Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2837 del 21 giugno 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2837/XIV - Reiezione della risoluzione: "Sospensione della procedura di licenziamento collettivo del personale della Casa da gioco di cui alla legge 223/1991". Approvazione della risoluzione: "Indicazioni per superare la procedura di mobilità ex lege 223/1991".

Rosset (Presidente) - A questo punto le due risoluzioni iscritte ai punti n. 35.02 e n. 35.04 possono essere discusse congiuntamente. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Bianchi, ne ha facoltà.

Bianchi (UV) - Per illustrare la risoluzione che abbiamo presentato, parliamo di Casinò, un argomento che in questa legislatura è sempre stato à la une, per usare un eufemismo molto caro al collega Chatrian. Questa risoluzione è stata presentata perché, come ricordato in premessa durante l'ultima audizione in IV Commissione delle organizzazioni sindacali della Casa da gioco, è emerso in maniera chiara e unanime che la contrattazione in essere davanti all'Ufficio del lavoro è in chiaro stallo. Posso concordare che la politica stia fuori da questa contrattazione, ma occorre considerare le problematiche emerse e il coro unanime da parte dei sindacati che evidenziano un chiaro stallo della contrattazione dovuta ad una posizione troppo distante tra le parti, colpe molto probabilmente da imputare al nuovo Amministratore unico: non ha partecipato al primo incontro, che era sicuramente il più importante, perché avrebbe permesso di partire con il piede giusto; poco presente al Casinò e perlopiù le riunioni che si fanno con i dipendenti vengono fatte a Milano. L'altra colpa è il piano industriale, che non dice niente, approvato in quest'aula, durante la sua discussione abbiamo evidenziato le banalità presenti in questo documento e non aiuta la contrattazione.

Non sto a ripetere la serie di argomenti del piano che non condividiamo, già discussi in quest'aula, ma il coro unanime dei sindacati ha evidenziato che il piano non dice niente e sollevato molte perplessità. Visto anche il poco tempo ancora disponibile: il 30 giugno scade il termine dei licenziamenti collettivi per la contrattazione davanti all'Ufficio del lavoro, sarebbe opportuno, - è questo che chiediamo - di ritirare la procedura inerente i licenziamenti di 221 persone, non più 264, perché 41 sono state collocate in pensione con la "Fornero". Sappiamo benissimo che, se venissero licenziate 221 persone, la Casa da gioco non aprirebbe neanche i battenti, vale a dire che queste persone sono indispensabili proprio per aprire le sale. Sappiamo quindi benissimo che è un paradosso, un qualcosa per tenere i sindacati all'angolo. Noi chiediamo di "ritirare" la procedura n. 223, in modo che si possa fare una trattativa seria, paritaria fra le parti, come i rappresentanti dei lavoratori in maniera unanime hanno chiesto e che la trattativa parta dall'accordo del 2015, dove i lavoratori stanno già facendo da anni la loro parte con pesanti tagli.

Non mi dilungherei sul fatto, poi magari interverrò ancora nella discussione generale, anche in funzione dell'altra risoluzione che è stata presentata, però, Assessore, le chiederei di votare questa risoluzione, perché le era già stato lanciato un salvagente da parte dei sindacati l'altro giorno in IV Commissione; oggi glielo lanciamo noi dai banchi dell'opposizione - e parlo di salvagente visto che oggi è il primo giorno d'estate - perché se non vi sarà il ritiro, molto probabilmente nei prossimi giorni a lei serviranno le bombole d'ossigeno.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - A nome della maggioranza, abbiamo presentato una risoluzione che va nella direzione opposta rispetto al collega Bianchi, che forse non ha contezza della situazione in cui versa la Casa da gioco oggi. Forse non è a conoscenza della situazione drammatica in cui la società sta operando. Conti alla mano, credo che raccontare bugie in questo momento non serva né alla politica, né al "sistema Valle d'Aosta", né soprattutto all'azienda. Il 20 febbraio è stata avviata una procedura di licenziamento dall'allora Amministratore Sommo, perché i costi sono nettamente superiori ai ricavi. Il bilancio 2016 si chiuderà con una perdita di esercizio superiore ai 40 milioni di euro. La gestione non è più sostenibile, tranne che per il collega Bianchi probabilmente, che dice: "non dovete fare nessun taglio, perché altrimenti siete cattivi, siete il Governo dei cattivi, dovete sospendere la procedura che voi avete messo in campo il 20 febbraio 2017".

