Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3075 del 5 dicembre 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 3075/XIV - Interpellanze: "Interventi per garantire i livelli occupazionali dell'azienda Self Italia sita in Comune di Quart" e "Interventi per risolvere la crisi occupazionale presso la filiale dell'azienda Self Italia sita nel Comune di Quart".

Rosset (Presidente) - Facciamo un passo indietro, considerati i rientri, quindi ripartiamo dai punti abbinati n. 19 e n. 31. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Chatrian. Ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Avremo modo sicuramente, fra due settimane, di affrontare con il collega Guichardaz in Finanziaria tutta una serie di azioni, di misure che si possono e si devono mettere. Noi pensiamo che sia un po' la prima necessità di un modello, di un sistema quella di creare lavoro, creare occupazione e creare le condizioni, in modo che un sistema regga e soprattutto possa affrontare le sfide del domani.

Puntualmente abbiamo voluto, come gruppo, predisporre questa iniziativa per conoscere e per sapere cosa l'Assessore competente, il Governo tutto, hanno messo in campo in queste settimane, anche perché l'azienda Self Italia lo scorso 3 novembre 2017 ha proposto un concordato preventivo. Queste sono informazioni che noi abbiamo, ma ascolteremo attentamente le risposte del competente Assessore. Situazione difficile, situazione che vede comunque una nuova sede, inaugurata pochi mesi fa (due anni fa) e la preoccupazione indubbiamente è alta, sia dei lavoratori che del comparto in generale.

La nostra iniziativa va a richiedere al competente Assessore "se ha già provveduto ad incontrare il datore di lavoro e i lavoratori o i loro rappresentanti - ma soprattutto (la parte più in prospettiva - o quali azioni ulteriori ha già intrapreso e quali intenda porre in essere per garantire i livelli occupazionali attuali dell'azienda di cui in premessa". Seconda domanda: "se intenda adottare misure finalizzate a contrastare il fallimento di investimenti privati e pubblici e le conseguenti ricadute negative sull'occupazione e sul territorio" dal punto di vista generale.

Io penso che questa sia la sfida della prossima Finanziaria. Abbiamo avuto modo d'iniziare a confrontarci sul documento che ci avete scaricato e probabilmente lì c'è spazio per intervenire, c'è spazio per poter aggredire, c'è spazio per poter mettere delle misure non spot (non dei tacconi), ma c'è spazio probabilmente per una programmazione, pianificazione legata al discorso occupazionale e legata al discorso di natura privata, legata al discorso comunque di natura più performante, viste e considerate le difficoltà nel sistema e nel "modello Valle d'Aosta".

Quindi ascolteremo attentamente le risposte dell'Assessore competente su questa questione. Le due domande che abbiamo posto come gruppo ALPE richiedono al governo un perimetro più ampio in modo da avere contezza non solo su Self Italia nel comune di Quart, ma avere una contezza di carattere generale.

Presidente - Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Padovani. Ne ha facoltà.

Padovani (GM) - Direi che solo il fatto che ci sono due iniziative su questo tema pone un po' l'accento sull'importanza che ha questa situazione e anche sulla gravità. Situazione che s'inserisce - lo diceva già prima il collega Chatrian - nella questione più generale del lavoro e della crisi che il lavoro sta affrontando anche nella nostra Valle.

Si parla in questo caso di un'azienda che sta conoscendo una situazione di crisi nazionale. Situazione che riguarda anche la sua filiale valdostana, sita nel comune di Quart, che vede una ventina circa di dipendenti e di lavoratori. Dipendenti che, se questa azienda dovesse dichiarare fallimento e chiudere, perderebbero il posto di lavoro.

