Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2896 del 26 luglio 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2896/XIV - Discussione generale congiunta delle relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti e del disegno di legge n. 111 (Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2016).

Rosset (Presidente) - Abbiamo finito le interpellanze, quindi possiamo procedere, come già preventivato nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, con la discussione congiunta dei punti n. 22, n. 23, n. 24, n. 25 e n. 25.01 con il punto n. 27. Porto a conoscenza che la relazione dei revisori dei conti è stata consegnata e viene data per letta, quindi do la parola al collega Gerandin, relatore del rendiconto, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2016. Il rendiconto generale espone i dati consuntivi relativi all'esercizio finanziario 2016 e si compone del conto finanziario in cui si dimostrano i risultati della gestione finanziaria rispetto alle previsioni di bilancio e del conto del patrimonio che evidenzia la consistenza del patrimonio al termine dell'esercizio. La novità rispetto al passato consiste che, a partire dall'anno 2016, la Regione Valle d'Aosta applica la disciplina prevista dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici. La prima conseguenza dell'applicazione del decreto legislativo n. 118 è la delibera di Giunta regionale n. 1001 del 27 giugno 2016, in cui si procede ad un riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi. Di conseguenza a questo riaccertamento, si ridetermina il risultato di amministrazione dell'esercizio 2015 in un disavanzo pari a 278.836.628,04 che è stato ammortizzato nei prossimi 30 anni e per un valore prossimo ai 9,3 milioni annui.

Un dato che incide pesantemente è l'importo complessivamente accantonato e trattenuto dalle compartecipazioni a finanziamento del fondo dello Stato per il risanamento della finanza pubblica e che nel 2016 è pari a 239.798.745,14, un contributo che mi permetto di dire iniquo rispetto alle altre autonomie speciali, un'illegittima appropriazione come sancito dalla Corte costituzionale.

Per quanto riguarda la parte entrate, se si esclude nel confronto il trasferimento straordinario da parte dello Stato di 69 milioni introitato nel 2015, da riconoscere al gestore dei servizi ferroviari, vi sono 24 milioni in più (circa il 2 percento) nel 2016. Le entrate correnti rappresentano il 98 percento del totale delle entrate e le entrate in conto capitale evidenziano un significativo segno meno rispetto all'anno precedente, legate al "differimento di esigibilità" ad esercizi successivi dei trasferimenti a titolo di fondi europei e cofinanziamenti statali, in applicazione del principio della competenza finanziaria potenziata prevista nel disegno di legge n. 118.

Gli accertamenti finali (anno 2016) sono pari a 1.302.021.244,38, in significativa diminuzione rispetto al rendiconto dell'anno precedente pari a 1.347.000.000 e ciò è in parte dovuto all'entrata straordinaria di 69 milioni di cui parlavo prima sul titolo II, ma preoccupa anche il raffronto con il 2014, che chiudeva l'esercizio finanziario ad oltre 1.394.000.000 e gli anni 2012 e 2013 tutti al di sopra di 1.370.000.000. Ciò è dovuto principalmente alla diversa modalità di attribuzione del gettito derivante dalle accise sulla birra ed energia elettrica utilizzato dallo Stato a partire dal 2015 e che ha inciso in maniera pesante sulle entrate del bilancio regionale nel titolo I.

In considerazione di tale diversa modalità di devoluzione, lo Stato ha previsto nella legge di stabilità per il 2015 il riconoscimento a favore della Regione di 70 milioni annui a decorrere dal 2015 a compensazione della conseguente perdita di gettito, cifra assolutamente insufficiente considerato che il gettito accise birra ed energia elettrica introitate a bilancio regionale nel 2016 è crollato, sono di poco superiori ai 37 milioni. Tutto ciò considerato che negli anni precedenti si introitavano più di 140 milioni annui, con un picco nel 2014 di oltre 187 milioni. Le entrate accertate nel 2016 evidenziano poi un incremento di 17 milioni attribuibili principalmente alla crescita del gettito IVA e IRPEF e che assorbe la significativa riduzione IRAP legata alla manovra dello Stato, che ha significato per la Regione meno 15 milioni. Nel quinquennio 2012-2016 la Regione non ha attivato operazioni di debito a carico del bilancio regionale, sono stati autorizzati a dire il vero in gestione speciale Finaosta e ammontano a 263 milioni.

Per quello che riguarda le spese, risulta difficile fare un raffronto con i dati sul rendiconto 2015, in quanto nel corso del 2016 hanno trovato applicazione per la prima volta i nuovi principi contabili introdotti dal decreto legislativo n. 118/2011, che in particolare risentono degli effetti del riaccertamento straordinario dei residui che ha differito all'esercizio 2016 parte degli stessi, reimputando i relativi impegni (circa 145,6 milioni) e ha creato il fondo pluriennale vincolato. Medesimo discorso vale per gli impegni che, per gli effetti dell'applicazione dei principi dell'armonizzazione, ha introdotto il nuovo concetto di impegno che ha modificato le modalità di imputazione a bilancio delle spese secondo il principio dell'esigibilità della stessa. Gli impegni finali alla parte prima del bilancio risultano essere di 1,215 miliardi nel 2016, evidenziando una contrazione dell'8,09 (meno 107 milioni) rispetto all'anno precedente. Al netto del contributo allo Stato, le previsioni definitive si assestano a 1,131 miliardi di euro, in diminuzione di 107 milioni rispetto al 2015 e le somme impegnate a 975 milioni: 102 milioni in meno rispetto al 2015. Il rapporto pagamenti-impegni migliora passando dal 76,22 all'83,17 percento. La gestione di competenza del 2016, derivante dalla sola differenza delle entrate accertate e delle spese impegnate, chiude con un avanzo di euro 87.263.845,96. Risulta inoltre notevolmente migliorato l'equilibrio di parte corrente rispetto alle previsioni 2016.

Per quello che riguarda i residui, un'attenzione a parte merita la questione dei residui, trattandosi il 2016 di un esercizio particolare a seguito del riaccertamento straordinario che ha influito in maniera rilevante in particolare sul titolo I delle entrate. Il residuo attivo è esigibile quando l'Amministrazione ha titolo a pretendere dai terzi debitori il pagamento. Si è trattato pertanto di eliminare definitivamente quei residui che non potevano essere qualificati come tali. L'importo del differimento dei residui attivi operato in sede di riaccertamento straordinario è quasi interamente riconducibile al credito nei confronti dello Stato per le accise energia elettrica e birra maturato dal 2011 al 2014 di oltre 500 milioni.

Anche i residui passivi sono stati oggetto del riaccertamento straordinario prima e di quello ordinario poi. Sono stati eliminati 33,5 milioni, perché privi di un'obbligazione giuridicamente perfezionata e differibili a successivi esercizi, perché non immediatamente esigibili 293,5 milioni. I residui passivi al 1° gennaio 2016 ammontavano ad euro 655.900.111,61, ne sono stati pagati 283,8 milioni.

Per quanto riguarda l'avanzo d'amministrazione, il risultato d'amministrazione alla chiusura dell'esercizio 2016 ammonta a meno 121.595.815 e tenendo anche conto dei fondi a destinazione vincolata accertati e non impegnati e dei fondi da accantonare, si riduce il disavanzo dai 278.836.628,04 dell'esercizio precedente di 76.845.100,15, portando il nuovo disavanzo ad euro 201.991.527,89. È forse questa la buona notizia del rendiconto dell'esercizio finanziario 2016, cioè che non dovremo ammortizzare quei 9,3 milioni di cui vi parlavo all'inizio della relazione per 30 anni, ma rientrare molto prima dai 278 milioni di disavanzo accertati nel 2015 per effetto del riaccertamento straordinario.

