Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2895 del 26 luglio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2895/XIV - Interpellanza: "Individuazione di una nuova sede per l'Istituto storico della resistenza e della società contemporanea".

Rosset (Presidente) - Punto n. 21 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il collega Cretier, ne ha facoltà.

Cretier (PD-SIN.VDA) - Ho presentato l'interpellanza in questione in senso propositivo, in quanto ho avuto occasione di visitare la sede dell'Istituto storico della resistenza e della società contemporanea in via Xavier de Maistre, 24, ad Aosta. La visita è stata fatta per questioni prettamente personali di ricerca di una persona fucilata nel 1944 a Montjovet, di cui i parenti non hanno mai avuto notizia. Tengo a precisare, in modo da non avere fraintendimenti di alcun genere, quindi che la motivazione della visita non si configurava come l'attività ispettiva del Consigliere, come dichiarato dal Regolamento del Consiglio, ma l'intento era tutt'altro.

Una breve visita ha messo in luce una situazione veramente insostenibile da parte del personale e della direttrice: libri ovunque non a causa di negligenze organizzative, ma a causa della mancanza di spazi idonei. Penso si sia già superata la normale capienza di tutti i vani presenti, perché parlare di archivio non mi sembra lecito. Si tratta di un alloggio adattato con scaffalature fino al soffitto e quindi con documenti non disponibili a tutti. E quando dico che tutti i vani dell'alloggio sono occupati da libri e documenti, dico proprio tutti e lascio a voi pensare quali sono. Poi mancano i locali dove i ricercatori o gli studiosi possano gradevolmente immergersi nella lettura di uno o più testi. Non ci sono postazioni adeguate in un'ottica moderna di consulto e di controllo del materiale. Non tutto il materiale è presente nei vani, sembra che vi sia anche del materiale, spero meno pregiato, depositato in un magazzino nel seminterrato, che rischia di danneggiarsi a causa dell'umidità naturale che si crea ai piani bassi, peraltro questo materiale non è fruibile ai più. Inoltre leggo dal vecchio sito che sono archiviati circa 6000 volumi sulla storia locale del ventesimo secolo e sull'autonomia, poi ci sono 45 fondi archivisti, 15.000 foto, 400 manifesti, 229 testimonianze registrate, quindi non solo documenti scritti, ma anche tutta una serie di testimonianze riportate su supporto magnetico.

Quello che più mi colpisce è tutto il materiale disponibile sulla resistenza e sulla questione dell'autonomia valdostana e la sua storia, quella vera, quella indiscutibile che ci ha portato oggi ad essere qui e a poter esprimere liberamente le nostre idee. Quale valore hanno oggi gli scritti di Chanoux, di Chabod, di Passerin d'Entrèves, di Chabloz, di Brean e per finire Bérard e Dolchi? Un lungo elenco di personaggi e di persone che hanno fatto la storia della Valle d'Aosta. Se ne ho dimenticato qualcuno, me ne scuso fin d'ora, non era nelle mie volontà. Credo che sia indiscutibile l'alto valore morale e storico. Questi personaggi hanno gettato le basi per una Regione a Statuto speciale che, malgrado sia bistrattata, è ancora, attraverso il suo Statuto, particolare e preziosa e difendibile di fronte a certi attacchi deleteri e faziosi.

Dichiarato il valore del materiale ivi presente, la personale preoccupazione è evidenziata nei rischi legati agli incendi. Sinceramente non ho capito bene se esistono dei piani di sicurezza e le dotazioni minime necessarie per le evenienze. Il materiale archiviato è facilmente combustibile, quindi sarebbe meglio prevenire. Per quello che riguarda l'accessibilità, ho dei forti dubbi e quindi non è fruibile ai più.

Infine la richiesta dell'interpellanza ha come obiettivo principale la ricerca di un'idonea e dignitosa sede. Credo che l'Amministrazione abbia a disposizione qualche struttura, magari meno centralizzata ma più accessibile, spaziosa e confortevole. Penso che ancora tanto materiale deve trovare spazio in un archivio, come già avvenuto in occasione del Consiglio regionale del 6 giugno 2017, oggetto n. 22, per l'accettazione della donazione di materiale di interesse iconografico, storico e demoetnografico, che forse questa volta non ha relazioni con l'Istituto storico, ma è possibile in futuro. L'interpellanza quindi è semplicemente non a breve...ma se ci fosse l'intenzione del Governo, io non so se non è mai stata fatta questa scelta, ma credo sia opportuno farla.

