Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3069 del 5 dicembre 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 3069/XIV - Interpellanza: "Utilizzo di finanziamenti ministeriali per interventi su un edificio di edilizia residenziale pubblica per il quale è prevista la demolizione".

Morelli (Président) - Point n° 27 à l'ordre du jour. Pour l'illustration a demandé la parole le conseiller Borrello.

Borrello (AC-SA-PNV) - La tematica è molto tecnica, sicuramente importante per definire lo sviluppo urbanistico di un quartiere della città di Aosta, il quartiere Cogne che, dal punto di vista della superficie rappresenta un quarto del sedime della città capoluogo di regione, con tutti gli aspetti inerenti alle ripercussioni dal punto di vista del settore dell'edilizia residenziale pubblica, le cosiddette "case popolari".

Riconosco al collega Baccega di aver già analizzato questa tematica e di avere conoscenza della problematica in senso stretto, tant'è che nel momento in cui ho avuto l'onore d'interpretare il ruolo assessorile, ho dovuto ereditare questo tipo di dossier. L'interpellanza che noi oggi produciamo non ha alcun tipo di spirito polemico, è più che altro per avere un aggiornamento rispetto a questo dossier, a questa evoluzione, tenendo conto che, nel momento in cui ho avuto modo di analizzare e di approfondire le tematiche all'interno di questo fascicolo, era emersa tutta una serie di dubbi, di problematiche che io ho provato a sintetizzare con una lettera al Comune di Aosta e all'Azienda edilizia residenziale pubblica nel luglio 2017.

Cerco di inquadrare la problematica in maniera molto veloce e sintetica: stiamo parlando dei cosiddetti "grattacieli", il grattacielo alto e il grattacielo basso che - da Piano regolatore della città di Aosta, che è uno degli strumenti fondamentali per quanto riguarda l'amministrazione pubblica (uno è il bilancio, l'altro è la pianificazione territoriale) - risultano essere definiti come "edifici da abbattere". A seguito di un decreto del Ministero, del MIT, c'è un programma di recupero e razionalizzazione degli immobili per quanto riguarda il grattacielo basso. Quindi il grattacielo alto e il grattacielo basso sono destinati all'abbattimento, si è cercato con un progetto di recuperare il grattacielo basso per cercare di fruire il più possibile della potenzialità che questo poteva dare alla soluzione delle problematiche dell'edilizia residenziale pubblica. Ovviamente ci sono degli elementi di contrasto rispetto al Piano regolatore e ricordiamo che il finanziamento pubblico era di 900 mila euro, a fronte di una spesa di 1,5 milioni.

Nel momento in cui ho avuto l'onore d'interpretare il ruolo assessorile, mi sono posto la domanda se fosse opportuno spendere 1,5 milioni per un edificio, che doveva essere abbattuto. Detto questo, ho provato a credere chiedere degli approfondimenti. Non entro, collega Baccega, nella differenziazione ventiquattro/trenta alloggi, perché entriamo troppo nel tecnico, ho chiesto al consiglio d'amministrazione dell'ARER e al Comune di Aosta di darmi delle rassicurazioni, in virtù del fatto che è l'Amministrazione regionale che deve rendicontare al Ministero degli interni delle opere e dei denari che vengono spesi per determinati tipi di opere.

Ovviamente noi chiediamo all'Assessore quali sono gli intendimenti suoi, della Giunta al governo, per sapere ovviamente se sono stati fatti tutti gli approfondimenti del caso per quanto riguarda gli elementi di contrasto con il Piano regolatore vigente che prevede l'abbattimento e, di conseguenza, per sapere della potenziale problematica di spendere 1,5 milioni di euro su un edificio destinato all'abbattimento, inoltre chiediamo se il Comune di Aosta ha risposto alla lettera che avevamo mandato, come Assessorato, a luglio del 2017 per avere rassicurazioni sulle procedure in atto.

Président - Pour la réponse la parole à l'assesseur Baccega.

Baccega (EPAV) - Grazie, collega Borrello, così riusciamo a illustrare meglio in Consiglio regionale questa tematica che è stata parecchio dibattuta in questi mesi. Dobbiamo partire da un assunto, noi abbiamo in mano un'autorizzazione ministeriale - che viene fuori dalla lettera del Sindaco della città di Aosta e dal presidente dell'ARER - che chiede di rimodulare il "contratto di Quartiere 1"; chiede il cambio di destinazione da centro sociale a sede dell'Azienda regionale dell'edilizia residenziale; chiede di non realizzare la sala polivalente e chiede di non demolire uno dei due grattacieli. La scrivente direzione generale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, tenuto conto dell'orientamento espresso dalla Regione Valle d'Aosta, ritiene ammissibile la proposta di rimodulazione in argomento.