Un altro aspetto positivo è che sono state risolte le criticità di cassa che erano state manifestate negli ultimi anni e ciò dovuto al fatto che lo Stato ha iniziato a trasferire il credito relativo alle somme di accise energia elettrica e birra maturato nel periodo 2011-2014.

Con questo ho concluso la relazione al disegno di legge in merito all'approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2016. Ci tenevo a sottolineare che è una chiave di lettura un po' difficile, qualcuno mi ha pure detto che forse questa relazione era un po' troppo tecnica, ma questo rendiconto è frutto di questo nuovo sistema legato all'armonizzazione dei bilanci pubblici, per cui ho cercato, nel limite del possibile, di semplificarlo.

C'è un'altra anomalia: mi trovo ad essere relatore di un disegno di legge di un bilancio in cui io ero in minoranza, per cui ho cercato di essere il più laico possibile. Ciò non significa che non abbia qualcosa da dire in merito a quella che è stata la gestione finanziaria 2016, ma mi rendo conto che il ruolo del relatore debba essere super partes. Dirò quello che penso in un successivo intervento.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Prima di mettere in evidenza i passaggi salienti del rendiconto 2016, vorrei ringraziare il relatore collega Gerandin, nonché il Presidente della II Commissione e tutti i membri della II Commissione e chi invece politicamente ha affrontato, a livello di maggioranza, il bilancio 2016. Oggi con l'approvazione del rendiconto generale andiamo ad analizzare lo stato dell'arte a livello di entrate, di spese, le macro voci e a mettere in evidenza invece il trend, le potenzialità, le possibilità anche a seguito dell'ultimo dibattito che abbiamo avuto solo due settimane fa approvando lo schema della futura modifica legata alle politiche fiscali, di cui speriamo presto di poter entrare nel merito e decidere per quanto riguarda il triennio 2018-2020.

Cercherò di non ripetere quanto è già stato ben rappresentato dal relatore e mi concentrerò invece su alcuni aspetti che è bene, secondo me, approfondire in quest'aula. Come è già stato detto, questo consuntivo sarà l'ultimo bilancio redatto ai sensi della legge regionale di contabilità (legge regionale n. 30/2009), anche se per alcuni aspetti, anche sostanziali, nella sua redazione si è già tenuto conto dell'applicazione dei principi contenuti nel decreto legislativo n. 118/2011, che ha introdotto il cosiddetto "bilancio armonizzato". Con l'applicazione del decreto legislativo n. 118 e con la modifica normativa inserita nella legge di bilancio dello Stato per il 2017, a partire dall'anno in corso non c'è più il vincolo di spesa del Patto di stabilità - questo penso sia un passaggio molto importante - ma diventa obbligatorio il rispetto del pareggio di bilancio. L'introduzione dell'armonizzazione non è stata né indolore, né semplice. È stato necessario uno sforzo di adeguamento da parte delle strutture regionali; e colgo l'occasione per ringraziare sia i dirigenti, sia i funzionari di tutto il sistema regionale, che ha coinvolto dirigenti, referenti contabili e tutto il personale amministrativo che supporta la gestione dei dettagli di bilancio anche attraverso un percorso formativo impegnativo. Occorre però ancora affinare l'approccio al bilancio armonizzato - è un inizio, una partenza - soprattutto da parte dei dirigenti per ottimizzare l'utilizzo delle risorse assegnate, con un duplice obiettivo: da una parte, evitare la formazione di debiti fuori bilancio, com'è successo nel 2016, e, dall'altra, in applicazione del principio della competenza potenziata, prevedere stanziamenti finalizzati alla copertura delle spese effettivamente impegnabili e liquidabili.

Quanto alle cifre, farei solo un breve riepilogo dell'andamento delle entrate e della spesa. Per quanto riguarda le entrate, il totale, senza considerare le partite di giro, ammonta a 1.302 milioni di euro, inferiore rispetto al 2015, anno in cui si era registrato un trasferimento straordinario dello Stato di 69 milioni da destinare alle spese da riconoscere a Trenitalia. Al netto di questo trasferimento, le entrate 2016 superano di poco, complessivamente di 24 milioni di euro, quelle del precedente esercizio. Il titolo I, che rappresenta il 90 percento delle entrate regionali, è in crescita rispetto al 2015, pur avendo registrato al suo interno una significativa riduzione del gettito IRAP, riduzione dovuta alle norme statali disposte a favore delle imprese.

Altro elemento importante: i trasferimenti dell'Unione europea e i relativi cofinanziamenti statali sono di molto inferiori rispetto agli esercizi precedenti proprio in conseguenza dell'applicazione dei principi dell'armonizzazione del bilancio, che prevedono la loro registrazione nell'anno di bilancio in cui sono esigibili, vale a dire quando le relative spese sono effettivamente sostenute e rendicontate all'Unione europea. Gli importi prima concentrati in un anno di bilancio sono pertanto stati distribuiti sul triennio. C'è stata una riprogrammazione dal punto di vista contabile.

Per quanto riguarda la cassa, nel 2016 si sono risolte in parte le criticità manifestate negli anni precedenti, in quanto lo Stato - lo diceva anche il collega Gerandin - ha iniziato a trasferire il credito relativo alle accise percepite sul consumo di energia elettrica e birra maturato nel periodo 2011-2014. Inoltre la percentuale di incasso sulle entrate dell'anno resta buona: superiore al 90 percento.

Per quanto invece riguarda la spesa, come ha sottolineato il relatore, il confronto con i dati del rendiconto dell'esercizio 2015 risulta difficile, sempre per effetto dell'introduzione dei nuovi principi contabili. In particolare, le previsioni definitive e i relativi impegni risentono degli effetti del riaccertamento straordinario dei residui passivi, che ha differito all'esercizio 2016 parte degli stessi con conseguente nuova registrazione dei relativi impegni.

Prendendo in considerazione solo la prima parte del bilancio, vale a dire tutte le spese, escluse le partite di giro, il rapporto tra impegni e stanziamenti definitivi è pari all'86,6 percento ed è in linea con il 2015, praticamente il trend è molto simile al 2015. Il rapporto tra pagamenti e impegni dell'anno è pari all'86 percento, in aumento rispetto al 2015.

Per quanto riguarda le funzioni obiettivo che hanno assorbito i maggiori impegni, ricorderei in ordine decrescente: la sanità con 295 milioni di euro, per la quale sono stati reiscritti circa 40 milioni relativi alla mobilità passiva; il personale, che comprende il personale regionale, direttivo e docente delle scuole e per gli interventi di settore per complessivi 245 milioni di euro; il concorso della Regione al riequilibrio della finanza pubblica per il 2016 pari a 239 milioni di euro; poi, non da ultima, la finanza locale per un importo di 165 milioni. La somma totale delle quattro funzioni obiettivo che ho appena citato rappresenta praticamente quasi l'80 percento degli impegni totali e precisamente il 77,86 percento. Malgrado un risultato positivo della gestione di competenza 2016, il risultato di amministrazione risulta in disavanzo di 121 milioni di euro. Trovate evidenza di questo risultato nella gestione di competenza del risultato d'amministrazione a pagina 15 della relazione al disegno di legge 113.