La mia iniziativa va nel senso di chiedere all'Assessore se s'intendono prevedere azioni per risolvere questa situazione, che si andrebbe ad aggiungere alle già tante aziende e attività commerciali che in questi anni di crisi hanno chiuso e rischiano di chiudere nella nostra Valle, andando ad aumentare uno dei fenomeni negativi dei nostri tempi: la disoccupazione. Quindi la mia domanda è se l'Assessore ha preventivato azioni, e quali, per provare anche soltanto a risolvere questa situazione.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Guichardaz. Ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Come ho avuto modo di spiegare ai media, che mi hanno interpellato in merito alla situazione del punto vendita della Self sita nel comune di Quart, il caso è all'attenzione di questo Assessorato sin dai primi campanelli d'allarme. In data 3 novembre 2017, come noto, la società Self Italia S.r.l., che - ricordo - è una società diffusa a livello nazionale, (possiede diciotto sedi operative sul territorio nazionale, per un totale di 725 addetti), ha depositato presso il tribunale di Torino il ricorso per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo ex articolo 161, comma 6 della legge fallimentare, il cosiddetto "concordato in bianco". Per informazione, l'articolo 161 della legge fallimentare consente all'imprenditore di depositare il ricorso per l'ammissione al concordato preventivo con l'unico supporto documentale dei bilanci degli ultimi tre esercizi e dell'elenco nominativo dei creditori, con l'indicazione dei rispettivi crediti, riservandosi di presentare in un secondo momento la proposta ai creditori, il piano concordatario, l'attestazione della veridicità dei dati aziendali e sulla fattibilità del piano, nonché l'ulteriore documentazione prescritta proprio dall'articolo 161 della legge fallimentare.

Sostanzialmente, questa procedura permette al debitore (in questo caso, la Self Italia S.r.l.) di beneficiare in anticipo della protezione che consegue alla procedura concorsuale, evitando che il proprio patrimonio (il patrimonio del debitore Self Italia) possa essere aggredito dai creditori nel periodo necessario a redigere l'ulteriore documentazione.

Per capirsi, Self Italia dalla data di pubblicazione del ricorso nel Registro delle imprese, si "blinda" temporaneamente dalle eventuali azioni esecutive o cautelari sul proprio patrimonio da parte dei debitori, che presumo siano fornitori, manutentori, prestatori d'opera e altre categorie.

Dalla data del 3 novembre quindi, il tribunale fissa un termine, che non può essere inferiore a sessanta giorni e superiore a centoventi. per procedere all'integrazione con la presentazione del piano e della proposta. Dopo di che, dopo i centoventi giorni, il tribunale, se ritiene che non vi siano le condizioni, dichiara il ricorso inammissibile. Ma solo in quel caso. Noi siamo in questa fase di attesa: nella fase tra la manifestazione dello stato di crisi della Self Italia S.r.l. e la decisione, da parte del tribunale, dei termini entro i quali il debitore (Self Italia) dovrà presentare le proprie proposte ai creditori e i propri piani di risanamento. Li chiamo così, un po' per semplificare.

Certo, questa procedura tutela in qualche modo Self Italia ma anche i creditori, infatti se da un lato il debitore può paralizzare ogni possibile azione esecutiva nei suoi confronti e soprattutto mantenere l'amministrazione dell'impresa, sia pure con determinati limiti e quindi di fatto l'operatività delle imprese, della catena e dei livelli occupazionali; i creditori dal canto loro possono, con questa procedura, evitare l'attesa dei tempi lunghi necessari per portare avanti la più complessa procedura di fallimentare e conseguire così in tempi relativamente brevi il soddisfacimento, quantomeno parziale, del proprio credito.

Faccio questa considerazione, che appare forse superflua ai fini dell'interpellanza, per dire che quando subentra uno stato di crisi in una specifica azienda, a farne le spese sono tutti gli attori della catena: i lavoratori direttamente impiegati nell'impresa interessata, sui quali avete focalizzato il focus, ma anche l'indotto fatto di fornitori, di prestatori d'opera (anch'essi lavoratori o datori di lavoro). Quindi soggetti fisici, persone che si vedono private delle loro spettanze, o di parte di esse. Quando un'attività va in crisi, vi sono soggetti collaterali a contorno - centinaia in questo caso - che patiscono le conseguenze di questa crisi, quindi non bisogna mai immaginarsi solo ed esclusivamente i lavoratori singoli.

