a fare due ringraziamenti.

Il primo va verso l'altra parte del tavolo perché i vostri spunti sono stati molto importanti e saranno sicuramente la base per cercare di collaborare al meglio, proprio come da parte vostra è stato proposto. Penso che sia molto importante. In particolare sulla parte della questione finanziaria non intendiamo assolutamente ridicolizzare la situazione: non pensiamo che basti una telefonata, non pensiamo che basti un'amicizia, queste cose non bastano; serve serietà e ringrazio il collega Viérin per averlo specificato. Non butteremo via nulla, non faremo una caccia alle streghe, partiremo sicuramente da quello che è stato lasciato.

Posso anche assicurare - e qui mi collego al secondo ringraziamento - che, al di là del fatto della Lega, Salvini, un partito nazionale, prima di tutto siamo valdostani, prima di tutto dobbiamo difendere le nostre prerogative et avant tout, notre patrimoine, notre culture, notre histoire et notre être, sans doute ne seront pas en discussion. Et la première garantie de ça ce sont nos alliés, qui nous ont aidés, qui ont porté leur contribution et qui sont fondamentaux, comme l'a dit la Présidente in pectore, pour la réussite de cette expérience.

Voglio ringraziare quindi i movimenti che fanno parte di questa squadra, non di questa maggioranza, ringrazio l'ALPE, Stella Alpina-Area Civica, la consigliera Rini, il MOUV' e ringrazio anche i miei colleghi e quindi penso e spero che ci sarà, al di là di tutto, una collaborazione attiva, sicuramente al nostro interno e sicuramente con l'opposizione, perché penso che il primo segnale che dobbiamo dare ai valdostani, al di là dei 17 e 18, è che tutti quanti ci prepariamo per lavorare per loro, per il futuro che sarà sicuramente difficile, in una legislatura che lo sarà altrettanto.

Presidente - La parola al consigliere Baccega.

Baccega (UV) - Consigliera Spelgatti, mi rivolgo a lei, quindi se ha il piacere di prestare la giusta attenzione, tanto sarò brevissimo, abbiamo solo cinque minuti a disposizione; lei ci ha presentato una lunga elencazione di punti che dicevano cosa si vorrebbe fare, ma non come e in che modo e, a seguito della sua presentazione, si è articolato un dibattito direi molto efficace e molto efficiente; sono stati dati spunti anche da parte dell'opposizione - e lo ha sottolineato poco fa il Consigliere Aggravi - che saranno alla base del vostro lavoro; abbiamo assistito a una replica nella quale ancora una volta lei non ha detto nulla di quello che quest'aula ha chiesto, nulla di quello che i colleghi di opposizione hanno evidenziato e quindi ritengo che questa replica sia debole, insufficiente, una non-replica, e quindi si parte molto male.

Lei ha voluto dire: "noi siamo qui per fare" e ha esaltato la sua squadra, la squadra della Lega, non tenendo conto che ci sono altri movimenti che sostengono o sosterranno questa maggioranza. La sua squadra e ha sottolineato che le parole non servono. Le parole che vengono pronunciate in quest'aula sono importanti, sono significative rispetto ai processi futuri di questa Valle d'Aosta, rispetto a quello che voi vorrete fare, di quello che voi pensate di fare e che non è chiaro per quello che ci avete esposto ieri.

Voi avete vinto le elezioni sulla base delle parole, voi avete vinto le elezioni sulla base di annunci e allora - come ho detto ieri - noi vi aspettiamo al varco, vi aspettiamo con il DEFR e con il bilancio. Vi aspettiamo per quando andrete a risolvere la questione finanziaria, perché il punto è tutto lì. Questo è quanto noi ci aspettavamo. Avere anche due notizie sui vari percorsi, sui vari interventi che avevano in qualche modo sollecitato una risposta, quindi lei si presenta con una replica che è una non-risposta.

Presidente - La parola al consigliere Ferrero.

Ferrero (MOUV') - Non mi soffermerò tanto sulle osservazioni sul vecchio che è avanzato, il nuovo che è peggio del vecchio, queste cose non ci appassionano. Noi di MOUV' abbiamo guardato come al solito alla sostanza, abbiamo guardato a ciò che è stato fatto subito con la riduzione di un Assessorato, e quindi una poltrona in meno; qualcuno magari continua a criticare però c'è una poltrona in meno, una poltrona che, nell'ambito degli equilibri che alcuni paventano, sarebbe stata fondamentale, perché ovviamente l'esigenza è quella di sedersi. A noi non interessano queste cose.