Inoltre, e questo è il secondo passaggio importante, per effetto degli accantonamenti e dei vincoli imposti dalle regole dell'armonizzazione, il disavanzo complessivo è determinato in 202 milioni di euro. Questi dati invece, se vi interessa, sono evidenziati alla pagina 24 della relazione. Pertanto al termine della gestione dell'esercizio 2016 il disavanzo dell'esercizio 2015, che, a seguito del riaccertamento straordinario dei residui, era stato determinato in 279 milioni, risulta ora inferiore di 77 milioni e il suo importo complessivo, dunque ammonta a 202 milioni di euro. Il rapporto tra le spese correnti e le spese di investimento, al netto delle partite di giro e dell'accantonamento a favore dello Stato, è pari al 92,53 percento: a fronte di 867 milioni di euro di spese correnti le spese di investimento ammontano a 70 milioni, pari al 7,47 percento. Nel 2015, per fare un paragone tra 2016 e 2015, le spese correnti ammontavano a 921 milioni di euro, le spese di investimento a 108. Quanto al rapporto invece tra pagamenti e impegni - ed è un dato significativo e importante soprattutto per il domani - si attesta all'83,91 percento, in crescita rispetto al 2015. Nel 2016, rispetto al 2015, c'è stato dunque un miglioramento della capacità di spesa, sul quale ha indubbiamente inciso anche l'applicazione dei nuovi principi contabili.

L'auspicio che mi sento di fare oggi, dopo aver cercato di mettere in evidenza gli ordini di grandezza, il lavoro che è stato fatto dal punto di vista contabile, le modifiche apportate anche all'interno delle singole strutture, non solo dell'Assessorato del bilancio, ma di tutte le strutture regionali, all'atto di approvare il rendiconto dell'anno scorso è questo - e ritengo che lo stesso possa essere condiviso dall'intero Consiglio - è che la capacità di spesa dell'Amministrazione regionale ad oggi cresca ancora, in questa direzione andrà il mio impegno e l'impegno di tutto il Governo regionale.

C'è un elemento che vorrei mettere invece in evidenza proprio come riflessione generale per il domani. Il pareggio di bilancio permette di spendere tutte e solo le risorse che sono a disposizione, quindi occorre lavorare affinché gli stanziamenti siano calibrati, pianificati, programmati per le effettive esigenze e possibilità di spesa. Oltre a quest'attenzione che va posta in sede di previsione di bilancio, ritengo che sarà necessaria - e questo è il secondo elemento importante - non solo la programmazione e la ricalibratura delle effettive esigenze, ma il monitoraggio periodico della gestione del bilancio che permetta di ridurre al minimo le risorse non utilizzate nella prospettiva del fine anno. Per essere precisi, i risparmi sugli stanziamenti non sono necessariamente segno di inefficienza. Si pensi all'esempio classico delle economie derivanti dai ribassi d'asta a fronte di gare: in questi casi si renderà necessario registrare le economie e rimetterle in circolazione, questo è un lavoro che andrà fatto regolarmente e sarà impegnativo. È un compito che spetta a tutti: sia centralmente all'Assessorato del bilancio, ma anche a tutti i dirigenti, a cui la Giunta regionale ad inizio anno assegna le risorse e gli obiettivi.

Il monitoraggio della gestione del bilancio, per effetto delle nuove norme, diventa più stringente rispetto al passato, questo sicuramente. Eventuali economie di stanziamento e il corrispondente avanzo di competenze da registrare nel rendiconto non possono essere riassegnate a nuove spese in presenza di disavanzo d'amministrazione. L'ideale - questa la pongo come riflessione - sarebbe riuscire a spendere ogni anno il 100 percento di quanto iscritto a bilancio a fronte di una scelta di natura politica e decisa da questo Consiglio regionale. Per raggiungere questo risultato, è però necessario mettere in atto un'attenta programmazione da parte delle strutture organizzative, la cui attenzione sugli impegni di spesa deve essere ancora più alta rispetto al passato. Per completezza, l'obiettivo non è ovviamente la massimizzazione delle spese, ma il pareggio per cui a fianco del monitoraggio delle spese sarà sempre più significativo il monitoraggio periodico dell'andamento delle entrate: da una parte, il monitoraggio delle entrate e, dall'altra, il monitoraggio per quanto riguarda le spese. Gli equilibri di bilancio infatti devono essere rispettati sia in sede di previsione che in sede di rendiconto. Come dicevo poc'anzi, il pareggio di bilancio rispetto al Patto di stabilità è sicuramente migliore, anche perché garantisce maggiori spazi finanziari e responsabilizza l'Amministrazione che dovrà assicurare l'equilibrio tra entrata e spesa anche nella gestione.

Come ultima riflessione ricordo che la recente approvazione fatta da parte del Consiglio regionale del parere sulla norma di attuazione elaborata dalla Commissione paritetica, che introduce importanti provvedimenti in materia di manovrabilità dei tributi, cioè di politiche fiscali, è pienamente in linea con la logica responsabilizzante a cui accennavo prima. La Regione avrebbe sì la facoltà di modificare le aliquote di alcuni tributi, tuttavia tali azioni dovranno essere compatibili con il rispetto degli equilibri di bilancio. Questa è indubbiamente una responsabilità che ci assumeremo nel momento in cui sarà approvata la norma che questo Consiglio ha approvato in quanto schema, ma sarà sicuramente una sfida interessante per il futuro, per i prossimi anni, disporre di una maggiore manovrabilità della leva fiscale, a favore di imprese e famiglie, mantenendo comunque gli equilibri di bilancio.

Presidente - Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il collega Fabbri, ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - L'illustrazione del relatore è stata esauriente, approfondita, così come quella dell'Assessore e ha affrontato un provvedimento legislativo complesso nella stesura, nella lettura, soprattutto da parte di chi non ha cultura tecnica del settore. Io mi permetterò pertanto di fare solo alcune considerazioni di carattere più generale visto che nell'argomento sono entrati molto profondamente, come dicevo prima, il collega Gerandin e poi l'Assessore, quindi nell'affrontare la descrizione di provvedimenti legislativi che hanno un po' sconcertato l'Assemblea consiliare, e non solo. Oggi approviamo la legge del rendiconto generale per l'esercizio 2016. Dal punto di vista delle leggi finanziarie contabili, il 2016 è stato un anno molto particolare in quanto si è dovuta gestire la transizione verso l'armonizzazione contabile prevista per la nostra Regione in attuazione della legge n. 118/2011, quindi è in quest'ottica che va letto il rendiconto 2016 nel raffrontarlo ai rendiconti degli anni precedenti. Mi unisco all'Assessore nel porgere un particolare ringraziamento agli uffici, che ci hanno anche fornito lo strumento di armonizzazione al rendiconto 2016 con la nuova legge, per cui ci siamo resi conto della profondità, del cambiamento tra un sistema e l'altro, questo già nella forma armonizzata contabilmente e non solo contabilmente. Un passaggio fondamentale - è stato detto -è stato quindi il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi secondo il principio della presenza di un titolo giuridico certificato per la loro esigibilità ed esecutività, un principio che ha visto un terremoto a livello contabile, che ha comportato un ribaltamento dell'avanzo, l'abbiamo visto nella discussione precedente da un anno all'altro. Infatti si è passati da un avanzo di bilancio positivo a un avanzo di bilancio negativo, però questa, a nostro avviso, è stata anche una forma di pulizia dei bilanci e finalmente si può ripartire da una situazione reale e quindi, a nostro avviso, anche più facilmente gestibile. Questo ha comportato un cambiamento sostanziale nella stesura delle leggi finanziarie: si è praticamente imposto l'utilizzo dei fondi non utilizzati nell'anno in corso per una nota impossibilità di riutilizzare gli avanzi di amministrazione. Se queste somme si fossero portate in avanzo di amministrazione non è che non avrebbero potuto essere riutilizzate, ma non avrebbero potuto essere utilizzate nell'anno e sarebbero andate a compensare gli avanzi di amministrazione negativi degli anni precedenti. Questo ha comportato uno sforzo notevole da parte dei dirigenti delle varie strutture - e solo in parte questo però giustifica l'essere arrivati sul filo di lana per la presentazione delle variazioni di bilancio che andremo a discutere la prossima settimana -, ma di fondo noi non potevamo assolutamente permetterci di perdere queste risorse. Risorse che - torno a dire - altrimenti non avremmo potuto spendere direttamente nel bilancio di quest'anno, quindi è un lavoro impegnativo che ha sottoposto tutte le strutture a tempi strettissimi e pertanto ha condizionato il lavoro della Giunta e della commissione, ma non ci si poteva permettere, in questi momenti di difficoltà economica, di tralasciare queste risorse.

