Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3107 del 20 dicembre 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 3107/XIV - Disegno di legge: "Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale per il triennio 2018/2020".

Rosset (Presidente) - Con 32 Consiglieri presenti possiamo riprendere i lavori sospesi ieri sera.

Eravamo giunti all'articolato del DL n. 125, siamo in dichiarazione di voto prima della votazione generale. Ci sono richieste di intervento per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Partiamo con le dichiarazioni di voto finali, anche se il voto rispetto al DL n. 123 e al DL n. 124 è già stato effettuato. Comunque tengo a precisare che c'è stato un voto contrario da parte mia e lo sarà anche sul DL n. 125. Facciamo però un piccolo ragionamento tutti assieme sul perché c'è stato questo voto negativo, al di là del fatto che ovviamente, per la posizione che ricopro e per il ruolo che rivesto, non avrei potuto esprimere un voto positivo al bilancio della maggioranza, ma non è soltanto una questione di posizioni.

Cominciamo dall'inizio. Il Presidente Viérin e tutto quanto il Governo ci hanno chiesto un voto in difesa dell'autonomia sostanzialmente. Lo Stato italiano ci porta via dei soldi e noi tutti insieme in maniera compatta dobbiamo difendere l'autonomia della Valle d'Aosta. A questo punto mi si apre un ragionamento: io non credo che la patente di autonomista esista. Non c'è una patente come quella per l'auto per essere autonomisti e soprattutto credo che la patente di autonomista non venga data da voi, è una questione di punti di vista. Noi Cinque Stelle abbiamo dimostrato a dicembre del 2016 di essere molto più autonomisti di tanti che si professano autonomisti in quest'aula e fuori da quest'aula. Abbiamo difeso fino in fondo l'autonomia della Valle d'Aosta, l'abbiamo fatto anche quando c'è stato il referendum in Lombardia o in Veneto. Noi crediamo fermamente all'autonomia di tutte le Regioni, a maggior ragione di chi ce l'ha già, non c'è quindi bisogno di chiederci di difendere proprio nulla. La questione è molto semplice: siete voi che politicamente a Roma avete fatto ciò che avete fatto, avete fallito totalmente, da un punto di vista politico, a Roma, ma questo succede da anni.

Passiamo adesso ad un discorso un po' più tecnico rispetto a come sono gestite le risorse in questo bilancio. Abbiamo detto che è un bilancio elettorale. Detto così, sembra una cosa anch'essa elettorale: è un bilancio elettorale, date i soldi, li regalate e così via. Vi inviterei a leggere, ma forse lo avete già letto, un libro che si chiama "La green economy", scritto da Massimo Lévêque nel 2014, che, tra le varie cose, faceva un'analisi dei bilanci elettorali di questa Regione: faceva un grafico e faceva vedere come venivano realizzate le spese nel corso dei cinque anni e si notava sempre che al limite dei cinque anni la spesa cresceva proprio perché bisognava in qualche modo creare del consenso. C'è un bel grafico, guardatelo in quel libro, perché è divertente, ovviamente lei, Presidente Viérin, in linea con la sua politica, che è esattamente la stessa, nonostante lei professi il "nuovo che avanza", ricalca sempre lo stesso modello, quindi non si fa sviluppo, si fanno soltanto promesse e poi si andrà a vedere quali saranno mantenute e quali no visto che di fatto mancano 100 milioni all'appello.

Alla luce di tutto questo, io credo che un bilancio con numeri fasulli, un bilancio dove non c'è certezza delle entrate non si può votare e, secondo me, non si può neanche emendare; di conseguenza, non ho presentato emendamenti, non ho votato chiaramente un bilancio, che non è possibile votare, perché fasullo: fasullo nei contenuti tecnici e fasullo politicamente.

La Valle d'Aosta avrebbe bisogno di tante cose, tantissime, soprattutto di lavoro. Le persone fuori hanno bisogno di lavoro: l'ultima è sul giornale di oggi, ci sono aziende che per anni sono state foraggiate in un modo o nell'altro e che adesso chiaramente, siccome c'è un certo sistema che si è rotto, hanno dei problemi evidenti. Le vostre politiche non hanno creato sviluppo, le vostre politiche hanno creato un sistema drogato da un punto di vista economico, che oggi ci porta alla débâcle della Valle d'Aosta, è ovvio che siete preoccupati. Con tanti soldi in meno tutta la vostra politica che ha già mostrato in passato tutti i limiti, dove si dà il pesce ma non si insegna a pescare, com'è stato detto in passato, mostra finalmente il vero volto della Valle d'Aosta. La Valle d'Aosta è una Regione che, dal punto di vista economico, è a pezzi e quello che voi state facendo, ancorché con questo bilancio che non fa nulla per risolvere questo problema, non dà nessuna inversione di tendenza in nulla, continuerà purtroppo a scendere. I redditi della classe media stanno precipitando, i posti di lavoro si bruciano, ma questo succede da anni, è anni che ve lo sto raccontando. Qualcuno ci raccontava qualche anno fa che c'era la "decrescita infelice", adesso non c'è più il collega Perron che per anni ha retto quell'Assessorato, ma diceva che la mia visione era catastrofica. Questo lo si potrebbe raccontare a tutti quelli che hanno perso il lavoro in questi cinque anni, a tutti i servizi a cui abbiamo dovuto rinunciare in questi cinque anni, a tutto quello che avevamo e che non abbiamo più, ma non l'abbiamo non perché non ci sono le risorse, ma perché sono gestite male, è questa la realtà! Voi non gestite le risorse in maniera corretta. Continuate a gestirle solo per regalare a chi volete voi. Per fare promesse, a volte molto più grandi di quelle che poi potete rispettare - per non dire sempre - e la gente purtroppo continua a cascarci. Ovviamente sempre meno, perché chiaramente i soldi finiscono e si stanno rendendo conto che questo ormai è alla fine.

Voi sperate in questo modo di riuscire ad accaparrare i voti, che vi serviranno per arrivare al famoso, celeberrimo 42 percento, per il quale andrete al governo e potrete fare lo stesso giochino per altri cinque anni, ma non riuscite a capire che forse è il momento di smetterla e di cominciare a lavorare politicamente in maniera più seria? Abbiamo messo via il "dragone della Valle d'Aosta", abbiamo detto: quella persona non c'è più, adesso cambia tutto. Collega Rollandin, lei vede grossi cambiamenti nel modo di far politica? Io continuo a non vederli. Un po' mi dispiace, non che fossi convinto del contrario, ma una speranza ce l'avevo, invece niente da fare.

Al di là delle questioni personali, che alla fine contano ben poco, politicamente questa Regione ha fallito; è l'autonomismo declinato come fate voi che non funziona. Non funziona nel modo più assoluto. Non avete creato un tessuto imprenditoriale, continuate a gestire le cose come fate e la gente continua a stare senza lavoro. Le persone stanno diminuendo e non è un vantaggio che ci siano meno persone, e tutto questo a voi non interessa.

Per concludere, perché mi sembra di aver parlato già abbastanza - sette minuti per me sono tantissimi -, penso che il mio voto contrario sia il voto contrario di tantissimi cittadini, che magari cinque anni fa vi hanno sostenuto e che adesso non vi sosterranno più.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Roscio, ne ha facoltà.

Roscio (ALPE) - Vista l'importanza del tema, ho preferito cercare di scrivermi degli appunti sul bilancio. Quest'anno il bilancio e i documenti ad esso collegati sono gli ultimi della legislatura, è già stato ricordato ieri. Una legislatura, ahimè, che è stata a dir poco travagliata, stravolta da numerosi cambiamenti politici, che hanno fatto più male che bene alla collettività valdostana. Guardando ad altre realtà autonome - come, per esempio, le Province di Bolzano e di Trento, che recentemente hanno approvato i bilanci, e hanno citato espressamente nelle loro relazioni bilanci improntati ad una solida stabilità politica, che ha permesso di realizzare quasi tutti gli obiettivi prefissati e in alcuni casi di raggiungere mete che si ritenevano pressoché irraggiungibili, quasi un leitmotiv: stabilità politica e realizzazione dei programmi - ecco, i risultati, il confronto dei risultati con la nostra realtà è impietoso.

Là c'è una crescita economica oltre il 7,5 percento, piena occupazione, alta qualità della vita, infrastrutture moderne dal fondo valle all'alta montagna, competenze aumentate grazie a 16 norme di attuazione, un patto di garanzia con lo Stato che dà sicurezza e programmazione e addirittura la possibilità di disporre degli avanzi di amministrazione, solo per citare alcuni esempi. Faccio ancora un breve inciso. L'approccio ai temi di forte impatto mediatico è volto ad evitare irresponsabili campagne populiste o campagne mediatiche; dibattiti approfonditi e oggettivi caratterizzano tematiche potenzialmente divisive nella collettività come criminalità, immigrazione, vaccinazioni, grandi predatori. Altri due brevi ma concreti esempi. Gli incentivi pubblici esistono, ma sono mirati, non a pioggia e lo slogan è incentivare ed esigere dall'agricoltura alle attività produttive fino alla questione dei migranti. Recentemente è stata anche approvata una nuova legge sugli appalti pubblici ed è quasi un motivo di tristezza pensare alla perseguibilità effettiva e alle conseguenze che una tale norma avrebbe da noi. Ripeto: stabilità politica e realizzazione dei programmi.

La principale caratteristica, invece, di questa legislatura è stata purtroppo l'instabilità politica con continui cambiamenti e assestamenti del Governo regionale, con le conseguenti ripercussioni sull'economia, sulla realizzazione dei programmi e sulla fiducia dei cittadini riposta nelle istituzioni. Il bilancio è l'atto più importante che esprime il Governo sostenuto dalla sua maggioranza. Ad una prima grossolana osservazione, questo bilancio e quello dell'anno scorso viene sostenuto, a meno di alcune defezioni, dalle stesse forze politiche che, a fasi alterne, si dichiarano per il cambiamento, ma allo stesso tempo intendono ripristinare lo status quo, una sorta di contraddizione a cui ormai siamo abituati purtroppo. Essere allo stesso tempo conservatori e progressisti, destra e sinistra, un gattopardismo perfetto come nella proprietà commutativa della moltiplicazione: cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia. È stato detto anche ieri: i tempi per esaminare gli atti quest'anno è stato particolarmente breve, formalmente nemmeno due settimane, in pratica una. Tuttavia le forze di minoranza hanno voluto analizzare i documenti e si sono impegnate per cercare di migliorarli, in un'ottica di investire oggi per migliorare domani. Soprattutto far sì che il domani fosse abbastanza robusto da poter camminare con le proprie gambe.

Abbiamo avuto modo di sentire in commissione il Presidente Viérin sulle modalità con cui è stato costruito il bilancio: recepimento delle istanze pervenute, pot-pourri delle iniziative consiliari, apertura ad eventuali maquillage aggiuntivi. È stato annunciato -a questo punto ci chiediamo su quali basi - un saldo positivo per quest'anno con risorse in più di 132 milioni di euro, un dato che oggi usare il condizionale è quanto meno d'obbligo, ma che comunque sarebbe derivato da una riduzione della partecipazione della Regione al risanamento dei conti dello Stato e dall'ennesimo prelievo - come cita l'articolo 26 - dalle risorse di CVA per 51 milioni di euro. Una cassaforte, quella di CVA, che in dieci anni ha dato oltre mezzo miliardo di euro alla Regione e sarebbe anche interessante capire come queste risorse sono state utilizzate e chi ha preso le decisioni, ma questo è un altro discorso.

Il Presidente Viérin ha propagandato a più riprese l'esistenza di risorse in più per il bilancio 2018. Le ultime notizie ed egli stesso lo smentiscono, ce l'ha detto ieri. Addirittura lo stesso Sottosegretario avrebbe dovuto essere il garante, è il firmatario dell'emendamento che toglie 100 milioni alla Valle d'Aosta. Vi siete capiti male forse? O forse è un allarme procurato per poi raggiungere una soluzione dell'ultimo minuto? Sarebbe quasi auspicabile. Vorremmo sperare che non si sia agito con tale superficialità, perché sarebbe devastante per la Valle d'Aosta. Non si capisce neanche come mai, in una fase di trattative così delicata e con le criticità emerse, si sia scelta la strada della pubblicità, invece che delle trattative nelle sedi opportune. Forse si è ritenuto che insultando tutti si ottenesse maggiore benevolenza? Perché di questo si è trattato. Senza alcun accordo con lo Stato, accusare pubblicamente il Sottosegretario di non aver mantenuto la parola non credo che abbia giovato, è abbastanza imbarazzante. Per di più si tratta di una battaglia che viene fatta sulla pelle dei valdostani, non a favore, non sono soldi del Presidente quelli in gioco. Qui si sta facendo gioco d'azzardo con i soldi di tutti e non c'entrano niente le prerogative e i diritti dei valdostani. Peraltro, se davvero si vogliono difendere quelle prerogative garantite dal nostro Statuto dell'autonomia, forse si dovrebbe contrapporre al modello centralista un modello autonomista efficiente, che dimostri un funzionamento migliore. Bolzano, per esempio, si vanta di avere un patto di garanzia, un patto con lo Stato che garantisce certezza di risorse e programmazione e non va dicendo che il bilancio lo fa lo Stato, non ci sembra che siano meno autonomisti di noi. Nel momento in cui lo Stato guarda a noi che modello ha invece di fronte? Si trova innanzi a pretendere il principale fautore dell'instabilità politica che tanti danni ha causato all'intero sistema. Ci chiediamo quale credibilità possa avere chi in diversi momenti ha causato prima la caduta del Governo Rollandin e poi quella del Governo Marquis. Il Governo statale ha la necessità di far quadrare i conti, in più ha le stesse esigenze elettorali in questo momento. La coperta delle Speciali è quella (corta), dovendo scegliere tra un modello funzionante o un peso politico maggiore, chi sceglierà di sacrificare? La responsabilità o, meglio, direi l'irresponsabilità politica di chi non è stato capace di dare certezza di risorse ad un bilancio, intento solo a pensare alle prossime elezioni, limitandosi a vendere fumo e per nulla interessato alle vere esigenze della propria Regione, è però, a nostro parere, del tutto evidente. Per noi questo atteggiamento è inaccettabile. In più ancora più grave se lo si maschera dietro la salvaguardia dei diritti dei cittadini. Prima si fa il danno, poi ci si trincera dietro altre questioni. È un comportamento che ricorda per certi aspetti quello dei bambini viziati, che fanno il danno prima, poi non sono capaci di ammettere l'errore e negano, mistificano la realtà, scaricano le colpe su altri. Loro non sbagliano mai, i cattivi sono sempre gli altri, ma purtroppo il dato oggettivo è un altro: si sono alloccate risorse che non erano allocabili senza alcuna certezza o, peggio, consapevoli che, comunque vadano le cose, per i primi mesi del 2018 le risorse ci saranno, poi dopo le elezioni si vedrà il da farsi, magari lasciando ad altri il compito di dover disimpegnare, a riprova di questo basta vedere le differenze che ci sono nei bilanci previsionali per il 2019 e il 2020, è davvero preoccupante.

Noi speriamo che il Presidente Viérin abbia qualche elemento di certezza nel perseverare, abbia un punto di caduta, non stia andando al buio, altrimenti questa sarebbe pura irresponsabilità. Ancora più grave, perché fatta con i soldi dei cittadini e non con i soldi propri, perché si cerca di incolpare altri dei propri errori, perché si pensa di prendere in giro tutti, ma comunque ci fossero state le risorse - e noi dell'opposizione abbiamo cercato di lavorare prendendo per buono il dato in allora - avremmo speso comunque diversamente i soldi. È di tutta evidenza che avere risorse in più sia un dato potenzialmente positivo, dipende da come queste vengono impiegate. Se le risorse vengono impiegate per investire nello sviluppo della collettività tutta, per creare le fondamenta di quel développement durable, allora è senza dubbio positivo, però gli investimenti per il 2018 ammontano a meno del 15 percento sul totale, che vuol dire che l'85 percento è in spese ordinarie. Se le risorse servono per le spese correnti, per redistribuire non a tutti, ma solo a qualcuno, magari per interessi molto limitati nel tempo, come le prossime scadenze elettorali, allora diventa difficile riscontrare dati positivi, anzi c'è il rischio di un effetto diseducativo contrario. Non si stimola a fare meglio, non si aiuta la crescita di una mentalità imprenditoriale sana, ma si anestetizza un popolo, si toglie la speranza per il futuro.

In II Commissione il Presidente Viérin ha affermato diverse volte, che il metodo seguito per elaborare le proposte di questo Governo è stato il seguente: "abbiamo accolto le sollecitazioni delle categorie, abbiamo spulciato tra le istanze pervenute nel corso dei dibattiti consiliari delle istanze latenti. Siccome siamo ancora nel 2017 - che era l'anno della misericordia - e all'insegna del motto "volemose bene" c'è ancora spazio per accogliere altre richieste". Con questo metodo noi cogliamo tutto il limite della replica di una politica obsoleta, attenta a distribuire più che a costruire. Ci viene difficile rinvenire il segnale di una visione per il futuro, che non sia quella del maggio 2018. Non troviamo inoltre corrispondenze tra il DEFR, pur con tutti i suoi limiti, e quello contenuto nel bilancio se non a livelli di intenti. D'altronde, il DEFR è un documento per addetti ai lavori, non lo legge tutta la popolazione. Oggi spetta a questo Consiglio esprimersi su questa legge di bilancio, scegliere se dare credito oppure no, oppure cercare strade alternative, possibilmente migliori. Il credito - come mi è stato insegnato da persona autorevole in materia - viene dato non in base alle parole, ma alla valutazione della persona che lo chiede. Non sono sufficienti le parole che vengono dette sul momento per convincere ad elargire, ma viene valutata la storia e la solidità che una persona porta con sé. Riandando alle manovre politiche viste in questa legislatura, ci viene quanto mai difficile dare qualunque credito, anche quando le parole dicono diversamente.

La nostra sensazione è che ci si limiti alla parte commerciale, tralasciando volutamente, o inavvertitamente, la sostanza, una sorta di piccolo spazio pubblicità. A questa proposta della maggioranza viériniana noi, come forze di opposizione, abbiamo provato a contrapporre una visione differente guardando una prospettiva non limitata ad un solo anno o al solo primo semestre del 2018, ma anche dopo. Vorremmo proporre un'amministrazione pubblica disposta a rinunciare ad una parte delle sue entrate derivanti dalla tassazione ai cittadini ed alle attività produttive, soprattutto da parte di quelle imprese virtuose che assumono le persone e che investono nella crescita, abbassando le aliquote IRAP per esempio; delle fasce più deboli della popolazione istituendo una "no-tax area" come altrove. Da un lato, oggi si rinuncerebbe a qualcosa per cui le entrate del pubblico sarebbero inferiori, ma si porrebbero solide basi per avere un domani migliore nella convinzione che, se si creano favorevoli condizioni per lo sviluppo, quello stesso sviluppo trainerà con sé anche una maggiore ricchezza e una ricchezza più solida. È quello che, a nostro parere, è mancato alla Valle d'Aosta in questi anni. Vorremmo proporre un pubblico che investa sul territorio e sulle sue risorse, dando risposte certe a chi opera per tenere in ordine e presentare bene il paesaggio garantendo quei soldi del PSR con i fondi di rotazione e preservando le ricchezze collettive, coinvolgendo nei processi decisionali la popolazione: per esempio, la quotazione in Borsa di CVA, ma non solo. Riteniamo che occorra investire e sistemare le problematiche ambientali, che per troppo tempo sono state trascurate e porteranno con certezza maggiori costi per il futuro: penso a tutte quelle opere di depurazione in grande ritardo, i collettori fognari, le bonifiche. Occorre lavorare nella direzione di integrare economia ed ecologia, superando le apparenti contraddizioni, anzi, traendone un arricchimento per entrambe.

Le criticità di oggi, quali i rifiuti, i cambiamenti climatici, consumo del suolo, inquinamento di acqua e suolo, traffico ed emissioni di gas climalteranti, possono essere superate e diventare per noi lo spunto per una diversa concezione di sviluppo, ma occorre guardare lontano, ben oltre un decennio. Serve puntare ed investire sull'economia circolare, seconda vita delle materie, l'utilizzo razionale e sostenibile della risorsa acqua, infrastrutturazioni diversificate che consentano di sviluppare, accanto alla tradizionale offerta luoghi di tranquillità per un turismo attento al contatto con il territorio, peraltro sempre più richiesto, migliore qualità di servizi di trasporto pubblico, mobilità green, recupero, soprattutto dal punto di vista energetico del patrimonio edilizio esistente, solo per citare alcuni esempi. Su questi temi, quello che è stato presentato, è per noi del tutto insufficiente e privo di prospettive. È una sorta di partita di giro per gli Assessori, che prende da tutti e ridistribuisce solo ad alcuni.

Quello che viene presentato, a nostro giudizio, è un bilancio inconsistente e senza speranza, un bilancio che guarda a soddisfare esigenze immediate, un bilancio elettorale, ma senza alcuno spessore politico, che non vada oltre le prossime elezioni regionali. Il nostro giudizio nel complesso è molto negativo, soprattutto nella limitata visione del futuro. La nostra proposta cerca di guardare oltre con misure concrete e realizzabili, in cui il pubblico rinuncia ad alcune entrate, anche importanti, per lasciare più risorse ai cittadini e alle imprese, che nei processi decisionali importanti richiede la partecipazione dei cittadini, che investe oggi per avere un domani migliore.

Presidente - Ci sono altri interventi per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il collega Borrello, ne ha facoltà.

Borrello (AC-SA-PNV) - Ci apprestiamo a concludere un percorso di analisi e poi successiva votazione finale del provvedimento principe per un'amministrazione. Per quanto riguarda questa Regione, è l'elemento fondamentale per la programmazione del prossimo anno, del prossimo triennio.

Non siamo contenti della situazione che stiamo vivendo, di quello che abbiamo letto sui giornali. Non possiamo come valdostani essere contenti delle notizie che apprendiamo rispetto alle dinamiche parlamentari. Non siamo contenti degli annunci che vengono fatti per quanto riguarda la risoluzione di problemi di carattere economico che vengono puntualmente smentiti con atti all'interno del Parlamento italiano, che vanno a modificare le disposizioni finanziarie all'interno del bilancio che oggi noi andiamo a trattare.

Mi viene quindi d'obbligo fare un piccolo passaggio storico, perché effettivamente dal 2010 noi stiamo vivendo un momento critico rispetto alle disponibilità finanziarie all'interno del "sistema Valle d'Aosta", disponibilità finanziarie che hanno permesso dal 1981 - come ricordava il Presidente - di poter crescere e di poter creare un sistema Valle d'Aosta. Sistema Valle d'Aosta che in questo momento è fortemente in discussione, è fortemente a rischio ed è per quello che noi abbiamo provato a rilanciare, secondo la nostra visione di Valle d'Aosta, ma entrerò nel merito, nel prosieguo del mio intervento, della nostra visione già anticipata dai colleghi.

Il primo elemento che voglio sottolineare è: essere o non essere autonomisti. Come poter difendere la nostra peculiarità. Il collega Cognetta parlava di patenti, non so se si possono dare patenti autonomiste o meno. Io so che devo difendere il sistema che mi ha permesso di crescere all'interno di questa Regione e di poter dare a tutti i cittadini valdostani un degno sistema di vivibilità all'interno del territorio. Voglio fare una suddivisione, parlare di politica, politica nobile, fare un discorso politico amministrativo e un discorso prettamente amministrativo. A livello politico - quello più nobile, quello che è scritto in quella frase che deve essere illuminante per tutti coloro che interpretano il ruolo di Consigliere - all'appello del Presidente della Regione di essere autonomisti e di fare una battaglia a Roma, noi ci siamo, non ci sottraiamo alle responsabilità di un Consigliere regionale che deve difendere le peculiarità e le caratteristiche della Valle d'Aosta. Noi ci siamo per andare a combattere a Roma rispetto alle criticità e al disconoscimento del "sistema Valle d'Aosta", però a livello politico-amministrativo non possiamo farlo su questo bilancio, perché questo bilancio l'avete fatto voi, l'avete confezionato voi e con dei numeri che risultano essere fasulli. Non è quindi un discorso di difesa della peculiarità valdostana: è un'analisi prettamente tecnica rispetto a un bilancio che oggi non esiste, un bilancio che è fallato in partenza.

Dal punto di vista amministrativo, è un bilancio tutto concentrato sul 2018. Lo posso anche capire, siamo in prossimità dell'appuntamento elettorale e in maniera molto sincera dico, se si vanno ad analizzare le singole voci, i singoli capitoli dei singoli Assessorati, come non si può essere d'accordo solo per il 2018, perché il tutto non è previsto per il 2019 e per il 2020, perché andiamo a leggere per ogni singolo Assessorato un più "X", ma è facile mettere dei valori positivi se non hai la certezza della copertura finanziaria. Allora, a livello amministrativo, io voglio capire - e da valdostano spero che non succeda - tra qualche mese effettivamente, dovessimo restituire i 100 milioni allo Stato italiano, come i singoli Assessori riusciranno a gestire questo delta negativo.

È un punto congiunto in cui analizziamo anche alcune tematiche legate al DEFR. Voglio manifestare la correttezza del comportamento della Giunta Marquis, la quale, nel momento dell'analisi e della predisposizione del DEFR, aveva detto in maniera molto sincera e molto coerente che, non avendo la certezza della disponibilità finanziaria, bisognava fare delle analisi puntuali, delle analisi consapevoli rispetto alla reale disponibilità finanziaria. È dal mese di luglio-agosto che il collega (allora Assessore) Chatrian aveva detto in maniera chiara che bisognava andare a ragionare in termini di un bilancio di 1,070 miliardi di euro, in modo tale di garantire il sistema della Valle d'Aosta già previsto per il 2017, e poi entrerò anche nel merito del 2017, per quanto riguarda i discorsi di responsabilità amministrativa nella gestione dei soldi pubblici.

Nel momento in cui si deve predisporre un bilancio, bisogna cercare di avere una responsabilità nel definire il pareggio di bilancio. Nel 2017, a proposito di difesa dell'autonomia, a luglio, in virtù delle evoluzioni dei rapporti con lo Stato per quanto riguarda il risanamento della finanza pubblica, essere o non essere autonomisti, è anche approvare delle delibere per andare ad aprire un contenzioso con lo Stato, così com'è stato fatto nel luglio 2017, ma questo non vuol dire iscrivere a bilancio dei soldi che in questo momento sono fortemente in discussione. Qual è la differenza sostanziale tra il 2017 e il 2018? Che nel 2017 i soldi sono stati accantonati in attesa di una risoluzione del contrasto con lo Stato, che avverrà nel marzo del 2018, invece in questo bilancio è sostanzialmente una partita a poker, che non sappiamo come andrà a finire, è un gioco d'azzardo fatto con i soldi dei valdostani. Noi questo tipo di ragionamento non lo sosteniamo, e vi siamo venuti incontro dicendovi di aspettare qualche giorno in modo tale da poter vedere l'evoluzione rispetto alle dichiarazioni che voi avete fatto.

