Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2907 del 3 agosto 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2907/XIV - Disegno di legge: "Secondo provvedimento di variazione al bilancio di previsione finanziario della Regione per il triennio 2017/2019".

Rosset (Presidente) - Non ci sono altri interventi, credo che possiamo procedere con l'articolato del disegno di legge n. 113, iscritto al punto 1 dell'ordine del giorno. Se volete fare le dichiarazioni di voto prima dell'articolato, per me è indifferente. Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Credo ci saranno una serie di interventi in dichiarazione di voto che si concluderanno con i nostri rappresentanti. Credo che valga la pena farlo all'inizio di questo articolato, perché c'è stata tutta una serie di affermazioni che sono state fatte nelle repliche dagli assessori, non credo sia il caso di andarle a riprendere, però volevo semplicemente codificare il fatto che, anche se in modo acceso, anche se con toni forse importanti, abbiamo voluto dare delle valutazioni politiche, non delle valutazioni personali.

Il concetto di "capacità" o "incapacità" è un concetto relativo, non ci permettiamo di dare dei giudizi assoluti. Noi, dal nostro punto di vista, vediamo un'azione che denuncia un'incapacità, ma è un'incapacità politica. Non è un giudizio assoluto. Non ci permettiamo, come fa qualcun altro, quando interviene e dice: "noi siamo gli onesti". Perché, c'è qualcuno che non è onesto? Questo lo voglio sottolineare. Quando la collega Morelli parla di "urbanità", di "barbarie", uno può anche seguirla in questo ragionamento, però mi verrebbe da dire: si guardi un po' in casa: credo sia una delle poche volte che tre quarti dell'aula, a fronte dell'intervento di un assessore, se ne esce. Io credo che vada sottolineato. Ma non perché la cosa ci dà fastidio. Devo dire la verità, ero titubante sul giudizio, prendendo il la magari da altri modi di dire: "Chantal, continua così", oppure "Chantal, grazie che ci sei!", "Grazie di esistere".

Però, collega Morelli, faccia lei. Quando nessuno di noi si è permesso, a fronte anche di differenze di vedute, di dare dello sbruffone, dell'arrogante, del maleducato a nessuno. Abbiamo dato un giudizio politico d'incapacità, d'inadeguatezza ma non è un'inadeguatezza assoluta, è relativa. Quindi, quello che noi diciamo è che in questa seconda variazione di bilancio non abbiamo avuto modo di confrontarci. Capiamo benissimo che le risorse in campo sono limitate; un'operazione di questo genere meritava una concertazione, e sottolineiamo di nuovo che in questo nuovo corso le parole d'ordine sono "responsabilità", "interesse dei Valdostani", il "bene della Valle d'Aosta", "partecipazione", "discontinuità", "nuovo metodo". Sono delle parole vuote che porteranno delle conseguenze sul voto, perché ci diventa difficile fare delle distinzioni: questo bene, questo male. Sicuramente all'interno del provvedimento - l'abbiamo detto - ci sono delle cose molto interessanti. Anche gli emendamenti. Collega Marquis, poi non avremo più occasione di parlarne, ma lei ci cala un emendamento dove ? guarda caso, lei parlava di nomine ? interviene sul personale e ? guarda caso ? va ad allargare i parametri per poter assumere i dirigenti, quelli fiduciari. Quindi prima si chiedevano tre anni di esperienza negli ultimi cinque, lei mi dice tre anni di esperienza negli ultimi dieci. Per cui uno che sette anni fa ha fatto il dirigente, voi oggi dite che è nella condizione di poterlo fare. Io non lo so, non voglio essere malpensante. Prossimamente sui nostri schermi vedremo se questo provvedimento ha un nome e un cognome, oppure è un provvedimento fatto per il bene della Valle d'Aosta.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.

Bianchi (UV) - Continuando sulla linea del collega Marguerettaz, sul giudizio politico e sulla discontinuità. Collega Roscio, le ho sempre riconosciuto, quando sedeva nei banchi dell'opposizione, un'onestà intellettuale e delle idee, alcune che condividevo, alcune no, ma in ogni caso le riconoscevo un'onestà intellettuale alta.

Onestà intellettuale che riconosco in alcuni suoi colleghi di movimento: Bertin che dall'opposizione è passato in maggioranza, ma che continua in ogni caso a portare avanti le sue idee. Lei, invece, da quando si è seduto a fare l'assessore, ha cambiato completamente idea. Ha iniziato con un comunicato in cui si dichiarava che la discarica era esaurita. All'interno del Consiglio regionale ci sono consiglieri, che siedono all'opposizione e in maggioranza che erano presenti anche nella scorsa legislatura; io mi pongo una domanda: ma se ai tempi hanno fatto il quarto lotto, secondo lei è perché c'era spazio in discarica? E glielo hanno ricordato anche i suoi colleghi di Valle Virtuosa, era l'unico a non saperlo!

Oltre a questo, lei era contrario anche alla riprofilatura. Riprofilatura avvenuta l'anno scorso e di cui oggi sta beneficiando, perché lo spazio che c'è ancora nella vecchia discarica è dato dalla riprofilatura a cui lei era contrario. Dal 2013 a oggi, le percentuali di raccolta differenziata sono aumentate dal 42 percento a una media regionale del 60 percento.

Abbiamo quattro territori, quattro Unités, che hanno superato il 65 percento di raccolta differenziata. Lei, in questi mesi, l'unica cosa che ha fatto è stato trovare la delibera sulla tariffazione puntuale, che era già pronta, aggiungere una parte che ha scaricato in Giunta, e inoltrarla al CELVA, il quale si è rifiutato di votarla perché fino ad allora il tutto era stato concordato con i presidenti delle Unités, tutto perché se vogliamo raggiungere l'obiettivo, se vogliamo essere virtuosi, dobbiamo lavorare tutti insieme. Lo ricordava il collega Gerandin stamattina.

