Oggetto del Consiglio n. 2905 del 3 agosto 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2905/XIV - Continuazione della discussione generale congiunta del D.L. n. 113 (Secondo provvedimento di variazione al bilancio di previsione finanziario della Regione per il triennio 2017/2019) e del D.L. n. 114 (Disposizioni collegate al secondo provvedimento di variazione al bilancio di previsione finanziario della Regione per il triennio 2017/2019).
Rosset (Presidente) - Con 30 presenti, possiamo riprendere i lavori. Ricordo che siamo in discussione generale sui due disegni di legge n. 113 e n. 114. Ha chiesto la parola il consigliere Fosson, ne ha facoltà.
Fosson (AC-PNV) - Io vorrei iniziare richiamando quanto detto ieri: le scuse del capogruppo Morelli, di Gerandin, di Nello Fabbri, scuse di persone oneste che si accorgono che non è andato tutto come volevamo. Il percorso di questo cambiamento, che ancora giudico sia stato necessario, non è come l'avevamo sognato, ma questo proprio perché partiamo e siamo partiti da una situazione molto difficile e di grandi emergenze. Io mi associo a loro, perché forse nelle difficoltà di questi giorni non tutto è andato come avremmo voluto e sicuramente non volevamo mancare di rispetto a nessuno.
Con questo mio intervento io vorrei soprattutto che si centrasse il problema della realtà in cui viviamo. La minoranza ieri non lo ha voluto fare e noi, che lo viviamo più direttamente, lo abbiamo accennato. Secondo me, si vuole distogliere il commento e la discussione da quella che è la grande realtà di questo Consiglio straordinario e di questa revisione di bilancio. La realtà è che le risorse sono molto meno in Valle d'Aosta. Siamo qui a parlare - lo hanno detto in molti - di una revisione di bilancio di 20 milioni di euro, che poi sono 10 milioni e che è soprattutto una ricostruzione di fondi prendendo da una parte e dall'altra, per una grande capacità dell'assessore Chatrian, che ringrazio, e di tutti gli altri assessori. Ma la realtà che non vogliamo affrontare, che la minoranza non vuole affrontare, è che ci troviamo ad avere tutt'altre risorse rispetto al passato: la revisione del bilancio, l'assestamento di bilancio erano una seconda finanziaria, invece adesso non è più così. La Valle d'Aosta non ha più la possibilità di gestire un sistema che era molto costoso e che dava molto a tutti i cittadini, mentre ora deve rivedere molte sue scelte. Vogliamo non parlarne? Sarebbe stato bello centrare la discussione su questo argomento, su come ottenere più fondi da Roma, su come riorganizzare certi apparati, su come poter incidere diversamente sul bilancio nazionale.
Ho voluto, consigliere Rollandin, parlare prima di lei, perché so che lei ci potrà rispondere, come ha detto bene ieri Marguerettaz: Rollandin sa rispondere. Come mai ci troviamo in questa situazione, consigliere Rollandin? Come mai ci troviamo in questa situazione, in cui le risorse sono molto inferiori a quelle che avevamo? Lo diceva bene ieri il collega Gerandin: una situazione in cui noi partecipiamo al deficit dello Stato più di tutte le altre Regioni a statuto speciale, in cui ci troviamo un buco del casinò, una voragine che solo adesso, dopo le scelte d'emergenza di questa nuova maggioranza, forse sta rivedendo un po' la rotta? Il problema centrale da affrontare nel Consiglio straordinario di oggi è proprio questo: come trovare altre risorse per dare posti di lavoro, una nuova occupazione. Io penso che, consigliere Rollandin, lei che sa i motivi di questo percorso, ci dovrà dare delle risposte molto chiare, magari anche delle indicazioni su come fare a ottenere di più e a rimpinguare i fondi del nostro bilancio.
Un percorso di diversificazione e di cambiamento andava fatto, io lo sostengo ancora. Lo dice chi è stato per tempo in quel sistema, ma che ha voluto non più condividerlo. Poi i banchi della maggioranza e del Consiglio sono pieni di gente che a un certo punto non ha più condiviso il sistema precedente e, in diversi tempi e con modalità differenti, ha staccato la spina. Io sono convinto che questo cambiamento andasse fatto. Ma se da una parte c'è una posizione onesta di chi dice e fa autocritica, e ho citato prima le scuse di alcuni consiglieri, dall'altra parte l'autocritica la fa solo questa maggioranza. Tutto andava bene prima? Consigliere Perron, lei giustamente dice che prima facevamo i bilanci. Ma i bilanci venivano fatti con delle risorse diverse, con delle possibilità diverse, con delle capacità di spostare dei capitali in modo diverso. Non c'era la necessità, come c'è stata in questi mesi, di andare a raschiare il barile per trovare nuovi fondi, per andare incontro soprattutto alle emergenze.
Lei diceva che siamo inadeguati, Marguerettaz. Lei e io possiamo definire di essere stati adeguati in passato, di aver dato delle risposte corrette alla Valle d'Aosta, soprattutto con tutte le risorse che avevamo. Lei è convinto in questi nove anni di aver fatto tutto per i trasporti, per Trenitalia, per RFI. Io non lo so, non lo giudico, però sicuramente qualche cosa di più poteva essere fatto. Ci siamo trovati di fronte a problemi enormi, a emergenze da risolvere, a una situazione che è difficile da cambiare e chi ha lasciato questa situazione non accetta di fare una minima autocritica. Ci sono stati, chiaramente, dei ritardi e certe posizioni di diversità di chi ha cominciato però a discutere e a confrontarsi, mentre prima c'era chi diceva come si doveva fare e tutti lo facevano. Mi permetto anche di dire che il CPEL, organismo istituzionale importante per la nostra realtà, non si è espresso con una grande unanimità nel suo parere negativo - parere negativo di cui non abbiamo le motivazioni - ma con una spaccatura importante, anche lì segno di profonda divisione. Probabilmente anche su questo sia maggioranza che minoranza dovrebbero interpellarsi, perché è il futuro della Valle d'Aosta a essere in gioco.
Vorrei tornare su un passaggio a proposito della difesa dell'autonomia. Collega Marguerettaz, lei dice che noi facciamo gli slogan, invece lei si è messo la maglietta da grande autonomista, da perfetto autonomista. Noi saremmo i nazional centrici, ma le ricordo che nella precedente legislatura, per essere più nazional vicini e sensibili, avete accettato in maggioranza Forza Italia. Quindi, discutere con il centro è comunque un'esigenza. Lei si ricorderà, quando ha parlato di dignità, che a un certo punto certe amicizie mie con Roma sono state necessarie, quando siamo andati a trovare il Ministro - lo dico sottovoce - e i treni che dovevano fermarsi il 30 novembre, sono ripartiti. L'autonomia è una sensibilità e una veste che abbiamo tutti, quelli che sono nati in Valle d'Aosta. Ci sono probabilmente sensibilità diverse, ma nessuno vuole rinunciare alla difesa della sua specificità, alla difesa della sua valdostanità. Quindi io non credo che possa esserci uno solo, o un solo partito, che dica: noi siamo i veri autonomisti. Io penso che sia fondamentale un'analisi profonda di che cosa sia l'autonomia e come essa vada oggi difesa. Rivedere che cosa vuol dire essere autonomisti: lo sosteneva Napolitano, quando venne qui, dicendo che l'autonomia ha prodotto in passato nuovi sistemi amministrativi, validi per promuovere le risorse e la specificità della gente che vive in Valle d'Aosta. Quindi io non credo che uno solo o un solo movimento possa rivestire l'idea di difendere l'autonomia, che è un patrimonio nel cuore di tutti.
Ma mi chiedo: questo tipo di autonomia, di cui lei è uno dei sostenitori, quali rapporti ha con Roma, quali canali, oltre alla protesta, quali possibilità di verifica e di presentazione? Qual è la nostra specificità in questo momento? Io credo che siano tutte cose da ridiscutere e che bisogna terminare di fare degli slogan. Io condivido la posizione, invece, di chi cerca di impostare un nuovo concetto di autonomia, di riunire un nuovo tavolo autonomistico, cominciando di nuovo a parlare del senso vero dell'autonomia. Io appoggio questi tentativi e spero proprio di potervi partecipare e condividere certi percorsi.
Ringrazio il consigliere Nogara di aver definito questa posizione di riunire dei gruppi come una possibilità di sinergia. Sul discorso di Area Civica ne abbiamo già parlato e io spero che potremo ancora farlo. Comunque io credo che sia ormai venuto il tempo, per cui dentro alcune liste ci sia la possibilità per dei cittadini di esprimersi solo per il percorso, la storia e la dignità che hanno. Un percorso di accoglienza: io credo che sia venuto il momento di aprirsi anche a questa dimensione. Ma spero che avremo occasione per parlarne.
È un bilancio in un periodo di grande crisi fatto con grandi sacrifici, grandi abilità, sottoscrivendo comunque la necessità di recuperare delle emergenze. Un bilancio che cerca di dare un percorso di dignità e di rapporto diverso tra la nostra Regione e le altre Regioni, che si stanno comunque tutte organizzando in senso autonomistico. È conosciuto come il Veneto e la Lombardia sottoporranno ai loro cittadini un referendum nei prossimi mesi, proprio per richiedere una maggiore autonomia.
Un bilancio che non deve nascondere però questo segreto, rispetto a cui spero di avere delle risposte dal consigliere Rollandin: perché le risorse si sono ridotte in modo così significativo? Come fare per ampliare queste richieste? Tutto ciò con il desiderio di un percorso di specificità e di autonomia che non è sicuramente nazional centrico. Consigliere Marguerettaz, prima di guardare a casa di altri come lei ha fatto, io mi preoccuperei di più del percorso che sta facendo l'Union Valdôtaine che ha cancellato le primarie, che non farà scendere i suoi candidati alle regionali dai suoi cittadini. Lei lo sa che su questo non sono tutti contenti.
Termino dicendo che approvo quello che ha detto il consigliere Gerandin. Mi differenzio sostenendo che, sì, dobbiamo cambiare i metodi, ma io ci credo ancora alla possibilità che questo Governo di scopo per il cambiamento vada avanti e ci sia la possibilità di dimostrare a tutti che questo cambiamento è possibile e si consoliderà.
Presidente - Ci sono altri colleghi che intendono prendere la parola? Chiederei per cortesia di prenotare la richiesta di intervento, grazie. Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (PD-SIN.VDA) - Vorrei esprimere un pensiero e fare qualche valutazione sulle due proposte di legge, piuttosto che avventurarmi su questi dibattiti tra la precedente maggioranza e l'attuale, anche perché - come sapete - ho iniziato il mio mandato solo il 21 marzo di quest'anno. Come premessa, dico che mi spiace che non ci sia il collega Cognetta: speravo che rientrasse dalle ferie, perché volevo sottolineare alcuni argomenti. Il mio dirigente, quando è andato in pensione, ci ha detto che chi è assente ha sempre torto. Credo che in quest'aula in qualche modo ci debba essere un dibattito e quindi non sono d'accordo assolutamente con le sue dichiarazioni mordi e fuggi. È una sua scelta libera, però io non l'approvo. Preferisco il confronto, fare delle dichiarazioni responsabili e sentire delle risposte. Credo che il confronto sia alla base degli aspetti civili e politici. I valdostani potranno fare le loro valutazioni, ma credo che bisogna dar loro una speranza. Bisogna qui in quest'aula proporre delle soluzioni responsabili, ma direi anche e soprattutto - lo ribadirò - condivise.
Nella mia breve esperienza quinquennale di amministratore comunale a Champdepraz il bilancio aveva altre dimensioni. Era un bilancio di solo 1 milione 6 mila euro, ma c'era la necessità di leggere molti documenti e per me fu già allora un compito complesso - trovarsi adesso con la modifica di un bilancio regionale, diventa veramente complicato; inoltre, come hanno già detto tutti, per questioni di tempo c'è stata un'accelerazione - tuttavia la comprensione era possibile ed era necessaria, con un apporto consapevole e nel rispetto delle parti: maggioranza e minoranza discutevano apertamente, credo anche esercitando una funzione propositiva per la cittadinanza e per gli elettori.
Per me è la prima volta che affronto un simile argomento, di una portata estrema come questi due decreti legge. Sono due provvedimenti che descrivono le vostre scelte, le vostre proposte per una riallocazione dei risparmi di spesa e di ciò che, per una serie di motivi, non si è speso e si potrà comunque reinvestire. Vorrei esprimere un parere personale, partendo dalla lettura in particolare del disegno di legge n. 114, che è stato definito dai più una legge omnibus. Normalmente questa veniva fatta a fine anno ed era provvisoria, per delle piccole modifiche, invece qui c'è un'integrazione e, come ha già detto qualcuno ieri, alla fine si modificano dieci leggi regionali.
Sui tempi e sulle modalità non mi ripeto, perché l'hanno già fatto praticamente tutti coloro che sono intervenuti precedentemente. Ho sentito più volte anche i membri della maggioranza dichiarare che ci sarebbe voluto più tempo e direi che questo è apprezzabile, perché chiaramente era una delle maggiori difficoltà. Mi è spiaciuto anche delle scuse presentate all'architetto Manes, presidente del CPEL, ma credo che io e il collega Guichardaz abbiamo passato più tempo tra di noi a consultarci e a studiare tutte le tabelle che sono state fornite, rispetto a quello che abbiamo passato in Commissione.
Tutti voi avete evidenziato il cambiamento epocale: non più un assestamento di bilancio, senza più il patto di stabilità, ma comunque con una massa documentale imponente, dati e tabelle da comprendere in attesa dei dati da elaborare e rendere comprensibili a tutti, che sono arrivati gradualmente ma all'ultimo minuto, direi, in termini calcistici, in zona Cesarini. Ribadisco l'appezzamento sulle scuse, ma è stato molto difficile. Quello che si è capito è che ci sono 11 milioni 300 mila euro disponibili, somme impegnate e non utilizzate, disimpegnate e disponibili da allocare altrove. Il primo passo sarebbe stato capire, come hanno detto tanti, ma non c'era tempo e c'era la sospensione estiva. Invece oggi siamo qua giustamente a cercare di capire e alla fine a votare inderogabilmente due testi di legge che fra le righe hanno anche qualche idea, direi interessante a mio modo di vedere, ma era opportuno - ribadisco - un approfondimento e un confronto, che per vostre ragioni non avete voluto. Tra l'altro, in Commissione abbiamo riscontrato - già altri hanno detto che la fretta è cattiva consigliera - qualche errore di doppia imputazione e diversi refusi, come dichiarato dai coordinatori nelle varie audizioni.
Potrebbe anche non essere l'ultima variazione di bilancio, come ha detto il collega Nogara in Commissione, pensando già a una probabile variazione a settembre, oppure a dicembre. Io spero di non ripercorrere la stessa strada, ma di avere più tempo: se sono stati fatti degli errori, siamo disponibili a collaborare, però bisogna avere il tempo per l'analisi dei documenti. Le Commissioni dovrebbero avere la priorità prima del Consiglio. Qui c'è l'atto conclusivo, la discussione generale e la votazione. Vi sono però delle parti che possono essere condivise, ma bisogna valutare la portata delle modifiche. Come hanno detto alcuni colleghi, sarebbe stato opportuno partire dalle valutazioni degli impatti delle applicazioni del passato, per poi oggi modificare lo strumento legislativo e migliorare l'impatto sulla collettività. Secondo me, questa sarebbe la buona politica.
Si vuole anche cambiare la ratio delle leggi. Con le vostre scelte avete modificato norme che sono state costruite, discusse e scritte con coscienza e responsabilità. Magari qualcosa doveva essere rivisto o aggiornato, perché le modifiche fatte frettolosamente portano a degli impatti negativi, che è giusto correggere. Licenziare due atti di simile portata in un solo passaggio in Commissione e votarli immediatamente in Consiglio, a mio modo di vedere è una scelta discutibile, una accelerata non casuale, un po' troppo propulsiva. Forse è perché siamo con tempi stretti, ma non so se in passato sia mai successo; ribadisco, io non c'ero. Ci vuole un po' di rispetto per le parti e di condivisione, magari per trovare anche dei punti di convergenza. Questo è il mio modo di vedere i fatti. Infine, a proposito del rimbalzo di alcune questioni tra gli assessori, come già detto ieri, l'impressione è che ci sia stata poca condivisione in Giunta, come era visibile anche in Commissione.
Passerei all'analisi di alcuni articoli del disegno di legge n. 113. Ben venga il riconoscimento economico di certe professionalità che giornalmente si confrontano con rischi di varia natura, come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio. La cifra direi che è piuttosto simbolica ma giusta, non rapportata all'effettivo momento dell'intervento, ma mi preoccupa il confronto con le altre categorie di lavoro. Ad esempio, coloro che lavorano negli impianti a fune, giornalmente esposti all'inclemenza del meteo o all'usura dei materiali, i vigili urbani che ogni giorno esercitano la loro professione sulle strade nel traffico, con i cittadini sempre più inferociti per la fretta, la scorrettezza, la crisi economica, gli atti di inciviltà ingiustificati. Per non dire di coloro che lavorano in quota a salvare vite umane, mettendo a rischio la propria. Ho fatto solo qualche esempio, per evidenziare il fatto che, prendendo in considerazione solo le due categorie previste dalla norma del Presidente del Consiglio, se ne scontentano tante altre che non hanno rappresentanti eletti.
Gli interventi finanziari all'articolo 6 a favore delle istituzioni scolastiche per le spese per i viaggi di istruzione delle classi con studenti diversamente abili. Secondo me, questo è un piccolo impegno che dimostra come sarebbe opportuno agire in senso generale. Avevamo letto delle polemiche e di qualcuno che purtroppo è rimasto a casa, quindi si è fatta un'analisi dell'efficienza e sono stati presi i conseguenti impegni per garantire in futuro l'integrazione agli studenti meno fortunati, integrando una norma inesistente o una misura sulla famiglia centrata nella riforma generale del welfare. Ma credo che sarebbe più opportuna un'analisi e una contestualizzazione dei problemi, preparando una legge specifica, più che un intervento spot sul decreto.
L'articolo 8 prevede, limitatamente all'anno 2017, l'aumento dei finanziamenti del piano di interventi agricoli forestali e nel settore delle opere pubbliche. Per quanto riguarda i cantieri forestali, sarebbe importante poter programmare una continuità annuale e non prevedere un intervento spot solo nel 2017. Se di cantieri forestali si vuole parlare, bisogna programmare al meglio e con continuità. Molti operai oggi hanno scelto altre strade. La crisi non permette ancora di poter scegliere il meglio e ci si deve accontentare. Malgrado le professionalità certificate e qualificate, non ci sono alternative. Ritengo possibili e sostenibili le iniziative con politiche serie di sostegno al settore, visto che tutti ritengono utile l'attività di mantenimento della sentieristica, delle opere idrauliche e della risorsa boschiva, come ricordato ieri da qualche collega, soprattutto in situazioni di eventi calamitosi. Ricordiamo solo che le giornate attuali sono già state deliberate a febbraio 2017 per coloro che sono stati già assunti. Consiglierei infine di aggiornare la graduatoria pubblicata sul sito dell'assessorato, perché tra pensionamenti, dimissioni e purtroppo eventi di altra natura, gli elenchi non sono corretti e possono dare adito a incomprensioni agli aventi diritto.