Arrivo alla fine del mio intervento, perché si parla di un bilancio che, secondo noi, ad oggi non esiste, non nella sua declinazione dei capitoli, della progettualità che voi avete previsto solo per il 2018, per fare un passaggio rispetto alla nostra visione della Valle d'Aosta. Qui, senza tenere conto dei 99 milioni che verranno potenzialmente sottratti al bilancio che voi presentate, abbiamo provato a fare un bilancio che andasse a rispettare la nostra visione con delle proposte - molti sono dei principi di carattere generale -, che caratterizzano e danno un indirizzo ben preciso della diversa visione che noi abbiamo rispetto alla vostra proposta, proposta tutta tarata nel 2018, se non nei primi sei mesi del 2018. Noi ragioniamo in termini di sviluppo, in termini di creare un indotto, in modo da creare un volano positivo nei prossimi anni per la Valle d'Aosta, cercando di non mettere le mani in tasca ai valdostani, provando a creare una detassazione in modo tale che i valdostani, invece che dover girare intorno agli uffici per poter avere dei contributi, li abbiano direttamente nella dichiarazione dei redditi; cercando di non fare un ragionamento di contributo a pioggia, ma dando la possibilità al valdostano di poter essere autonomo nella gestione della propria economia familiare. Noi abbiamo provato a fare un rilancio del sistema Valle d'Aosta, può piacere o meno, ma questa è la nostra visione.

Ho cominciato questo mio intervento esprimendo la nostra non felicità, la nostra preoccupazione rispetto al momento che stiamo vivendo e ripeto la nostra disponibilità a qualsiasi tipo di battaglia per difendere l'autonomia valdostana, ma che non deve essere confusa con questo bilancio, questo è un bilancio proposto dal Governo regionale, che oggi risulta senza copertura finanziaria.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fabbri, ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Io credo che, per esprimere un giudizio sulla legge di bilancio e di stabilità di questo triennio che verrà, sono necessarie delle considerazioni che implicano un'analisi di questo turbolento 2017 dal punto di vista politico e sociale. Dal punto di vista politico, abbiamo vissuto un anno di profondi cambiamenti e di un susseguirsi di governi e di relative maggioranze, che hanno lasciato stupiti i cittadini, anno che è stato il prosieguo in crescendo dell'instabilità, la cui genesi risale al risultato delle elezioni regionali del 2013. Questo mutare tumultuoso dei governi e delle alleanze è solo apparentemente un susseguirsi irrazionale e illogico di eventi o, peggio, un mero gioco di potere. Si tratta in realtà del frutto di una situazione di stallo di governo a cui sin da subito, come gruppo dell'Union Valdôtaine Progressiste insieme all'allora minoranza, avevamo cercato di rimediare. Non essendo riusciti in modo diretto ad ottenere ciò, per cui è nato il nostro movimento, abbiamo attuato delle strategie "flessibili" che si venivano a creare mano a mano che la situazione mutava e che ha portato in quest'ultima fase di governo una prospettiva di accordo politico tra le forze autonomiste che potrà, a nostro avviso, garantire la sempre più necessaria governabilità e stabilità futura della nostra Valle nel solco del rinnovamento dei metodi di governo. Di questa stabilità che possa affrontare con serenità i problemi e le prospettive nei prossimi anni ne hanno estrema necessità tutte le componenti sociali. Ecco dunque come dall'apparente caos negli ultimi mesi è nata una prospettiva solida. È stato necessario demolire delle presupposte incrollabilità di sistema, che non potevano più reggere e programmare il futuro.

Questa legge finanziaria che oggi esaminiamo si fa interprete e cerca di supportare una fase nuova in cui si intravvedono dei segnali di ripresa. L'evoluzione del sistema economico della Valle d'Aosta risulta allineata con la congiuntura economica nazionale, anche se con diversità tra i vari settori. Sappiamo che alcuni sono in crescita (turismo e servizi), altri ancora invece sono in estrema sofferenza, soprattutto l'edilizia. Segnali positivi si intravvedono anche nei consumi delle famiglie, nell'aumento degli indici di ottimismo e delle aspettative. Se l'analisi degli indici fondamentali (sia economici, il PIL, il tessuto produttivo e sociale, mercato del lavoro, reddito, coesione sociale, indicatori del disagio economico) mostra un miglioramento della situazione, non si può però negare che esistono ancora forti criticità che andranno affrontate con determinazione.

L'analisi del documento finanziario regionale, sulle cui indicazioni è stata costruita la legge di bilancio, dimostra come il Governo si sia fatto carico delle esigenze sociali ed economiche emerse da un continuo contatto con le parti sociali, confronti che si sono costantemente tenuti nei vari ambiti assessorili e della Presidenza, in modo tale da costruire un documento finanziario con il conseguente bilancio, tenendo conto delle criticità e delle aspettative che affioravano durante questi confronti, dunque un documento economico costruito su dati oggettivi, che esprimono indirizzi di governo che si propongono in programmazioni su tutti i principali settori, siano essi economici, sanitari, socio-assistenziali e culturali. La prima fase applicativa di tale programma di governo si applica con le leggi di bilancio che oggi analizziamo - veramente le abbiamo analizzate ieri - e che finalmente vedono una maggiore capacità di spesa. Questa nuova situazione finanziaria si è costruita non solo sul diritto giuridico - ricordiamo tutti la famosa sentenza della Corte costituzionale, che ci autorizzava a costruire questo bilancio -, ma è soprattutto stata costruita sulla consapevolezza del nostro diritto di esercitare l'autonomia, diritto che ci è stato riconosciuto costituzionalmente, autonomia che si esercita primariamente come autonomia e capacità finanziaria. Condivisibile o meno, migliorabile certamente, questo è il bilancio della Valle d'Aosta costruito per i valdostani e che non possiamo aspettare che altri ce lo modulino. Ho sentito dire che è un bilancio elettoralistico, non è assolutamente vero, è un bilancio che sa, che vuole affrontare tutte queste difficoltà che abbiamo individuato durante questi anni. Ricorderemo fra non molto il 1948 e la promulgazione dello Statuto e quindi oggi è necessario ribadire con forza questi nostri diritti. Diritti che - com'è stato più volte ben ricordato dal nostro Presidente - ci sono riconosciuti da una sentenza della Corte costituzionale, che ci vengono negati per esigenze di un bilancio non nostro e di cui chiederemo conto. La capacità di spesa è stata finalmente raggiunta, affrancandosi da quella specie di "forca caudina" che era il Patto di stabilità, finalmente siamo in grado di spendere le nostre risorse. Queste maggiori disponibilità vengono ripartite su tutti i settori fondamentali dell'attività di governo nella speranza di migliorare le criticità che negli ultimi anni così pesantemente hanno condizionato i servizi offerti ai cittadini e che hanno penalizzato un'economia troppo legata alla spesa pubblica, che sta affrontando un cambiamento strutturale e non solo delle difficoltà congiunturali. Risorse aggiuntive che, tramite i programmi europei e le iniziative occupazionali, si spera possano essere volano di crescita economica. Risorse che ci permetteranno di rendere esecutive le norme statutarie sulla fiscalità, che ci sono state finalmente riconosciute e che andranno affrontate nel corso dei prossimi mesi in modo da individuare le modalità con cui applicare questa via da seguire. Per rendere operative e spendibili queste maggiori risorse in bilancio, si è resa necessaria un'attenta osservazione delle varie necessità, che ha trovato applicazione nella legge di stabilità n. 123, che contiene tutte le disposizioni per dare attuazione agli assi strategici di sviluppo contenuti nel decreto finanziario regionale. Tutti i temi sono stati presi in considerazione: i tributi regionali, il lavoro, il welfare e la famiglia, lo sviluppo economico, gli Enti locali, che sono stati riconsiderati nello spirito di sussidiarietà che caratterizza la nostra visione federalista della comunità con uno sforzo non solo teorico, ma anche fortemente economico (ricordiamo i 10 milioni senza vincolo). Una legge che avrà dunque delle ricadute positive, che vedranno significativi miglioramenti per i nostri concittadini.

La legge n. 125, collegata alla legge di bilancio, è una legge che si propone adeguamenti e miglioramenti di legge regionale al fine di migliorare e semplificare norme che incidono sulla funzionalità dei vari settori della vita economica e non solo dei vari settori sociali, 29 articoli che avranno ripercussioni e ricadute positive. Certo, siamo ancora in mezzo al guado e non si può pensare di aver superato questa crisi profonda e strutturale, ma pensiamo che con questa legge di bilancio 2018-2020 e con le collegate si possa ridare un po' di ottimismo, che è uno dei motori fondamentali per poter offrire una speranza di un futuro migliore per la nostra Valle. Lasciamo alla prossima legislatura il compito difficile di proseguire nel riequilibrio della struttura della Valle in tutti i suoi aspetti e di dotarsi di una visione prospettica, che possa basarsi su certezza di risorse e del loro utilizzo, cosa che purtroppo non è avvenuto finora. Il convinto sostegno che l'Union Valdôtaine Progressiste darà a questo bilancio non sarà solo per i motivi di sostanza sopra detti, ma anche per l'approccio con cui questo bilancio si propone: un approccio di legittima rivendicazione dei diritti della nostra Valle, diritti che devono essere assolutamente difesi in tutte le sedi del diritto e della politica. L'approvare oggi, senza sentirsi sub iudice o condizionati da istituzioni centrali, è un'affermazione di quell'autonomia di cui ci sentiamo orgogliosi eredi.

Il faut aujourd'hui être conscients que nous devons défendre ce que nous appartient, c'est-à-dire notre autonomie économique, sans laquelle nous ne pouvons pas exercer notre autonomie législative et notre façon de vivre, afin que notre Vallée ne devient pas une petite banlieue d'une grande province soit italienne, soit européenne.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Stavo aspettando che magari qualcuno del gruppo dell'Union intervenisse...

Presidente - È inutile che uno aspetti l'altro; chi intende prendere la parola la prenda.

Padovani (GM) - ... era per rispetto e garbo, nessuno dell'Union ha ancora parlato, quindi aspettavo che magari qualcuno parlasse.

Arriviamo alla fine dell'anno e, quando si arriva alla fine dell'anno, si deve fare un po' di bilancio di questo anno, bilancio di questo anno ma direi ormai di questa legislatura, giunta praticamente alla fine. Direi che non è un gran bilancio, questa legislatura ha visto vicende giudiziarie, vicende politiche che hanno minato fortemente la credibilità del sistema politico tra le persone; credibilità che sarà difficile ricostruire e che andrà ricostruita passo passo. Arriviamo alla fine di questa legislatura con l'ennesima maggioranza, una maggioranza che ho definito una nuova vecchia maggioranza. C'è chi l'ha definita la maggioranza del ristabilimento dello status quo, di una situazione ex ante, chi, secondo me giustamente, l'ha definita la maggioranza "obiettivo 42 percento", e questo bilancio è probabilmente il tassello che questa maggioranza ritiene fondamentale per quell'obiettivo, e più avanti spiegherò perché.

Devo dire che al mio primo bilancio regionale, vedendo l'incertezza delle risorse messe a disposizione in questo bilancio e il tempo quasi nullo con il quale è stato messo a disposizione di noi Consiglieri di minoranza per leggerlo, per provare a dare il nostro contributo, la reazione che ho avuto di pancia è: votatevelo, fate voi! Il rispetto però che ho per questa istituzione, il rispetto che ho per il mandato ricevuto dalle persone che mi hanno votato, il rispetto che ho per il servizio che diamo alla comunità mi ha suggerito di provare a dare un contributo a questo bilancio, contributo che abbiamo provato a dare con degli emendamenti, che ovviamente non sono stati accettati, neanche quell'emendamento che provava a riaprire i termini per dare la voce alle persone su un tema fondamentale come quello delle acque, come quello della quotazione in Borsa del nostro salvadanaio (CVA). Quel salvadanaio che è stato abusato in questi anni. Qualcuno prima diceva che da quel salvadanaio sono stati tirati fuori 590 milioni, poi bisognerebbe andare a vedere chi e come li ha utilizzati questi 590 milioni.

Le parole più usate in questi giorni da qualcuno della maggioranza sono "responsabilità" e "autonomia", ma come si fa ad usare queste parole? "Responsabilità". Io devo dire che nei mesi in cui ho partecipato a questo Consiglio, di responsabilità da chi compone questa maggioranza ne ho visto davvero poca. Ho visto movimenti che hanno disertato quest'aula, provando a non farla funzionare, non voglio dire a boicottarla, ma a non farla funzionare. Ho visto movimenti fare e disfare maggioranze a loro piacimento, perché bisognava arrivare alla fine della legislatura gestendo in prima persona il bilancio e magari anche con la Presidenza della Giunta, devo dire che lezioni di responsabilità da questi movimenti non ne accetto.

Prima diceva il collega Fabbri che questo nuovo progetto politico è solido. Devo dire, collega Fabbri, che ieri in camera caritatis qualche componente di questa maggioranza ha definito questo bilancio "provvisorio e precario", questo io non penso sia sintomo di solidità di questo...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... no, Presidente Viérin, io non sono contento, perché lei ieri ha detto che probabilmente voi più avanti dovrete fare altre scelte, tradotto vuol dire che bisognerà tagliare, perché voi non siete sicuri di avere quei 100 milioni...

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...no, non sono contento... dicevo un bilancio che non ha la certezza delle risorse, un bilancio - permettetemi la metafora - che va all-in, che mette tutte le risorse a disposizione di quest'anno, sperando che non si veda il bluff, ma il bluff è visibile, il bluff lo vedremo tra qualche giorno. È un bilancio che non ha prospettive, un bilancio elettorale che punta tutto su quest'anno e poi per i prossimi anni vedrà chi verrà, perché probabilmente anche chi compone oggi questo progetto "42 percento" sa che quel 42 percento è molto lontano e che quindi probabilmente nella prossima legislatura non governerà.

Chi se ne frega quindi dei prossimi anni, mettiamo tutto quest'anno, proviamo - come si è sempre fatto, purtroppo - a mettere finanziamenti a pioggia, che non danno nessuna risposta a chi ne ha più bisogno; non danno nessuna risposta alle tante persone che oggi non hanno lavoro, non danno risposta a quelle aziende che fanno bene, a quelle aziende che fanno produzione di qualità, a quelle aziende che magari provano ad assumere a tempo indeterminato. Non danno nessuna risposta sulla crisi ambientale, non danno nessuna risposta sulla crisi economica. Sono finanziamenti a pioggia, sono soldi buttati, a qualcuno arriveranno, probabilmente arriveranno a quelli a cui qualcuno li vuole far arrivare. E non sono contento, io sarei stato contento di un bilancio con delle risorse certe, con delle risorse che dessero delle risposte alla mia generazione per esempio: quella che è martoriata, quella che è a casa, perché non ha lavoro, quella che magari ha un lavoro per un giorno, due, una settimana, un mese. Questo era il bilancio del quale aveva bisogno la Valle d'Aosta, della quale avevano bisogno le valdostane e i valdostani.

Si è parlato di autonomia. Ieri si ricordava la Dichiarazione di Chivasso. Tra poco ricorderemo lo Statuto. Quello che vorrei ricordare è che chi ha costruito la nostra autonomia ha pensato a servirla, non a servirsene, che è cosa ben diversa. Io penso - e lo dico davvero a malincuore - che questo bilancio sia l'ennesimo bilancio che butta i pochi soldi che ci rimangono senza neanche essere sicuro di averli; un bilancio che rischia di illudere quelle poche persone che magari riesce a soddisfare, perché poi - il Presidente lo diceva ieri - bisognerà fare altre scelte, bisognerà tagliare. Poi sul perché questi soldi mancano bisognerebbe fare un discorso molto lungo su come si sono gestiti i rapporti con Roma. Devo dire quindi che è l'ennesima occasione persa per la Valle d'Aosta per provare a rilanciare il nostro sistema economico sempre più in crisi; è l'ennesima occasione persa per le valdostane e i valdostani per vedersi risollevare il livello di qualità della vita; è l'ennesima occasione persa per provare a ricostruire quella fiducia che i cittadini ormai hanno perso nel sistema politico tutto: ecco perché finora il mio voto è stato contrario e lo sarà anche sul prossimo provvedimento.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Avec la nouvelle majorité, avec la soi-disant révolution du 10 octobre les quatre forces politiques qui ont accepté de se présenter pendant cette période jusqu'aux élections avec un programme, qui évidemment avait des points spécifiques, allait tenir dans la due considération le fait qui étaient encore à disposition des mois pour arriver à la fin de la législature.

En même temps, de l'autre côté, il y avait un débat qui avait suscité une attention particulière par rapport au développement des concepts d'autonomie. Ces concepts ne sont pas liés à la possibilité de donner des attestations particulières, mais ils ont la possibilité d'évaluer d'une façon concrète l'attitude vers l'autonomie de la part des forces politiques, qui vont la concevoir d'une façon exécutive, c'est-à-dire de prendre le Statut, de le maintenir, de tenir compte de ce qui a été le Statut par rapport à l'État et de ce que nous voulons maintenir, codifier et entretenir avec la population. C'est là la différence entre ce qui a été et qui est encore un projet, visé à des programmes qui vont bien au-delà de cette législature, qui vont essayer de retrouver une harmonie entre les forces qui croient dans un développement de cette Région, que, je crois, mérite l'attention de toutes les forces politiques qui soient engagées dans cette direction et non pas à paroles ou contre l'autonomie, comme très souvent on a dit.

Dans ce sens je crois que le budget que nous sommes en train d'examiner a la réponse spécifique au programme qu'on avait présenté et qui avait des points particuliers: l'agriculture, le développement, le travail. Les réponses se trouvent dans ce budget, là où dans les différents secteurs, comme quelqu'un a déjà dit, il y a une augmentation des disponibilités financières non pas pour distribuer, comme quelqu'un a dit, aux uns et aux autres, mais bien au contraire pour faire des investissements spécifiques dans les secteurs où il y a la possibilité et la disponibilité.

Io credo che in questo senso ci sia oggi la possibilità di valutare in modo attento l'indirizzo che è stato dato e che il bilancio porta. Ora tutto questo è stato possibile anche tenendo conto di quello che è successo nel frattempo. Non dimentichiamo che in quest'aula noi avevamo fortemente voluto e tutti assieme deciso che uno dei punti critici dell'Amministrazione era quello di avere prima il Patto di stabilità e non avere il pareggio di bilancio, ragione per la quale se ci fosse ancora il Patto di stabilità, oggi noi non potremmo spendere un euro in più del target che ci veniva dato, invece con il pareggio di bilancio questo è stato superato.

L'altro problema è il SIOPE, problema che ancora è irrisolto, perché il sistema SIOPE non è ancora stato abbandonato ed è alla base delle distorsioni economiche che hanno portato tutti questi malintesi. Su questo il Governo ha presentato giustamente il DEFR, che doveva essere presentato a giugno, è stato presentato insieme con la finanziaria - sono gli indirizzi - e la finanziaria ha dato questa prospettiva. Qual è stato il nucleo importante alla base di questo dibattito? "Voi presentate un bilancio - cosa che abbiamo sentito ancora adesso - di cui non avete certezza". La non certezza è legata all'interpretazione che viene data del rapporto con lo Stato rispetto alla partecipazione della Regione al risanamento della finanza pubblica. Sotto questo profilo, c'è stato un lavoro importante fatto dal Deputato e dal Senatore con il Sottosegretario Bressa, con il Sottosegretario Morando, tutti quelli che hanno lavorato e che ringrazio sentitamente per aver dato la disponibilità per prendere in considerazione le situazioni.

Ora partiamo dalla situazione oggettiva. Non c'è nessun vincolo che preveda per il 2018 il versamento allo Stato da parte della Valle d'Aosta dei 144 milioni, non c'è da nessuna parte, e spiego. Il dato di partenza è la sentenza n. 77, secondo la quale questo contributo della Regione è dovuto nel limite del 2017, la sentenza segue una norma che aveva prorogato dal 2017 al 2018 - naturalmente questa norma non si applica perché la sentenza ha detto chiaro che si arriva fino al 2017 -; in più ha detto che non è dovuta alle Regioni che hanno raggiunto il Patto di stabilità. Non voglio leggere tutto, comunque si dice in modo chiaro che alla Valle d'Aosta non si applicano le disposizioni in materia di Patto di stabilità. Questa è la ragione di fondo per cui nel 2018 questi soldi non sono dovuti. Credo che questo lo abbiano confermato a varie riprese tutti quelli che sono stati interpellati sotto questo profilo. Ritengo che gli emendamenti presentati, prima in Senato, dove si diceva che, nelle more di quanto previsto, c'è la disponibilità a venire incontro per il 2018 per 45 milioni, nel 2019 120... è legato alle esagerazioni, o comunque al delta superiore che noi abbiamo pagato negli anni, perché il criterio SIOPE ci ha sempre penalizzati, noi restituiamo ancora dei soldi allo Stato legati a questi calcoli che sono assolutamente fuorvianti.

Noi quindi riteniamo che sia corretto e giusto che si approvi il bilancio con questa dicitura, tenendo conto del fatto che i termini che ho letto... e lo dicono in modo chiaro gli articoli riferiti alla legge, la sentenza in modo inequivocabile dice che termina nel 2017, e lì c'è stata l'interpretazione. "Nel 2017" cosa vuol dire? Compreso o no? E lì c'è una lite pendente, una vertenza che lo Stato ha sollevato. Noi avevamo tenuto questi soldi per il 2017, l'hanno ricordato i colleghi, correttamente non li abbiamo utilizzati perché aspettavamo di capire quali potevano essere gli esiti, in quanto questo procedimento è stato impugnato, e una delle possibilità che avevamo chiesto al Governo era di trovare una compensazione e di chiudere questo passaggio, cosa che non è avvenuta, quindi si andrà a giudizio: ad oggi si andrà a giudizio per il 2017, ma per il 2018 nulla è dovuto. Per gli anni successivi, se ci saranno nuove disposizioni, naturalmente andranno esaminate, verranno viste per quelle che sono. Questo è il tema. Questo bilancio quindi è perfettamente legittimo, coerente, corretto e segue le disposizioni oggi vigenti, non le sto a leggere tutte, ne abbiamo anche discusso in termini credo molto corretti.

Il fatto di poter contare su questo bilancio, tant'è che non è stato discusso nel merito e io di bilanci ne ho visti, ne ho seguiti: non era mai successo, e questo rimarrà nella storia, non si è mai entrati nel merito. Il fatto che qualcuno ha declinato più 20 percento, più 10 percento, più 16 percento... chiaramente se non c'erano questi 132 milioni, non c'erano. Se, com'è, questo è dovuto, però io credo che sarebbe stato corretto tenerne conto e dire che finalmente abbiamo la possibilità di avere una disponibilità finanziaria che prima non avevamo per le ragioni che ho appena detto, quindi questo bilancio sarebbe stato da votare all'unanimità, al di là poi delle scelte di ciascuno. Qualcuno ha detto che avrebbe utilizzato in modo diverso certe risorse. Quale sarebbe stato il modo diverso? Quello dell'IRAP? Una parte dell'IRAP l'abbiamo utilizzata, poi è stato pubblicato sulla Gazzetta sabato scorso, non penso che nella predisposizione di un bilancio si potessero già attivare tutti i meccanismi, che sono possibili e su cui abbiamo detto che condividiamo. Non è che non condividiamo, però tra il dire che la finanziaria che abbiamo presentato non è da tenere in considerazione... non si discute, ma non si discute perché logicamente ha delle risposte puntuali, corrette, che vanno nella direzione che voi avete auspicato con noi: quella di dare lavoro per le imprese... gli aumenti che ci sono, le possibilità di lavoro fatte con i Comuni... queste sono risposte reali, concrete! Io capisco, si è discusso sul fatto della pubblicità, di ridurre un po' le affissioni. Si può anche discutere di questo, però, attenzione, qui abbiamo degli interventi massicci legati alle difficoltà riconosciute delle aziende, delle imprese, che oggi purtroppo devono licenziare e che invece potrebbero giustamente con un rilancio assumere e portare avanti il discorso principale a cui tutti si riferiscono: quello del lavoro. Noi quindi riteniamo che il bilancio e questa manovra possano dare una svolta a sicuramente un periodo difficile.

Vorrei anche ricordare ad alcuni, che si sono forse dimenticati, che noi veniamo dal 2008 (anno di crisi), con una serie di conseguenze che in Valle d'Aosta hanno avuto delle ricadute molto più lievi che non da altre parti, per tutta una serie di provvedimenti che sono stati fatti e che forse si dimenticano e che oggi devono essere rivisti con una logica che sicuramente va vista nell'espansione del sostegno per le nuove imprese, per la ricerca, per l'università, la pubblica istruzione, tutti concetti declinati puntualmente nel bilancio. Io quindi credo che se c'è una volta in cui il bilancio dà respiro alla manovra, dà la possibilità di avere una disponibilità che nel tempo possa dare garanzie, è quest'anno.

Per quanto ci riguarda, quindi riteniamo che il lavoro svolto... e ringrazio anche chi ha preparato questo documento in pochissimo tempo, ringrazio naturalmente la Giunta, ringrazio anche l'Assessore Perron che ha partecipato a questo, ringrazio le strutture dell'Assessorato, perché con questo sistema noi abbiamo predisposto in pochissimo tempo un bilancio che dà delle risposte serie e concrete. Non è - come dite voi - un bilancio elettorale, solo perché c'è un più su tutti... ma per fortuna, perché elettorale? Non ha mica previsto delle situazioni o delle soluzioni ad personam, anzi ha previsto delle norme molto chiare e garantiste per le attività produttive, le imprese e tutto il sistema economico della nostra Regione. Questa è la ragione per cui noi convintamente sosteniamo questo bilancio e siamo convinti che questa sia una dimostrazione che il concetto di autonomia si può declinare in tanti modi e questo è uno di quelli in cui noi crediamo molto.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Certan, ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Nous sommes en train de discuter l'un des documents et des actes plus importants pour une administration et nous aussi, en tant que groupe ALPE, nous remercions toutes les personnes qui ont travaillé sur ce document pour réussir à le produire. Sûrement vous avez raison, Monsieur le Président, quand vous dites qu'un document financier comme celui-ci se construit tout au long de l'année, pendant les différents mois et on ne le fait pas les derniers deux mois ou les dernières semaines.

Il s'agit d'un document très important, mais je crois que l'iter - même le collègue Rollandin l'a rappelé - que la construction de ce bilan a suivi est particulier, et je dirais aussi que ce que cette Junte est réussie à faire passer de ce document est particulier. Nous avons cru dans l'importance de ce document comme dans toutes les autres années et comme nous avons fait pendant toute la législature, mais dans cette législature et dans ce bilan est sortie celle qui a été l'action de certaines forces politiques et je dirais aussi de certaines personnes pendant la législature. Monsieur le Président Viérin, dans cette législature vous avez fait un petit peu comme les sauterelles, c'est-à-dire que vous avez sauté d'un coté à l'autre, en haut et en bas; finalement, au mois de septembre, tous les valdôtains ont compris ce que vous vouliez et quel était votre désir: vous vouliez être Président, maintenant vous avez rejoint toutes vos attentes et nous vous souhaitons un joyeux Noël. À force d'en faire quand même il nous semble que votre rôle de leader est en train de finir, maintenant que les leaders sont encore d'autres, Monsieur Viérin, et maintenant que vous jouez à faire le devant berger, je crois que vous êtes en train de ne plus avoir le troupeau derrière vous. Vous êtes toujours plus seul et seulement pour cette raison nous comprenons pourquoi vous avez employé beaucoup de ressources des valdôtains pour nommer une liste infinie de servants et serveuses obéissants, que je souligne payent les valdôtains, qui sûrement vous seront redevables pour leur vie, mais, cher collègue Testolin, je crois que cela n'a rien à voir avec le bien des valdôtains.

Per quanto riguarda l'augurio che auspicava lei ieri di fare un dibattito sereno, costruttivo, credo che esso possa essere fatto con toni pacati, ma credo che sul "costruttivo" dovremo ancora rimandare al prossimo bilancio probabilmente, sperando nelle elezioni. In questi cinque anni abbiamo spesso lamentato la poca condivisione nella stesura di alcuni documenti, ma devo dire che mai era successo quanto è successo quest'anno, si è andati oltre, abbiamo superato veramente tutte le aspettative! Non vi è stata condivisione (nessuna), tutto è arrivato all'ultimo momento (pilotato) e neppure credo ci sia stato un grande confronto con le associazioni - molte ce lo hanno riferito - con i rappresentanti delle varie categorie. Sono stati fatti inviti precisi ad alcuni a discutere su alcuni temi, che sono stati poi magistralmente riportati, sottolineati e fatti notare sul bilancio.