Dall'altra, quando si è seduto a fare l'assessore il 10 marzo, ha potuto portare in breve tempo una delibera su un progetto, un appalto europeo. Anche quello era già depositato in Assessorato. Quindi non è questione di commissariamento. In questi anni passati ha portato avanti delle idee che oggi non porta più avanti e le dimostro il perché dopo di che terminerò: anche su altri temi che abbiamo toccato, dal parco minerario alle Ecolo-fêtes, all'educazione ambientale lei mi ha risposto che le somme che c'erano bastavano. Ma era lei che all'approvazione del bilancio mi diceva che bisognava metterne di più!

Quindi molto probabilmente anche lì si è sbagliato. Quindi le direi: continui a lavorare, lavori di più e porti a casa qualche risultato.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (EPAV) - Siamo nella fase di dichiarazione di voto e credo che, dopo tutti gli interventi di replica, qualche sottolineatura vada fatta. Noi abbiamo partecipato a questo dibattito con grande attenzione, ci è stato detto che non abbiamo portato proposte, proposte poche. Ma non era nostro compito portare proposte, perché gli atti noi li abbiamo avuti due giorni prima della Commissione. Si è chiaramente rimarcato il problema del metodo, si sono rimarcati alcuni toni evidenziati all'interno del dibattito e si sono sottolineati alcuni aspetti che parlavano di scadere nella barbarie: "maleducati, arroganti". Si auspicava un dibattito di alto livello. Siamo rammaricati, nel condurre il dibattito poteva essere adottato da parte di alcuni esponenti della Giunta un atteggiamento più consono.

Su alcuni punti, come la promozione turistica, dove la collega Morelli e l'Assessore hanno in qualche modo replicato, va evidenziato che negli anni precedenti abbiamo potuto anche vivere di rendita, perché iniziative come il Capodanno Rai in tv, iniziative come "Sereno Variabile", iniziative di grande audience ? la Coppa del Mondo femminile, il Giro d'Italia ? hanno dato un forte richiamo turistico alla Valle d'Aosta, e per questo noi auspicavamo investimenti più significativi. Vado anche ad evidenziare, assessore Restano, la questione del "Tesolin". Se lei dà al Comune di Aosta la possibilità d'intervenire con la progettazione, facendo i lavori ? lei sa benissimo che il Comune di Aosta si trova in una situazione di Urbanistica, Lavori pubblici insostenibile ? vorrà dire che quella pista noi la rivedremo fra vent'anni.

Ma voglio tornare per un attimo all'intervento, che ho sentito soltanto per una parte, dell'assessore Certan. Assessore, lei - mi dispiace ma devo dirlo - si è caratterizzata su Twitter, si è caratterizzata su Facebook. Ora l'ha fatto anche in Consiglio in modo veramente sgradevole. L'Assessore alla pubblica istruzione della Regione autonoma Valle d'Aosta ha dei riferimenti importantissimi, ha persone qualificate ? partendo da Maria Ida Viglino a scendere ? che hanno occupato quella posizione e deve dare un esempio a questa collettività. Oggi questo esempio non è stato dato, oggi questo esempio è stato sgradevole e mi auguro che tanti Valdostani abbiano potuto vedere quel passaggio.

Tornando ai due DL: che cosa c'è da salvare di questa variazione? Noi l'abbiamo detto con chiarezza: ci sono ombre e luci che abbiamo ovviamente evidenziato; le luci sono sicuramente le assunzioni che verranno fatte, sicuramente l'ampliamento di posti di lavoro, ottanta posti di lavoro in più, un ampliamento degli orari e sicuramente i mutui che andranno a sostenere anche l'edilizia. L'abbiamo ovviamente confermato. Però, per quanto riguarda gli altri interventi, noi riteniamo che ci sia stata un po' di confusione, poca chiarezza. Ribadisco: "mancanza di risorse per la sicurezza, strade, territorio, discutibile l'intervento per il sostegno al reddito". Soprattutto evidenzio ? e sono profondamente rammaricato di questo ? che ci sono pochi sostegni per i Comuni, là dove c'era una forte richiesta per l'incremento per la legge n. 26.

È vero, si è creata una frattura tra le due istituzioni: CELVA e Consiglio. È la prima volta che capita una cosa del genere. Noi crediamo che nel quadro generale di questi provvedimenti ci comporteremo come ci siamo comportati in Commissione, quindi non parteciperemo al voto per questi motivi.

Concedetemi di concludere questo mio intervento in dichiarazione di voto con una riflessione di carattere politico. Quest'oggi si è parlato molto di politica. Abbiamo preso atto della nascita di un nuovo gruppo, nato per semplificare il quadro politico, ma ognuno conserverà le sue identità. Questa è una strategia che riteniamo di poter considerare la strategia di chi non sa scegliere, di chi non sa dove andare e di chi, invece di semplificare, vuole creare confusione e, soprattutto, di chi non ha una linea politica autonomista. Secondo quello che ho avuto modo di capire, di valutare, l'obiettivo è "esserci e occupare i posti di potere". Questo è sicuramente il motivo-guida che vi lega. Noi e il nostro movimento? piccolo, appena nato ? per l'autonomia possiamo e vogliamo lavorare. Noi crediamo fortemente in un percorso che porti una nuova autonomia. Per noi l'Autonomia speciale è una grande opportunità. Noi siamo pronti a lavorare e faremo tutto quello che si può fare a fianco delle forze che andranno in questa direzione. Lo abbiamo dimostrato il 10 marzo ? quando molti mi hanno detto che eravamo pazzi ? lo abbiamo dimostrato in passato: nel 1987 noi eravamo a fianco degli Autonomisti e abbiamo portato avanti la campagna che ha portato Caveri e Dujany alla vittoria. Noi siamo nati con l'Autonomia speciale, siamo cresciuti con l'autonomia speciale, abbiamo imparato dall'autonomia speciale e vogliamo partecipare alla sua crescita.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz. Ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Siamo stati in aula fino alla fine di questo lungo dibattito per senso di responsabilità, malgrado abbiate fatto tutto, colleghi della maggioranza, per farci gettare la spugna; malgrado ci abbiate messo nella condizione di affrontare un dibattito monco sotto il profilo politico, ma soprattutto sotto il profilo tecnico, per la totale mancanza di elementi, di dati a supporto della discussione.