Questo nuovo modo di affrontare il bilancio - l'ha detto l'Assessore e mi piacerebbe ribadirlo - è certamente molto più impegnativo da parte delle strutture, in quanto ci sarà un lavoro di programmazione estremamente puntuale proprio per tutti i motivi che sono stati detti, dunque è un modo nuovo di affrontare il bilancio regionale e un modo in cui sarà provata esattamente la capacità di previsione e di spesa delle strutture. Nel documento si dimostrano i risultati della gestione finanziaria in relazione alla previsione del bilancio 2016, dove si dimostra la correttezza della gestione finanziaria, in quanto si confermano gli equilibri fra previsioni e risultati. Dicevo prima che entrare nei particolari è già stato fatto e sarebbe comunque un passaggio molto complesso, ma viene evidenziato come siano rispettate le previsioni e si evidenziano anche le difficoltà riscontrate durante l'anno per l'adeguamento della legge n. 118 e la difficoltà di raffronto con i consolidati antecedenti.

Si tratta dunque di un documento che rappresenta un momento di transizione, ma ci auguriamo che sia una transizione, dove vi saranno bilanci di previsione più aderenti alla realtà, più aderenti ad una programmazione che dovrà porre la massima attenzione alla reale attrazione dei bilanci stessi. Per quanto riguarda...ah, no, questo riguarda poi eventualmente la discussione sulla relazione della Corte dei conti che verrà fatta in seguito.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (UV) - Da una parte prendo atto con molta soddisfazione che almeno oggi si riconoscono le difficoltà che un cambio radicale come quello che avevamo dovuto supportare nell'impostazione nel nuovo sistema contabile aveva caratterizzato quella fase di bilancio dell'autunno scorso. Oggi si riconosce quanto quella fase ha pesato nella nuova impostazione e, da una parte, se è vero che l'armonizzazione ha comportato un nuovo grande sforzo per gli uffici che anche noi ringraziamo - conosciamo lo sforzo che gli uffici soprattutto del Bilancio hanno fatto -, dall'altra parte, credo vada al tempo stesso riconosciuto come il superamento - sottolineo finalmente - del Patto di stabilità debba essere considerato come un elemento assolutamente positivo per questa Regione. Negli anni scorsi il Patto di stabilità era un elemento che ha caratterizzato pesantemente, e in negativo, la possibilità per la nostra Regione di poter autonomamente incidere, programmare e fare le scelte, perché il più delle volte ci eravamo trovati anche in presenza di possibilità finanziarie, stante il Patto di stabilità, da non poter impegnare o, ancora peggio, da non poter spendere le nostre risorse. Oggi questo rendiconto generale che viene presentato, pur in presenza di un cambiamento, credo, certifica - ma lo dico trasversalmente - come nel complesso negli anni che abbiamo attraversato la politica della Regione sia stata una politica che abbia assolutamente amministrato il denaro pubblico di questa nostra Regione nel rispetto delle regole, all'insegna della trasparenza, dell'oculatezza e direi anche all'insegna della serietà. Ancora una volta oggi, a conclusione di un ciclo, constatiamo come comunque non ci sono delle poste negative che pesano pesantemente sulla contabilità di questa nostra Regione. Io in questo ragionamento non faccio una valutazione sulle scelte fatte, opinabili o meno, ma dico che oggi è certificato, dobbiamo constatare nel tempo, non nell'ultimo esercizio ma nel tempo, negli anni che si sono succeduti, la correttezza di come il denaro della Regione autonoma Valle d'Aosta sia stato speso nella sua complessità.

Il relatore nella sua "laicità" già ricordava come ci sono stati l'anno scorso alcune importanti nuove procedure. Con una delibera che viene citata (la n. 1001) fu fatto già in quella fase nel 2016 un riaccertamento importante di residui. Quella fu una prima fase, dove il sistema venne obbligato in qualche modo a ricalibrarsi, a fare uno sforzo anche organizzativo più robusto di quello che era chiamato a fare prima, questo non è stato che l'inizio di una nuova attività di programmazione. Come non ricordare poi come l'anno scorso, come gli anni scorsi e come ancora quest'anno questo documento sia caratterizzato da una fase dove il rapporto con lo Stato è ancora un rapporto assolutamente pesante, lo è stato l'anno scorso, lo è stato l'anno prima.

Io ricordo una mozione, una risoluzione del Consiglio regionale approvata all'unanimità che ci impegnava pesantemente, come Governo regionale, lo scorso anno a lavorare su tutta una serie di questioni pendenti con lo Stato, che hanno avuto poi regolare soluzione. Credo tutti noi, tutta quest'aula immaginasse che con il 2017 si andasse a chiudere una partita importante, delicata, anche pesante dal punto di vista finanziario, dei rapporti con lo Stato. Il relatore ricordava correttamente come la cifra ancora messa a disposizione nel 2016 a favore dello Stato fosse intorno ai 240 milioni, il che significa, mal contati, il 20 percento del nostro bilancio; quindi questo la dice lunga sul peso che la contabilità della nostra Regione ha dovuto subire per l'ingerenza dello Stato italiano. Purtroppo questa partita continua ad essere una partita aperta. Guardo il Presidente Marquis per ricordare la chiacchierata che già abbiamo abbozzato nella II Commissione, che, per la politica intera di questa Regione, credo dovremo necessariamente riprendere. Questa presunta nuova richiesta di 144 milioni da accantonare anche per il prossimo anno a favore dello Stato è la dimostrazione più lampante di come la partita difficilissima nel rapporto con lo Stato italiano è ancora una partita tutta aperta.

Altro aspetto: diminuiscono le entrate della Regione. Certo, anche qui per la forte modificazione dei rapporti con lo Stato, questo nuovo panorama obbligherà - e lo sottolineo - la politica tutta, o chi in qualche modo avrà l'onere e il privilegio di gestire la Regione per i prossimi anni, a pensare, ad immaginare tutte quelle condizioni per creare delle nuove entrate, per creare una nuova base imponibile a favore della Regione, cioè andrà creata dell'economia. L'Assessore citava la leva fiscale, questa certamente è una, ma io ricordo gli sforzi anche fatti, gli impegni assunti in fase di bilancio, dove il Consiglio regionale nella sua completezza ragionava sulla necessità di immaginare di creare delle nuove condizioni per creare dell'economia nella nostra regione. Qui occorrono delle nuove idee, delle nuove iniziative che creino del PIL in Valle d'Aosta, che possano portare nuove attività, creare nuova economia che generi gettito, e, di conseguenza, questo, oltre a creare indotto, oltre a creare occupazione, possa anche costituire un momento dove si genera del gettito fiscale a favore della nostra Regione. Credo che questa sia una delle sfide principali che la politica nel suo complesso sarà chiamata a raccogliere.

