Oggetto del Consiglio n. 3020 del 22 novembre 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 3020/XIV - Reiezione della mozione di sfiducia nei confronti dell'Assessore regionale all'istruzione e cultura, Emily Rini.
Rosset (Presidente) - Con 19 Consiglieri presenti possiamo riprendere i lavori. Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Volevo sapere se continuavamo la discussione del punto visto che manca l'Assessore. Siete voi che dovete garantire la presenza. L'opposizione è presente, sono qua, vorrei continuare a discutere del punto, quindi, se è possibile, almeno chiamare l'Assessore interessato... che dite? Quando arriva, me lo fate sapere.
Presidente -Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Mi sembrava giusto aspettare per parlare con la diretta interessata sennò non aveva senso fare un discorso senza poi dare la possibilità di replica al soggetto dell'argomento.
Assessore Rini, vorrei fare un paio di punti di premessa rispetto a questa mozione: il primo riguarda l'argomento da un punto di vista tecnico. Lei ha voluto parlare per prima, sa meglio di me che la sua è una scelta del tutto personale, poteva parlare tranquillamente anche dopo, è stato strano questo fatto che ha voluto scusarsi subito, opporre delle scuse che di fatto, secondo me, non erano dovute. Quello che manca in merito a questa mozione sa che cos'è? Preciso che sto parlando da un punto di vista del tutto personale. Quello che manca è l'analisi del suo operato come Assessore all'istruzione e cultura. Io ricordo benissimo il luglio 2016 quando lei, con un colpo di mano, ha fatto passare di fatto quella che lei chiamava la "Buona scuola", quella che poi si è trasformata nelle adaptation, o comunque la parte peggiore di quella che poi era chiamata adaptation. Per me doveva andare a casa già lì, non c'era bisogno di aggiungere questo passaggio. Quando lei ha detto: "io ho un'unica colpa che mi possono attribuirmi i firmatari...", no, io di colpe, da un punto di vista politico, gliene attribuisco tutta una serie. Questo è solo l'ultimo atto di tutte quante le colpe che le si possono attribuire da un punto di vista politico. Ricordo benissimo che in quell'occasione abbiamo parlato del fatto che c'erano degli insegnanti di educazione tecnica che sarebbero rimasti a casa, che non avrebbero più avuto il posto di lavoro e lei si era impegnata - lo ricordo molto bene - a trovare una soluzione, abbiamo votato una risoluzione in quest'aula per questo, e poi questi insegnanti invece sono rimasti a casa. Leggere oggi che in qualche maniera bisognava trovare un posto di lavoro ad un suo ex congiunto quindi stride un po' con il fatto che ha lasciato a casa un po' di insegnanti. Magari avrebbe fatto comodo anche a loro trovare un lavoro, ma loro, ahimè, sono sfortunati, hanno sposato la persona sbagliata e quindi sono rimasti senza lavoro.
Aver assistito questa mattina a "lui è peggio di me" per quattro ore devo ammettere che non è stato il massimo, ma d'altronde spesso è difficile - ho notato - parlare in quest'aula di questioni puramente politiche, perché si mischia troppo una cosa con l'altra. Io però vorrei con lei, come al solito, fare un ragionamento, come cerco di fare ogni volta che propongo qualcosa in aula, non sempre, diciamo nella maggior parte dei casi. Prima però parliamo di una cosa: è vero che la questione fosse risaputa all'interno di quest'aula, è un po' che si sa, non c'era bisogno dell'evidenza giudiziaria, non dico la questione riferita a Cuomo, quanto al fatto di CVA, o perlomeno io la conoscevo. Alla fine era tutto quanto ricondotto ad una questione di pura raccomandazione: io raccomando una persona che conosco, la piazzo da qualche parte... quante raccomandazioni sono state fatte in quest'aula da Assessori, ex Assessori, nuovi Assessori, vecchi Assessori? Decine e decine, secondo me. Io credo che tra tutti i partiti l'Union Valdôtaine ha il merito più grosso di essere la più grande agenzia di collocamento della Valle d'Aosta ed è un merito che gli va riconosciuto negli anni. Spero che non me ne vogliate per questo, non c'è niente di male a dire una cosa del genere, perché è vera: lo fate nelle partecipate, lo fate con i dipendenti, l'avete fatto in passato magari anche nella pubblica amministrazione, magari assumendo persone con contratti di tipo privatistico, magari facendo tutta quanta una serie di possibilità (che c'erano) e che voi avete gestito in maniera del tutto evidente. Quando si diceva che questo non era giusto, lo diceva poi una parte, più che altro si lamentava perché non aveva la possibilità di entrare.
Un altro fatto che lei ha evidenziato è che questa è una delle troppe brutte pagine della politica valdostana di questi ultimi tempi. Io credo che non siamo neanche alla quarta di copertina rispetto a quello che deve venire fuori. Converrà con me che siamo all'inizio dell'inizio e, se non converrà con me, vedrà che i fatti tra poco mi daranno ragione, quindi queste sono ancora quisquilie, tutte quelle che sono uscite finora sono quisquilie. Ci sono questioni, da un punto di vista economico, enormemente più alte che sono state portate all'attenzione dei media e di altri palazzi per le quali prima o poi bisognerà trovare un riscontro, o vedere se ci sarà un riscontro, quindi quelle stupidaggini - passatemi il termine - sono ancora poca roba. Così come lo stupore che continuo a vedere in alcune persone mi suona un po' falso, devo ammetterlo; noi, poverini, dal 2008 raccontavamo certe cose, dopodiché stupirsi oggi - sono passati dieci anni quasi - è perlomeno assurdo. Qualcuno dirà che non c'era l'evidenza, qui su questo foglio si racconta di un'evidenza reale, almeno a quanto dice questo foglio, preso in parte da quello che viene dai palazzi di giustizia. Non c'è niente di nuovo quindi, così come per alcune frasi riportate dal GIP o dal giudice - adesso non vorrei sbagliare - non c'è niente di strano, si sanno benissimo.
Tutto questo per dire cosa? Lei nella sua introduzione ha detto che, quando sarà il momento, se mai avverrà questo momento, lei farà un passo indietro, e ci mancherebbe! Onore al merito, però giustamente lei dovrebbe anche fare un esame politico di quello che ha fatto, perché è questo che si dimentica. Lei, come Assessore all'istruzione e cultura, dovrebbe chiedersi se si è comportata in maniera corretta. Noi riteniamo di no, io ritengo di no per i motivi che le ho spiegato prima e per ciò che è accaduto, perché questa è una delle possibilità. Comincio a dirmi: chissà quante altre volte ha potuto fare una cosa del genere, lei o chi per lei. Non voglio fare un processo alle intenzioni, ma il sistema di cui lei fa parte, di cui lei è un esponente molto autorevole è un sistema che di fatto è fatto apposta per aiutare qualcuno a discapito di qualcun altro.
Anche la famosa legge n. 20 che si è citata stamattina, quella che in qualche modo doveva dare la trasparenza alle assunzioni, fa acqua da tutte le parti, lo sappiamo tutti. Ne farete una modifica ulteriore, ma di per sé non funziona, non garantisce assolutamente nulla e non toglie la possibilità di fare questi giochetti che sono scritti su questo foglio.
Vede, Assessore, al di là delle questioni personali, faccia un ragionamento politico. Se veramente lei vuole rappresentare il nuovo rispetto al partito nel quale è, magari è giunta l'occasione, è il momento giusto per far vedere che è leggermente diversa. Nessuno qui le sta dicendo di non fare più il Consigliere - non lo si direbbe di nessuno in quest'aula - ma l'Assessore, potrebbe tranquillamente farsi da parte, fare spazio ad un suo collega, magari a chi c'era prima di lei - se non sbaglio, il collega Farcoz - oppure dà l'interim al Presidente Viérin che ha già fatto l'Assessore all'istruzione e cultura, quindi sicuramente riuscirebbe a farlo e per quattro mesi farebbe anche una bella figura, perché poi a marzo al massimo avremo finito. Questo le permetterebbe, e anche al partito che rappresenta in parte, di fare un passo avanti, di dire: "abbiamo voglia di migliorare e di far vedere che noi in qualche modo cerchiamo di porre rimedio a ciò che facciamo visto che abbiamo fatto degli errori, siamo inciampati sulle questioni", poi capisco che era un sistema consolidato, però adesso il sistema non sta più in piedi, il sistema è finito... dovrebbe essere finito. Lei ci rifletta un momento, nelle sue scuse iniziali ha messo in mezzo la famiglia, ma tutti qui abbiamo famiglia, tutti quanti, quando usciamo sui giornali, abbiamo dei genitori, dei figli, dei parenti, fa parte delle regole del gioco, lo sappiamo! C'è poi chi si comporta bene e chi si comporta meno bene; chi scrive in un modo e chi scrive meno in un modo; chi ragiona sui social, chi non ragiona sui social, ma questo, Assessore, vale per tutti, non vale soltanto contro di lei, capisce? In questi quattro anni e mezzo vale per tutti. Se vuole, le porto tanto così di fogli di quello che hanno detto di me, lo metto lì e vediamo, e non ho fatto l'Assessore, figuriamoci! Giusto per fare un esempio. Qui non parlano male solo di chi non c'è, per tutti gli altri non c'è problema. Ci rifletta.
