Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3238 del 20 febbraio 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 3238/XIV - Interrogazione: "Notizie sulla gestione dell'area megalitica del Parco archeologico di Saint-Martin-de-Corléans".

Grosjean (Président) - Point n° 6 à l'ordre du jour. La parole à l'Assesseur Rini pour la réponse.

Rini (UV) - Collega Bertin, parto con darle qualche numero, poi le farò avere il dettaglio anche dei singoli mesi con ingressi e incassi.

Riguardo al numero di visitatori, agli ingressi, le do il totale: nell'anno 2017 13.871 ingressi con incassi pari a 51.858 euro. Qui impattano fortemente (374 mila euro) i costi di gestione del personale che, come sa, è dipendente della Società di servizi Valle d'Aosta, mentre invece i costi delle restanti voci (pulizia 16 mila, gas 990) sono più contenuti grazie alla presenza di impianti tecnologici di ultima generazione che consentono un costo di gestione basso, ovviamente scorporato dal personale.

Per quanto riguarda la seconda domanda, si ritiene che il numero di visitatori dell'anno 2018 verrà incrementato in considerazione del positivo andamento dei flussi turistici in Valle d'Aosta, che risulta essere in crescita, soprattutto quelli del turismo culturale, e anche in considerazione del fatto che il Parco e il Museo archeologico inizieranno gradualmente a beneficiare delle attività promozionali messe in atto a partire dalla loro apertura. L'inizio è sempre più difficoltoso, entrare in un circuito di beni così importante e così forte dal punto di vista culturale è abbastanza difficile, soprattutto farlo capire alle masse. Ovviamente non è possibile fare previsioni analitiche di dettaglio, in quanto i fattori che influenzano i flussi non sono determinabili preventivamente. Quello che possiamo assicurare è che stiamo mettendo in campo tutte le migliori idee per cercare di creare sinergia innanzitutto con l'Assessorato del turismo e del territorio, ma non solo. Veniamo da una "tre giorni" importante a Firenze su uno dei più importanti saloni internazionali dell'archeologia, dove c'è stato un numero importantissimo di presenze e anche di attenzione per lo stand della Valle d'Aosta, per i nostri beni. Quando abbiamo presentato il patrimonio culturale valdostano insieme all'archeologo Zidda e alla dottoressa Maria Cristina Ronc, ci siamo resi conto che effettivamente c'è ancora tanta poca conoscenza, quindi dobbiamo proprio lavorare su come veicolare la regione Valle d'Aosta, affinché sia, sì, patrimonio naturalistico con le nostre splendide montagne, ma ci sia tanto altro da coniugare a questo, poiché crediamo che abbinare il patrimonio culturale e il turismo culturale anche a quello enogastronomico e naturalistico sia la carta vincente.

Per quanto riguarda la sua ultima domanda, l'area nord del Parco museo archeologico di Saint-Martin-de-Corléans verrà completato presumibilmente nell'anno 2021. Il progetto esecutivo per la realizzazione dei lavori necessari è stato approvato con deliberazione della Giunta regionale in data 15 gennaio 2018 con un finanziamento complessivo di 7,662 milioni di euro. L'affido dei lavori è soggetto a procedure di appalto, le cui tempistiche possono essere influenzate da fattori esterni non direttamente determinabili. I lavori consentiranno di completare la sequenza espositiva del museo, arricchendola delle cronologie archeologiche sin dall'epoca medievale e dalla grande Sala delle stele, presso la quale potranno essere fruite tutte le stele rinvenute nel sito. Il completamento dell'area sud è in corso di pianificazione ed è condizionato dalle future disponibilità anche finanziarie che, compatibilmente con gli assetti di bilancio, potranno essere assegnate, ma che ovviamente ad oggi non sono determinabili.

Président - La parole au collègue Bertin pour la réplique.

Bertin (CC-MOUV) - Ritorno spesso su questo argomento del Parco archeologico di Saint-Martin-de-Corléans, anche perché lo ritengo un'opportunità importante per la nostra regione. Purtroppo i dati disastrosi confermano che il parco non è assolutamente valorizzato come dovrebbe, molti errori sono stati fatti nella sua gestione. Ricordo che i ritrovamenti sono stati effettuati circa cinquant'anni fa. Sono cinquant'anni che aspettiamo e che, al momento, non sappiamo neanche quando questo parco vedrà la sua fine, poiché - come ha confermato anche lei oggi - l'apertura che abbiamo fatto è parziale, un po' più della metà. Rimane ancora un'altra parte per completare l'opera, che è già costata moltissimo ai cittadini valdostani.

A mio avviso è un'opera sovradimensionata, ma ormai è fatta, ora dobbiamo cercare di gestirla nel modo migliore. Siamo a metà dell'opera, sono passati cinquant'anni e certamente non si può essere soddisfatti dei risultati: tredicimila visitatori sono pochi, pochissimi, poco più di quelli dell'anno scorso. Lei mi dice che siete ottimisti, che l'anno prossimo aumenteranno, anche perché fare peggio francamente diventa difficile. Quest'anno abbiamo beneficiato come l'anno precedente delle novità, degli afflussi turistici notevoli in questa regione dovuti ad una serie di ragioni che ben conosciamo, ma nonostante questo il Parco archeologico rimane poco visitato. È evidente che rimarrà così finché non si farà una promozione adeguata. Quest'estate, arrivando ad Aosta - lo dicevo ancora qualche tempo fa - non si sapeva nemmeno dov'era questo parco, non c'è neanche un cartellone per accogliere i visitatori e ricordare loro la presenza di questa importante struttura.

Certo, dal punto di vista elettorale non si hanno benefici nell'investire risorse in tale settore, perlomeno non si hanno benefici diretti, pertanto è tutto rimandato e si preferisce investire in altri settori nei quali si ha una remunerazione maggiore in termini elettorali. Rischia però di diventare un'emergenza finanziaria, e non solo per la nostra regione. Con dati del genere è difficile mantenere una struttura di queste dimensioni che - ripeto - dal punto di vista dell'interesse sarebbe una grande opportunità per la nostra regione. È un'opportunità che non sappiamo sfruttare, una delle tante risorse che abbiamo e non siamo in grado di valorizzare, e rischia di diventare un problema serio.

Ogni volta che ne ho l'occasione ricordo che lo studio commissionato dalla Regione qualche tempo fa all'Università di Ferrara (temo di essere l'unico ad averlo letto) prevede per la sostenibilità del sito circa duecentomila visitatori, pur in perdita, perché queste strutture non devono di per sé portare benefici. Siamo a tredicimila, quindi mi pare evidente che la cosa non funzioni. Se non si interviene seriamente con un piano di lungo termine, soprattutto credendo in questa struttura, e tenendo conto che non sarà elettoralmente importante per le sorti degli Assessori che si alternano sulla poltrona dell'Assessorato della cultura, ma per le sorti della nostra regione, mantenere tale struttura in queste condizioni sarà sempre più difficile. Soprattutto è molto grave che non si valorizzino e non si sfruttino tutte le opportunità della nostra regione, in particolare questa, che certamente è una ricchezza che potrebbe portare dei benefici a tutta la città e a tutta la regione. Così non va, ma lo sappiamo.