È una Regione, lo si deduce da questo rendiconto, che vede come elemento assolutamente positivo, un non aumento del suo indebitamento. Questo è un altro elemento di una gestione sana e i cittadini dovrebbero capire che, anche sotto questo profilo, nel complesso la Regione è stata amministrata in tutti questi anni con un buon senso del buon padre di famiglia e, laddove ci sono stati degli impegni finanziari contratti, la Regione li ha sempre onorati con regolarità: questo è un altro elemento che va messo in evidenza. Come va messo in evidenza come la Regione, pur con qualche criticità di cassa l'anno scorso, sia sempre stata, e continua ad essere, un ottimo soggetto pagatore. Il fatto che vi sia la certificazione del Ragioniere Capo dello Stato che indica come i processi di pagamento delle fatture vengono fatti negli 8 giorni.

(interruzione dell'Assessore Chatrian, fuori microfono)

...il processo non dall'emissione fattura...

(nuova interruzione dell'Assessore Chatrian, fuori microfono)

Lo dico, Assessore, perché, come lei sa, se qualcuno approfondisce e vede i tempi con i quali la Provincia di Torino, la Regione Piemonte paga con regolarità, andiamo al semestre. Qui la Regione comunque processa tutte le cose negli 8 giorni e, entro i 30-40 giorni, comunque paga. È un elemento che la dice anche lunga su come in qualche modo ci sia regolarità e sana amministrazione.

Dai dati del consuntivo si può anche dedurre, se si guarda nel dettaglio ciò che è successo con l'IRPEF e le altre imposte. L'economia nel complesso tiene, nel complesso la Regione è stata anche un soggetto (parlo del 2016) che ha avuto anche la capacità di razionalizzare e di contenere la spesa - questo è un processo non facile, spesso con le strutture occorre un input politico, una continua e costante vigilanza anche da parte della Giunta perché la spending review (il risparmio) la si fa con azioni mirate e oculate tutti i giorni e risparmiare dov'è possibile è oggi un imperativo che è chiesto a larga mano anche alla politica, rimane sempre sbilanciato il rapporto, ma su questo andrà da qui al decennio fatto un ragionamento, tra le spese fisse e gli investimenti. Sugli investimenti chi avrà l'onere di amministrare questa Regione dovrà fare dei ragionamenti ancora diversi e qui ricordiamo che oggi ci sono tre voci: la sanità, il personale e gli Enti locali, che da sole assorbono gran parte, non tutto ovviamente, delle spese di questa Regione, quindi sulla parte investimento credo che chi amministrerà dovrà in prospettiva fare delle valutazioni e dei ragionamenti molto più approfonditi.

È una Regione che ha la capacità di usare i fondi europei. Oggi la capacità di usare i fondi europei è una di quelle cose dove ci si misura, anche come politica, nell'essere performanti, nel proporre progetti, nell'avere quindi la capacità di presentare in sede europea dei progetti che siano finanziabili e quindi di ottenere questo denaro e, di conseguenza, poi poterlo e saperlo spendere.

Queste erano alcune considerazioni che mi sentivo di fare per dire che nel complesso la fotografia è la fotografia di un sistema che certamente ha sofferto dei cambiamenti di questi anni, ma è un sistema che ha ancora i suoi punti di forza e io mi rallegro - lo ha fatto anche in commissione - che anche l'Assessore Chatrian, che è sempre stato molto severo nei suoi giudizi, oggi in questa nuova veste riconosca questi punti di forza come un elemento corretto di ciò che è stato fatto in questi anni.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.

Gerandin (GM) - Ho ascoltato gli interventi di chi mi ha preceduto. Avevo annunciato che comunque quelle che erano le mie opinioni in merito a questa gestione finanziaria del 2016 le avrei esternate. Faccio alcune considerazioni di carattere più generale, nel senso che - e lo dico perché ci credo - io penso che l'armonizzazione dei bilanci pubblici sia una sfida, una sfida aperta, una sfida che sicuramente mette alcuni paletti molto precisi nel nuovo sistema di amministrare la cosa pubblica.

Ho qualche rimpianto, forse doveva uscire prima il concetto del "pareggio di bilancio", il concetto dell'imputazione di spese nell'anno corrente. Era un principio che sicuramente, se adottato prima, non avrebbe portato la Regione Valle d'Aosta - ma attenzione la Regione Valle d'Aosta è una delle tante, ci sono situazioni magari messe anche peggio - a riconoscere poi alla fine un disavanzo di bilancio di 278 milioni, quasi 280 milioni. Questo perché in questo momento una situazione come questa non sarebbe più fattibile. Con il nuovo sistema di bilancio non si possono più mettere crediti o eventualmente residui attivi o passivi non esigibili. Ormai la contabilità è una contabilità molto precisa, che, di fatto, evita questi tipi di possibilità interpretative, questa elasticità di bilancio che è stata alla base anche di riconoscimenti di disavanzi anche maggiori.

Detto questo, quando dico che è una bella sfida, lo dico perché se guardiamo i dati del 2016, sono dati che magari sono passati sotto traccia, ma che personalmente leggo con un po' di preoccupazione. Io penso che questa nuova contabilità sicuramente impegni la politica, ma impegni particolarmente le strutture, per cui noi, quando andiamo a leggere che i principi dell'armonizzazione, introducendo il nuovo concetto di "impegno", hanno modificato le modalità di imputazione delle spese e ci rendiamo conto che nel 2016 gli impegni finali nella parte prima di bilancio risultano essere di 107 milioni in meno, vale a dire oltre l'8 percento in meno, significa che tanto lavoro c'è da fare affinché questo sistema sia messo in pratica e soprattutto sia funzionante. Questo significa che se io non impegno nei principi, questo mi fa un avanzo e se mi fa un avanzo, comunque mi andrà a determinare una minore capacità di spesa. È vero che dall'altra parte uno dice: "più faccio avanzo e più rientro eventualmente dal deficit legato all'accertamento dei residui del 2015".

Per quello che riguarda invece gli aspetti generali, alcune considerazioni. Penso che quando si dice che comunque a livello regionale nel quinquennio non ci sono state delle operazioni di debito a carico del bilancio regionale e poi alla fine comunque ci sono autorizzazioni per 263 milioni di gestione speciale, non cambi molto, perché comunque chi paga è sempre lo stesso: cambia il sistema di contabilizzazione, nel senso che, invece di avere 263 milioni a debito sul bilancio regionale, ho la quota annuale ammortamento, la quota annuale capitale. Torno a dire, come qualcuno che mi ha preceduto ha detto - mi pare il collega Perron, o l'Assessore -, che comunque la grande parte dei finanziamenti che abbiamo in conto capitale in questo momento derivano da due voci: finanziamenti europei, oppure indebitamento. Questo è un dato di fatto, è una chiave di lettura, non possiamo nasconderci di fronte ad una realtà che in questo momento va in questa direzione.