Presidente - Ricordo che siamo in discussione generale, ci sono altri interventi? Chiedo ancora una volta: ci sono richieste di intervento? Se non ce ne sono, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Mi sembra doveroso spendere due parole e ricordare ai colleghi, ma soprattutto alle persone che ci stanno ad ascoltare come mai siamo giunti a questa mozione. Siamo arrivati oggi a discutere questa mozione perché durante lo scorso Consiglio la maggioranza non ha voluto votare una risoluzione per iscrivere questo dibattito all'ordine del giorno. Si è trattato forse di un caso senza precedenti nel corso di questa legislatura, ne ricordo solo uno. Infatti per iscrivere una risoluzione, ci vogliono 24 voti ed è vero che durante questi 54 mesi di legislatura solo per sette mesi circa la maggioranza era numericamente composta da un numero superiore ai 24 Consiglieri ed era quindi in grado di determinare autonomamente l'iscrizione o meno in aula di una risoluzione. Ne deriva, quindi, che quando si sono iscritte risoluzioni per confrontarsi sull'operato di un Assessore, del Presidente, oppure su altri temi, lo si è sempre fatto con il voto della maggioranza e della minoranza del momento, o di parte della maggioranza del momento.
Non iscrivere la risoluzione riferita alla collega Rini è stato interpretato da parte nostra, ma anche da parte di chi ascoltava in quel momento un po' come un arroccarsi all'interno delle mura di un fortino, come un tentativo di sottrarsi al confronto, ancora di più il sottrarsi ad un libero confronto democratico, un comportamento strano per chi si definisce appartenente ad un movimento che pone alla base del proprio agire il confronto con la popolazione. Ma cosa si voleva ottenere con questa risoluzione? Un invito a sospendere le deleghe dell'Assessore in attesa di chiarimenti, un'iniziativa - com'è stato ricordato - non codificata dal Regolamento del Consiglio. Proprio intervenendo per non andare alla discussione di questa risoluzione, un rappresentante della maggioranza (il collega Marguerettaz) è riuscito a fornire il meglio del proprio repertorio teatrale inizialmente indossando il camice dello psicologo, del medico cercando di leggere nel pensiero dei firmatari la risoluzione e comprendendo - a suo dire - quali erano le reali intenzioni che si celavano dietro il documento presentato, immediatamente dopo indossando la veste dell'avvocato e arringando in difesa della collega, infine vestendo la veste del giudice, con tanto di libero convincimento, che ha portato alla sentenza: "si è trattato di sciacallaggio politico", oggi aggiungo: "in vicinanza degli appuntamenti elettorali", l'ho sentito in un'intervista rilasciata poco fa. Evidentemente ha la memoria corta, collega... come ho detto prima, in passato più volte la maggioranza di turno ha accettato di discutere risoluzioni di questo tipo, esponendosi al dibattito e all'esito della risoluzione non sempre favorevole; forse, nel rispetto dei ruoli, ha fatto finta di non capire, di leggere male. La solerzia però ad intervenire ha ottenuto sicuramente il risultato di enfatizzare la situazione, di immobilizzarla per 15 giorni, creando di fatto un danno alla collega Rini, forse voluto, forse non voluto.
Torniamo però alla vicenda, ai fatti, premettendo doverosamente che qua non ci si deve inoltrare nel campo giudiziario. Noi dobbiamo parlare - com'è stato già detto da qualcuno - di immoralità, di etica politica, di etica sociale, soprattutto se riferita ad un ruolo particolare: quello che riveste la collega, che è la responsabile dell'educazione, della formazione dei giovani. Con tutte queste situazioni, con tutte queste contraddizioni emerse in questi giorni in generale io mi chiedo qual è il messaggio che abbiamo trasmesso ai giovani valdostani. Io credo che non sia tanto un problema nostro, ma che sia un problema della persona interessata e per questo apprezziamo la disponibilità a dare le dimissioni, anche sperando in una conclusione rapida degli accertamenti, magari prima delle prossime elezioni, poi sappiamo come vanno queste cose, che comunque - ribadisco - a noi non competono. Sottolineo però che, quando ebbi modo di lasciare il gruppo dell'Union Valdôtaine, avevo espressamente, chiaramente evidenziato come la politica unionista fosse inceppata, in parte compromessa, i fatti di cui abbiamo discusso in questa giornata in parte lo dimostrano. È chiaro che non posso esimermi dal sottolineare che il tentativo di favorire parenti e affini politicamente assume i contorni di un tradimento nei confronti degli elettori valdostani, nei confronti degli elettori unionisti e in particolar modo - permettetemi di pensarlo - nei confronti di tutti gli elettori in cerca di lavoro.
Mi permetto anche di fare, collega, una battuta. Ritornando a quell'ipotetico film di cui abbiamo parlato alcuni Consigli fa, dove lei mi definì di certo non un protagonista, ma un semplice comprimario, le dico che oggi lei è coprotagonista, ma mi permetta un giudizio: in negativo! Questo non fa onore a nessuno di noi. Noi dobbiamo pensare a degli esempi positivi della politica, dobbiamo trasmettere degli esempi positivi e oggi non lo stiamo facendo.
In conclusione permettetemi di dire, visto che siamo vicini al Natale, che in alcuni casi siamo come delle stelle comete: lasciamo una scia e a volte si risale, attraverso questa scia, ai virtuosismi di ognuno di noi, un po' gli interessi personali di ognuno di noi... cerchiamo di evitarlo.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (GM) - All'inizio di questo mio intervento vorrei leggere alcuni stralci di un articolo apparso sulle pagine valdostane di un noto quotidiano, che dice: "l'inchiesta scoppiata la settimana scorsa ha portato agli arresti domiciliari di due big locali: un dirigente sospeso dalla cassaforte della Regione (la Finaosta) e per anni a capo del Forte di Bard e il patron di una società di distribuzione alimentare - aggiungo io: nota fornitrice di alcune partecipate della Regione - che è già stato colpito lo scorso gennaio dall'inchiesta che ha portato all'arresto anche di un PM valdostano. Quanto alle carte dell'inchiesta - e qui arriva alla questione che, Assessore, la riguarda: la riguarda personalmente, so che non è indagata, non vorrei essere frainteso - dice sempre l'articolo - a offrire lavoro all'ex marito dell'Assessore, il quale poi ha rifiutato, sarebbe stato lo stesso Cuomo. Rollandin in questa indagine, invece, è coinvolto direttamente, inserito nel registro degli indagati con l'accusa di concorso in corruzione - ennesima tegola per l'Augusto - nei mesi precedenti l'ex Presidente della Regione ha ricevuto un avviso di garanzia nell'inchiesta sulla costruzione di un vallo anti-frana a Courmayeur, con l'accusa di concorso in truffa. Poi c'è un'indagine sugli emolumenti del Presidente di Finaosta. Rollandin si trova accusato di turbata libertà di procedimento di scelta di contrarre insieme al Presidente della finanziaria e all'Assessore regionale - ex ormai - alle finanze Ego Perron", per quest'ultimo parla della condanna appena subita, insieme agli ex vertici della banca. Dice poi: "Perron, tra l'altro, è indagato insieme agli ex amministratori della Casa da gioco anche in un'inchiesta che ipotizza bilanci falsificati al Casinò. Casinò che poi è sotto la lente della Corte dei conti, che a giugno ha chiesto 140 milioni di euro a titolo di danno erariale". Insomma, fa una sintesi, un riassunto della situazione che sta vivendo la politica valdostana, un sistema della politica valdostana che mi pare francamente dia un'immagine pessima di tutta politica.
Vede, Assessore Rini, è vero, quello che l'ha portata nell'aula di quel tribunale è un suo fatto privatissimo e fa benissimo a volerne custodire la privacy, io sono totalmente d'accordo con lei, quello è un fatto assolutamente privato. Io francamente trovo però che se è vero quello che leggiamo dagli articoli di giornale - che poi citerò, perché citano virgolettando evidentemente alcuni stralci dell'ordinanza sull'ultima inchiesta - che c'era questo noto fornitore di partecipate valdostane che, per motivi che gli stessi PM dicono che sono ancora da indagare, offriva, pur non avendone bisogno, lavoro al suo ex marito... io penso che lei questa mattina abbia fatto un intervento che dice tutto e dice niente, anche questa mattina ha detto: "quando potrò, dirò". Io spero che, quando lei potrà, dirà e che ci spiegherà quello che compare su un noto sito di informazione valdostano, un quotidiano on line valdostano che virgoletta una sua dichiarazione resa che per me è di assoluta rilevanza politica: "sono rimasta colpita da cittadina dal fatto che ci fossero rapporti quanto meno inopportuni tra un imprenditore ed enti pubblici. Ho fatto anche presente a Rollandin l'inopportunità di certi comportamenti di Accornero, ma su questo Rollandin era irremovibile perché aveva un'opinione ottima di Accornero, una totale fiducia in lui e non accettava minimamente che lo si mettesse in discussione". Questo mi pare di assoluta rilevanza politica.