Ha fatto bene la prossima Presidente della Regione a esplicitare con il suo intervento quello che era necessario: qui si passa da un bla-bla, bla-bla a un fare. Presto voi avrete la prova che saranno messi in discussione progetti di legge, disegni di legge e, di conseguenza, si passerà da una fase che è verbale a una fase realizzativa delle cose. Non è il caso di fare degli approfondimenti: chi governa si assume delle responsabilità, chi sta all'opposizione se ne assume delle altre. Voi avrete modo di valutare. I processi alle intenzioni nemmeno ci appassionano. Lo vedrete tra poco. Noi siamo determinati ad iniziare subito il sostegno all'azione di governo. Non ci sono grossi individualismi, penso che noi del MOUV' l'abbiamo dimostrato: due a te, uno a me, lui ne ha uno più dell'altro... non ci interessano queste cose.

Mi viene da dire che chi ha il sospetto ha il difetto, quindi insistere su queste cose diventa completamente inutile. Adesso si passa alla fase concreta, una fase di governo che sarà un governo sicuramente di rinnovamento. Qualcuno sorride, vedremo. Vedremo se sorriderete da qui a sette, otto o nove mesi. Certo, la maggioranza è diciotto a diciassette, ma questi diciotto hanno la ferma intenzione di finire tra cinque anni. Noi saremo qui tra cinque anni.

Presidente - La parola al consigliere Viérin.

Viérin (UVP) - Ci saremmo aspettati una replica diversa, collega Spelgatti. Con tutto il rispetto e il cambiamento che è stato annunciato, lei ha portato in quest'aula una replica personale, perché ha parlato esclusivamente del suo movimento, ha spiegato come avete avuto sette eletti, la squadra... La campagna elettorale è finita! Non siete gli unici ad aver creato negli anni dei progetti per cui si è arrivati a sette consiglieri, ognuno ha le sue ricette, siete bravi, ne prendiamo atto, ma quella è una parte partitica, ecco che si conferma che c'è un approccio e una visione personale in quest'aula. Lei ha parlato del suo movimento, della Lega di Salvini e della sua squadra, e ha parlato di lei, non ha detto una parola sulle altre forze che compongono questo progetto - forze, sensibilità e istanze - e ha parlato di lei cercando di spostare il campo della sensibilità, dell'ottica, del genere.

Noi crediamo che qui, quando si affrontano i problemi, ci siano delle sensibilità diverse, ma che non è che nel nostro campo non sia rappresentato il gentil sesso, è stato ricordato e quindi quella visione e quell'ottica - che lei ritiene che noi abbiamo diverse - non fanno che celare la mancanza di argomenti in una replica che è stata vuota e inesistente.

Peraltro - al di là del ricordare che fate parte di una maggioranza sostenuta da forze autonomiste, perché in sette non andreste da nessuna parte, sono proprio queste forze che stanno sdoganando questo vostro progetto di conquista della Valle d'Aosta - noi ci saremmo aspettati altre parole sulla lingua francese che aveva banalizzato ieri e che noi avevamo messo magari in dubbio come uno scivolone o un manque de respect temporaire; invece è stato in qualche modo ribadito, quindi è una convinzione, ne prendiamo atto; avevamo chiesto delle garanzie, non sono arrivate su questo tema, aspettiamo che, se insediato, il nuovo governo lo faccia nella persona che avrà l'onere di gestire il settore della cultura, ma queste non sono state chiarite.

La replica - come era per il non cambiamento, il cambiamento avviene anche quando si cerca di cambiare quello che forse funzionava - la replica è argomentare e rispondere semplicemente sui temi concreti, su alcuni dubbi, su alcune perplessità o chiarimenti che sono stati richiesti.