Sulla base di questa nota, vado a ripercorrere le considerazioni fatte nell'interpellanza rispetto alle perplessità che ci sono state nel consiglio d'amministrazione dell'ARER, nate da una relazione tecnica peritale, redatta in quattro giorni, sulla compatibilità economica dell'intervento. Questa compatibilità economica dell'intervento dice che l'intervento non è economicamente vantaggioso nella misura in cui il grattacielo venga abbattuto il giorno dopo. Bisogna tenere conto che l'Amministrazione comunale non ha un euro per abbattere il grattacielo e che si stima che per abbattere i due grattacieli almeno 2 milioni, 2,2 milioni possono essere spesi, ma non sono a bilancio da nessuna parte! Ma questo è un aspetto secondario rispetto alle considerazioni che possiamo fare. Quella perizia non tiene conto della sostenibilità sociale dell'intervento e dei canoni. Quindi devo dire che va rivista quella posizione- lei l'ha citata - quella nota del Ministero che ci permetteva d'investire il famoso milione e mezzo sulla linea A e sulla linea B: nella linea A ci ha permesso di ristrutturare dieci alloggi, che sono già stati assegnati; per la linea B, dove l'importo è di 938 mila euro, ci consente di ristrutturare quegli alloggi del grattacielo. Quindi ci permetteva di spendere 50 mila euro ad alloggio, perché questo diceva la linea B: bisogna spendere 50 mila euro ad alloggio. Quindi 50 mila euro per trenta alloggi, che si volevano realizzare al nuovo, comprese le verifiche sismiche, avevano una loro logica. Non c'era neanche bisogno di fare delle perizie tecniche, perché già il Ministero dava degli indirizzi in questo senso: voi potete spendere 50 mila euro ad alloggio, è una considerazione della quale dobbiamo tenere conto tutti.

Lei dice che ci sono una serie di alloggi al quartiere che necessitano d'interventi. Lei era con me in Comune, quando decidemmo di fare ventinove più ventinove più ventidue alloggi (Magnetti eccetera), tutti interventi che si facevano a spot nei vari edifici e che drammaticamente, dopo cinque o sei anni, sono interventi da rifare, perché tutti i muri sono in fiore, sono tutti ammuffiti. Soprattutto al piano terra, al primo piano e talvolta anche al secondo piano. Quindi quegli interventi si stanno rivelando inutili e non realizzabili in questo momento. Ha più senso fare un ragionamento di tipo complessivo. E qui entro nel merito degli incontri che si sono avuti in questi giorni, perché soltanto il giorno 23 novembre abbiamo convocato politicamente la Giunta comunale, con i suoi Assessori competenti, per capire quali potevano essere gli intendimenti; immediatamente la settimana dopo (il 29 novembre) abbiamo fatto una riunione plenaria, erano presenti il sindaco Centoz, gli assessori Sorbara, Donzel e Lancerotto, con tutti i tecnici (Framarin, Pisani, Pasquale, Lanato), il sottoscritto, la dottoressa Trèves, Réan e Fea e per l'ARER c'era la presidente Diemoz. Siamo entrati nel vivo di queste considerazioni, dove ovviamente nulla è cambiato rispetto alla delibera di Giunta che noi approvammo nel 2017, quella che dava un indirizzo ben chiaro all'ARER: intervenire a ristrutturare i ventiquattro alloggi, non più i trenta, perché si era già modificato un passaggio, proprio perché si teneva conto di quella problematica urbanistica. In questo periodo nel quale ho assunto questo onere, ho cercato di portare avanti la situazione. Nella riunione che si è svolta mercoledì scorso, si è evidenziato da tutti e due i tecnici dell'Urbanistica che sarebbe stata possibile l'adozione di una variante al piano con una semplice modifica dell'accordo di programma - che comunque va fatta perché ci sono delle cose da modificare - che avrebbe superato qualsiasi problematica di carattere urbanistico perché una variante al piano sarebbe stata molto più lunga, lei lo sa meglio di me. E questo avrebbe anche potuto portare a ritornare all'intervento iniziale, quello del recupero dei trenta alloggi. Si è fatto un approfondimento con il Sindaco, con gli Assessori, con il presidente dell'ARER, e la scelta puntuale, che è stata ritenuta percorribile, è quella di ristrutturare i ventiquattro alloggi (quelli esistenti), perché comunque non sarebbero immediatamente assegnabili: ci sono tutti gli impianti da fare - impianti elettrici e impianti idraulici - e ci sono i serramenti che cadono a pezzi. Quindi il tavolo di approfondimento ha deciso di rivedere quella progettazione, di progettare i ventiquattro alloggi anche dal punto di vista sismico, con la possibilità di cambiare i serramenti. Non si potrà fare il cappotto, va be', pazienza, vorrà dire che quello non si può fare perché rientra in una ristrutturazione straordinaria e non ordinaria. Quindi prima che si vada a confermare realmente l'abbattimento del grattacielo basso - non so quanti anni passeranno - sarebbe davvero brutto vederlo in piedi inutilizzato, quindi la scelta è di andare in quella direzione è proprio quella di ristrutturare con quelle risorse che lo Stato ci ha assegnato, ci assegna e continua ad assegnarci, perché abbiamo approfondito anche con Roma questa possibilità, quindi andremo a realizzare velocemente questo intervento, anche cercando di cantierarlo a lotti, a piani, in modo da avere una possibilità di assegnare anche in modo veloce. Per questi motivi, è stato richiesto all'ARER di riesaminare il proprio progetto, concordando con gli uffici tecnici comunali le modalità di presentazione della SCIA necessaria, e d'individuare contemporaneamente, qualora ci siano risorse in più, altri interventi.