È vero, noi qui non siamo a fare processi, non è il nostro lavoro, neanch'io mi permetterei mai di entrare in questioni private, però ci sono degli aspetti che - come lei ben sa - nella vita di un politico, o di chi fa politica attiva nelle istituzioni... il confine tra privato e politico è molto labile e se è vero, com'è vero, che c'è una parte di questione che è privata, francamente quella che abbiamo anche scritto nella mozione di sfiducia a me sembra tutto meno che privata. Indagine che sta coinvolgendo anche... leggevo in un comunicato stampa di un movimento di qualche giorno fa, che in sostanza adesso mette in discussione alcuni accordi presi prima della nascita di questa maggioranza, per essere più espliciti: un comunicato dell'UVP che mette in discussione quello che - noi apprendiamo sempre dai giornali - era l'accordo sulla Presidenza del Consiglio. Ora, io trovo francamente incomprensibile come la questione della Presidenza del Consiglio, che è questione di tutto il Consiglio, non soltanto della maggioranza, possa essere gestita e concordata tra neanche tutta la maggioranza, ma tra due movimenti della maggioranza e non discussa con tutto il Consiglio, o perlomeno con tutta la maggioranza, perché, da quello che si è capito, almeno da quello che ho letto, questo è stato tra due movimenti. È vero quindi che le indagini riguardano la Magistratura, ma è anche vero che le indagini sulla politica sono in gran parte anche un fatto politico e quindi devono essere discusse qua dentro, e possono anche avere degli effetti su quello che succede qui dentro.
Ripeto: io so che lei ad oggi non è indagata, io sono un garantista oltre ogni limite, però capisce che quello che viene fuori da questa vicenda è tutto meno che privato, perché io non credo che questa persona stia in tutte le aule di tribunale a proporre contratti a persone che divorziano. In più, non è una persona qualunque, ma era, o è, un fornitore di partecipate pubbliche e di eventi pubblici organizzati dalla pubblica Amministrazione regionale, quale il 4K. Quello che le si chiede quindi non è nient'altro che, come diceva prima il collega Cognetta, un atto, un segnale che anche nell'UV - come lei vorrebbe far vedere, vorrebbe portare - c'è un rinnovamento nei comportamenti e negli atti che si prendono in conseguenza di quello che sta uscendo in questi giorni, che rovina l'immagine della Valle d'Aosta e della politica tutta.
Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola la Vicepresidente Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Cercherò di non dilungarmi troppo su questa questione, ma di esporre alcuni concetti chiari. Collega Rini, io credo che il suo intervento di questa mattina, ancorché apprezzabile nell'intento, giunga un po' tardivo, perché la mozione di sfiducia che abbiamo presentato ha delle ragioni precise: giunge in conseguenza ad un comportamento omissivo da parte sua, da parte della sua maggioranza riguardo ad un question time che abbiamo presentato nella scorsa seduta e ad una risoluzione rispetto alle quali da parte vostra vi è stato un secco "no", senza ragioni. Ora, è assolutamente comprensibile la difficoltà, la reticenza, l'imbarazzo di intervenire su questioni personali, su questioni familiari. Credo che capiamo tutti questo, però non è comprensibile il suo rifiuto (e quello della maggioranza) di rispondere ad un question time con cui le si chiedeva di fare chiarezza rispetto ad una vicenda di dominio pubblico; un question time che, se affrontato con la dovuta cautela, comprensibile, le avrebbe consentito di spiegare la sua posizione in una vicenda che - ricordiamolo - il giudice definisce "invero inquietante". Da quanto riportato dagli organi di informazione - perché su questo noi ci siamo basati in questo periodo, e le dobbiamo dire che le notizie sono state abbondanti, quotidiane - si delinea "un tessuto corruttivo particolarmente significativo e variegato", ma nella quale la collega Rini - e questo sempre a detta degli organi di informazione, ma lo ha confermato lei stessa - non è coinvolta in quanto indagata ma come persona sentita dalla Procura. È legittimo quindi chiedersi perché fosse così difficile in questa situazione rispondere ad una domanda, tutto sommato, abbastanza semplice. Collega Rini, se è stata una decisione della maggioranza, o del suo gruppo e non sua, ma una decisione a cui forse lei si è adeguata, sappia che non le hanno reso un servizio. Molto probabilmente se lei avesse risposto nei termini che riteneva più opportuni, la cosa sarebbe finita lì, non saremmo oggi qui a discutere così diffusamente, invece rifiutandovi di rispondere, impedendo addirittura l'ammissione dell'interrogazione - qualcuno diceva fatto mai avvenuto in questa legislatura, sicuramente un fatto assolutamente raro - avete peggiorato nettamente la situazione, perché con il rifiuto avete dato adito a sospetti in merito a questioni inquietanti che attengono alla sfera pubblica, oltre che alla sfera privata, è stato come se si volesse nascondere qualcosa, con il vostro rifiuto avete alimentato i sospetti. Da parte nostra non vi era tanto la volontà di tenderle un'imboscata - che peraltro politicamente, visti i tempi, ci sta - quanto piuttosto la necessità che venissero sgombrati dei dubbi relativi ad una vicenda, privata sì, ma che, accostata a ciò che sta emergendo, rischia di assumere delle tinte ben più fosche rispetto a quelle che forse effettivamente esistono. Lei ha perso un'occasione nello scorso Consiglio e le ripeto: se è stata indotta o consigliata da qualcuno ad agire come ha agito, si chieda se chi l'ha consigliata ha voluto proteggere lei e la sua famiglia, o se non avesse piuttosto degli intenti meno nobili.
Rimane il fatto che lei è sempre in tempo a prendere, direi in modo chiaro e definitivo, le distanze da quel sistema, che, a quanto hanno riportato sempre gli organi di informazione, lei in fondo neanche tanto velatamente ha denunciato. Non ho trovato nella rassegna stampa (ponderosa) il passaggio in cui lei dice di aver parlato con il collega Rollandin e di averlo voluto mettere in guardia in merito ad un comportamento di Accornero che evidentemente lei non riteneva consono. Mi pare che questa sia una denuncia neanche troppo velata, è qualcosa di importante che è emerso, non sappiamo se questo corrisponda ad una presa di distanza politica, ma questo penso che lo vedremo.
Questa mozione di sfiducia oggi per noi è cosa dovuta, è la conseguenza del suo comportamento omissivo, ma è anche una misura improntata alla prudenza, perché se è vero che lei non è indagata, è altrettanto vero però che il giudice delle indagini preliminari ha affermato: "sicuramente l'intervento di Gerardo Cuomo e l'offerta che ha fatto di un contratto di lavoro all'ex marito dell'Assessore Emily Rini sono circostanze meritevoli di successivo approfondimento". Pertanto, lo prenda come un invito in via cautelare, a tutela del buon nome della Regione, a tutela dell'Assessorato che sta reggendo, ma in fondo anche a tutela sua personale, perché dall'inchiesta stanno emergendo affermazioni estremamente inquietanti, tra cui quella che dice: "l'avvenuto cambio di maggioranza regionale ha permesso al partito di Rollandin (Union Valdôtaine) di ritornare in maggioranza, il che potrebbe favorire la posizione di Accornero all'interno della compagine regionale e delle società partecipate della Regione". Non so come voi interpretiate questa frase, io cerco di interpretarla come ad individuare nella presenza dell'Union Valdôtaine in maggioranza la possibilità di un terreno favorevole alla replica dei comportamenti illeciti che vengono denunciati dall'inchiesta. Sarebbe interessante conoscere l'interpretazione di chi siede in maggioranza assieme a questa Union Valdôtaine. È una cosa che credo faccia un po' rabbrividire tutti, in particolare, credo che faccia rabbrividire anche gli unionisti, tant'è che qualcuno ha preso anche posizione in modo molto chiaro. L'abbiamo letto dai giornali: "la cosa che mi ha fatto più male, da unionista, è stato un passaggio fatto dal GIP nell'ordinanza di custodia cautelare, laddove si parla di un'accelerazione dell'attività investigativa e di chiusura delle indagini dopo il ritorno in maggioranza dell'Union Valdôtaine. L'equazione che ne deriva è disarmante per il nostro movimento al di là delle persone che risultano coinvolte nel caso specifico, ancora più disarmante è che qualcuno al vertice continua a parlare di complotto contro il nostro movimento". Questo non l'ho detto io, lo dice un unionista e quello che dobbiamo augurarci, è che all'interno dell'Union Valdôtaine ci sia una presa di posizione, ci sia la voglia di andare fino in fondo per cercare di ridare un'altra prospettiva a questa Regione e forse lei, collega Rini, può aver dato una mano in questo senso.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Norbiato, ne ha facoltà.
Norbiato (AC-SA-PNV) - Ho tirato giù anch'io una relazione iniziando a citare alcune notizie conseguenti all'ordinanza, ma, visto che hanno già i miei colleghi più volte citato le varie notizie ANSA uscite dal 7 fino all'8, 9 novembre, non volevo entrare nel merito di queste dichiarazioni e non entro neanche nei dettagli per quanto riguarda la vicenda legata alla nostra partecipata CVA. Carlo Norbiato si è sempre distinto per una politica nobile. A questo punto mi permetta però, Assessore Rini, nonché importante membre de droit de la section Aoste-Ville - sezione dove ho militato a lungo, sezione che non ha perso occasione nel marzo scorso nel dettarmi norme comportamentali - di ricordarle e farla di riflettere in merito alla parte finale del comunicato stampa del 16 marzo scorso che tale sezione mi indirizzò e che testualmente recita: "auspica che gli eletti nelle liste dell'Union Valdôtaine siano leali ai valori del movimento, ma soprattutto alla volontà degli elettrici e degli elettori, anteponendo ciò ai loro meri interessi personali o, peggio ancora, agli interessi di qualcuno a loro vicino", questo mi era stato detto. A questo punto, poiché a buon'intenditrice poche parole, lascio alla sua intelligenza e al suo savoir-faire le conclusioni dell'intera vicenda.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bertin, ne ha facoltà.