Un altro concetto che ci tengo a ribadire - l'ho già detto - è che è assolutamente inaccettabile che una realtà come la Valle d'Aosta - l'ha detto prima il collega Perron - contribuisca per circa il 20 percento al discorso del risanamento della finanza pubblica. È un'anomalia tutta nostra, un'anomalia che non ha eguali in tutte le autonomie speciali che, come noi, contribuiscono a questo risanamento della finanza pubblica. Lamentarsi...sì, certo, è iniquo - l'ho detto nella relazione - è una cosa che non tiene neanche conto delle sentenze della Corte costituzionale, ma, a mio parere, non basta, nel senso che noi paghiamo una debolezza politica soprattutto nei rapporti con Roma. Io ci tengo a sottolinearlo perché la Valle d'Aosta è l'unica realtà che nel 2014 non ha sottoscritto alcun tipo di accordo con lo Stato, probabilmente in quei periodi si era tanto impegnati a discutere con lo Stato le conseguenze, le non sanzioni o i patti di stabilità che lo Stato ci imponeva a sanatoria. Abbiamo in questo periodo dimenticato di mettere in piedi un meccanismo che ci garantisse il futuro della Valle d'Aosta, noi stiamo pagando in questo momento questa carenza politica. Non è facile quando si hanno dei numeri ristretti, me ne rendo conto, ma penso che - e lo dico in tutta sincerità, perché l'ho detto in altre occasioni - stiamo pagando anche forse un po' di poca autorevolezza, anche se erano solo due i Parlamentari che ci rappresentavano. Noi abbiamo sempre avuto voti favorevoli su tutte le manovre e su tutte le finanziarie dello Stato. Perché dimenticarci di questo? Io penso che un po' di buona autocritica ci vada, perché sennò veramente rischiamo di non cogliere nel vero senso la situazione della Valle d'Aosta: dico questo perché la Valle d'Aosta che emerge da questo consuntivo è una Valle d'Aosta in difficoltà, una Valle d'Aosta che il collega Perron diceva: "tiene", sì, tiene, ma non basta. Se noi con queste vessazioni che abbiamo da parte dello Stato, in cui una parte rilevante del bilancio...non è che noi la diamo allo Stato, non ci viene neanche data dallo Stato, che è molto diverso. Se noi non riusciamo a far crescere il sistema Valle d'Aosta, la Valle d'Aosta non ha prospettive di alcun genere.

Un altro aspetto che, a mio parere, è importante sottolineare è la prospettiva che abbiamo di fronte: anche se vi è un disavanzo di circa 280 milioni accertato nel 2015 con questo riaccertamento straordinario - penso che l'abbia spiegato bene anche il collega Fabbri prima -, vi è il fatto che per un arco di almeno quattro, cinque, forse sei anni non lo avremo in disponibilità. Questa pertanto è la grande differenza rispetto a quello a cui qualcuno era abituato - e vengo anche al discorso della variazione di bilancio -, è il motivo per il quale quest'anno parliamo di variazione di bilancio e non di assestamento di bilancio. Noi negli anni passati eravamo abituati a fare assestamenti perché avevamo avanzo di bilancio a disposizione, quest'anno non ce l'abbiamo, ma non ce l'avremo neanche l'anno prossimo e probabilmente neanche nei prossimi cinque anni di legislatura. Questo penso che debba pertanto fare riflettere la politica, i futuri amministratori, ma soprattutto dovrà essere una disamina in tutta sincerità e serenità, perché se il sistema Valle d'Aosta non crescerà - come ho detto prima, non basta tenere -, la Valle d'Aosta farà una fine annunciata. Non dobbiamo preoccuparci delle macroregioni, io l'ho sempre detto: saremo probabilmente noi che chiederemo di essere annessi o al Piemonte, o alla Liguria, perché non avremo più di che eventualmente sopravvivere. È in questo momento che bisogna reagire a livello politico, che bisogna farsi sentire a livello politico, è inaccettabile che 144 milioni ci vengano calati dall'alto, ma su questo non voglio addentrarmi oltre perché ne parlerò quando si parlerà della variazione di bilancio.

La mia, se vogliamo, è un'analisi che fa emergere delle difficoltà, ma deve essere un'analisi che comunque parte da una realtà, perché la realtà del 2016 è questa. Ognuno, a mio parere, deve farsi un esame di coscienza. Io penso che nessuno riuscirà a salvare singolarmente il destino della Valle e che ciò è possibile solamente tutti insieme.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Je crois que le débat qui est en train de se dérouler sur le thème de la comptabilité pour ce qui est de 2016 est décidément intéressant pour une série d'aspects - je crois que les Conseillers qui ont déjà fait la relation...et je remercie le collègue Gerandin pour sa relation qui était honnête, correcte, tandis que je reviendrai sur certains thèmes qui ont été abordés par la suite -, je pense que tout de même nous donne la possibilité de vérifier ce qui s'est passé jusqu'à présent et ce qu'on peut faire dès aujourd'hui.

Il tema che è stato evocato credo sia importante: con l'anno 2016 c'è un cambiamento radicale. Ora, questa operazione - chiamiamola "verità", "pulizia", come la vogliamo chiamare - ci ha permesso di mettere in evidenza come sicuramente negli anni, ma non dico negli anni per dire un anno, due anni, ma c'erano somme dell'alluvione del 2000, somme in qualche capitolo dell'alluvione...ma non per svilire quella che può essere una procedura, ma per dire che era un'abitudine quella di fare l'impegno, dopodiché l'impegno, quando andava bene, veniva dimenticato per alcune situazioni, dopodiché si trovavano queste risorse. Questa è stata un'operazione molto difficile, perché ha dovuto evidenziare come su una serie di situazioni...oggi vedi sullo stesso tema i depuratori, vedi alcuni interventi di grande rilievo che sono stati fatti dalle comunità, fermi da anni dove c'erano impegni di spesa...si sta completando il depuratore della Valdigne, il depuratore della Bassa Valle non è ancora iniziato, se ne parla da 20 anni. Dico questo perché sicuramente ci deve essere, com'è stato evocato, un cambiamento di modalità di programmazione, che è sì pluriennale, ma con delle operazioni annuali. Giustamente se io metto 10 quest'anno, devo sapere che quel 10 lo spendo, cosa difficilissima, ma per una serie di ragioni, perché qui si dice correttamente i tre quarti del bilancio regionale è già impegnato: sanità, il personale...ogni tanto c'è qualche milioncino che avanza sul personale - come avete fatto quest'anno - ma sul resto il discorso è che i soldi vanno. Dov'è che non vanno? Dove c'è una parte produttiva, dove il collega Gerandin diceva che dobbiamo fare in modo che ci sia il PIL, che ci siano dei lavori.

Il problema dei lavori: correttamente il collega Gerandin questa mattina ha evocato uno dei fatti su un appalto, un appalto simbolo, ma di questi appalti ce n'è per la scuola: per esempio, quella di Tzamberlet, e le altre scuole? Tutto fermo. È colpa dell'Amministrazione? Può darsi che nel prevedere questi appalti ci siano delle difficoltà. Abbiamo inventato il SUA, che non so se sia la medicina giusta. Ad oggi è difficilmente concepibile che il SUA, che doveva mettere degli esperti che facevano guadagnare tempo e soldi, oggi è esattamente il contrario. Non ce l'ho con le persone che sono al SUA, ce l'ho con il sistema che non funziona. In questo capitolo noi abbiamo i più grossi avanzi. Quando fai un appalto, l'appalto è fermo: ricorso, primo ricorso, secondo ricorso, terzo ricorso, passa all'anno prossimo, quei soldi lì sono persi. Questo è un aspetto molto delicato che credo vada tenuto nella dovuta considerazione, per cui sicuramente ci vuole un tempismo per quanto riguarda gli appalti, che non possono più essere appalto a settembre-ottobre, perché molto probabilmente uno su due, ma il resto torna a casa. Dico questo per dire che il passaggio, che è stato sicuramente importante: quello di uscire dal Patto di stabilità, di andare al pareggio di bilancio, ci dà l'opportunità di dire: "se ho qualche euro in più, lo posso utilizzare", ma lo devo utilizzare completamente, perché sennò diventa uno svantaggio, perché, come diceva il collega Gerandin, io non ho più l'assestamento di bilancio, io non ho più gli avanzi perché quelli vengono mangiati dal passato. Dico questo perché il cambio è sicuramente molto delicato e importante. È già stato detto che ha comportato un lavoro enorme da parte di tutta la struttura degli Assessorati competenti, in particolare quello delle finanze, con un sistema informativo molto difficile da tenere nella giusta direzione. Tutte le volte c'erano delle difficoltà, per cui non si può andare...perché il sistema non regge, perché bisogna avere gli esperti che arrivano da non so dove, perché c'è questa difficoltà. Tutto questo porta a dei ritardi, per cui noi alla fine ci troviamo con la non possibilità di spendere dei soldi. Questo è uno degli aspetti più delicati e importanti di quello che sarà non solo il 2017, ma gli anni a venire.