Cosa proponiamo oggi con questa risoluzione? Nelle premesse innanzitutto abbiamo messo un perimetro al dibattito che abbiamo avuto lunedì con le forze sindacali, dove da parte nostra c'è stata un'apertura importante. Si deve partire dall'accordo siglato nel 2015, che però non è sufficiente. La proposta che abbiamo fatto, come Governo regionale, alle forze sindacali quindi è: "prendete - parlando sia all'azienda, sia alle forze sindacali - i punti meritevoli già condivisi e inseriti nell'accordo 2015 e andate ad integrarlo ", perché non è sufficiente, diremmo delle bugie: quell'accordo non è sufficiente quanto meno per calmierare nei prossimi due anni e mezzo i costi certi. Dall'altra parte, per superare la procedura, c'è una possibilità: è stata data un'indicazione all'Amministratore unico Di Matteo di superare la procedura nel momento in cui c'è un accordo sindacale che non manda a casa nessuno, questa è la volontà, questa è l'indicazione, ma si devono riparametrare i costi del personale almeno per il prossimo triennio.

Nello stesso tempo, è stata data un'altra indicazione, condivisa anche da altre forze politiche che non fanno parte di questa maggioranza - lunedì in sede di dibattito -, è stata quella per cui coloro che percepiscono alti stipendi devono dare qualcosa di più. Noi lo abbiamo voluto precisare con questa risoluzione: "ritenuto corretto prevedere un criterio di partecipazione alla riduzione del costo del personale che sia graduato rispetto al livello reddituale e richieda un sacrificio maggiore ai redditi più elevati". Per quanto riguarda invece l'impegno, noi auspichiamo e siamo certi che si debba trovare una sintesi; l'azienda domani proporrà ulteriori simulazioni, proiezioni e proposte e speriamo che da parte dei rappresentanti sindacali ci sia la volontà di presentare a loro volta delle proposte per addivenire ad un accordo, in base al quale non si lascia a casa nessuno, a fronte di stipendi ancora buoni. Penso che non è mai facile all'interno di un'azienda ridurre i compensi o lo stipendio, ma la situazione è disastrosa. Io credo che ci siano le condizioni per trovare una sintesi per un periodo a scalare, cercando di chiedere qualcosa in più a chi ha di più e praticamente chiedere pochissimo sotto una certa soglia per diverse ragioni che ben conosciamo. Dall'altra parte ci deve essere consapevolezza che, oltre al contenimento dei costi certi, si devono mettere in campo azioni in grado di rilanciare, e quindi invertire la rotta, ricavi, tutte cose che abbiamo detto e stradetto in questi mesi per quanto riguarda la Casa da gioco. Questa è la proposta che facciamo considerati proprio gli incontri che abbiamo tenuto l'ultimo lunedì mattina.

