Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3070 del 5 dicembre 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 3070/XIV - Interpellanza: "Stato di attuazione delle disposizioni in materia di demanio idrico".

Morelli (Président) - Point n° 28 à l'ordre du jour. Pour l'illustration a demandé la parole le collègue Bertin.

Bertin (GM) - Nel dicembre dell'anno scorso, con la norma di attuazione in materia di demanio idrico si è affrontata una questione che in Valle d'Aosta ha sempre avuto un grande interesse, quella delle acque. In seguito all'approvazione di questa norma di attuazione, nel luglio di quest'anno i beni del demanio idrico sono stati trasferiti alla Regione. Questo rappresenta certamente un fatto importante, anche perché va a costruire un quadro unico di riferimento giuridico in una materia che in precedenza era suddivisa su diversi aspetti: proprietà da una parte, la gestione amministrativa dall'altra, eccetera. Un vantaggio notevole, oltre che evidentemente anche un valore simbolico. Vengono passate alla Valle d'Aosta tutte le proprietà dei beni legati al demanio idrico. In particolare, i beni interessati sono, a esclusione dell'asse fluviale della Dora Baltea, tutte le restanti acque pubbliche e i vari alvei, le pertinenze, gli immobili costruiti nel tempo, le varie strutture accessorie, i ghiacciai, i laghi, le opere idriche in generale e tutto quello che riguarda il demanio idrico. Un fatto molto importante. Da luglio si è anche definita la questione per quanto riguarda il passaggio di proprietà del demanio statale al demanio regionale, ed è un fatto molto importante da tanti punti di vista e che dà maggiori competenze e responsabilità alla Regione in un settore estremamente importante e strategico, sempre di più, come quello dell'acqua. In seguito alla consegna dei beni alla Regione, volevamo fare un po' il punto della situazione su cosa era stato fatto in seguito a questo passaggio e cosa s'intendeva fare in questo settore di grande importanza per la nostra regione.

Président - Pour la réponse a demandé la parole l'assesseur Baccega.

Baccega (EPAV) - Il collega Bertin è sempre molto attento alla problematica delle acque, quindi cercherò di dare contezza e di rispondere compiutamente al suo quesito.

Il decreto legislativo n. 259 che ha trasferito al demanio idrico regionale tutte le acque pubbliche, gli alvei dei corsi d'acqua e le loro pertinenze, i laghi, i ghiacciai presenti sul territorio della regione, con eccezione dell'alveo della Dora Baltea dalla confluenza dei torrenti della Dora di Veny e di Ferret fino al confine regionale, in quanto fiume di ambito sovraregionale.

Dopo questo trasferimento, ovviamente si amplia il novero dei beni appartenenti al demanio idrico regionale, ma non le competenze amministrative della Regione in materia, in quanto sono già esercitate in base alle prerogative dello Statuto speciale per quanto riguarda il bene acqua, o trasferiti a seguito dell'emanazione del decreto legislativo del 31 marzo 1998, n. 112, che ha conferito le funzioni e i compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge del 15 marzo 1997, n. 59 (decreto Bassanini). Per i procedimenti di alienazione dei reliquati del demanio idrico bisogna continuare a utilizzare nell'immediato la procedura già adottata per i procedimenti di sdemanializzazione, di cessione dei tratti dei canali irrigui ormai in disuso, ossia dei beni facenti parte del demanio idrico regionale sin dall'approvazione del decreto legislativo n. 89/99, applicando la disciplina contenuta nella legge regionale 10 aprile 1997 (Regime dei beni della Regione della Valle d'Aosta e relative prassi operative).

I competenti uffici dell'Assessorato hanno provveduto a redigere in questo periodo due disegni di legge che vanno a disciplinare compiutamente l'attività tecnico amministrativa connessa alla gestione dei beni appartenenti al demanio idrico, sia per quanto concerne l'utilizzo delle acque, sia per quanto riguarda la gestione delle superfici demaniali. Quindi si parla di alvei dei corsi d'acqua, dei reliquati dell'alveo, eccetera. Nel disegno di legge è prevista la disciplina riguardante i provvedimenti di definizione degli alvei e della loro riclassificazione. I due disegni di legge, una volta concordati con l'ufficio Legislativo, quindi sono già in itinere, potranno avviare il loro percorso nella competente Commissione consiliare per arrivare all'approvazione definitiva. Voglio dire che da qui a breve avremo confronti (poi parleremo del PTA), avremo sulle acque tutta una serie di passaggi importanti che ci occuperanno e ci permetteranno di concordare le linee guida.

Président - Pour la réplique la parole au collègue Bertin.

Bertin (GM) - Come evidenziava lei, e come dicevo anch'io in premessa, con questo trasferimento di proprietà dal demanio statale a quello regionale, si crea un quadro unico di riferimento, mentre prima era spezzettato: la proprietà era statale mentre la gestione amministrativa era regionale. Un fatto non irrilevante, che deve essere sfruttato ed è una nuova "competenza" che dà maggiori responsabilità alla Regione e anche una maggiore autonomia d'intervento. Una maggiore responsabilità nel senso che d'ora in poi dovremo utilizzare sempre meglio questi strumenti, che la nostra autonomia ci dà, perché in termini generali sempre di più l'autonomia si giustificherà per i risultati, per la capacità di gestione di queste nostre possibilità supplementari che avremo. Il fatto che i disegni di legge siano in via di definizione per affrontare questa questione, secondo me va realizzato in fretta, perché è un fatto importante in questa fase nella quale affronteremo il Piano di tutela delle acque e altri aspetti relativi a questo settore delle acque sempre più importante e strategico non soltanto per la nostra regione, ma in particolare per la nostra regione. Sappiamo che la Valle d'Aosta ha sempre attribuito molta importanza alle acque in termini generali, oggi lo è a livello internazionale e mondiale. Dobbiamo evidentemente stare molto attenti a come gestiamo questa nostra autonomia in questo settore.

Per quanto riguarda poi la sdemanializzazione, bisognerebbe uscire dalle procedure, estremamente complesse e lunghe, che riguardano quella statale per avere una maggiore rapidità nel passaggio, perché sappiamo di anni e anni di pratiche che poi non si sono concluse, che sono rimaste ferme anche per delle piccole situazioni che dovevano essere risolte in poco tempo e con un po' di buon senso. Da questo punto di vista, dovrà essere l'occasione per accelerare e per infine definire queste questioni che negli anni, anche per questa sovrapposizione di competenze tra statali e regionali, si sono trascinate e che hanno comunque creato qualche piccolo problema a più di un cittadino, questo riferito alla questione della sdemanializzazione. In termini più generali, è un settore al quale bisognerà prestare molta attenzione, agire con cautela e intelligenza, perché è una risorsa per noi fondamentale.