Oggi questo Consiglio è stato sfregiato da chi ha ritenuto di andarsene senza affrontare la discussione, e lo dico sommessamente: noi siamo pagati anche per partecipare alle sedute consiliari, anche se non ne condividiamo i metodi e se non condividiamo gli approcci. Uno sfregio da parte della maggioranza, che avrebbe avuto l'occasione, la sua occasione di mettere in pratica i propositi e gli slogan tanto ben rappresentati all'atto della vostra costituzione: "metodo nuovo", "trasparenza", la "casa di vetro" e "contro l'uomo solo al comando", anche questo era uno slogan. Maggioranza che invece ha usato il Consiglio e le istituzioni consiliari ? la massima istituzione democratica della nostra Regione ? come abbiamo già avuto modo di dire, come un dente da togliere, un fastidio da eliminare senza tanti preamboli.

Avete perso un'occasione. Cari colleghi, vi siete giocati la possibilità di proporvi davvero come il "nuovo che avanza", come l'atto di svolta da un sistema che anch'io ho condannato in alcune sue patologiche debolezze e che però, magari sbagliando, ho cercato di cambiare da dentro ? a volte riuscendoci, altre un po' meno ? anche nel metodo.

Collega Gerandin, mi rivolgo a lei, non basta dimettersi dalle Commissioni per protesta contro i suoi compagni di maggioranza; bisogna faticare dentro le istituzioni per cercare di portare il germe del cambiamento. Dimettersi non è tanto diverso dall'andarsene via dal Consiglio, come ha fatto qualcuno, giusto per guadagnare due giorni di vacanza, collega Gerandin, soprattutto se le dimissioni dalle Commissioni non sono conseguenti a una presa di distanza vera e concreta dalla maggioranza. Lo dico con tutta la simpatia che ho per lei, collega Gerandin, non per farle la ramanzina: ma che segnale è dimettersi dalle Commissioni, se poi lei vota l'atto che ha indotto la sua triplice dimissione dalle Commissioni? Tagli il cordone, collega. Cominci intanto da lì. Cominci dal non votare quell'arruffo di numeri enorme, lasci che se lo voti chi lo ha prodotto, visto che lamenta di non essere stato coinvolto e riproponga, sì in questo modo, cominci a proporre un nuovo progetto politico, una nuova visione che non abbia come collante solo il far fuori questo o quello, ma una profondità di visione e di obiettivi. Su questo lei sa benissimo che siamo sulla stessa linea e ci trova.

Il voto di oggi è una cura palliativa a un morto che cammina, di cui è già stata decretata da tempo la fine. Le dichiarazioni sentite dentro a quest'anno dicono in modo chiaro e inoppugnabile che il vostro esperimento è miseramente fallito. Una Jugoslavia tenuta insieme con la colla e le poltrone. Una roba che neppure è stata capace di prendersi un periodo di rodaggio, magari con il proposito, anche cinico, di far vedere che, al netto dell'incapacità individuale, almeno eravate in buona fede quando raccontavate la vostra diversità.

Ho ascoltato gli arrampicamenti sui vetri dei colleghi della maggioranza, soprattutto della Giunta. Io sono stato dentro l'aula, anche quando parlava la collega Certan, anche lì per una questione di rispetto istituzionale, ma francamente non ho capito un accidente della sua replica. Non ho capito nulla. La collega Certan non ha saputo tradurre le critiche in soluzioni. Una per tutte: cosa pensa di fare ? come le abbiamo chiesto ? per l'università? Come pensa, ad esempio, di rimetterla al riparo dalla gravissima situazione finanziaria? Si è limitata a bofonchiare qualche apprezzamento nei confronti dei colleghi, ma poi sui temi sostanziali ha lasciato perdere.

Collega Roscio, lei ha malamente corretto alcune criticità, già sufficientemente evidenziate dal suo predecessore Donzel, sulla legge n. 18/2015, ma le ha inserite in un contesto che non è quello giusto. In più, le ha inserite in un testo sicuramente molto più disorganico di prima, caro collega e caro Assessore, creando una situazione che a me non piace per nulla. Avete cancellato le graduatorie, favorendo i più informati. Non mi faccia dire "gli amici degli amici", se no poi si offende qualcuno qui dentro. Avete abbassato il limite di età dei beneficiari, che aveva una sua ragion d'essere, che meritava un dibattito. Avete trasformato la legge sull'inclusione da una legge di politica attiva a una legge di puro stampo assistenzialistico. E lo avete fatto voi, caro Roscio. Non era certo questo lo spirito della legge. Certo, lei e i suoi colleghi avete raccolto sollecitazioni, suggerimenti provenienti dalle iniziative della minoranza. Sì, va bene, ma le avete fatte vostre, trasformandole d'imperio in provvedimenti legislativi che hanno un nome e un cognome: quello dei proponenti.