Bertin (GM) - "Un tessuto corruttivo particolarmente diffuso e variegato" così il PM definisce l'inchiesta che da tempo riempie le prime pagine dei giornali locali. Non si può dire di essere stupiti di questo, indignati sì, ma stupiti no. Ne esce un quadro desolante al di là delle responsabilità penali che verranno poi definite in seguito, la politica dovrebbe prendere le distanze in qualche modo, dare un segnale e questo in questa mozione è un invito all'Assessore Rini a dare un segnale, la politica dovrebbe dare un segnale. Quello che sta succedendo è grave e chi ha delle responsabilità dovrebbe in qualche modo dare un segnale rivolto anche all'opinione pubblica. Questa vicenda, tutte le questioni giudiziarie in questi giorni nascono da un'indagine della DDA di Torino sulla 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Dalle intercettazioni fatte in base a questa indagine partono diversi filoni d'inchiesta e buona parte di quello che sta emergendo in questi giorni, in questi mesi (quest'anno oramai) parte da lì: da questa indagine sulla presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. In particolare, uno dei personaggi più importanti era Giuseppe Nirta, da lì poi nasce l'indagine Longarini-Cuomo dei contatti continui con l'imprenditore del caseificio valdostano - peraltro ricordo che Giuseppe Nirta nella primavera scorsa è stato ucciso in Spagna da un commando mafioso -, da lì nascono poi diverse inchieste: una legata a Cuomo, l'altra al caso BCC, eccetera. Si evidenziano, tra l'altro, degli intrecci nei quali, secondo gli inquirenti, Cuomo (l'imprenditore del caseificio valdostano) si trova in un incrocio di rapporti tra funzionari di partecipate, politici, nel caso specifico anche frequentazioni pericolose, nonché magistrati. Certamente una situazione inquietante che, quando si leggono le ordinanze varie emesse dai tribunali, non lascia indifferenti... come dire? un quadro, oltre che desolante, anche inquietante.
Tra l'altro, emerge - l'abbiamo visto in quest'ultima inchiesta riguardante in particolar modo Cuomo e Accornero - un diffuso voto di scambio non tanto in termini penali, ma in termini generali, nei quali si vede l'imprenditore in questione che sostiene elettoralmente candidati al Comune di Aosta e altri scambi di favori e di voti anche da varie situazioni. Al di là delle responsabilità penali che verranno in seguito definite, se ci saranno, emerge comunque un quadro nel quale il voto di scambio, inteso in senso generale, è diventato sistema. Questo Consiglio ha avuto occasione qualche mese fa di mettere un freno a questo, introducendo la preferenza unica, che è l'unico modo per rendere il voto pulito, per depotenziare chi ha delle capacità corruttive e condizionanti in termini negativi, perché con tre preferenze si può cercare di aumentare il peso di chi fa questi giochi, mentre i cittadini normali ovviamente hanno soltanto un voto e basta. Questa è stata un'occasione persa per rendere il sistema più pulito, per introdurre quei cambiamenti strutturali che necessitano al "sistema Valle d'Aosta", poiché le tre preferenze sono un meccanismo che alimenta questo sistema, è stata un'occasione persa per la quale dovremmo pentirci. Oggi emergono queste cose, ma qualcosa bisognerà pur fare poiché non si può assistere indignandosi e basta a quanto sta succedendo! Il quadro era magari conosciuto, ma oggi è scritto nelle ordinanze e certamente l'effetto anche nell'opinione pubblica è evidente. Questa mozione di sfiducia era l'occasione per dare un segnale rivolto all'Assessore Rini, io spero che questo segnale arrivi: un invito a dimettersi come segnale che la politica in qualche modo reagisce, altrimenti sarà un'altra occasione persa.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Non è mai molto appassionante parlare di problematiche che riguardano in parte la sfera personale delle persone. Io ho ascoltato attentamente quello che ha detto l'Assessore Rini: l'ho ascoltato perché, facendo parte della Conferenza dei Capigruppo, ho accettato che lei intervenisse prima della presentazione della mozione di sfiducia, perché in tutta sincerità io pensavo che lei in quest'aula annunciasse con un coup de théâtre un piccolo ripensamento, non è stato così.
Abbiamo ascoltato e io parto dall'ultima considerazione che lei ha fatto, cioè che lei non è coinvolta penalmente in questa vicenda, io gliene do atto e condivido una buona parte di quanto lei ha detto. Come non essere d'accordo che questo è un periodo complesso per la politica valdostana? E come non condividere che da questa vicenda quello che dovrebbe nascere, quello che dovrebbe uscire è un'immagine della nostra bella regione, come lei l'ha chiamata? Come non condividere che comunque un eletto ha oneri e onori di rappresentare i cittadini valdostani? Ma tra gli oneri e gli onori noi abbiamo l'onore di essere seduti in questo contesto, questo è un grande onore legittimato da un voto popolare; abbiamo anche alcuni doveri e i doveri sono quelli di dare un'immagine della Valle d'Aosta che non è quella che si legge quotidianamente, quella fa male a chi ha a cuore la Valle d'Aosta.
Lei ha anche usato un passaggio su cui non sono d'accordo, perché lei ha detto che questa nostra mozione è legittima, ma inopportuna. È legittima, io ritengo opportuna per questo momento, ma voglio fare un ragionamento che provo a spiegare in quest'Assemblea. È opportuna non legata alla persona, è legata al momento, al contesto politico in cui siamo. Probabilmente lei sarà il primo anello, quello che magari dovrà portare per primo le conseguenze, ma deve rendersi conto, Assessore, che lei fa parte di un sistema, noi facciamo parte di un sistema e lei in questo sistema è uscito palese che ha chiesto favori e scorciatoie. È così, perché quando si dice che comunque si interessa la politica per trovare posti di lavoro e quant'altro, è un sistema per avere scorciatoie: questo non è un bell'omaggio! Io le dico in tutta sincerità, Assessore, lei non è penalmente coinvolta, ma quando lei dice che comunque ha coinvolto l'allora Presidente... queste cose, secondo me, non sono una bella immagine.
Assessore, lei in questo momento rappresenta il cittadino e dovrebbe in parte avere le stesse opportunità, in quanto politico, di un cittadino normale: è questo che è inspiegabile! Mi può spiegare come un cittadino normale può permettersi di avere un imprenditore che offre un posto di lavoro, di rinunciare e subito dopo eventualmente avere l'opportunità di avere una soluzione B e finire in una partecipata? È un problema che fa male a quella classe di persone che non hanno lavoro, al cittadino comune: è questo il problema! L'immagine che ne esce fuori è questa: di una Valle d'Aosta a due velocità, di una Valle d'Aosta dove ci sono dei percorsi che possono essere favoriti dalla politica, io non posso credere che sia così! Quello che le si chiede, Assessore, è esclusivamente di fare un piccolo passo indietro nella convinzione che lei - e l'ho già ripetuto - dal punto di vista penale non sia coinvolta, almeno glielo auguro, ma ce lo auguriamo tutti. La politica in questo momento però ha bisogno di un passo indietro, ha bisogno di fare chiarezza interna; anche se ci fosse solo il sospetto, bisogna fare un passo indietro: è questo che le si chiede!
Mi dispiace parlare di vicende personali, e con questo voglio assolutamente chiuderla... perché, secondo me, chi ne porta le conseguenze... e si vuole dare un segnale ad una politica malata. Allora voglio fare un ragionamento, se è possibile, un po' più ampio, io ho ascoltato anche chi è intervenuto, l'Assessore Marguerettaz che parla di una minoranza che alimenta il sospetto, non so se noi alimentiamo il sospetto, Assessore, probabilmente chiediamo chiarezza, non alimentiamo il sospetto. Al sospetto forse ha influito lei quando ha creato il 4K, quando si è messo in concorrenza con il privato, quando questa manifestazione è stata gestita nel modo che più o meno sappiamo. Torno a dire che questo è il sospetto che la politica mette in campo in questo momento e noi chiediamo chiarezza. Abbiamo chiesto se era possibile fare chiarezza sulle partecipate, che da più parti vengono dipinte come un "momento" in cui contestualizzare consensi elettorali; io non ci credo che sia così, ma dateci la possibilità di verificarlo!
Vengo a quella che, a mio parere, è la necessità in questo momento di dare una svolta che sia chiara, una svolta che sia comprensibile ai cittadini valdostani. Lei, Presidente Viérin, ha parlato di inizio di populismo, io parlerei più che altro della fine di un sistema, non è populismo provare a cambiare quella che da più parti viene manifestata come una gestione poco chiara. Dico questo perché in questi anni noi abbiamo sentito da più parti... io sono stato uno di quelli che ha condiviso questo... io l'ho chiamato sogno, dove, per arringare le folle, si prometteva coerenza, determinazione; poi si sa che si nasce rivoluzionari e si finisce conservatori, ma questo fa un po' parte della storia, si parte leoni e si arriva pecore. Allora si cerca il sistema per far digerire ai sostenitori dipingendo il percorso politico che ognuno di noi ha fatto un percorso straordinario, un successo. Si presentano dei progetti di cambiamento, dove si invoca il cambiamento e la trasparenza, su questo non c'è ombra di dubbio e ci si accorge che poi questo nuovo, moderno progetto si è presto trasformato nella solita storia di "ho messo il sedere in poltrona", ma ho usato un altro termine prima... e il cittadino comune fatica a capire. Non si capisce più nulla, anche perché si è sentito dire negli anni che... io sono stato tra quelli che ha detto di essere contro il sistema politico-amministrativo, "decidiamo di condurre una battaglia coraggiosa per una nuova avventura, mai compromessi", però poi, come in tutte le più belle storie politiche, contrordine: "entriamo dentro il sistema per cambiarlo e dimostreremo lo stesso coraggio, avanti tutta...", "coraggio, cambiamo di nuovo, basta con questo sistema che non siamo riusciti a cambiare, dunque lo combattiamo e facciamo un selfie", per poi finire con avviso ai naviganti: "ci torniamo dentro, ma, attenzione, il sistema l'abbiamo rotto e il cambiamento è in corso". In tutto questo l'importante è crederci, ma il difficile è farlo credere.