Però la logica è un'altra. La logica è quella dell'abbattere e di ricostruire a nuovo. L'obiettivo è - ma sono sicuro che lei è d'accordo con me in questo senso, perché ne abbiamo parlato più volte - Fresia basse e Gazzera da abbattere per cominciare una prima parte del quinto lotto. Questo è l'obiettivo. Case nuove, perché se non sono coibentate da sotto, l'umidità salirà sempre.

Président - Pour la réplique, la parole au conseiller Borrello.

Borrello (AC-SA-PNV) - Grazie Assessore. Non avevo dubbi sul fatto che lei avrebbe approfondito la tematica. Come detto prima nell'illustrazione, l'interpellanza non ha uno scopo polemico, era più che altro per avere un aggiornamento. Ma la ringrazio soprattutto perché lei, con queste parole, ha avvalorato l'attività svolta dal precedente governo, il quale si è posto un quesito sulla legittimità del percorso intrapreso. Forse anche la mia precedente esperienza assessorile al Comune di Aosta ha permesso di aumentare il dettaglio di analisi rispetto a questa tematica e di aumentare i requisiti affinché si facesse un procedimento a tutti gli effetti consono e nel rispetto della legge.

Dico anche questo, perché ad aprile, verso maggio, c'erano state delle dichiarazioni del presidente dell'ARER (anche interviste alla RAI) in cui aveva già dato tutto per scontato. Ben venga l'attività che abbiamo svolto come governo (il Governo Marquis con la delega assegnata al sottoscritto) nell'andare ad approfondire delle tematiche, perché lei ha confermato - e la ringrazio perché lei effettivamente ha dato una risposta chiara sugli intendimenti - di dover rimodulare un intervento che era stato definito e finanziato con dei fondi ministeriali su un edificio a tutti gli effetti destinato alla demolizione.

Detto questo, convengo con lei sulla necessità di fare il prima possibile gli interventi nelle modalità tecniche più consone sui ventiquattro alloggi affinché si possano fare dei lotti, in modo tale da poterli assegnare, perché c'è un'altissima pressione per quanto riguarda le necessità abitative. Ma parallelamente le ricordo, lei lo sa benissimo, che al quartiere Cogne ci sono ad oggi più di cento alloggi che sono chiusi - poiché necessitano di interventi a volte minimali dal punto di vista igienico sanitario (la caldaia), che potrebbero essere ultimati con poco - e che potrebbero essere messi a disposizione nel contesto delle politiche abitative.

Con questo la ringrazio di quanto ci ha esposto e aspetteremo nuove evoluzioni. Sono sicuro che ci renderà edotti.