Chi le dice nulla, Assessore Viérin, quando lei ci racconta che c'era la necessità di risolvere un problema occupazionale per la questione dei cantieri forestali, ma le ricordo che la battaglia sui cantieri forestali fu una battaglia cominciata anni fa ? quando ancora c'erano delle altre Giunte ? dal collega Donzel e da altri colleghi all'interno di questo Consiglio. La questione del Mont Avic, che io peraltro non ho citato, Assessore Viérin ? almeno non mi ricordo di averlo fatto ? chi lo sapeva che era una decisione ? quella di alimentare finanziamenti ? conseguente a una iniziativa del collega Cretier? Se lei oggi non avesse dovuto rispondere alle molteplici sollecitazioni dell'opposizione ? di qui l'importanza di non scappare dal dibattito in aula, ma non da parte sua, da parte di chi se ne è andato - sarebbe passato come un provvedimento a firma della Giunta e tanti saluti a chi ha fatto le battaglie. Ma non glielo dico per criticarla, glielo dico perché il dibattito corretto avrebbe riportato il tema sui giusti binari.

La condivisione significa assumersi anche la responsabilità di ammettere gli errori, le debolezze, riconoscendo alla minoranza anche un ruolo propulsivo d'iniziativa, perché questo è il ruolo della minoranza, non solo quello di criticare. Se si dimentica questo fondamentale aspetto, i testi di legge possono anche essere i migliori del mondo, i più efficaci, quelli meglio costruiti, ma per quanto mi riguarda ? e per quanto riguarda i cittadini che assistono a un dibattito di questo genere ? semplicemente passano come degli spot elettorali. Io spero che questa brutta pagina sia d'insegnamento a tutti noi qua dentro, e che chi ci segue da casa, che osserva i fatti politici, si possa rendere conto effettivamente di quale sia la distanza che c'è tra il dire e il fare, tra gli slogan e l'operatività.

Ieri il collega Nogara ? con parole direi un po' sibilline inizialmente, ma poi ho assistito a delle repliche da parte dei suoi colleghi ? ha parlato della necessità di un nuovo progetto politico, di una ricomposizione dell'area autonomista. Ha ribadito che sono i movimenti e i partiti gli unici a poter assicurare un rapporto corretto tra politica e cittadini. Collega, niente di più condivisibile. Ma anche in questo caso è necessario passare dalle parole ai fatti. Ma non per noi, per i Valdostani che oggi sono qua, come dicevo nei miei primi interventi, a non capire che cosa stia succedendo. Quindi l'invito ovviamente è di passare dalle parole ai fatti, di cominciare a dire ai cittadini qual è l'intendimento vero della politica al di fuori di quest'aula, perché oggi sono state dette delle cose importanti che hanno un loro peso.

Concludo dicendo che, in conformità alle decisioni della minoranza, noi non parteciperemo al voto, come avevo anche preannunciato in Commissione, per evidenziare sicuramente il dissenso verso il metodo, ma anche per senso di responsabilità perché noi in questo brevissimo lasso di tempo, che è stato il momento della discussione di questi provvedimenti, non abbiamo avuto la possibilità - lo dico sinceramente - di acquisire degli elementi che possano metterci nella condizione di votare contro il provvedimento; ma neppure di votare a favore, tantomeno di astenerci, perché anche l'astensione ha un suo valore politico.

Annunciando che usciremo anche noi dall'aula al momento del voto, io vi lascio.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin. Ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Je crois que, avec regret, on doit avouer que ce débat a eu des aspects très spécifiques et particuliers mais, surtout, il n'a pas permis de discuter d'une façon équitable le projet qui a été présenté tardivement et d'une façon grossière. De fait, on nous a empêché de donner des idées, comme différemment nous sommes en train de faire pendant le débat. On a essayé de dire quels sont les points faibles de ces affirmations et au même temps il faut apprécier qu'il y a eu des interventions qui vont dans la bonne direction.

Au sujet de l'admission qui a été faite par certains assesseurs qui ont affirmé qu'il faut travailler et qu'ils n'ont pas eu le temps: mais quand vous étiez de l'autre côté, vous demandiez: "la raison pour laquelle on n'avait pas encore présenté cela, pourquoi on prétendait d'avoir deux mois pour avoir certaines choses, pour examiner, pour avoir des pourparlers, pour inviter les personnes qui peuvent être intéressées". Rien de tout ça!

Alors, vous pouvez comprendre qu'il est plutôt évident que, par rapport à ce que vous prêchez, la pratique est exactement l'opposé. En même temps, je veux souligner que depuis longtemps vous ne cessiez pas de dire: "vous n'avez pas eu le poids suffisant pour vous rapporter avec Rome; il faut aller à Rome, il faut battere i pugni, faire de façon de se faire comprendre, il faut obtenir tout ce que Rome nous doit". Maintenant vous venez ici nous dire: "ce que nous avons déjà mis dans la loi financière est en doute"; vous n'avez pas réussi à maintenir ce qui était déjà prévu dans une loi qui a été régulièrement approuvée.

Io credo che le difficoltà ci siano per tutti, le difficoltà di rapporto con Roma, con le altre Regioni, anche le difficoltà di rapportarsi con i vari Ministeri. Oggi qui si discute la parte relativa alle due leggi. Sulla prima abbiamo detto; per la seconda siamo ancora più dispiaciuti, perché ci sono delle modifiche all'articolo A piuttosto che all'articolo B, mentre la legge andrebbe rivista nel suo complesso. Non è un articolo che va cambiato. Va cambiata la legge. Questa è un'occasione persa.