Al di là della questione riferita all'Assessore, che io penso sia forse la cosa più marginale rispetto al contesto generale - questo glielo voglio anche riconoscere - bisogna decidere una volta per sempre se si vuole prendere la responsabilità di essere i difensori e i guardiani del tappeto, della polvere e delle macerie.
Finisco con un dato che dovrebbe quanto meno fare riflettere: ad inizio legislatura tra persone che hanno dovuto abbandonare per "Severino" e quant'altro, comunque persone che hanno avuto di che difendersi nelle aule di giustizia nella Corte dei conti siamo a livello di 22 Consiglieri su 35, se non sbaglio... 35 non è corretto, perché poi sono subentrati altri... 22 nell'arco della legislatura. Forse è davvero giunto il momento di sollevare quel tappeto e di spiegare ai valdostani che nessuno ha diritto di avere corsie preferenziali, scorciatoie o possibilità di avere dei posti di lavoro in cambio di altre questioni: lo dico perché è un'opportunità, forse una delle ultime che abbiamo e lo dico in particolar modo a chi, come me, ha condiviso questo percorso nel passato, a chi in questo momento è nelle stanze dei bottoni, oppure, come nel caso del PD - mi dispiace dirlo -, è una succursale del Governo.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Segretario Lanièce, ne ha facoltà.
Lanièce (EPAV) - Questa è una legislatura che passerà alla storia perché ne sono successe veramente di tutti i colori, non ultima la vicenda in discussione oggi. Infatti non ricordo nella storia di questo Consiglio regionale - e la mia memoria è piuttosto buona - la discussione di una mozione di sfiducia nei confronti di un Assessore che non soltanto non è condannato e rinviato a giudizio, ma addirittura non è nemmeno indagato. Questo lo affermo sulla base di quanto dichiarato dal Sostituto Procuratore titolare delle indagini in corso, circostanza riportata da tutti i media nelle scorse settimane, gli stessi che voi dell'opposizione avete utilizzato come elemento di base, attraverso i loro articoli, per scrivere la mozione di sfiducia verso l'Assessore oggi in discussione. Questo è il primo elemento contraddittorio che vorrei far emergere qui in aula, visto che si discute una mozione di sfiducia nei confronti di una persona non indagata, bensì informata sui fatti, quindi chiamata a suo tempo in Procura come testimone di certi episodi: qualità di testimone che ricopre tuttora per la Magistratura. Fatti che, tra l'altro, rientrano nell'alveo di un procedimento penale in corso, non ancora concluso: non spetta dunque a quest'Assise, all'interno della quale si dovrebbe parlare solo di politica e amministrazione, trasformarsi in una sorta di "faro inquirente". Le indagini spettano sempre e solamente alla Magistratura e io, come tutti voi, confido nel suo giusto operato. Una volta che la Procura completerà i suoi approfondimenti, prenderemo atto delle sue conclusioni e ne trarremo eventualmente le doverose conseguenze. D'altra parte, abbiamo appena discusso il punto precedente, scaturito da una sentenza di condanna di primo grado pronunciata da un giudice nei confronti del collega Perron, il quale, con senso di responsabilità politico, istituzionale e personale, ha immediatamente, puntualmente e correttamente rassegnato le dimissioni dall'incarico assessorile. Conoscendo la collega Rini, sono certo che lei - come d'altronde ha appena ribadito in aula -, anche in presenza soltanto di un suo eventuale coinvolgimento penale, non esiterà a fare conseguentemente un passo indietro, fermo restando il fatto che - lo ribadisco per l'ennesima volta, anche a beneficio di chi ci sta ascoltando - la collega Rini non è nemmeno indagata.
Il secondo elemento di contradizione che vorrei far rilevare è che la richiesta di sfiducia all'Assessore è stata sottoscritta dalle stesse persone che sette mesi fa hanno appoggiato la nascita di un nuovo Governo all'interno del quale era stato nominato un Assessore che non solo era stato indagato, e successivamente rinviato a giudizio, ma che poi era stato addirittura condannato in secondo grado per un reato legato ad un utilizzo non corretto di fondi pubblici - collega a cui auguro ovviamente in Cassazione di dimostrare la sua innocenza. E non mi ricordo che siano state presentate allora mozioni di sfiducia neanche dal Movimento Cinque Stelle. Non posso quindi non far notare come in questa vicenda si siano applicate le regole del famoso detto: "usare due pesi e due misure diverse", strumentalizzando politicamente una questione attinente alla vita privata, legata alla separazione della collega, finita sotto i riflettori del tutto indirettamente per la presenza di una persona indagata in altre vicende.
Mi viene quindi da affermare - ironicamente, lo sottolineo - che questi sono 13 firmatari - forse qualcuno più convinto, altri forse un po' meno - in cerca di voti ed è l'unico plausibile motivo alla base della presentazione di questa iniziativa, promossa quindi con l'intento di fare presa sull'elettorato in vista delle prossime elezioni. Io penso però che la politica si debba invece fondare su un confronto di idee e proposte amministrative programmatiche diverse, che poi vengono sottoposte all'attenzione e al conseguente esame dell'elettorato. D'altra parte, risulta evidente a tutti i valdostani che i firmatari di questa mozione nei sette mesi che sono rimasti al Governo non hanno cambiato il sistema Valle d'Aosta, come invece proclamato a mezzo stampa a più riprese visto che iniziative legislative di grande spessore non mi pare siano state da loro presentate, anzi le poche iniziative promosse erano per la maggior parte quelle già elaborate dagli Assessori precedenti, che loro avevano destituito con il famoso golpe politico del 10 marzo scorso. Motivo per cui, anziché cercare di accaparrarsi voti e consenso attraverso proposte di legge alternative a questa maggioranza, per i 13 firmatari è forse - e sottolineo "forse" - molto più comodo sfruttare e strumentalizzare le indagini in corso della Magistratura per cercare di buttare un po' di veleno su tutto il sistema politico valdostano e in modo indiscriminato su qualcuno dei suoi componenti. Tutto ciò nella speranza di cercare di passare agli occhi della gente come la parte buona della politica rispetto all'altra, quella dei cattivi. Vorrei a tal proposito precisare che, al di là dei colori politici, non è assolutamente corretto cercare di attribuire certi comportamenti illeciti a partiti o a movimenti politici considerato che a sbagliare sono sempre e solo le persone. D'altronde la responsabilità penale è e resta personale. Io sono tuttora fiero e convinto di essere democristiano, anche se in passato la Democrazia Cristiana è stata a volte dipinta come un partito corrotto: non lo è mai stata, bensì lo sono stati alcuni dei suoi componenti, giustamente condannati e che quindi hanno pagato le loro colpe personali.
Io, come alcuni di voi, sono stato indagato e non solo sentito in Procura come testimone come invece la collega Rini. L'essere indagato e l'essere successivamente rinviato a giudizio sono state per me esperienze difficili e molto traumatiche non solo dal punto di vista politico ma anche soprattutto dal punto di vista personale. L'essere sbattuto sui giornali, sui social network già come colpevole, o quasi, non è stato facile da affrontare, non solo come amministratore, ma anche dal punto di vista umano. È veramente brutto sapere di essere considerati già colpevoli a prescindere dallo stato delle indagini e del procedimento giudiziario. Ma se è stato veramente brutto e difficile superarlo per me - che poi sono uscito assolto totalmente dalla vicenda riguardante le spese dei gruppi consiliari, pur essendo stato prima indagato e dopo rinviato a giudizio -, pensate un po' alla collega Rini, la cui vicenda personale è stata sbattuta senza troppa cura sui giornali e verso la quale voi oggi state puntando il dito con fare inquisitorio per una vicenda - tengo a ribadirlo per l'ennesima volta - nell'ambito della quale lei non è indagata, bensì testimone.