Lei ritiene, a nome del suo movimento, non a nome della maggioranza che si insedia, di non avere la volontà di darle e avrete le vostre motivazioni. Noi non ci fidiamo. Poi lei ci ha raccontato anche un film così idilliaco delle vostre riunioni che sono state tutte perfette, avete parlato solo di programmi e non di posti, abbiamo letto dei cambiamenti degli ultimi minuti, sicuramente questi dibattiti sono stati spontanei e quindi le persone sono state spostate un po' come delle pedine, e questo è il nuovo approccio e noi ne prendiamo atto. Fuori la Valle d'Aosta inizia non credere a quella che è stata una campagna elettorale che oggi si sta manifestando già nel non-fare ma nel dire, in atti concreti che vanno contro quello che avete detto in campagna elettorale.

Qualcuno ci dice: "aspettate, vedrete, subito faremo". Vedremo subito le prime nomine che farete, collega Spelgatti, che sono secondo noi peraltro oggetto del baratto di questa nascita di questo progetto, ma lo vedremo non fra sette/otto mesi: lo vedremo fra qualche giorno, quando dovrete adottare le prime delibere con le macrostrutture, con le microstrutture, con i fiduciari e vi chiederemo - come è stato fatto sempre nel non-cambiamento - di spiegarci quali sono i criteri che saranno alla base delle vostre scelte, che siamo certi non saranno di logica spartitoria, ma che saranno frutto di competenze, di professionalità.

Questo sarà il primo banco di prova delle risposte che non abbiamo avuto nella sua replica. E ci dispiace perché, quando si è nell'espressione di un voto di fiducia, si esprime una fiducia che doveva anche essere mediata dalle repliche rispetto a un'enunciazione del programma, altrimenti ci chiediamo a cosa serva un dibattito "nel rispetto del Consiglio" che avete messo nel vostro documento. Quindi il dibattito poteva e avrebbe potuto anche convincere su certi argomenti che c'erano delle... non ci crediamo e non ci credono le persone che stanno fuori da qui, vi metteremo sicuramente alla prova, anzi, vi metterete da soli alla prova, ma il nostro voto sarà contrario per la nascita di questo nuovo progetto.

Presidente - La parola alla consigliera Pulz.

Pulz (IC) - Io voglio esprimere il mio disagio per quanto stiamo per vivere qui oggi in quest'aula, perché temo che pagheremo un caro prezzo, come valdostani e come Italiani, fra l'altro dopo aver avuto vent'anni di berlusconismo che ci hanno profondamente segnati. Non ho bisogno di dire lasciamoli lavorare, come si faceva a pochi giorni dalla nascita del nuovo governo di Roma; non ho bisogno neanche di far finta di avere una sfera magica per tenere a bada in questo momento le mie preoccupazioni, le mie e dei molti elettori di cui spero di portare adeguatamente qui la voce. Mi colpiscono molti interventi da parte della costituenda maggioranza, interventi che sembrerebbero sottolineare la nostra specialità valdostana, qui infatti sembra non avere senso essere di destra o di sinistra, "ai cittadini non interessano questi ammuffiti schemi politici, loro vogliono soluzioni reali a bisogni urgenti", quindi stiamo per assistere a un accordo amministrativo che non vi vede tutti coinvolti dal punto di vista ideale, come se la Regione Valle d'Aosta fosse un condominio, quindi ne deduco che la politica è pura amministrazione, è tecnica, quindi possiamo ancora dedurre che al posto di ognuno di noi ci potrebbe essere un tecnico semplicemente o anche, nell'era della tecnologia avanzata, un computer che ormai è in grado di trovare soluzioni, a volte più efficaci di quelle umane. Invece noi siamo qui trentacinque persone, certo, ognuna competente in un determinato settore professionale, ma siamo tutti portatori di una determinata Weltanschauung, di una visione del mondo che non potrà non guidare la nostra azione politica in una direzione piuttosto che in un'altra. Stiamo per enunciare una visione politica delle realtà, stiamo per fare non solo amministrazione, forse così non rinunciamo al senso di questo Consiglio, mi viene da dire.

Poi personalmente, dopo ventisei anni di grande lavoro ed entusiasmo nelle scuole valdostane (le ho girate tutte le scuole secondarie valdostane), io sono molto preoccupata per il pochissimo che è stato detto sull'istruzione e sulla cultura e penso di rappresentare in questo momento le preoccupazioni di molti insegnanti, perché la cultura è innanzitutto libertà, è innanzitutto capacità critica, è sviluppo dello spirito, tutto un altro orizzonte rispetto all'economia a cui spesso la si vorrebbe ridurre. Ancora, io credo che ci siano anche delle grandi responsabilità da parte di quanti si sono sempre definiti nel tempo autonomisti regionalisti. Mi sembra che stiano abdicando a certi valori, alla fine dovremo riprendere noi il flambeau de l'autonomie e vestirci di rouge et noir, come ho fatto ieri in maniera provocatoria.

