Oggetto del Consiglio n. 3237 del 20 febbraio 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 3237/XIV - Interrogazione: "Situazioni di morosità relative ai pagamenti di canoni demaniali per le subconcessioni di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico".
Grosjean (Président) - Point n° 5 à l'ordre du jour. La parole à l'Assesseur Baccega pour la réponse.
Baccega (EPAV) - Abbiamo verificato - e ci siamo anche confrontati con il Consigliere Ferrero - che questa interrogazione era già stata presentata telle quelle l'11 ottobre 2013 ed è stata riproposta ovviamente con una data che non era quella che si voleva indicare. Riguardo alla risposta fornitale allora dal mio collega, le posso dire che, rispetto ai 350 mila euro dichiarati come situazione di morosità all'epoca, soltanto due società non avevano completato e saldato il dovuto. Di queste due società, una ha chiesto - come previsto da norma di legge - la rateizzazione, sta pagando regolarmente e a fine 2018 sarà completato il pagamento; la seconda società, invece, ha interrotto i pagamenti. Probabilmente si andrà ad una situazione di contenzioso, è già stato tutto trasferito all'Avvocatura regionale affinché si vada nella direzione del recupero di quanto dovuto. Mi dicono gli uffici probabilmente la situazione evolverà in un vero e proprio contenzioso legale da definirsi presso il Tribunale superiore delle acque pubbliche.
Le do i dati più aggiornati rispetto al 2016, perché ipotizzavo che quello fosse il quesito. Intanto rispondo al quesito n. 2: "entro quali termini vengono effettuati i solleciti di pagamento ai debitori e quali sono i termini assegnati per provvedere al pagamento". Annualmente, con l'invio della richiesta del pagamento dei canoni di concessione, i gestori vengono sollecitati a corrispondere quanto dovuto, anche le somme derivanti da eventuali debiti pregressi. Successivamente si fa un ulteriore sollecito e si comunica al debitore che, in caso di mancato pagamento nel termine assegnato (solitamente si danno i trenta giorni), sarà attivata la procedura di recupero coattivo del credito. Generalmente la procedura di recupero coattivo del credito viene attivata quando il comportamento del subconcessionario è tale da far ritenere la mancanza di volontà di provvedere all'estinzione dei debiti.
"A quando risale la più vecchia situazione debitoria": la situazione debitoria più vecchia è quella legata alla società per cui è in atto la procedura di contenzioso presso l'Avvocatura regionale.
"Quanti sono i procedimenti aperti con l'Avvocatura regionale": le situazioni debitorie in questo momento riguardanti le derivazioni ad uso idroelettrico segnalate dall'ufficio sono due: le due società di cui le ho parlato, una per la quale ha richiesto la rateizzazione del debito pregresso e sta corrispondendo le somme e l'altra nell'attivazione da parte della società di un ricorso presso il Tribunale superiore delle acque. Come conclusione finale ritengo che gli uffici siano molto attenti per fare in modo che le società paghino i canoni di concessione, soprattutto anche attenti al recupero delle morosità.
Per quanto riguarda invece la somma totale per il 2017, l'importo dei canoni ancora da corrispondere è di 416 mila euro. Ovviamente, qualora i gestori non pagassero i canoni, saranno attivati tutti i percorsi che le ho indicato nelle risposte precedenti.
Président - La parole au collègue Ferrero pour la réplique.
Ferrero (M5S) - Ringrazio l'Assessore per i dati.
L'attenzione nei confronti dei canoni che devono essere versati è dovuta al fatto che queste società ne versano uno sostanzialmente irrisorio: fatturano migliaia e migliaia di euro all'anno - quando non milioni - e magari devono pagare alla Regione 30/40 mila euro e non pagano neanche quelli. Anche perché, essendo l'energia cosiddetta "verde" (l'idroelettrico) legata al sistema del GSE (Gestore dei servizi elettrici nazionale), queste non è che dal GSE hanno i soldi due o tre anni dopo, questa autorità statale i soldi li dà loro cash, quindi in contanti. Pertanto è improponibile e incomprensibile come queste non possano pagare i canoni, perché su una centralina hanno le spese ridotte all'osso, canoni irrisori, lo vediamo anche dai piani pubblicati, e alla Regione non pagano neanche questo straccio di canone che dovrebbero.
Qui mi sento di suggerire all'Assessore - ma sarà poi anche nostra iniziativa - degli strumenti più efficaci per tornare immediatamente in possesso dei canoni non pagati, perché qui si tratta di cattiva volontà. Poi con due o tre buoni avvocati si inizia con il Tribunale delle acque pubbliche, con un iter amministrativo che poi alla fine si risolverà. L'abbiamo visto con le supermulte date dal Gestore dei servizi elettrici nazionale ad alcuni "signori delle acque valdostane", se non sbaglio si sono beccati 2,5 milioni di euro di multa perché avevano fatto passare nelle condutture un bel po' di acqua in più rispetto a quella consentita.
La Regione, proprio per tutelarsi maggiormente, dovrebbe avere degli strumenti per agire in maniera diretta. Uno di questi potrebbe essere quello di assegnare un termine oltre quale si ritira la concessione. Vedrete che lì pagano subito, arrivano subito con i soldi, magari anche in contanti, perché queste dilazioni nei pagamenti sono dovute solo al fatto che ci sono strumenti insufficienti da parte dell'Amministrazione regionale nell'agire nei loro confronti. Cerchiamo di non tutelare i furbi, troviamo un sistema per adottare provvedimenti veramente efficaci. A noi interessa questo, non interessano i nomi. Potrei anche fare i nomi, perché io e il collega Cognetta ci siamo legati all'orecchio alcuni processi per diffamazione promossi da società che poi risultano morose, che non hanno pagato e che hanno anche il contenzioso con i Comuni per aver fatto dei lavori in difformità. Non ci interessa questo, ma ci interessa che in futuro non succedano più queste cose.