Invece credo di poter dire con soddisfazione che in queste giornate si è fatto sicuramente chiarezza sulla differenza che in questo Consiglio esiste tra chi vede nella politica l'impegno, la voglia di lavorare, la voglia di creare le premesse, non solo per il risultato di domani, ma per il futuro della nostra Regione e quindi per appuntamenti elettorali che non siano solo quelli di scadenza del Consiglio. Considerazioni che vanno nella logica di fare un minimo di programmazione che tenga conto che la gente non può più essere completamente disorientata. Io credo che chi ? come sicuramente tutti voi ? legge i giornali, vede qual è a livello nazionale, quindi non solo in Valle d'Aosta, la difficoltà di far passare dei messaggi seri, dei messaggi di prospettiva.

Tutti dicono che la difficoltà sostanziale è rendersi credibili. Per essere credibili bisogna che ci sia un progetto di largo respiro, che dica in qualche modo che cosa si vuole fare, soprattutto per una Regione a Statuto speciale come la nostra. Ed ecco che allora il dibattito con prese di posizione franche, serie e costruttive, può essere apprezzato, e noi apprezziamo.

Riteniamo che per chi fa invece operazioni di visualizzazioni estreme, che cerca di camuffare, di dire "ci sono/non ci sono", "vedo/non vedo", queste siano in qualche modo delle strategie che non portano da nessuna parte. Oggi noi sappiamo quale distinzione ci deve essere e come si può procedere per il futuro. Questo è un passo importante. Noi riteniamo di dare la disponibilità per lavorare in una direzione, che in qualche modo gratifichi chi ha delle intenzioni serie su come ricostruire un modello che in qualche modo appaghi chi ha sempre creduto in certi principi e ha lavorato in certe direzioni.

Noi siamo sicuri che questo premierà chi ha sempre difeso i principi dell'autonomia, chi ci crede seriamente e chi ha voglia di lavorare in tal senso, non solo oggi ma anche domani.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron. Ne ha facoltà.

Perron (UV) - In conclusione dei nostri interventi, io non voglio addentrarmi, l'abbiamo già fatto, con repliche puntuali a tutta una serie di considerazioni avanzate dai colleghi e anche dagli Assessori, delle quali alcune ci hanno forse convinto, perché hanno dato qualche spiegazione in più, altre non hanno fatto altro che rafforzare le nostre perplessità.

Credete, quando qualcuno inizia gli interventi in quest'aula, dicendo che ci sono i consiglieri onesti e ci sono i consiglieri disonesti, è una caduta di stile, nonostante la laurea, che francamente non fa onore a chi le ha pronunciate.

È tornata in aula l'assessore Certan, io sono felice che lei quando parla di un "ventennio di débâcles", dica che praticamente abbiamo condiviso questa débâcle, perché in questi vent'anni ci sono stati esponenti di ALPE ? da Perrin a Louvin, a Franco Vallet ? che, come noi, hanno contribuito alla débâcle di questa Regione. Però è un dibattito che non ci porta lontano.

Noi, Presidente Marquis, mi rivolgo a lei, abbiamo insistito sul metodo, perché il metodo in questo passaggio per noi è stato sostanza. Io credo che la politica richieda anche una certa coerenza di messaggi e di linguaggio, quando si è all'opposizione come quando si è in maggioranza. Noi denunciamo ancora una volta, lo facciamo pacatamente, il fatto che su un provvedimento così importante non siamo stati messi nella condizione di dare il nostro contributo, e avremmo voluto farlo su tutta una serie di leggi, su tutta una serie di provvedimenti. Non ci torniamo, l'abbiamo spiegato ampiamente, e sorprende oggi constatare come forse soltanto alcuni colleghi si accorgano oggi delle difficoltà di tipo finanziario. Questo è davvero singolare.

Vede, Presidente Marquis, lei nella sua replica non ci ha convinto, perché ha tentato, molto abilmente, di prendersi meriti che non sono suoi, non sono tutti suoi. Quando lei parla del successo della legge elettorale, la legge elettorale è stata frutto di un percorso bipartisan dell'aula, non della maggioranza che lei esprime.

Quando lei parla, usando termini anche eleganti, di riassestamento della governance nelle partecipate, altro non ha fatto che effettuare delle nomine con una logica che in qualche modo, se permette, potremmo discutere.

Quando lei parla dell'apertura di un tavolo con lo Stato, lei denuncia l'apertura di un tavolo con lo Stato quando non c'è neanche il Ministro: le deleghe sono state restituite alla Presidenza Gentiloni! Ma cosa sta dicendo? Ci dica qualcosa in più, Presidente Marquis!

Faccio degli esempi per dire che, quando lei parla di progettualità della maggioranza, lei mente. Prima ancora che a noi, mente a sé stesso e mente ai Valdostani, perché per tutta una serie di settori che lei ha denunciato fermi ? e che hanno presupposto il cambio di maggioranza ? noi non vediamo alcun cambio di velocità.

Insistiamo sul metodo, perché il metodo per noi è stato sostanza e noi non siamo stati messi nella condizione di poter lavorare. È una forma di denuncia che vogliamo manifestare non partecipando al voto su questi due disegni di legge.

Se posso fare una conclusione, però, politica bipartisan, mi permetto di dire che tra questa fase e quella precedente, noi crediamo che la Valle d'Aosta abbia bisogno di un qualcosa di nuovo, abbia bisogno di un qualcosa di diverso, abbia bisogno di un progetto più forte rispetto a quello di cui lei oggi è la massima espressione.