Disegno di legge n. 114, articolo 2, istituzione della Fondazione della Regione autonoma Valle d'Aosta per la ricerca sul cancro e ampliamento delle sue finalità: ha un senso se il termine empowerment, ovvero il processo di crescita individuale e di gruppo, è a vantaggio di tutta la popolazione valdostana. Purtroppo troppe attività sono concentrate in Aosta e non sempre coloro che sono stati colpiti da questa malattia possono fare cinquanta chilometri, o farsi accompagnare da familiari e amici. Cerchiamo di decentrare certi servizi, oppure imponiamolo nello statuto. Solo così si possono sostenere certe iniziative, migliorare la qualità di vita delle persone malate e guarite, dando quel minimo di vita normale persa durante la cura. Credo sia importante anche pretendere che le attività dei punti f), g) e g-bis) siano assolutamente concordati con l'Amministrazione regionale e il competente Assessorato alla sanità.
All'articolo 4, l'abolizione delle graduatorie genericamente legate alle misure di inclusione non ci sembra una buona idea. La giustificazione legata ai tempi di liquidazione è poco attinente a misure che hanno come obiettivo il sostegno delle politiche del lavoro e dell'impiego. La gestione delle domande a sportello andrebbe bene se avessimo fondi illimitati o comunitari e si dovesse alla fine restituire la parte non spesa, ma qui il bilancio regionale ha dei limiti e il disegno di legge modifica sostanzialmente la presentazione delle domande. In questo caso, non ha rilevanza la tempistica dell'individuazione: cosa importa se siamo bravi a destinare velocemente i finanziamenti a quelli che dovrebbero essere più indietro nella graduatoria? Noi preferiremmo il contrario, magari più tempo ma aiuti mirati ai richiedenti in difficoltà. Siamo all'attenzione dei valdostani che hanno diritto di fare le domande, oppure ciò che gli spetta non sarà elargito. Mi sembra veramente inconcepibile che non siano state fatte le domande, come ci ha detto e dichiarato l'assessore Roscio in II Commissione. Per esempio, per il Bon de chauffage molti non hanno fatto domanda, perché erano solo 300 euro. Non metto in dubbio che l'assessore riporti solo i fatti, ma ha dell'incredibile. I'ISEE presso i CAF è gratuito, mentre chi va da un commercialista paga qualcosa. Qui bisogna presentarsi allo sportello con la documentazione. Secondo me, la giustificazione è molto banale e mi sembra assurdo che si rinunci a degli aiuti per questi problemi.
Sburocratizzazione zero: al momento non è possibile. Ma è possibile eliminare le graduatorie e ricevere le domande a sportello, questo sì. Lo so che alcuni documenti sono obbligatori, ma la tematica della semplificazione non è nel corredo genetico della pubblica amministrazione. Il PD Sinistra VDA non è contro l'aiuto alle famiglie in difficoltà - ci mancherebbe! - ma è contro questi meccanismi troppo facili non mirati alle famiglie indigenti. Bisogna dettare delle regole, affinché gli aiuti vadano a coloro che veramente ne hanno diritto. Un aiuto temporaneo attraverso un percorso concordato, finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del nucleo familiare come descritto nella delibera di Giunta n. 102. Abbassare l'età, significa ampliare generosamente la platea dei richiedenti e dei potenziali elettori.
Articolo 8 comma 2, modifica della legge regionale che definisce l'ARER, Agenzia Regionale per l'Edilizia Residenziale, come ente pubblico non più economico. Probabilmente qui ci sarà un emendamento, ma vorrei proporre qualcosa. La proposta di inquadramento dell'Agenzia Regionale per l'Edilizia Residenziale nel comparto unico regionale diventa un precedente pericoloso. La Banca d'Italia nella sua recente pubblicazione, presentata alla tavola rotonda il 16 giugno, a pagina 64 per quanto riguarda il pubblico impiego indica una contrazione annua in Valle d'Aosta all'incirca dell'1 percento, mentre nel resto d'Italia è del 2 percento. Non vorrei che i risparmi di 4 milioni di euro dichiarati dal Dipartimento personale e preventivati dall'Assessore al bilancio Chatrian e confermati dal dottor Bieler, siano imputabili a queste considerazioni e non vi sia maggiore programmazione politica. Quindi da una parte la necessità di un ridimensionamento del comparto unico e dall'altra un ampliamento con possibilità di richiedere mobilità da e per. È vero che in ARER vi sono solo ventotto posti di cui nove vacanti, quindi i numeri sono esigui, ma la preoccupazione sta nel creare un precedente.
A ruota potrebbe arrivare la APS e poi gli impiegati forestali dell'Agrofor che vedrei meglio posizionati per le attività che svolgono. Vi sono poi potenzialmente molti altri enti che ruotano attorno all'Amministrazione regionale, i quali potrebbero avere la stessa necessità e gli stessi diritti, e con un articolo nella prossima variazione essere inseriti nel comparto unico, così da compensare la riduzione dell'intero comparto, ma ampliando il comparto stesso con nuovi soggetti ed enti. Una difficile comprensione per me, non so per voi. Sono modifiche sostanziali fatte senza audire gli stessi sindacati, che hanno in mano la situazione reale e il malumore generale dei lavoratori. Per non parlare della Commissione competente, attraverso qualche audizione specifica su tematiche collegate all'ipotesi precedentemente evidenziata.
Farei anche una domanda generale: non c'è il rischio di avere una legge impugnata dallo Stato? Io non ho le competenze adeguate, ma a mio modo di vedere, siccome all'interno ci sono troppe variazioni, sarebbe il caso di fare una valutazione, affinché non venga impugnata.
Colgo l'occasione per agganciarmi all'argomento dei contratti del comparto unico scaduti. I contratti sono fermi da quasi sette anni: nessun aumento e nessun adeguamento anche dopo trent'anni di servizio, solo tagli. Che dire poi del confronto tra le stesse categorie? Faccio un esempio: mi risulta, grazie alla trasparenza del sito, che nell'ARER tra stipendi, indennità e compensi accessori ci sia un differenziale rispetto a un C2 del comparto unico di quasi 10 mila euro. Inoltre il personale dell'ARER, per quanto ne so io, non ha espletato nessun tipo di concorso. Ora, non pensate che vi sia un'evidente disparità tra un regionale del comparto e lo stesso C2? Pensate che sia possibile trovare un compromesso al ribasso o al rialzo in termini contrattuali? Secondo me, si crea uno scontro sindacale non da poco tra categorie. L'Assessore Chatrian in Commissione ci ha detto che questi risparmi erano anche dovuti al contenimento delle ferie, degli straordinari, delle spese per le missioni, ma credo che in Amministrazione regionale ci siano dei servizi e dei dipartimenti in cui sono ormai vent'anni che non si pagano gli straordinari, neanche quelli che si fanno durante i festivi, comandati per motivi di servizio.
È così che si crea malumore e malcontento tra i dipendenti all'interno degli stessi livelli, con applicazioni diverse tra un dipartimento e un altro. La cosa è ben nota, visto che ogni anno arriva la stessa circolare che richiede di programmare e contenere gli straordinari a pagamento. Io e lei, assessore Chatrian, eravamo dei dipendenti regionali a diversi livelli, ma non pensa che potrebbe avere un occhio di riguardo per una categoria così bistrattata dall'opinione pubblica? Non vorrei che succedesse come al casinò, dove si tagliano gli stipendi ma solo ai livelli più bassi della piramide aziendale, mentre gli altri sono intoccabili. In un momento di crisi e di contenimento si deve pensare a tutti, proporzionalmente alle responsabilità sostenute. In alcuni dipartimenti dell'Amministrazione non vi sono soldi in bilancio per le spese di cantiere. Io non so a chi o a cosa imputare la mancanza, ma non è pensabile organizzare attività su più anni senza budget sicuri da spendere.
Infine il bilancio armonizzato nell'insieme così definito, che però a me è sembrato non così armonizzato tra gli assessorati. Come è già stato detto, alcuni sono molto importanti, creano indotto, movimentano il mondo del lavoro e dell'economia, ma hanno poco da spendere. Altri invece mi sembra che abbiano dei potenti mezzi finanziari, che mi sembrano degli spot. Ho preso in considerazione comunque le giustificazioni addotte ieri nei vari interventi. Spero che queste segnalazioni possano servire e abbiano un corso prima dell'approvazione finale, che diventa difficile sostenere per la poca condivisione, per il metodo utilizzato e nel merito dei contenuti dei due provvedimenti. Forse con un altro metodo più condiviso, l'iter sarebbe stato più rapido, con pochi emendamenti e più mirato ai problemi della Valle d'Aosta.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (GM) - Si sta discutendo di una variazione di bilancio che, come è stato detto da qualche collega già ieri, probabilmente in passato sarebbe passata sotto silenzio. Come diceva prima il collega Fosson, si sta parlando di questa variazione di bilancio, quando invece probabilmente dovremmo discutere di come reperire risorse, di come trovarne maggiori e di nuove, per risolvere il grande problema della Valle d'Aosta, che è la crisi economica, che è la situazione occupazionale, che è la povertà nella nostra regione. Dovremmo discutere di come trovarli, risolvendo il rapporto con lo Stato: quei 144 milioni di euro dei quali già ieri il collega Gerandin ha parlato, secondo me in maniera molto chiara e approfondita.
Si sta discutendo di un provvedimento omnibus, sui cui contenuti poi parlerò più avanti. Una variazione di bilancio che dà qualche risposta in alcuni settori in difficoltà. Una variazione di bilancio che, non nascondo, probabilmente io avrei fatto puntando su altri settori altrettanto in difficoltà, ma che comunque qualche risposta in qualche settore la dà.
Si è parlato tanto di metodo in questo Consiglio e quando mi sono insediato il 10 marzo e ho votato la mozione di sfiducia costruttiva - che rivoterei, perché continuo a pensare che il sistema che c'era prima era quanto di peggio potesse avere la Valle d'Aosta - si era parlato di metodi nuovi e io avevo parlato della necessità di tali metodi nuovi. Devo dire francamente - io penso di essere stato sempre molto franco e diretto - che i metodi nuovi, per quanto mi riguarda, non comprendevano - lo diceva già ieri il collega Gerandin - il fatto che persone esterne a questo Consiglio ci dicessero quali accordi le aziende partecipate dalla Regione siano in procinto di fare o stiano discutendo. Metodi nuovi che non comprendono il fatto che dirigenti si permettano di dire in quali aziende verranno assunte persone, come e quando. Metodi nuovi che, colleghe e colleghi della Giunta - questo devo dirlo proprio francamente - non comprendono l'iter con il quale si è arrivati a discutere oggi il disegno di legge n. 114, collegato alla variazione di bilancio. È un provvedimento omnibus che in parte ha anche delle modifiche necessarie. Un omnibus al quale io ho presentato un emendamento, sul recepimento del cosiddetto decreto Minniti, a proposito del quale, se vogliamo parlare di quello che è e deve essere l'autonomia, bisogna anche intendersi. Autonomia, secondo me, vuole anche dire recepire le leggi dello Stato, ma recepirle magari rielaborandole. Una rielaborazione che ho provato a fare con questo emendamento, del quale dirò più avanti durante la presentazione.
Sul metodo credo che in questi mesi qualcosina - più di qualcosina! - si sia sbagliato, soprattutto in occasione dell'omnibus, in riferimento alla centralità del Consiglio e delle Commissioni. È la prima volta che si è chiamati a fare questa variazione di bilancio e probabilmente ha influito anche il fatto che questa Giunta è insediata dal 10 marzo. È vero, si poteva fare meglio. Questa variazione ha creato un contrasto con gli enti locali, i quali ci hanno dato parere contrario, anche se nel voto si sono divisi. Un parere contrario che, come già detto da chi mi ha preceduto, non ha una motivazione. Io avrei voluto capire le motivazioni del voto contrario, perché poteva servirci nella discussione oggi. Invece è favorevole il parere che hanno dato sull'omnibus, sul quale so esserci delle indicazioni che vanno nel senso dell'emendamento che io oggi ho portato in aula, sul recepimento del decreto Minniti.
Io penso che questo periodo debba servire alla Giunta per un cambio di passo sui metodi, perché non succeda mai più che un provvedimento, come quello che oggi stiamo discutendo, arrivi in aula un'altra volta con l'iter con il quale è stato portato. Qualsiasi altro atto così importante, perché ha delle modifiche davvero importanti, deve arrivare in aula dopo che sia stato discusso nelle Commissioni competenti, anche perché io penso che gli atti e le leggi migliori sono quelle condivise, sono quelle che sono state discusse, magari modificate e anche implementate dalle idee dei componenti delle varie Commissioni. Quindi il metodo dovrà essere quello della centralità del Consiglio.
Sui contenuti qualcosina voglio dirla. Io penso che nell'omnibus ci siano delle modifiche importanti. Sulla legge n. 18 ci sono delle modifiche necessarie, ma che secondo me - devo dirlo - sono insufficienti. Come ieri il consigliere Guichardaz diceva, io penso che questa legge meriti una discussione a parte, perché si dovrà arrivare alla ripresa dei lavori - questo è uno dei compiti per le vacanze - a discutere di una proposta di legge che combatta il grande nemico delle persone, valdostane e valdostani, che è la povertà. Si deve arrivare a una proposta di legge sulla povertà, che sia più che sufficiente a risolvere la crisi che sempre più valdostani stanno vivendo in questo periodo. Ieri il collega Marguerettaz parlava della legge n. 18 come dell'unica proposta di politiche sul lavoro. In realtà questa non è una proposta di politiche sul lavoro, perché io penso che manchi una proposta o un piano sul lavoro e sull'occupazione. Questo è l'altro grande tema e l'altra grande proposta sulla quale dovremo discutere alla ripresa dei lavori nelle Commissioni competenti, perché si arrivi ad approntare un piano sul lavoro che risolva il grande problema della disoccupazione.
Quindi alla ripresa dei lavori io mi aspetto un cambio di marcia sui metodi e sui contenuti, perché chi si propone come cambiamento rispetto a quello che è stato lo status quo fino a oggi, non può permettersi di sbagliare. Perché se si sbaglia, si viene meno alle aspettative che le persone fuori da qui avevano riposto su questo cambiamento. Le aspettative c'erano, ma l'apertura di credito sta finendo. La sensazione che io ho fuori da queste mura, è che l'apertura di credito stia finendo. Ci vuole un cambio di marcia sui contenuti e sui metodi.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Rini, ne ha facoltà.
Rini (UV) - Il devient presque excessif d'intervenir après toutes les interventions qualifiées des collègues d'hier et surtout il devient presque impossible de ne se pas répéter les mêmes concepts. Pourtant on dit justement que repetita iuvant, même si avec vous et avec le collègue Marquis, qui maintenant n'est pas dans la salle, j'ai perdu cet espoir, parce qu'il a plusieurs fois l'arrogance de qui n'écoute personne, ce qu'en français on appelle mur de silence et en italien muro di gomma.
Parto anch'io dal tanto sbandierato, soprattutto durante il famigerato ribaltone di marzo, nuovo metodo. Ne parlava anche lei, collega Padovani. Tra le tante bugie, tra le tante menzogne che ci avete raccontato durante questi mesi, devo dire che questa l'avevate azzeccata. Il metodo è stato effettivamente nuovo e aggiungerei fortunatamente: un metodo mai visto prima! Avete, collega Marquis e collega Chatrian, con una supponenza imbarazzante posto in votazione un atto così importante - un atto che, insieme al bilancio, diventa il più importante dell'intero anno - in un giorno e mezzo.
Ieri il collega Marguerettaz parlava delle sue doti artistiche, collega Marquis. Aveva ragione. Io direi che oltre a queste doti, che non ho nemmeno la capacità di valutare bene, assieme al suo collega Chatrian avete dato prova e avete sfoggiato anche una faccia tosta incredibile in questa fase così delicata, non per noi, non per voi, ma per la Valle d'Aosta.
Noi chiedevamo una cosa molto semplice: che ci venisse data l'opportunità di lavorare. Chiedevamo la possibilità di poter contribuire umilmente con le nostre capacità, che ognuno di noi può avere nei diversi settori, a questo atto così importante, con il nostro apporto che sarebbe stato, caro collega Marquis, un apporto costruttivo. Innanzitutto, collega Marquis, noi non volevamo portare un apporto personale, perché le ricordo che siamo - spero - ancora in una democrazia e noi non rappresentiamo noi stessi, ma le istanze delle cittadine e dei cittadini. Quindi, ci sia un po' di rispetto se non per noi - abbiamo visto che non ce l'ha - almeno per le persone che rappresentiamo.
Le faccio un esempio di come il nostro apporto vuole essere costruttivo. Lo abbiamo dimostrato in questi pochi mesi. Ricordo l'ultimo passaggio con l'assessore Bertschy in V Commissione in merito proprio al disegno di legge n. 107 appena approvato, quando ci fu data la possibilità - ringrazio l'assessore Bertschy per avercela data - di contribuire con il nostro apporto: così abbiamo fatto e in quest'aula c'è stato un voto all'unanimità. Quindi non partiamo con nessun preconcetto, ma lei ci deve garantire la possibilità di lavorare e di contribuire. Questo esempio di come la condivisione può essere positiva, lo ha molto ben ricordato il collega Padovani prima di me. Invece, ahimè, con una supponenza disarmante ci avete calato dall'alto ed imposto questo atto senza darci nessuna possibilità di approfondimento. La stessa cosa è stata fatta agli enti locali, ma ci tornerò. Quindi mi fa sorridere quando si chiede la motivazione del parere: credo che siamo persone intelligenti, possiamo capirlo da soli quale sia la motivazione di un voto contrario.
Pensate davvero, colleghi, di essere i depositari della verità assoluta? Tornando al "nuovo metodo", state davvero mettendo in piedi un modus operandi che non stento a definire osceno, dimostrando di non portare nessun rispetto per quest'aula e tantomeno per le persone che in essa cercano di operare. Del resto, che lei collega Marquis non abbia il minimo rispetto di quest'aula e tanto meno della volontà degli elettori, lo dimostra la disinvoltura con cui sta comodamente adagiato su quella poltrona. Oltre a non aver rispettato l'aula in questa fase così delicata, colleghi Marquis e Chatrian, avete fatto una cosa ancora più grave consumando quello che è stato giustamente definito uno sfregio istituzionale, mancando persino delle minime forme di rispetto nei confronti degli enti locali. Ieri il collega Gerandin nel suo puntuale intervento, ha ricordato come gli enti locali devono avere pari dignità. Io aggiungerei che forse debbano avere persino un pochino più di dignità. E sapete perché? Perché rappresentano l'elemento di massima prossimità territoriale. In effetti sono il primo vero presidio a servizio delle cittadine e dei cittadini valdostani. Gli enti locali inoltre non sono stati sbeffeggiati soltanto nel metodo, ma anche nel merito, visto che le osservazioni che sono state fatte, o gran parte di queste, non sono state minimamente prese in considerazione.
Oggi siamo qui convocati, come ieri, in una seduta che viene definita straordinaria, nonostante che per approfondire questo atto una seduta ad hoc ordinaria - stiamo trattando un atto ordinario e non straordinario - fosse stata calendarizzata da tempo, da mesi e mesi, così come è sempre avvenuto ogni anno negli ultimi nove anni nei quali io ho avuto l'onore di sedere in quest'aula. Cosa c'è di straordinario oggi, le chiedo presidente Marquis, all'ordine del giorno? L'unica cosa di straordinaria che io ho trovato, pensando e che intravedo, è il vostro disarmante ritardo. Cosa ha fatto Marquis in questi mesi? Lei e alcuni dei suoi colleghi. Ce lo vuole spiegare? Ma non a me, le ripeto, ai valdostani e alle valdostane. Dal giorno in cui, bello tronfio e spudorato, ha deciso di occupare un ruolo così oneroso, cosa ha fatto? Se non cominciare a occuparsi di questo che è l'atto programmatico fondamentale per questo anno che compone questa legislatura? Se vuole, le dico cosa si percepisce dall'esterno, cosa vede chi la guarda. Tante foto, tanti tagli di nastro, tanti tweet: tanti, troppi. Ieri si parlava di sfilate che denotano - me lo consenta - una imbarazzante voglia di apparire. Tante, troppe dichiarazioni, il più delle volte improvvide, che - mi creda - non hanno fatto onore al ruolo che lei stesso ha deciso di ricoprire e che, soprattutto negli ultimi fatti recenti, hanno messo in seria difficoltà e in imbarazzo membri della sua stessa maggioranza.