Presidente - Per la risposta, chiede la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Ringrazio anche il collega Cretier per aver presentato questa iniziativa in cui viene dato atto del valore dell'Istituto storico della resistenza e della società contemporanea nel tramandare e rendere attuali dei valori importanti e quindi per il ruolo che questo Istituto esercita sotto il profilo sociale e culturale. L'Istituto storico è un'associazione di diritto privato, che esercita la sua attività in modo indipendente dall'Amministrazione regionale. L'Istituto affitta i locali della propria sede attualmente da privati cittadini, è proprio per questa ragione che non abbiamo delle informazioni in merito alle dotazioni e ai piani di sicurezza dei locali e a tutti quegli aspetti che afferiscono alla loro gestione.

Per quanto riguarda il rapporto che la Regione ha con l'Istituto, è un rapporto importante, perché annualmente con la legge di bilancio eroghiamo un contributo: per l'anno 2017 sono stati riconosciuti all'Istituto 76 mila euro, oltre che la messa a disposizione di personale tramite l'istituto del comando e tramite l'Assessorato istruzione e cultura. Vengono messe a disposizione due persone, che corrispondono ai profili richiesti dall'Istituto per esercitare la propria attività.

Per quanto invece riguarda l'argomento della sede, è vero che c'è un confronto attivo da diverso tempo con l'Istituto, così com'è stata messo in luce dall'importanza...perché l'Istituto ravvisa la necessità di avere maggiore spazio, degli spazi che siano anche utilizzabili per ospitare le scuole, per ospitare dei gruppi di una certa consistenza nell'esercizio delle proprie facoltà. A questo riguardo, sottolineo che l'Assessore Certan ed io abbiamo avuto modo di interloquire in quest'ultimo periodo con i rappresentanti dell'Istituto storico, al quale abbiamo trasmesso la disponibilità da parte del Governo, riconoscendo il lavoro e il ruolo che l'Istituto svolge, nel collaborare e nel fare in modo di trovare degli spazi che siano consoni alle loro esigenze. Credo quindi che si andrà in questa direzione e avvieremo un censimento delle possibilità che ci sono all'interno della disponibilità della pubblica amministrazione per poter eventualmente riscontrare questa esigenza.

Presidente - Per la replica, chiede la parola il collega Cretier, ne ha facoltà.

Cretier (PD-SIN.VDA) - Ringrazio anche il Presidente della Regione per la risposta. Spero solo che non siano le solite risposte di rito, ma che ci sia veramente un impegno a breve. Ora, io non so se in passato qualcuno abbia proposto e presentato tale richiesta, io credo però che sia necessaria una riflessione. Capisco che vi siano altre scadenze, che sembrano più importanti e inderogabili, ma sarebbe veramente necessario programmare in futuro una sede idonea all'Istituto storico della resistenza, una nuova sede fruibile e dignitosa, moderna che possa accogliere visitatori, studenti e ricercatori e che permetta ai lavoratori presenti gli spazi necessari per gestire al meglio la montagna di documenti storici, che al momento non sono più consultabili e a rischio di danneggiamento, furto o distruzione. Per non pensare poi ad un'informatizzazione finale della documentazione e acquisizione di copia del materiale reperibile a Torino nell'archivio di Stato in via Piave, 21, perlomeno la parte che riguarda la Valle d'Aosta, che storicamente e militarmente dipendeva dal distretto di Ivrea, in particolare la sezione della prima guerra mondiale. Infine è opportuno, per la consultazione, un bel sito aggiornato. Qualcosa so che stanno facendo in modo da poter reperire tutti i testi e le immagini disponibili in un museo virtuale consultabile.

Come ottenere gli obiettivi lo domanderei al Governo, è una bella domanda. Le soluzioni adottate di un certo indirizzo da altre Regioni, ad esempio il Piemonte, sono diverse, in particolare la disponibilità di atenei nelle vicinanze degli studenti che nel ciclo degli studi affrontano sistematicamente il tema della storia, delle fonti scritte, dell'archiviazione con corsi specifici legati al patrimonio esistente. Con il sostegno finanziario continuo e già attuale, sia economico, ma anche per la ricerca di una soluzione definitiva sulla sede, vi sono molte professionalità che, attraverso ricerche e percorsi di alternanza scuola-lavoro, potrebbero rendersi disponibili a procedere con un progetto di riqualificazione di tutto il materiale disponibile.

Ricordo infine il grande lavoro che viene fatto dal personale che opera nell'Istituto e che ringrazio per l'attività che svolge in ogni occasione, sia di mera ricerca della storia di un singolo soggetto, sia esso civile che militare, o di grandi eventi pubblici, riescono a presentare con grande passione fatti e persone più o meno conosciute ai più nella storia recente della Valle d'Aosta che hanno lasciato un segno indelebile. Sarebbe possibile, attraverso un impegno diretto dell'Amministrazione - e la ringrazio perché ha preso l'impegno -, dare dignità all'Istituto storico della resistenza e della società contemporanea. Scusate se mi ripeto, ma per il momento non c'è.