È un bilancio inconsistente, a nostro avviso, da un punto di vista politico. Probabilmente richiama i punti essenziali, i punti specifici che avevate condiviso, ma per noi, da un punto di vista politico, è inconsistente. Tutta la documentazione che ci è stata fornita ci sembra una campana stonata rispetto ai suoi ritornelli, Signor Presidente. Qualche anno fa - non so se lo si ricorda, io me lo ricordo, ma lei è più giovane di me - si vendevano scatolette di latta con dentro l'aria della Valle d'Aosta, lei in questi giorni ci ha venduto un bilancio con l'aria dell'autonomia. Credo sia arrivato anche il momento di ribadire - e credo oggi di poterlo dire in quest'aula anche con il rischio di avere una replica - che le Valdotèn son pa fran tcheut de bacàn, i valdostani hanno capito, non sono proprio tutti stupidi.

I punti di forza di questo bilancio annuale e pluriennale - così viene chiamato in questo documento -, lo dice lei, Presidente e Assessore Viérin, vengono definiti in questo modo: rispondere concretamente ed efficacemente alle numerose istanze provenienti da varie rappresentanze, quali non lo sappiamo perché è dal 2016 che gli insegnanti e le scuole chiedono, scrivono: "attenzione" e mai sono stati ascoltati, se non nelle ultime settimane perché c'era bisogno per una questione opportunistica. Non gravare sulle tasche dei cittadini e delle imprese, tutti lamentano tasse sempre più onerose, vorremmo capire dov'è la leva che avete messo in atto.

L'unica parte in cui vediamo che in effetti siete stati molto incisivi è la terza: una maggiore immissione di liquidità, come si può evincere dall'allegata scheda riassuntiva, che è questa, dove c'è una serie di più, però c'è solo il 2018, perché del 2019 e 2020, tutto sommato, nel piano pluriennale non interessa a nessuno. Interessava far vedere che c'era per ogni Assessorato un po' di liquidità. Praticamente quindi i punti di forza sono mancette e pourboire, elargizioni puntuali per mantenere il sistema clientelare. Vorrei capire, vorremmo capire se questa per voi è autonomia.

Ieri il Presidente ci ha fatto una lectio magistralis su che cos'è l'autonomia secondo le sue logiche (logiche che io rispetto, sono tutte sue) e devo dire che c'è quasi da arrossire - quasi da vergognarsi direi - a leggere la sua definizione. Io con molta umiltà ho imparato dai miei genitori che, per favorire l'autonomia, bisogna saperla coltivare in proprio innanzitutto, bisogna dare l'esempio come essere autonomi. L'autonomia è orgoglio, ma è soprattutto responsabilità ed etica; non è arroganza, pretesa, capricci e soprattutto fumo, illusioni per la popolazione e i cittadini. Nella Dichiarazione dei popoli alpini di Chivasso, di cui ieri ricorreva l'anniversario, che è stata anche citata, la definizione di autonomia e dell'autonomia finanziaria era ancorata su basi morali, storiche ed etiche totalmente diverse da oggi. Non basta riempirsi la bocca con una lista di parole ad effetto per essere autonomisti, credo che l'autonomia sia tutt'altra cosa. Sempre dai miei genitori ho imparato - e a mia volta spero di essere riuscita ad insegnare come genitore ai miei figli - qu'on fi le grou avouì le sou de sé mimo, cioè ci si fa grandi e tronfi con i propri soldi e soprattutto quando si maneggiano soldi pubblici bisognerebbe andarci con i piedi di piombo. Collega Rollandin, lei ha citato giustamente le sentenze, ha citato dei documenti che indicano che questi soldi sono certi. Noi ci auguriamo chiaramente che non saranno trattenuti e ci sarà la certezza. Noi ce lo auguriamo che sia così e che si vada in questa direzione. Come non l'abbiamo ancora capito, perché l'emendamento - lei non l'ha citato - firmato in commissione credo che vada in un'altra direzione se siamo stati capaci a leggere, non dice proprio quello che dovrebbe essere... Io non lo so, lei dice che certifica, noi comunque lo auspichiamo; comunque sia io credo che i piedi di piombo in questo caso sarebbero stati utili. Credo anche che non vuol dire essere rinunciatari o non essere virtuosi visto che ieri ci siamo sentiti dire anche quello, non crediamo di essere meno autonomisti: vuol dire andare a discutere e pretendere i nostri diritti con le carte in regola. Ci avete proposto di votare un bilancio farlocco, a mio avviso, di illusioni, dove non ci sono investimenti, ci sono risposte a spese correnti, che anche a quelle finiranno presto.

Leggendo le relazioni - lo ha già detto il collega Roscio - delle Province di Trento e di Bolzano, ma anche alcune dell'Emilia-Romagna, alcuni passaggi di altre Regioni, seppur con accenti anche su tematiche diverse, si vede la prospettiva, si vede l'indirizzo che la politica dà. C'è una chiara consapevolezza che queste Regioni lavorano davvero in sinergia con il territorio e con la popolazione, per tutta la comunità e su dei principi alti, nobili: sulla coesione sociale, i cambiamenti climatici hanno citato anche nel bilancio, perché sono dei richiami a lungo termine, ma sono fondamentali, non possono essere solo piccole spese correnti che in un attimo si fanno e finiscono. C'è una riduzione della disoccupazione, c'è un aumento dell'occupazione, ma lo si vede in modo concreto, nel nostro bilancio questo non c'è, gli investimenti non ci sono. Sono stati messi dei più per il 2018 e fino a maggio noi siamo quasi certi che, se si riuscirà tecnicamente a far stare in piedi questo bilancio... non si toccherà questo bilancio perché andare a toccare... e se anche lo Stato continuerà su altre strade e questi 99 milioni non ci saranno, io sono certa che non verrà toccato il bilancio, perché sarebbe politicamente la sconfitta e la débâcle. Toccherà a chi arriverà dopo, com'è successo con il Casinò e, quando sarà a posto, si cambierà di nuovo. Noi speriamo che davvero questa volta i cittadini siano in grado di fare veramente una scelta che porti stabilità e solidità con persone serie, che possano lavorare cinque anni e non a strattoni come in questa legislatura.

Termino dicendo che noi non abbiamo trovato in questo bilancio l'autonomie législative, quella che diceva il collega Fabbri, che, a mio avviso, si alimenta con gli ideali e le idee e non attraverso l'autonomia economica. Quella è un mezzo attraverso il quale avere l'altra autonomia, ma le basi solide sono altre. Noi non troviamo nessuna leva che abbia creato o crei inversione, nessuna nuova idea che in qualche modo crei qualità della vita. Nella cultura e nell'istruzione c'è la normale amministrazione, solo promesse, quasi direi anche disoneste visto che chi ha creato i problemi dovrebbe essere adesso chi li risolverà, o chi promette di farlo. Abbiamo appositamente fatto degli emendamenti molto mirati, di cui parleranno anche i colleghi; credo che potevamo davvero dare un altro indirizzo e ne abbiamo tralasciati altri perché speravamo che fossero proposti alcuni emendamenti dal Governo, che non sono arrivati.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Norbiato, ne ha facoltà.

Norbiato (AC-SA-PNV) - Essendo per me questo il primo approccio con il principale documento previsionale di programmazione economico-finanziaria della nostra Regione, ho ritenuto opportuno prioritariamente analizzare con cura la relazione che la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti ci ha trasmesso il 24 novembre scorso in ordine al rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2016, perché siamo tutti a conoscenza che in materia di conti pubblici i conti consuntivi sono strettamente correlati ai bilanci previsionali, che si susseguono ancorché a valenza triennale. Nella disamina del citato documento è bene ricordare come il rendiconto 2016 è stato esaminato con l'intento di verificare i risultati dell'azione amministrativa in termini di programmazione, di rispetto dei parametri di legge, delle modalità di adeguamento ai nuovi dettati legislativi.

Relativamente alle spese di investimento, era inevitabile che il focus del controllore si soffermasse sull'annoso capitolo di spesa n. 68150 attinente i finanziamenti destinati al potenziamento delle strutture dell'aeroporto Corrado Gex. In merito si evidenzia come gli ingenti stanziamenti registrati e la mancata ultimazione dell'opera hanno provocato la totale mancanza di ritorni che gli investimenti effettuati avrebbero dovuto ingenerare. L'elemento credo che più di tutti deve farci riflettere è la parte della relazione in cui si evidenzia come il programma per le infrastrutture aeroportuali, (che data a far tempo dalla legge regionale n. 78 del lontano 1991) sta producendo un effetto di paralisi in termini di risorse sull'economia valdostana, soprattutto se rapportato al cospicuo numero di anni che sta impegnando il realizzarsi dell'opera, tuttora incompiuta. In altri termini, gli esiti della gestione in conto residui informano dell'ingente ammontare di cospicue risorse, bloccate nel tempo, potenzialmente sottratte ad eventuali impieghi alternativi (e Dio solo lo sa quanti ne necessiterebbero), per un'opera che tarda a vedere la luce. Inoltre, è di tutta evidenza come, al di là dell'effetto paralisi provocato alla nostra già problematica economia, la questione riguarda un settore, quello dei trasporti, che già registra gravissimi problemi dovuti ai rincari autostradali, nonché ai tempi biblici per le percorrenze su rotaia, causando rallentamenti e disagi alla cosiddetta "industria del forestiero" di fondamentale importanza per la nostra economia.

Una riflessione a parte merita, a mio avviso, il capitolo relativo alle gestioni finanziarie fuori bilancio, con particolare riferimento all'indebitamento della gestione speciale di Finaosta S.p.A.. A riguardo vorrei sottolineare quella parte di relazione che in merito sottolinea come il Consiglio regionale vede svuotare tutte le sue competenze, essendo le movimentazioni di tali gestioni demandate nella loro interezza a deliberazioni di Giunta. Credo che una profonda riconsiderazione sulla materia debba essere attuata, a questo punto, dal prossimo Consiglio, istituendo una commissione speciale sulle società partecipate. Mi auguro quindi che queste mie modeste riflessioni sensibilizzino tutti noi, senza intenti polemici e ci portino a considerare con molto scrupolo ed attenzione le osservazioni contenute nella relazione in premessa citata, considerazioni che necessariamente devono andare ben oltre ad una semplice presa d'atto, così come il punto n. 7.2 all'ordine del giorno prevede oggi.

In merito al bilancio previsionale in discussione, molto è stato detto e ancora verrà detto dai miei colleghi, faccio alcune riflessioni ad alta voce, che non posso esimermi dal fare visto l'importanza e la gravità della questione. Il 1° dicembre così titola un giornale locale on line: "144 milioni allo Stato, dal Governo un impegno a risolvere la questione. Aosta, accolto come raccomandazione un emendamento presentato dal Senatore Albert Lanièce". Continua l'articolo: "l'accoglimento dell'ordine del giorno è conseguente ad un accordo tra il Vice Ministro Morando e il Senatore valdostano, in cui il Governo si impegna a reperire le risorse necessarie alla regolarizzazione dei rapporti finanziari con lo Stato e il relativo contenzioso pendente con la Regione Valle d'Aosta. L'importante somma di risorse finanziarie che il Governo deve reperire per risolvere questo problema ha rappresentato il motivo per cui si è preferito aspettare il passaggio all'altro ramo del Parlamento. La soluzione tecnica è stata individuata negli effetti che produrrà il decreto fiscale, approvato in via definitiva proprio oggi (1° dicembre), nel quale gli articoli che determinano il gettito per lo Stato rappresentano le coperture economiche necessarie per la Valle d'Aosta". Lo stesso giornale locale on line tre giorni dopo (il 4 dicembre) titola: "Bilancio 2018, spunta un tesoretto da 132 milioni di euro. Aosta. Rispetto al 1,072 miliardi di euro disponibili l'anno scorso, quest'anno la finanziaria mette in campo 1,204 miliardi di euro". Continua l'articolo: "risorse che derivano anche dal ridotto accantonamento per il contributo regionale al risanamento della finanza pubblica". L'altro ieri c'è stata questa doccia fredda. Il solito giornale on line titola: "100 milioni allo Stato per il 2018. Viérin: il nostro bilancio va avanti. Aosta. A margine della conferenza stampa il Presidente della Regione ha fatto il punto sulla situazione finanziaria con lo Stato. Qui è a rischio l'autonomia finanziaria della Valle d'Aosta".

Cari colleghi, converrete con me che questa situazione ha dello scandaloso e dello sconcertante. Veniamo a sapere qualche ora prima della discussione in aula che vengono a mancare ben 100 milioni circa di euro, dopo le dichiarazioni trionfalistiche che ho testé ricordato. Tutta la questione appare permeata da molta approssimazione e - oserei dire - anche da dilettantismo, ben miscelato da inesperienza, salvo poi, quando ormai i buoi sono fuggiti, tirare in ballo l'autonomia finanziaria della nostra Regione quando magari è troppo tardi, ma se la tiriamo in ballo, allora ce la dobbiamo dire tutta e andare indietro nel tempo e ricordare che già nel lontano 2014 tutte le Regioni a Statuto speciale avevano discusso e sottoscritto un accordo con lo Stato in merito alla regolarizzazione dei rapporti finanziari, mentre la nostra Regione è risultata totalmente assente. Come mai? Ancora ricorderete tutti, a proposito dell'aeroporto Gex, il volo di Stato, ovviamente per ragioni di sicurezza, attraverso il quale il mitico Presidente del Consiglio Matteo Renzi (meglio definito "il ducetto di Rignano sull'Arno") con familiari a seguito, si concesse una vacanza sulle nevi di Courmayeur, ove siglò, alla presenza del Presidente della Regione e dei nostri Parlamentari, del suo compagno di partito Fulvio Centoz e forse di qualcun altro di cui non ricordo il nome, l'ormai tristemente famoso "patto della Perenni", attraverso il quale si sottoscrisse un accordo "de fero" che avrebbe dovuto letteralmente consacrare il Signor Centoz, notissimo Sindaco di Rhêmes, quale primo cittadino della nostra città capoluogo con i risultati, specialmente in questi giorni ma non solo, che sono sotto gli occhi di tutti; assicurare l'entrata del PD in maggioranza del Consiglio regionale (con la segreta, ma, ahimè, non ottenuta speranza di raggiungere una maggiore stabilità); assicurare al Governo centrale il voto favorevole della Valle d'Aosta all'interno della Conferenza delle Regioni, ove vige il principio "una testa/un voto" e poi dulcis in fundo assicurare pure il voto favorevole dei Parlamentari valdostani, con particolare interesse per quello espresso dal Senatore. Non mi è dato sapere se l'accordo investirà altri punti. Non meno importante, per finire in bellezza, la campagna portata avanti dall'Union Valdôtaine, ancorché piuttosto in sordina, con l'invito a votare "sì" al referendum indetto dal solito Renzi & C., che per noi avrebbe significato raggiungere la tanto agognata "intesa", che ci avrebbe garantito maggiore autonomia politica e, ça va sans dire, maggiore autonomia finanziaria. Nella questione che ci occupa, Assessore Guichardaz, mi pare che pure il suo partito, localmente spossato alla ricerca di un nuovo segretario, ben poco interessamento abbia dimostrato nel salvaguardare le finanze regionali. In ultimo come non evidenziare la totale inaffidabilità dei rappresentanti del Governo quali Morando e company che ci hanno illusi con le loro promesse.

Infine, caro Presidente Viérin, fa bene a voler tutelare la nostra autonomia e per questo mi troverà sempre al suo fianco, però sappia che il Governo di sinistra non è la prima volta che calpesta le sentenze della Consulta. Le ricordo a riguardo il non rispetto da parte dell'ex Presidente Renzi in merito ad analoga situazione allorquando la Consulta sancì il diritto di milioni di pensionati a ricevere l'aggiornamento ISTAT bellamente disatteso dal Governo.

Concludo dicendo che chissà che questo gravissimo episodio possa servire a tutti noi per riflettere in merito alle nostre interminabili divisioni e che, perdurando gli attacchi così violenti nei confronti della nostra autonomia, possa poi portarci a più miti consigli e a riconsiderare le nostre posizioni per l'esclusivo interesse dei valdostani.

Dalle ore 10:50 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Président) - La parole à l'Assesseur Baccega.

Baccega (EPAV) - Ci sono stati parecchi interventi questa mattina, alcuni sicuramente in grado di suscitare una forte polemica, ma credo che per noi sia opportuno oggi fare chiarezza, soprattutto per i valdostani che ci ascoltano, senza entrare nel merito delle polemiche che potrebbero nascere da alcuni interventi. Dico solo che qualcuno dalla minoranza ha detto che al Casinò è tutto a posto, di questo ne parleremo poi in altri ambiti, ma vi assicuro che a posto c'è ben poco, ma sarà quello un altro argomento.

Oggi siamo pronti ad approvare un bilancio di previsione, un bilancio che nasce da due mesi di incessante lavoro da parte della maggioranza, della Giunta, degli uffici che ringraziamo per il lavoro profuso sistematicamente. Il bilancio lo si affrontava dal mese di luglio-agosto per dare il giusto respiro, l'abbiamo dovuto costruire in pochi mesi, in due mesi. Un bilancio che è sostenuto da un DEFR che questa maggioranza ha strategicamente costruito sulla base di un programma di governo che questa maggioranza ha voluto portare avanti. È un bilancio che - è stato detto da tutti - assegna più importanti risorse rispetto agli anni passati, anni di grandi sacrifici, che ho vissuto anche personalmente in qualità di Assessore alle finanze, dove i vari settori erano stati sacrificati: l'agricoltura, l'edilizia, l'industria, fin dal 2006 l'edilizia aveva visto un crollo totale delle capacità di investimenti e di spese, soprattutto dovuto alle mancanze di risorse che derivavano dalle risorse dell'alluvione del 2000. Nel 2013 abbiamo dovuto azzerare le risorse per i contributi a fondo perso e ricordo bene: i nostri bilanci sono passati da 1,71 milioni di euro di capacità di spesa a poco più di 1 milione. C'è sicuramente un rilancio. Abbiamo predisposto questo bilancio forti dei vincoli, ma anche delle opportunità che la norma sul pareggio di bilancio ci pone. Lo citava prima il collega Augusto Rollandin, il comma 484 della legge n. 232/2016 dice con chiarezza che alla Regione Valle d'Aosta non si applicano le disposizioni in materia di Patto di stabilità interno di cui all'articolo 454 della legge n. 228. Quella legge n. 228 che prevedeva che la Regione autonoma Valle d'Aosta doveva conferire fino al 2017 le risorse per il risanamento della finanza pubblica. Un bilancio quindi concreto, un bilancio che ha la forza di risorse proprie, risorse statali, risorse che arrivano dall'Europa e alle tematiche proposte da alcuni interventi: "risorse che non guardano gli investimenti" rispondo che non è vero. Voi per la prima volta - fatto strano - non avete voluto ascoltarci in commissione. Sistematicamente gli Assessori tutti gli anni venivano in commissione e illustravano il loro percorso di investimenti. Si è rifiutato anche il discorso in Consiglio, anche questo per la prima volta e in questo clima surreale ci dobbiamo limitare ad una semplice dichiarazione di voto. Avrei avuto piacere di illustrare alla commissione e al Consiglio i benefici di un bilancio che, per quanto riguarda, per esempio, l'Assessorato di cui mi occupo nuovamente, davano risposte importanti nei settori cruciali, ne cito uno: quello del servizio idrico integrato nei settori acquedottistico e della depurazione delle acque reflue. Collega Roscio, sono importanti gli investimenti che ci sono, importantissimi, milionate. Le sistemazioni idrauliche, completamento del PTA più altri interventi: 9 milioni di euro in questo settore. La difesa dai rischi idrogeologici che vedono impegnati nel monitorare e prevenire i fenomeni franosi, i fenomeni valanghivi, i fenomeni sismici, che trovano risorse in emergenza a favore dei comuni e della regione. Interventi importanti in opere idrauliche nei corsi d'acqua principali, nei torrenti per i paramassi e anche perseguendo importanti progetti europei che ci danno risorse. Per "Italiasicura" - questi soldi non sono a bilancio, ma è importante comunicarlo al Consiglio - abbiamo fatto richieste per 18,118 milioni di euro per interventi già progettati e 11 milioni per progettazioni da avviare. Anche in questo settore si sono riservate importanti risorse per i comuni. Attività di investimenti che prosegue anche nelle verifiche sismiche delle scuole, dove sono stati stanziati 4 milioni, nelle opere edili, nelle manutenzioni degli stabili, gli interventi per le strade regionali che troveranno una giusta collocazione nel piano triennale dei lavori pubblici e soprattutto gli interventi per i Comuni: la legge n. 26, molto richiesta dal CELVA e soprattutto anche il completamento dei progetti presentati da parte dei Comuni rispetto alla legge n. 24. Io credo che il percorso si possa concludere con tutte le risorse anche in ambito sociale e in ambito di rilancio dell'edilizia rispetto all'edilizia residenziale pubblica, con i già citati mutui messi a disposizione.

Per quanto riguarda il concorso delle Regioni e gli obiettivi di finanza pubblica, riteniamo quindi che, sulla base delle norme attualmente in vigore, non sia dovuto nulla per il 2018. L'ho citata prima, la più recente legge n. 232 è tombale rispetto a quanto lo Stato potrebbe eventualmente chiederci. Sulla base di queste considerazioni, riteniamo che sia doverosa la battaglia su questo argomento a salvaguardare l'autonomia laddove molti gruppi hanno detto che senza autonomia finanziaria non può esserci autonomia.

Entrando nel merito di quello che ci occupa oggi, ci troviamo di fronte ad un bilancio che andremo ad approvare con convinzione insieme a tutti provvedimenti collegati. Non è assolutamente un bilancio elettorale. Soprattutto per quanto riguarda gli investimenti ci sono risorse importanti, maggiori rispetto al passato. Certamente si poteva fare di più, ma è un bilancio che guarda con attenzione al rilancio. Credo che ci vedremo ancora impegnati a confrontarci con lo Stato con la dignità di un popolo autonomista, che rivendica le sue peculiarità, che è forte di uno Statuto speciale e che è pronto a sostenere fino in fondo in modo lecito e proseguendo anche, qualora sia necessario, un contenzioso che ci vede fin dal Governo Monti impegnati: impegnati in un confronto con la Corte costituzionale, che dovrà decidere le ragioni degli uni e degli altri e che molto spesso ci ha dato ragione. Soprattutto impegnati con quella frangia del Ministero delle finanze e dei suoi funzionari che ho avuto modo di incontrare e che, vi assicuro, hanno una visione delle Regioni a Statuto speciale tutta particolare. Il richiamo all'autonomia e a profondere tutti gli sforzi per salvaguardare la nostra autonomia è stato fatto quest'estate: è quel richiamo che ha generato l'attuale maggioranza, che fortemente vuole andare avanti e che si impegna con questa coalizione Union Valdôtaine, Union Valdôtaine Progressiste, PD-Sinistra VdA, EPAV a proseguire nella direzione di una Valle d'Aosta autonomista.

Ritornando al documento in esame, vorrei concludere sottolineando come questo bilancio permette di guardare in prospettiva, individuando le priorità, ovviamente quelle indicate nel programma di maggioranza, che devono essere alla base del progetto che vorremmo per il futuro della nostra Regione.

Dalle ore 10:53 riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Cretier, ne ha facoltà.

Cretier (PD-SIN.VDA) - Volevo intanto dare qualche risposta. Io sono del Partito Democratico, che tra alti e bassi cerca di amministrare questo Paese e vorrei segnalare che siamo consapevoli dell'autonomia come partito, ma il rischio è rappresentato da altri partiti che non vedono di buon occhio l'autonomia e le Regioni a Statuto speciale. Vorrei anche dire che sono qui con molta modestia a parlare di questi atti amministrativi e quindi comunque, anche se con qualche sussulto, queste note le ho scritte direttamente io, quindi me ne assumo la paternità e non vengo a leggere documenti scritti da altri.

È la prima volta che affronto un bilancio ed è proprio di questo che vorrei parlare, non di quello che è stato e di quello che sarà in termini futuri riguardo alle elezioni, ma degli atti che ci sono stati presentati. Si tratta di un bilancio di previsione e quindi volontariamente non esprimerò numeri, che oggi sono tali, ma, com'è già stato detto da tutti, potrebbero cambiare, ma il collega Rollandin ha citato documenti e fatti precisi. Preferisco un ragionamento generale più opportuno sulle indispensabili missioni di un bilancio mediato con tutte le componenti economiche, che pone le basi di uno sviluppo sostenibile finanziariamente e in prospettiva futura. Certamente non è esaustivo e definitivo, ma è in un percorso lineare a risollevare le sorti di una Valle, che da qualche anno ha bisogno di una strutturazione migliore del sistema economico, del mercato del lavoro, dell'occupazione e per i redditi delle famiglie. Se poi bisognerà rimodulare gli interventi, lo faremo mediando con le nuove opportunità sulle nuove entrate fiscali e sulla base del bilancio della finanza pubblica dello Stato. Anche nel DEFR - la cornice su cui agire per programmare a breve, ma con riflessi a medio-lungo termine - possiamo leggere uno sviluppo sostenibile per le imprese e il lavoro. Un documento che traccia in modo descrittivo il quadro economico contrastante, ma rappresenta la tenuta del sistema economico valdostano. Certo, si potrebbe fare di più, ma risentiamo ancora fortemente della crisi non ancora del tutto superata. Si possono fare delle valutazioni sulle proposte del bilancio annuale, ma sicuramente l'impostazione prescinde da scelte politiche in carico alla maggioranza attuale, che nelle indicazioni ha tenuto conto delle istanze delle componenti economiche locali, che hanno evidenziato in diversi incontri le richieste degli Enti locali per esempio, delle organizzazioni sindacali, delle componenti economiche, della Chambre, Finaosta e altri importanti enti. Come anche la necessità di incorporare le richieste degli Assessorati e dei coordinatori mediando il risanamento dei conti, per poi passare agli investimenti mirati e progressivamente sostenuti nel triennio, quindi una sorta di concertazione, che a me è molto cara, che parte dall'analisi delle problematiche emerse nell'anno precedente e con una visione prospettica. Ricordo un caro collega, che rappresentava la concertazione con un termine inglese: bottom-up, dalla base quindi l'impostazione e le richieste non calate dall'alto e non imposte a tutti, questo si è tentato, secondo me, di fare con il bilancio.

Vorrei anche evidenziare che la Banca d'Italia nel suo rapporto di settembre 2017 ha messo in luce i positivi segnali di ripresa di alcuni settori produttivi ed economici come l'industria, ma diversamente il settore delle costruzioni ha ancora una debolezza strutturale e proprio in questa direzione, con la delibera di Giunta n. 1480, si è tentato di rimettere in moto il settore, che, anche a causa della meteo, in questo momento è fermo; per altri settori questa neve credo sia oro colato.

L'occupazione ha ancora una flessione negativa, seppur minima, ancora in controtendenza nel settore specifico dell'edilizia, in particolare nelle grandi opere, ove le imprese con molti addetti sono in chiara difficoltà, com'è apparso anche sui giornali in questi giorni. Anche la Chambre (la Camera valdostana) ha evidenziato la difficoltà delle imprese, la necessità della semplificazione burocratica per aumentare il sistema produttivo e dipende molto dal trasporto, ma che necessita di una digitalizzazione imprenditoriale e una certificazione delle competenze attraverso un'aggregazione degli attori, al fine di migliorare l'occupazione valdostana. Insomma, è necessario far incontrare la domanda e l'offerta anche nel mondo del lavoro attraverso le scelte formative con metodi, con percorsi che permettono, oltre alla parte teorica, anche quella pratica, come succedeva un tempo nelle scuole professionali.