In questo momento mettere la polvere sotto il tappeto e dire: "sospendete, lasciate tutto com'è" sarebbe un atto irresponsabile che farebbe male all'azienda, ma farebbe male ai lavoratori, anche perché certi costi così come sono parametrati non sono più sostenibili e quindi è comunque il momento di dare dei segnali importanti. Due sono le azioni principali: calmierare, da una parte, i costi e, dall'altra, invertire la rotta per quanto riguarda i ricavi, perché sappiamo che le sale sono ancora vuote, anche se ci sono timidi segnali di ripresa, timidissimi - permettetemelo - rispetto al 2016. I primi tre mesi sono stati disastrosi, lo dicevamo qualche giorno fa. Il secondo trimestre registra timidi segnali positivi se paragonati al 2016, sicuramente non sufficienti per quanto riguarda un'inversione di tendenza sugli introiti; le due cose devono andare di pari passo, e questo è previsto all'interno del piano e che, oltre all'accordo 2015, comunque non è sufficiente. Bisogna creare le condizioni per poter compensare, e quindi calmierare, un costo che non è più sostenibile. La proposta che noi facciamo al Consiglio quindi è di impegnare la Giunta a "dare indicazioni alla società, nella persona dell'Amministratore unico, di superare la procedura di mobilità ex lege n. 223/1991, previo accordo sindacale validato da referendum, che, sviluppando e modificando l'accordo del 27 ottobre 2015, in conformità con i principi del piano di ristrutturazione, garantisca l'attuazione del piano stesso e quindi il raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nei tempi previsti".

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - L'ora è tarda, quindi cercherò di essere breve e di non ritornare, di non ripetere tutta una serie di cose che abbiamo già avuto modo di dire.

Collega Chatrian, se c'erano dei dubbi su chi non sapeva qual era la situazione del Casinò, noi li abbiamo su di lei, perché a nessuno di noi era mai venuto in mente di guardare la platea e di dire: "basta una telefonata". Ma lei con che coraggio dice agli altri: "non vi rendete conto"? Era seduto lì e diceva: "basta una telefonata per revocare la n. 223" parlando al Presidente Rollandin e adesso con una faccia verginale viene qua a dirci che la situazione è grave, io devo legarmi alla sedia...ma non si vergogna? Noi parliamo di questa cosa, ma non si vergogna?

Lei ovviamente propone un impegno, collega Chatrian, che non è un impegno: è un impegno nullo rispetto alle richieste dei sindacati, perché ovviamente lei dice: superiamo la n. 223, se c'è un accordo sindacale validato dal referendum, quindi in ossequio al piano industriale. Lei lo sa, glielo abbiamo detto in tutte le salse: quel piano industriale è acqua fresca, per essere gentili, perché non c'è nulla che ci porterà a dire che il Casinò avrà un rilancio: è un Casinò in cui si interviene con il machete sui costi del personale. Il piano industriale in due righe, senza scomodare importanti consulenti, senza scomodare grandi società, quindi poteva ridursi...e adesso qualcuno mi dice non parlare delle 90 pagine sennò io parlo di righe, ma lì era semplice, bastava dire: "tagliamo il costo del personale in questi termini".

La nostra risoluzione era una risoluzione in cui si chiedeva una modifica dell'atteggiamento dell'Amministratore unico di totale chiusura. Faccio un inciso: probabilmente interverrà anche qualche altro collega, io ho visto un tweet in cui si dice: "Giovannini è out". Cosa vuol dire? Se Giovannini è out, vuol dire che un altro pezzo viene perso. Colui che doveva essere un riferimento per il settore gioco sembrerebbe - ho visto un tweet, però magari lei interverrà - che sia già sparito. Ci sono leggende metropolitane in cui si dice che gli hanno fatto fare due ore di anticamera. La sintesi però qual è? Sono i boatos che si sentono da Saint-Vincent: "avete messo qualcuno che non sa di cosa parla", ed effettivamente in modo candido ha detto in commissione di aver avuto dei rapporti istituzionali. Probabilmente partecipava a qualche pranzo, a qualche rinfresco, a qualche gala, faceva delle attività nobili, legittime, ma che si chiamano di PR, di gestione di Casa da gioco ne sapeva pochino. Quando noi le diciamo che questo piano industriale è un piano industriale confezionato, raccogliendo delle professionalità qua e là legittime, giuste, anche di livello che sono state assemblate dalla Deloitte, ma che mancano di un'anima... I sindacati ci hanno detto - e lei era qua, ha sentito - che nessuno si sottrae. Partiamo dal 2015, integriamolo, miglioriamolo, facciamo anche degli ulteriori sacrifici, non lo hanno escluso, ma hanno detto: "fateci lavorare senza un ricatto".