Sa chi mi sembra lei, Marquis? Mi sembra proprio lo smemorato di Saint-Vincent. Si ricorda cosa lei diceva? Non quando era assessore. Quando era assessore, c'ero anch'io, ho fatto un percorso insieme a lei in Giunta e, me lo ricordo, lei era particolarmente silente. Il dono della parola le è subentrato con la perdita della poltrona. Non è l'unico, in quest'aula ce ne sono parecchi, vero collega Fosson? Dicevo, si ricorda cosa lei diceva in II Commissione? Lei parlava di metodo, di tempistica, di condivisione. Quel famoso mese abbondante che all'allora Governo aveva concesso la Commissione, era stato ritenuto offensivo, ridicolo, non sufficiente. Ma tireremo giù, se ci sarà tempo, collega Marquis, che cosa diceva in quella fase. Poi cos'è successo nella prima occasione - spero non per me e non per lei, ma per la Valle d'Aosta che sia anche l'unica - che lei ha avuto di dimostrare che credeva effettivamente in quello che diceva? Cosa ha fatto? L'esatto contrario! Lei pensa davvero che siano tutti degli stolti, che nessuno si ricordi queste fasi e questi passaggi?
Io non entrerò nel merito dei singoli settori, perché è già stato fatto in maniera compiuta, però una panoramica generale va fatta. Questo atto fa emergere come ci siano forze molto diverse in questa nuova maggioranza: assessori che hanno saputo difendere e valorizzare il proprio settore, e lo dicono i dati; altri che invece sfoggiano e sfoderano un silenzio disarmante. Ieri si è parlato di turismo, che dovrebbe essere davvero un volano per la nostra regione, così come lo è stato in passato, invece non viene neanche menzionato in questo atto. Alle attività produttive il collega Roscio - non c'è in aula - è vero che subentra a un assessore che si è caratterizzato per la sua operatività: l'ex assessore Donzel. Ma mi creda, all'interno della sua stessa struttura, collega Roscio - mi dispiace che non ci sia in aula - si chiedono lei dove sia, cosa faccia!
Collega Chatrian, lei diceva con i suoi modi di dire, anche simpatici quando era all'opposizione, di parlare a chi ci ascolta da casa. Guardi, io le auguro con tutto il cuore che siano davvero in pochi ad ascoltarla da casa, perché state scrivendo una bruttissima pagina, non per noi, come le ho già detto prima, ma per la Valle d'Aosta. Spero, proprio per queste ragioni, per la nostra regione, che sia davvero l'ultima brutta pagina che avete l'opportunità di scrivere. Le persone serie, quelle che hanno a cuore il bene della nostra bella regione si facciano sentire. In realtà, tante si sono già fatte sentire: membri della vostra stessa maggioranza che non condividono questi metodi, che non condividono questi paciocchi, colleghi che godono della mia stima e che hanno sempre avuto il coraggio di esternare il loro pensiero e di portare avanti i loro valori e le loro idee, consiglieri, ma anche membri di Giunta.
I valdostani sono stufi della politica in generale, ma sono particolarmente stufi di questi giochi di potere, di questi giochi di poltrone. Ripartiamo davvero dalla serietà e dai valori, quelli veri, che hanno da sempre caratterizzato la comunità valdostana. Una comunità che ci chiede oggi delle precise e delle puntuali risposte. Risposte che, ahimè, Marquis lei non è assolutamente in grado di dare.
Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Non ci sono altre richieste di intervento? Per cortesia, vi chiederei di prenotarvi, se no la prossima volta chiudo la discussione. Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - La séance d'hier et d'aujourd'hui devait être en principe liée à l'examen des deux projets de loi, qui allaient faire des modifications à ce qui a été le budget approuvé pour l'année 2017 et avec un omnibus des lois qui devaient être changées en vitesse.
Je crois que dans son ensemble les thèmes ont déjà été analysés par les collègues, qui ont mis en évidence ce qui s'est passé pour arriver à ces deux journées de Conseil, pour analyser quelque chose qui n'avait pas eu le temps d'être débattu dans la Commission compétente et qui a créé des problèmes de rapport avec les collectivités locales. Donc, je crois qu'il y a déjà eu toute une série d'interventions, qui ont mis en évidence ce que même des collègues, qui aujourd'hui font partie de la majorité, ont dit clairement, c'est-à-dire que ce n'était pas la méthode qu'ils voulaient ou qu'ils s'attendaient.
Anche oggi è stato ribadito che soprattutto la giornata di ieri ha messo in evidenza tre aspetti politici molto interessanti e importanti. Il primo è partito con una non-comunicazione: la non-comunicazione di un non-gruppo, di un gruppo sulle nuvole. Il gruppo che è costituito da Lista Civica, PNV e Stella Alpina. Un gruppo che non ha nome e che è in cerca di una identità. Ma, fedeli alla logica di questa impostazione, quello che era importante era l'annuncio: facciamo l'annuncio, diciamo che ci siamo e che siamo insieme. Veramente questa è una non-notizia, ma fa notizia e quindi serve per dire che esistete. Questo è quanto è avvenuto. È un gruppo che logicamente nella sua costituzione ha tirato in ballo tutta una serie di fatti contingenti, senza invece mai tenere conto del ruolo, o di quello che potrebbe essere il ruolo, legato a una palese evidenza che altri hanno messo in risalto, di un rispetto e di un recupero della nostra autonomia. Non solo l'autonomia come la vogliono la Lombardia o il Veneto, ma l'autonomia speciale, cosa che si ricorda molto poco. E questo cercando di avere una logica discussione, che porti a creare le premesse per rafforzare questo livello.
Questa nascitura futura, che nascerà a settembre e che non si sa quando sarà battezzata, comunque questo nuovo gruppo è tutto meno che un gruppo autonomista. È un gruppo che, come abbiamo sentito anche dall'ex senatore Fosson, rimpiange il discorso dei rapporti con Roma. Lui, fedele ciellino, ma oggi i ciellini non vanno più tanto di moda, quindi non lo si dice nemmeno tanto. È meglio non parlarne. È meglio non dire dei rapporti stretti, anzi strettissimi...!
Voce fuori microfono.
Andreotti andava alle riunioni cielline, ma non era ciellino: non confondiamo il burro con la margarina!
Lì i discorsi diventano difficili. È vero che oggi voi andate un po' sull'onda di quello che succede nel Meridione: riformiamo, ricostituiamo la Balena bianca. Qui acqua ce n'è un po' meno, non sarà la balena bianca, sarà la trota salmonata, ma qualcosa dovete fare per cercare di dire che esistete. Questo aspetto, però, non ha trovato nessun riferimento specifico alle esigenze di oggi, di rafforzare il sistema autonomista anche nei rapporti con Roma, ma non per scimmiottare quello che avviene giù, ma per essere in grado di sostenere le battaglie che fino adesso sono state portate avanti, anche con grandi risultati.
Un altro aspetto importante della giornata di ieri, anche questo politicamente rilevante, è il fatto che il collega Gerandin abbia detto che non parteciperà più alle Commissioni di cui faceva parte. Uno può anche dire: va beh, è un fatto di Gerandin. Però mi sembra che a Gerandin avete fatto fare fino adesso il mastino della maggioranza, cercando di difendere a calci e pugni tutto quello che veniva presentato, e oggi non partecipa più alle Commissioni. Non credo che sia un segnale da tralasciare o da non mettere in evidenza. Questo è un aspetto che può essere foriero di alcune scelte, l'ha detto lui stesso e non è una nostra interpretazione. Questo aspetto diventa importante se collegato con quello che ho appena detto, con le proposte che qualcuno ha voluto fare per il futuro.
Ugualmente, un altro aspetto importante è il documento che qui è stato presentato dal collega Nogara, sulla riflessione fatta su questa opzione di aggregazione futura, dove si dice in modo chiaro che sono dei percorsi diversi. Un conto è costruire la casa, o comunque la si voglia chiamare, dell'autonomia, un altro conto è fare un giochino a tre per cercare di ritornare: uno e trino, senza offendere nessuno. Ma non vorrei che su questi temi, cercando ogni tanto di confondere quello che è religioso con quello che non lo è, si cerchi di immaginare qualcosa che non c'è. L'unica semplificazione è che ci sarà un solo capogruppo: questo è il risultato di questa nuova Santa Alleanza (santa nel senso che si riferisce a delle situazioni pregresse molto lontane).
Io credo che questi siano tre passaggi politici molto importanti. Sono passaggi politici, che vanno nella logica di dire che forse qualcosa è cambiato. Qualche cosa di quello che si voleva far credere è svanito e ci sono delle prese di coscienza di chi si accorge di dove si sta andando, di che cosa si vuole ottenere, senza contare tutto quello che è già stato detto. Credo che sostanzialmente questi tre punti abbiano una importanza molto forte nell'ambito del dibattito politico, che va a inserirsi anche nei due disegni di legge, al di là del metodo. Il primo disegno di legge è una variazione di bilancio minimale che porta su 10/11 milioni di euro; nemmeno 20 milioni, perché gli altri sono sistemi interni. I soldi dove sono stati presi? 2 milioni di euro per un errore degli uffici che avevano calcolato male sugli affari europei, 4 milioni 700 mila euro vengono presi su un non utilizzo dei fondi che erano stati messi per il personale, che mi permetto di dire, quando avevamo fatto il bilancio, c'erano stati richiesti a gran voce; poi prendiamo atto che adesso siamo ad agosto e non si sa cosa succederà ancora a fine anno. Sul resto, si è grattato tutto quello che era grattabile: 20 mila di qua, 22 mila di là, per arrivare a giustificare delle proposte, alcune delle quali sono sicuramente significative. Lo sono meno nei rapporti forse con gli enti locali, là dove qualcuno ha parlato di scontro istituzionale.
Mi dispiace che non ci sia il collega Gerandin, ma io non credo che ci sia uno scontro istituzionale. Io credo che il CELVA abbia fatto il suo dovere e l'hanno fatto tutti i sindaci che hanno partecipato a queste riunioni, i quali avevano fatto presente da subito, prima con dei colloqui diretti con l'assessore Chatrian e con Marquis, quello che chiedevano come sindaci e che in quest'aula, quando Chatrian era all'opposizione, aveva invocato a gran voce. Quando avevamo discusso il bilancio, laddove erano stati dati 3 milioni di euro per la legge n. 26, aveva detto: ma no, è una vergogna! devono essere 10 milioni, perché quello è il vero investimento e bisogna andare in quella direzione! dovete metterne 10 di milioni! Oggi nemmeno un euro: non un euro! Questa è la realtà, questo è quello che noi ci troviamo a esaminare oggi.
Si capisce che non si può avere la disponibilità per tutto e noi l'abbiamo capito prima di voi, però ci sono delle scelte che sicuramente vanno in una certa direzione. Per la difesa del suolo, con la legge n. 5 come con la legge n. 26, ci sono tutti gli interventi e tutte le piccole opere che venivano fatte dai Comuni per proteggere il territorio. Qualcuno giustamente ha osservato, parlando anche delle calamità che sono occorse in questi giorni con i tornado e così via, che meno male che in alcuni comuni sono state fatte certe opere. Tali opere sono state dei veri investimenti! E mi ricollego a quanto hanno detto alcuni colleghi giustamente. Questo ha salvato di nuovo dei comuni! Sono opere importanti, ma se non si fanno nel momento giusto, quando si possono fare? Questa è la carenza che noi vediamo, per cui i Comuni a giusto titolo hanno fatto presente la questione. Non è uno scontro tra istituzioni, è una giusta richiesta di valorizzare e di prendere in considerazione delle necessità oggettive.
Per il resto, è evidente che si sono fatti degli interventi a modifica per gli anziani: le proposte sono di togliere agli anziani, laddove solo qualche mese fa c'era una lettera urgente, fatta giustamente dall'Assessore, che denunciava la mancanza di 2 milioni 700 mila euro. Attenzione, perché quello degli anziani - qui credo che siamo in molti ad averlo analizzato attentamente - è un problema che ci scoppierà tra le dita, perché il sistema pubblico di gestione degli anziani oggi non è più concorrenziale con quello che sta succedendo nella regione. Stanno venendo in Valle tutta una serie di strutture private, che hanno dei costi che sono quasi la metà di quelli della gestione pubblica, perché noi abbiamo un problema legato alla gestione del personale e alle sostituzioni. Ci sono assenze giustificate del 30/40 percento, che devono essere in qualche modo pagate. Oggi abbiamo delle rette per gli anziani che sfiorano i 2800/3000 mila euro al mese. Credo che l'Assessore ne sia a conoscenza e ci stia lavorando, però io credo che su questo tema dobbiamo fare attenzione: questo ci scoppia veramente, perché non riusciamo più a reggere! La gente, chi può, fa scelte diverse. Rimane lì solo chi non può andare avanti o chi è pagato: è una partita di giro, nel senso che è la Regione che paga ed è la Regione che continua a mantenere il circuito. Questo è un tema molto delicato, che non è stato affrontato o che si cerca di affrontare da tempo senza trovare la soluzione adeguata, perché c'è il giusto riconoscimento del valore del personale, ma che deve essere anche qui riequilibrato sulle reali e sulle potenziali esigenze che sono oggi sempre più necessarie.
Sul tema della disponibilità finanziaria qualcuno ha chiesto dei 144 milioni di euro. Io voglio solo ricordare che c'è una sentenza, richiamata correttamente dal collega Gerandin, che dice che cosa deve essere fatto. Questi sono dei soldi che la Regione non deve più versare e non devono più essere trattenuti dallo Stato. Ora si è fatto ricorso, ma comunque sicuramente ci sono anche le vie di raccordo con le istituzioni, che devono far capire che questo è un assurdo. Così come è un assurdo, permettetemi di ripeterlo, che a noi venga applicato il SIOPE in modo tale che noi paghiamo come Regione cinque volte quello che paga il Friuli sui trasporti. Noi paghiamo più di 100 milioni di euro. Se noi mettessimo questi due valori, avremmo risolto il problema del bilancio! Però deve essere affrontato in quel modo, perché altrimenti ci parliamo addosso. Questa è la differenza sostanziale. Non è che le altre Regioni hanno fatto accordi diversi: le altre hanno utilizzato questo sistema.
Poi, permettetemi di dire che qui noi navighiamo su una variazione di 10/11 milioni di euro, ma non abbiamo ancora un'idea del DEFR. Una nuvola: il DEFR non c'è. Di questo documento che doveva essere approvato entro il 30 giugno, nessuno ne ha parlato. Per carità di patria noi non insistiamo, ma sarebbe non propedeutico, ma indispensabile, perché altrimenti su che cosa si va a costruire il bilancio? Si fa finta che non esista questo problema.
Purtroppo noi ci stiamo accorgendo che l'unico vero sforzo che è stato fatto fino adesso è di tenere nella dovuta considerazione partitica i posti disponibili. In tre mesi e qualche giorno sono state fatte più nomine che in cinque anni. Più di cento nomine in settanta giorni: di tutto, meno che la competenza! Invece, si è guardato in modo molto accurato la provenienza politica o partitica, non volendo assolutamente tenere conto delle competenze, tant'è che molte nomine le avete dovute fare due o tre volte. Tutte le nomine di tutte le partecipate, RAV, SAV, CVA, non dico Casinò, tutte le consulenze di questo mondo sono state date in barba ai principi della legge n. 27! Tutto quello che si poteva fare come nomine, è stato fatto! Vedete un po' voi: il marchio sicuro di questa fabbrica è proprio l'assunzione! L'assunzione e l'annuncio: sono le due parole forti di questa compagine. L'importante è annunciare! Se si fa una norma di attuazione per eventualmente agevolare le imprese, si va all'associazione industriali per presentare il nuovo strumento, senza nemmeno averlo ancora presentato in aula! E così per tutta una serie di argomenti. Tutto quello che noi dovremmo poi discutere, voi lo avete già fatto, è già tutto a posto. Adesso leggiamo di 31 milioni di euro che arrivano: bella notizia! Poi tra le righe si scopre che sono 31 milioni che erano già previsti e che avevano già una destinazione di utilizzo. Questo è il modo con cui viene presentato tutto quello che non viene fatto. Dopo di che leggi la notizia e la gente se ne frega.
Io credo che, senza voler andare oltre, ci sia oggettivamente una sensibilità nei confronti delle istituzioni, che non voglio definire. Questi due provvedimenti sono per cifre ridicole. Ma quello che è significativo è che si voglia portare oggi - poi ci saranno gli emendamenti alla legge n. 114 - modifiche a tutta una serie di leggi, come è stato già detto da qualche collega: ma a che pro?! ma che urgenza c'è?! Guardiamole un attimo queste leggi e proviamo a vedere quali sono le modifiche vere che sono necessarie! Perché bisogna sistemare alcune persone, l'ARER diventa un ente non economico, dove tutto il personale può rientrare nel comparto unico. Ma secondo voi è un modo di operare? Eh sì, perché l'avete presentata! Dopo di che è chiaro che anche la relatrice ha ripreso punto per punto correttamente quello che c'è scritto, però io mi rendo conto dell'imbarazzo nel presentare quegli aspetti che non sono stati discussi. Non c'è nessuna volontà di verificare se questo è quanto serva effettivamente, o se sia solo un aspetto, un articolo che serve e si modifica la legge. Sono leggi che veramente dovrebbero essere riviste!
Io credo che oggi i punti importanti siano quelli politici. Questa puntata estiva ha detto molto. Anche le ultime osservazioni di Padovani credo che non debbano essere sottovalutate e vanno lette per quelle che sono: degli appunti molto puntuali sul decantato metodo. Sono passati solo tre mesi e qualche giorno, ma io credo che una riflessione su questo sia da fare. Se fosse stato in altri tempi, chissà cosa si sarebbe già chiesto politicamente. Si sarebbe detto che non c'è più la maggioranza: via tutti, cosa fate? dimissioni! tre mozioni! Adesso Cognetta se n'è andato...! Ci sarebbe stato questo via vai, questa formulazione generica e generalista, si sarebbe detto: ma cosa state ancora a fare? Invece oggi si dice tranquillamente che un consigliere se ne va dalle Commissione: va beh, se ne è andato, ne mettiamo un altro! Non va bene quello che è stato presentato? Se volete lo approvate, se no lo approvate lo stesso! Questa è la logica con cui tranquillamente si va avanti, pensando che la gente non capisca cosa stia succedendo. Non è più così! La gente capisce, valuta, medita e saprà fare le sue scelte.
Presidente - Ricordo che siamo in discussione generale e c'è la possibilità di un secondo intervento. Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Un breve secondo intervento, perché credo che alcune suggestioni vadano riprese, perché abbiamo avuto anche il piacere di vedere una serie di argomenti che sono stati oggetto di riflessione. In particolare, l'impostazione dell'intervento del collega Fosson tutto sommato l'avevamo un po' previsto. Il benchmark è chiaro: iniziamo con le scuse. Da penitente mi presento e chiedo scusa per i peccati: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Dopo di che però ci sono tutta una serie di boccette di veleno, o presunto tale, che emergono e la figura del penitente scompare per mostrare una serie di artigli. Allora andiamo un po' a vedere questi artigli. Io cerco di aiutarla, perché non so se a volte la memoria le fa difetto.