Dopo queste premesse vorrei esprimere qualche pensiero su questo bilancio cominciando dall'agricoltura e dalle risorse naturali. Vi è un primo stanziamento per i consorzi di miglioramento fondiario e le consorterie - storiche entità territoriali collettive che hanno da sempre avuto in Valle d'Aosta una funzione fondamentale per il controllo del territorio - in un'ottica futura di rischio idrogeologico, con la possibilità di istituire in futuro nuove formule di gestione più moderne nel settore agricolo, in contesti organizzati. Si intende abbattere i costi di produzione e sostenere il bilancio delle aziende, senza dipendere sempre dai mutui. Vi è il proseguimento dei finanziamenti degli interventi per sostenere il piano previsto per le opere, per le maestranze nei vari settori di attività dell'Assessorato stesso, opere che in passato hanno permesso la manutenzione della complessa situazione territoriale, sia con opere nuove che con manutenzione fatta con personale competente.

L'Assessorato delle attività produttive. Una delle mission strategiche dell'Assessorato riguarda senz'altro lo sviluppo di nuovi investimenti produttivi, con formazione specifica e innovativa, che permetta ricadute sul territorio e sull'occupazione. Al contempo un uso razionale delle tante strutture disponibili sul territorio regionale, creando attrattive su imprese che cercano nuovi insediamenti. In quest'ottica la prospettiva della legge n. 8/2016 ha in sé la promozione e lo sviluppo di nuove attività di conversione produttiva. Vorrei difendere gli impegni presi dal collega Assessore Guichardaz, in quanto citato dal collega Norbiato, il suo impegno mi sembra che sia leggibile nei 16,1 milioni in più messi a bilancio, quindi un'intensa attività che ha dato i suoi frutti.

Per quanto riguarda l'ambiente, gli impegni importanti riguardano il monitoraggio e la tutela ambientale in capo all'ARPA, a garanzia della salute della popolazione valdostana.

Assessorato dell'istruzione e cultura: l'aggiornamento delle figure professionali presenti nell'organico - credo che questo sia un passo avanti -; la valorizzazione dell'importante patrimonio culturale della regione con relative progettazioni; la messa in sicurezza, la promozione e la valorizzazione del territorio al fine di creare un indotto economico; il sostegno alle tante associazioni culturali presenti sul territorio.

Opere pubbliche: il collega Baccega mi ha preceduto, ma comunque mi è sembrato importante per interventi a carattere comprensoriale come gli impianti di depurazione sovracomunali di acque reflue, non da meno la difesa del rischio idrogeologico e delle situazioni particolarmente complesse sui versanti delle nostre montagne.

Assessorato della sanità. Sono stati programmati interventi di lavori di edilizia, verificati direttamente nelle strutture dell'USL per migliorare anche assieme all'Assessore competente, come anche la tecnologia e i sistemi informativi che necessitano di adeguati investimenti, ora necessari e non più rinviabili. Un particolare e necessario impegno è rivolto alle famiglie, alle persone con disabilità e ai giovani, con particolare attenzione alle tematiche del lavoro, dell'abbattimento delle barriere architettoniche. Questi sono tutti provvedimenti che possiamo leggere direttamente, quindi degli impegni presi.

Assessorato del turismo, sport, commercio e trasporti. Predisposizione definitiva del piano regionale dei trasporti in un'ottica di collegamenti per un impulso per il tessuto socio-economico della regione. Nel settore turistico la promozione rimane necessaria per l'offerta turistica regionale per far conoscere le bellezze locali in modo da spalmare su tutto l'anno il flusso turistico e garantire delle entrate non solo in certi periodi dell'anno e non solo stagionali, ma anche far nascere una nuova imprenditoria che vende l'ambiente naturale tale e quale.

Il tema centrale quindi è proprio il bilancio, magari non con proposte eclatanti, ma con il sostegno dell'attività; d'altronde, con le risorse disponibili non si poteva fare altrimenti. Nell'attuale incertezza è meglio procedere con i piedi di piombo. Consolidare e sostenere la debole ripresa e lanciarsi in esaltanti proposte non sostenibili? Questa è la domanda che pongo. Credo che si sia optato per ragionare allineando le necessità imminenti, per non dire pressanti, per orientare gli obiettivi di governo. Vorrei citare in quest'aula una figura importante della sinistra valdostana, conosciuta e apprezzata per il suo garbo istituzionale: Giulio Dolchi, che definiva simbolicamente il bilancio regionale come una torta da dividere. Non vorrei che non fosse compreso il discorso. Ieri ho sentito più volte parlare di marchette, credo che questa visione di posizionare gli investimenti del bilancio sia ridicola; sono delle scelte per la crescita e lo sviluppo della regione in armonia con le leggi. Lasciatemi dire che il tentativo di inserire norme per raddrizzare lacune legislative o necessari aggiornamenti è positivo. Inserire in legge ciò che legittimamente è richiesto da alcune categorie, quindi la predisposizione di emendamenti straordinari, è opportuno, ma diversamente, con l'attuale incertezza finanziaria, le proposte di posizionare contributi straordinari cozzano chiaramente con la necessità di spostare risorse da un capitolo all'altro proprio per le tematiche legate alle attuali risorse. Credo che anche il sostegno agli Enti locali sia una mission indispensabile per la Regione, alcune scelte di allocare risorse alla finanza locale sono indispensabili in un'ottica di trasferimenti per investimenti ai Comuni e alle Unité, che sono i primi interlocutori dei cittadini e della loro necessità in un territorio montano difficile, ma che necessita di essere vivibile con servizi di prossimità, poiché a chilometri zero, in una fase di contenimento della spesa sui servizi, non sempre è possibile.

Una particolare attenzione - ha detto bene il relatore Testolin - che dimostra specifici interventi condivisi e adeguati al bilancio, a tematiche impellenti di varia natura e di settore. Un legame stretto quindi tra necessità economiche, finanziarie e legislative, che potranno e possono condizionare, magari con qualche modifica futura per riallineare bisogni, prospettive e obiettivi di vivibilità in una valle alpina distante dai grandi centri, ma con molte potenzialità ancora da sviluppare.

Infine permettetemi di esprimere un parere personale sull'andamento delle audizioni. Non sono un commissario effettivo della II Commissione, ma io penso che sia molto poco rispettoso richiedere degli incontri in commissione per poi non procedere a richiedere chiarimenti se non qualche tabella che si poteva avere on line, e ringrazio per la disponibilità tutti i tecnici che vi hanno partecipato... in modo che il tempo si poteva eventualmente utilizzare per studiarsi la documentazione. Sono delle scelte legittime derivanti dai rispettivi ruoli di confronto/scontro tra maggioranza e minoranza, ma va rispettato anche il lavoro di coloro che avrebbero anche evitato la sfilata nelle audizioni.

Per tutto quanto espresso precedentemente, com'è evidente, un'attenzione a quello che succede a Roma, pur sapendo che si potrebbe fare di più avendo a disposizione più risorse, dichiaro quindi il voto favorevole del gruppo PD-Sinistra Valdostana.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Bertin, ne ha facoltà.

Bertin (GM) - Sarò estremamente sintetico poiché questa discussione è una discussione virtuale di un bilancio virtuale, poiché in mancanza di risorse appare una discussione virtuale su un bilancio virtuale.

Questa vicenda dei 140 milioni è stata forse sottovalutata nel tempo e oggi ci troviamo, a fronte di una situazione piuttosto surreale, a far finta che non esista un problema, poi tra alcuni giorni invece ci troveremo di fronte ad una realtà ben diversa, che, com'è stato in un certo senso indicato anche dai banchi del Governo, obbligherà ad intervenire sulle proiezioni fatte su questo documento contabile, che è tutt'altro che oggettivo, intervenire evidentemente aggiornandolo e confrontandolo alla realtà e inevitabilmente con dei tagli. Non so se questo bilancio è il risultato di quella che il Capogruppo dell'UVP ha definito una "strategia variabile", certo di variabile c'è molto, perché si cambia ogni cinque minuti tra un annuncio e un comunicato stampa, non si capisce bene poi quale sia il percorso che si vuole intraprendere e dove si voglia andare.

Anche in questa fase negli ultimi tempi i rapporti con lo Stato sono stati improntati a questa sorta di annunci, nei quali poi alla fine non si può che constatare che non hanno prodotto dei risultati. Oggi approviamo un bilancio che dovremo rivedere tra poco, poiché la mancanza di risorse imporrà un ridimensionamento. Non è da questo punto di vista neanche un bilancio elettorale; è strettamente un bilancio elettoralistico, nel quale si aumentano a pioggia, in modo indiscriminato le risorse, che rischiano di essere essenzialmente virtuali in vari settori, senza un disegno, anche perché tutto condizionato dalla mancanza di una certezza delle risorse. Questo è un aspetto che indebolisce molto l'autonomia di questa nostra Regione, perché è il risultato di una mancanza di una strategia nei rapporti con lo Stato, che altre Regioni invece hanno affrontato in modo più serio e più concreto. Dall'accordo di Palazzo Grazioli siglato nel 2009 tra Rollandin e Berlusconi, ad altri come l'accordo di San Silvestro di qualche anno fa con l'allora Presidente Renzi. Rapporti politici che hanno determinato conseguenze politiche dirette in questa Regione: l'allargamento a destra al Popolo della Libertà - mi riferisco al patto di Palazzo Grazioli - e nel più recente accordo con Renzi, un cambio di maggioranza nel Comune di Aosta e poi in Regione, ma che non hanno affrontato da un punto di vista istituzionale i rapporti con lo Stato, garantendo alla nostra autonomia quella certezza di risorse indispensabile per poter esercitare un'autonomia nel senso pieno del termine. Questo rimane ancora tutto da realizzare, poiché manca una strategia di rapporti con lo Stato in grado di garantire alla nostra Regione un esercizio della nostra autonomia responsabile e seria. Oggi ci troviamo con l'approvazione di un bilancio che rischia di essere decisamente virtuale, è la manifestazione più evidente di questo fallimento, che arriva da distante e che riguarda un po' tutta questa Regione, che non ha saputo nel tempo caratterizzarsi per un'autonomia responsabile e che verso l'esterno non cerca dei rapporti istituzionali corretti e di lunga durata. Questo bilancio, da questo punto di vista, registra questo fallimento, nel merito è piuttosto inutile affrontarlo poiché rischia di essere una discussione inutile e surreale, poiché un intervento successivo dovrà portare ad affrontare nella realtà dei numeri che rischiano di essere ben diversi. Proprio in ragione di questo fallimento dei rapporti con lo Stato, che ci mettono in questa condizione di debolezza e anche un po' ci obbliga ad assumere dei rischi estremamente elevati giocando un po' sulle situazioni, che poi si riveleranno molto probabilmente non in grado di reggere, il voto non può che essere contrario a questo bilancio.

Presidente - Non ci sono altre dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola la Vicepresidente Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Per invitare a un po' più di alternanza. Il numero dell'opposizione è ridotto a 12-13, mi pare che dall'altra parte ci sia il doppio dei possibili interventi...

Presidente - Non posso obbligare a parlare chi non vuol farlo.

Morelli (ALPE) - Infatti il mio è un invito, non un obbligo.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.

Restano (AC-SA-PNV) - Come consuetudine il bilancio dovrebbe essere l'occasione per esaminare progetti, obiettivi da raggiungere mediante la finanza pubblica a nostra disposizione, ma diventa soprattutto anche l'opportunità per analizzare e riflettere a fondo sulla situazione sociale, politica e finanziaria. Permettetemi, colleghi, prima di tutto di raccogliere una proposta lanciata ieri: la proposta del Forum delle autonomie. Abbiamo visto nascere la proposta del rassemblement al quale non siamo stati invitati, oggi vediamo nascere la proposta del Forum delle autonomie. L'abbiamo già detto in quell'occasione: bravi colleghi, bravo chi ha tentato di portare avanti il discorso del rassemblement, oggi lo ribadiamo: il nostro gruppo c'è, rispondiamo: "presenti", come la volta precedente, perché l'area che rappresento all'interno del gruppo, come l'area di Stella Alpina, è autonomista fin dalla nascita e quindi noi, se ci vorrete, ci saremo. Voglio ricordare a tutti però che lo spirito autonomista non si acquista, non si impone - è già stato detto -, lo si deve avere al proprio interno. Allo stesso tempo è uno spirito e un'ideologia che è portata ad includere, ad aggregare: è questo che ci hanno insegnato i nostri predecessori. Non esistono classifiche, non devono esistere i primi, i secondi, i terzi sul podio. Ci permettiamo sommessamente però di porre una pregiudiziale: noi siamo per un'autonomia politica, un'autonomia finanziaria da Roma, ma anche - e soprattutto - per un modello di autonomia, che renda i valdostani indipendenti dall'Amministrazione regionale e dai politici di turno; che renda i valdostani indipendenti e autonomi rispetto ai capricci dei politici, perché - ricordiamocelo - non possiamo rimproverare i palazzi romani di svolgere una politica accentratrice e poi dopo comportarci come o peggio di loro, dando il potere in mano a poche persone e permettendo che i valdostani debbano passare sempre a chiedere, devono capire che sono indipendenti. Questa è la vera autonomia, l'autonomia delle aziende, l'autonomia delle associazioni culturali, delle associazioni sportive, l'autonomia di chi vuole lavorare.

Da alcuni anni i rapporti con lo Stato sono cambiati, è cambiata la percezione e la considerazione che lo Stato ha delle autonomie speciali, che lo Stato ha della Valle d'Aosta, ma è cambiata anche la percezione che le persone che vivono all'esterno della politica e fuori da questo Consiglio hanno della nostra autonomia e questo è quanto ci deve preoccupare. All'atto della nomina di questa Giunta, Signor Presidente, lei dichiarava che questo progetto vede quattro forze unite con programmi, progetti, condivisione di intenti e di temi. Dichiarava ancora: "siamo pronti ad affrontare le sfide del futuro partendo dai rapporti con lo Stato e con l'Europa. Le questioni finanziarie che si tradurranno poi in bilancio, prima ancora in un DEFR, sono urgenti. Effettivamente certi quesiti devono avere una risposta, perché oggi ancora non è stata data e noi crediamo sia urgentissimo avere delle risposte su questi temi". Per ovvi motivi, Presidente, io in quel momento non ho condiviso la scelta politica dell'Union Valdôtaine Progressiste di chiudere l'esperienza della Giunta Marquis, però, ascoltando le sue dichiarazioni, leggendo il vostro programma di governo, che pone come primo punto i rapporti con Roma e con l'Europa, pensando di conoscere il suo modo di agire, ho creduto e atteso nuove e forti iniziative in tal senso. La butto lì: per esempio, la creazione di un gruppo di lavoro consiliare comprendente un rappresentante per gruppo, che potesse formare la delegazione politica trattante con Roma, ma voi pensate: avere in un gruppo di lavoro un Grillino autonomista? Pensate di avere nello stesso gruppo che va a Roma a trattare un rappresentante del PD, che in questi ultimi periodi è accentratore per definizione? Sarebbe stato un messaggio fortissimo, un messaggio soprattutto coinvolgente, così non è stato. Si tratta di scelte. Si è trattato di scelte, la delegazione trattante è stata una delegazione tecnico-politica che è scesa a far valere le nostre ragioni, così non è stato nei sei mesi precedenti, non lo è stato prima, oggi a nulla serve invocare il passato. C'era lei nel 2016, nel 2017 e c'è anche adesso, quindi è stata un'operazione di trasformazione non tanto politica, non tanto amministrativa, visti i risultati, ma di altro genere, rispettabile, ognuno fa le sue scelte in questo contesto ed è portatore delle proprie convinzioni e delle proprie idee. Purtroppo, come sovente accade, i risultati degli incontri romani e valdostani con i rappresentanti del Governo ad oggi non sono incoraggianti: vediamo respinte le istanze del Governo sul bilancio, almeno temporaneamente; vediamo respinti gli emendamenti dei nostri rappresentanti a Roma e così ci troviamo a discutere un bilancio che ad oggi sembrerebbe prevedere 99 milioni di entrate che non hanno certezza. Io credo che il Dirigente responsabile del Bilancio abbia firmato la conformità prima delle notizie romane, altrimenti forse oggi discuteremmo già un bilancio diverso, ma per me oggi la decisione è tutta politica. Non ci interessa, o perlomeno ci riguarda poco la problematica del SIOPE o altri problemi, dobbiamo dare un messaggio politico, che non passa attraverso il voto positivo o negativo, ma passa attraverso una strategia condivisa, una strategia politica da mettere in campo attraverso valutazioni comuni, non possiamo abdicare al nostro ruolo.

La minoranza le ha chiesto di rinviare di alcuni giorni questa discussione per avere dei dati certi, lei ha preferito andare avanti. Mi dicono che istanze di questo tipo le sono pervenute anche da una parte della maggioranza, ma la scelta, come Presidente e come Assessore al bilancio, è stata diversa. Io mi auguro, noi ci auguriamo, le auguriamo, ma soprattutto lo auguriamo ai valdostani che vada tutto bene, che si possa festeggiare tutti assieme un risultato positivo, però non è mia abitudine nascondermi, noi non ci nascondiamo. Politicamente non condividiamo questo modo di agire. Crediamo che il bilancio si debba fondare su delle certezze, sulla certezza delle entrate e non debba dipendere, perché non può dipendere dalle manie dei singoli, da un certo protagonismo politico. Noi siamo e saremo al suo fianco per la battaglia, siamo al fianco dei valdostani per una battaglia politica, che non è la madre di tutte le battaglie, è una battaglia politica che deve andare avanti attraverso delle strategie condivise. Non possiamo confondere la difesa dell'autonomia con azioni politiche estemporanee, con azioni portate avanti in solitaria, prive di un progetto solido alla base. A volte in politica, come nello sport, si soffre della cosiddetta "ansia da prestazione", che non porta grandi risultati, può portare a dei gravi errori. Io auguro a tutti di non soffrire di questa patologia, perché sarebbe veramente pericoloso. Noi siamo convinti che la battaglia sull'autonomismo finanziario a difesa delle nostre prerogative debba essere condotta in altro modo: con il confronto con lo Stato, con azioni politiche forti, molto forti, anche azioni di protesta che vedano partecipare pure la popolazione, che la coinvolga anche nelle scelte, ma che non mettano a rischio la gestione del bilancio regionale. Permettetemi, questa è una battaglia troppo importante che non si può giocare solo con la discussione di una finanziaria, che potrebbe anche portarci ad accettare dei compromessi a ribasso e ad accettare solo una parte di questa somma dei 144. Parleremo solamente di soldi, della nostra presunta indipendenza finanziaria, ma questa è un'indipendenza che politicamente non ha prezzo e che quindi andrebbe trattata diversamente, permettetemi un paragone, non può essere trattata come un gioco d'azzardo, perché sappiamo che un giocatore d'azzardo statisticamente perde sempre, una volta può vincere e altre volte perde. Se le cose non andranno bene, come io spero non avvenga, ci troveremo a dover tagliare 99 milioni da questo bilancio, ma con quali tempi, con quali azioni? Il rischio è che i tagli si faranno dopo maggio e saranno in capo ad un nuovo Governo. Per questo motivo il bilancio è detto elettoralistico, elettorale, perché i tagli saranno fatti dopo le elezioni.

Qual è il quadro, invece, che ci si prospetta? Partiamo dalla discussione, collega Baccega. Ognuno di noi era libero di prenotarsi e illustrare la propria azione di governo e portare avanti la propria discussione. Se ciò non è avvenuto, è perché anche da parte sua non c'è stata azione propositiva. Poteva descrivercela la sua azione di bilancio, non lamentarsi a cose fatte, mi risulta troppo facile. Forse se ci avesse sollecitato, noi avremmo dato delle risposte. Collega Baccega, mi ha stimolato un pochino. Il Casinò è evidente che è in crisi, lei è stato Assessore al Casinò e noi ci ricordiamo la sua azione, ha contribuito. È troppo facile quindi richiamare le responsabilità degli altri, è un'azione in difesa, altre volte ha attaccato diversamente.

Veniamo al documento economico-finanziario. Un documento privo di prospettive, un mero elenco delle spese, un bilancio che prevede l'87 percento di spese correnti, un bilancio che non ha investimenti (80 milioni). Non si dice come si va a monitorare la spesa, come si vanno a monitorare le azioni e non si danno risposte alle imprese e alle aziende, le risposte vanno date con azioni concrete, un esempio su tutti: abbiamo agito sui mutui, non abbiamo previsto come farli avere in brevissimo tempo. Le aziende e i valdostani aspetteranno sei mesi, a volte anche due anni, per avere i soldi, ciò che serve è una risposta in breve tempo e noi ve l'avevamo data.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - È stato un dibattito un po' surreale questo sul bilancio non solo nella fase della discussione generale, ma anche nel prosieguo: al momento della presentazione degli emendamenti. I colleghi dell'opposizione hanno contestato la copertura economica dell'impianto della legge finanziaria, ritenendo necessario il rinvio al primo Consiglio utile di gennaio, con ciò immaginando, presumo, l'esercizio...

(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

... a venerdì, chiedo scusa... comunque un rinvio al primo Consiglio utile, quindi venerdì, Consiglio non convocato. I colleghi dell'opposizione sono partiti dal presupposto che lo Stato richiederà alla Valle d'Aosta una compartecipazione sugli anni 2018-2020 a titolo di risanamento dei conti pubblici, sulla falsariga di ciò che è già avvenuto nei dieci anni precedenti e confidando nelle indiscrezioni che arrivano da Roma. Ricordo che la situazione ad oggi vede un contenzioso aperto sul 2017 e un dettato normativo, com'è stato detto da vari di voi, che dovrebbe chiudere la partita del contributo del risanamento dal 2018 in avanti. Il nostro bilancio parte quindi da una situazione che per legge non ci vedrebbe più impegnati nei confronti dello Stato, al quale, come ha ricordato bene il Presidente, negli ultimi sei anni è stato versato il corrispondente di un intero bilancio regionale o di qualcosa di più. Certo, non viviamo tra le nuvole e sappiamo bene che si gioca una partita con lo Stato, che può determinare esiti più o meno prevedibili, 144 milioni nel 2017 sono oggetto di contenzioso e a marzo sapremo se torneranno nelle nostre disponibilità o meno. Il contributo 2018 e seguenti sappiamo che non sarebbe dovuto ai sensi delle normative attuali e delle sentenze, ma che è in corso un iter che vede l'eventualità di un'ulteriore compartecipazione ex lege da parte nostra nelle more - si dice - della definizione dei rapporti finanziari fra Stato e Regione Valle d'Aosta, una compartecipazione che, in base alle ultime versioni degli emendamenti in discussione in questi giorni, non nega - e questo è forse l'aspetto positivo - l'esistenza dell'ormai famosa sentenza n. 77, sentenza che in qualche modo ribadisce una fine nel 2017 di questo contributo eccezionale.

Ci troviamo quindi di fronte a diverse esigenze: da una parte quella della Valle d'Aosta di avere certezze sulle poste finanziarie; dall'altra, di uno Stato che reclama la proroga di una partecipazione a titolo di risanamento dei conti pubblici anche da parte delle Regioni a Statuto speciale. Aspettare che si chiuda la partita con lo Stato credo non sia serio per un'Amministrazione che non può permettersi di non pianificare. Sappiamo che il contributo immaginato potrebbe essere misura simile a quello già erogato negli anni precedenti, ma stiamo lavorando - lo ha ribadito il Presidente - per ridurre al minimo queste pretese. Sapendo comunque che non rinunceremo neanche noi a far valere le nostre prerogative in tutte le sedi, comprese quelle politiche, ma non solo, anche in ossequio al principio della leale collaborazione tra entità statale e regionale e se non vi è chiarezza, se gli impegni non vengono rispettati, il rapporto di reciprocità tra livelli diversi rischia di essere minato con conseguenze non solo sotto il profilo amministrativo, ma anche politico. Il principio della pari dignità tra entità diverse, ma complementari è alla base del nostro sistema statuale. Se gli Enti locali a cui è affidato il governo di molti ambiti, che altrimenti dovrebbero essere gestiti dallo Stato, non sono messi nella condizione di operare in sicurezza, il sistema fallisce e le conseguenze si riverberano inevitabilmente anche sugli assetti politici nazionali e regionali. Lo dico molto serenamente, anche se sono consapevole che lo Stato abbia bisogno di risorse per funzionare, per affrontare le varie criticità che in questi anni si sono determinate: i terremoti, compreso quello di Ischia, le molteplici situazioni di dissesto idrogeologico, l'emergenza sociale e via dicendo. Lo dico consapevole del fatto che ogni sistema necessiti di un coinvolgimento attivo dei suoi attori, ma sempre nella chiarezza dei rapporti, altrimenti non si parla più di collaborazione, ma di appropriazione. Queste mie considerazioni, come si può notare, non sono né di attacco, né di difesa giacobina, ma vogliono essere la chiara esplicitazione di un sentimento che non possiamo nascondere neppure noi che facciamo parte di un partito locale, che ha strette connessioni con il principale partito di governo.

Voglio fare solo un'annotazione per il collega Norbiato, che adesso non c'è, forse doveva farsi aggiornare un po' di più dal suo ghost-writer, ha letto evidentemente una relazione un po' datata perché il PD Valle d'Aosta il Segretario ce l'ha da tre giorni, quindi magari qualcuno lo segua quando deve leggere i suoi interventi fatti prima.

Noi prima che militanti siamo valdostani. Penso che sia necessario definire una volta per tutte, come peraltro hanno fatto altre autonomie, un sistema di rapporti chiaro e inequivocabile con lo Stato, un sistema la cui mancanza a volte ha fatto vantaggio. Credo che il recupero delle accise, le varie operazioni finanziarie a segno più in questi ultimi anni siano da considerare positivamente per la nostra Regione. Dicevo di un sistema che ha fatto a volte vantaggio, ma che sul lungo tempo rischia di ingenerare incertezze, che inevitabilmente si riverberano sulla programmazione, che non può dipendere dalle decisioni che intervengono volta per volta. Sono convinto che sapremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane definire una volta per tutte i complessivi rapporti fra lo Stato e la Regione Valle d'Aosta, che oggi permettono, purtroppo, decisioni unilaterali da parte dello Stato e del Governo, anche se la mediazione con lo Stato c'è stata e credo sempre la luce del sole. Collega Roscio, se si fossero perseguite trattative segrete, avreste criticato al quadrato rispetto a quello che avete criticato. In ogni caso le assicuro che abbiamo dovuto recuperare una totale mancanza di impegno, e mi limito a questo ambito, nei vostri sette mesi di governo riguardo ai rapporti con lo Stato. Certo, avete fatto grandi proclami, grandi viaggi a Roma, ma vi invitiamo a dire qui davanti a tutti quali propositi concreti in merito alla definizione dei rapporti Stato-Regione avete portato avanti da marzo a ottobre di quest'anno.

Malgrado lo scarso tempo a disposizione, la situazione politica nazionale - presumo che a conclusione del bilancio verranno sciolte le Camere -, noi pensiamo che sia necessario chiudere una volta per tutte la questione dei rapporti Stato-Regione e chiuderli con questo Governo che, al di là delle esigenze contingenti e dell'inevitabile assalto alla diligenza che ha dovuto subire, e che continua a subire, ha cercato di prendersi carico contro tutto e tutti - ve lo posso assicurare - delle nostre richieste. Qui lo voglio dire chiaro, colleghi, non ci illudiamo che i partiti nazionalisti o i cosiddetti "partiti federalisti" abbiano nei confronti delle autonomie locali un atteggiamento di favore. Negli anni si sono molto ben espressi in tal senso e gli afflati autonomisti delle grandi locomotive economiche, Lombardia e Veneto per tutti, certo non lasciano sperare nella conservazione del nostro status di autonomia e di autogoverno, anzi, far finta di non leggere questa tendenza, colleghi, sarebbe folle e irresponsabile.