Sono sempre stato garantista, e lo sono tuttora: mi fa specie che chi lo è stato fino a nemmeno un mese fa oggi sia il più spudorato giustizialista - e mi ripeto - nei confronti di una collega che risulta persona informata sui fatti. Va inoltre ricordato come qualche anno fa in questo stesso Consiglio regionale, con quasi le stesse persone presenti, quando quasi tutti i gruppi consiliari avevano al proprio interno delle persone indagate per peculato e finanziamento illecito dei partiti (reati gravi contro la pubblica amministrazione), non fu mai presentata nemmeno una mozione di sfiducia contro gli amministratori all'epoca coinvolti. Forse perché allora eravamo ancora distanti dalle elezioni, o perché quasi tutti i gruppi erano coinvolti? O ancora perché ai tempi la correttezza e la trasparenza di certi comportamenti non erano così significative? Ecco perché il nostro gruppo voterà contro questa mozione di sfiducia, in quanto non sussistono né motivazioni politiche, né fatti acclarati talmente gravi da spingere la Magistratura a coinvolgere penalmente l'Assessore. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso e noi occupiamoci dei problemi della Valle d'Aosta, cercando assieme se possibile, o comunque attraverso un serio dibattito politico, di trovare soluzioni per dare risposte, così da permettere a tutti i valdostani di poter continuare a vivere nella nostra petite patrie con i propri cari in modo dignitoso e sereno.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Visto che quasi tutti gli intervenuti della minoranza mi hanno chiamato in causa dandomi dello psicologo, del giudice, dell'avvocato, del jolly, forse mi date un'importanza troppo elevata.
Ora, fatemi fare due considerazioni prima di tutto sul metodo. Senza voler fare il fine giurista, mi pare che siamo di fronte ad un'inchiesta, che si porta dietro ovviamente tutto il segreto istruttorio. Se a questo aggiungiamo che in aula abbiamo in buona sostanza letto pressoché tutta l'ordinanza, che qualcuno avrà letto sui giornali, ma mi pare che qualcuno abbia anche letto - ma può darsi che mi sbagli - dei passaggi che sui giornali non sono pubblicati. Mi verrebbe quindi da dire che qualcuno è in possesso dell'ordinanza, che fa un lavoro parallelo a quello della Magistratura, non so dire se è legittimo o meno, ma, di fronte ad un'inchiesta, io sarei un pochettino più prudente. Ci sono delle affermazioni che sono condivisibili, ma sono poi assolutamente smentite dai fatti. Cosa vuol dire "siamo garantisti"? Mi pare dagli interventi che siate garantisti solo per voi. "Sono garantista per quel che mi riguarda; per quel che riguarda gli altri - l'Assessore Rini piuttosto che altri - non sono più garantista, sono colpevolista". Non è un reato, però usciremmo da quell'area di ipocrisia. Come dobbiamo uscire dall'area di ipocrisia quando diciamo: "collega Rini, faccia un passo indietro per una questione di garbo", ma, Consigliere Gerandin, non so se lei ci crede. Nel momento in cui la collega Rini dovesse fare un passo indietro, io le faccio già i titoli, le faccio già tutto il programmino che è facilmente prevedibile. Il collega Lanièce ha detto: "due pesi e due misure"; io ho un'altra formazione o, meglio, un'altra professione e dico: un doppio binario. Per qualcuno c'è la "questione morale" che implica che, appena vi è un dubbio, appena vi sono delle ombre, bisogna essere rigorosi. Quando la questione morale riguarda sé stessi, invece la questione morale dice: "in fin dei conti non ho messo nessun soldo in tasca, in fin dei conti...", senza voler stuzzicare il collega Cognetta, mi sembra di vedere lo scenario di Roma, quando il Movimento Cinque Stelle, duro e puro all'opposizione: "appena c'è un avviso di garanzia, tutti a casa", adesso c'è il rinvio a giudizio e stiamo lì. Non parliamo di (omissis), siamo fuori strada, ma era solo per fare un ragionamento, quindi il doppio binario sulla morale, anche il doppio binario sulla politica. I nostri amici di ALPE, che avevano sbandierato la necessità di riformare la politica dicendo che bisognava essere duri e puri e bisognava, dopo due mandati, andare a casa... hanno cambiato idea: ecco che il doppio binario si affaccia, perché hanno bisogno dei titolari per giocare in serie A e quindi avanti, un altro mandato supplementare. Io vi auguro di essere di nuovo eletti, ma io credo che fatto il terzo mandato... può darsi che, per fare la Champions League, bisogna avere sempre dei titolari... finché non dovrete andare in giro con le stampelle e allora lì ci sarà il rinnovo.
"Lealtà" è un termine bellissimo, ma è sempre lealtà per gli altri. Il collega Norbiato parla di lealtà, ma adesso giustamente hanno la possibilità di girare la Valle d'Aosta e di parlare di coraggio, io glielo riconosco: un coraggio veramente invidiabile. Parlare di lealtà in questo contesto è, dal punto di vista politico, qualcosa di importante. Nella presentazione di questa mozione la collega Certan ha preso il telefonino e ha detto che c'erano dei messaggi in cui qualche Assessore aveva detto: "sono ritornato al mio posto", più o meno. Ma la collega Certan ha una dimestichezza con il telefonino invidiabile. Ricordo un'interpellanza, una question time che fece Baccega, che le chiese se era vero, collega Certan, che aveva minacciato di querela il sindacato se non avesse cambiato atteggiamento nei confronti della nuova maggioranza, le fece questa domanda nel question time: "chers collègues, vous me permettez d'éclaircir une question qui n'a rien de public, rien de politique, rien d'officiel et qui probablement a été instrumentalisée, donc j'exclue les menaces, je vous répondrai très brièvement: "non posso escluderlo, ma non ricordo la circostanza"". Ma che artista! Brava, Certan, un colpo di scena! Lei minaccia un sindacato, questo accadeva il 4 e il 5 aprile, eravate neanche da un mese al Governo e già minacciavate, e voi siete il nuovo corso?
(interruzione della Consigliera Certan, fuori microfono)
...ma, collega Certan, quando lei mi dice...
Presidente - Collega, per favore.
Marguerettaz (UV) - ...se posso parlare.
Presidente - Chiederei per cortesia...
Marguerettaz (UV) - ...la Consigliera Certan si agita un po' troppo, ma stia tranquilla che ce n'è anche per lei. Se questo era vero - e dice lei che non può escluderlo -, vuol dire che lei ha minacciato. Se un domani dovesse ricevere un'indagine per minacce, cosa fa? "...e comunque non è legato ad un alto dirigente o ad un rappresentante SAVT in veste ufficiale". Per lei quindi esiste una sfera pubblica e una sfera privata, le minacce che lei sembrerebbe aver inviato ad un rappresentante del SAVT quindi attengono alla sfera privata. Io ci vedo poco di privato quando lei parla di minacce a un sindacato che deve cambiare attitudine nei confronti di una maggioranza.
Quando il collega Restano - io sono contento di tutta la stima che ha nei miei confronti, dandomi tutte queste professioni - dice: "qua abbiamo dato la sentenza di sciacallaggio", ma come lo volete definire se non sciacallaggio? Qualcuno in modo esemplare ha detto: "guardate, io non sono interessato da questo tipo di indagine e, qualora lo fossi con un'altra veste e non quella del testimone, prenderò le dovute conseguenze", e voi insistete, avete fatto tutto il pomeriggio l'attività degli inquirenti, leggendo quello che non c'è scritto, facendo tutta una serie di voli pindarici. Se qualcuno ci ascoltasse con un po' di continuità, rischierebbe di fare una confusione incredibile. Siete riusciti ad accostare, collega Bertin, con uno sforzo immaginario non da poco, un omicidio nell'ambito della 'ndrangheta con la separazione della Rini. Chi avrebbe mai pensato che separandosi, con tutte le vicende che sono di una quotidianità a volte anche misera, dichiarazioni dei coniugi... io credo che tutti noi abbiamo avuto modo di sentire le accuse che si fanno i coniugi su tutte le attività... non è che possiamo immaginare di entrare in una sfera così privata e poi dire: "mi ha detto... mi ha fatto...", ci sono i fatti!
Nella presentazione poi andiamo ben oltre. Il collega Restano rivendica dei passaggi importanti. Io ho già avuto modo di ricordare al Consigliere Restano i suoi passaggi nell'ambito politico, ma io vorrei fare un confronto all'americana. Mettere lei e Rollandin e porvi delle domande: quante volte, Restano, lei è andato nell'ufficio di Rollandin a dare la disponibilità a fare l'Assessore? Le chiederei quante volte è andato...
(interruzione del Consigliere Restano, fuori microfono)
Presidente - Per favore, collega Restano!
Marguerettaz (UV) - ...collega Restano, non si agiti, non c'è niente di personale, non è un reato andare a dire che uno è disponibile a fare l'Assessore! Finalmente poi ha coronato il suo sogno, lei e il Consigliere Chatrian avete coronato il sogno il 13 marzo, siete diventati Assessori. Da questo punto di vista, però, quando vado a chiedere, il sistema funziona; quando non mi danno, non funziona...
Presidente - Collega Restano, per cortesia, non siamo in Piazza Chanoux a urlare! Le chiedo per cortesia. Se vorrà prendere la parola dopo, ne avrà la possibilità, ma lasciamo concludere. Grazie.
Marguerettaz (UV) - ...il Consigliere Gerandin ha detto: "fine di un sistema". Gerandin, io e lei ci conosciamo da una vita, ma di quale sistema parla? Lei ha ricoperto tutte le cariche possibili e immaginabili nell'ambito dell'Union Valdôtaine. È stato con noi sempre. Abbiamo fatto dei congressi dell'Union Valdôtaine dove io e lei sostenevamo con forza Augusto Rollandin e noi sostenevamo lei nell'ambito dei suoi percorsi. Oggi, nell'ambito di un percorso che potremmo definire: "alla ricerca della verginità perduta", lei viene qua e ci dice: "fine di un sistema". Consigliere Gerandin, ad un certo punto le manderanno dei tweet: "bravo, hai fatto l'intervento", io però le posso dire il sentimento generale di tutte le persone che hanno condiviso con lei gran parte della vita.