Dicevo che oggi siamo in una fase di attesa delle decisioni del tribunale. Decisioni che permetteranno a Self Italia S.r.l. di presentare un piano concordatario, che speriamo mantenga i livelli occupazionali di tutte e diciotto le sedi presenti sul territorio nazionale e, al contempo, riesca a soddisfare le legittime richieste dei creditori.

Per informazione - non ho ancora fornito dati puntuali, che forse possono servire i colleghi (e a chi ci ascolta) a circoscrivere la situazione - la sede operativa di Quart risulta occupare ventisette addetti di età variabile dai venticinque ai cinquantaquattro anni, sono tredici donne e quattordici uomini. Una realtà considerevole, a suo modo, visti i valori medi di occupati nelle imprese valdostane, che sono in larga parte delle microimprese con poche unità di personale.

Altra informazione - che spero sia utile al dibattito, che credo abbia come finalità di addivenire a soluzioni utili a garantire, o quantomeno ad affrontare in modo consapevole la problematica - è che alla data di oggi al dipartimento Politiche del lavoro e della formazione, che fa parte dell'Assessorato, il nostro, non è pervenuta alcuna comunicazione relativamente né alla procedura di CIGS (cassa integrativa guadagni straordinari), né a licenziamento collettivo.

Se volete, ai fini della discussione dico qualcosa sulle procedure che ho evocato, perché è importante anche circoscrivere queste. La CIGS e la procedura di licenziamento collettivo. I colleghi interpellanti credo siano adeguatamente informati su queste procedure, ma forse chi ci ascolta necessita di qualche notizia in più. La Cassa Integrazione Guadagni Straordinari è attualmente regolamentata dall'articolo 21 del decreto legislativo n. 148/2015 alla voce "Causale di intervento". Il comma 1, lettera b) stabilisce la possibilità di accedere alla CIGS, quando la sospensione o riduzione dell'attività sia determinata da crisi aziendale ad esclusione dei casi di cessazione (che non è il caso in esame) dell'attività produttiva dell'azienda o di un ramo di essa.

Quindi Self Italia potrebbe rientrare nella possibilità di chiedere la CIGS. Nel caso specifico del concordato con continuità aziendale, è prevista la prosecuzione dell'attività d'impresa da parte del debitore o la cessazione dell'azienda o il suo conferimento in una o più società di nuova costituzione; qualora l'impresa presenti un programma di crisi aziendale, in cui il piano di risanamento è volto alla concreta e rapida cessione dell'azienda, o di parte di essa, con il trasferimento dei lavoratori e il concordato sia omologato - questa è la condizione - in quel caso la stessa può accedere alla CIGS. Questa precisazione è contenuta in una recente circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Prima non era così, o quantomeno le interpretazioni erano molteplici.

Come i colleghi interpellanti sicuramente sanno, per accedere alla CIGS, l'azienda deve presentare una domanda di esame congiunto sulla situazione aziendale, la quale viene trasmessa, ai fini della convocazione delle parti, al dipartimento Politiche del lavoro e della formazione, questo qualora l'intervento richiesto riguardi, però, unità produttive ubicate in Valle d'Aosta, o più diffusamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, qualora l'intervento riguardi unità produttive ubicate in più regioni, che credo sia un po' il caso che si attagli di più alla Self Italia, perché non mi risulta, o comunque non risulta ad ora che mireranno l'intervento (se lo mireranno) solo ed esclusivamente su una sede operativa.