Veniamo alla discussione su questo bilancio. Voi, colleghi dell'opposizione, ancora stamattina avete criticato aspramente il fatto di aver confezionato - come dice qualcuno di voi - un bilancio senza certezze economiche, tranne presentare una serie di emendamenti che, oltre a considerare i 132 milioni di nostra spettanza, addirittura aggiungono costi ulteriori all'impianto stesso. Non so se avete costruito, o se avete voluto costruire un contro-bilancio contro un bilancio che avete più volte definito "senza copertura finanziaria". Voglio pensare che questo contro-bilancio sia stato fatto per pura tattica politica, sapendo perfettamente che sarebbero stati cassati questi emendamenti per mancanza di copertura economica, altrimenti sarebbe davvero preoccupante. Per salvare in qualche modo lo spirito della proposta dell'opposizione, e qui lo voglio dire avendo fatto opposizione per anni, che è legittimo - e lo dico da un punto di vista esclusivamente politico - che la minoranza proponga una serie di interventi anche non percorribili, anche non finanziabili, che possono avere magari un fondo di ragionevolezza.

Infatti il Presidente, a nome della maggioranza, ha espresso un parere, tutto sommato, possibilista, ma in proiezione futura, aprendo ragionamenti organici, non buttati lì sul filo di lana ad un minuto dalla chiusura del cancelletto. Dicevo che ci può anche stare che si facciano proposte, che potrebbero avere un fondo di ragionevolezza, ma quanto meno credo sia necessario e sarebbe stato necessario aprire e immaginare una copertura economica, ma non voglio entrare nel merito delle strategie politiche, che francamente mi sfuggono. Concedetemi un'annotazione: l'opposizione forse per la prima volta nella storia di questa legislatura - ma il collega Rollandin credo abbia raccontato che forse è la prima volta nella storia degli ultimi decenni - non ha voluto in alcun modo ascoltare gli Assessori e i dirigenti, tranne poi chiedere una relazione da parte di questi, e non ha voluto neppure affrontare il dibattito in aula, chiudendo senza un solo intervento in discussione generale, che è poi quella che entra nel merito dei numeri e degli interventi. Questo atteggiamento non credo che alimenti una sfrenata passione per la politica, magari non per la maggioranza, che è colpevole a prescindere nell'immaginario collettivo, ma neppure per l'opposizione, che appare in questo caso come riottosa, poco propositiva, non incline al confronto democratico e spero che non si dica che non vi è stato un opportuno confronto visto che l'avete negato sia in commissione, sia in aula.

Credo che non si possano fare generiche considerazioni sulla portata elettorale del bilancio. Ho sentito parlare addirittura di un bilancio che distribuisce ai singoli Assessori, ho sentito parlare di favori elettorali. Tra l'altro, l'affermazione mi piacerebbe fosse declinata meglio, perché fino ad ora siamo rimasti sul generico. Io parlo per la parte che mi compete, nel senso della parte che riguarda l'Assessorato delle attività produttive, energia, politiche del lavoro e ambiente. Non penso che si possa dire che sono state allocate risorse in azioni particolarmente eclatanti o di chissà quale risonanza elettorale. Sono misure le nostre utili ai cittadini, ma intese come collettività e non come singoli individui, 3 milioni di euro per cominciare la prima fase della bonifica dell'area Cogne, quella sulla quale, tra l'altro, ci sono state delle discussioni in aula, ricordo il collega Restano quando faceva considerazioni catastrofiche sulla qualità dell'acqua della falda, credo che questa misura dimostri che la nostra attenzione su questo argomento è massima e che le critiche erano sostanzialmente mal riposte di una nostra totale disattenzione o poca considerazione del problema.

Posso continuare con il finanziamento della legge regionale n. 8/2016: quella sugli insediamenti industriali, che credo vada nella direzione di onorare gli impegni tecnico-finanziari già assunti e soprattutto nella direzione di permettere ad imprese competitive di forte valore aggiunto, tecnologicamente parlando, di insediarsi nella nostra regione con effetti positivi sul tessuto produttivo, ma anche sull'occupazione. Non dimentichiamoci che parliamo di industrie innovative a pressoché nullo impatto ambientale, colleghi Roscio e Padovani, industrie e imprese che portano intelligenze, che investono in ricerca, in formazione, in qualificazione e riqualificazione professionale. Tutti elementi di crescita anche del livello culturale complessivo della popolazione e non ultimo il ritorno in termini erariali. Il nostro riparto fiscale giustifica investimenti e l'attenzione su industrie ad alto valore aggiunto, le quali versano le tasse in Valle d'Aosta incrementando in alcuni casi considerevolmente le entrate ben oltre gli impegni pubblici assunti. Non credo comunque di dire nulla di particolarmente strano visto che queste misure non sono mai state criticate o contestate dal mio predecessore malgrado la legge sia stata scritta e adottata dalla Giunta precedente alla vostra.

Sul bon de chauffage non capisco il voto non favorevole considerato che finanzierà il sistema di calcolo già adottato e perorato dal mio predecessore, anzi le risorse necessarie sono state incrementate rispetto al fabbisogno, nello spirito eventualmente di ampliare la platea.

Sui finanziamenti per l'occupazione e la formazione abbiamo incrementato i fondi, anche attraverso la legge n. 8/2016 lanciando un messaggio chiaro, che spero vada letto non come una manovra elettorale, ma come un'esigenza di crescita e di sviluppo del settore industriale. Parliamo di 1 milione e mezzo di euro su questo specifico capitolo, più la possibilità - esplicitata in modo, credo, chiarissimo nella legge - di rilanciare investimenti all'occupazione e alla formazione attraverso lo strumento del Fondo sociale europeo. È nostra intenzione far ripartire questo strumento finanziario importantissimo, che è stato piuttosto trascurato dai miei predecessori malgrado le sue enormi potenzialità. Abbiamo reso stabile una misura che credo non sia mai stata messa in discussione da nessuno: quella relativa al sostegno dei versamenti volontari a favore dei soggetti che si trovano in difficoltà di bisogno nei tre anni antecedenti il raggiungimento dei requisiti pensionistici. Finanziamo con 1,3 milioni di euro i LUS, come si è sempre fatto.

Ritornando all'ambiente, ricordo il finanziamento per proseguire nell'iter per la candidatura del Monte Bianco come UNESCO e tutti gli altri finanziamenti, che io credo vadano a beneficio della cittadinanza e non a beneficio né dell'Assessorato, né tanto meno a beneficio elettorale mio.

Dalle ore 11:45 assume la presidenza la Vicepresidente Morelli.

Morelli (Président) - A demandé la parole le collègue Restano pour...?

Restano (AC-SA-PNV) - Per fatto personale, perché ha richiamato delle mie dichiarazioni catastrofiche, così le spiego.

(brusìo in aula)

Président - Collègue Restano, la réunion des Chefs de groupe a établi de ne pas accueillir il fatto personale.

Restano (AC-SA-PNV) - Je vous remercie, mais je veux souligner qu'il est plus de trois fois que vous m'enlevez la parole; au contraire Monsieur Guichardaz a parlé pour plus de trois minutes.

Président - Monsieur Guichardaz a parlé pour une minute et demie. Je lui ai concédé la parole comme cela a été fait avant pour d'autres collègues, donc je vous prie collègue Restano...

Dalle ore 11:59 riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Roscio per...?

Roscio (ALPE) - Immagino che neanche a me sarà data la possibilità, ma giustamente volevo dire due parole, se è possibile, su delle inesattezze che sono state dette adesso, se si può.

Presidente - La riunione di ieri aveva un obiettivo ben preciso, perché è ovvio che si attiviamo il fatto personale, lo moltiplichiamo per dieci volte. Mi dispiace, ieri è stato concordato così e ci atteniamo a questo. Chiedo se ci sono altri che intervengono per dichiarazione di voto. Ha chiesto la parola la Vicepresidente Morelli, ne ha facoltà.

Morelli (ALPE) - Vorrei ricordare agli Assessori che a loro era concessa la possibilità di intervenire nella discussione generale, non l'hanno fatto, è stata una loro scelta, quindi le polemiche in questo senso mi paiono piuttosto sterili.

Vorrei fare un intervento breve ed essenzialmente politico. Non mi cimento sui temi finanziari, anche perché non posso competere con chi mi sta seduto di fianco, giusto per ribadire che il bilancio è un atto fondamentale, è l'atto con cui si dà concretezza alle linee politiche, è l'atto che dà copertura alle idee e lo è in particolare un bilancio di fine legislatura, dal quale ci si aspetta che tiri un po' le fila della legislatura, che valuti i risultati ottenuti e che lanci il futuro. Questo sarebbe ciò che ci si dovrebbe aspettare normalmente da un bilancio di fine legislatura. Non è il nostro caso e lo ha ammesso anche in parte il Presidente Rollandin quando è intervenuto, perché questa maggioranza non è nella condizione né di valutare i risultati ottenuti, ma neanche di lanciare prospettive future. Sono stati troppi i cambiamenti in corsa, troppe le contraddizioni, troppi gli adattamenti ai diversi programmi, alle diverse esigenze dei gruppi che a mano a mano subentravano all'interno della maggioranza anche in contrasto con ciò che le coalizioni presentate all'inizio della legislatura con le elezioni avevano stabilito. I cambi di governo però - questo lo evocava il Presidente Viérin ieri - sono stati un elemento che ha condizionato pesantemente l'azione amministrativa, ma non sono piovuti dal cielo, non sono stati un fattore esterno, sono stati frutto di decisioni interne, di cui vi sono i responsabili e sicuramente il Presidente Viérin è tra questi forse il più responsabile, e questo non ha certamente facilitato una situazione favorevole a un confronto sereno e proficuo sulla gestione amministrativa. Le dinamiche interne che osserviamo in questa maggioranza, che sono sotto gli occhi di tutti: i vari piccoli giochi di potere, gli screzi, le piccole fazioni che si creano, non danno un quadro sicuramente favorevole in questa fine legislatura. Abbiamo il gruppo dell'Union Valdôtaine, gruppo di maggioranza relativa, un po' come un veliero nella nebbia con qualche sommovimento interno, con qualche topolino che sta probabilmente già pensando di lasciare la nave, di abbandonare il nocchiero e al fianco una nave pirata pronta ad accogliere i topolini.

Quale credibilità, quale solidità può avere una maggioranza così? Collega Fabbri, ha parlato di solidità, ma ce lo chiediamo: quale solidità può avere una maggioranza così? Al di là della rispettabilità delle singole persone, che sempre va riconosciuta. In quanto maggioranza, durante i sei-sette mesi scarsi del Governo Marquis ci veniva spesso fatto notare l'eterogeneità dei gruppi che componevano quella maggioranza: estrazioni diverse, storie diverse, a testimonianza del fatto che non fosse una maggioranza solida. In realtà, sapete bene che non è stata l'eterogeneità di quella maggioranza a far cadere la Giunta Marquis, ma molto più banalmente l'ennesimo cambio di posizione, il quarto della legislatura. L'ultimo dei quali - forse non è superfluo ricordarlo - avvenuto quando era già programmata... anzi, in piena visita ufficiale da parte del Presidente Gentiloni. Quello stesso Presidente Gentiloni che oggi andiamo ad interpellare, a cui oggi chiediamo un incontro urgente, ma senza chiederci che forse la reputazione e la credibilità si fonda anche su questi aspetti. Di quale credibilità potrà mai godere oggi questa piccola Valle d'Aosta in balia dell'improvvisazione politica? Perché questo è. Credo che sia anche difficile esprimere i sentimenti che mi animano oggi nei confronti del modo con cui si è agito... almeno inadeguati, giusto per citare qualcuno che qualche mese fa in quest'aula lanciava strali contro la Giunta Marquis, sottolineando l'inadeguatezza perché il DEFR non arrivava, semplicemente perché si cercava di avere delle certezze, per evitare di millantare di fronte ai cittadini valdostani e per poter predisporre un bilancio che fosse un bilancio veritiero, non un bilancio ipotetico, come ha detto il collega Chatrian, virtuale come ha detto qualcun altro, o fasullo. Cosa dire oggi di questa vostra gestione non solo inadeguata, ma anche pretestuosa, anche un po' intellettualmente disonesta, che va a nascondere le proprie inadeguatezze, che si stanno rivelando, che dovete ammettere voi stessi, dietro agli attacchi all'autonomia. Che sicuramente esistono, ne siamo tutti coscienti, ma che vanno affrontati e non strumentalizzati, non branditi come degli spauracchi e, visto il fallimento delle manovre delle scorse settimane, oggi si fa appello alla resistenza autonomista, accusando anche chi non ci sta di assimilazione e di appiattimento a Roma.

Soyons sérieux, Président Viérin, il n'y a pas les seuls autonomistes authentiques, de quel droit vous permettez-vous d'attribuer la qualité d'autonomiste aux autres, de quel droit? La politique autonomiste, vis-à-vis de Rome, doit être bâtie sur des bases solides sur des accords écrits, négociés, suivant l'exemple des autres autonomistes, des autres autonomies spéciales, qui agissent depuis des décennies de manière responsable et non improvisée. Le collègue Chatrian nous invite très souvent à aller voir ce que font nos confrères du nord-est, à aller voir la Province de Bolzano et il faut dire qu'il a bien raison. Il nous fournit du matériel et nous sollicite à lire et je veux simplement vous citer quelques passages du rapport du Président Kompatscher: "Grazie a queste strategie e alle opportunità offerte dall'autonomia, si dovrà riuscire nel lungo periodo a trasformare il benessere in reale prosperità. La Giunta conferma l'impegno a fornire soluzioni concrete alle molteplici sfide presenti, focalizzando ancor più l'attenzione sulla stabilità, potenziando costantemente l'autonomia, seguendo una politica che valorizza il territorio e il legame con la popolazione. Alla base resta il fondamentale accordo finanziario con lo Stato, il patto di garanzia concluso e notificato nel 2014, che assicura sicurezza di programmazione. La via da percorrere non è segnata da azioni coercitive, com'è avvenuto in Catalogna, ma dalla trattativa".

Je crois que vraiment il y a une différence de vision à souligner. Procédons sur des bases sérieuses et cohérentes, en partageant les stratégies et, au moment où vous ferez appel à faire front commun, les autonomistes seront tous là, ils seront tous présents, au lieu d'essayer de jouer l'effet surprise, comme vous faites, comme vous l'avez fait récemment même avec le Vice-Ministre Morando pour vous assumer éventuellement les mérites en cas de succès. Ce n'est pas de cette façon qu'on agit, c'est avec le sens de responsabilité que l'on défend et l'on exerce son droit à l'autonomie, en ayant les comptes en règle et non pas en portant à l'approbation du Conseil un budget virtuel, qui ne donne pas de certitude. Entre autres, là-dessus mi pare che il Presidente Viérin e il Presidente Rollandin marchino una leggera ma significativa differenza laddove il Presidente Viérin ieri ha quasi anticipato che bisognerà poi intervenire e il Presidente Rollandin, invece, afferma esserci più certezze; forse un pochino più di coordinamento sarebbe utile.

Non voglio dilungarmi su un bilancio che ci sembra manchi di una visione generale, ma d'altra parte non può essere altrimenti. Si danno alcune risposte puntuali, come ha detto il collega Rollandin, ma qualche volta questa puntualità ci sembra fin troppo chiara e mirata e tutto questo in fondo dovrebbe rallegrare noi dell'opposizione visto che siamo alla vigilia di una campagna elettorale, ma non è così, non è assolutamente così. Questo vuoto anzi ci preoccupa, perché la nostra Regione ha bisogno di idee, di idee nuove, delle idee di tutti. Dal nostro ruolo di opposizione - anche se questo non ci viene riconosciuto - abbiamo cercato di essere costruttivi in una settimana di tempo, perché questo è il tempo che ci è stato concesso, quindi abbiamo rinunciato ad audire in commissione gli Assessori. Non volevamo mancare di rispetto a nessuno, ma semplicemente abbiamo dovuto contingentare i tempi per cercare di produrre qualcosa di serio, di solido, qualcosa che naturalmente non è stato accettato. Non era niente di particolarmente originale, semplicemente ci siamo limitati a copiare le buone idee che altri hanno messo in pratica, ma ben poco è stato accolto. È un vecchio rituale della politica e lo sappiamo bene noi che da nove anni e mezzo (esclusi sei mesi) siamo all'opposizione e abbiamo sempre cercato di essere costruttivi, ma non sia mai che la maggioranza accolga un suggerimento dall'opposizione, salvo poi magari applicarlo un po' di tempo dopo.

C'est du déjà-vu, tant pis, pourvu que les bonnes idées tôt ou tard soient accueillies et mises en pratique. Avant de conclure avec ma déclaration de vote, qui naturellement et clairement sera négative, je tiens à exprimer mon appréciation et ma gratitude à mes collègues de l'opposition pour le travail de recherche, de production et de médiation qui a été fait. Nous avons démontré que travailler ensemble, avec nos différences, pour des objectifs communs est non seulement possible, mais qu'il est utile et nécessaire. Je crois qu'il est un bon message pour le futur et je pense que les valdôtains l'apprécient.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Prima di tutto penso che dobbiamo una spiegazione ai valdostani, non certamente a questa politica, non certamente a quest'aula, ma dobbiamo dare qualche spiegazione sul perché comunque non si è intervenuto nel dibattito, sicuramente inusuale. Tenuto conto che questo bilancio è stato predisposto, è stato consegnato in un lasso di tempo molto breve, peraltro ci è stato annunciato che gli incontri con le categorie erano già stati fatti, era tutto fatto d'intesa, ci siamo ritenuti non coinvolti in questo processo di bilancio e poi, soprattutto, per i motivi che i miei colleghi che sono intervenuti prima hanno spiegato molto bene, nel senso che non riteniamo che questo sia un bilancio attendibile per vari motivi che cercherò di spiegare.

Prima considerazione. Sono assolutamente convinto che per la Valle d'Aosta è un momento di grande difficoltà. Siamo a un bivio, dove il futuro della nostra autonomia è sicuramente messo in pericolo, dove di autonomia si può morire, perché quando dal punto di vista delle prerogative di autonomia non ci sono più le risorse per esercitarla, non c'è molta prospettiva. A volte ci si preoccupa delle macro Regioni, ma se andiamo avanti di questo passo, probabilmente sono altre Regioni che devono preoccuparsi eventualmente di avere la Valle d'Aosta che converge con loro.

Si è sentito in questi interventi, in questo lasso di tempo, soprattutto si è letto, perché a fronte di svariati comunicati stampa si legge di fronte comune, di difesa dell'autonomia e prerogative. Io ritengo che questi non siano null'altro che alibi dei vostri fallimenti, della sua mania, Presidente, di gestire in maniera assolutamente autoreferenziale, soprattutto una materia che è di fondamentale importanza per il futuro della Valle d'Aosta. Il testo di quell'emendamento che ci preoccupa ormai da svariati giorni comincia con: "nelle more della definizione dei complessivi rapporti finanziari fra lo Stato e la Regione Valle d'Aosta...". Se leggiamo questo, penso che in maniera molto politichese il Governo dica che la Valle d'Aosta è stata in questi anni la grande assente dei tavoli in cui si sono discussi gli accordi, per cui ci dice quasi velatamente: "forse è il momento che cambiate passo, che vi svegliate dal torpore di questi anni". Dico questo perché quando si grida alla difesa dell'autonomia, i veri autonomisti, quelli che a volte ci insegnano come va gestita l'autonomia e che ha blindato i rapporti con lo Stato... vi dico due date: il 9 giugno 2014 la Sicilia, il 23 ottobre 2014 (quattro mesi di tempo), il Friuli, con l'intermezzo di Trentino, Sardegna, Trento e Bolzano, tutti nell'arco di quattro mesi hanno blindato e sottoscritto accordi con lo Stato. Questo perché? Perché personalmente penso che ci sono dei luoghi che vengono convocati (tavoli istituzionali) in cui si discutono questi tipi di accordi con lo Stato. Io ritengo poco comprensibile quando questi tavoli istituzionali non ci sono mai stati. Io sto aspettando che qualcuno mi dica se lo Stato ha rifiutato uno di questi incontri, di questi tavoli e nessuno mi ha mai risposto. Questi tavoli istituzionali non possono essere quelli di quattro amici al bar in occasione di campagna elettorale e comizi elettorali del PD valdostano e neanche pellegrinaggi romani di lei e del suo cerchio magico. Quando dico: "in perfetta solitudine", io intendo questo, per cui il fallimento decretato dei rapporti con Roma è palese: è questo il vero problema della Valle d'Aosta! I veri autonomisti, Presidente, non sono quelli che aprono uno scontro istituzionale con un Governo che è in campagna elettorale - perché lei l'ha aperto in un momento in cui il Governo è in campagna elettorale - e con un Parlamento sciolto, perché il Parlamento sarà sciolto. Io lo dissi in quest'aula il 15 dicembre 2016 che era una partita da giocare, in tempi non sospetti, è questo che ci preoccupa. Da una parte si sente il Deputato valdostano dire che non è il momento di aprire degli scontri istituzionali, ma voi li aprite in un momento in cui non c'è l'interlocutore! Quando c'era il momento di discutere, voi non c'eravate, non ci siamo mai stati come Valle d'Aosta!

Ci tengo a sottolineare che è molto difficile far capire ai valdostani come mai in una finanziaria non si risolvono i problemi di certezze finanziarie e di fiscalità della Regione. Normalmente la finanziaria è quella che recepisce gli accordi, i tavoli, quelli sottoscritti. Noi qua pensiamo di fare l'inverso: in finanziaria apriamo i tavoli. È perfetto! Uno che vuole difendere l'autonomia e gridare all'attacco del Governo io penso sia il massimo. Dico questo perché penso che ciascuno a casa sua fa ciò che crede, ma può anche decidere di fare delle scelte fallimentari, ma non può gabellare i valdostani con i soldi pubblici. Il termine "gabellare" significa presentare sotto una falsa luce, spacciare per oro un oggetto di ottone ed è quello che si sta cercando di fare in questo momento. Questo, Presidente, è il bluff della vita, dove uno gioca tutte quelle che sono le carte, senza avere nulla in mano. L'iter del bilancio regionale prima del voto della finanziaria dello Stato è il vero obiettivo! È per questo che non avete accettato di portarlo a venerdì: per il semplice motivo, e ci tengo a dirlo - in questo momento il parere di legittimità in tutta sincerità sarà legittimo, ma probabilmente improvvido -, che se per caso passava la finanziaria dello Stato e noi approvavamo dopo il testo della nostra finanziaria, questo parere di legittimità ve lo facevano in mille pezzi! Quello che voglio provare a dire è che io non sono così scandalizzato sul fatto che ci andasse una prova di forza e si alzassero i toni con il Governo, ma perché non l'avete fatto con la finanziaria del 2017? Quando, bene o male, si è scritta una norma, ma poi non si sono messe in disponibilità risorse finanziarie. Forse era il caso di aprire nel 2017 il contenzioso, o almeno il dialogo con lo Stato, o la prova di forza con lo Stato, quando avevamo di fronte un Governo e un Parlamento. Se ci sono questi dubbi - come peraltro lei, Presidente, ha confermato esserci tutti - mi spiega come mai, nel magnificare le risorse disponibili in più, non ha pensato di destinare un centinaio di milioni di investimento in più, in modo che se per caso avessimo mai avuto delle difficoltà, avremmo avuto la possibilità di dire: "stoppiamo l'investimento, ma non andiamo a scombussolare un bilancio regionale"? Mi dice perché avete pescato a piene mani nelle riserve della CVA pur di aumentare il budget quando avevamo questa incognita? Questa penso senz'altro sia una vecchia politica, con l'unico problema che non ha le risorse del passato, dove il sistema di distribuire... o, meglio, penso che questa finanziaria, più che distribuire, sarà una promessa, perché probabilmente qualcuno dovrà - con mio malincuore - prendere atto che tutto quello che c'è scritto non è, purtroppo, sostenibile, ci sono anche dei provvedimenti condivisibili: leggo i cantieri forestali, le risorse per gli Enti locali, peccato che durano il tempo e il sogno di una campagna elettorale: il 2018. Il resto è un bilancio in cui si distribuiscono mancette e piccole marchette, come vengono chiamate comunemente. Penso che i valdostani non siano poi tutti "bacanotti", quindi sapranno valutare chi in un momento di difficoltà in Valle d'Aosta ha badato a potenziare l'ufficio stampa per dare risalto ad annunci, conferenze stampa, selfie, ma questo fa parte del bluff, dell'autoreferenzialità, della sua azione politica che ha caratterizzato questi pochi mesi. D'altronde, abbiamo letto di annunci di 50 milioni dell'ANAS, che non erano null'altro che un colloquio con il responsabile dell'ANAS; di 7 milioni di edilizia scolastica, che poi l'Assessore Rini ci ha detto che non era che una riunione degli Assessori regionali in cui andavano a perorare questa causa, ma ben venga. Non diamoli per scontati, un tono un po' più basso probabilmente conviene a tutti.

La gente capirà come mai un emendamento sul PSR, che è stata una delle sue battaglie, Assessore Nogara, sul discorso di dare certezze finanziarie... poi alla fine ti dicano: "non siamo d'accordo, perché noi siamo convinti di risolvere il problema". Risolvere in questi pochi mesi di fine legislatura un problema che dura ormai da anni, poi non sempre per colpa di chi era a capo di questo Assessorato, ma se c'è un problema comunque conclamato e toccato con mano... dico questo perché, attenzione, ci tengo che non passi il messaggio che non c'erano le risorse; a novembre c'erano ancora 12,864 milioni di euro a disposizione per finanziare nei fondi di rotazione. Sappiamo bene che i fondi di rotazione si autofinanziano. Qualcuno avrebbe comunque restituito anche il 2015 che sta percependo. Noi siamo convinti che il sistema, almeno per questi importi, sarebbe stato finanziato. Non c'è la volontà politica, ne prendiamo atto. Come, peraltro, sulla questione CVA, su cui non si può dire: "noi siamo comunque dell'idea di dare voce ai cittadini", quando poi questi... l'unica voce vera, concreta, tingibile, reale, al di là dell'informazione che si può dare, è quella di dire: "diamogli la possibilità di fare eventualmente un referendum", non l'avete voluto. Voi, non votando questa legge, avete detto "no" al referendum sul CVA dei valdostani. Sia chiaro il messaggio, perché non accettiamo quelle posizioni ambigue, dove qualcuno dice: "sì, ci sono, ma non ci sono". È molto chiaro il discorso, perché se noi non introducevamo in legge la riapertura, il passaggio in Consiglio, non c'era nessuna possibilità e non c'è nessuna possibilità per i valdostani di indire il referendum, da una parte non si può essere autonomisti, vicini al popolo e poi al popolo non si dà voce.