Quando abbiamo parlato dei vaccini, qui qualcuno ha scomodato dei principi universali e poi, quando cambiamo argomento, io ti faccio parlare con il cappio vicino. Intendiamoci: la sospensione della procedura n. 223 non è che siamo così ingenui nel pensare che possa essere un atto unilaterale, che non viene concordato con i sindacati. È chiaro che si va alla Camera del lavoro, si fa un ragionamento dove si prendono dei reciproci impegni, ma si toglie quell'arma di ricatto: ecco qual è la differenza.

L'impegno che lei ci sta proponendo, collega Chatrian, è un impegno che non cambia una virgola. Sostanzialmente, se mai utilizzerà questa risoluzione per dire che avete dato delle indicazioni nei confronti delle richieste dei lavoratori, è un falso. Questa risoluzione che lei ci ha proposto è assolutamente ininfluente e, purtroppo, i sindacati lavoreranno sempre sotto ricatto. Il nostro, al contrario, è un atto di fiducia anche nei confronti dei lavoratori, perché abbiamo visto qua delle persone che sono molto consapevoli, sanno com'è. Le posso mandare anche i messaggi che ci inviano, dove qualcuno mi dice che, per recuperare la perdita che abbiamo oggi, dovremo fare degli incassi di 8 milioni e mezzo al mese per arrivare agli stessi livelli del 2016, quindi già questa è un'attività sfidante. Non è colpa sua, non è che io voglio caricare la situazione contingente, ma, da un lato - torno a dirle -, lei ha sottovalutato il problema. Quando era seduto in questi banchi, ci ha trattato come dei superficiali che bastava fare questo e quell'altro. Adesso è lì ed è pieno di problemi: carico sotto il peso delle sue responsabilità. Da questo punto di vista, quindi faccia un atto di fiducia, voti la nostra risoluzione, diamo fiducia a questi lavoratori. Non sarà il fatto di togliere la n. 223, che farà venire meno il loro senso di responsabilità. Parlano del loro posto di lavoro, tutti sono consapevoli che, se le cose vanno male, vanno a casa. Non avrà degli irresponsabili di fronte, ma agiamo un po' da un punto di vista umano cercando di venire incontro alle loro richieste.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Sul Casinò abbiamo parlato allo sfinimento e abbiamo chiesto che la procedura di cui alla legge n. 223 venisse ritirata per permettere l'apertura di una vera trattativa, che è un atto che richiede due soggetti: le organizzazioni sindacali da una parte e i datori di lavoro dall'altra, ma che deve essere - questo noi continuiamo a ripeterlo - scevra da ricatti, da spade di Damocle, da tutte quelle situazioni che condizionano inevitabilmente una trattativa.

Io ho fatto il sindacato per diversi anni e devo dire che è un mestieraccio, è proprio un mestieraccio. Spesso ci si ritrova a dover fare da cuscinetto tra i datori di lavoro e le maestranze, il sindacato è definito unanimemente il "corpo intermedio", ma il sindacato serve anche al datore di lavoro per pacificare gli animi e per cominciare a lavorare in un'ottica collaborativa di costruzione. Oggi voi cosa chiedete al sindacato? Usando un termine caro a qualche Assessore, un codice che capite molto bene: chiedete al sindacato di fare il kapò: quello che si mette lì e che, sulla base di queste indicazioni che voi date, di cui poi parliamo, deve, previo accordo sindacale, in conformità, garantire l'attuazione.

Io ho fatto il sindacato, ma quando uno mi pone delle condizioni del genere, io avrei detto: Signori, siete dei fighi incredibili, fate voi. Cosa mi mettete in mezzo? Colleghi della maggioranza, fa sorridere che la Giunta chieda a sé stessa e a qualche collega, senza incarichi di governo, di impegnare sé stessa a dare indicazioni all'Amministratore unico di superare la n. 223, ma solo a condizione che l'accordo sindacale, di cui non si sa nulla, sia validato da un referendum. Questa roba qua è un capolavoro di...come si chiamava quel personaggio dell'assurdo? Questo è veramente un capolavoro dell'assurdo, neanche i più scalcagnati dell'Armata Brancaleone che ci sono stati nella storia si sarebbero inventati un escamotage così di scarso livello. Mi verrebbe a quest'ora anche da dire qualche parolaccia.