Riguardo invece alla procedura di licenziamento collettivo, procedura ormai nota a questo Consiglio, avendola trattata lungamente per situazione di crisi di aziende a partecipazione regionale (mi riferisco, nello specifico, al Casinò). A tale proposito all'inizio ho omesso di dire (e questa è importante come informazione) che il nostro Assessorato non ha erogato nessun tipo di provvidenza, né contributi sulle leggi di competenza riguardo alla sede operativa del Self di Quart. Questo probabilmente vi può interessare come dato. È bene precisarlo, in quanto è opportuno sapere che non vi è mai stato alcun tipo di rapporto, né finanziario né operativo, tra il nostro Assessorato e l'azienda di Quart. Lo dico, perché - e questo è bene ribadirlo ed è bene precisarlo - ogni decisione, in merito all'apertura della sede di Quart e all'assunzione del personale, è stata assunta in totale autonomia dalla Self Italia, che presumo (e spero) abbia fatto dei piani di marketing e delle sue valutazioni sull'opportunità di costituire la filiale proprio in quella zona e con quelle dimensioni, con quel carico di personale; come d'altronde credo faccia ogni azienda privata, quando decide d'investire dei capitali propri. In questo caso, sono proprio capitali in pancia alla Self Italia.

Dicevo che riguardo alla procedura di licenziamento collettivo, che non è mai stata evocata per quanto ne sappiamo (noi e anche le organizzazioni sindacali), vi è una fase sindacale che si apre con la comunicazione scritta alle organizzazioni sindacali, in cui l'azienda relaziona sui motivi che hanno determinato gli esuberi, il numero di lavoratori eccedenti e le misure ritenute necessarie per fronteggiare le conseguenze, sia sul piano sociale, che su altri tipi di piano e dell'attuazione del piano. Entro sette giorni dal ricevimento della comunicazione, le organizzazioni sindacali possono poi - come sappiamo tutti, perché la questione dei licenziamenti collettivi l'abbiamo discussa in più sedi - richiedere all'azienda un esame congiunto allo scopo di valutare le cause delle eccedenze e le possibilità di riassorbire il personale, utilizzando eventualmente contratti di solidarietà o forme di flessibilità, per esempio, dei contratti e della gestione spicciola del lavoro. Le consultazioni in questo caso possono protrarsi per quarantacinque giorni.

Conclusa la consultazione sindacale, inizia la fase amministrativa che presuppone l'obbligo da parte del datore di lavoro di comunicare alla Regione l'esito della consultazione. In caso di mancato accordo, inizia quindi la fase negoziale tra le parti, della durata di trenta giorni. Durante questo periodo il nostro Dipartimento convoca le parti per effettuare un ulteriore esame congiunto e formulare nuove proposte, per realizzare un eventuale accordo e per individuare soluzioni utili per il reimpiego degli eventuali lavoratori eccedenti. Naturalmente esaurita la procedura prevista per la fase amministrativa, anche se non è stato raggiunto alcun accordo, il datore di lavoro può legittimamente intimare il recesso dei lavoratori eccedenti (può sostanzialmente licenziarli).

Ho rappresentato i percorsi possibili per dare i giusti e opportuni elementi all'aula, non certo per dare per scontato un iter, che spero vivamente possa percorrere altre strade, salvaguardando i lavoratori interni, ma anche i fornitori e proprio l'economia stessa del territorio. Credo che la rappresentazione che ho fatto in questi dieci minuti, dica di un'attenzione particolare del nostro Assessorato nei confronti di questa realtà commerciale. Non è un'attività produttiva, quindi noi siamo coinvolti marginalmente con le nostre strutture, soprattutto per quanto riguarda la fase di conciliazione, di arbitrato sulle misure alternative e sugli ammortizzatori, ma con il collega Marguerettaz noi ci confrontiamo continuamente sulla tematica e anche lui assicura, essendo un'attività commerciale, la massima attenzione al problema e la massima disponibilità anche del suo Assessorato.

Certo, la fase è ancora prodromica. Addirittura le organizzazioni sindacali nazionali non ne sanno nulla, tanto che il 29 novembre scorso le categorie di CGIL, CISL e UIL nazionali hanno inviato una richiesta di incontro diritto di informazione (il 29 novembre) proprio alla Self S.r.l. con sede in Bologna, con la quale chiedono un incontro urgente. Tra l'altro, incontro che loro propongono per il 20 dicembre presso la sede della FISASCAT nazionale a Roma. Scrivono: "In considerazione d'informazioni non ufficiali - parliamo delle organizzazioni sindacali nazionali, quindi CGIL nazionale, UIL nazionale e CISL nazionale - delle quali siamo venuti a conoscenza e riferite a presunte difficoltà che la vostra azienda sta attraversando e che stanno destando grande preoccupazione tra le lavoratrici e i lavoratori".