Quello che più dispiace è che a margine di tutto questo siamo di fronte a una Valle d'Aosta che lentamente sta morendo. Quando dico che non c'è nulla di nuovo in quest'azione politica è perché quest'azione politica, da quando noi abbiamo portato a casa i dieci decimi, di fatto ha avuto un bilancio che ha perso il 40 percento e si continua sulla stessa falsa riga. Quando le dico che è preoccupante che non ci siano risorse per investimenti, è perché quello che avete messo in investimento era praticamente una partita obbligatoria, legata all'avanzo di amministrazione strutturale dei fondi europei, che siete obbligati a mettere in conto investimenti e quella parte legata al piano di finanziamento con mutuo, in gestione speciale, che siete obbligati, anche lì, a mettere in conto investimenti, per cui difficilmente potevate spenderlo in mancette. Quello che più dispiace è che, di fronte a una crescita zero, dove anche aziende che hanno avuto comunque un occhio di riguardo stanno chiudendo. Noi leggiamo i titoli in questo momento in cui queste aziende chiudono. Non sono i piccoli artigiani, anche perché dei piccoli artigiani ve n'è importato relativamente poco, perché, quando è stata introdotta qualcuna di quelle forme per provare a dare rilancio, non l'avete neanche più riproposta. Parlo dei 6 milioni, ad esempio, che c'erano nel bilancio passato per quello che riguarda gli investimenti dei Comuni; ne avete messi 10, ma senza vincolo di destinazione. Quando dico che vendete sogni, è questa la verità: vendete sogni! Il piano cultura, che è l'unico piano finanziato con i soldi importanti, zero lavori, zero partiti, perché siamo ancora in attesa che venga rivisto il Codice degli appalti. L'unica realtà, perché le altre... bene o male, hanno detto: "in attesa che venga rivisto il Codice degli appalti con una legge regionale e andiamo avanti col vecchio". Concludo molto brevemente. Qua si tratta di parlare probabilmente di un qualcosa che non esiste, dove noi ci auguriamo che non sia così, ma che comunque è così.

Finisco solo con l'ultimo cenno rubando un minuto perché avete citato la sentenza della Corte costituzionale, io ve la leggo, perché bisogna leggerla tutta, dice: "perciò, benché non valga ad alterare l'impatto costituzionale delle competenze, l'emergenza finanziaria, ove la legge ordinaria non incontri un limite di una fonte superiore, può ben alimentare interventi settoriali che, per quanto non oggetto di accordo, pongano, caso per caso, obblighi finanziari a carico delle autonomie speciali, tanto più in casi come quello in esame. Anche la disposizione oggi censurata nel definire e quantificare ulteriori contributi a carico delle ricorrenti, rinvia alle procedure che verranno determinate in sede di revisione delle norme di attuazione statutaria e opera perciò transitoriamente. Il contributo previsto in tale disposizione ha espressamente circoscritto temporaneamente fino al 2017", ed è vero quello che dite, ma dice anche che: "la modifica normativa ha privato tale contributo del suo carattere cronologicamente illimitato e, in tal modo, ha abrogato tacitamente la norma impugnata nella parte in cui ne prevedeva una durata destinata a protrarsi indefinitamente fino all'approvazione delle norme di attuazione statutarie". Attenzione, pertanto introducono il concetto in cui se una norma non è a carattere illimitato, non è detto che sia una norma non applicabile.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Oggi, se qualcuno ha avuto modo di seguire un po' la politica in questi ultimi anni e ha cercato di avere una lettura un po' obiettiva delle varie posizioni, credo che abbia avuto qualche fremito. Sicuramente io, da un certo punto di vista, riconosco una logica e una coerenza nell'intervento dei Cinque Stelle; loro hanno una posizione, sono molto netti, sono molto rigorosi, con un'azione di demolizione sistematica e continua del sistema, che ci può stare. È chiaro che il nostro orizzonte non può essere limitato alle dichiarazioni e alle buone intenzioni che ascoltiamo in Valle d'Aosta. Mi verrebbe quindi da dire ai nostri amici Cinque Stelle che l'immagine plastica dei Cinque Stelle è "Spelacchio", cioè un albero di Natale che apparentemente ha una solidità e una magnificenza, ma che brutalmente cade e ci fa fare una figura da cialtroni in tutto il mondo. Riconosco quindi per adesso una vostra coerenza ma, amici miei, non siete particolarmente credibili.

Dopodiché non voglio fare ovviamente nessun ragionamento di natura personale, perché stiamo facendo una valutazione sul nostro bilancio. L'amico Chatrian non perde occasione per dirmi: "ti ricordi quando mi dicevi: inadeguato?". Confermo il mio giudizio, ma non per lui, perché non ho nulla di personale, ma l'inadeguatezza viene fuori dal fatto che, quando erano seduti in minoranza, dicevano tutta una serie di cose, che sono più o meno in linea con le cose che dicono oggi, ma la loro credibilità viene meno in questi sette mesi disastrosi di governo, dove le cose che venivano dette sono state prese sistematicamente a calci.

Oggi stiamo discutendo del bilancio vero. Non abbiamo mai avuto modo di discutere di un bilancio presentato dalla maggioranza precedente, ma noi ricordiamo l'assestamento di bilancio e qualcuno si è lamentato che abbiamo dato i documenti in ritardo, volevate approvare in 24 ore un assestamento di bilancio! Non vi vedo necessariamente in malafede, perché in allora il Presidente della IV Commissione ha ammesso: "stiamo facendo delle forzature, ma lo facciamo per il bene della Valle d'Aosta". Ecco un'altra cosa che mi fa perdere la pazienza, perché in modo veramente giacobino le cose che proponete voi sono per il bene della Valle d'Aosta, le cose che vengono proposte dagli altri sono delle attività quasi delinquenziali. Il vostro pensiero è brutalmente esposto su questi pannelli che oggi state affiggendo in tutta la Valle d'Aosta: "gente perbene", ma ve la cantate e ve la suonate! Io mi chiedo con che coraggio dite: "gente perbene", perché il messaggio subliminale è: "noi siamo perbene e gli altri sono dei farabutti". Ognuno prima di dire: "noi siamo perbene e gli altri non sono perbene" guardi la sua fedina penale, guardi il comportamento, guardi la propria moralità. Rispetto a questo, ho apprezzato, ci sono anche i toni e ognuno ha il suo, quindi, da un certo punto di vista, Roscio incarna la figura del bravo ragazzo, ma dice delle cose che non sono affatto condivisibili. Fabrizio, nel momento in cui tu dici: "noi avremmo fatto un altro bilancio, avremmo rilanciato", tu ti sei occupato del lavoro e in sette mesi non mi pare che la "letteratura" abbia sviluppato degli approfondimenti sui provvedimenti che riguardavano il tuo Assessorato in termini di lavoro. Siamo tutti d'accordo che il lavoro è il problema principale oggi, quindi si cerca di fare un'attività che va a sostegno, tant'è che nel collegato cerchiamo di fare delle azioni, stiamo ritarando i mutui, un provvedimento che era già pronto il 10 marzo, ma l'abbiamo portato oggi, dove abbiamo riparametrato sulla legge n. 19 il plafond dei mutui.

Le dichiarazioni sono bellissime, ma quando io dico: attenzione, guardiamo un po' quello che abbiamo fatto. Devo dire la verità, sicuramente avete cercato di fare il massimo che potevate fare, ma dovete anche riconoscere che noi, anche in questa situazione, stiamo cercando di portare avanti delle attività che sono per il bene della Valle d'Aosta, cerchiamo di difendere gli interessi della Valle d'Aosta.

Collega Certan viene qua, io ho il mio carattere, lei ha il suo, viene e ci dà delle spazzolate. Collega Certan, voi eravate già sfiduciati, voi dovevate andare a casa. Vi eravate arroccati in sala Giunta, probabilmente come la Giunta precedente, ma lei, nell'ultima Giunta, quando già era sfiduciata, ha fatto una programmazione e delle manifestazioni a infinito, ma sulla base di che cosa lei viene e ci fa la morale? Lì non sono mance elettorali? Lei addirittura ha fatto tutta una promozione in siti. Sono delle delibere, non mi dica che è un fatto personale, perché diventa poi una barzelletta. Io sto citando una delibera che lei ha preso, probabilmente fuori sacco, non mi ricordo nemmeno...

(interruzione della Consigliera Certan, fuori microfono)

Presidente - Collega Certan, scusi, stia serena, tranquilla.

Marguerettaz (UV) - ... che stia tranquilla la collega Certan è una scommessa. Quando qualcuno mi dice: "intellettualmente disonesti", io chiederei un po' più di prudenza, esattamente come dico "persone perbene". Se voi mi dite che è il gioco delle parti, ci può stare, l'abbiamo detto, quindi, nel momento in cui uno è all'opposizione, probabilmente sviluppa di più il senso critico, quando è al governo e in maggioranza, fa delle proposte che sono più costruttive, ma sarei prudente.

Collega Gerandin, io la aspettavo, perché le ho già detto che aspetto i testi che scriverà, adesso ci ha fatto anche una lezione da costituzionalista leggendoci la sentenza. Io non mi addentro in campi così complicati, però l'altro giorno proprio chiacchierando un amico di Bolzano mi ha detto: "sai, con questa nuova cosa del Patto di stabilità che non c'è più e il pareggio di bilancio, noi abbiamo fatto un accordo che potrebbe essere negativo, perché pagheremo da qua ai prossimi dieci anni tutta una serie di attività". Sarei quindi più prudente nel dire che non è stato fatto, siamo stati assenti, perché non è così, poi lei sicuramente potrà dire: "se andavo io, sarei stato più bravo e quindi avrei portato a casa dei risultati maggiori". Mi perdoni e mi permetta di avere dei dubbi, perché in questi anni io le ricordo che cosa è stato risolto. C'era un problema - e guardo il Presidente Rollandin - sulle accise, che era di svariate centinaia di milioni di euro, che è stato risolto da questa maggioranza e dai suoi rappresentanti.

In questa discussione qualcuno ha parlato di coerenza, di responsabilità. Lei so che vuole essere citato Padovani. Padovani, lei di coerenza, di responsabilità... non era neanche entrato in Consiglio regionale e aveva già cambiato casacca, perché lei è entrato nel PD, giustamente noi abbiamo il nostro Cretier che... è entrato rispetto a una scelta del suo movimento e lei, giustamente, ha preso delle decisioni totalmente diverse. Salvo poi dire: "però io faccio parte e sostengo questa maggioranza, ma prendo le distanze", gli si dice: "ma perché prendi le distanze?", "Perché c'è poca trasparenza sulle nomine, perché non è cambiato il metodo, perché c'è clientelismo". Allora, quando la Morelli parlava della maggioranza - non so se parlava di quella attuale o di quella passata... - cioè i vari tafferugli, le varie situazioni, lì ogni volta che c'era un'interpellanza, c'era un imbarazzo totale. Io guardavo sui collegamenti intervallivi, nel momento in cui qualcuno faceva un'interpellanza, panico, perché l'Assessore Restano diceva che era d'accordo, qualcun altro faceva delle smorfie e qualcun altro si assentava. Era solo per dire che, prima di immaginare la coerenza in casa d'altri, occorre ragionare in casa propria.

Non voglio fare la ripresa dei vari interventi, però ho apprezzato particolarmente l'intervento di Cretier, che giustamente ha detto: "io faccio un passaggio in aula, con tutti i miei limiti, di un intervento che ho scritto io". Norbiato, lei può dire la stessa cosa? Perché, da questo punto di vista, mi verrebbe da dire che ha fatto una disquisizione sull'aeroporto e, nel momento in cui ha parlato di aeroporto, io mi chiedo se aveva ben presente la situazione. Se avesse voluto approfondire, ascoltarci e audirci in commissione, le avremmo spiegato che probabilmente ha scritto delle cose che non sono fondate, o gliele hanno scritte... comunque lei le ha lette. Quello che voglio dire è che non necessariamente dobbiamo intervenire e dobbiamo mettere qualcuno che ci metta giù una traccia, perché poi rischiamo di andare fuori tema. Le ha già detto il collega Guichardaz: "guardi che il Segretario ce l'abbiamo" e io dico che probabilmente tutta una serie di cose che lei ha scritto non sono così fondate e allora chiederei di essere un po' più prudenti.

Questo bilancio sicuramente potrebbe essere fatto meglio. Sicuramente non c'è un limite nel migliorare la situazione. Rispetto alle disponibilità che c'erano, sono state previste una serie di azioni. Lo dico per i nostri amici della stampa: i provvedimenti sono sul triennio, poi, ovviamente, ci possono essere degli aggiustamenti, quindi non c'è nessun bilancio elettorale. Oggi, come voi ben sapete, nella programmazione triennale è un bilancio che può impegnare. Da questo punto di vista, quindi è un bilancio sostenibile nel tempo. Noi faremo tutta una serie di azioni per difendere questo bilancio. Torno quindi a dire anche a Gerandin che il bilancio 2017 noi l'abbiamo difeso, anzi l'ha difeso il Governo facendo il ricorso al TAR. Nel bilancio 2017 quindi c'era scritto che non era dovuto il contributo e, nel momento in cui c'è stato il decreto del Ministero, questo decreto correttamente è stato impugnato. Noi quindi lo difendiamo oggi, lo difenderemo domani e la Regione, quando eravate anche voi in maggioranza, l'ha difeso in passato. Io credo sia questo il messaggio da dare: la Valle d'Aosta rivendica la possibilità di usare le proprie risorse per dare delle speranze alla nostra comunità.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fosson, ne ha facoltà.

Fosson (AC-SA-PNV) - Parlare dopo Marguerettaz è difficile. Sicuramente stare un po' in minoranza le ha fatto bene, non solo per il periodo della minoranza, ma perché ha corso un tale rischio e una paura tale di non ritornare su che questa verve continua ancora adesso. Largo ai giovani tra 20 anni! Durnwalder era 100 anni che diceva: "la prossima volta mando avanti il mio delfino" e poi il delfino al momento buono era zoppo, non era capace di nuotare, eccetera. Lei ha corso un grande rischio sedendosi tra i banchi di questa plebe, come la definiva lei, veramente la paura che ha avuto... e allora le è rimasta questa verve. Nel suo intervento ha detto: "non voglio riprendere tutti gli interventi" e poi, in pratica, li ha ripresi tutti...

(interruzione della Consigliera Certan, fuori microfono)

Presidente - Collega Certan, è l'ultima volta che la riprendo, la smetta! Lei ha problemi non soltanto con i colleghi di maggioranza, ma anche con i suoi colleghi di minoranza. Sta interferendo sugli interventi dei colleghi. Per cortesia, è una questione di educazione.

Fosson (AC-SA-PNV) - ... Presidente, scusi, ma se mi interrompe, io sono vecchio e malato e poi non riesco a ritrovare il filo...

Presidente - Le do la possibilità di recuperare il minuto.

Fosson (AC-SA-PNV) - ... dovrei ricominciare dall'inizio su Marguerettaz, su Durnwalder, sui delfini... L'ultima cosa che ha detto è: "non voglio riprendere tutti gli interventi" e poi, in pratica, l'ha fatto, dando una classifica, ma anche per me Cretier è in cima alla classifica, su questo sono d'accordo. Sul resto, sono sue interpretazioni. Come dire che sette mesi di governo sono stati sette mesi disastrosi, non c'eravamo solo noi. Anche un rispetto per quelli che gli sono seduti vicino, probabilmente è giusto. L'obiettività con cui lei dice le cose, dice: "siete stati disastrosi", se andiamo ad analizzare i risultati che ha ottenuto lei negli ultimi anni... cerchiamo di essere obiettivi. Io non voglio fare attacchi personali. Di obiettivo c'è una cosa, Marguerettaz: che la gente è molto confusa, non ne può più di questa classe politica, poi lei dirà che noi siamo dei Grillini, va bene, ma di fatto è così, che l'albero è spelacchiato, eccetera, anche noi siamo abbastanza spelacchiati e la gente, veramente, in questi show dice: "ma questi non sono capaci di costruire nulla insieme?".

L'ha già detto molto bene, secondo me, Gerandin: c'è un problema, che io ho vissuto, quindi forse ho anche delle responsabilità, sui rapporti con Roma. Alla base di questo bilancio, che c'è, che non c'è, che è virtuale, che non è virtuale, c'è una situazione difficile. È in crisi il rapporto tra la Regione Valle d'Aosta e lo Stato centrale. Lo Stato sicuramente ha preso, non ha dato, non ha mantenuto. Io non mi stupisco che Morando abbia detto delle cose e poi ne abbia fatte delle altre. Noi abbiamo vissuto l'epoca della legge sul federalismo, che è una buona legge; c'è un articolo in cui diceva che lo Stato, prima di cambiare forma economica e rapporti economici, avrebbe sempre consultato l'altra parte, cosa che poi non è successa.

Collega, Presidente, Senatore Rollandin, lei sicuramente è un grande artista. Capisco perché la Valle d'Aosta sia stata e sia ancora - perché poi ha parlato solo lei dell'Union Valdôtaine - tutta ai suoi piedi, perché lei ha descritto situazioni: "A Romma tot amoddo - traduzione letterale dal patois: a Roma tutto a posto -, abbiamo 140 milioni nel frigorifero, ma ce li daranno a marzo. Io sono stato prudente, non li ho utilizzati prima, con una disoccupazione all'8,5 percento: ecco perché dobbiamo cominciare a litigare di meno in quest'aula. Non ci sono problemi con Roma. Ci daranno i soldi a marzo". "E gli altri?", "Eh, ma gli altri si sono sbagliati. Sicuramente prossimamente ci diranno: scusate, ci siamo sbagliati"".

Lei ha gestito per otto-nove anni direttamente i rapporti con Roma, Presidente Rollandin, li ha gestiti direttamente lei! I rapporti con il Governo romano, la sintesi è che abbiamo il 40 percento del nostro bilancio in meno. Ecco cosa si può dire. Lei ce l'ha sempre detto, dice: "no, non piove, c'è la neve, è tutto a posto. Non c'è nessun problema. Roma: sicuramente noi gli faremo notare che invece i 144 milioni sono nostri, per cui il bilancio è giusto". Io spero che sia così, perché la Valle d'Aosta ha bisogno di queste risorse in più, che finalmente ci sono. Questo è un bilancio che dà di più, forse anche perché sono state fatte delle economie finanziarie corrette gli anni prima. Io sono contento che la sanità abbia 254 milioni di euro; nell'ultimo bilancio che ho potuto gestire io (2015/2016) avevamo 232 milioni e io è la prima volta che mi sono alzato e me ne sono andato. La mia stupidità è stata di rientrare e credere che, invece, ci si accorgesse che 232 milioni non potevano bastare per gestire un sistema sanitario così, ma va tutto bene. Abbiamo perso il 40 percento. Non sappiamo cosa succederà nei rapporti con Roma, ma, tranquilli, andiamo avanti.

Vede, Presidente Viérin, io riconosco che lei in questi mesi si è mosso molto, ha fatto forse tutto quello che era possibile fare, poi sulla comunicazione ognuno ha la sua sensibilità, però interviene in una situazione disastrosa con Roma: questo è un dato oggettivo.

Non è stato fatto niente nei sette mesi? Mi permetto di ricordare, Guichardaz, che forse una delle cose più serie è proprio il tavolo che è stato aperto con il Ministro Delrio, con Restano. Sarà stata la capacità, l'attenzione del Ministro Delrio, saranno state altre cose, però non è vero che non si è fatto niente in quei sette mesi per un rapporto istituzionale diverso, però qui è da ricostruire un rapporto. Come lo ricostruiamo? Questo è un po' nell'indole di ognuno. C'è chi per carattere e natura è abituato di più a rischiare e dice: "noi facciamo prima il nostro bilancio, così loro non ci mettono i soldi che ci devono, poi li impugniamo e gli facciamo la guerra". Posizione legittima, sicuramente. Dall'altra parte c'è l'altra posizione che dice: "la posizione con Roma va presa forte e noi ci siamo perché siamo autonomisti da sempre, anche se non ci invitano da un tavolo all'altro, ma lo potremmo dimostrare con tante cose". Le due strade sono queste. Si poteva anche aspettare e costruire un bilancio diverso quando avremmo avuto contezza di quello che diceva lo Stato, poi si apriva sicuramente una posizione forte, una posizione compatta e ho già detto che noi ci siamo, però forse questa era una strada che ci faceva rischiare di meno. La mia grande paura, non per me, ma per i valdostani, il rischio è che fra qualche mese noi dobbiamo rimettere le mani su un bilancio. Guichardaz, sono sicuro che lei lo crede, poi è stato candidato al Parlamento, è necessaria veramente una chiarezza di rapporti con Roma, ma non è sempre facile e chi si è tirato indietro, chi non ha mantenuto le promesse spesso è proprio stata Roma.

Parlavo della legge sul federalismo, che è stata una buona legge e che noi abbiamo votato: è stata disattesa in vari articoli. Il Deputato ha detto chiaramente che c'è una situazione difficile, delicata, che non è il momento di fare la guerra, che è un periodo tribolato per la Valle, anche per tutto quello che è successo in Valle. L'Assessore Baccega ha detto: "quando parli coi funzionari romani, spesso hanno un pregiudizio nei confronti della Valle d'Aosta". Quando il Deputato ha chiesto: la mia posizione sarebbe di votare la fiducia, non astenermi, cosa ne pensate? È vero che noi non abbiamo detto niente, ma non ha detto niente neanche nessun gruppo di maggioranza di fronte a una posizione di questo tipo. Non voglio andare molto più in là, ma dico che se crediamo alla Valle d'Aosta, bisogna ricostruire i rapporti con Roma, anche con posizioni dure, non dicendo che va tutto bene, non dicendo che ce li daranno.

Assessore, Marguerettaz, le accise, è vero, l'abbiamo vinte, ma quante ne sono entrate in cassa della Valle d'Aosta? Forse è il caso di pensare che, proprio come autonomisti, la battaglia la dobbiamo fare, ma la battaglia non deve essere andare a sbattere la testa contro un muro in quanto autonomisti, perché la situazione critica in Valle è evidente: abbiamo l'8,5 di disoccupazione. Non è il momento di dividerci sul discorso che ha fatto uno o il discorso che ha fatto l'altro. Il discorso è di trovare una sintesi di varie sensibilità, com'è stato detto. Speriamo che questo rischio, che comunque corriamo, in un momento in cui - lo diceva Guichardaz e ha ragione - fra 10-15 giorni, non ci sarà più il Parlamento, per cui una posizione dura contro chi la prendiamo quando non c'è un Parlamento che possa modificare una legge? Non dico nient'altro sullo specifico. Io spero che ci siano veramente tutti quei soldi.

Mi permetto solo di fare un'osservazione sull'articolo sulla famiglia. Questo integra la legge n. 44/1998, la legge sulla famiglia portata avanti dall'allora Assessore Vicquéry, che prevede un finanziamento ai centri per la famiglia; una cosa positiva, sulla quale si potrebbe disquisire, una cosa che avevamo lanciato noi a livello sperimentale, che allora era stata osteggiata molto in Giunta e chi era allora in Giunta lo sa. Mi permetta, però, Assessore, non c'è nulla sulla fiscalità, sull'eguaglianza, l'equità fiscale che tutte le famiglie chiedono. Le faccio quest'osservazione solo per ricordare che era stato presentato, al momento del bilancio 2016/2017, un emendamento che diceva di far partire, a livello sperimentale, il fattore famiglia, questo non è avvenuto nonostante molte sollecitazioni. Ho sentito l'altro giorno che l'Assessore Baccega parlava dell'emergenza abitativa, il fattore famiglia nell'equità fiscale è il grande aiuto che le famiglie chiedono.

Termino l'intervento dicendo che siamo in un guado - diceva, nella sua saggezza, il Consigliere Fabbri - e stiamo andando verso un periodo elettorale, in cui si vivono dei momenti di contrapposizione. Io penso che in quest'ultimo squarcio di legislatura comunque sia necessario tentare un dialogo, non solo istituzionale, ma anche sentire le commissioni, vedere le commissioni che cosa dicono, confrontarci, perché quella turbolenza di cui parlava sempre il Consigliere Fabbri, Presidente della commissione, non sia esacerbata ancora in questo periodo. Amico Marguerettaz esacerbiamo pure i confronti... esacerbare i toni mi sembra che non vada bene a nessuno e soprattutto non ci dia una posizione unica, forte da discutere nei confronti del grande problema che abbiamo adesso, che è il rapporto con Roma.

Presidente - Considerata l'ora, sono le 13:04, non so se proseguire. Mi piacerebbe capire quanti interventi ci sono ancora. Sarebbe opportuno prenotarsi, in modo da poter organizzare i lavori. Ricordo che c'è la V Commissione alle 14:30. Io non vedo nessuno iscritto, per andare avanti bisogna avere qualcuno iscritto. Se non c'è nessuno, io sospendo, chiudo. Chi si prenota? Ha chiesto la parola l'Assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (UVP) - Aspettavo di capire se si completavano i lavori, poi sa che in aula c'è un po' il gioco di chi si prenota dopo, chi ascolta uno e chi ascolta l'altro, a volte si aspetta l'intervento del collega per dire qualcosa di più, o qualcosa di meno.

Credo sia stato un bilancio molto atipico, mentre gli schemi, soprattutto in questa fase, sono tornati quelli rituali, un bilancio atipico vissuto in maniera difficile da parte di tutti. Dispiace che sia stata rappresentata la difficoltà solo della minoranza, perché vi posso assicurare che per la maggioranza i problemi sono stati assolutamente uguali e le difficoltà vissute con estrema trasparenza ed estremo coraggio anche di presentare una propria proposta e una propria linea politica. Direi anche tutto quello che viene evidenziato come l'esagerata comunicazione, invece che essere vissuta come la capacità di dire quello che si sta facendo, viene sempre rappresentata in maniera negativa, dimenticando che di comunicazione qui dentro viviamo un po' tutti, chi più, chi meno, chi di sponda, chi di replica. Per fortuna, in Valle d'Aosta non si usa più l'elicottero per andare a vedere i camosci o gli animali in montagna. Sotto questo profilo, smettiamola di parlare sempre male di tutto e di tutti e proviamo un po' a vedere se riusciamo ad andare avanti e a fare dei ragionamenti di prospettiva.

Questo è un bilancio che, per quello che ci riguarda, come linea politica, abbiamo voluto rappresentare con pienezza e autorevolezza di questo Consiglio regionale, al quale abbiamo voluto dare l'importanza che ha l'Assemblea legislativa di massima rappresentanza dei cittadini valdostani. L'abbiamo fatta esprimere esattamente sulle sue prerogative politiche, giuridiche, normative, sulla base di quelle che oggi sono le certezze di tipo legislativo e non sulla base di quello che decideranno altri per noi. Perché, cari colleghi, se la battaglia di Roma di queste ore, che si legge sui giornali, dovesse andare peggio ancora, quindi se Roma avesse deciso che... deciderà, o deciderà ancora, che ci toglie ancora più soldi, noi cosa avremmo fatto? Un bilancio ancora più al ribasso? Sono due atteggiamenti politici chiaramente diversi, senza patenti, ma ben venga se chi si troverà poi a portare avanti la prossima legislatura avrà capacità di governo migliore ancora di quelli attuali e migliore di quelli precedenti. I cittadini valdostani devono auspicarsi che chi andrà a governare sarà ancora migliore e ancora più capace, però la linea politica che noi abbiamo portato in quest'aula è: decidiamo della piena legittimità di questa fase prima che altri decidano per noi, prima che altri ci dicano che poste dobbiamo mettere in bilancio e a noi stupisce che si voglia aspettare di fare il bilancio del Consiglio regionale della Valle d'Aosta dopo che altri hanno assunto le loro decisioni...

(brusìo in aula)

... chiederei anch'io un po' di silenzio, sono stato in silenzio ad ascoltare... Ma come si fa a ragionare sulla base di scelte che altre istituzioni in pieno contrasto con le normative vigenti fanno rispetto alla nostra posizione politica, alla nostra possibilità di legiferare? Certo, è una posizione forte, una posizione che ci mette in condizione di dire che stiamo esercitando il nostro ruolo e il nostro potere. Una posizione che ci ha permesso di fare un bilancio che voi avete addirittura aumentato nelle poste utilizzando maggiori prelievi, addirittura utilizzando le risorse del Tunnel del Monte Bianco, che non sono ancora neanche nelle nostre casse. Sinceramente quindi il fatto che noi abbiamo voluto fare scelte di un certo tipo lo accettiamo; voi non l'avete messo in discussione, perché non avete spostato dei capitoli di bilancio, ma avete utilizzato risorse nuove dai fondi di riserva, aumentando il prelievo. Portate pazienza ma io cerco di stare zitto mentre gli altri parlano...