Lei oggi, collega, fa l'allarmista. Mette quella faccia contrita, richiama dati disastrosi. Naturalmente dà l'indicazione di una situazione che è veramente sfasciata, ma che cosa state a fare lì? Siete qua da 100 giorni. La telefonata, glielo ha detto l'Assessore, ma faccia questa telefonata! Si prenda questo telefono, se non ha il numero di Di Matteo, glielo do io! Faccia questa telefonata a Di Matteo e gli dica di mettere a posto i conti del Casinò da domani. No, invece cosa facciamo? Il boccino - come dice lei - lo giriamo ai sindacati, questi poveri cristi di sindacati che non gli basta già di prendersi schiaffoni dagli uni e dagli altri, devono fare da prosciutto in mezzo a due panini e adesso devono fare da Kapò per la sua e la vostra incapacità di trovare una soluzione. Perché i dati disastrosi di questi ultimi mesi, Assessore, sono colpa di chi? Sono colpa dei lavoratori, sono colpa dei sindacati? Lei pensa che, firmando un accordo con i sindacati in cui si dice: "da domani riduciamo il costo del lavoro, togliamo le ferie", da quel momento in poi si aprono le porte, entrano dentro flussi di clientela? Alla clientela non gliene frega niente se ci sono i croupier che guadagnano più del necessario, o se non siamo riusciti ancora a mettere in piedi una procedura magari di contenimento dei costi. I clienti arrivano se si fa un'azione di marketing, se ci si mette lì e si fanno quelle cose che, quando lei era all'opposizione, dava per scontate. Io ricordo con il collega Baccega, magari lo facevamo anche noi...e poi con il collega Perron dopo. Dava per scontato che per questa cosa qua bastava la fatidica telefonata. Ma questo Signore qua, più che arrotolarsi nella sua insufficienza, riempirsi di consulenti, che cavolo ha fatto fino ad ora? Le azioni di marketing le ha rilanciate? Ha fatto che cosa fino ad ora per rilanciare? I dati degli ultimi mesi dicono che la situazione è disastrosa, ma non è colpa nostra la situazione disastrosa degli ultimi mesi. Lei ha detto: "timidi richiami", cosa ha detto? Insufficienti aumenti di che cosa? Questo qua sembrava dovesse arrivare e spaccare il mondo, no, adesso è colpa dei sindacati, che non riescono a fare l'accordo con lavoratori, però i conti del Casinò sono comunque in rosso. Malgrado lei abbia una struttura fantastica, come dicono tutti, abbia un sacco di personale in esubero, perché mi dite che avete un sacco di personale in esubero, quindi avete persone che possono accogliere la clientela. Non avete ancora fatto quella riduzione dei 264 lavoratori...

Presidente - Scusate colleghi, capisco l'ora e capisco la situazione, chiedo scusa collega Guichardaz, però così diventa difficile. Grazie.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - ...quindi io penso che oggi, al di là dell'assurdità di questa roba, si debba dare indicazioni a questo Signore di proseguire in un'azione non lo so di che genere, se l'avete già implementata, di mettere in piedi un'azione di marketing, di rendere questa macchina che tutti ci dicono essere una macchina fantastica, di renderla finalmente produttiva. Dopodiché io penso che, quando si vede l'azione, quando si vede la capacità di questa governance di fare qualcosa dal punto di vista del rilancio del Casinò, forse anche i sindacati poi si siedono più tranquilli al tavolo. Non sanno di sedersi davanti ad una pletora di incapaci, che non sono in grado di gestire l'aspetto del marketing, che non sono in grado di fare null'altro che di ricattare attraverso questa melina, che io trovo davvero disgustosa e sfiancante della n. 223. Questo è un ricatto, che non ha nessun senso!