Lei ha ricordato i nove anni. Le ricordo che io ho fatto quattordici anni da assessore, però cerco di fare un passo indietro, perché lei mi parla delle primarie. Non vorrei fare un discorso di famiglia, ma le ricordo che quando lei è stato per la prima volta candidato dell'Union Valdôtaine, il presidente dell'Union Valdôtaine era il sottoscritto e lei delle primarie o delle sezioni se n'è fatto un baffo, perché lei è stato messo da noi come comité fédéral. Quindi lei non è uno che è nato dalla gavetta, lei è uno che è stato portato con l'elicottero. Dopo di che oggi sembra che la sua memoria assomigli a un sistema informatico che si chiama memoria a placche e che viene utilizzato per confondere le acque. Però io cerco di riportarla sulla retta via. Lei delle primarie se n'è fatto un baffo, dopo di che si è fatto cinque anni a Roma e, in modo inspiegabile, arriva qua e dice: Marguerettaz, io ti ho portato da Lupi, ovviamente sodale di Comunione e Liberazione. Ma perché, lei non doveva portarmi? Abbia pazienza, lei è stato Senatore, è stato in Giunta con il sottoscritto: se c'è un problema per la Valle d'Aosta, lei pensa di aver fatto un regalo a qualcuno? Lei doveva farlo! Lei viene a rimproverare un atto scontato! Io non so se non si vergogna nel dire queste cose! È come se lei da medico dicesse: sai che ti ho curato? Ma ci mancherebbe altro, lei è medico e deve curare la gente! È un politico e deve risolvere i problemi! Ma non mi faccia perdere la pazienza! Viene a rimproverare il fatto che ha trovato un momento di collegamento tra l'Amministrazione regionale e il Governo: ma si rende conto di quello che dice? Si beva un bicchiere d'acqua!
Dopo di che mi parla del casinò e dei problemi finanziari. Ma, anche lì, lei era seduto in Giunta a fare che cosa? A sgranare il rosario? Abbia pazienza, sono dei provvedimenti che sono stati discussi, i bilanci sono stati fatti, era lì e adesso lei dice che c'erano dei problemi. Ma guardi che l'ignavia è un grosso peccato! Io lo dico, perché non è pensabile venire in quest'aula e fare l'intervento che ha fatto. Io sono convinto che sotto lei abbia lo spirito del martire: da un certo punto di vista io mi immolo. Però poi non ci dà delle risposte e non ci dice nulla!
Lei l'altro giorno aveva un eloquio straordinario, mentre parlava in conferenza stampa. Diceva delle cose che erano interessanti. Arriviamo in aula e non si dice più nulla. Voi costituite un gruppo che non è da poco: il Presidente della Regione, due assessori, un segretario del Consiglio, un vicepresidente del Consiglio e un presidente di Commissione. Voi in cinque avete sei cariche: è una cosa particolare, una cosa notevole. E non ci dite nulla? Io dico, abbiate pazienza, come si può immaginare di non dire nulla su un percorso così impattante. Dite: Area Civica, PNV, non siamo ancora pronti. Non siete ancora pronti?!
Rispetto alle frasi che ha detto Padovani e con le responsabilità che avete voi, io avrei la pelle d'oca. Padovani ha detto tre cose che sono devastanti. Ha parlato dell'omnibus e del metodo, ma per uno che ha fatto del metodo il grimaldello per far saltare una maggioranza, credo la dica lunga. Ma soprattutto ha detto cose come - se ho capito bene, poi andremo a risentire le registrazioni - "soggetti esterni che dettano le regole alle partecipate"? Ma, Chatrian, e la legge n. 20? Soggetti esterni che dettano le regole alle partecipate?! L'ha detto uno dei diciotto! Io avrei chiesto una sospensione: un momento, che cosa succede? Prima c'era una corrispondenza che faceva paura con la Procura della Repubblica, ma una cosa del genere, caro mio: fermiamo subito un attimo che andiamo in via Ollietti! Soggetti esterni che dettano regole alle partecipate! Ma ha detto un'altra cosa ancora peggiore: "dirigenti che dicono quali devono essere le assunzioni"! E ridai! Le ha dette Padovani, poi magari le ho capite male, ma sono dette così. E voi, serafici, siete qua e va tutto bene. Credetemi, abbiamo messo la Valle d'Aosta non solo nelle mani di dilettanti, ma in mano a persone che hanno a questo punto, se sono vere le cose che sono state dette, delle ampie zone grigie.
Mi consentirete di chiudere con una battuta. Il presidente Rollandin dice che c'è una nuova aggregazione che non si sa che nome abbia. Ognuno di noi ha fatto degli esercizi e a volte si trovano degli acronimi, a volte si trovano dei nomi di fantasia. Io ascoltando un po' l'intervento dell'ex assessore ed ex senatore Fosson ho maturato un'idea. Questo è un gruppo che mette insieme dei cespugli (amici miei dicono piante infestanti). Dedicandosi all'agricoltura, uno mette dei trapianti, fa delle semine, sei convinto di avere solo verdura buona, ma ogni tanto c'è qualche pianta infestante e qua e là la prendi. Però chiamiamoli cespugli per non essere offensivi. Vengono messi insieme, ma non si capisce, non si delinea un percorso, non c'è un progetto. L'unico è di dire: io ci sono. Però dalle parole del collega Fosson, posso darvi un suggerimento. Lei vada a risentirsi il suo intervento e noterà che ha usato in modo esagerato e continuo un termine che, secondo me, è perfetto per il vostro non-gruppo: eccetera. Lei ha detto almeno una decina di volte "eccetera". Ecco, chiamatevi "eccetera"!
Presidente - Altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Mi metto la giacca, malgrado la deroga per il caldo, perché penso che ci siano delle forme che in ogni caso è bene mantenere. Così come è bene, a mio parere, rimanere in quest'aula perlomeno durante il dibattito. Con la simpatia che posso avere a volte per i metodi un po' guasconi del collega Cognetta, io penso che non sia stato opportuno da parte sua lasciare quest'aula ieri mattina, perché mi dà la sensazione non tanto di una forma di protesta, quanto del fatto di abbandonare l'aula per guadagnarsi magari due giorni di vacanza in più. Noi invece siamo qui incollati a sentire le discussioni e a volte i vaneggiamenti di qualche collega che cerca di giustificare certe fughe in avanti. Ma il dibattito io penso sia un momento in cui tutte le parti politiche possono colmare quel gap di tempo che non ci è stato concesso. Quindi è bene che il dibattito si faccia e che abbia un suo senso all'interno di questa discussione e poi dell'approvazione finale di questi due provvedimenti, se verranno approvati.
Io avevo premesso che avrei fatto un approfondimento in questo secondo intervento sui singoli provvedimenti. Devo dire, però, che dopo le dichiarazioni che ho sentito questa mattina in aula, penso che non sia più opportuno nemmeno dare un contributo, se non magari qualche accenno rispetto alle questioni più tecniche. Penso che la barra oramai si sia spostata tutta sull'aspetto politico. Oggi noi assistiamo allo sgretolamento di una maggioranza, cominciato ieri con le dichiarazioni del collega Gerandin, che si è dimesso da tutte le Commissioni. Poi io non so se le dimissioni sono perché era stanco di stare in tre Commissioni, visto che la vostra è comunque una maggioranza abbastanza risicata e tutti i componenti si devono prendere in carico la partecipazione a più Commissioni, quindi ammetto che sia faticoso. Francamente io non ho capito, collega Gerandin, se le dimissioni sono arrivate perché lei è troppo affaticato di lavorare nelle Commissioni che le sono state delegate in quanto titolare, o se c'è un problema più ampio. Lei ha fatto una premessa, dopo di che ha chiuso dicendo di dimettersi dalle tre Commissioni. Spieghi il significato politico delle tre dimissioni, perché altrimenti, per quello che mi riguarda, la cosa rimane un po' in sospeso. Lei ha intenzione di dimettersi dalle Commissioni e quindi di non appoggiare più la maggioranza, di appoggiarla a condizione, di appoggiarla sui provvedimenti? Perché credo che tale questione ponga un problema di carattere politico non indifferente. Noi ci avviamo alla pausa estiva senza sapere se abbiamo una maggioranza.
Le dichiarazioni del collega Padovani di questa mattina vanno più o meno sulla stessa scia. Lei ha appoggiato una mozione di sfiducia cosiddetta costruttiva, con la motivazione - oggi lo ha ripetuto - di cambiare sistema politico (dare una svolta, il metodo nuovo, il nuovo indirizzo, la casa di vetro, la trasparenza, la condivisione), ma oggi lei, collega Padovani, ha detto delle cose per cui io vi invito veramente - come ha detto il collega Marguerettaz - a farvi un percorso di autoanalisi, perché mi pare di captare che c'è un problema al vostro interno. Lei oggi ha parlato di aperture di credito che avete dato e che state chiudendo. Allora diteci che cosa sta succedendo, perché voi siete i due elementi che caratterizzano la maggioranza e che assicurano in qualche modo i numeri della maggioranza stessa.
Questo psicodramma a cui abbiamo assistito in occasione della discussione, io credo che ponga un problema di tipo politico. Tra l'altro sono emerse delle considerazioni pubbliche in quest'aula, che il collega Marguerettaz ha giustamente ripreso, che non dicono solo di un problema di tipo politico, ma che evidenziano anche un problema di conduzione. L'intervento di La Torre che diventa d'improvviso statista e si fa da pontiere con i maghi dell'idroelettrico svizzero lo posso capire, perché è nel suo stile. La Torre era appena uscito la settimana prima con quella scemenza sulla denuncia alla Procura del livello di cadmio di un anno e mezzo fa. Evidentemente, visto che ha fatto la scelta di dimettersi e quindi probabilmente di rimanere fuori dal circuito politico, ha bisogno ogni tanto di dire delle cretinate, che comunque - diciamocelo chiaramente -vengono poi riprese da quest'aula o dai giornali e poi assurte a programmazione politica! Mi telefona un giorno un giornalista e mi dice: La Torre fa delle proposte politiche, voi che dite? Ma vi sembrano delle proposte politiche? Questa vi sembra una proposta politica: buttare degli spot, buttare delle idee lanciate per caso, senza né capo né coda, su un tema tra l'altro come quello dell'idroelettrico, dove lui per primo andava a difendere la valdostanità oltre che delle istituzioni anche delle nostre aziende, delle nostre industrie, e oggi va a buttare lì nell'agone della discussione una roba come un'alleanza con chissà che cosa?
Questa è una questione che possiamo lasciare a La Torre, ma quando cominciano a inserirsi argomentazioni un po' più complesse, come le questioni sulle assunzioni di CVA, io chiedo al collega Padovani di venirci a dire di che cosa sta parlando! Ci dica di che cosa sta parlando, perché siamo stati scalzati dalla maggioranza con una serie di parole d'ordine, tra le quali anche quella del rispetto rigoroso della trasparenza, delle modalità di assunzione e via dicendo. Il consigliere Rollandin ha ricordato bene che cosa avete fatto in quaranta, cinquanta, ottanta, cento giorni: ho perso il conto di quanto tempo siete qua. Avete riformulato completamente tutti i consigli d'amministrazione, avete nominato lavoratori, come ho già fatto rilevare più di una volta, all'interno dei consigli d'amministrazione, mettendo in imbarazzo addirittura le stesse aziende. Avete nominato degli squadroni, delle pletore di consulenti, che non si sa bene cosa facciano. Ma voi siete nati come l'alternativa a un sistema che avete condannato e che avete denunciato! Io da peones, quando c'erano da rilevare delle questioni, l'ho sempre fatto in aula senza problema e senza fare quello che magari cerca di coprire le cose per convenienza. Ma voi state facendo esattamente il contrario. Non parlo dei due giorni per l'approvazione di due normative che sono forse, dopo la Finanziaria, le due più importanti. Quindi io credo che questo aspetto, che a me fa venire francamente la pelle d'oca, vada affrontato in maniera chiara, se non in quest'aula, io non lo so in quali altri ambiti vada affrontato, ma voi ci dovete dire se esiste ancora la maggioranza, perché da ieri, da quando è cominciato questo dibattito, i cittadini valdostani si chiedono chi li governa. Li governa una squadra spacchettata, spaccata, disintegrata? Noi a un certo punto abbiamo preso atto che non c'era più l'appoggio di qualcuno e c'è stato un cambiamento. Ma oggi mi pare palese che non ci sia la maggioranza, al di là di Cognetta che vi ha appoggiato per motivi altri. Quindi io credo che questi aspetti vadano comunque risolti.
Riguardo poi alle questioni numeriche, ripeto, avevo preparato un intervento, ma mi pare che a questo punto ci sia poco da dire, se non che anche alcune scelte che avete operato all'interno di questi provvedimenti, sono francamente a noi poco chiare, oltre che poco comprensibili. Colleghi, avete tolto 200 mila euro dal sistema di allertamento per rischio metereologico idraulico. Ho fatto la sommatoria di cosa avete tolto per cercare di andare a recuperare qualche soldo qua e là, da mettere poi nei vari capitoli: dalla promozione, ai beni culturali, a tutto il resto. Ma scusate, gli eventi di oggi, gli eventi di ieri e dell'altro ieri, sono eventi che testimoniano di una necessità di attenzione verso gli allarmi e del sistema di allerta dei rischi meteorologici e idrogeologici: avete tolto 200 mila euro su cinque di questi capitoli!
Avete tolto 460 mila euro dall'università, per recuperarli altrove. Ma noi abbiamo appena fatto un'audizione con il rettore e il direttore amministrativo dell'ateneo, che sono venuti a pregarci in ginocchio di dare delle risorse per la sopravvivenza dell'università. Mancano 1 milioni 3 mila euro per pagare gli stipendi e per implementare il piano di sviluppo triennale con quel famoso corso bilingue tecnico giuridico o politico giuridico che è stato discusso all'interno del piano di sviluppo. Bisognerebbe dare dei soldi e noi togliamo ulteriori 465 mila euro. Poi qualcuno mi potrà dire che quelle sono risorse che non potevano essere utilizzate nell'anno in corso e le abbiamo disimpegnate. Bravi, va bene! Ditecelo, però. Ma non in un giorno e mezzo di audizioni! Anzi, in un giorno, perché se mettiamo una mattina e l'altra alla fine facciamo una giornata di audizioni. Sono temi che avrebbero avuto la necessità di essere chiariti.
Gli spostamenti di risorse da un capitolo all'altro. Il famoso refuso di 1 milione 984 mila euro: assessore Roscio, lei ha scaricato al coordinatore Garrone la richiesta di chiarimento, credo del consigliere Marguerettaz, sulla natura di quel milione e 984 mila euro imputati sulla formazione professionale. No, ma quello è un refuso...! Io non ho capito niente di quella roba lì! In Commissione è successo che l'assessore Roscio dice di chiedere a Garrone, il quale dice: io non ne so niente, mi dicono che è un refuso, chiedete all'assessore Chatrian. Il problema è che l'assessore Chatrian si è reso disponibile per un passaggio in Commissione, il primo dove è venuto a raccontare il suo sogno, la sua visione di variazione di bilancio, dopo di che chi ha più visto niente? Io rimango ancora nel dubbio: sono un ignorante, ma rimango ancora nel dubbio che quell'imputazione sulla formazione professionale, FSE sull'occupazione o quello che vogliamo, sia comunque un segnale che viene raccolto male, perché se non viene chiarito, quando la gente o chi si interessa a queste cose va a vedere che si tolgono 1 milione 984 mila euro dalla formazione professionale, si chiede che cosa sta succedendo.
Andiamo a vedere, per esempio, come sono stati ridistribuiti alcuni fondi. È stato detto dal collega che sono stati tolti più di 4 milioni di euro dai costi del personale. Ma è stata fatta un'analisi, è stata fatta una valutazione? Tiriamo via i soldi dai costi del personale e che cosa vuol dire come effetto? Ne avete parlato con i sindacati? Vuol dire che si bloccano gli straordinari per i dipendenti? Perché il personale non è solo l'impiegato, il Fantozzi che ogni tanto viene dipinto. Io ho vissuto il periodo in cui gli impiegati pubblici venivano in qualche modo stigmatizzati da certe parti politiche, che dicevano che erano dei fannulloni, ma qua parliamo di altro. Parliamo di impiegati pubblici tra cui operai, vigili del fuoco, forestali, persone addette alle emergenze e via dicendo, ai quali magari voi tirate via, per recuperarli altrove, 4 milioni di euro senza fare nemmeno un passaggio sindacale. Tranne poi magari inventarvi il passaggio nel comparto unico dell'ARER per chissà quale motivazione.
Avete tirato via 700 mila euro dai programmi investimenti crescita e occupazione, 490 mila euro dagli investimenti per la crescita e l'occupazione quota Stato e via dicendo. Ma ci volete dare delle spiegazioni? Ma ci volete far capire che cosa vuol dire tirare via 18 milioni di euro da provvedimenti di legge che hanno anche dei nomi importanti? Queste risorse che cosa produrranno in meno rispetto a quello che stanno producendo adesso? Avete tirato via dei soldi dalla promozione turistica, per esempio: 118 mila euro dalle spese per la veicolazione dell'immagine turistica della regione, ne avete tirati via altri, dopo di che ne avete spostati degli altri sugli eventi sportivi. Ci volete dire qual è la logica che sta dietro a queste scelte? O sono bastati i venti minuti in cui è venuto l'assessore Restano a raccontarci che cosa si intende fare? Intendete andare avanti sul processo di promozione turistica della Valle d'Aosta, il cosiddetto marchio ombrello? Io non lo so, avete dei progetti? Questa era l'occasione per venire in Commissione e aprire un dibattito, per approfondire, per dire alla gente, non a noi, come ha detto la collega Rini: noi siamo i rappresentanti delle istituzioni. A volte ci prendiamo gli schiaffoni, ci prendiamo anche dei meriti, dei demeriti, tutto quello che volete, ma siamo stati eletti dai cittadini, quindi siamo lì a nome dei cittadini. Noi non siamo lì - come dicevo all'inizio dell'intervento - a fare le parti di Guichardaz, Cretier, Baccega o Marguerettaz. Siamo lì perché rappresentiamo qualcuno e voi avete il dovere di venire lì a chiarire questi numeri, che tipo di ricadute avranno sui provvedimenti in essere e sugli altri.
Questo è il motivo per cui noi abbiamo richiamato all'inizio - tutti i colleghi vedo che si sono uniti, compresi quelli della maggioranza - l'esigenza di approfondimento e di condivisione. Il metodo, colleghi! Voi state completamente rinnegando le parole d'ordine con le quali vi siete presentati ai lavoratori. Peraltro, io devo dire che, fino a prova contraria, cioè finché non avrete l'accortezza di venire in Commissione a rappresentare i risultati - non alla stampa con le conferenze stampa dei vostri addetti, o con quelle che fate il lunedì - finché non verrete in Commissione a subire anche le richieste dei consiglieri, fino ad allora per me voi starete governando male la Valle d'Aosta!
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (GM) - Siccome sono stato tirato in ballo dai colleghi Marguerettaz e Guichardaz, chiarisco quello che ho detto nel mio intervento di prima. Sembra che io abbia svelato dei segreti di stato o chissà quale malefatta di qualcuno o dell'assessore. Niente di tutto questo. Io ho citato semplicemente due articoli apparsi su due noti giornali: uno del 22 luglio, con il titolo "CVA, le anticipazioni sul piano strategico. Tra gli obiettivi anche nuovi posti di lavoro"; l'altro del 23 luglio, citato già prima dal collega Guichardaz, dove si dice "La Swisspower interessata a stringere un accordo con CVA". Quindi non ho svelato nulla di segreto o chissà che di illegale. Ho semplicemente citato due articoli di giornale, nei quali secondo me, però, si dicono delle cose che quelle persone, a mio modo di vedere, non dovevano dire; non erano delegate o autorizzate a dirlo. Tutto qui: niente di illegale, di segreto o di chissà che. È tutto sui giornali.
Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Marquis (SA) - Prego, collega Morelli: lascio a lei la precedenza per la sua replica.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Ci sono degli articoli di regolamento interno che prevedono che il relatore possa intervenire in replica e mi sembra più corretto che il Governo chiuda. Io non voglio togliere la parola a nessuno, ma mi pare che l'ordine sia più corretto in questo senso.
Anch'io, come il collega Guichardaz, tengo a una certa forma e devo dire che il fatto di non scadere proprio nella barbarie mi sta abbastanza a cuore. Ogni tanto ho l'impressione di essere in una società, ma anche poi in politica, in un clima dove un minimo di urbanità forse andrebbe rispettato. Un clima dove la correttezza, la forma, l'urbanità sono talmente desuete, che il fatto che la sottoscritta, chiamata a presiedere la II Commissione, abbia ritenuto, a fronte delle rimostranze giustificate del presidente del CPEL sulla limitatezza di tempo a loro disposizione per l'esame di un disegno di legge, abbia ritenuto di porgere delle scuse, è diventata una notizia che fa clamore, quando, scusatemi, dovrebbe essere la normalità. Questo fatto che la Morelli ha chiesto scusa è diventato una specie di mantra, che viene ripreso e brandito quasi come un'arma.
Forse è il caso che spieghi perché ho chiesto scusa. Certamente non perché io abbia ritenuto in qualche modo ingiustificata l'accelerazione che si è voluta imprimere all'iter dei due disegni di legge. È una accelerazione che ha una spiegazione: vi è la necessità di intervenire tempestivamente e si è voluto farlo prima della pausa estiva. Io, in qualità di vicepresidente, mi sono sentita di rivolgere le scuse al presidente Manes, perché mi sono resa conto di aver provocato un disagio all'assemblea dei sindaci. Io ho capito il loro disagio e il presidente Manes, quando si è espresso in Commissione, mi sembrava assolutamente sincero. Io ho capito e, da persona normale, ho porto delle scuse.
Ho capito poi un po' meno la strumentalizzazione avvenuta all'interno del CPEL. Una strumentalizzazione assolutamente partitica, ma che credo abbiano capito tutti i cittadini. Io non condivido con il collega Gerandin il concetto di CELVA spaccato. All'interno del CELVA forse stanno cominciando a verificarsi delle dinamiche di confronto normale. Un CELVA che in modo bulgaro votava i provvedimenti, a me non sembrava una situazione normale. Ma la scelta di voler far approvare la variazione di bilancio prima della pausa estiva ha una motivazione fondata, ha una motivazione seria che va nell'interesse della comunità, per la quale nel merito io non mi sento assolutamente di chiedere scusa. Anzi, sostengo che sia soltanto il nostro dovere, il nostro lavoro quello di dare risposte, di cercare di dare risposte concrete in tempi brevi.
Da parte di chi ha governato a lungo questa Regione e conosce bene la situazione delicata in cui la nostra Regione si trova, sarebbe legittimo aspettarsi un atteggiamento diverso, un atteggiamento di responsabilità. Credo che nel merito ci siano stati pochi interventi, apprezzabili sicuramente da parte di alcuni colleghi dell'opposizione, ma molto, troppo si è detto sul metodo. Non si può accettare che un ex assessore, che avrebbe molto da dire nel merito, faccia un intervento di quindici minuti parlando sul metodo e con delle accuse personali. Ma non si fa politica in questo modo! Ma mi stupisce che dagli esponenti dell'Union Valdôtaine, un movimento che ha fatto la storia di questa regione, si abbassino a questo tipo di politica. Comunque, per carità, à chacun son goût, à chacun son style. Una volta fatte tutte le rimostranze sui tempi brevi e sui metodi, che ci stavano e che sono legittime, sono stata la prima a dirlo, ma poi entriamo nel merito e abbiamo anche un po' di pudore nel fare certe affermazioni, anche a fronte di certe responsabilità gravi, che competono in particolare a qualcuno che siede nei banchi della minoranza. Lo ha ricordato ieri il collega Gerandin in modo molto puntuale, perché lui è puntuale: riporta dati, cita i numeri, le date ed è stato chiarissimo. Qui sembra che si siano dimenticate queste responsabilità. Altro che lo smemorato di Saint-Vincent. Lo smemorato di Collegno rispetto a voi era veramente un dilettante.
Dopo di che, i segnali che i colleghi di maggioranza hanno voluto dare, io credo che siano stati recepiti e siano stati capiti. Collega Gerandin, se lei voleva fare un appello e voleva dare un segnale chiaro, io credo che abbia colto nel segno e abbia potuto farlo. Però le dico anche di riconsiderare la sua posizione, perché è un atteggiamento che non le appartiene, un atteggiamento incomprensibile. Io credo che la comunità non lo capisca. Essere rappresentati all'interno delle Commissioni è un diritto, ma è anche un dovere. Poi io lo so che lei comunque continuerà a lavorare in Commissione e a partecipare alle riunioni, perché sicuramente a lei dobbiamo riconoscere una volontà e un'assiduità al lavoro che pochi hanno. Però la forma ha la sua importanza e quindi io tranquillamente le chiedo di riconsiderare questa posizione.
Questa non è la prima variazione di bilancio e non sarà probabilmente neanche l'ultima. Sicuramente qui si sono volute dare alcune priorità, ma certamente vi sono altri settori importanti che necessitano di uguale attenzione. Il collega Baccega ha sollevato il problema della promozione turistica, che sicuramente è un tema su cui bisogna ritornare e a cui dare la giusta importanza. Peccato che in questi ultimi anni, non dico in questi ultimi tre o quattro mesi, di promozione turistica se ne è parlato ben poco.
Il sistema del bilancio armonizzato comporta necessariamente prima una programmazione più puntuale a monte, ma anche poi in seguito una capacità di adattamento, se si vuole che i fondi vengano utilizzati in modo ottimale. Quindi la variazione di bilancio sarà uno strumento che forzatamente dovrà essere utilizzato in modo più dinamico e magari in tempi anche più brevi rispetto a quello che veniva fatto con l'assestamento. L'anno scorso il provvedimento di assestamento ha comportato venti giorni, venticinque giorni mi pare, di iter. Io non voglio dire che quest'anno si sia agito per il meglio, sicuramente no, però credo che un po' più di dinamicità sarà necessaria. Tra l'altro per l'assestamento non si sono mai sentite le parti sociali; lo dico en passant.
Si è voluta fare un'operazione per riallocare dei fondi sulla base non di scelte improvvisate e neanche sulla base delle volontà che vengono fatte passare un po' come i capricci di qualcuno. Sono state fatte delle valutazioni, che sono frutto anche di battaglie portate avanti in questa sede negli anni. Priorità che riguardano sicuramente il settore dell'agricoltura e della zootecnia, trascuratissimo in questi ultimi anni. Un'attenzione particolare al territorio e giustamente qualcuno lo ricordava: ogni giorno ci ricordiamo di quanto ce ne sia bisogno, di quali rischi comporti non avere la giusta attenzione per il territorio. Un'attenzione all'occupazione, per quanto si può fare nell'immediato. Un piano di rilancio dell'occupazione non lo si fa con una variazione di bilancio, ne siamo tutti perfettamente coscienti, ma comporta un discorso ampio e d'insieme che non si improvvisa. Si è cercato di ridare dignità e un po' di respiro ai lavoratori dei cantieri forestali e delle opere di pubblica utilità, così come si è cercato di dare dignità agli operatori dei servizi sociosanitari con il collegato, permettendo l'utilizzo delle graduatorie vigenti agli enti locali.
Io credo che di contenuti significativi e che possono avere delle ricadute immediate, all'interno di questi due disegni di legge ce ne siano. Saranno gli assessori a parlarne e io non voglio andare a riprendere temi che loro sapranno sicuramente illustrare molto meglio di me.
Per quanto riguarda il passaggio politico che si è voluto fare in merito a una conferenza stampa, che alcuni colleghi hanno ritenuto di voler fare alla vigilia del Consiglio regionale, riguardo alla creazione di un nuovo gruppo consiliare, credo che alcune valutazioni anche qui vadano fatte. Le valutazioni sono di un'attenzione positiva, perché nel momento in cui i personalismi e l'individualismo portato all'eccesso nella società in generale, ma in politica in particolare; quando si cerca di semplificare e di aggregare, io credo che sia qualcosa di apprezzabile. E la notizia che dei gruppi decidano consapevolmente e liberamente di fondersi in uno solo, non solo non merita il dileggio e l'ironia anche pesante, ma credo che meriti una giusta considerazione, a condizione che all'interno del gruppo vi siano ovviamente delle affinità e vi sia una visione politica comune, cosa che mi sembra il caso. Non crediamo che il percorso sia stato facile e sicuramente ognuno ha dovuto rinunciare a qualcosa, ma il fatto che comunque si sia giunti a questa decisione, in forza di un obiettivo che sembra andare al di là della semplice sopravvivenza di ciascuno, è qualcosa che noi percepiamo positivamente. Tanto più che questa nuova formazione ribadisce la volontà di voler contribuire alla coesione tra le forze che compongono questa maggioranza, sicuramente composita, ma che io credo e sono convinta che abbia lo stesso obiettivo. Quindi non si tratta - noi non l'abbiamo interpretato in questo modo - di volersi mettere alla testa di nessun corteo, perché ognuno deve avere pari dignità. Bisogna poter lavorare insieme e contribuire alla costruzione di una Valle d'Aosta per il futuro. Una Valle d'Aosta che sappia rompere i ponti con il passato, che sappia guardare avanti e credo che da parte nostra ci sarà sempre questa volontà.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Marquis (SA) - Siamo al secondo giorno di discussione nell'ambito dei due disegni di legge presentati in occasione della variazione di bilancio. Vorrei partire da alcune considerazioni su quello che mi sembra sia stato il fil rouge dei contributi di tutti. Si è parlato molto di metodo e si è parlato anche dei contenuti.
Riguardo al metodo, avrei da osservare che definire questi due disegni di legge è stata un po' una corsa contro il tempo, ma occorre sicuramente inquadrare il contesto in cui questo è avvenuto ossia a quattro mesi dall'insediamento di un nuovo governo e di una nuova maggioranza che nascono con l'obiettivo di gestire delle situazioni di emergenza che ne hanno determinato il presupposto per la sua costituzione. Sono stati mesi impegnativi, mesi in cui l'attenzione è stata rivolta a dossier molto pesanti, avuti sicuramente in eredità.
Il casinò: una partita difficile in cui si è cercato di rimettere in piedi un'azienda. Non è una partita sicuramente ancora vinta. Si è fatto un lavoro importante, che dovrà essere continuato e che richiederà degli anni per essere completato. Si è predisposta la legge elettorale: un compromesso tra tutte le forze politiche interne a questo Consiglio. Abbiamo dovuto dare seguito a tutta una serie di impegnative che erano state date al Governo da parte del Consiglio regionale: riassettare le governance di società importanti come CVA e l'Associazione del Forte di Bard. Non sono queste cose di piccolo conto e sono situazioni che hanno assorbito delle energie. Si sono affrontati temi importantissimi e delicati per la Valle d'Aosta e per il suo futuro: la ferrovia, le autostrade. Sono temi di cui si parla da anni. Sono state affrontate situazioni di definizione di percorsi di litigiosità con l'associazione Tor des Géants ed altre.
È stato un periodo non facile, un periodo di emergenza nel quale abbiamo dovuto gestire delle situazioni molto delicate. Unitamente a questo, c'è una situazione difficile sotto il profilo finanziario e ancora di incertezza rispetto ai rapporti con lo Stato, nonostante vi sia stata data comunicazione nello scorso Consiglio dell'apertura del tavolo di rapporto e di confronto con lo Stato, che dovrà essere convocato a giorni - non appena ci verrà comunicata la data, ne darò comunicazione a tutti i gruppi - per cercare di definire queste situazioni, che sono importanti per il futuro della Valle d'Aosta.
In questo contesto e anche in un quadro di profonda innovazione normativa, perché l'introduzione del decreto legislativo n. 118 del 2011 in fase di prima applicazione ha determinato comunque un impatto sulla gestazione di questa variazione di bilancio e un carico di lavoro per gli uffici, si è riusciti di corsa a mettere in piedi questa iniziativa. Ma correre non significa lavorare in modo opaco, perché in parecchi interventi ho sentito parlare di fretta e opacità. È vero che questo significa mettere la politica in condizioni di difficoltà, perché viene dato meno tempo di quello che ci si aspettava o di quello che poteva essere nelle nostre aspettative, nella disponibilità per la discussione e il confronto, però questo credo che lo dovevamo nel rispetto delle esigenze della comunità. Era troppo importante riassegnare o riallocare queste risorse che, diversamente, sarebbero andate perse nel nostro bilancio regionale nell'esercizio 2017. Abbiamo ancora troppi settori che sono sofferenti. In questa variazione di bilancio ci sono delle misure che credo daranno sollievo a settori che sono in una situazione di difficoltà.
Abbiamo anche in questo percorso apprezzato la disponibilità dei sindaci e del CPEL. In particolare, voglio ringraziare la consulta del bilancio e delle finanze del CPEL, che ha espresso parere positivo sia sulla variazione di bilancio, sia sul disegno di legge collegato. Ma voglio ringraziare anche tutti i sindaci per il contributo che hanno dato alla discussione nell'esiguo tempo che hanno avuto a disposizione, questo lo vorrei sottolineare a prescindere da quello che è stato l'esito della votazione: all'interno del CPEL, nonostante l'esiguità del tempo, si è avuto più dibattito di quello che eravamo abituati a vedere in occasioni passate. Questo io credo sia un segno di arricchimento per la democrazia, un segno del fatto che anche nell'ambito del tavolo dei sindaci c'è la volontà e la voglia di partecipare alla discussione politica, a contribuire nella definizione degli obiettivi comuni, nell'interesse della nostra comunità. Quindi credo che questo sia un traguardo importante, che comunque vada registrato e auspico che questa dialettica, questo contributo alla discussione, possa ancora crescere e migliorare nel tempo, perché significa far crescere la nostra democrazia.
Per quanto riguarda, invece, l'aspetto finanziario che è condizionante per la gestione del nostro bilancio e per garantire le prospettive alla Valle d'Aosta, ereditiamo un percorso del quale non attribuisco colpe a nessuno, ma che sicuramente ha un carattere di pluriannualità, un andamento dal 2009 a oggi che ha visto decrescere le risorse a disposizione della Valle d'Aosta. Sicuramente non si può pretendere che noi abbiamo delle formule magiche e che in quattro mesi possiamo risolvere tutte queste criticità, ma vi garantisco che ci stiamo impegnando e ci stiamo lavorando. Da una parte sono state avviate le interlocuzioni con lo Stato, dall'altra parte, a tutela delle nostre prerogative, sono stati avanzati due ricorsi: uno al Tar del Lazio e uno alla Corte Costituzionale. Io mi auguro che questi ricorsi, che voglio ritenere siano a garanzia, possano essere nel più breve tempo possibile ritirati, perché questo vorrebbe dire che anche noi, come hanno fatto le altre Regioni a Statuto speciale, possiamo riuscire a rinnovare quel patto siglato sul federalismo fiscale. Tutte le Regioni del Nord lo hanno già rinnovato nell'anno 2014 e ci sono altre Regioni che lo stanno rinnovando per la seconda volta. Noi abbiamo attivato adesso il primo tavolo di modifica e questo credo che possa essere un traguardo importante. Sicuramente un traguardo che necessiterà della partecipazione delle forze consiliari nel dibattito, per capire quali sono le giuste prospettive, quali sono le giuste rivendicazioni che la Valle d'Aosta deve portare avanti nei confronti dello Stato.
Riguardo al metodo SIOPE, che sembra il problema più grosso, io vorrei sottolineare che viene applicato dal 2012. In questi quattro mesi non c'è ancora stata la possibilità di riuscire a cambiare il modello di determinazione della partecipazione al risanamento dei conti dello Stato. Però questo è un lavoro al quale crediamo che vada data la giusta e doverosa importanza, e la stiamo dando.
Qualche considerazione sul merito di questi due provvedimenti. Ho sentito gli interventi che si sono succeduti dei colleghi della minoranza: posso condividere che ci sia una posizione diversa nel merito, però non posso accettare che non venga riconosciuta la progettualità delle proposte di questo Governo e di questa maggioranza, perché nel nostro intento e al centro del nostro agire c'è la crescita della Valle d'Aosta. Le misure che sono state individuate sono delle allocazioni certe nella variazione di bilancio, con delle priorità precise nell'ambito di settori in cui era stata fatta parecchia discussione in questi anni e dentro quest'aula. Mi riferisco in particolare al settore dell'agricoltura e credo che questo possa contribuire anche a creare del lavoro nella nostra comunità, in un settore dove c'è la difficoltà a raggiungere la sostenibilità. Quindi è giusto che l'Amministrazione regionale faccia tutto il possibile sforzo per sostenere il settore in questo modo.
Per quanto riguarda gli altri settori, devo dire che nella discussione non è stata data la giusta importanza, a mio avviso, alla norma compresa nel collegato sui mutui. Voglio riprendere alcune considerazioni che sono state fatte dal collega Baccega, il quale teme si perda con questo articolo e con questa nuova disposizione l'interpretazione della socialità della casa, che è sempre stata data in questi anni. Io credo che, al di là dell'interpretazione della socialità del settore della casa che è una giusta attenzione a chi vive in situazioni di difficoltà, ancorché attraverso il sistema dei sussidi, gli interventi sull'edilizia debbano essere il motore, il volano dello sviluppo e della crescita economica. Credo che questa nuova norma possa costituire un presupposto importante per far riprendere questo settore, perché sino a oggi non era prevista la finanziabilità attraverso dei mutui per gli interventi edilizi su singole unità immobiliari e su seconde case. Noi riteniamo che questo sia un passaggio molto importante, perché abbiamo in Valle d'Aosta un grande patrimonio edilizio, che è stato ereditato e che chi ci ha preceduto ha fatto delle grosse fatiche per realizzare. È un patrimonio che deve essere messo a valore per la comunità, e questa disposizione credo che possa essere un'occasione di crescita, attraverso l'accesso ai fondi di rotazione per tutti gli interventi di natura edilizia, per poter generare anche nuova economia sostenibile nella nostra regione.
Quanto al settore dell'industria, si è un po' anche qui banalizzato: non ci sono idee, si portano avanti le cose che erano state intraprese. È del tutto evidente comunque che l'Amministrazione agisce anche per continuità di mandato. Ma al di là di questo, vi assicuro che nel settore industria ci sono delle forti iniziative che sono state prese: dei bandi per promuovere la ricerca e lo sviluppo per parecchi milioni; fra poco analizzeremo in Giunta un'iniziativa volta ad attrarre imprese. Ci stiamo lavorando, perché oggi occorre attrarre investimenti dall'esterno della Valle d'Aosta e per questo bisogna creare una task force che si occupi di cercare imprese che vogliono insediarsi in Valle d'Aosta. Non possiamo più aspettare che le imprese vengano a suonare il campanello di Vallée d'Aoste Structure. Quindi questo è un impegno importante, così come lo è quello di creare delle sinergie attraverso il Politecnico Engineering, per creare delle startup per poter gemmare delle nuove attività industriali nell'ambito della ricerca e dello sviluppo. Queste sono attività sulle quali si sta lavorando e che crediamo potranno essere messe a sistema.