Presidente - Scusate, colleghi, credo che nel rispetto di ognuno di noi vada osservato un po' di silenzio e si faccia attenzione...

Bertschy (UVP) - ... una scelta quindi che ha una piena discussione politica, dietro alla quale ha un esercizio attento, preciso da parte dei nostri dirigenti, delle nostre strutture, non solo quelle delle Finanze, ma quelle degli Assessorati per pianificare e programmare delle scelte di bilancio che a volte sono coerenti con le scelte del passato e a volte sono nuove scelte, quindi utilizzando anche gli epiteti e le frasi che avete rivolto sia nella conferenza stampa che qui in aula, non avete squalificato tanto l'Assessore di turno, ma avete squalificato un'Amministrazione e una struttura, perché dietro le scelte degli Assessori, di un Governo, di una maggioranza ci sono le strutture, anche le strutture. La scelta politica si incardina dentro dei meccanismi di bilancio che chi è stato qua conosce bene, quindi continuare a squalificare tutto e tutti, cercare di banalizzare qualsiasi scelta io lo trovo, per chi oggi esercita un ruolo, sbagliato, di basso livello e anche poco utile a far crescere la classe politica e il messaggio verso i cittadini, ognuno però usa i termini che vuole.

Sono amico da tempo, oltre che collega di movimento del Presidente Viérin, sinceramente gli chiederò alla fine di questa riunione di Consiglio di farmi i nomi di questo cerchio magico. Più volte il collega Gerandin ha citato questo cerchio magico, adesso io, finito il Consiglio, chiederò una riunione del gruppo, a nome del quale chiederò di farmi i nomi del cerchio magico, perché il cerchio magico rappresenta qualcosa di poco simpatico...

(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)

... detto così però non è tanto magico. Diciamo che il Presidente Rollandin prima, il Presidente Viérin oggi, il Presidente Marquis prima non hanno buone idee, sbagliano i progetti, ma delegittimare le persone così... ma abbiamo bisogno di questo, dopo che la gran parte della gente qua dentro si conosce da una vita? Con le proprie qualità e i propri difetti. Ma parliamo di politica, parliamo di scelte, parliamo di programmazione, smettiamola di delegittimare le persone! Ma è un altro il modo con il quale, se vogliamo fare qualcosa di buono, possiamo portare in quest'aula... quindi sentiremo poi che cosa ha da raccontarci il Presidente Viérin a riguardo di questo.

Questa è una legislatura comunque che si conclude in maniera difficile. Mi ha fatto piacere l'intervento del collega Fosson. Al di là dell'ironia, che ci sta, ha comunque lanciato un messaggio, che è un messaggio di dialogo soprattutto in vista della campagna elettorale, inteso che il dialogo si fa in due, in tre, in cinque, dieci, però è un dialogo che bisogna costruire anche in questa fase di campagna elettorale, dove almeno i più grandi politici e coloro che costruiscono i sondaggi diranno che nessuno vincerà e che quindi probabilmente persone diverse, ma movimenti uguali si ritroveranno qua per fare un Governo. Lo vedremo. La campagna elettorale e le elezioni sono da fare, il giorno che si vota si vota. Il giorno dopo si contano i voti e vedremo cosa succede. In ogni caso è sicuramente un messaggio positivo già per costruire qualche cosa che tenga in futuro, perché qui ognuno che interviene dà la colpa all'altro, si è sempre bisticciato per colpa di qualcuno. Probabilmente nessuno è riuscito a creare le condizioni di dialogo più opportune perché le cose rimanessero stabili. Probabilmente il rispetto tra gruppi non è stato quello che doveva essere, ma in maniera reciproca, non è sempre colpa di qualcun altro. È inutile negare che la vecchia maggioranza non aveva i numeri per portare avanti i provvedimenti. Il debito fuori bilancio della scorsa maggioranza non poteva essere votato se non veniva votato dagli altri, perché il collega Gerandin non era d'accordo, ce lo dobbiamo ricordare, è uscito dall'aula e l'aveva anticipato in maggioranza. Se noi non vogliamo prendere evidenza di queste cose, facciamo melina politica e questo non va. Ripeto: il collega Gerandin è stato onesto perché ce l'ha detto in maggioranza e ce l'ha detto qua e l'ha fatto! Una maggioranza che non ha i numeri per votarsi un provvedimento quindi non è una maggioranza, bisogna prenderne atto politicamente. Lo ribadisco: non ho niente contro la figura del Presidente Marquis, quella dell'Assessore Chatrian, della Certan, di Roscio e di tutti quelli che c'erano, ma era una maggioranza che non aveva i numeri per portare avanti la progettazione. Con tutti i limiti oggi i numeri in aula ci sono, quindi smettiamola di personalizzare la cosa della vecchia maggioranza, perché nessuno ha tolto alla vecchia maggioranza la voglia e la possibilità di fare, non c'erano i numeri. Nonostante le capacità individuali che ognuno, a seconda della sua rappresentanza, descrive in maniera diversa. Ho già avuto modo di dire che quello che abbiamo potuto fare con quella maggioranza l'abbiamo fatto, però non ci dobbiamo neanche prendere in giro, non dobbiamo neanche raccontare alla gente che potevamo traghettare, anche perché le differenze sono notevoli. Ogni tanto si cerca di dividere questa maggioranza, ma se ieri avessimo portato il voto sulla quotazione di CVA, come si sarebbe espresso il gruppo della Stella Alpina nei confronti di questo provvedimento rispetto agli altri? Ma vogliamo dirci che anche lì oggi permangono le divisioni che ci possono essere da altre parti su questa cosa?

Non più tardi dell'altro ieri mattina il Deputato Marguerettaz ci ha detto che anche secondo lui il fatto di non avere raggiunto un accordo politico probabilmente in questa fase è positivo, ce l'ha detto ufficialmente in Giunta. Qui quindi le verità in tasca non le ha nessuno in questa fase, perché sono talmente tante le incertezze che forse se riuscissimo a trovare una condivisione su uno o due punti, probabilmente riusciremmo almeno ad essere seri e credibili nella discussione con lo Stato.

Vado velocemente a chiudere, perché la volontà per quello che ci riguarda è stata quella di affrontare con molta attenzione i problemi che avevamo da rappresentare. Personalmente, ma credo che nessun collega l'abbia fatto, non abbiamo pensato al bilancio delle mancette, ma abbiamo pensato al bilancio di visione e di previsione. Ogni posta del bilancio ha una sua tenuta triennale, dalle cose più piccole a quelle più grandi. Ha detto bene il collega Fosson: ci sono i soldi per la sanità che, come lui sa bene, servono anche per pagare i debiti del passato, di mobilità passiva è stato un grosso problema nella fase di crisi che pian pianino stiamo mettendo a posto. Questa maggioranza quindi si assume anche il compito di spalmare nel triennale le difficoltà che ci sono state. Gli investimenti: c'è il raddoppio delle borse di studio per gli specialisti chieste in aula tempo fa, da due passiamo a quattro borse di studio per tutto il triennale. Ci sono piccole e grandi cose, c'è una visione sulle politiche per le persone non autosufficienti, che aumenta i fondi. Io non ho visto provvedimenti a mancia, ho visto provvedimenti di progetto e di programma per quello che ci riguarda, poi se tutto si vuole scomporre e ridurre al fatto che allocando delle poste in bilancio, si distribuiscono delle mance perché siamo a tre mesi dalle elezioni, per quanto ci riguarda, non è così e non vogliamo neanche che sia descritto così, non troviamo serio che venga descritto così. Sarebbe quindi anche troppo facile adesso prendere le battute l'uno dall'altro e cominciare a dire chi è a favore dei cantieri forestali, chi è contro i cantieri forestali, chi è a favore di una cosa e chi è contro l'altra cosa. Sarebbe di nuovo abbassare il livello. Io credo che noi abbiamo cercato di dare una risposta a quello che vediamo in questa fase, sapendo bene che una proiezione su tutto quel meccanismo di sviluppo che voi avete portato, aumentando il prelievo dei fondi di riserva per una buona parte, è un meccanismo che dovremo mettere in piedi con il rispetto di tutte le componenti del tavolo, perché a me stupisce che si pensi di poter incidere sui bilanci dei Comuni senza un minimo di concertazione e senza un minimo di condivisione. Quattro o cinque emendamenti non li possiamo sostenere, perché si va ad incidere su bilanci in piena autonomia di terzi. Ci sta quindi, avete lanciato delle idee, si raccoglieranno delle sfide, però noi vi chiediamo, come abbiamo cercato di valutare in maniera seria il lavoro che avete fatto, di valutare in maniera seria il lavoro che abbiamo fatto noi e soprattutto, finita questa discussione, di unire lo sforzo affinché questo Consiglio regionale possa sostenere in piena forza politica - con la consapevolezza che è una battaglia che si fa per tutti, soprattutto per chi verrà a governare dopo - le rivendicazioni che questa maggioranza ha fatto nei confronti dello Stato. L'invito quindi è all'unione, è un invito alla visione della Valle d'Aosta al di là degli schieramenti, dei partiti e delle persone.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Dopo un giorno e mezzo di dibattito, con la possibilità di confrontarci sul tema del bilancio, che è un po' la sintesi del quinquennio, un quinquennio difficile, un quinquennio travagliato... ma questo è l'ultimo bilancio di questa legislatura.

Vorrei fare due premesse prima di iniziare ad entrare nel merito dal punto di vista politico, ma anche un po' amministrativo. Prima premessa: non so se avete avuto modo di apprezzare il posizionamento di tutta l'opposizione, non abbiamo fatto melina, non abbiamo fatto ostruzionismo, è da due mesi che questa nuova maggioranza sta lavorando sul bilancio triennale e nelle varie commissioni non abbiamo alzato delle barricate, non abbiamo iniziato a dire: non ci scaricate il DEFR. Io mi sento ancora l'eco del collega Marguerettaz, per quei pochi mesi che ha passato all'opposizione quante ne ha dette e cantate in quest'aula! No, noi abbiamo deciso un profilo diverso, perché le polemiche sterili non ci interessano. A noi, leggendo attentamente le premesse del DEFR, interessava conoscere lo stato dell'arte della comunità valdostana, una comunità valdostana che ha diverse marce: ci sono delle zone più ricche e delle zone meno ricche. Delle zone più ricche che possono essere il motore per quelle meno ricche, grazie a delle modifiche in Consiglio regionale, possono essere utili a compensare la differenza. Non abbiamo quindi abboccato a quelle ghiotte possibilità dato che abbiamo avuto dieci giorni per confrontarci e preparare una nostra proposta.

Capisco l'imbarazzo del collega Bertschy nell'intervenire poc'anzi, imbarazzo dal punto di vista politico, che deve rispiegare per l'ennesima volta perché hanno fatto questa scelta dal punto di vista politico. È una scelta di natura politica e ognuno si assume le proprie responsabilità e noi, come gruppo di ALPE, ci siamo assunti delle responsabilità. Il collega Marguerettaz ha detto che siamo stati incapaci, inadeguati in quei sette mesi. Il collega è stato in Giunta per 15 anni, oggi ha dato la pagella a tutto questo Consiglio: due, uno, zero, probabilmente io il peggiore, lui il migliore e ci ha proprio spiegato tecnicamente quanto questo Consiglio è scarso. Ci ha spiegato politicamente, dal punto di vista amministrativo e invece mi è sembrato di sentire anche dal Consigliere Rollandin che ci sono meno risorse, ci sono difficoltà, ma forse qualcuno non era presente in questo Consiglio in questi 15 anni, e ha governato, e quei 6-7 mesi all'opposizione facevano male e quindi bisognava ritornare, ma queste sono cose che a noi non interessano.

Dal punto di vista politico, mi dispiace aver sentito da due autorevoli Assessori che sono intervenuti che avrebbero voluto discutere di più, spiegare di più ai valdostani la bontà di questo bilancio, ma c'era tutto il tempo. Collega Baccega, lei ieri aveva 50 minuti per spiegare alla comunità valdostana la bontà delle sue scelte. Collega Guichardaz, ieri aveva 50 minuti. Io capisco l'imbarazzo politico dei due "cespuglietti" che sono utili a tenere insieme questa maggioranza e che si vedono fagocitare un po' dagli altri due gruppi un po' più robusti, un po' più importanti. Capisco le difficoltà, ma noi pensiamo che i regolamenti siano uguali per tutti. Dato politico: come possiamo noi non avere le preoccupazioni sul rischio di non avere delle certezze dal lato legato alle risorse? Come possiamo non essere preoccupati? Come possiamo non avere quel rischio totale nel momento in cui stiamo parlando di risorse pubbliche innanzitutto? A me hanno sempre insegnato che le scommesse si possono fare nella propria sfera personale, non nel gestire le cose di altri e delle cose pubbliche. Capiteci, mettetevi dalla nostra parte del campo. Noi non abbiamo i punti di caduta, magari il Presidente Viérin più tardi ci spiegherà il punto di caduta certo, se ci saranno tutte le risorse a disposizione, ma non vorremmo neanche - e lo speriamo - che fra due mesi questo Consiglio a febbraio torni e modifichi le regole del gioco perché non ci sono le risorse. Dicevano bene i miei colleghi del movimento Morelli, Certan e Roscio: abbiamo veramente studiato, guardato, cercato di capire cosa le Province autonome stanno mettendo in campo in questi mesi, in questi anni e soprattutto in questi ultimi giorni: risorse certe, accordi certi, disponibilità certe. Talmente certe che hanno cercato di fare dei passi in più, cercando di non mettere la mano nel portafoglio delle imprese, delle famiglie, di lasciare manovrabilità all'interno delle aziende, di premiare i più bravi. E mi allaccio all'intervento di ieri del Presidente della Regione, evviva se c'è un confronto serrato dal punto di vista politico! Avessimo tutti la stessa idea, ci sarebbe un unico movimento, un unico partito. Evviva le sensibilità, evviva se abbiamo delle idee diverse, evviva se pensiamo una Valle d'Aosta diversa, evviva se abbiamo delle misure da mettere in campo diverse. Oltre alle pagelle del collega Marguerettaz che ho sentito... a me le pagelle non interessano, mi piacerebbe di più sapere le pagelle che ci daranno eventualmente nei prossimi mesi i cittadini valdostani... sicuramente non dal collega Marguerettaz.

Nel momento in cui la nostra direzione è alternativa, vuol dire che siamo nella direzione giusta. Questo dal punto di vista politico ci dà quel conforto robusto che siamo nella direzione, perché se il risultato sono i 15 anni di gestione degli ultimi 15 anni e anche dopo una certa sgradevolezza, perché c'è un maestro, c'è il savant, c'è chi sa tutto del mondo, è il migliore e poi c'è la plebaglia. Nessun problema, siamo persone perbene. Ce lo diceva lei, sì, siamo persone perbene, siamo persone semplici, ma conosciamo il bilancio regionale, conosciamo le potenzialità della Valle d'Aosta, conosciamo la comunità valdostana e conosciamo anche le criticità dei valdostani e ci piacerebbe mettere in campo delle azioni, mettere in campo delle misure per: uno, creare le condizioni a tutti uguali; due, per le comunità che hanno più difficoltà compensare magari con delle leve pubbliche, che non sono dei contributi. Torno alle tre proposte che noi abbiamo fatto partendo dal fondo. Tocco proprio questo elemento più delicato: quello della quotazione in Borsa della nostra CVA. Presidente Viérin, ci abbiamo messo un po' di tempo a trovare una sintesi sull'emendamento n. 18 che abbiamo presentato, ma è la forza della politica, della volontà di capire quale deve essere il punto di caduta sulla quotazione CVA. I 12 Consiglieri delle tre forze che in questo momento sono all'opposizione ritengono che in questo momento è troppo importante che ci sia la possibilità per la comunità valdostana di poter partecipare a questa scelta. Per fare questa scelta, però, dovevamo modificare le regole del gioco. Per modificarle, dovevamo inserire in legge l'obbligo di votare come Consiglio regionale la quotazione, a quel punto sarebbe scattata la possibilità di passare per il tramite del referendum. Dal nostro punto di vista, evviva il dibattito come c'è stato ieri sull'emendamento che noi abbiamo proposto. Bertschy, prima lei ci diceva: "nulla di personale", ma assolutamente nulla di personale, ma se abbiamo delle idee diverse, dobbiamo scriverle, metterle nero su bianco e modificare le leggi, altrimenti fuffa e aria fritta, con le quali io penso che sia difficile andare a fare campagna elettorale del perché uno vuole andare in una certa direzione e perché un altro vuole andare in un'altra direzione.

L'altro pilastro dove noi abbiamo voluto incidere insieme ai colleghi, dal nostro punto di vista troppo importante, è il settore agricolo. Non ci saranno problemi sugli anticipi, perché così ci è stato assicurato dall'Assessore competente? Saremo felicissimi. Ma se non sarà così, avete perso un'occasione. Non avete creato le condizioni per dare delle risposte puntuali. La terza, la più ambiziosa sicuramente, è quella di cercare di creare posti di lavoro, quella di cercare di rilanciare un'economia fragile, quella di cercare di aiutare di più dal punto di vista pubblico - ed è lì che c'è l'indirizzo di natura politica, collega Bertschy, ed è lì che c'è la possibilità politica di modificare le regole del gioco, ne avevamo discusso anche quando eravamo in Giunta insieme - mettere in campo delle azioni pubbliche dove il motore è più delicato, è meno rampante e l'economia è più fragile. Fa quindi la differenza, anche perché ci sono altre comunità che fanno la differenza, perché, dal punto di vista soprattutto turistico, riescono a dare delle risposte più puntuali.

Vorrei fare tre considerazioni anche sulla sanità. Dal nostro punto di vista, la salute ha un prezzo, ma la sanità costa, lo sappiamo. Non basta inserire nelle voci di bilancio più 10 milioni di euro. È positivo, ma non è sufficiente. Occorre conciliare la razionalità con i bisogni reali, attuando scelte strategiche sul campo attraverso gli organi preposti non all'interno delle segrete stanze. Oggi più che mai la razionalizzazione della spesa sanitaria dovrà essere una sfida per i prossimi anni in un progetto che la renda investimento di risorse e non esborso di denaro, due concetti fondamentali. Dovrà essere una sanità efficace ed efficiente in tutto il territorio valdostano, ma l'obiettivo dovrà essere da una parte evitare lo spopolamento delle aree montane e, dall'altra, contenere il danno derivante dalla comparsa dell'evoluzione di malattie acute e successivamente invalidanti se non trattate nei tempi giusti. Noi vogliamo una sanità più radicata sul territorio, che cerchi di coniugare il numero di risorse utilizzate per produrre salute, evitando il declino di una persona anziana o disabile con le prestazioni sanitarie e di tempi con cui queste vengono realizzate. Nelle zone più distanti dall'ospedale, sempre più a rischio di spopolamento, vivono tante persone anziane, che hanno il diritto di rimanere nelle loro case e di essere tutelate nei momenti di necessità e dell'urgenza, come coloro che vivono a due passi dall'ospedale. Gli investimenti vanno tarati in relazione a ricadute e non in base alle persone, con scelte che devono essere misurabili e soprattutto trasparenti. Da questo punto di vista, è il momento del coraggio per garantire con efficacia ed efficienza una protezione sanitaria omogenea su tutto il territorio valdostano. E qui interviene la politica, perché, nel momento in cui la sfida è quella di rendere omogeneo il territorio valdostano, sappiamo perfettamente che non devono esistere zone di serie A e zone di serie B, perché stiamo parlando della salute del cittadino.

Termino il mio intervento per quanto riguarda il discorso della proposta che noi abbiamo fatto su questa legge di stabilità. Io penso che c'è stato modo in questi giorni di poter valutare due scuole di pensiero, due visioni: la prima - la rispettiamo, ma non la condividiamo dal punto di vista né politico, né amministrativo - è stata quella di utilizzare in toto la disponibilità e ingrassare gli Assessorati. Non siamo contrari se ci sono più risorse, ma siamo contrari a come vengono utilizzate queste risorse. La seconda invece ci sembra da incoscienti, perché ecco la proposta che noi abbiamo fatto ieri mattina; collega Guichardaz, non abbiamo fatto la proposta di andare a gennaio a discutere la legge finanziaria, la proposta era di andare a giovedì pomeriggio nel momento in cui c'erano punti di certezza dal punto di vista statale e nazionale e terminare i lavori entro le 18:00 di venerdì 22, ma non c'è stata la volontà. La volontà è quella di forzare, la volontà è di fare la gara a chi è più autonomista. Io penso che la gara si faccia nel momento in cui si modificano le leggi che noi abbiamo e che si creino le condizioni a quella comunità, che hanno una velocità inferiore, che hanno delle criticità superiori magari a quelle poche comunità, invece, molto più ricche, quella sfida che, dato che tanti di noi conoscono molto bene il territorio valdostano e sappiamo perfettamente che ci sono zone meno fortunate di altre, io penso sia sempre quella di creare le condizioni per una qualità di una vita migliore, più dignitosa, che abbia la possibilità di conciliare famiglia e lavoro, ma, per fare questo, non bastano le chiacchiere, non bastano gli slogan. Io penso che il pubblico parli per atti e noi oggi e ieri abbiamo parlato per il tramite di atti, non abbiamo voluto fare melina, accettiamo le pagelle del collega Marguerettaz, che è quello che praticamente ha lavorato meglio di tutti negli ultimi 15 anni, dopo aver portato a casa i risultati (è l'Assessore ai contenziosi) sui trasporti, sull'aeroporto, sulla ferrovia, sulle autostrade. Se questa è la sua pagella, vuol dire che siamo sulla strada giusta e cercheremo di spiegare ai valdostani che questa è un'occasione persa e che oggi volutamente avete cercato di aumentare i muri non accettando praticamente nulla delle nostre proposte, convinti che questa sia la strada giusta, che nulla deve cambiare, anche se fuori da questo Palazzo c'è una comunità intera che ci chiede invece di modificare le regole del gioco e di creare le condizioni per mettere in campo nuovi posti di lavoro.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Nogara, ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Io vorrei iniziare il mio intervento partendo dalla fine dell'intervento del collega Fosson, che giustamente diceva che stiamo andando verso un periodo elettorale e quello che si è sentito ieri e oggi in quest'aula praticamente per l'80 percento dei discorsi è solamente propaganda elettorale.

Non è giusto - e le do ragione - alzare i toni in un ambito del genere, offensivi e, non solo in quest'aula, ma anche con altri sistemi sui social, sono cose che non condivido. Io ero uno, forse il quarto di quegli Assessori, Consigliere Chatrian, che avrebbe voluto parlare di quello che ha cercato di fare e forse un po' negli ultimi interventi si è parlato effettivamente di bilancio, si è parlato di che cosa si vorrebbe fare. Mi ero preparato e ho voluto intervenire perché non mi riconosco nelle allusioni fatte oggi dai Consiglieri di minoranza. Si è parlato di mancette, si è parlato di spot elettorali, si è parlato di fine legislatura.

Per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda, questo bilancio è stato discusso - collegialmente direi - con la maggioranza e in Giunta, sentir dire che magari i cantieri forestali sono uno spot elettoralistico vuol dire che io ho proprio iniziato da lontano, perché il primo intervento che ho fatto in quest'aula è stato proprio sui cantieri forestali, poi che si dica che gli investimenti sono stati fatti solo per il 2018 non è assolutamente vero. Collega Gerandin, lei, a parte che sa tutto, esce sempre con "bisogna spiegare ai valdostani", bisognerebbe spiegare ai valdostani visto che - come ci ha dimostrato in quest'aula - lei è un esperto di bilancio, che sa tutto sul bilancio... anche ieri io le ho letto una nota da parte degli uffici del Bilancio - anche ora il collega Chatrian l'ha tirato fuori - in cui dicono che i fondi di rotazione non bastano per quello che chiedevate voi, bisogna rimpinguarli. Lei però dice che è tutto sufficiente e bisognerebbe a questo punto spiegare ai valdostani perché lei, così esperto, quando è stato il momento - e glielo abbiamo chiesto tutti - di fare l'Assessore al bilancio non c'è stato verso, lei si è sempre voluto tenere fuori da tutto. Ricordo le varie volte che il collega Chatrian l'ha pregata di fare l'Assessore al bilancio viste le sue capacità, lei non ha mai voluto farlo, anzi addirittura ha dato le dimissioni anche dalle commissioni. Quando poteva, usciva dall'aula, così per poter sparare a zero su tutti e su tutte le cose fatte, poi si può sbagliare, si può fare bene, si può fare male, però si cerca di fare, almeno per quanto ci riguarda, il bene dei valdostani.

Per quanto riguarda i cantieri forestali, le dicevo, quest'anno ci sarà un impegno più importante rispetto al 2019 e al 2020, ma è normale perché dobbiamo rimettere in piedi una struttura ferma. Dobbiamo rimettere in piedi i macchinari, e le strutture, sforzo economico solo per quest'anno ma non per il 2019 e per il 2020. Si sono messi dei soldi nei consorzi di miglioramento fondiario per fare delle piccole manutenzioni.

Si è parlato tanto di occupazione. Adesso vedo lei, Marquis, che mi sta ascoltando, anche lei ieri ha detto: "l'occupazione: mettiamo dei soldi nei cantieri forestali, ma forse sarebbe meglio metterli da un'altra parte". Guardi che i cantieri forestali, a parte l'occupazione, sono delle professionalità da non perdere e sono delle professionalità che ci danno tanto per l'ambiente naturale della Valle d'Aosta. Noi abbiamo avuto l'esempio quest'estate delle grosse problematiche di incendi che ci sono stati in Piemonte; noi abbiamo avuto le stesse condizioni climatiche, ma avevamo forse un'altra organizzazione, senza "forse". Fortunatamente abbiamo il Corpo forestale valdostano, abbiamo delle strutture che lavorano all'interno delle nostre foreste e questo non è da poco, e in più danno anche occupazione.

Vogliamo chiudere i riordini fondiari - è un discorso molto caro al Consigliere Chatrian -, è un impegno che ci siamo presi. Qui devo dire che l'impegno di chi mi ha preceduto, per quanto concerne gli accordi con l'Ufficio delle entrate, è stato importante per riuscire a chiudere determinate situazioni. Siamo intervenuti e vogliamo intervenire per i danni da calamità naturale. Se secondo voi queste sono mancette elettorali che vengono date, ditelo a quelle persone che hanno il 90-95 percento di danni nelle vigne, che il prossimo anno non riusciranno a tirare fuori nemmeno un euro, perché non hanno prodotto niente, o quelli che hanno i meleti e che non hanno raccolto quasi niente. Se queste, secondo voi, sono mancette che non si dovevano dare, ne spiegherete il perché alla gente, come spiegherete il fatto di questi interventi, o il fatto di mantenere il nostro ambiente naturale. In più sono stati messi anche dei soldi per le problematiche di natura idrogeologica, perché, come sapete tutti, non siamo una regione in piano, ma siamo un po' in salita e abbiamo grossi problemi per quanto riguarda le frane, i dissesti idrogeologici, anche qui sono stati fatti degli interventi. In più tutti i danni che vengono fatti agli agricoltori dalla fauna selvatica e sono danni riconosciuti non solo in quanto fatti effettivamente, ma anche riconosciuti da tantissime misure preventive che vengono prese in questo settore.