La Valle d'Aosta ha bisogno di un progetto politico nuovo. La Valle d'Aosta ha bisogno di riscoprire le sue matrici autonomiste. Riprendo le parole di stamattina del collega Laurent Viérin che lei, collega Borrello - mi permetta - per insensibilità politica ha un po' banalizzato: la matrice autonomista ha un suo preciso connotato, che forse non le appartiene, perché lei ha una provenienza, diversa dalla nostra. La Valle d'Aosta ha bisogno di guardare al futuro, evitando di mettere steccati, evitando di parlare soltanto di personalismi.

Martedì è stato presentato un progetto, ci permettiamo di ribadirlo con molta serenità, in modo confuso, in modo non chiaro. È un progetto - è la lettura che diamo noi - che di autonomistico ha ben poco, e non è, ed era il motivo per cui chiedevamo di poterlo discutere nel dettaglio in aula, non è il progetto che noi vogliamo e auspichiamo per la Valle d'Aosta.

Abbiamo invece sentito questa mattina delle parole che, a nostro modo di vedere, sono andate in una direzione diversa, rispetto a una sensibilità comune dell'area autonomista e anche dell'area unionista. Questo è per noi un messaggio molto forte. Abbiamo sentito parlare di ricostruire e di riunire e non più di dividere, chiedendo anche di evitare delle ambiguità che fanno parte di una politica che non è la nostra, perché oggi magnificare l'Area Civica, non me ne vogliate, ma, collega Norbiato, lei non è espressione di un'Area Civica, lei è espressione della lista dell'Union Valdôtaine. Abbia pazienza, lei di civico non ha proprio niente. Come altri in questo Consiglio. Noi leggiamo questo messaggio come una chiamata a ragionare a un tavolo di vere forze autonomiste alla quale, colleghi, noi rispondiamo positivamente. È un percorso che ci interessa, un percorso nel quale crediamo, è un percorso che vogliamo approfondire; noi eletti da domani chiederemo al nostro movimento di lavorare in questa direzione. Noi crediamo che i movimenti autonomisti, con i loro difetti, con i loro errori, siano stati un atout, un valore aggiunto per questa comunità. Un sondaggio della stampa, nel suo anniversario dei centocinquant'anni, rievocava come l'Autonomia speciale sia stata un modello percepito dai cittadini per il valore che ha portato a questa terra. Noi sentiamo la necessità di riprendere questo ragionamento, perché se l'obiettivo è quello di salvaguardare ? ma direi anche di provare a rafforzare i contenuti della nostra autonomia ? noi non ci tiriamo indietro, perché i movimenti autonomisti - lo ribadisco - sono stati, e devono esserlo, possono esserlo, ancora il valore aggiunto politico di questa comunità.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Gerandin. Ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Avrei fatto la dichiarazione di voto dopo la discussione dell'articolato, eventualmente degli emendamenti, ma anticipo questa mia dichiarazione di voto, anche perché mi pare che sia stata manifestata la volontà da parte della minoranza di abbandonare l'aula.

È davvero un Consiglio straordinario questo, sono d'accordo con l'assessore Bertschy: tutte queste repliche straordinarie del Governo denotano comunque una situazione del tutto straordinaria. A me pare legittimo che ci siano degli approfondimenti, ci siano delle repliche in merito ai provvedimenti in discussione, ma oggi noi abbiamo forse assistito in quest'aula alle audizioni di Commissione, nel senso che mi pare che il Governo abbia detto in quest'aula quello che non ha avuto il tempo di dire nelle Commissioni. Non è un metodo condivisibile da parte mia. Io penso che il ruolo del Governo abbia le sue specifiche, le sue caratteristiche. Non può probabilmente entrare in querelle personali. Mi pare che debba avere un percorso molto lineare, e ci sta la replica da parte dei responsabili, ma a me veramente sfugge il significato del fatto che ognuno si senta nel dovere di chiarire e di giustificare le scelte di una variazione di bilancio da 20 milioni.

Lo dico, proprio perché è mia abitudine e consuetudine dire quello che penso, e ci tenevo a dirlo. Dopo di che può darsi, l'ho detto, è un Consiglio straordinario, le repliche sono straordinarie, che non diventi un metodo. Questo mi parrebbe quanto mai opportuno.

Riprendo alcuni passaggi. Per quello che riguarda le repliche del Presidente e dell'Assessore, il Presidente mi dice che per quello che riguarda il fatto che, esattamente nel 2014, non sono stati sottoscritti degli accordi, come lo sono stati sottoscritti da tutte le altre Autonomie speciali. Io non do colpa a nessuno. A me non interessa fare dei processi su chi abbia la colpa, però io vorrei veramente capire qual è il percorso e quali sono state le scelte che dal 2014 hanno portato a questa situazione di assoluto disagio, perché siamo l'unica realtà che non abbia un percorso. Lei nella sua replica ha detto che qualcuno sta già rivedendo gli accordi del 2010 per la seconda volta. Noi siamo ancora fermi, piantati, non c'è una norma di salvaguardia e ci arrivano le mazzate. Prendere e portare a casa. A me non interessa andare a fare dei processi, identificare e condannare nessuno. Io vorrei capire perché la Valle d'Aosta ha fatto questa scelta. Nessuno me l'ha spiegato. In Commissione mi sono state fornite da parte di alcuni dirigenti delle giustificazioni ? a mio parere puerili ? che non sono accettabili. È stato detto anche che non si può sovvertire la realtà, per cui di una manovra che ci piove dall'alto bisogna prendere e portare a casa. Poi leggo che, per capire, è stato attivato ora il primo tavolo. Ma Presidente, se noi dobbiamo ancora capire qual è la situazione, io non so come riusciremo a risolverla. Non può essere attivato un tavolo dove dobbiamo ancora capire. Io penso che sia chiaro a tutti, ma probabilmente non riesco a spiegarmi bene, che la Valle d'Aosta in questo momento ? e faccio salve tutte le sentenze della Corte Costituzionale che ci danno ragione, mettiamo tutto quello che vogliamo ? non è in grado di scrivere il DEFR.