Dia una sveglia a questi Signori che prendono una barca di soldi. Sono 10, 12, 15, non ho capito, adesso ne mettiamo altri 13. Avete fatto manifestazioni di interesse da tutte le parti. Dia una sveglia a questi Signori in modo tale che diventino un po' anche i garanti di un processo di modo che poi i lavoratori possano dire: "è vero che ci chiedono di ridurre i nostri stipendi, di ridurre i nostri privilegi - come qualcuno li indica -, però, dall'altra parte, abbiamo delle persone capaci che stanno lavorando, che ci stanno mettendo in connessione con il territorio, che stanno rilanciando realmente la Casa da gioco". Così non è, vi state limitando a fare un'azione tattica per coprire le incapacità di questa gente. Allora o vi rendete conto di questa cosa, o prendetevi la responsabilità voi del fallimento e dell'affondamento del Casinò, non lo affidate ai sindacati o alla polvere sotto i tappeti, che oramai è stata pulita venti volte! Quella polvere, quei tappeti li avete sollevati venti volte, li avete ripuliti: se c'è della polvere, è vostra!

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.

Cognetta (M5S) - Solo brevemente per chiarire la questione del tweet, come richiamato dal collega Marguerettaz. In effetti, c'erano diversi rumor all'interno della Casa da gioco, però a volte certe azioni servono anche per fare emergere e far capire a tutti quanti quali sono le situazioni che si vengono a creare. C'è un articolo uscito da pochissimo on line con le dichiarazioni di Giovannini rispetto a quello che sta accadendo all'interno della Casa da gioco. Dico il virgolettato, quindi la sua dichiarazione: "ci sono state delle piccole incomprensioni. L'azienda continua ad andare avanti per la sua strada e qualcuno vorrebbe che assumessi un incarico di consulenza, ma io ho chiesto e ribadito che per fare ciò voglio essere informato su iniziative e possibilità che vengono decise e avere voce in capitolo, questo continua a non succedere. Ho fatto presente che il fatto di essere nominato, quando devo andare a realizzare altrui, non mi sta bene - probabilmente è stata saltata una parola: "cose" altrui - io mi prendo la responsabilità delle decisioni che prendo, o che condivido, ma non delle decisioni prese da altri e che non condivido. In Valle d'Aosta sono una persona conosciuta e si aspettano da me dei risultati, non posso permettermi di andare a gestire cose decise da altri.

Non so come andrà a finire, ma penso che alla fine, se l'azienda continuerà a mantenere questo atteggiamento, le possibilità di collaborazione siano nulle. Questo non significa che tolgo la mia disponibilità, ho un debito di riconoscenza nei confronti della proprietà, ma avevo sempre chiaramente detto che la mia disponibilità c'era se c'erano decisioni condivise. Purtroppo non posso prendermi la responsabilità di decisioni che non ho preso e che non condivido".

Non voglio fare l'analisi antropologica di quello che viene fuori, però un elemento mi sembra chiaro: chi dovrebbe in questo momento gestire, come Amministratore, la Casa da gioco forse ha qualche problema, forse sta gestendo le cose in maniera poco opportuna. A detta di un esponente che ha decenni di esperienza e che dovrebbe risolverci il problema del gioco. Non è proprio l'ultimo dei problemi che abbiamo lì dentro.

A questo punto mi sembra che ci stiamo avvitando sempre più profondamente verso quello che io auspicavo non succedesse, ma che avevo previsto: il fatto che questa società presto o tardi imploderà su sé stessa. La cosa non mi fa piacere e ho detto in tanti momenti che la decisione delle strade che sono state prese fino adesso non è quella, secondo me, corretta. Poi 223, non 223, accordo con i sindacati, non accordo con i sindacati, quello che diceva il collega Guichardaz è stato detto da me tantissime volte: se la gente non entra al Casinò e non gioca, possiamo tagliare tutto quello che vogliamo. Se uno ha un ristorante e non gli entra nessuno, può pagare anche un euro al mese il cameriere, ma se quell'euro non gli entra, il cameriere lo deve mandare a casa. Mi sembra una cosa talmente lapalissiana, ma questo veniva detto anche prima di questa situazione in cui sollecitavo i piani marketing che avessero poi un senso e un seguito.