"Noi che crediamo che la rivoluzione democratica passi davvero attraverso il riconoscimento di poteri divisi tra Stato e Regioni e che gli ordinamenti autonomistici siano una grande garanzia di libertà, in grado di contrastare qualsiasi rinascita di forme dittatoriali, grazie a una profonda coscienza federalista".

Non so se le avete riconosciute, queste sono le profonde riflessioni di Emilio Lussu, che giustamente la Regione Valle d'Aosta ha omaggiato in questo anniversario dei settant'anni dello Statuto speciale. Lui avrebbe potuto anche non pensare a noi che siamo valdostani, mentre lui era sardo, ma il valore che aveva visto nell'autonomia andava al di là dell'appartenenza regionale. Se l'autonomia valdostana fosse stata un reale rispetto dei diritti delle minoranze culturali, quindi linguistiche, quali noi rappresentiamo, senza con ciò voler sputare nel piatto in cui tutti, chi più chi meno, abbiamo mangiato, ora noi non assisteremmo a questa deriva politica, i movimenti autonomisti non si aggrapperebbero con tanta leggerezza alla Lega di Salvini.

Alexandre Passerin d'Entrèves, valdostano cosmopolita, in un testo del 1966 che è stato appena riedito dalla Presidenza della Regione con la partecipazione dell'Istituto storico della Resistenza, diceva: "La vie politique paraît nuire aux travaux de l'esprit et à la liberté de pensée".

Presidente - La parola al consigliere Daudry, capogruppo di UVP.

Daudry (UVP) - Abbiamo ascoltato con la dovuta attenzione la replica del Presidente incaricato, mi ha colpito in particolar modo la definizione che è stata data dello spirito di servizio; noi crediamo che lo spirito di servizio appartenga (ne siamo sicuri) a tutti in quest'aula, non può essere sicuramente un approccio che ha solo il vostro gruppo; è un approccio che abbiamo tutti, che hanno tutte le persone che si mettono a servizio dell'Amministrazione e dell'attività amministrativa. Non è sicuramente l'aspetto che hanno solo i nuovi, lo dico io che sono qui oggi al secondo giorno, ma è un modo di essere, un'attività che hanno tutte le persone che si sono prestate e che si prestano all'attività amministrativa. Questo comporta sicuramente - nel rispetto dei ruoli che in seconda battuta si vanno ad assumere - di dover esercitare il potere di fare, il potere di non fare, il potere di decidere, come facoltà, come giusto esercizio dello spirito di servizio che diventa attività amministrativa. Questo concetto appartiene a tutte le persone che fanno attività politica, come in tutte le assemblee della nostra Regione. Questo aspetto ci tenevamo a sottolinearlo e teniamo a sottolineare anche come questa replica, a nostro avviso, ha creato una dicotomia all'interno del vostro gruppo. Lei ci ha parlato dei sette, ma noi continuiamo a vedere la differenza anche nei dieci più uno, perché dall'altra parte non possiamo approvare questo progetto perché sicuramente vediamo il "poltronismo". Si è parlato sui giornali di una giunta a trazione leghista, permettetemi una battuta: io vedo anche la trazione democristiana. Vediamo un gruppo di Stella Alpina-AC-PNV che l'altra volta aveva cinque eletti e tre posti apicali, oggi ne ha quattro, sempre tre posti apicali: una progressione importante che va sicuramente messa in evidenza. Abbiamo un gruppo, il MOUV', che ci ha detto che, se le cose non andranno in un determinato modo, il ventunesimo giorno inizierà l'attività ispettiva interna. Questo sicuramente solleverà molto noi opposizioni dal fare interpellanze, però sono delle incongruenze che nel dibattito sono venute alla luce e sulle quali evidentemente ci aspettavamo da parte sua una replica. Poi abbiamo una componente, l'ALPE, che fino a ieri ha parlato di massimi sistemi, abbiamo dovuto aspettare il bell'intervento della collega Morelli per capire le difficoltà che hanno avuto nel fare questa scelta, nell'appoggiare questo progetto. L'intervento della Morelli - mi permetto di sottolinearlo - è stato un intervento per giustificare quello che è successo, non tanto per sostenerlo. Queste fragilità poi non le vediamo esclusivamente nel quadro politico che avete portato qui alla nostra attenzione, ma le vediamo anche sulle cose da fare che sono state denunciate e già vediamo che c'è una grossa differenza rispetto a quello che è stato il vostro modo di esporre che vi ha accompagnato in campagna elettorale e che ora invece dovrà venire alla resa dei conti.