Io ho ascoltato attentamente tutti gli interventi, devo dire, Consigliera Certan, che i toni che lei usa non sono adeguati ad un'aula di un Consiglio regionale, secondo me, lei rasenta sempre la maleducazione negli interventi che fa, ma questa è una mia considerazione personale. Nel suo intervento lei ha solo sparso del veleno su tutti, senza parlare minimamente del bilancio regionale. Forse era il caso di essere un po' più tecnici, piuttosto che continuare sui social a scrivere, fortunatamente io sui social non ci bazzico.

Vorrei terminare questo intervento per dire che, in quest'ultimo periodo, abbiamo veramente lavorato alacremente per riuscire a dare un bilancio accettabile a questa Regione, lo difendiamo, lo difenderemo anche se ci saranno delle novità a livello nazionale e non abbiamo paura di farlo.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (AC-SA-PNV) - Abbiamo discusso due giorni in aula sul bilancio regionale del 2018, era un importante documento, era un momento atteso da tutta la comunità, perché dovrebbe essere il momento in cui si delineano le soddisfazioni ai bisogni dell'intero territorio regionale. Devo dire che viviamo un momento di grande difficoltà come Valle d'Aosta, abbiamo una realtà malata, un'economia in difficoltà rispetto a quella di altre Regioni, abbiamo un sistema che non è più sostenibile rispetto alle risorse che c'erano in passato. Abbiamo vissuto per tanti anni con l'IVA da importazione, con il trasferimento sostitutivo, con i proventi del Casinò, con i proventi dei nove decimi fiscali, tutto questo non c'è più. Sono calate del 40 percento le nostre risorse a disposizione, bisogna creare un nuovo modello. Noi in questo momento ci aspettavamo di cominciare questo progetto. Credevamo che questa fosse l'occasione giusta, ci era stato prospettato che c'erano dei soldi a disposizione rispetto all'anno scorso in più e con questo abbiamo sognato e immaginato un bilancio con una visione nuova di Valle d'Aosta, perché la società è in difficoltà, negli ultimi cinque anni c'è stata una riduzione del fatturato regionale, del PIL dell'11 percento. Tutti i settori sono andati in difficoltà, l'unico che ha tenuto è quello dei servizi e del turismo. L'edilizia ha perso 2400 posti di lavoro: il 34 percento degli investimenti. Oggi leggiamo sul giornale che la più solida impresa della Valle d'Aosta lascia a casa 33 dipendenti, perché non ci sono investimenti, perché tutti i soldi vanno in spese correnti (c'è scritto sull'articolo). È questo il destino a cui stiamo andando incontro e questi sono degli scenari preoccupanti. La disoccupazione dal 3,5 percento è arrivata all'8,5 percento, ma non solo è arrivata la disoccupazione a questo livello, ma anche la qualità del lavoro è diminuita. È diventato tutto precarietà, a tempo determinato. Le situazioni sono di estrema difficoltà sul territorio, è cresciuta anche la povertà, i giovani non hanno possibilità di affermarsi; dai 15 ai 24 anni uno su tre è a casa. È per questo che la Valle d'Aosta ha bisogno di una sferzata, che richiede un nuovo modello innanzitutto culturale con la valorizzazione dell'iniziativa privata, con la valorizzazione delle famiglie. È questo che ci aspettavamo da questo bilancio: una nuova visione. Noi siamo consapevoli che c'è questa necessità e su questa base ci siamo apprestati per affrontare la gestione del bilancio. Abbiamo cercato di mettere in atto delle iniziative che avevamo intrapreso come percorso dal 10 marzo, perché il 10 marzo è partito un progetto del cambiamento che poi, per tutta una serie di ragioni, non si sono concretizzate.

Collega Bertschy, è inutile che cerchi oggi di giustificare dei salti della quaglia, io so quanto lei ha fatto per riuscire a dare stabilità al nostro progetto, credo che lo sappia anche tutta l'aula e lo sappia anche la comunità valdostana. Credo che bisogna innanzitutto crederci quando si mettono in atto dei progetti. Quello che mi ha fatto più male a livello politico è sentire dentro quest'aula: "riportiamo le lancette al 10 marzo, riportiamo indietro il tempo". Io credo che la Valle d'Aosta abbia bisogno di portare avanti il tempo, deve recuperare il tempo perso in questi anni, perché non è andato tutto così come ci si aspettava, perché probabilmente ci sono state tante risorse a disposizione della Valle d'Aosta non investite come si doveva. Se fossero state investite come si doveva, la Valle d'Aosta oggi non avrebbe l'8,5 percento di disoccupazione, avrebbe il 3,5 percento che c'era nel 2007. Probabilmente il modello è andato in crisi e va cambiato, per questo occorre un approccio nuovo, un approccio che non può fare a meno di una rinnovata progettualità. Una progettualità che guardi allo sviluppo, che guardi alla crescita e per questo occorre lavorare anche nel consolidare i rapporti con lo Stato. È un impegno sul quale abbiamo profuso molte energie nei sette mesi di governo, ve lo posso assicurare. Siamo riusciti ad ottenere l'approvazione di questa norma. Oggi ho sentito il collega Rollandin che ha detto: "l'abbiamo saputo sabato che è stata approvata". È da due mesi che si sapeva che poteva essere applicato l'effetto di questa norma dal 1° gennaio, nessuna sensibilità su questi argomenti e questo non è un danno che si fa a noi, a questa parte politica, all'opposizione, ma è un danno che si fa alla comunità intera non andare a riscontrare le esigenze. Non è che l'abbiamo inventata noi l'acqua calda, la manovrabilità fiscale è uno degli strumenti più forti per creare dello sviluppo sul territorio di una regione disagiata, una regione di montagna, una regione che è meno competitiva rispetto ad altre nel panorama oggi economico, che ha bisogno di sfide sempre più globali. Paghiamo il prezzo della marginalità noi qui in Valle d'Aosta. Abbiamo delle difficoltà di operatività, quindi tutte queste iniziative che sono state messe in atto, che abbiamo cercato di proporre non sono state recepite e questo ci dispiace. Continueremo in modo incessante a proporre queste iniziative alla Valle d'Aosta e ai valdostani, perché siamo sicuri che la politica si distanzia sempre di più dal sentire della gente e questo francamente è un problema grande, perché sempre più spesso si lavora per non dare soluzioni ai problemi dei valdostani.

Io non ho detto che non si devono assumere gli operai forestali, io dico che è una buona cosa l'assunzione degli operai forestali, è un taccone che mettiamo per dare del lavoro a 400 persone per 100 giornate di lavoro, ma quello che mi aspetto della progettualità di una maggioranza regionale è che metta in piedi un progetto perché la disoccupazione passi dall'8,5 percento al 6 percento in un anno. Quali sono quindi le azioni che abbiamo creato per cercare di ottenere lo sviluppo della Valle d'Aosta? Io di questo non ne ho sentito parlare e sono sicuro - e questo purtroppo lo dico molto a malincuore - che il prossimo anno il tasso di disoccupazione non avrà dei risultati migliori di questo. Possiamo augurarci perlomeno che la situazione non peggiori. Andando avanti così, come quest'anno è stato aumentato del 20 percento il fondo dell'emergenza abitativa, manderemo tutti i valdostani in emergenza abitativa, ma il nostro obiettivo non deve essere quello di dare i contributi per gli affitti, è quello di mettere nelle condizioni i valdostani di potersi pagare l'affitto. Credo che sia questa la nuova sfida, il vedere una Valle d'Aosta diversa, è su questo che noi ci battiamo. Ci rendiamo conto che bisogna seguire le strade che hanno perseguito le strade le altre Regioni, che sono più avanti di noi: il Trentino, con le sue due Province autonome, sono un esempio di autodeterminazione, di gestione della propria autonomia. L'autonomia non è uno slogan, che serve per inneggiare ai popoli o per creare delle condivisioni nei momenti di difficoltà, va gestita bene e io credo che in quest'aula bisogna avere la capacità di fare dell'autocritica su come sia stata gestita l'autonomia negli ultimi decenni, probabilmente qualcosa di più si poteva fare.

Collega Marguerettaz, abbiamo ascoltato tutti gli apprezzamenti che ha fatto verso i suoi colleghi. Noi non entreremo nel merito dei giudizi di ciascuno e a dare le pagelle. Sicuramente lei è stato il migliore, il campione, uno dei responsabili che ha portato la Valle d'Aosta in questo stato. Mi preoccupano le parole che ho sentito prima, perché il colloquio che lei ha avuto con il collega del Trentino probabilmente ha confortato la sua tesi: quella che non bisogna mai fare degli accordi e quindi di continuare ad andare verso i contenziosi. Lei stia tranquillo che di accordi non ne ha fatti in questi 10 anni. È l'Assessore al contenzioso. Ci ha creato contenziosi con l'aeroporto, con il Tor des Géants, con la ferrovia; si è paralizzata la Valle d'Aosta sotto questo profilo. Non saranno tutte colpe sue, probabilmente lei è dovuto intervenire in una situazione delicata, però almeno non si permetta di dare dei giudizi ai suoi colleghi. Credo che questo sia dovuto sotto questo profilo. Io mi auguro che il confronto possa avvenire e rimanere sotto il profilo politico.

Quanto ai 140 milioni, non è sicuramente colpa del Presidente Viérin, è una situazione che si protrae da un arco temporale lungo, è iniziata alcuni anni fa. Io sono convinto che le prerogative della Valle d'Aosta vadano difese con serietà e responsabilità, è su questa base che abbiamo portato avanti l'istanza di ricorso alla Corte costituzionale e al TAR del Lazio sulla partecipazione al risanamento dei conti dello Stato per il 2017. Probabilmente noi avremmo agito diversamente in questa fase qui. Lo riteniamo imprudente questo passaggio fatto nel momento di approvazione della legge finanziaria dello Stato, perché non è che la prudenza significa essere rinunciatari, perché se domani la legge finanziaria dello Stato verrà approvata, bisognerà adeguarsi e quindi non è che si rinuncia a niente. Il contenzioso o le eventuali interlocuzioni devono essere portate avanti per trovare la soluzione definitiva a questo problema, ma sicuramente quello che rischiamo noi è di trovarci in una situazione che occorrerà, per il tramite credo del collega Testolin, che sarà chiamato per portare avanti delle questioni e andare a portare a casa dei valdostani le risorse che sono state promesse... credo che si troverà l'ingrato compito purtroppo di andarle a togliere. Io questo non me lo auguro per la Valle d'Aosta, sennò avremmo di nuovo perso un'occasione.

Crediamo fermamente che il modello non possa più essere sostenibile, il modello debba essere cambiato, non c'è più tempo da perdere, perché di tempo ne è stato già perso molto, pertanto abbiamo l'esigenza di rispondere ai valdostani attraverso le azioni che la politica seria può mettere in atto, ma ci va progettualità, ci va copertura finanziaria, ci vanno le risorse stanziate su diversi anni. Quest'anno il bilancio è stato stanziato in modo più ricco, più sostenuto, ma il 2019 e il 2020 saranno di nuovo anni di maggiore difficoltà. Quando si ragiona sulle entrate, bisogna anche fare dei ragionamenti di valutazione sull'economia valdostana. Al di là di avere il saldo pari delle entrate, bisogna anche vedere come evolvono le varie voci. Le voci delle entrate che si riferiscono all'economia valdostana, al prodotto della Valle d'Aosta hanno subito un decremento, a partire dal 2011 ad arrivare ad oggi, di 80 milioni di euro. Il problema che abbiamo pertanto è quello che dobbiamo generare nuovo gettito, dobbiamo aumentare la base imponibile, ma se non si creano le condizioni di sviluppo, non si genera del fatturato, non si aumentano gli introiti della Regione. Oggi viviamo di finanze proprie, pertanto è imprescindibile per un approccio futuro, corretto e sostenibile cambiare passo.

Noi volevamo fare la nostra parte nella gestione di questo bilancio, volevamo essere propositivi, siamo stati propositivi con tutta una serie di iniziative, che andavano anche sull'edilizia, che è particolarmente sofferente, affiancando la misura che abbiamo varato sui mutui, quella dell'azzeramento dell'IMU. Non era nostra intenzione togliere del gettito ai Comuni, perché la Regione avrebbe ristorato i Comuni del mancato gettito, questo deve essere molto chiaro. La manovra finanziaria che avremmo messo in atto era una manovra di detrazioni fiscali per 45 milioni di euro che sarebbero stati nelle tasche dei valdostani. Non serve per noi mettere le mani nelle tasche dei valdostani per poi raccogliere i soldi e distribuirli a pochi. Questo percorso fatto in tanti anni è stato un percorso che ha arricchito pochi, ma ha impoverito la Valle d'Aosta intera. Crediamo pertanto che si debba andare in questa direzione, continueremo a sollecitare il Governo a cercare delle collaborazioni attraverso la proposizione delle nostre idee e ci auspichiamo che quanto prima, anche dentro l'aula, arrivino le sensibilità che ci sono nella comunità valdostana, perché la comunità valdostana sente il bisogno di dover crescere. Mi spiace vedere dei colleghi nella maggioranza, che sono degli imprenditori, che avrebbero dovuto sostenere le nostre iniziative, darci una mano, far sentire la voce del territorio, sentirli silenti senza dare un minimo di collaborazione per andare sulla strada giusta; questo mi rincresce e auspico che possa cambiare qualcosa anche sotto questo profilo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Viérin (UVP) - J'ai écouté et nous avons écouté avec attention ces deux jours de débat pour un budget et une loi de stabilité qui ont déjà été approuvés hier; j'ai écouté ce matin le TG3 de la Région, qui disait: "questa mattina arriverà il voto finale", mais en réalité aujourd'hui on vote sur les dispositions liées à la loi de stabilité, tandis que le budget a été approuvé hier. Le débat qui n'a pas été réalisé hier, en effet s'est développé aujourd'hui, mais le thème qui a animé un peu tout le débat, et surtout ce qu'on a essayé de dire hier, était le thème de l'autonomie.

Tra i vari interventi - alcuni rabbiosi, alcuni pacati e altri da spiegazione sia tecnica, che politica, che amministrativa, poi in tanti hanno cercato di argomentare le proprie ragioni - credo che proprio il tema dell'autonomia sia stato quello alla base di ciò che ha visto nascere il bilancio regionale. Abbiamo cercato di spiegarlo ieri, ci dispiace che non sia stato colto, perché quando si dice che qui non bisogna dare patenti di autonomisti... nessuno ha dato patenti da autonomisti, ci siamo misurati su un fatto. Qui quindi possiamo venire in 35 a gridare: "io sono autonomista", "io anche", "io di più", anche Cognetta è diventato autonomista, anche il Cinque Stelle è diventato autonomista, quindi, in vista delle elezioni, tutti cercheranno di essere autonomisti, non autonomisti, in base ai comizi che si andranno a fare. Dire che si è autonomisti se poi un concetto è vuoto - la scatola dell'aria della Valle d'Aosta della Certan -, e dopo Natale arriva anche la Befana, quindi i doni possono essere distribuiti come qualcuno dice ma poi bisogna anche essere un po' onesti nel dire che l'autonomia non è un regalo, non è un dono, l'autonomia è un valore.

Quando ieri ci siamo misurati su un tema... era quello di rimandare o meno il bilancio, non era nient'altro. Secondo il mio modesto parere, abbiamo visto chi era autonomista nei fatti, poi ognuno si può dichiarare autonomista e dico perché. Tutti eravamo convinti di aver costruito il bilancio con i fondi che ci sono dovuti, qualcuno lo ha detto, poi sicuramente ci sono delle visioni sfumate anche nell'opposizione - e ci tornerò - ma è stato detto: questi fondi ci sono dovuti, in base alle sentenze, alle leggi, tutte le cose che ci siamo detti, tranne nell'interpretazione di qualcuno, che poi in più dice che non ci sono dovuti. Se tutti abbiamo costruito il bilancio non sulle promesse che noi abbiamo fatto, perché noi ci atteniamo agli atti e l'atto della Regione autonoma Valle d'Aosta è il bilancio della Regione autonoma Valle d'Aosta, poi ci sono le trattative istituzionali, ci sono i contatti... Ancora stamattina sulla stampa abbiamo letto che ogni giorno cambia qualcosa, spariscono i bonus, tornano i bonus, ma noi non siamo al mercato delle vacche, noi abbiamo cercato di far valere le nostre prerogative con delle impugnative, con delle leggi nel bilancio regionale dell'anno scorso, ma ne abbiamo parlato ieri, quindi se vogliamo dimenticarci le argomentazioni che abbiamo prodotto ieri, lo possiamo fare, ma il nostro bilancio è il nostro bilancio ed è stato approvato ieri. Voi ritenevate di dover aspettare lo Stato per poi fare il nostro bilancio. Noi diciamo un'altra cosa: noi non aspettiamo neanche un minuto, nel senso che tutto quello che abbiamo fatto e che abbiamo cercato di fare, qualcuno in questi 60 giorni, qualcuno nei mesi antecedenti, qualcuno prima ancora, è stato di far valere i nostri diritti anche attraverso impugnative, ma o siamo convinti che questi fondi sono nostri e che non sono più dovuti nel 2018, o sennò non dovevamo prevederli.

Nel 2017 vorrei ricordare che è un po' diversa la situazione, perché quel "cesserà comunque nel 2017" era oggetto di interpretazione, così ci hanno insegnato a scuola. Magari qualcuno è ancora più bravo qui, ma nel 2017 significa che nel 2018 viene dopo o prima? Significherà bene che dal 2018 non sono più dovuti! E noi dovevamo costruire un bilancio senza prevedere i nostri fondi? I fondi non nostri della Giunta, dei valdostani. Noi li abbiamo messi nel bilancio, abbiamo scritto allo Stato il 6 novembre dicendo... anche perché avevamo avuto dei colloqui non con il "cerchio magico", collega Gerandin. Io non ho cerchi magici, io ho degli ideali e un movimento, le ha già cambiato due o tre movimenti in due o tre anni, si vede che lei non trova il cerchio giusto, che è un po' diverso. Noi abbiamo scritto, riteniamo e abbiamo ritenuto che questi fondi sono nostri e così abbiamo scritto il bilancio. Non capisco che cosa dovevamo fare, scriverlo senza e poi aspettare? Noi abbiamo ritenuto di tenere la posizione più autonomista che noi riteniamo di avere. Voi ritenete che la posizione autonomista sia consegnare le chiavi a Roma dell'Assessorato al bilancio e finanze e chiedere come dobbiamo fare il bilancio? Soprattutto con una certezza di risorse che noi riteniamo essere dovuta. Se una sentenza dello Stato non è una certezza e se una nostra legge regionale, non impugnata, non è una certezza, scusate, ma non siete autonomisti. E non lo dico da un punto di vista personale, lo dico sui fatti politici. Qui poi tutti sanno, tutti parlano, anzi sanno di più, ma questo è quello che noi abbiamo ritenuto di fare, ma è una scelta politica, non tecnica. Fra 4-5 giorni ci sarà l'approvazione del bilancio dello Stato? Vedremo lo Stato cosa ha inserito, vedremo che cosa ci conviene fare a livello di tutela dei nostri diritti, ma rinunciare ancor prima che un diritto nostro sia messo in discussione da un altro organo noi crediamo che non sia essere autonomisti.

La prima questione quindi è questa, avete una visione diversa. Noi non la condividiamo - come dice Chatrian - ma la rispettiamo, ma non venite poi qui a dire: "noi siamo autonomisti e voi siete imprudenti". Essere autonomisti significa difenderla tutti i giorni l'autonomia e l'autonomia parla anche per atti che si adottano e noi oggi adottiamo il bilancio della nostra Regione, non dello Stato. Ancora in questi due giorni abbiamo cercato di agire per tentare di veicolare le nostre interpretazioni su quel testo, ma poi discuteremo su com'è scritto il testo, su come eventualmente, se il testo è scritto in un certo modo, le nostre prerogative andranno fatte valere e questo sarà ciò che porteremo avanti.

Noi non abbiamo distribuito patenti, ma neanche le vogliamo prendere. Qui abbiamo sentito di tutto, soprattutto quando alcuni colleghi premettono che cercheranno di parlare di politica per poi scadere sul personale. Alcuni interventi sono scaduti nel personale e non credo che questo sia qualcosa di molto utile. Non è un bilancio senza copertura, è il bilancio che abbiamo approvato e dove si trova la copertura? Nelle risorse che noi abbiamo. E perché si deve pensare che queste risorse non ci sono? Forse perché poi lo Stato ce le toglie. Se domani mattina lo Stato in quella finanziaria scrive che la Regione deve dare 600 milioni, noi dovevamo già prevedere che lo Stato ci avrebbe chiesto... o comunque noi lo accetteremo? Questo significa essere autonomisti o ci sono delle leggi e delle sentenze da rispettare? È chiaro quindi che sono due visioni completamente diverse e quando e se arriverà un altro attacco, da un punto di vista istituzionale, alle nostre prerogative, le faremo valere con tutti gli atti di tutela dovuti, ma non sarà il Governo che non ha fatto le scelte o, meglio, ha fatto le scelte con le risorse ridotte, ma sarà qualcun altro che ci impone di farlo. Forse quindi politicamente la cosa è diversa, perché noi le nostre scelte le abbiamo manifestate in questo bilancio con le risorse che noi crediamo e siamo certi, attraverso tutto ciò che è scritto nella legge e nelle sentenze, che noi dobbiamo avere come Regione Valle d'Aosta. "Se c'ero io, avrei fatto... se non avessi fatto...", "se fosse arrivato prima il bilancio dello Stato, non ci sarebbe stato...", "se", perché la politica si fa con i "se"? Questo è essere concreti, è essere autonomisti?

Noi abbiamo ritenuto di fare una scelta e tutto il discorso, visto che non avevate altri argomenti, è stato: "ecco, è stato fatto un bilancio che non va bene", quindi non siete entrati negli argomenti. Avete presentato degli emendamenti, che noi avremmo anche accettato, che erano tutti farlocchi, quelli sì che erano farlocchi! Non c'era copertura. Venite a contestare, Elso Gerandin, che non c'è copertura, che i cantieri non sono sul triennio e avete fatto degli emendamenti prevedendo solo un'annualità di copertura e venite a parlare dei nostri? Noi li abbiamo fatti, sono lì. Noi crediamo nei cantieri. Ieri è stato detto qualcosa di diverso, che investire nei cantieri, collega Marquis, significa non investire nei settori produttivi. Questo è stato detto. Scusi, collega Marquis, però che lei ci venga a dare delle lezioni di economia sul PIL, sulla decrescita, quando lei è stato Assessore alle attività produttive per diversi anni, è stato in tutte le maggioranze in questa legislatura, tranne in questa piccola pausa di due mesi, è stato alle partecipate prima, è stato nel sistema... Ognuno si deve poi anche difendere, perché venire ad essere giudicati qui da persone che fanno politica, come Elso Gerandin, da quando io avevo cinque anni fa un po' specie, perché ognuno è libero di portare avanti le proprie idee, ma che sempre si venga qui dimenticando quello che uno ha fatto prima, veramente gli ex - come spesso avviene - sono i peggiori. Alla fine, come diceva un noto cantautore, forse si danno buoni consigli quando non si può più dare il cattivo esempio. I consigli ben vengano, ma che non si scada sul piano personale, perché i selfie, l'autoreferenzialità... guardi, forse si deve guardare attorno nel movimento che ha costituito.

Noi abbiamo cercato di veicolare la questione finanziaria in trasparenza, sennò ci dicevate che non dicevamo niente. Abbiamo subito informato, perché i giornalisti, la commissione chiedevano, abbiamo cercato di informare puntualmente tutti. Questo vuol dire comunicare a vanvera? Significa dire le cose come sono e scriverle ogni volta. Potevamo fare meglio? Sicuramente, ma ognuno di noi può sempre fare meglio, però qui non abbiamo parlato di bilancio: abbiamo parlato di processo alle intenzioni, di incapacità di gestire una situazione, di attacchi ai rapporti con Roma, di attacchi ai nostri Parlamentari. Per quanto riguarda questa opposizione che si sta preparando alla sfida elettorale, vorrei dire al collega Rudi Marguerettaz, che è molto legato al Consigliere Marquis, magari parlatevi anche quando fate questi attacchi a chi non ha fatto niente a Roma in questi anni... collega Gerandin, si rivolga a Marquis. Sicuramente se vogliamo guardare indietro, io ero candidato in un altro schieramento, c'era anche lei, quindi parlatevi prima e, quando avete trovato una sintesi, venite qui e ne discutiamo, perché se andiamo a vedere tutto, ci divertiamo.

Avete fatto una serata sul "nuovo che avanza" qualcuno dice, forse l'opposizione, avevate La7 che cercava Martin e Caveri, scappavano, ma questo significa farsi male, andare a dire che si è il nuovo... qualcuno mi ha detto: "ho visto il manifesto, questi sono il nuovo"...

(interruzione del Consigliere Marquis, fuori microfono)

... scusi, collega Marquis, sto dicendo un'altra cosa, sto dicendo: prima di andare a spacciare le cose per quello che non sono... si è parlato del nuovo, avete fatto una serata sul nuovo, c'erano quattro sagome e qualcuno mi ha detto: "mi sembra di riconoscere una parte di chi parla". Quello che voglio dire quindi è che, se vogliamo guardare avanti, per riallacciarmi ai discorsi moderati che invece abbiamo sentito, che sono quelli dei colleghi Fosson e Restano...

Concludo su un discorso politico: noi crediamo che sia effettivamente giunto il momento di unire le forze almeno su certi temi, almeno in vista di queste battaglie, anche politiche, che avremo verso il Parlamento e verso l'elezione del Parlamento. Adesso del rassemblement se ne riparla, si cambia il nome, non mi ricordo più come è stato chiamato, ma il rassemblement è naufragato non tanto o solo perché tutti non ci credevano, ma perché ognuno guardava cosa andava a fare dopo e certe forze politiche al proprio interno... è stato visto in certi interventi, al collega Roscio io riconosco la pacatezza, ma non è autonomista in certi discorsi, non è autonomista, come non lo è probabilmente il responsabile al Comune di Aosta che l'ALPE ha, ma non è che tutti dobbiamo essere autonomisti solo nel dirlo! Lo dico nei discorsi, nelle rivendicazioni. Concludo quindi dicendo che credo che si potrà aprire... ieri abbiamo cercato di fare un'apertura sulle lotte comuni, per carità, tantissimi hanno detto "assolutamente anche oggi". I colleghi Restano e Fosson oggi hanno fatto discorsi leggermente diversi. Dico solo che noi torneremo in Consiglio a discutere di queste cose, torneremo a difendere le scelte che abbiamo fatto in questi giorni e voi ci direte che siamo stati degli irresponsabili e che non capiamo niente. Noi abbiamo fatto una scelta di campo: di difendere le prerogative della Valle d'Aosta. Se ci saranno ancora dei margini in qualcuna delle sensibilità che sono presenti in quest'aula nell'agone politico, per unire le forze nei confronti non di sfide solo elettorali, ma per portare delle persone a Roma che possano difendere, in modo univoco o comunque condiviso, le prerogative di questa comunità rispetto alla scorsa volta, dove ci siamo divisi abbastanza, noi ci saremo. Credo che questo sia il messaggio politico più importante di questa due giorni, che di politico ha avuto tanto, ma in cui purtroppo non si è parlato molto di scelte di bilancio, anche per la situazione di incertezza, ma comunque preclude ad altri ragionamenti, che, secondo noi, potranno essere effettivamente le sfide del futuro.

Presidente - Questo intervento chiude le dichiarazioni di voto. Non mi rimane che mettere in votazione le disposizioni collegate. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti : 34

Favorevoli: 21

Contrari: 13

Il Consiglio approva.

I lavori sono conclusi, buon pomeriggio. La seduta è tolta.

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L'adunanza termina alle ore 14:20.