Collega Marguerettaz, ho ascoltato sempre con attenzione i suoi interventi, perché è nota a tutti la sua grande capacità oratoria che ha dimostrato di avere in questi quattordici anni all'interno del Consiglio, però ritengo che dentro l'aula occorra, nelle reciproche posizioni, parlare con rispetto. Non si può intervenire parlando di inadeguatezza, di incapacità, di reputazione. Io credo che ciascuno debba cominciare a guardare dentro casa sua su questi temi, prima di esprimere dei giudizi sugli altri. È nota la sua grande capacità, il grande impegno che ha profuso nella pubblica amministrazione, e proprio per questo credo che le siano stati affidati i dossier più significativi e più delicati, ma le assicuro che molta dell'eredità difficile è passata tra le sue mani. Ci sono diversi settori sui quali si sta lavorando e cercheremo di dare delle soluzioni con l'impegno, con la diligenza, con l'applicazione e con il buon senso. Credo che bisogna agire con responsabilità, nell'interesse dei valdostani e sono sicuro - come è stato detto da qualcuno che mi ha preceduto - che i valdostani saranno anche capaci di giudicare.
Ho sentito parlare di nomine. Non si può sovvertire la realtà. Sembra quasi che questa maggioranza e questo Governo si siano divertiti a procedere alle nomine, che abbiano inventato le nomine. Io voglio rassicurare i valdostani: noi abbiamo provveduto a incaricare delle persone, laddove sono scaduti i mandati. Non sono state aggiunte delle nomine o incrementate delle caselle, perché mi sembra che il discorso che ho sentito prima evidenziasse un pochettino queste considerazioni.
In ultimo, vorrei dire che il disegno n. 114, sul quale abbiamo anche un po' sorvolato, contiene tutta una serie di iniziative legislative che sono dei correttivi in situazioni che potranno essere utili a portare dei contributi nelle singole aree tematiche. È chiaro che fa sempre piacere a tutti il livello della discussione e la possibilità di partecipare. Da parte nostra, non c'era nessuna volontà di non dare la possibilità di intervenire. Abbiamo agito, crediamo, con senso di responsabilità per poter mettere a regime delle iniziative che possano essere utili per la Valle d'Aosta e per i valdostani.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Vorrei dare seguito a qualche sollecitazione che è stata fatta soprattutto sul disegno di legge n. 113, sulla variazione di bilancio e mettere nuovamente in evidenza la differenza rispetto al passato, pur essendo perfettamente consci come Governo e come maggioranza che stiamo parlando di una variazione di bilancio e non più di un assestamento, per cercare di spiegare nel merito il perché la stiamo discutendo oggi.
Con questa variazione andiamo a riallocare 11 milioni 300 mila euro sul 2017. Questo è quanto in queste settimane abbiamo detto: l'abbiamo detto in Commissione consiliare, l'abbiamo detto come Governo, lo stiamo dicendo da ieri pomeriggio. Le nuove riallocazioni sono pari a 11 milioni 300 mila euro mentre in totale sono 18 i milioni di euro che vengono riassegnati sul 2017 e poco più di 2 milioni sul 2018 e 2019, perché volutamente abbiamo deciso di non modificare il 2018 e il 2019.
Per quanto riguarda le richieste che sono state fatte al sottoscritto e al Presidente della Regione in Commissione, abbiamo cercato di rispondere subito nel merito e di far avere a tutti i consiglieri regionali la documentazione dettagliatissima: il bilancio di gestione, dove i capitoli sono stati spacchettati e si capisce perfettamente quali sono state, dal punto di vista tecnico, le diminuzioni e gli aumenti. Sono stati esplicitati i sessantaquattro capitoli dove invece è stata fatta la riduzione, e su questo vorrei aprire una parentesi, dato che diversi colleghi hanno ironizzato sulla bacchetta magica! No, nessuna bacchetta magica! Per quanto riguarda il bilancio 2017, se non avessimo fatto questa riallocazione a seguito di un'attenta ricognizione, non avremmo potuto utilizzare e spendere questi soldi entro l'anno. Sarà una questione tecnica, ma la ricognizione all'interno delle centoventi strutture regionali non è stata semplice. Però oggi possiamo poi riallocare le risorse con questa piccola manovra di bilancio, permettendo quanto meno, in maniera puntuale e precisa, di contribuire a creare dello sviluppo per il sistema Valle d'Aosta nel 2017.
Per quanto riguarda il milione di euro, citato prima da un collega, riassegnato alle attività produttive, ricordo che l'armonizzazione è una questione puramente tecnica, collega Guichardaz e cerco di dettagliare la motivazione. L'armonizzazione ha richiesto di ricodificare tutti i capitoli e, in particolare quelli relativi ai fondi europei, ridistribuendo le risorse su tre annualità di bilancio. Per le politiche della formazione lo stanziamento è risultato in eccesso e la riduzione è stata fatta con questa variazione. Questo per quanto riguarda la richiesta che il collega poc'anzi ha fatto in quest'aula.
La seconda considerazione che vorrei fare è dal punto di vista politico amministrativo. Con questa modifica, con questa variazione di bilancio non è vero che aumentiamo le spese correnti. Questo è un falso, perché le spese correnti si assestavano all'89,4 percento ante variazione e post variazione le spese correnti risultano ancora pari all'89,4 percento: nessun aumento dunque delle spese correnti. Ci sono delle voci che sono state modificate all'interno della cornice del 2017, ma non c'è nessun aumento della spesa corrente nell'anno in corso.
Per quanto riguarda i rapporti con i Comuni. La mia esperienza politica arriva proprio dai Comuni. Ho partecipato in passato come sindaco alle riunioni del CELVA e del CPEL, quando le disponibilità indubbiamente erano molto più alte.
Faccio due precisazioni e una considerazione. Le due precisazioni che vorrei mettere in evidenza sono legate all'emendamento che avevamo fatto con il collega Gerandin durante il dibattito sulla legge finanziaria a dicembre, che non trova totale soddisfazione in questa variazione di bilancio. Voglio dire che per dare linfa all'operatività dei Comuni, per permettere di fare programmazione e pianificazione ai Comuni, con quell'emendamento erano stati allocati e approvati nella legge finanziaria 3 milioni di euro all'articolo 12. Con questa variazione di bilancio oggi aumentiamo tale disponibilità di circa 630 mila euro, per dare soddisfazione ad altri sei Comuni. L'emendamento proposto il 15 dicembre 2016 aveva una copertura finanziaria per un importo di 7 milioni di euro, ma poi ci fu una sintesi tra la proposta fatta con il collega Gerandin, e la maggioranza accettò l'emendamento per un importo di 3 milioni di euro. Quello che voglio dire è che oggi con questa variazione andiamo ad incrementare i fondi e dare concretezza e certezza a ulteriori sei Comuni.
Per quanto riguarda l'incontro che abbiamo avuto con il Consiglio di amministrazione del CELVA, assieme al Presidente e ai vari dirigenti dell'assessorato e della Presidenza della Regione, la proposta che il Presidente e il sottoscritto abbiamo fatto, entrando proprio nel merito della variazione di bilancio - ribadita in una lettera che è stata inviata il giorno successivo -, è stata di formalizzare per iscritto le esigenze urgenti e le emergenze degli enti locali che danno certezza di impegnare e liquidare delle risorse, e noi saremmo stati disponibili a modificare e integrare questa variazione di bilancio. Ci è stato detto da diversi sindaci del consiglio di amministrazione che uno dei temi principali - sicuramente l'Assessore competente dopo il mio intervento entrerà magari nel dettaglio - è quello del settore degli anziani e degli asili nido, che però deve essere rivisto all'interno di una modifica che è legislativa e non solo finanziaria. Però il passaggio è stato fatto volutamente, come dicevo prima: abbiamo ribadito questo concetto all'interno della lettera, inviata al presidente Manes, per dire che le maggiori risorse che potranno essere rese disponibili dovranno essere necessariamente utilizzate entro il 31 dicembre 2017.
Per quanto riguarda gli annunci, io penso che questa variazione di bilancio non ne faccia ma dia delle risposte precise a settori che sono maggiormente in difficoltà. Dà delle risposte in maniera più robusta forse soprattutto a un settore, dopo le battaglie che da quasi dieci anni, insieme ad altri colleghi, abbiamo fatto e che trovano soddisfazione all'interno di questa variazione di bilancio. Oltre a questo settore che è sicuramente quello che è stato più penalizzato, che ha più difficoltà di altri, abbiamo cercato nello stesso tempo di riallocare delle risorse a quei settori che avrebbero potuto utilizzare i fondi subito, impegnarli e liquidarli nel corso dell'anno.
Apro un'altra parentesi sui rapporti con lo Stato. Già il Presidente ha messo in evidenza le difficoltà e le criticità, al di là delle due delibere di Giunta che abbiamo approvato qualche settimana fa. Però probabilmente se la Regione non avesse iscritto nella legge di stabilità 2017/2019 la riduzione degli accantonamenti per il contributo allo Stato e non avesse oggi un contenzioso costituzionale aperto, sono certo e siamo certi che ci sarebbero meno chance per il Governo attuale di trattare con lo Stato, almeno nella prospettiva per quanto riguarda il 2018 e - perché no - nella sicurezza per il 2017. Il problema è sul tavolo e ci sono difficoltà che ben conosciamo, ma a nostro giudizio, in senso strategico, è giusto ritenere che la Regione elabori il suo bilancio prima dello Stato e non successivamente.
Noi pensiamo - come è stato detto anche da chi ha avuto incarichi di governo e da chi ha trattato con lo Stato in questi ultimi anni - che quanto preteso dal Governo sia iniquo, che incide troppo sui nostri piccoli numeri. La tabella di ripartizione fra le cinque Regioni a Statuto speciale grida vendetta. Non possiamo immaginare di stravolgere questa tabella in poche settimane o in pochi mesi, ma quello che noi cercheremo di fare è di congelare questa iniquità al più presto. Ne va di mezzo il futuro del sistema Valle d'Aosta, ne va di mezzo la nostra autonomia, ne vanno di mezzo le nostre competenze. Ne va di mezzo il nostro sistema degli enti locali. Ne va di mezzo la credibilità del percorso che stiamo facendo, al di là del ruolo istituzionale e di chi lo ricopre in questo momento.
Noi pensiamo che questa sia la vera e grande partita delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Non vogliamo raccontare delle bugie ai valdostani. Vogliamo raccontare su questa partita tutta la verità, partendo dalla genesi - è stato detto ieri dal collega - partendo dai rapporti, dagli accordi, da quello che è stato fatto, ma soprattutto da quello che si deve fare. Ne va della nostra dignità, ne va del nostro sistema, ne va della nostra autonomia, ma ne va anche della nostra credibilità. Io penso che, al di là del dibattito positivo che c'è stato ieri e oggi su questa variazione di bilancio, che poi è sfociato in una discussione più politica che tecnica sui due atti che sono stati proposti in quest'aula, nello stesso tempo la discussione si è portata su un'altra strada e su un altro tavolo, proprio perché l'importanza è epocale, è capitale e la partita va giocata però con cognizione di causa. Arriviamo da un percorso certo e andiamo verso un futuro incerto, quindi dobbiamo trovare delle soluzioni per dare certezze al sistema Valle d'Aosta.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Certan, ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Riflettendo, in questi giorni e in questi mesi in cui abbiamo lavorato a questo provvedimento, a cosa avrei dovuto e potuto mettere in evidenza riguardo a questa variazione di bilancio, in primis ho preparato alcuni punti, pensando però di doverli integrare o dettagliare meglio in base alle domande, alle sollecitazioni e agli spunti dei colleghi. Invece vi presenterò ora questi punti essenziali della variazione di bilancio, perché devo dire che ieri e oggi, oltre a grandi j'accuse dall'alto del pulpito, di proposte ne abbiamo davvero raccolte poche. Devo riconoscere che delle sollecitazioni sono venute dai colleghi Guichardaz, Gerandin, Fabbri e Cretier, ma poco più. Vi presenterò quindi alcuni punti che in questa variazione abbiamo cercato davvero di mettere in evidenza.
Innanzitutto la formazione degli insegnanti. Abbiamo previsto una variazione in aumento per consentire agli insegnanti una formazione in presenza. Oltre a quelle che venivano già fatte e che in parte vengono organizzate nelle singole istituzioni, abbiamo previsto una formazione un po' più corposa per quattro settimane con la sostituzione; formazione linguistica, ma non solo. Perché quattro settimane e perché la sostituzione? Perché è un modo diverso di considerare la formazione e perché, come per tutte le altre categorie, la formazione non è qualcosa da relegare alla sera o fuori orario scolastico. Credo sia una fase dell'insegnamento molto importante.
Abbiamo destinato ulteriori fondi al sostegno delle eccellenze. Sono fondi che saranno destinati all'assegnazione di borse di studio a favore di laureati per la frequenza di master e corsi post universitari, poiché riteniamo che in Valle d'Aosta coloro che hanno delle difficoltà economiche, debbano essere sostenuti, anche in caso di ambizioni a frequentare corsi e atenei molto prestigiosi, perché la vera cultura si cambia attraverso la cultura. Abbiamo poi previsto anche delle integrazioni per promuovere l'organizzazione di iniziative a carattere culturale, scientifico e artistico, che crediamo possano essere utili per aumentare l'offerta culturale autunnale. Certo, ha ragione chi dice che sono piccole cosine, quisquilie per chi è abituato a gestire milioni e milioni di euro. Io, da piccola e umile insegnante, sono abituata a gestire piccole somme. Nelle varie scuole non siamo mai stati abituati ad avere grandi cifre a disposizione. Quindi abbiamo ritenuto di aumentare l'offerta culturale autunnale, da adesso alla fine dell'anno, per spese anche di piccola entità.
Riguardo alla legge n. 27 del 1993, ieri qualcuno ha chiesto delucidazioni. Il finanziamento della legge regionale per la concessione di interventi di restauro su beni di proprietà di soggetti privati ed enti pubblici, in questi anni non era più stata finanziata. Il finanziamento è dedicato al patrimonio dell'architettura storica minore, per molti anni penalizzata. Dal 2011 sono in giacenza diverse domande. Si dà ora un semplicissimo segnale di ripresa, con un primo finanziamento, piccolo anche questo, è vero. Non c'è ragione di avere dei timori sui criteri e su come saranno istruite queste domande: ce ne sono 29 di privati e 5 di amministrazioni locali. Certo che non si riuscirà a dare grandi risposte immediatamente, però è un segnale di ripresa.
Con questa variazione di bilancio e con questo Consiglio straordinario non mi aspettavo certo che avremmo avuto complimenti straordinari. Quindi nessuna sorpresa da parte mia riguardo all'atteggiamento di alcuni un po' sbruffone, un po' maleducato di altri, molto arrogante di altri ancora. Tuttavia, su alcuni temi e su alcune problematiche che tutti riconosciamo essere fondamentali per il rilancio della nostra Regione - riconosco e condivido quanto ha detto il collega Guichardaz - pensavo che avremmo avuto un dibattito un po' più di alto livello. Soprattutto da parte di chi ha amministrato prima di noi e molto più a lungo di noi, avremmo immaginato veramente di avere degli interlocutori di livello.
Siamo tutti consapevoli che ognuno di noi è di passaggio e ognuno di noi è importante. Sappiamo di essere costantemente sotto esame e sappiamo anche che stiamo correndo su un filo molto sottile. Di questo sicuramente noi siamo consapevoli. Quindi non pensiate di ottenere divisioni in questa maggioranza con le tematiche e con le non-proposte che avete messo in campo oggi. Avete dimostrato a tutti i valdostani di non avere argomentazioni, di essere senza argomentazioni. Sapremo sicuramente fare tesoro della lezione di oggi.
Vorrei fare alcune considerazioni sull'incapacità o la capacità, due termini utilizzati tante volte. Se l'essere capaci vuol dire cercare di distruggere il Tor des Géants, avendo i domini del 4K pronti da quattro mesi, nominando il responsabile della sicurezza del 4K (questo è scritto fortunatamente negli atti) quattordici giorni prima di avere l'incontro con i responsabili e quindi quando non si sapeva neppure della manifestazione; se l'essere capaci di conciare così la ferrovia e l'aeroporto, dopo nove anni alla guida dell'assessorato competente e altri cinque anni nell'esecutivo, per un totale di ben quattordici anni; se questo vuol dire essere competenti, allora essere accusati di incapacità ora, dopo quattro mesi, è quasi un complimento.
Se essere provocata di non capire di 'ndrangheta, ad esempio, come è avvenuto qualche anno fa, ed essere quindi derisa con un generico "ma che cosa organizzate serate su questi temi, se non li conoscete?", se questo vuol dire avere delle capacità, posso dire di essere orgogliosa di ignorare certe logiche, che altri invece conoscono bene.
Se sentirsi dare degli incapaci da chi ha aperto procedure negoziate sul personale, non avendo mai giustificato a questo Consiglio né politicamente, né da un punto di vista amministrativo, più di 40 milioni di euro - fortunatamente adesso c'è chi sta facendo tutte le valutazioni - se questo è essere incapaci, allora questo è un punto di forza.
Se essere capaci, vuol dire promettere in campagna elettorale lo stesso garage ancora in costruzione ad Aosta a dieci persone diverse, o far arrivare consulenze a familiari, salvo dover poi restituire per questo motivo le deleghe, io sono orgogliosa di essere tacciata di incapacità. Se essere competenti vuol dire nominare sulla base della sua "chiara fama" qualcuno non in possesso di tale requisito - adesso possiamo dirlo a voce alta, a chiare lettere, visto che lo scrive in una recente sentenza il Tar - io sono orgogliosa di essere tacciata di incompetenza da queste persone.
Poi permettetemi un piccolo paragone un po' più frivolo. Se essere competenti vuol dire essere capaci di partecipare a tutte le feste delle torte del volontariato per venticinque anni, io sono contenta di non esserne capace, pur amando molto le torte. Quindi va tutto bene! Insomma, so di aver fatto un elenco des misères, ma è solo un piccolo elenco con qualche esempio per ricordare ai valdostani cosa è avvenuto in questi anni...
Dalle ore 11:56 assume la presidenza il vicepresidente Fosson.
Fosson (Presidente) - Chiederei ai consiglieri di sedersi, perché è in corso una seduta.
Certan (ALPE) - È solo per ricordare ai valdostani qualche piccolo esempio di specchiata reputazione e moralità fornito in questi anni dal precedente Governo, che oggi sale sul pulpito e, senza argomentazioni, si permette di pontificare. Solo per ricordare che dopo vent'anni di debacle totale, amministrativa e anche politica, qualcuno farà pure i conti in ogni movimento. Noi i conti li facciamo spesso: abbiamo dei petit aperçu. Altri movimenti dovrebbero farlo, perché credo davvero che se dopo vent'anni di questo malgoverno oggi ci ritroviamo a essere quasi lapidati dopo quattro mesi che cerchiamo di risolvere i vari disastri che avete lasciato, dopo aver tentato di soffocare ogni espressione di democrazia - ricordo le matite spezzate; ricordo l'invito al non voto - avete pure il toupet di dare lezioni di reputazione, allora vi faccio i complimenti e dico che sono orgogliosa del metodo nuovo e sono orgogliosa di essere tacciata da alcuni di voi di essere incompetente! Questo è un metodo nuovo: sì, peut-être un peu maladroit, ma è un metodo nuovo.
Vorrei anche spiegare ai valdostani, solo per offrire degli elementi in più e qualche esempio, che in questi mesi stiamo cercando di recuperare il tempo perso anche a proposito dei ritardi amministrativi. Stiamo cercando di recuperare quegli stanziamenti che dal precedente Governo erano stati completamente dimenticati. Nei cassetti probabilmente il precedente Governo ha dimenticato di provvedere anche agli accordi tra Stato e Regione, per avere 7 milioni 500 mila euro, ad esempio, di finanziamenti del piano operativo nazionale, da poter mettere a disposizione della collettività valdostana per progetti sulla dispersione scolastica, la formazione, la digitalizzazione. Io ho dovuto, insieme ai colleghi, anche provvedere a questo.