Noi crediamo e ribadiamo, come gruppo Union Valdôtaine Progressiste, che siamo sempre più convinti di questa nostra scelta di non aver voluto prendere parte a questo progetto, perché lo consideriamo un progetto fragile sia dal punto di vista politico che amministrativo e soprattutto un progetto che i valdostani non avrebbero più voluto vedere con una maggioranza a diciotto.

Presidente - La parola al consigliere Restano.

Restano (AC-SA-PNV) - Bien, je pense que quand on est au Gouvernement, on fait de la politique, quand on fait des choix administratifs on fait de la politique, quand on est à faire des choix pour un consortium d'amélioration foncière on fait de la politique; toutes les fois que on fait des choix en faveur de la communauté on fait de la politique, on le sait. Ici, on ne fait pas seulement des mots et des votations, on fait des choix qui deviennent des actions, c'est très important, c'est pour cela que notre groupe exprime une votation favorable au gouvernement.

Presidente - La parola al consigliere Bertin.

Bertin (IC) - In questa fase preparatoria del Consiglio regionale negli incontri che abbiamo avuto abbiamo sempre cercato (a fatica a volte) di concentrarci essenzialmente sugli aspetti programmatici, sui punti programmatici; negli incontri che abbiamo promosso, questo è stato l'approccio: parlare di programmi, una certa difficoltà con alcuni gruppi l'abbiamo avuta. Noi da questo crediamo sarebbe stato giusto partire: dai programmi. I programmi devono essere confrontati con tutti e da lì si sarebbe dovuto e potuto partire. Si sono poi fatte scelte diverse da parte di altri partiti e movimenti, ne prendiamo atto, ma a noi quello che interessa sono innanzitutto i programmi, quello che andremo a fare.

Anche oggi ci aspettavamo nella replica, magari puntuale, sui punti che avevamo sollevato sulle mancanze come la poca chiarezza di alcuni aspetti di questo programma e il fatto che non ci sia stata, sia verso l'aspetto programmatico che sul resto, ci dispiace molto, anche perché, al di là del punto che si è sottolineato nel vostro programma di dare centralità al Consiglio, in questo caso lo si è svilito il Consiglio, non intervenendo e non replicando alle domande legittime che erano state poste rispetto al programma ed è stato, a mio avviso, un peccato. Si è replicato in modo molto sintetico più da segretario politico della Lega Nord Valle d'Aosta che non da Presidente della Giunta incaricata, o in pectore, e questo è un altro elemento che mi lascia perplesso.

Torniamo a quello che ci interessa. Per noi quello che conta sono i programmi, i fatti da fare e gli obiettivi da raggiungere. Come abbiamo più volte sottolineato, anche per la natura stessa civica della nostra lista, a questo daremo molta importanza e su questo ci concentreremo, il nostro apporto non lo faremo mancare, su questo giudicheremo l'attività di questo governo e saremo propositivi rispetto a quello che succede in questo governo.

Quello che ci preme è l'interesse generale della Valle d'Aosta, questo è il nostro obiettivo e rimarrà questo anche nella nostra azione.

Presidente - La parola al consigliere Marquis.

Marquis (AC-SA-PNV) - Abbiamo dedicato una giornata alla dialettica politica, al confronto tra le forze all'interno dell'aula e credo che sia stato anche un momento di decantazione tra le tensioni della campagna elettorale e l'inizio dell'attività vera e propria. Innanzitutto mi corre l'obbligo di registrare positivamente il clima che c'è stato nella discussione in aula, sicuramente migliorato rispetto a quello della scorsa legislatura.