Ho sentito personalmente il livello nazionale - con il quale ho ancora alcuni rapporti derivanti dalla mia precedente esperienza di sindacalista - e anche quello regionale, e tutti mi confermano che la fase è preventiva a ogni tipo d'intervento e decisione, quindi che non si può ancora immaginare né una "exit strategy", né, al momento, alcun tipo d'intervento fattivo. Al Sindaco di Quart, che mi ha chiesto un incontro l'11 novembre - che voi avete evocato nelle vostre interpellanze - ho spiegato la situazione, invitandolo, per quanto nelle sue funzioni, competenze e attribuzioni, a mantenere alta anche da parte sua l'attenzione.

Le azioni, quindi, che possiamo percorrere, come ho cercato di spiegare, vanno intanto nella direzione del monitoraggio ai fini della consapevolezza della dimensione del fenomeno (la situazione di Self tra l'altro è replicabile anche in altre attività - lo sanno bene i colleghi - e in altri ambiti) e poi dell'intervento tecnico-istituzionale nell'eventuale fase conciliativa o arbitrale, come ho spiegato prima, infine, nell'adozione di politiche di rilancio anche attraverso il ripristino e il potenziamento degli incentivi all'occupazione e agli insediamenti. Voce prevista e potenziata nella prossima Finanziaria regionale, di cui - come avete accennato voi - parleremo sicuramente nel corso della discussione, che si terrà nella seduta dedicata. Certo, con la consapevolezza che l'intervento pubblico, nella pianificazione delle singole attività commerciali, debba essere il più possibile rispettoso dei percorsi e dell'autonomia imprenditoriale e delle dinamiche di sviluppo delle aziende e imprese che insistono sul nostro territorio. Nel caso specifico trattato oggi, spero davvero che le valutazioni - che non hanno coinvolto in alcun modo il nostro Assessorato, lo ribadisco - sull'insediamento della sede di Quart siano state fatte da Self Italia con la necessaria attenzione; che vi sia stato alla base di tutto un piano di marketing razionale, consapevole dell'esistenza di una concorrenza solida e storicamente insediata a poche centinaia di metri dalla sede della Self. E soprattutto che vi sia stata la consapevolezza del fatto che l'ubicazione di un certo tipo, può avere effetti più o meno negativi sull'afflusso della clientela.

Riguardo alla richiesta dei colleghi Chatrian e Roscio, "se si è già provveduto ad incontrare i lavoratori e datori di lavoro", posso dire che personalmente - ma credo di parlare anche per l'Assessore Marguerettaz - sono disponibile ad ascoltare e ad incontrare i lavoratori e i datori di lavoro, se ciò mi verrà richiesto da loro; ma nel rispetto dei ruoli, delle priorità e soprattutto quando la situazione sarà chiarita quantomeno alle organizzazioni sindacali, visto che al momento si parla di indiscrezioni, di sentito dire e che non viene fuori pure un piano concordatario di rilancio.

Il collega Chatrian ha più volte richiamato, per le partecipate regionali, la necessità che la politica stia al suo posto, che non entri a gamba tesa nel governo delle singole imprese, nemmeno di quelle pubbliche. Io sono d'accordo e credo che questo valga ancora di più per tutte quelle attività imprenditoriali, nelle quali la politica non è mai fortunatamente intervenuta, neanche attraverso le proprie strutture o con incentivi, finanziamenti e contributi.