Dalle ore 12:09 assume la presidenza il presidente Rosset.
Rosset (Presidente) - Chiederei per cortesia agli uscieri di far fare silenzio e di mantenere un contegno rispettoso dell'aula e del ruolo che si ricopre.
Certan (ALPE) - L'abbandono dell'aula mi lascia perplessa, specie per la mancanza di rispetto dei ruoli di ognuno. Credo che i cittadini ci abbiano eletto, perchè noi rimaniamo qui a discutere sugli argomenti e a risolvere i problemi, per confrontarci su prospettive e visioni future, partecipare alle riunioni di Commissione. Noi cerchiamo di essere a disposizione dei cittadini e lavorare quotidianamente per pian piano creare davvero un nuovo modo di amministrare.
Credo che stiamo lavorando tanto e in modo dignitoso. Credo che i cittadini se ne siano accorti e forse questo dà fastidio a chi da almeno vent'anni ha usato la legge del bavaglio e ha cercato di tenere i cittadini all'oscuro di alcuni argomenti, per fare meglio i propri interessi. Su tutto il resto, sulle sollecitazioni che sono venute, ad esempio, sul cambio di marcia di metodi e contenuti, sul lavorare in modo più sinergico e in modo anche più condiviso, chiaramente mi impegnerò a farlo visto che sono completamente d'accordo. Credo sia assolutamente importante stabilire una maggiore condivisione e una collaborazione migliore.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Mi felicito che i colleghi siano rientrati in aula, se no sembrava quasi di fare un monologo più che un dialogo, anche se in questi giorni per certi aspetti il dibattito ha assunto delle connotazioni che ricordano certe opere pirandelliane.
Credo che prima il Presidente e poi il collega Chatrian abbiano spiegato bene e ricondotto a un contesto corretto questa variazione di bilancio, rispetto all'entità della misura, ma anche alla spendibilità delle risorse che sono state ricercate con il fine di poter essere spese entro il 2017, pena il disimpegno. Questo è un aspetto da tenere in considerazione nella discussione e che non può essere bypassato, perché per certi aspetti si è avuta la percezione che si parlasse non di una variazione, ma proprio della discussione del bilancio.
Spesso non si entra nel merito delle questioni, io invece vorrei proprio entrare all'interno delle tematiche, perché forse è solo entrando nel merito che si può capire meglio di cosa si sta parlando. Soprattutto rispetto al ruolo che oggi ricopro, sento il dovere di spiegare le scelte non solo a questo Consiglio, non solo in Commissione, come è stato fatto anche se in maniera veloce, ma soprattutto ai valdostani che sono fuori da quest'aula.
Prima alcuni elementi generali. Già il Presidente ha fatto alcuni cenni sull'industria, ma vorrei ricordare due questioni. In questa variazione di bilancio due sono le misure del nostro assessorato. Una riguarda la legge n. 8 del 2016 per l'insediamento delle imprese, che non è relativa solo a un'azienda, ma riguarda tutto il mondo delle imprese e che sta avendo un successo notevole. Questo ci sembra non di poco conto. Il collega Perron mi ha sollecitato riguardo all'insediamento delle imprese. Nel caso di insediamenti nuovi significa non solo nuovi posti di lavoro, ma significa anche - penso che il collega lo sappia meglio di me - nuovi introiti per la Regione. Per cui non sono questioni da banalizzare, anche perché non è interessata solo un'impresa. Anzi, avremmo necessità di rifinanziare la misura, perché sono diverse le imprese importanti che hanno chiesto di attivarsi in questo senso.
Le altre misure riguardano i mutui per l'efficientamento energetico che sono stati rifinanziati e che interessano l'edilizia, un settore più volte richiamato. L'obiettivo è volto a un recupero del patrimonio edilizio privato, ma anche pubblico, e soprattutto sotto un nuovo modello di edilizia che non è più volto al consumo del suolo, ma al recupero del patrimonio esistente, che anche dal punto di vista del paesaggio ha una sua valenza.
Queste due misure contenute nella variazione si inseriscono in una strategia che è più ampia, dove alcune cose sono state fatte, altre - come ha ricordato il presidente Marquis - restano da fare e l'impegno di questa Giunta va in quella direzione. Ci si muove non allo sbando, ma secondo un disegno di sviluppo che viene perseguito, che in parte è anche ereditato, come correttamente è stato detto prima. Da un lato c'è l'esigenza di formare e di sviluppare una mentalità imprenditoriale, per esempio con "Impresa in azione". Poi c'è la questione della creazione delle imprese e del loro sviluppo, attraverso la promozione delle startup, la preincubazione, la ricerca e lo sviluppo, l'attrattività e la promozione degli insediamenti. Alcune cose già sono state fatte e sono in corso d'opera: per esempio, come ho già detto, la legge n. 8. Poi sono stati fatti diversi bandi per la ricerca e lo sviluppo, che prevedono anche la collaborazione delle imprese valdostane con altre esterne alla Valle d'Aosta, in un'ottica di collaborazione, di rete e di crescita per le nostre imprese. C'è il bando per la S3 (Smart Specialisation Strategy), che prevede diversi contributi per le imprese che fanno domanda. C'è la call della Fondazione Brodolini per il ripopolamento delle Pépinières, per cercare di avviare nuove startup innovative. Vi sono anche gli accordi, appena siglati, per l'assunzione di persone con disabilità, che rispondono da un lato alle esigenze di datori di lavoro, ma dall'altro danno una risposta alle cooperative e alle organizzazioni sindacali in accordo.
Altre cose rimangono da fare e questo è il nostro impegno. Sulla politica industriale, collega Perron, lei conosce molto bene l'Amministrazione, visto che da anni vi si trova. Pensare di sconvolgere la politica industriale in pochi mesi, non è attuabile e lei converrà su questo. Ma noi stiamo cercando di lavorare per ridare dignità a un piano delle politiche del lavoro, che non aveva più finanziamenti. Stiamo cercando di dare incentivi alle assunzioni per le imprese. Come ha già detto il Presidente, stiamo cercando di realizzare un'unità trasversale tra gli assessorati, per la promozione e l'attrattività del nostro territorio. In più - è già stato detto - le norme di attuazione sulla fiscalità locale dovrebbero dare una certa manovrabilità anch'esse a favore delle imprese.
In tutto questo - è stato detto prima - la legge n. 18 del 2015 è solo una parte delle politiche che si cerca di mettere in piedi. Vorrei ricordare e spiegare ancora una volta quali sono le modifiche introdotte nella legge n. 18 e qual è la natura stessa della legge. Senza andare a ripercorrere tutto l'iter che è stato molto travagliato, cito l'articolo 1 della norma che dice che lo scopo della legge è il sostegno economico e l'inclusione sociale di soggetti maggiormente esposti al rischio di marginalità nella società e nel mercato del lavoro. Questo è lo scopo dichiarato nei principi della legge. Era una legge sperimentale, come qualcuno ha ricordato, ed è stato per questo realizzato un gruppo di monitoraggio che verificasse i dati che emergevano. Alcuni di questi dati sono stati oggetto anche di alcune interpellanze, dalle quali sono stato sollecitato negli scorsi Consigli. Ricordo che i beneficiari sono stati 448, vale a dire coloro che hanno siglato dei patti con una misura che per legge è una tantum quindi non replicabile, lasciando la coorte dei beneficiari. Di questi, meno del 35 percento hanno avuto un lavoro a tempo determinato inferiore ai centottanta giorni, quindi neanche la metà. Ma se andiamo a vedere quanti hanno avuto un lavoro superiore ai centottanta giorni, cioè coloro che poi sono usciti della misura, questa percentuale è inferiore o comunque vicina al 10 percento. Invece, il numero di coloro che sono riusciti ad avere, grazie a questa misura, un lavoro a tempo indeterminato, scende a meno del 5 percento. Per cui forse una riflessione sulla legge nel suo complesso, come sollecitava il collega Padovani, in questo senso andrebbe fatta e probabilmente dopo la pausa estiva andrà fatta, per andare a vedere se la misura è in grado di rispondere agli obiettivi stessi della legge. Tra gli esclusi, che erano tali a priori prima delle modifiche apportate da questo Governo, c'erano gli invalidi a qualunque titolo, anche se percettori di redditi minimi; vi erano i disoccupati di lunga data, quindi coloro che nei cinque anni non avevano lavorato neanche un anno; vi erano i giovani non occupati e non alla ricerca di lavoro. Per questi ultimi in Europa l'asticella viene sistemata a venticinque anni, e solo da noi viene messa oltre: è per questo che la modifica ha portato a venticinque anni. Insomma, dal monitoraggio è emerso che sono state escluse persone...
Presidente - Colleghi, chiedo per cortesia, un conto è se parlate sottovoce, ma se la vostra voce è superiore a quella dell'Assessore, mi chiedo cosa possiamo recepire.
Roscio (ALPE) - Erano state escluse persone comunque esposte a un alto rischio di esclusione sociale e dal mercato del lavoro e, a nostro avviso, questa esclusione non rispettava i principi stessi ispiratori della legge. Ecco perché si è voluto introdurre queste modifiche che includono gli invalidi civili, che prima erano esclusi a priori anche se con un reddito minimo. Includono i giovani sopra i venticinque anni, ma tengo a precisare che le misure previste dal piano giovani sono alternative e non cumulabili a queste; quindi o l'una o l'altra, non c'è la cumulabilità in questo senso. È per rispettare anche certe norme, che a livello europeo vengono applicate. Vengono inclusi con questa modifica i lavoratori che sono sì tali, ma che hanno un reddito minimo al di sotto di quanto previsto da questa legge, i quali prima erano esclusi. Vengono reintrodotti i disoccupati di lunga data, coloro che non hanno lavorato neanche un anno negli ultimi cinque anni, i quali prima non erano previsti. In più viene introdotta, come era stata sollecitata più volte, la misura a sportello, non più a bando.
Io penso che, alla luce di quello che ho detto, ma che deriva dai dati del gruppo di monitoraggio, ciò che oggi si cerca di fare è cercare di dare una risposta alle mancanze nell'attuazione della legge, che nella sua prima applicazione non ha risposto neanche ai suoi principi ispiratori. Per cui io non vedo necessario uno stravolgimento della legge, ma semplicemente un ampliamento dei principi ispiratori, proprio per dare una risposta che era dovuta, a nostro parere. Non si poteva tenerla in quella situazione e abbiamo anche cercato di farla in tempi brevi.
Diversa invece è la valutazione che faceva il collega Padovani, il quale ha fatto una riflessione diversa anche alla luce delle osservazioni del comitato, per andare a vedere se sia opportuno mantenere sic et simpliciter questa norma, o se invece sia il caso di rivederla, magari ampliandone i limiti. In questo caso io posso garantire che non stiamo modificando la natura della legge. Invece in quell'altro caso, se si tratterà di un cambiamento che ne modificherà la natura, allora saranno garantiti tutti i passaggi nelle Commissioni competenti, come dovuto, per cui non vi sarà nessuna lesione delle possibilità di poter lavorare da parte di tutti i consiglieri regionali.
Sono state citate prima dal collega Bianchi le questioni ambientali e io ripercorro alcune tematiche, per esempio sui rifiuti. La situazione che io ho trovato il 10 marzo era di precommissariamento. In una situazione di precommissariamento vi sono due possibilità: avviare il commissariamento, per cui far venire qualcuno dall'esterno che si sostituisca al Governo, oppure cercare di evitarlo. La nostra scelta è andata sulla seconda. Credo che sia stata una scelta di responsabilità, non a parole, ma colmando delle lacune con degli atti, con due delibere che hanno dato da un lato le linee guida per i sottoambiti, per fare alcune cose che semplicemente non erano mai state fatte: estendere la raccolta e la gestione della frazione organica, riconoscere l'utenza, attivare la tariffa, anche in ottemperanza alle nuove norme dettate dal decreto ministeriale del ministro Galletti. La seconda, la scelta sulle modalità gestionali, come la concessione dei servizi. Ripeto ancora una volta, nella rosa delle scelte possibili, che il tempo a disposizione non consentiva altre strade se non questa o il commissariamento. Allora io qui pongo una domanda al collega Bianchi: lei di cosa si è occupato dal luglio 2013 a marzo 2017, stante la situazione? Poi mi risponderà, penso.
Alcuni atti sono stati fatti e di solito l'Amministrazione parla per atti, però va detto che la situazione di crisi non è stata superata e che si sta ancora lavorando per cercare di colmare quel gap, che per troppo tempo è stato un po' non affrontato come noi avremmo desiderato. Ma occorrerà del tempo per avere un quadro più sereno.
Su altre questioni va comunque ricordato quello che aveva detto prima il collega Chatrian, ossia che le risorse messe in questa variazione dovevano essere necessariamente spese entro il 2017. Ecco perché, quando si è fatta una ricognizione in assessorato, si è andati a vedere quali erano le risorse, per esempio, per la comunicazione, importantissima in questo momento, per cercare di formare culturalmente quei cittadini che ancora sono poco sensibili a certe questioni, oppure per migliorare le sagre e le feste. Le risorse per fare questo in quest'anno sono presenti, quindi non valeva la pena di introdurle in una variazione di bilancio, perché già esistono. Così come la parte relativa alle miniere, per lo sviluppo del progetto del parco minerario: vi sono le risorse, e oltretutto con una delibera recente si migliora e si amplia l'offerta del parco minerario valdostano con un progetto europeo. Anche riguardo all'applicazione e all'implementazione del piano aria, recentemente la Giunta ha cercato di dare delle risposte relativamente a delle criticità, e su questo vi sarà modo anche di confrontarsi anche con il CELVA. Per questo non sono state adottate misure tout court, ma si è cercato un confronto anche con il CELVA.
Relativamente ai cambiamenti climatici vorrei rispondere brevemente al collega Marguerettaz che non vedo, ma sicuramente avrà modo di sentire. Il collega Marguerettaz ieri diceva che i cambiamenti climatici non sono una questione importante e non costituiscono una risorsa. Io vorrei cogliere in parte la sua provocazione e citare Luca Mercalli, il quale dice che i cambiamenti climatici a oggi fanno più morti dell'Isis. Prova ne sia l'ondata di caldo, portata dall'anticiclone Lucifero, che sta colpendo in questi giorni l'Italia anche con dei nubifragi sempre più frequenti, di cui noi qui siamo consapevoli in questo momento. Tutti questi effetti hanno degli impatti sociali ed economici che non sono trascurabili. Anzi, sono enormi e sono dei costi per la collettività. Paradossalmente e parallelamente sono anche delle opportunità per le nostre regioni, ma sono cose che vanno governate. Ecco perché sono importanti gli studi per l'adattamento delle realtà alpine che più risentono dei cambiamenti climatici, perché per il futuro bisognerà dare degli strumenti decisionali agli amministratori. Questo è importantissimo ed ecco perché riteniamo importante il progetto Adapt Mont Blanc, perché dovrebbe dare delle risposte per affrontare questi cambiamenti climatici. Riguardo alle opportunità, basti solo pensare all'attrattività che potrà avere la montagna estiva, a fronte della calura sempre più devastante che ci sarà nelle zone di pianura.
Per concludere, vorrei fare un breve passaggio sulle modifiche introdotte nella legge n. 9 del 2002, quella che riguarda la Fondazione Montagna Sicura. Va innanzitutto detto che è una legge datata di quindici anni, per cui una minima revisione era quanto mai opportuna, proprio sentendo le esigenze stesse della fondazione. Oltretutto, si è tenuto in considerazione un dato di fatto oggettivo: già oggi Fondazione Montagna Sicura svolge le attività previste dalla modifica e le svolge rispondendo a delle esigenze che le vengono demandate proprio dalla Regione. Le modifiche in questione tengono conto solo ed esclusivamente di quanto già attualmente viene fatto. Entrando nel dettaglio, ciò che viene fatto è l'analisi degli impatti sui cambiamenti climatici, lo studio, la ricerca, la gestione dei rischi naturali, il monitoraggio dei rischi glaciali, quindi dei crolli, la ricerca sulla neve e le valanghe, il supporto agli uffici della Regione per l'emanazione dei bollettini delle valanghe. Mi sembra che, alla luce di queste modifiche, non si possa non ritenere nel merito importanti anche queste piccole modifiche.
Concludendo, spero di essere riuscito a spiegare le motivazioni e nel merito le azioni e le misure che sono state introdotte in questa variazione, ovviamente restando nell'ambito della mia competenza.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Viérin, ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Ce n'est pas facile d'intervenir sur cette discussion, qui est axée sur deux volets: d'un côté la variation du budget et l'administration et de l'autre côté toute une série d'interventions, qui ont eu des tonalités plus politiques, plus ou moins bariolés, mais inévitables dans un moment où le Conseil de la Vallée ne peut éviter d'aborder des questions politiques. J'ai écouté avec attention les interventions des collègues, qui au fur et à mesures ont été axés sur ces deux volets: la partie administrative et la partie politique.
Il tema amministrativo della variazione di bilancio è stato largamente dibattuto in quest'aula. Tanto è stato detto anche sul metodo o sulle procedure e non ci ritornerò. Invece certe considerazioni di merito su alcuni interventi penso siano doverose. Intanto nella variazione ci sono due parti: una finanziaria e una normativa, come è stato ricordato. Ringrazio i colleghi che nei loro interventi hanno sottolineato l'importanza di tornare a investire, seppure con un provvedimento che rialloca delle risorse, facendo degli aggiustamenti, nel settore dell'agricoltura. Vorrei sottolineare, come è già stato detto, che gli interventi hanno avuto origine semplicemente dall'aver ripreso tanti dibattiti all'interno di quest'aula - di maggioranza, di opposizione, dell'attuale, dell'ex, dei consiglieri e assessori, in generale dagli amministratori di questa legislatura - partendo dalle necessità, per allocare delle risorse per delle misure urgenti. Misure urgenti, colleghi, non spot! Le vogliamo chiamare spot? Chiamiamole così! Se poi il fare significa spot e il non fare significa non fare niente, magari un giorno dovremo decidere che cosa significa amministrare e fare le cose non partendo semplicemente da idee o da intuizioni, amministrative chiaramente, ma dal dibattito consiliare. Perché riportare il Consiglio al centro significa valutare le discussioni e metterle in pratica, rispettando le diverse sensibilità. Poi andrò nel dettaglio su cosa significa e mi dispiace che alcuni consiglieri, principalmente il collega Cognetta, non ci siano, perché avremmo avuto modo di spiegare certi passaggi che a lui non sono chiari.
Questa variazione di bilancio, che degli 11 milioni 300 mila euro ne immette un terzo nel settore agricolo, è un segnale proprio di rispetto nei confronti del dibattito di questi anni; perlomeno di questa legislatura, ma anche di quelle passate. Questo settore effettivamente è da rianimare e quindi le misure urgenti che noi abbiamo voluto chiamare "pacchetto agricoltura" - una delle tre leggi riguarda la caccia, ma le altre due leggi sono sui danni da gelate e sugli anticipi - sono misure che in modo condiviso sono state portate avanti per dare delle risposte urgenti. Anche le modifiche del PSR sono un po' un completamento delle misure sul 2017, che possono ridare slancio, o meglio, rianimare il settore e il comparto agricolo. Quindi, il plico di interpellanze che il collega Nogara ci ha in qualche modo rappresentato, ha il suo frutto nel lavoro che ha portato a questo inserimento.
Non pensiamo - io non lo penso - che sia un problema o una manovra elettorale. Nessuno di noi qui ha vinto un concorso. Vorrei ricordare ai colleghi che sono le elezioni il nostro concorso, nel senso che quando ci si presenta agli elettori vedremo e abbiamo visto chi ha avuto il riconoscimento da parte degli elettori, chi non l'ha avuto e chi non l'avrà. Qui non sappiamo che cosa può essere un'alternativa al lavorare, chiaramente ognuno per il proprio settore.