Per quanto ci concerne, ritengo che ora si debba passare dalle parole al fare e come gruppo non vediamo l'ora di poter cominciare a lavorare con uno spirito di squadra, costruttivo, partecipato. Ci spiace assistere alla speculazione politica, dove tra le righe (e non solo) viene evidenziato che è svilente aver affidato la leadership di questa maggioranza alla Lega, ma io credo che non debba essere considerata una maggioranza a trazione leghista, credo che in Valle d'Aosta, per viaggiare sicuri, bisogni viaggiare con la trazione integrale. Di questo ne sono profondamente convinto, perché c'è bisogno del contributo di tutti e, se si vogliono ottenere degli obiettivi, bisogna ragionare in squadra.

Credo che questo sia stato un passaggio necessario, perché l'esito del voto ha restituito un quadro profondamente frammentato e quindi credo che ciascuno doveva porsi al tavolo del confronto post elettorale rinunciando a qualcosa della propria ideologia, con capacità di mediazione, perché in politica e in amministrazione bisogna essere anche capaci di mediare. Pertanto noi non approviamo il comportamento di chi, in ragione della propria ideologia, si è ritirato sull'Aventino, non ha voluto confrontarsi o ha preferito mantenere le proprie convinzioni, piuttosto che mettersi a disposizione per cercare di creare governabilità alla nostra regione, con l'intento di affrontare e risolvere le difficili problematiche che vivono i valdostani.

La discontinuità stia proprio in questo, nel cercare di mettere al centro i problemi dei valdostani, ma soprattutto di generare una situazione nuova, una situazione oggi indifferibile: pianificare il nostro sviluppo, progettare il nostro futuro. Sino ad oggi con le risorse che sono sempre state a disposizione questo tipo di approccio non è stato messo in atto, lo sviluppo è stato casuale, poco programmato e oggi paghiamo pesantemente un percorso durato trent'anni.

Noi auspichiamo che tutti insieme - anche coloro che non appoggiano direttamente oggi questa maggioranza, ma che vivono questa esperienza all'interno del Consiglio - si possa fare qualcosa, si possa avere un confronto nuovo, si possa avere un dialogo che porti a migliorare le proposte che verranno avanzate dalla maggioranza, ma questo con un interesse unico e sovrano: risolvere i problemi dei valdostani.

Per questo noi lavoreremo intensamente, lavoreremo per rafforzare l'autonomia, perché riteniamo che l'autonomia della nostra Valle sia il bene più prezioso, il bene che ci consente anche di poter dare le giuste risposte, pertanto non siamo qui per mortificarla ma cercare di fare di tutto per rafforzarla, come abbiamo sempre fatto con la nostra presenza in Consiglio regionale, e ci auspichiamo che lo si possa fare tutti assieme, in un clima nuovo, in un clima fatto di buoni rapporti e di collaborazione tra tutte le forze presenti.

Presidente - La parola al consigliere Bertin.

Bertin (IC) - Mi scusi, oggi abbiamo assistito alle non-repliche e da parte mia a una non-dichiarazione di voto, per questo tenevo a sottolineare il fatto che ovviamente il nostro voto sarà contrario.

Presidente - Grazie per la precisazione. La parola al consigliere Bertschy.

Bertschy (UVP) - Non è rituale neanche fare tutti questi interventi, ma evidentemente si attendeva anche una replica nel merito rispetto agli interventi. La Presidente ha scelto un'altra linea, in discontinuità con il passato, questo sì, e nel merito non siamo entrati, quindi credo che sia opportuno ribadire alcune cose riguardo a quello che è stato il mio intervento.

Nel DEFR 2018 troverete molte più risposte di quelle che avete nel vostro programma e ci parla anche di povertà, quindi l'assenza di programmazione potrete colmarla semplicemente accompagnando il programma che la maggioranza uscente - e qui non fate cambiamenti, perché troverete molte delle linee programmatiche che non avete dettagliato - ha preparato. Questo la dice lunga sul fatto che le sintesi siano state veramente larghissime, ed è difficile oggi; anche se uno avesse voluto cercare di convincerci in un dibattito politico che qualcosa va nella direzione politica di raggiungere degli obiettivi, così come sono stati evidenziati, non avrebbe potuto farlo. Quindi sul DEFR noi misureremo il lavoro di cambiamento che ci sarà rispetto agli obiettivi che avete dato.