Capisco che i colleghi si preoccupino di sapere (il collega Roscio anche con la sua interpellanza), se io intendo adottare misure finalizzate a contrastare il fallimento d'investimenti privati e pubblici. Devo dirle - collega Roscio - che io sono lì da meno di due mesi, in questo periodo ho cercato di fare il possibile, compatibilmente con i tempi e le risorse umane e finanziarie a disposizione, per far sì che il tessuto imprenditoriale trovi sempre migliori condizioni d'insediamento; che ci sia un'ulteriore semplificazione della burocrazia - anche attraverso la Chambre, che sta lavorando con impegno proprio nella direzione della semplificazione e della digitalizzazione delle imprese - e che il personale continui ad essere adeguatamente formato per un inserimento immediato nel mondo del lavoro e alle migliori condizioni. Lei sa bene che per gli addetti vendita vengono fatti da Projet Formation dei corsi di tremila ore, che dovrebbero evitare l'assunzione di queste persone come apprendisti o come tirocinanti. Non ho visto nei dossier che ho raccolto al mio arrivo iniziative così risolutive fatte dai colleghi della precedente maggioranza. Ma le assicuro, collega Roscio, che sarebbe stata mia premura, nel caso avessi trovato soluzioni innovative e intelligenti messe in campo da lei, quando era al mio posto, di raccoglierle e di portarle a compimento.

Oggi voi mi chiedete se ho pensato a misure atte ad evitare il fallimento d'investimenti pubblici e privati, lasciando intendere che la politica continui, in una logica paternalistica, ad accompagnare per mano gli imprenditori privati, anche quelli che intendono camminare da soli - questo è un po' il paradosso - nelle difficili e tortuose vie dell'imprenditoria. Io non credo assolutamente che la politica debba accompagnare per mano gli imprenditori. Deve sicuramente creare migliori condizioni affinché questi si insedino, affinché ci sia un bacino di lavoratori adeguati, specializzati, competenti, istruiti, affinché tra l'altro ci siano anche le adeguate offerte formative, affinché un imprenditore possa arrivare in Valle, non perché possa speculare o perché gli si dia un capannone o dei contributi a fondo perduto, ma perché qui si lavora bene, perché si può produrre senza zeppe burocratiche, amministrative e soprattutto - e questo lo voglio dire - senza nessun tipo di polemica, senza che la politica gli stia con il fiato sul collo per dirgli ciò che deve fare o, peggio, a chi rendere conto.

Aspettiamo, quindi, di sapere cosa intende fare Self Italia nazionale, restando all'erta a livello regionale. Io evito in questo momento visite all'azienda: le classiche "visite pastorali", che servono solo ad infastidire le maestranze; questo mi è stato proprio detto da parte di alcuni lavoratori: evitare di venire a fare un giro, fin quando la situazione non è chiara e non è possibile risolvere concretamente i problemi.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Chatrian. Ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Abbiamo ascoltato attentamente, devo dire che ho riempito qualche foglio bianco ascoltando la replica dell'Assessore competente. Devo dire che sono molto disorientato, perché "non c'è stato nessun contributo pubblico e quindi noi stiamo fuori da questa criticità". Lei sta fuori da questa criticità. Mi sembra che lei abbia voluto fare il notaio, nel senso che "c'è la criticità, noi stiamo a guardare, non facciamo nulla e poi vedremo".

Ci ha elencato i cinque, sei, sette scenari possibili immaginabili. Mi chiedo, ci chiediamo: cosa ci stiamo a fare? Ci ha citato le società partecipate, ma la politica non c'entra nulla! Stiamo parlando di un'azienda privata che è in difficoltà, che il 3 novembre ha proposto un concordato preventivo, e ci sono ventisette addetti che rischiano di perdere un posto di lavoro! Dall'altra parte, c'è una difficoltà nei confronti dei creditori, quindi tutta una parte d'indotto diretto o indiretto. È una brutta situazione, in un perimetro largo, impattante che va oltre le ventisette persone che rischiano in maniera pesante di perdere il posto di lavoro.

Noi le abbiamo fatte due domande puntuali e lei ha deciso di non rispondere né alla prima, né alla seconda, dicendo che politicamente lei, il Governo, sta fuori da questa criticità, che non c'è la volontà di prendere in mano nulla, che non vuole incontrare Self, le organizzazioni sindacali e i lavoratori, tantomeno i potenziali creditori.