Il DEFR ha una scadenza: 30 giugno. In questo momento la Valle d'Aosta non è in grado di scriverlo. Ma per ovvi motivi non è in grado di scriverlo. Se noi siamo ancora alla fase del "capire", scusate ma siamo veramente messi male. Io penso che sia il momento dell'agire. Quando dico che sono preoccupato degli scontri istituzionali, assieme a quello col Consiglio permanente, sono questi i motivi. Una Valle d'Aosta spaccata non sarà mai credibile. Gli articoli, gli scandali che quotidianamente si pubblicano e ci danno le prime pagine sui titoli nazionali, non ci aiutano di certo.

Sono d'accordo con l'assessore Chatrian, quando dice che è il momento di dire ai Valdostani la verità. Questo sarà il mio impegno. Da adesso in avanti, fino a settembre, tranquilli che mi metterò a testa bassa, perché voglio capire qual è la situazione reale dei Valdostani, che non possiamo continuare a dire "speriamo", "andiamo avanti" o quant'altro. Ora non possiamo, e l'ho detto prima, buttare la croce solo ed esclusivamente su questa Amministrazione. Io dico che noi portiamo un retaggio da anni, però è l'ora di cambiare passo, perché altrimenti per la Valle d'Aosta il declino è assicurato.

Arrivo all'esame forse un po' più politico. Qualcuno ha citato il mio ruolo nelle Commissioni. A me pare che in questo periodo nelle Commissioni io abbia collaborato, abbia cercato di portare le mie poche conoscenze e competenze, abbia cercato di essere collaborativo. Io non ritengo utile, necessario a questa maggioranza fare un'azione che paralizzi l'attività dell'Amministrazione. Non mi sembra corretto. È per quello che ho dato le dimissioni in quota maggioranza.

Però, vede, collega Guichardaz, lei dice che è faticoso partecipare alle Commissioni, io sarei curioso di andare a vedere la presenza non nelle Commissioni in cui ero titolare, ma nell'insieme delle Commissioni: penso di essere il più presente. Continuerò a essere il più presente. Questo ve lo posso garantire. Non hanno gettoni, per cui non è che rinunci né a gettoni né a niente. Continuerò a essere presente, rivendicando la facoltà di approfondire eventualmente determinati temi. Sul resto, io ho cercato di essere coerente con il mandato degli elettori negli anni di questa legislatura.

Che qualcuno viva quotidianamente degli psicodrammi, perché ha vissuto una maggioranza in cui è stato difeso l'indifendibile, magari ha vissuto da comparsa, magari rivede i fantasmi di quelle scelte che, a seguito di quella lezione di coerenza che in questo momento vogliono dare ad altri... veramente questo neanche mi sfiora, perché guarire dalle frustrazioni personali vissute, cercando di scaricarle sugli altri, non mi appartiene. Non mi appartiene minimamente!

E in questo momento, e parlo del PD, lezioni di moralità, di coerenza e di rispetto non le prendo sinceramente, e mi riferisco all'insieme delle persone che si sono sedute su questi banchi, hanno occupato posti di governo e adesso quotidianamente danno lezioni di coerenza in giro. Ma non mi sfiorano neanche. Non replico io sui social a queste cose, perché non mi sfiorano. Io ho un percorso chiaro.

Perché non me ne vado da questa maggioranza? Perché in questo momento sarebbe da irresponsabili togliere la fiducia alla maggioranza. Però io sarò libero di dire quello che penso. Irresponsabile perché abbiamo votato una legge raffazzonata ma che comunque entrerà in vigore a una determinata data.

Non sarebbe neanche giusto e corretto, perché ho sottoscritto e ho condiviso un programma in cui al punto uno c'era la riforma della legge elettorale. Per cui io in qualche maniera sarò di supporto a questa maggioranza fino all'entrata in vigore della legge. Questo è il compito che mi sono preso, ma sarò libero di esprimere totalmente le mie idee e quelle del mio gruppo, perché chiaramente in questo momento io le rappresento, ma rappresento anche un gruppo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Siamo arrivati alla conclusione di un dibattito che direi che è stato interessante, quasi tutti i Consiglieri hanno avuto modo di esprimersi in questa "due giorni", in cui da una parte abbiamo esaminato i due disegni di legge, la variazione di bilancio e il "collegato" e dall'altra sono state fatte anche delle considerazioni politiche.

Quanto alle questioni di carattere amministrativo, è stata anche l'occasione per fare il punto su quello che è stato fatto in questi mesi di Governo. Ritenevo doveroso, visto che siamo alla vigilia della pausa estiva per i lavori del Consiglio, dare solo una comunicazione riguardo a un ordine del giorno che avevamo approvato in occasione della gestione della Finanziaria.

Avevamo presentato un ordine del giorno relativo alle autostrade, su questo si è lavorato e su questo argomento è pervenuto un progetto di massima, una disponibilità da parte di Autostrade per l'Italia, per il tramite della società Traforo del Monte Bianco, a cedere a determinate condizioni delle quote di maggioranza della società RAV. Questo è un argomento che poggia su determinati presupposti, presupposti che prevedono delle condizioni anche di condivisione da parte dello Stato, progetto che dovrà essere approfondito nel mese di settembre e, per chi volesse, c'è la disponibilità della documentazione.