Rispetto a tutti gli altri temi, io non credo che ci sia da scandalizzarsi troppo perché lei ha parlato in particolare della sua squadra, anche perché l'altra squadra non ce l'ha. Forse ce l'avrà in futuro, oggi c'è una squadra che è quella che ha portato in Consiglio regionale.

Nell'ambito del giusto dibattito che c'è nei gruppi, ieri le avrei ricordato che il francese non si tratta come l'ha trattato nel suo intervento, ma l'altra squadra non ce l'ha ancora. Si dovrà lavorare e credo che sarà un lavoro molto profondo quello che dovrà fare, perché quello che si dice qua è quello che si vuol dire ai cittadini, quello che si sa è invece quello che succede e lei sa bene che il cambio in corsa dell'ultima ora di lunedì 25 è stato un cambio forte, marcato, che serviva per arrivare almeno a diciotto oggi in aula, altrimenti non ci sareste riusciti.

Io ho fatto il sindaco quindici anni, ma qui ci sono Assessori, ci sono Presidenti, le squadre chi amministra deve costruirle, non si amministra da soli. Per portare avanti un progetto per la comunità, prima di tutto bisogna costruire una squadra. Poi ce ne sono di migliori, di peggiori, ci sono quelle che possono fare la Champions League - per ricordare una battuta del passato - però, senza squadra, non si amministra. Io a questo proposito ringrazio la squadra, le associazioni, che in questo anno di Assessorato, in Azienda, hanno accompagnato il lavoro dell'Assessore, non della persona, perché senza quelle squadre si accorgerà subito che farà ben pochi passi.

Quindi anche attenzione a tutte queste decise minacce: cambieremo tutto. L'amministrazione pubblica è fatta di politici e di apparati con i quali bisogna trovare la giusta collaborazione che non è quella della minaccia, è la giusta collaborazione: definire gli obiettivi, assegnare gli obiettivi, cercare di controllarli, qui sì si può fare molto meglio, ma attenzione che la struttura pubblica ha una sua organizzazione che non è quella della struttura privata. In questo senso vedrà che, insieme alla sua squadra, troverete modo di lavorare, ma dovrete avere l'atteggiamento giusto, altrimenti gli obiettivi non li potrete raggiungere, e su tutta una serie di battaglie dei nostri ex colleghi torneremo in aula.

Mi ricordo per esempio la questione dell'internalizzazione della società COUP all'interno dell'Assessorato: per anni si è fatta una battaglia per portare il progetto dell'ospedale all'interno dell'Assessorato; io la prima interpellanza che farò - non so chi ci sarà - sarà domandare: "quando portate la COUP all'interno dell'Assessorato?" e chiederò una risposta positiva, perché per anni qui si è detto che si può fare.

Chiudo, collega Fosson, con un pensiero per lei: il cambiamento è rappresentato alla massima carica del progetto politico presentato dai diciotto Consiglieri di maggioranza.

Presidente - La parola al consigliere Testolin.

Testolin (UV) - Chiediamo il voto in cabina.

Presidente - La parola al consigliere Rollandin.

Rollandin (UV) - Je crois que hier, après avoir juré, on a décidé de continuer les travaux pour donner la possibilité de présenter le programme, ce qui a été fait et je crois que tous les collègues ont voulu relire le contrat qui a été présenté pour prévoir qu'il y ait un débat; un débat signifie que quelqu'un dit quelque chose pour avoir des réponses. Alors, le paradoxe est qu'on a essayé de lire et relire la relation qui avait été faite par le candidat Président pour faire des réflexions, des argumentations sur les différents thèmes et pour avoir de possibles réponses. Malheureusement, ce matin on a vu qu'il n'y a pas de réponses e in effetti la risposta è stata "vedremo nel tempo, per adesso noi ci concentriamo su quello che c'è da fare e non diciamo niente". Capisce che questo è un po' un paradosso, perché abbiamo passato una giornata a raccontarcela tra di noi, a parlare del più e del meno senza poter avere una risposta che ci permettesse di continuare un dialogo e di capire che cosa si voglia fare e se dall'altra parte ci sia una disponibilità a vedere come portare avanti determinate situazioni.