In questi interventi poi c'è la calunnia, che, come si suol dire, è un venticello. Allora il Consigliere Gerandin, la Consigliera Certan dicono: "4K". Avete qualcosa, sapete qualcosa che io non so? Volete chiedere anche le mie dimissioni, perché ho immaginato di fare una delibera dove abbiamo dato incarico al Forte di Bard di organizzare il 4K? Avete anche voi delle intercettazioni, dei documenti?
Io credo che l'intervento fatto dal collega Lanièce sia preciso, puntuale. Le responsabilità penali sono personali; se qualcuno ha fatto delle cose, è giusto che vi sia un momento di accertamento, vi siano delle indagini, vi sia modo di difendersi e non di essere messo alla gogna prima di qualsiasi tipo di giudizio. Sarebbe opportuno evitare di leggere tutte le ordinanze, che sono parte di un'indagine. Mi verrebbe da dire: chiediamo tutte le ordinanze che ci sono, anche quella dei 25 mila euro, chiediamo di poter acquisire tutto, quindi, anziché occuparci dei problemi che sono problemi del legislatore, ci vogliamo sostituire alla Magistratura.
Io però concludo dicendo che in qualche modo la vostra posizione non è disperata, un minimo di senso ce l'avete, perché sapete benissimo di fare delle cose che non sono giuste e quindi, in buona sostanza, avete cercato di giustificare questo atto che non ha senso. Lo giustificate dicendo che abbiamo impedito la discussione, lo giustificate dicendo che la collega Rini ha impedito un confronto, ma sapete benissimo che è un atto che nulla c'entra con le vicende giudiziarie e vi state portando avanti per la vostra campagna elettorale che, se dovesse continuare in questi termini, io credo che avrà veramente poco successo.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Fabbri, ne ha facoltà.
Fabbri (UVP) - Oggi ho più volte sentito dire che qui non siamo in un'aula di tribunale, però comincio a cambiare idea, anzi ci sono tanti principi del foro qui. Dopo un'arringa del genere, è difficile intervenire e io dico: magari fossimo in un'aula di tribunale! Qui dentro invece a me sembra che siamo in un'aula dell'Inquisizione. Mi riferisco soprattutto a quanto ho sentito dire sul mio, sul nostro movimento. È stato un passaggio doloroso, perché ha dipinto in modo scorretto - me lo lasci dire - quella che non è la realtà. Questi moralismi ripiegati su sé stessi, questi manicheismi a senso unico non mi hanno mai convinto.
È chiaro che la politica è anche azione e l'Union Valdôtaine Progressiste ad un certo punto della sua storia ha deciso di passare all'azione perché il momento è grave, perché il momento è difficile e perché bisognava assumersi le proprie responsabilità, non voleva farlo da sola. Non è passato molto tempo da quando allo stesso tavolo tutte le forze autonomiste si sono sedute, volevamo che i compagni di viaggio fossero molti, purtroppo non è stato così e naturalmente questo progetto per il futuro della Valle d'Aosta, per i prossimi Governi della Valle d'Aosta l'abbiamo portato avanti con le persone che, nel bene e nel male, ci hanno creduto. È un progetto che vuole dare un futuro e una speranza alla Valle d'Aosta, mentre qui in quest'aula io ho sentito un progetto di distruzione della Valle d'Aosta da persone che, magari in buona fede - io non posso assolutamente andare ad indagare nell'animo altrui -, nell'insistere sulla polvere, sui tappeti, tutte cose che si stanno invece attuando... nell'insistere su queste cose non danno un progetto politico con la "P" maiuscola, non danno un progetto di avvenire. Io mi auguro che questo clima cambi, mi auguro che le persone finalmente si mettano a ragionare in positivo e si possa dare, come dicevo prima, un futuro alla nostra regione.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Contoz, ne ha facoltà.
Contoz (UV) - Non avrei voluto intervenire, perché non mi sembrava il caso, però dopo aver sentito il dibattito... e spero che si sia arrivati quasi alla fine di questa giornata, perché mettetevi al posto di quelli che ci hanno ascoltato: abbiamo passato una giornata a parlare delle dimissioni di Ego Perron, dimissioni che aveva già dato in quanto condannato. Qui abbiamo continuato a mettere il coltello nella piaga, per quale motivo? Le dimissioni le aveva già date, cosa deve fare altro? Uno.
Abbiamo passato il pomeriggio a parlare dell'Assessore Rini, io non voglio difendere nessuno, ma questi sono i fatti: non è indagata. Ma i problemi dei valdostani sono - come ha detto qualcun altro - questi? Mettetevi al posto di quelli che guardano il Consiglio regionale, cosa possono dire? Vi chiedo solo questo. Condivido poi soprattutto l'ultima parte dell'intervento di Nello: "cerchiamo di non trasformare quest'aula in un tribunale, ma di pensare ai mille problemi che ci sono in Valle d'Aosta".
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (PD-SIN.VDA) - Molto è già stato detto, sicuramente ci sono delle cose che sono state ripetute, perché l'intervento arriva a fine giornata, ma comunque mi sento in dovere di dire qualcosa, anzi di leggere. Ho l'abitudine di scrivere per non debordare in pensieri e soprattutto sul passato, perché sul passato c'è sempre qualcuno che ci ricorda delle scelte che abbiamo fatto come Partito Democratico, perché siamo un partito che non è composto da una sola persona che può decidere tranquillamente sul da farsi; di conseguenza, c'è un confronto interno delle decisioni. Siamo qui ancora a pensare al 2015, per non dire della rivoluzione bolscevica, perché qualcun altro ce lo ricorda regolarmente, io penso che bisogna guardare avanti.
Stiamo discutendo di una mozione di sfiducia che arriva dopo alcuni tentativi fatti nei precedenti Consigli: question time, interpellanza e oggi la mozione. La differenza sostanziale sta nel fatto che la collega Rini, diversamente dalla discussione che abbiamo fatto stamattina, è stata chiamata in causa solo per essere stata sentita in Procura e quindi non indagata. Bisogna essere chiari e corretti anche di fronte all'opinione pubblica. Io personalmente non ho letto i documenti che arrivano sui social e leggo poco i giornali, forse questa è una mia colpa, ma ho altre cose da fare... al momento un semplice atto per gli accertamenti del caso. Io non sono un avvocato, neppure avvocato di parte, ma quello che noi tutti sappiamo lo abbiamo letto dagli organi di stampa locali; da coloro che sono informati, che ci hanno riportato, o almeno credono di esserlo.
La Procura sta svolgendo il suo lavoro, quindi credo non ci sia bisogno di interventi della politica per gettare fango su fatti e persone che esulano dal Consiglio regionale, se non chiaramente per questioni istituzionali. A mio modo di vedere, dovremmo essere più rigorosi e valutare opportunamente se discutere oggi di questo tema. Due sono le visioni contrapposte, sicuramente. Qui penso che il fango che si intende gettare potrebbe rimbalzare in parte su tutto il Consiglio e su tutta la politica in genere e su tutta la credibilità e sull'impegno di tematiche forse un po' più importanti in questo momento. Non mi sono piaciuti i processi alle intenzioni e la cultura del sospetto. Lasciamo lavorare, almeno in questo momento, chi svolge questo mestiere; lasciamo finire le indagini, anche perché credo che alcuni aspetti che volete dibattere in quest'aula, che non è un tribunale, sono legati a questioni personali ed emotivamente provanti e si rischia di coinvolgere anche persone fragili della sfera familiare. Mi sembra che stiamo trattando di questioni che non interessano molte persone per quanto concerne una parte dell'opinione pubblica. Siamo qui in Consiglio non per il gossip quotidiano, bensì per altre importanti questioni legate al futuro della Valle d'Aosta.
In occasione dei chiarimenti dell'ex Presidente della Giunta, non abbiamo chiesto o presentato una mozione di sfiducia, mi ricordo bene: abbiamo chiesto delle spiegazioni e ci fu detto che c'era il segreto istruttorio e quindi non si poteva rispondere e dare dei chiarimenti, non mi sembra che siamo andati oltre. Non mi sembra che abbiamo ulteriormente indagato, anche perché egli stesso richiamò la sfera affettiva familiare. Non mi sembra che abbiamo messo sullo stesso livello la questione politica e quella personale, anzi, dopo il tentativo di chiarimenti, fu chiusa la discussione. Questo lo valuterei e lo proporrei in ogni situazione, ma non tutti la pensano allo stesso modo, ma non è qui che bisogna fare il regolamento dei conti, in modo scorretto e ipocrita. Non siamo noi come Consiglieri, per questioni politiche e amministrative, che ci dobbiamo occupare di queste tematiche e perdere tempo a dibattere su questioni personali legate alla vita privata di qualcuno, mi sembra molto riduttivo - lo ripeto - per il Consiglio regionale e per la comunità valdostana, ad una parte di essa poco importa della vicenda, almeno ora. Secondo quanto dichiarato da ALPE e scritto su una rivista locale: "una vicenda su cui tanti cittadini valdostani legittimamente si interrogano". Con i problemi attuali vorrei capire quanti sono e quali interessi e quali fatti... e quando ci sarà la sentenza, solo quello conta alla fine: gli atti della Procura, e non quello che si dibatte in strada, né tanto meno qui in aula.