Per quanto concerne invece il discorso politico, credo che siano state fatte delle considerazioni importanti, dati degli spunti sia da parte dei Consiglieri di maggioranza, sia da quelli di opposizione e credo che ne faremo tesoro e la politica è giusto che, attraverso i suoi movimenti, abbia modo di fare le valutazioni e lavorare su questo argomento.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin. Ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Mi sembra che questa comunicazione, buttata così in mezzo alla discussione di una legge, non sia proprio banale. Io vorrei capire, su questo tema bisogna aprire una discussione molto ampia, perché questo argomento per cui è stato a suo tempo approvato un ordine del giorno, riguarda una questione molto complessa, una situazione oggi super deficitaria in cui rischiamo di trovarci con un'autostrada che vede il traffico pesante tutto dall'altra parte e che continuerà ad andare a bagno, per cui noi andiamo a comprare qualcosa che va a bagno di fisso.

Io non credo che con una semplice comunicazione, si possa chiudere l'argomento. Io chiedo al Presidente che questo argomento non venga affrontato semplicemente con una comunicazione: "io ve l'ho detto che stiamo andando avanti su questo". È uno dei dossier più difficili che ci siano. Non può essere svenduto, o meglio gestito con un'affermazione della serie: "io comunico che ho fatto, così ho risolto il problema". L'ennesimo annuncio. Confermate quello che vi diciamo da tutta la mattina, l'annuncio.

"Noi andiamo a comprare le azioni della RAV". Bene, bravi, complimenti! Io non so quanto i colleghi sappiano di questo annuncio buttato lì, anche quelli della maggioranza. Se lo sanno, mi sembra che l'approccio debba essere molto diverso! Lo dico non per lei o per me, lo dico perché questo è uno dei dossier che credo diano più grattacapi di tutti. Non può essere comunicato nell'ambito della discussione della legge che stiamo andando avanti su questo dossier.

Presidente, io le chiedo la cortesia, questioni di questo genere le doveva affrontare questa mattina ? quando non ci ha lasciato nemmeno discutere un ordine del giorno ? ma non si rilascia adesso una comunicazione di questa natura.

Ragazzi, allora effettivamente lasciamo perdere! Io chiedo al Presidente di avere un minimo di rispetto per l'Assemblea su dei temi delicatissimi.

Presidente - Ci sono ulteriori richieste di intervento? Possiamo procedere con l'articolato? Posso procedere? Chiedo ai colleghi di rimanere in aula. Articolo 1. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 18

Votanti: 18

Favorevoli: 18

Il Consiglio approva all'unanimità.

Articolo 2: stesso risultato. Articolo 3: stesso risultato. Articolo 4: stesso risultato. Articolo 5 con l'emendamento dell'assessore Chatrian. Ha chiesto la parola l'assessore Chatrian. Ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Per quanto riguarda questo emendamento, per correggere un mero errore materiale, l'importo già trasferito al bilancio dell'azienda regionale USL al comma 1 dell'articolo 5, "finanziamento degli oneri per la mobilità sanitaria", le parole "euro 5.450.000" sono sostituite dalle seguenti "5.540.000 euro".

Colgo l'occasione, nell'illustrare questo emendamento, per sviluppare meglio il perché questo Governo non abbia approvato il documento economico finanziario regionale. Non lo ha approvato principalmente per un motivo: il 19 maggio 2017 è stato pubblicato il decreto ministeriale che ? in pretesa dell'applicazione dell'articolo 16, comma 3 del decreto n. 95/2012 ? pone a carico della Regione Valle d'Aosta anche per l'anno 2017 un contributo, in termini di saldo netto da finanziare, pari a euro 144 milioni. Il DEFR è un documento di natura politica, non amministrativa, dove non vanno inseriti degli atti amministrativi dal punto di vista contabile, ma è un atto di natura politica, programmatoria e di pianificazione. La pubblicazione del decreto ministeriale del 19 maggio 2017 ha necessariamente aperto il conflitto istituzionale, probabilmente lungo e defatigante e con esito incerto, per il quale una soluzione condivisa è resa possibile da un nostro autorevole intervento. Le problematiche investono potenzialmente anche il 2018, per cui è necessario definire un accordo con lo Stato prima dell'avvio della programmazione finanziaria. Non potevamo ? e non dovevamo ? approvare, tale documento, dato che, innanzitutto, non è perentorio, quindi non è obbligatorio.

È obbligatorio approvare tale documento prima di approvare la legge finanziaria 2018/20, ma dato che vogliamo dire la verità ai Valdostani, dato che vogliamo far sapere qual è lo stato dell'arte dal punto di vista economico-finanziario, dato che vogliamo essere diretti, concreti e pragmatici, ci sembrava corretto non approvare nessun documento economico-finanziario prima di avere il punto di caduta e le certezze per il 2018/20.

Ci tenevo a fare questa specifica, più volte detta in quest'aula in queste cinque settimane, dato che l'invito era quello di approvare il documento politico entro il 30 giugno, che non è comunque una data perentoria.

Presidente - Non ci sono richieste di intervento, possiamo mettere in votazione l'articolo 5 con l'emendamento testé illustrato. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 18

Votanti: 18

Favorevoli: 18

Il Consiglio approva all'unanimità.

Articolo 6: stesso risultato. Articolo 7: stesso risultato. Articolo 8: stesso risultato. Articolo 9: stesso risultato. Articolo 10: stesso risultato. Articolo 11: stesso risultato. Metto in votazione l'allegato A. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 18

Votanti: 18

Favorevoli: 18

Il Consiglio approva all'unanimità.

Allegato B: stesso risultato. Allegato C: stesso risultato. Allegato D: stesso risultato.

Metto in votazione il DL n. 113 nel suo insieme. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 18

Votanti: 18

Favorevoli: 18

Il Consiglio approva all'unanimità.