Sono veramente, disorientato tanto, sbalordito ancora di più e preoccupato per la terza considerazione che lei ci ha messo sul tavolo: "non abbiamo dato i contributi, quindi sto fuori, sto a guardare". Questo Governo sta a guardare.

Noi fra qualche giorno affronteremo il bilancio regionale sulla crisi occupazionale, sulle misure da mettere in campo, su delle azioni da mettere in campo, perché ci sono più risorse, ma solo per il 2018 poi calano di nuovo per il 2019. Ma dato che abbiamo sentito tanti slogan in questi giorni, avrei quasi preferito sentirle dire che quantomeno aveste provato ad ascoltare le criticità. Lei no, in maniera robusta e pesante, ci dice di voler stare fuori da questa operazione: "Noi non vogliamo affrontare minimamente queste criticità. Noi guardiamo e fra qualche mese vi diremo lo stato dell'arte", ma allora ci chiediamo veramente cosa ci facciamo noi?! Noi eravamo certi che lei il 3 novembre avesse sentito, ascoltato, incontrato; con questa iniziativa non le chiedevamo tutte le misure che ha messo in campo o che pensava di mettere in campo, ma quantomeno di avere uno stato dell'arte molto aggiornato.

Non vado neanche sulla domanda numero due, che è quella di più largo respiro, "quali sono le misure finalizzate a contrastare il fallimento d'investimenti privati", lo sapevamo - collega Guichardaz - che l'investimento è privato; sapevamo che non ha avuto aiuti pubblici, e quindi la politica non deve interessarsi a un'azienda che non ha avuto aiuti pubblici, un'azienda che non ha avuto contributi? Questo è "il nuovo che avanza"! Questo è il nuovo Governo, che ha deciso di modificare il sistema per quanto riguarda la principale criticità, che è quella dell'occupazione.

Nell'illustrare l'iniziativa, sapevamo che non esiste la bacchetta magica in una situazione così delicata e difficile, ma proprio lavarsi le mani e stare fuori assolutamente, "perché questa cosa non è di nostra competenza"!

Poi lei ha fatto un passaggio, che faccio mio, perché mi ha citato: "lei ha sempre detto, Chatrian, che la politica deve stare fuori dalle società partecipate", ma le società partecipate, però, sono finanziate con denaro pubblico, qui stiamo parlando di un'azienda privata in difficoltà, dove decine di persone rischiano il posto di lavoro e i debitori rischiano di non avere il rientro delle loro forniture.

Termino, non sono preoccupato, avremo modo fra due settimane di affrontare nel merito il bilancio regionale, nel merito le azioni per quanto riguarda il contrasto alla disoccupazione e il creare delle misure e delle azioni di larghe vedute e di un certo perimetro, ma sinceramente siamo veramente molto disorientati dall'assenza della buona politica.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Padovani. Ne ha facoltà.

Padovani (GM) -Mi permetta una battuta, Assessore Guichardaz, non pensavo di beccarmi una lectio magistralis su Diritto del lavoro e Diritto commerciale. Sinceramente non sono soddisfattissimo della risposta.

Tra le tante cose che lei ha detto, l'unica positiva, secondo me, è che quantomeno ha sentito le organizzazioni sindacali regionali. Almeno così mi sembra di aver capito. Io ero a conoscenza del fatto, che non le aveva ancora sentite, probabilmente le ha sentite dopo che abbiamo presentato le iniziative. Non lo so, però almeno questo lo ha fatto.

Sul resto, ha già detto tutto il collega Chatrian. Non è accettabile che lei dica: "è un'azienda che non ha ricevuto contributi pubblici, quindi a noi non interessa". Almeno sentire l'azienda, i sindacati, il Sindaco del paese sul quale è situata, giusto per capire la situazione. Almeno questo. Adesso capiamo che - come diceva prima il collega Chatrian - non c'è la bacchetta magica su queste situazioni, però almeno capire quello che sta succedendo. Niente di più.

Presidente - Non c'è replica, chiuso l'argomento. Non c'è replica, non esiste. C'è un Regolamento, mi dispiace.