Io quindi credo che, al di là delle due risoluzioni puramente tecniche, ormai la discussione sia andata oltre, ormai i tempi stanno superando la discussione che stiamo facendo. A fine mese che cosa succederà? Se veramente va avanti la n. 223, a fine mese andranno a casa 200 e passa persone, non si saprà come gestire il resto, ho dei dubbi nel capire che cosa succederà dopo. Oddio, non è che ho tanti dubbi, io so cosa succederà dopo, otto giorni...non so chi sta decidendo e come sta gestendo, però alla fine mi sembra certo a questo punto, poi valutate voi se è meglio tenerla, toglierla, però sono rimasti otto giorni, fateci un pensiero stanotte, magari la notte porta consiglio.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (EPAV) - Ci eravamo impegnati nella Conferenza dei Capigruppo a fare pochi interventi cercando di ottimizzare il tempo, ma, sulla base delle cose che abbiamo sentito, diventa quasi impossibile non intervenire. Noi abbiamo proposto una risoluzione molto chiara, poche parole che riassumono quello che io le ho detto lunedì scorso di fronte a tutti i sindacati e ai rappresentanti sindacali: Assessore, dia mandato a Di Matteo di ritirare la n. 223. Lei non lo ha fatto, si è presentato quest'oggi con una risoluzione che dice le stesse cose che lei diceva un mese fa, un mese mezzo fa e due mesi fa. Ma ci prende per il naso? È il caso di andare avanti in questo modo? Lei ci ha detto che la situazione del Casinò è drammatica, ma se non fossero venuti i revisori dei conti a dirci la reale situazione di cassa della Casino, noi a quest'ora non sapremmo ancora come stanno le cose. Allora, Assessore, per essere proprio breve, lei ha fallito pesantemente su questo dossier: lei ha fallito perché ha messo insieme una squadra di persone che tra di loro non parlano, che tra di loro non gestiscono, che tra di loro raccontano anche delle "cucche", però ci hanno detto che hanno in mano una Ferrari e un gioiello; queste due cose vanno rivalutate, ma lei non è in grado di farlo, si assuma le responsabilità e si comporti di conseguenza!

Dalle ore 21:30 assume la presidenza il Vicepresidente Fosson.

Fosson (Presidente) - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Non penso di aver fallito in questi tre mesi. In questi tre mesi abbiamo approvato un piano industriale - che per qualcuno è privo di contenuti - che ha fatto e fa chiarezza e dà la possibilità di fare attentamente lo stato dell'arte di una società importante per il "sistema Valle d'Aosta", che ha ancora grandi potenzialità, ma che deve essere gestita in una maniera diversa. In questi tre mesi abbiamo anche approvato un disegno di legge a supporto del piano industriale. Il collega prima parlava di colpa, non è un discorso di colpa, è che lo stato dell'arte è quello. Non so a che dati si riferiva il collega poc'anzi, perché il primo trimestre rispetto al 2016 segna un meno 20, mentre al termine del secondo trimestre, rispetto ad un difficile 2016, il delta praticamente o è sotto lo zero, o appena sopra, rispetto al meno 20 del primo trimestre, ma poco importa.

Prendo le distanze quindi dal qualunquismo e dalla superficialità con cui a volte si mettono sul tavolo dei dati. Tre settimane sono trascorse da quando abbiamo approvato il piano industriale, in cui sono contenute delle idee, delle misure da mettere in campo per invertire gli introiti.