Non siamo entrati nel merito, ad esempio, di alcune tematiche: come vengono ridefiniti gli Assessorati e ridefinite alcune competenze che obiettivamente non sono di secondo livello, una a caso: la Protezione civile. La Protezione civile è messa con l'Agricoltura. La Protezione civile è sempre stata sotto la Presidenza, ma anche per una ragione molto semplice, perché - almeno finché non cambierete qualcosa - il Presidente ha anche funzioni prefettizie. Ora capisco che Gerandin, come ex vigile del fuoco, abbia la giusta volontà di mantenere un occhio su quel campo e quindi, siccome i Vigili del fuoco fanno parte della Protezione civile, ci sia questa volontà di allargare l'idea, ma è un aspetto che le segnalo perché sono situazioni che poi comportano anche responsabilità, perché, nel momento in cui ci sono degli interventi, bisogna avere anche le strutture per poter intervenire come Protezione civile, che è organizzata molto bene, funziona bene, però c'è anche una direzione e una responsabilità che deve essere mantenuta. Così ci sono tante altre questioni che avremmo voluto affrontare, o avere una risposta del perché sono state fatte alcune scelte. A parte quella della cultura che, per fortuna, è stata risolta a priori.

Lo dico perché di fatto noi abbiamo parlato per una giornata senza avere nessuna risposta. Quindi noi di questo siamo un po' dispiaciuti, ma non per dire che ha ragione A o B, ma per dire che purtroppo voi avete presentato un contratto fatto tra persone che si sono trovate per sostenere un certo tipo di rapporto e fine. Quindi noi confermiamo il nostro voto contrario.

Presidente - La parola al consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Volevo soltanto fare una piccola precisazione, a scanso di equivoci, sulla Protezione civile. La Protezione civile non è spostata dalla Presidenza, lì sta. All'interno della Giunta si definirà una delega per i rapporti, come è già stato fatto in passato. Quindi non c'è nessuno spostamento della Protezione civile.

Presidente - La parola al consigliere Nogara.

Nogara (UVP) -. Mi viene da dire un po' di fuffa, come diceva spesso il collega Gerandin, perché nel programma che ci avete dato c'è scritto "delega", però delega si immagina che la Protezione civile sia delegata all'Assessore. Se magari poi volete ancora specificare meglio.

Qui si parla di squadre, si è parlato tanto di squadre, io capisco benissimo la consigliera Spelgatti che parla della sua squadra, ci mancherebbe, del grandissimo risultato che hanno avuto, ma ci sono stati altri movimenti che hanno avuto lo stesso risultato e sono andati in minoranza, nati da pochissimo tempo; la Lega mi sembra che sia da diversi anni sul panorama politico nazionale.

La squadra, come l'ha spiegata lei, non mi sembra così compatta perché abbiamo sentito diversi movimenti autonomisti dire che, sotto l'aspetto amministrativo, ci possono stare se le cose vanno come vanno, ma assolutamente non sotto l'aspetto politico. Oppure anche dei Consiglieri che vi hanno dato dei tempi brevi per fare le cose, perché altrimenti non le votano. Io direi che questa una squadra proprio non è. La squadra è un'altra cosa. Poi, se c'è una volontà di lavorare con la minoranza, un minimo di rispetto nello spiegare che cosa si vuole fare come programma ci dovrebbe essere, quello che non c'è stato. Praticamente ci avete liquidati dicendo "state tranquilli, noi faremo le cose che abbiamo detto di fare" e vi siete seduti. Lei personalmente si è seduta.

Come minoranza, ci sono state delle aperture perché, come il mio collega Bertschy, do la massima disponibilità nel fornire tutte le informazioni e tutto l'aiuto possibile al prossimo assessore Gerandin, perché a me non importa che ci sia io, che ci sia Pinco o Pallo all'agricoltura, l'agricoltura è in una situazione così tragica che è bene aiutarla e aiutarla tutti. Perciò io mi impegno fin da ora a dare tutte le notizie e tutto l'appoggio necessario al prossimo Assessore all'agricoltura per fare un buon lavoro.

Però ci deve essere anche dall'altra parte un po' di collaborazione, perché, se la sua collaborazione è quella di dire "io non vi dico niente" e si siede, non mi sembra che sia una collaborazione elegante.

Oltre alle cose che ho detto, vedremo. Io sono fiducioso, perché bisogna essere fiduciosi. Lo sono di carattere, sono fiducioso nelle promesse, sono fiducioso per le cose che voi avete promesso che si potranno fare; vedremo nei prossimi mesi come ci comporteremo e come vi comporterete voi.