Un altro punto che credo possa essere giustamente ricordato - e l'hanno già fatto i colleghi - è il discorso dei rapporti con lo Stato. È stata evocata una mozione, che parlava di tre punti in particolare: uscire dal Patto di stabilità per andare al pareggio di bilancio, l'armonizzazione. C'è un punto che ancora non è stato risolto: il sistema SIOPE, che porta un disavanzo, per quanto ci riguarda, di più di 100 milioni e questa è un'altra anomalia grossolana nelle modalità con cui vengono attuati i riferimenti, che dovrebbero essere in qualche modo di equità con le altre Regioni. Noi ci troviamo con questo scompenso enorme: questo è un aspetto molto delicato che ancora è in sospeso. Per il resto credo che il fatto di essere usciti dal Patto di stabilità sia un aspetto molto importante. Il pareggio di bilancio ci dà comunque la possibilità di avere quella duttilità sui finanziamenti che noi possiamo avere.

Quando parliamo anche del problema degli altri rapporti, voglio anche ricordare che qualcuno ha detto che non ci sono stati in questi anni accordi. Vorrei ricordare che c'è stato il grande accordo che ci ha permesso di avere negli anni la ripartizione di quei 480 milioni delle accise dell'energia che non erano previsti e che sono stati distribuiti negli anni, che anche quest'anno noi abbiamo la possibilità di avere, perché sennò il bilancio non so come si farebbe. Questo quindi è stato un accordo molto difficile, perché chiaramente ha comportato un impegno pluriennale che non era facile far digerire a livello...come sapete, credo che abbiate provato cosa significa a livello romano trovare degli accordi su questo, come negli anni voglio ricordare che per non sforare...per raggiungere il Patto voglio dire che annualmente ci sono stati dei finanziamenti di 70, 80, 120 milioni che sono stati dati alla Regione per evitare di pagare questo ulteriore balzello. Credo che questo la dica lunga su come nel tempo c'è stata questa operazione, che credo sia abbastanza importante e che oggi noi vediamo con soddisfazione che ci ritroviamo nel rendiconto del 2016.

Giustamente si parla delle agevolazioni che dovranno essere fatte sull'IRAP, sull'IRES per incentivare la presenza di aziende in Valle d'Aosta. Voglio ricordare che su questo si è mosso già lo Stato - tant'è che noi abbiamo una riduzione delle entrate - perché ha ridotto l'IRAP. Voi capite che se questa operazione la fa già lo Stato, non ci rimane molto, questo voglio sottolinearlo, non facciamoci delle illusioni. Poi se io riduco questo, chiaramente bisogna trovare la copertura, questo è un altro tema non proprio banale. Su questi temi vogliamo intervenire con correttezza.

Voglio anche ricordare che nel bilancio che abbiamo approvato nel 2017 per il contributo pluriennale che doveva scadere a fine 2016, quindi nel 2017 non doveva più esserci, noi abbiamo messo un articolo specifico nella legge di bilancio: c'è scritto che i 144 milioni non sono dovuti per l'anno 2018, e non è stato impugnato. Noi diciamo che siamo contenti che non lo hanno impugnato, comunque quello è scritto nella legge, dobbiamo naturalmente farlo valere, però c'è nella legge. Non so quindi se questo possa essere un argomento, ma credo che in alcuni campi il fatto di avere dalla nostra un riferimento specifico normativo non è banale. Questo può aiutare una condizione che ci permetta di attivare i meccanismi giusti, come si è già credo proposto per ottenere i risultati che noi crediamo debbano essere per tutta la collettività. Sicuramente da quest'anno c'è questa rivoluzione importante che è stata fatta con l'armonizzazione. Noi siamo convinti che progressivamente questa modalità operativa che porta a dire che ad ogni impegno deve poter seguire una liquidazione entro l'anno...è un fatto molto impegnativo, soprattutto per alcuni settori.

Per il resto, noi siamo convinti che le operazioni fatte in questi anni sono operazioni che hanno dato la possibilità di mantenere alta quella che era comunque la situazione economica, di riprendere malgrado il periodo di crisi. Non dimentichiamo che dal 2008 abbiamo vissuto, e viviamo ancora, un periodo di crisi non indifferente. Il fatto quindi di essere riusciti a superarla con queste disponibilità credo sia un fatto importante, i riconoscimenti fatti giustamente per il 2016 credo vadano in questa direzione.

Non entro nel merito delle relazioni della Corte dei conti, che sicuramente non vanno che ad apprezzare il lavoro fatto, quindi non credo che ci siano delle osservazioni negative, come voglio ricordarvi che non ci sono mai state negli anni precedenti. Negli anni precedenti noi non abbiamo avuto osservazioni in merito e quindi di questo ci compiacciamo e speriamo che tutto possa creare le premesse per continuare a lavorare in armonia, tenendo conto del rispetto naturalmente delle leggi, ma anche delle necessità della Regione.

Si è anche accennato sicuramente all'indebitamento quando il collega Gerandin diceva che per l'indebitamento dobbiamo tenere conto non solo dei 278 milioni, ma anche del discorso Finaosta. Sicuramente è un discorso delicato che un po' alla volta dovremo anche prendere in considerazione, però teniamo conto che questo discorso di Finaosta è stato fatto sempre a favore delle partecipate, a favore di investimenti, a favore di rilanci che sicuramente hanno dato dei risultati molto positivi - come sappiamo - nelle varie partecipate che hanno oggi dei risultati positivi, altre meno, ma ci sono quelle che sicuramente li hanno.

Ringraziamo per quello che è stato il compito svolto per l'analisi del consuntivo, crediamo che questo cambio di passo obblighi tutti a fare delle riflessioni, anche programmatiche, diverse. Anche oggi noi abbiamo svolto in quest'aula molte interrogazioni, interpellanze sull'ospedale e su altri impegni, ma sull'ospedale in primis. Abbiamo impegnato nel tempo 120 milioni, oggi ne abbiamo spesi 10-11, perché chiaramente c'è stato, dopo i ritrovamenti archeologici molto importanti, uno stop e correttamente l'Assessore ha fatto un piano per dire: "dobbiamo riassettare e rivedere il tutto". Questi sono impegni molto gravosi e importanti, perché da lì passa una serie di risultati, oltre che a concretizzare l'ospedale unico, anche ad avere la possibilità di dire come effettivamente noi programmiamo delle spese difficilmente pianificabili, perché stanno ancora facendo il resto degli scavi del sottopasso. Come faccio io a programmare adesso con certezza quello che potrò fare entro l'anno o l'anno prossimo di lavori? È difficilissimo. Lo dico perché mi rendo conto delle difficoltà che ci sono per tenere conto delle osservazioni che insieme facciamo, ma che difficilmente poi a livello operativo si potranno tenere nella dovuta considerazione, perché, com'è stato detto, se non li impegniamo, sono persi, non vanno in avanzo d'amministrazione. Questo è un aspetto molto delicato.

Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola il Presidente della Regione Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (SA) - I colleghi che sono intervenuti, l'Assessore Chatrian, il relatore, hanno dato conto del rendiconto dell'esercizio 2016, un rendiconto del quale sono state analizzate le principali voci di entrata e di spesa.

Per quanto concerne le entrate, abbiamo registrato oserei dire una situazione in costanza con quella dell'anno precedente. È stata evidenziata l'importanza del trasferimento allo Stato all'interno delle entrate dell'accantonamento che ancora nel 2016 è stato trattenuto dallo Stato, pari a 240 milioni, un importo estremamente importante per l'economia della nostra Regione. Se vogliamo guardare al futuro, per poter pianificare dello sviluppo, bisogna riuscire a risolvere questo problema innanzitutto: definire un nuovo rapporto con lo Stato, un rapporto che preveda una nostra partecipazione al risanamento dei conti pubblici che sia compatibile con le nostre capacità e non iniqua così com'è stata prevista. È stata prevista dal 2012, è stato anche sottolineato che il criterio SIOPE è un'aggravante nella determinazione di questo importante peso, perché ci fa partecipare, nell'ambito della distribuzione della partecipazione delle Regioni a Statuto speciale, per una percentuale del 9 percento. Se adottassimo delle regole in funzione del PIL, la nostra quota a carico sarebbe all'incirca del 2 percento. È stato anche sottolineato dal collega Gerandin che altre Regioni sono riuscite nel frattempo a rinnovare, ad attualizzare il rapporto finanziario con lo Stato rispetto all'accordo che era stato effettuato ai tempi del federalismo e sicuramente possono iniziare a beneficiare di trasferimenti aggiuntivi rispetto a quelli che noi disponiamo oggi e che sono una risorsa utile per loro per determinare le condizioni di sviluppo e di rilancio dell'economia a seguito della pesante crisi che ha toccato un po' tutte le realtà italiane.

Credo quindi che dovremo continuare il nostro impegno per riuscire a risolvere questo tema, così come avevo fatto cenno nelle comunicazioni nell'ultimo Consiglio, con l'apertura del tavolo Stato-Regione, che dovrà vedere fissata a breve una riunione per iniziare a mettere sul tavolo queste questioni e per cercare di trovare una soluzione a questo difficile problema. Analogamente c'è il problema della manovrabilità fiscale, che è un tema importante - è già stato sottolineato - per ciò che concerne le possibilità che vengono rese una volta che la norma sarà trasformata in norma di attuazione da parte dello Stato, nonostante che bisognerà anche fare conto che il saldo dovrà essere un saldo pari sul gettito. Questo quindi ci chiamerà a delle responsabilità che la politica si deve assumere per cercare di generare le condizioni migliori per dare l'opportunità all'economia di crescere.

Riteniamo che già adesso le manovre attuate dallo Stato nell'ambito della manovrabilità fiscale abbiano ridotto il gettito IRAP di 15 milioni sul 2016, ma occorre anche sottolineare che ci sono delle realtà italiane - che sono molto più accessibili di noi e che presentano delle condizioni molto più favorevoli per lo sviluppo economico, stante che si trovano in bacini d'utenza e in condizioni anche commerciali migliori - che l'IRAP l'hanno azzerata: mi riferisco, ad esempio, alla Lombardia su tutta una serie di attività: per le nuove imprese, per coloro che creano delle startup. Questo quindi crea anche un tema su cui riflettere: il tema dello sviluppo, il tema dell'accessibilità, il tema di porci in competitività con le altre Regioni. Noi siamo una regione di montagna, una regione che ha delle condizioni più difficili delle altre per determinare dello sviluppo. Oggi l'accessibilità è una condizione che non ci favorisce sicuramente: quando parlo di accessibilità, parlo di accessibilità fisica, di accessibilità sotto il profilo informatico.

Dovremo quindi essere chiamati tutti insieme ad una svolta epocale, una svolta che deve creare le condizioni per una ripartenza del sistema Valle d'Aosta. Occorre guardare con una prospettiva nuova, una prospettiva in cui dobbiamo rinforzare il tessuto economico, tessuto economico che ha sofferto in particolare la crisi di questi ultimi anni. Una crisi che si è fatta sentire di più che altrove, perché dal 2007 al 2016 la Valle d'Aosta ha perso l'11 percento del PIL, una quota più alta rispetto a quella delle Regioni del nord-ovest, e anche rispetto a quella della media italiana. Ancorché la Valle d'Aosta abbia delle condizioni di partenza migliori sotto il profilo della ricchezza patrimoniale e della capacità reddituale, la differenza percepita nell'arco del periodo di crisi, della recessione è più alta rispetto a quella di altre realtà che possiamo paragonare alla nostra. Con questo voglio dire che ci possono essere le condizioni, sicuramente abbiamo le potenzialità sia intellettuali che ancora economiche per uscire da una situazione di difficoltà e di crisi, però bisogna cercare di cambiare passo, di creare quelle condizioni, quelle pre-condizioni affinché le imprese possano lavorare, possano crescere, possano produrre e possano creare dei nuovi posti di lavoro di cui anche in Valle d'Aosta se ne sente una grande necessità, perché nel periodo 2007-2016 è triplicata l'area della disoccupazione. Guardiamo quindi anche con attenzione alle problematiche dei giovani che hanno la necessità di introdursi nel mondo del lavoro, che stanno vivendo una situazione di disagio e di difficoltà.

Pertanto tutte queste considerazioni ci devono far guardare con attenzione a questo problema, che è un problema di sistema, di dare alla Valle d'Aosta quelle condizioni necessarie affinché si possa rafforzare il tessuto economico, che è stato per tanti anni un po' anestetizzato. Purtroppo abbiamo vissuto delle situazioni di difficoltà, che derivano dalla contrazione delle risorse della pubblica amministrazione. Abbiamo avuto negli ultimi quattro o cinque anni un calo di risorse del 40-45 percento, che incidono per circa il 10 percento del prodotto interno lordo della Valle d'Aosta. Questo ha determinato una minore partecipazione della Regione, della pubblica amministrazione nell'ambito della spesa pubblica e ha fatto risentire l'effetto sull'economia della nostra regione.

Per quanto concerne la situazione di bilancio, ancora due cose. Credo che, al di là di questa necessità di riforma, di attenzione verso il rilancio economico, abbiamo avuto nell'anno 2016, e anche nell'anno 2017 - com'è stato sottolineato - delle grandi innovazioni che hanno inciso sotto il profilo tecnico, sotto il profilo di approccio e che determinano sicuramente una gestione differenziata e attualizzata rispetto a quella passata. Non sarà più possibile generare dell'avanzo d'amministrazione nelle disponibilità per qualche anno della pubblica amministrazione, perché non tornerà nella disponibilità del bilancio e pertanto dovremo essere capaci a gestire con sempre più attenzione le singole voci che vengono allocate a bilancio di competenza sull'anno. In corso d'opera dovremo cercare anche di ricorrere a quelle rimodulazioni e riallocazioni quando si determinano quelle situazioni in cui, per tutta una serie di ragioni, tra cui quelle che sono anche state evidenziate - e mi riferisco all'ambito dei lavori pubblici o delle gare -, non si riesce a spendere così come si preventivava. Occorre cercare, nella seconda parte dell'anno, di riuscire in corsa a fare delle modificazioni e degli aggiornamenti di programma che ci consentano di individuare dei nuovi obiettivi per poter mettere in circolo le risorse di competenza dell'anno. Credo che con l'impegno di tutti ci possano essere comunque le condizioni per poter determinare una situazione favorevole per lo sviluppo e soprattutto per generare le condizioni per creare della nuova occupazione in Valle d'Aosta.