Ognuno lavora per il settore in cui dedica le proprie energie: bene, male e tutto si può fare in modo migliore. Però io credo che adesso che si pone l'attenzione al settore agricolo, che abbiamo sentito per anni, non si possa dire che ci sono assessori di serie A, assessori di serie B o assessori che si impongono. No, c'è stata una presa d'atto che è partita da questo Consiglio, trasferita alle misure che bisognava applicare. Quindi credo che siano atti e momenti importanti.
In questo senso credo che l'asse principale sia quello del lavoro, di cui si parla spesso. Abbiamo portato a centouno le giornate di lavoro per i 244 operai forestali, che si sa già chi sono e non è che sono manovre degli amici degli amici, per citare il collega Guichardaz. Gli amici degli amici sono persone che lavorano già e, con uno sforzo che vorrei ricordare era già stato portato a novanta giornate, si fa un ulteriore sforzo, perché si sono reperite le finanze e si porta a centouno giornate per quest'anno. Le risorse individuate ci permettono di arrivare a ottanta nuove assunzioni! E anche qui non sono gli amici degli amici, perché la graduatoria è quella del 2011: la graduatoria vigente, trasparente! È in corso un dibattito per riaprire la graduatoria: con il collega Gerandin ne abbiamo parlato in Commissione ed è stato uno degli spunti che lui ha proposto. È chiaro che riaprire adesso per questi ottanta significa perdere tre mesi. La riapriamo subito per le future assunzioni, perché non è vero che non c'è una visione. L'idea è quella di portare in prospettiva a centoventi giornate, lo abbiamo detto! Di questa cosa si discute in quest'aula da tempo. Quindi ripeto, vorrei semplicemente sottolineare - ringrazio tutti i colleghi che hanno lavorato negli anni - che sono suggestioni di cui si è veramente tanto dibattuto e che sono state adesso trasferite.
Al collega Cognetta, che sicuramente ci ascolterà in streaming, vorrei dire che se ci sono dei dubbi sugli over o non over, basta leggere la norma, perché è chiara: non c'è più in queste nuove assunzioni, per questa misura, che viene modificata proprio in legge, la questione degli over 45 e degli over 55, proprio per poter pescare all'interno di quella graduatoria tutti, in base alle disponibilità che saranno date. E poi sulla programmazione futura faremo tutti assieme una considerazione. La clausola sociale ha ancora un senso, è nata in un certo momento storico, ghettizza forse semplicemente una certa categoria di lavoratori, sottraendo energie ai più giovani? Vogliamo fare un piano dove effettivamente si porti a centoventi giornate, ma parallelamente riuscendo anche ad avere dei giovani e dei non over 45/55, che sono un patrimonio che ancora oggi è in quelle graduatorie, che andranno chiaramente aggiornate con una nuova possibilità, perché tanti non hanno fatto domanda dal 2011 a oggi, perché non è più stata aperta questa graduatoria. Però queste sono discussioni che effettivamente faremo tutti assieme.
Quando si fa una discussione per dire che si trasferiscono le richieste del Consiglio e le si mette in un atto, io trovo riduttivo definirle uno spot di qualcuno! Mi dispiace che sia interpretato così, perché se l'avessero fatto prima, quando noi eravamo all'opposizione e lo sollecitavamo, non avremmo detto che era uno spot. Avremmo detto che avevamo ottenuto un risultato. Quindi io invito i colleghi che lo hanno sollecitato per anni, a dire che questa è una misura che prende in conto, anche e soprattutto, le sollecitazioni di chi le ha annunciate ed enunciate in quest'aula. Non è che uno deve mettere la patente di paternità su certi provvedimenti, e non è sicuramente mia intenzione farlo. È mia intenzione valorizzare il ruolo di tutti i consiglieri in quest'aula, che sono alla base di questi provvedimenti.
Avremo la possibilità di avere delle squadre di lavoro destinate a certi problemi urgenti: pensiamo alla processionaria. Il prolungamento del lavoro nel periodo autunnale permetterà, per esempio, la raccolta dei nidi, ed è interessante la nuova possibilità di queste ottanta risorse che faranno tre mesi, che si traducono in sessantaquattro giornate lavorative. E l'allungamento delle giornate anche in prospettiva - lo dicevano i colleghi Nogara e Gerandin - darà, e dà, la possibilità anche da un punto di vista dell'occupazione di maturare quello status che garantisce una certa serenità occupazionale, o meglio, reddituale durante tutto l'anno.
L'altro volet è la zootecnia. Anche qui non pensiamo che sia uno spot tornare a sostenere la zootecnia: la questione delle rassegne e della razza qui in quest'aula si sente da anni. Si era fatto già un primo sforzo per portarla di nuovo a 4 milioni di euro, ma non era assolutamente quella la cifra. Mi ricordo il milione sollecitato dai banchi dell'opposizione, dai colleghi Grosjean, Nogara e principalmente Gerandin. Oggi con 1 milione 500 mila euro di risorse sulle rassegne e sulla qualità della razza, vorrei dire che non diamo premi a pioggia, ma premiamo chi fa qualità della nostra razza. Avevamo già fatto trasferire alla fine della primavera 3 milioni 600 mila euro dei 4 milioni, anticipando una possibilità reddituale per quel settore che aspetta da anni il pagamento del verde in agricoltura. L'ulteriore milione e mezzo, più i 600 mila euro non trasferiti, saranno trasferiti al 10 settembre, prima della désarpa.
Questi non sono spot, queste sono risposte concrete per chi conosce il settore. È così! Se poi ci sono altre interpretazioni, questo è un altro discorso. Votare e condividere questa variazione di bilancio, significa dare queste risposte, al di là di altre considerazioni. Io parlo di cose concrete. Il non dare la possibilità e il via libera a questa variazione, blocca questa cosa. È uno sforzo per dire: benissimo, usciamo dall'emergenza e poi tutti assieme pianificheremo le nuove azioni future.
Vogliamo parlare dell'affitto alle cooperative? Qui ci sono state delle interpellanze di colleghi che giustamente si preoccupavano, come noi, del futuro di certe cooperative che non riescono a pagare l'affitto. L'anno scorso è già stato rimborsato il 100 percento. Quest'anno mancavano delle risorse e si rimettono per arrivare di nuovo a questo 100 percento e, assieme alla revisione dei canoni che si sta facendo, si dà una risposta. Oppure il trasporto del siero: un altro piccolo segnale in un grande bilancio. Il collega Cognetta banalizzava i 20 milioni di euro, ma noi crediamo che in questo periodo di difficoltà e in un bilancio che lo Stato ci ha ridotto negli anni e ci sta continuando a ridurre, siano delle cifre importanti, soprattutto con le priorità che ci diamo.
I consorzi di miglioramento fondiario: i colleghi Gerandin e Nogara lo hanno detto quanto abbiamo parlato dei consorzi in quest'aula! Ma quante pratiche ferme ci sono, perché non c'erano le disponibilità finanziarie e sono da finanziare! Ma vogliamo tutti assieme trovare delle risposte e dire che i consorzi sono anche il mantenimento del nostro territorio con persone che fanno volontariato, tra l'altro, o vogliamo dire che erano soldi utilizzati in modo leggero? No, io credo che negli anni chi ha amministrato abbia investito sul territorio. È chiaro che, rispetto alle risorse che c'erano all'epoca, le scelte erano rapportate al periodo. Adesso ogni tanto diciamo: quanti campi sportivi abbiamo fatto! In quel periodo è chiaro che ogni Comune aveva un campo sportivo, tranne poche eccezioni: Comuni, anche vicino alla plaine, che hanno tenuto una vocazione rurale. Ma era il momento in cui, parametrato a quel periodo, si facevano certe scelte. Oggi 20 milioni intanto vengono riallocati e danno delle risposte urgenti.
Il collega Guichardaz ricordava gli enti e il loro costo totale. Vorrei ricordare che i 30 mila euro che mettiamo, mi pare, aggiunti alle cifre che sono state corrette per il Parco del Mont Avic, derivano anche in questo caso da interpellanze. Il collega Cretier è all'origine di un'interpellanza, assieme anche ad altri in questa legislatura, perché lì ci sono problemi occupazionali. Questi fondi che noi mettiamo al Parco del Mont Avic, salvo poi con loro ragionare a una pianificazione condivisa, sono risorse che danno delle risposte all'occupazione in quei territori della Bassa Valle, che i colleghi di quella zona - Lanièce, Cretier, ma anche Péaquin, piuttosto che Gerandin - hanno sollecitato in questi anni e in questi mesi. Ridurre tutto semplicemente a degli spot, questo dispiace un po'.
Quando parliamo di consorzi, c'è il tema dell'uso razionale dell'acqua e dei problemi della siccità che c'è in Italia. Oggi, quando finalmente intavoleremo il discorso su CVA, il tesoretto o gli utili di CVA, vorremo dire che questi utili, al di là di altre finalità, potrebbero essere utilizzati per i consorzi, ma finalizzati a dei criteri e a delle priorità che sono quelle, per esempio, dell'uso dell'acqua, delle prese, di dove un ru non carica i sistemi di irrigazione per l'uso razionale dell'acqua. In quei momenti le scelte non le farà il singolo e neanche la maggioranza, perché le dovrà fare questo Consiglio, al di là delle maggioranze risicate, minoranze o di altro. O riusciamo a guardare oltre, oppure non si farà niente! Non si farà niente, perché - è stato detto - siamo qui per dare delle risposte urgenti. Altre cose sono le prospettive e la longue envergure: questo i colleghi Gerandin e Padovani ce lo hanno ricordato e hanno fatto bene a farlo. Questo non significa nel dibattito politico sempre e per forza negatività. Anzi, lo stimolo e il confronto potranno sicuramente far crescere i movimenti, e arriverò poi alla parte politica. Della parte normativa ne parleremo: sono piccole cose, tranne quella del costo ambientale dell'acqua, che effettivamente darà la possibilità ai nostri consorzi di partecipare ai bandi nazionali, perché è stata inserita l'impossibilità di accedere alle graduatorie se non è previsto il costo ambientale dell'acqua, quindi un dettaglio è stato inserito.
Ma veniamo alla parte politica. Credo che tanti si siano già espressi, per non dire tutti. Credo che questo Consiglio debba parlare di politica. Ho avuto modo di dirlo in riunioni di maggioranza: io penso che bene avrebbe fatto la Conferenza dei Capigruppo ad autorizzare, come tante volte è stato chiesto dai banchi delle opposizioni quando c'eravamo noi, di parlare di politica cinque minuti, dieci minuti per ogni gruppo. Non dobbiamo avere paura di parlare di politica, soprattutto quando effettivamente alla vigilia di un Consiglio ci sono delle dichiarazioni politiche che devono essere dibattute in quest'aula e che poi tra l'altro sono state dibattute per due giorni. È un po' la politica del bavaglio, che tante volte abbiamo contestato.
Credo che sia positivo potersi esprimere e uscire un attimo dal ruolo solo amministrativo di assessore e di consigliere, per poi dire qualcosa di politica. Senza dimenticarci che ci sono anche i movimenti, per chi ce li ha! Noi crediamo che i movimenti siano alla base della raccolta di idee, del confronto, della formazione politica. Il senso di appartenenza a dei movimenti che siano regionalisti, che siano autonomisti, di autonomia speciale, che siano nazionali, che siano nazionali ma con connotazioni locali, a noi che abbiamo militato negli anni, ha dato degli insegnamenti di crescita e di confronto. Poi è chiaro che quando il confronto non c'è più, si deve arrivare a soluzioni estreme, come abbiamo dimostrato nella nostra vita politica.
Quando non ci sono i movimenti, abbiamo visto a Roma cosa succede: l'esempio di contenitori che, al di là del singolo che amministra, dietro ha dei singoli che non si capisce cosa rappresentino, al di là della destra o della sinistra, di interessi e di lobby. È chiaro che quando non si hanno i movimenti ci si deve esprimere a mezzo stampa, con delle conferenze stampa magari che sono giustamente l'espressione di una raccolta di momenti più civici che altro. Noi crediamo e io credo che semplificare questo quadro sia stato importante, però dobbiamo evitare due cose, che chiaramente noi rivolgiamo come un invito e una sollecitazione ai movimenti: per noi è importante evitare la frammentazione e quindi siamo per ogni operazione di chiarificazione che la eviti.
Qualcuno rideva quando Elso Gerandin ci diceva che spesso abbiamo attaccato la portaerei con un canotto. Ebbene, quando abbiamo attaccato la portaerei con il canotto, abbiamo detto réunir réussir, cioè rompere per ricostruire. Qualcuno rideva e diceva: cosa volete ricostruire rompendo? Ma noi rispondevamo che magari un giorno si capirà questa cosa. Noi eravamo e siamo convinti che la nostra operazione è stata quella di rompere per ricostruire un qualcosa in cui crediamo! Non per continuare a distruggere. Noi lo diciamo anche per le frammentazioni legittime che ci sono state negli anni, al di là della nostra e anche dopo la nostra. Noi a un certo punto pensavamo e pensiamo che possa rappresentare una possibilità - solo chiaramente se c'è un cambiamento, una presa di coscienza, un'autocritica di tutti sugli gli errori che sono stati commessi - per rimettere assieme i valdostani che credono in qualcosa che oggi, più che in passato, dovrà essere ben chiaro, per evitare l'abeille, come diceva la collega Certan. L'abeille sta girando e continua a girare: ha sempre girato e si è fermata nell'ultima conferenza stampa, quindi non appartiene a qualcosa di radicato e di solido che noi sentiamo.
Con il canotto pian piano abbiamo poi lanciato la Costituente di Cogne. In queste ultime settimane abbiamo lanciato il rassemblement e chi lo vuole sentire lo sente, perché il rassembler e il réunir è abbastanza chiaro. Rassemblement valdôtain ci ricordava anche un po' la Viglino, quindi crediamo che ricordare personaggi come lei sia qualcosa di importante.
La seconda cosa, al di là del discorso sulla frammentazione che la politica, i partiti e i movimenti dovranno fare, è di evitare l'ambiguità. È stato detto anche questo. Crediamo che l'elettore debba avere la chiarezza in quel non-concorso che noi abbiamo quando ci presentiamo agli elettori, perché un po' di confusione tra tutti l'abbiamo fatta in questa legislatura, e non solo. Ma è una confusione finalizzata alla coerenza che ognuno di noi ha cercato di avere, finalizzata a qualcosa di risolutivo, di finale e di prospettiva. Altrimenti noi crediamo che passare un'altra legislatura con questi numeri e con queste prerogative sarà difficile.
La legge elettorale è stata un'occasione di sintesi da più parti, per provare a premiare chi si mette assieme in coalizione. Le matrici di identità per il futuro dovranno essere chiare, secondo noi, perché una matrice democristiana, una matrice socialista o una matrice di partito nazionale, sono diverse rispetto a una matrice autonomista o - io torno a dire - unionista (non a caso ci siamo chiamati in un certo modo). Sono matrici diverse: tutte con la loro dignità, ma sono matrici differenti. Starà alla politica scegliere come mettere assieme queste matrici, se in un contenitore o se in un'alleanza. Non possiamo far finta - ecco l'ambiguità - che tutti abbiamo la stessa matrice. Io vorrei ricordare che in certi anni noi c'eravamo: veniamo fuori dalla militanza nella Jeunesse Valdôtaine, veniamo fuori dai Rendez-vous valdôtains, e ne abbiamo parlato tanto in quest'aula. Quando qualcuno appoggiava De la Pierre o Della Guardia noi eravamo con Caveri e Dujany. Nel 1987 eravamo giovani, ma c'eravamo e con tutto il rispetto dell'amico La Torre, ci siamo confrontati tante volte con lui, primo sindaco socialista degli anni Novanta: è un amico - lo ripeto - ma politicamente io credo che abbiamo delle grandi differenze e che difficilmente siamo compatibili in una stessa casa. Abbiamo parlato della maison des autonomistes, des valdôtains et des unionistes, questo per dire che la chiarezza non è negativa, però bisogna che prima dell'estate ai movimenti glielo diciamo che è giunto il momento, al di là delle cose raffazzonate, di guardare un po' alla prospettiva.
Noi continuiamo a credere che la militanza, che l'appartenenza, che il sentirsi parte di qualcosa possa superare quei personalismi di cui la collega Morelli parlava e che probabilmente non tutti hanno saputo o sanno superare, stanti gli interventi che abbiamo sentito oggi e ieri. Se riusciamo a superare quei personalismi, forse riusciremo a costruire qualcosa, sempre che crediamo che questa cosa possa ancora avere un senso in modo moderno, in modo attuale e in modo diverso e cambiato, questo sicuramente.
Donc, nous croyons qu'est d'ici qu'on doit repartir. Nous en sommes profondément convaincus. On n'obligera personne à repartir de là, ça c'est bien clair, mais nous l'avons déclenché plusieurs fois et la maison des autonomistes doit et devra avoir des valeurs culturelles communes, mais réelles! La clarté et les batailles, dont on parlait: je ne veux pas seulement citer le 1987 ou les rendez-vous, mais je voudrais citer le 1992, le tournant, un moment où les partis nationaux, la droite et la gauche, Dolchi et Fosson, après le ribaltone, avaient essayé de gouverner les valdôtains, mais les valdôtains ont su réagir et en 1992 ont su retrouver une certaine ligne.
Bien évidemment, l'Union Valdôtaine a trop agrandi, a accepté peut-être trop de gens qui n'avaient pas ses valeurs communes et a perdu ceux qui les avaient. Il suffit de voir toutes les fractures du passé récent, à partir de Renouveau Valdôtain, de ALPE, de UVP et puis les autres fractures successives. Quelque chose n'a pas marché et on est bien conscient de cela. Donc si on veut repartir sans regarder d'une façon passéiste en arrière, car nous devons être bien conscients que c'est à aujourd'hui qu'on regarde, mais surtout à l'avenir, une certaine lettre qu'on a reçue, quand l'Union Valdôtaine est arrivée aux 18 élus, de la part de Alexis Bétemps et de Joseph César Perrin, nous avait mis en garde sur ce qui se passait.
Nous croyons encore dans ces valeurs. Nous ne les avons pas abandonnés et beaucoup de gens qui ont fait des choix avant nous et après nous ont toujours affirmé que ces valeurs existaient et qu'ils existent encore. Et ce sera le moment de le démontrer! Avec cette clarté et en ne pas oubliant que si on a perdu de vue les valeurs, l'identité, le respect, les méthodes et tout ce qui a été contesté, même par ceux qui ne sont pas partis - parce qu'il y a aussi ceux qui sont encore là à lutter et qui veulent encore essayer de dire que quelque chose doit changer - eh bien, si on sait et si on saura partir des fautes et remettre ensemble les valdôtains, avec un changement, à notre avis et à mon avis, on aura fait quelque chose d'utile pas pour nous-mêmes, mais on aura remis ensemble au moins le respect et la capacité de croire et de se reconnaître dans la communauté valdôtaine. Cette communauté a et aura toujours des parties avec l'État, qui ne sont pas des parties indifférentes. Nous l'espérons, en retrouvant un peu d'orgueil de se sentir valdôtains, de se sentir unionistes, de se sentir fédéralistes, de se sentir autonomistes, qu'on pourra donner un peu d'espoir à cette communauté, qui aujourd'hui regarde à raison à la politique d'une façon bien détachée. C'est seulement à travers un peu d'enthousiasme et un peu d'orgueil qu'on pourra redonner à ces valdôtains l'espoir dont ils ont besoin.
Presidente - Sono le ore 13, quindi sospendiamo i lavori e li riprenderemo alle ore 15:30.
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La seduta termina alle ore 13:01.