Mi chiedo anche se i tanti firmatari della mozione hanno valutato l'opportunità di firmare la mozione senza citare nessuno, per non cadere nel fatto personale, mi chiedo che valutazioni sono state fatte a tal proposito; da che pulpito viene la necessità di sentenziare quando alle spalle si hanno delle condanne, queste rimangono e, sì, sono quelle definitive. Sono le solite fibrillazioni preelettorali, creare astio contro la classe politica, o almeno ad una parte di essa per attrarre una quota. Sarà solo in via Ollietti che si deciderà su come proseguire e se proseguire. Non sono né io, né voi, né il popolo valdostano a sentenziare e a decidere il verdetto finale. Lasciamo lavorare chi si occupa di queste cose e noi di altre legate al mandato di Consigliere: questa è anche la motivazione di fondo per cui abbiamo respinto l'iscrizione dell'interrogazione a risposta immediata.
La correttezza non è descritta, né regolamentata nel Regolamento del Consiglio, ma per me vale comunque, è un valore aggiunto anche nell'attuale politica, fatta sì di visioni e di idee diverse, ma reciprocamente rispettose delle parti, senza mai mettere davanti pregiudizi, personalismi, presunzioni di colpevolezza e sentenze puramente personali che non hanno nessun valore. A tutti interessa la verità, me compreso, non solo alla minoranza. Non si tratta di comportamento poco istituzionale e neanche di discrezionalità, ma il Regolamento parla chiaro e, quando si dice la verità, bisogna dirla tutta, non solo e sempre mezza, come spesso avviene sui social o nelle conferenze stampa. Dare in pasto all'opinione pubblica mezze verità non è proprio corretto, come succede spesso con i comunicati stampa di parte.
Presidente - Ha chiesto la parola la collega Certan, ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Velocemente in questo mio secondo intervento...
Presidente - È il primo, quello precedente era di illustrazione.
Certan (ALPE) - ...grazie, ma non cambia nulla, il mio intervento non sarà molto lungo, perché credo che noi oggi abbiamo chiesto - e lo ribadisco - delle spiegazioni e delle dimissioni a seguito anche delle non spiegazioni dello scorso Consiglio.
Assessore Rini, sicuramente noi le auguriamo di poter spiegare tutto, ma ci chiediamo e chiediamo a quest'aula con quale serenità si possano affrontare i mille problemi - e ritorno a quanto il collega Contoz ha detto - che la Valle d'Aosta ha quando ci sono queste problematiche, che invece, a mio avviso, intersecano assolutamente anche la vita politica.
Collega, Assessore Marguerettaz, credo che lei davvero sia il punto di forza. Non me ne voglia, prima ho usato la parola "jolly" per dire veramente la carta più importante che c'è nel mazzo. Lei lo ha confermato di essere davvero il più bravo, che con un vol d'oiseau riesce, bene o male, a sistemare un po' tutti. Io le cito da dove ho preso le fonti, e leggo - questo un paio di settimane fa, forse lo stesso giorno del Consiglio o il giorno dopo -: "dalle indagini - e prendo da quanto riportato da Aosta notizie ANSA - è emerso un tessuto corruttivo particolarmente significativo e variegato. Lo ha detto il Sostituto Procuratore Luca Ceccanti durante la conferenza stampa sull'inchiesta per un giro di corruzione in Valle d'Aosta". Vado avanti: "due gli episodi citati: la turbativa d'asta per il trail 4K del valore di 70 mila euro, con gara pilotata attraverso l'accordo con un partecipante e la predisposizione del bando...", eccetera. Nessuna illazione quindi, abbiamo letto e riportiamo chiedendo... quindi stia tranquillo che siamo garantisti, ma siamo anche capaci di leggere, anche perché forse qualche dubbio su questa gara l'abbiamo avuta. Ci sono state variazioni di bilancio dall'Assessorato dell'istruzione e cultura all'Assessorato del turismo e poi al Forte di Bard. Ci sono state tante cose che avevamo messo in evidenza, sul resto mi dispiace che lei non abbia capito che erano delle provocazioni. Questa mattina io sono stata molto diligente, il telefonino non ce l'avevo e poi io non ho ricevuto quei messaggi. Ho riportato e l'ho detto due volte che i messaggi che lei, per poter fare un altro tipo di discorso, mi mette nel mio telefonino li rimando a lei, non sono io che li ho né mandati, né ricevuti e lei lo sa, e non faccia il sornione!
Infine di tutto questo c'è un dato politico: intanto un'Union Valdôtaine quasi afona. A parte lei, che ha fatto sicuramente una bella arringa difensiva, ma dall'Union Valdôtaine mi pare in questo ci sia un silenzio assordante e, dall'altra parte, anche quando parla il vostro Presidente del movimento anche con degli esempi - l'abbiamo detto questa mattina - un po' poco adeguati, esempi e comparazioni che non sono adeguati. Sicuramente si sarà sbagliato Pastoret quando diceva che il collega Perron ha dato immediatamente le dimissioni, non come qualcun altro che da Assessore non le diede, non si riferiva sicuramente a Chatrian, ha sbagliato nome, ma forse si riferiva a qualche altro Assessore, che rimase fin quando non giunse la "Severino".
Infine, come affrontare i mille problemi della Valle d'Aosta quando un collega - non vedo il collega Lanièce - dice che la collega Rini è coinvolta del tutto indirettamente. Mi scusi, non l'avevo vista... Io non lo so, anche questo lo apprendo dai giornali, l'ho letto da La Stampa e c'era scritto: "devo dire che quando mia moglie mi disse che aveva l'intenzione di lasciarmi, mi disse anche che io ero senza lavoro, ma che lei aveva chiesto - oggi è già stato citato questo - che lei aveva chiesto a Rollandin se fosse possibile trovarmi un lavoro. Tali circostanze sono state sostanzialmente confermate dalla stessa Rini, sentita". Queste le riprendiamo da fonti, le abbiamo lette, le vado a cercare e poi gliele do. Era scritto 15 giorni fa su ANSA e poi anche...
Presidente - Chiederei all'aula per cortesia un po' di silenzio.
Certan (ALPE) - ...vado a cercarle la data. Ora non ce l'ho, ma era riferita a 15 giorni fa, quando sono uscite le notizie, quindi dire: "del tutto indirettamente", noi ce lo auguriamo, però in questo momento il quadro che appare non è questo e mi dispiace che non si voglia capire questo.
Noi lo sappiamo, siamo in minoranza, è una scelta consapevole quella che abbiamo fatto. Rimane tranquillamente il fatto che voi avete i numeri e non approverete questa mozione, noi la voteremo, poi con questo tutto può andare avanti e con una grande serenità sicuramente potremo affrontare tutti i problemi della Valle d'Aosta, i mille problemi della Valle d'Aosta. Io credo che, se questa legislatura è iniziata male, finirà peggio.
Presidente - Non ci sono altri iscritti. Considerato che c'è una manifestazione sotto, chiederei una Conferenza dei Capigruppo in modo da poter affrontare la problematica. Sospendiamo quindi un attimo.
La seduta è sospesa dalle ore 17:34 alle ore 17:44.
Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere. Ricordo che siamo in discussione generale. Se ci sono ancora richieste di intervento. Come concordato nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, terminiamo il punto e avremo un incontro con un rappresentante per le delegazioni che hanno attivato la manifestazione. Non ci sono interventi? Se non ci sono interventi, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. C'è qualcuno che replica? Se non c'è nessuno che vuole replicare, passiamo alla votazione. Ricordo che la votazione, come previsto dal comma 3 dell'articolo 106 del Regolamento, avverrà per appello nominale. Possiamo procedere. Invito il Consigliere Segretario a procedere all'appello.
- BACCEGA Mauro: contrario
- BERTIN Alberto: favorevole
- BERTSCHY Luigi: contrario
- BIANCHI Luca: contrario
- BORRELLO Stefano: favorevole
- CERTAN Chantal: favorevole
- CHATRIAN Albert: favorevole
- COGNETTA Roberto: favorevole
- CONTOZ Paolo: contrario
- CRETIER Paolo: contrario
- FABBRI Nello: assente
- FARCOZ Joël: contrario
- FERRERO Stefano: assente
- FOLLIEN David: contrario
- FOSSON Antonio: favorevole
- GERANDIN Elso: favorevole
- GROSJEAN Vincenzo: contrario
- GUICHARDAZ Jean-Pierre: contrario
- ISABELLON Giuseppe: contrario
- LANIÈCE André: contrario
- MARGUERETTAZ Aurelio: contrario
- MARQUIS Pierluigi: favorevole
- MORELLI Patrizia: favorevole
- NOGARA Alessandro: contrario
- NORBIATO Carlo: favorevole
- PADOVANI Andrea: favorevole
- PÉAQUIN Marilena: contrario
- PERRON Ego: contrario
- RESTANO Claudio: favorevole
- RINI Emily: assente
- ROLLANDIN Augusto: contrario
- ROSCIO Fabrizio: favorevole
- ROSSET Andrea: contrario
- TESTOLIN Renzo: contrario
- VIÉRIN Laurent: contrario
Presenti e votanti: 32
Favorevoli: 13
Contrari: 19
Il Consiglio non approva.
Come concordato nella Conferenza dei Capigruppo, sospendiamo un attimo i lavori per l'incontro con le associazioni.
La seduta è sospesa dalle ore 17:54 alle ore 18:34.