Altro tassello importante: non possiamo non rispettare ciò che è contenuto all'interno del piano. In esso si declina una delle criticità che ad oggi impatta in maniera pesante sull'andamento e sulla gestione della Casa da gioco: la criticità è data dall'urgenza di rivedere, riparametrare e riorganizzare comunque l'assetto dei lavoratori all'interno della Casa da gioco, assetto su cui da parte di tanti c'è la disponibilità e la voglia di mettersi in discussione, da parte di tanti c'è la voglia di riscattarsi perché avevano perso la dignità in questi anni, erano stati magari messi all'angolo perché non avevano potuto mettere a disposizione le proprie capacità e le proprie professionalità. Non si fa tutto in qualche settimana, in qualche mese, magari ci va un po' di tempo per poter creare le giuste condizioni.

Oltre a questa parte significativa, io penso che la scadenza del 30 giugno sia molto importante. Come Governo, abbiamo dato mandato all'Amministratore di proporre diverse soluzioni, diverse possibilità per poter raggiungere un equilibrio di bilancio indispensabile in un'azienda comunque in difficoltà. Io penso che anche coloro che rappresentano i lavoratori, stiano lavorando a delle proposte per poter addivenire ad una sintesi: una sintesi che sicuramente non sarà facile, anche perché tutto dovrà essere avallato da un referendum interno alla Casa da gioco.

Ci tengo comunque a ribadire che, forse anche grazie alle poche azioni che sono state fatte in queste settimane per quanto riguarda qualche evento, il secondo trimestre, rispetto al primo, comunque dà dei timidi segnali diversi rispetto al primo disastroso trimestre. È normale che non è questo andamento che ci può rassicurare, perché l'attuazione del piano non è ancora iniziata, il primo tassello è quello del 30 giugno e parallelamente la riorganizzazione, cui stanno lavorando solo da poche settimane. Questo è l'auspicio con cui noi presentiamo questa risoluzione: l'auspicio che ci sia consapevolezza e determinazione nella ricerca di una sintesi che permetta di chiudere l'accordo sindacale, passo indispensabile per poter nuovamente rilanciare un'azienda che ha grandi potenzialità.

Dalle ore 21:32 riassume la presidenza il Presidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Molto brevemente, perché ho la sensazione che non ci sia la disponibilità a capire che cosa stiamo chiedendo rispetto ad un momento tragico. Non è che stiamo per una contrapposizione a dire: "facciamo A" o "facciamo B". Quello che voi dimenticate è che non ci è stato permesso di fare quello che avrebbe evitato questa situazione: dare quella disponibilità finanziaria, il che non escludeva di fare dei piani credibili, questo non è stato possibile farlo. Il risultato è questo: che oggi non sapete più come uscirne, però il discorso della sospensione di questa n. 223, che è legata a otto giorni di tempo...quindi è impossibile venire qui a dirci: " ma prima facciamo l'accordo e poi togliamo", questo è prenderci in giro, prendere in giro i lavoratori, prendere in giro i sindacati! È stato detto, non voglio ripeterlo.

Mi dispiace che non ci si renda conto che questa sfida andava bene per voi. Il fatto di togliere la n. 223 non voleva mica dire che non si può riprendere, attenzione, il discorso è che questo non sarebbe nemmeno iniziato se non avessimo dovuto prendere, da parte del Presidente, quella posizione: non sarebbe nemmeno iniziato perché, quando vi dicevamo in tempi non sospetti: "guardate che se non mettete dei soldi...", non per buttarli come diceva qualcuno, ma per reggere al tempo per cui si possa fare qualcosa per...

Non dimentichiamo poi che, se ci limitiamo ai tagli, siamo finiti tutti, il discorso è che non viene più nessuno, non è che sono gli introiti leggeri, non c'è più nessuno in quella Casa da gioco: questo è il punto! Se non prendiamo una posizione, che è una sfida, sospendere la n. 223 è una sfida, ma va bene per voi, se non lo fate, fra otto giorni questi qui vanno a casa. Fa il giro l'azienda...non è che vogliamo enfatizzare, sono cose che voi conoscete, perché adesso avete toccato con mano quello che dall'altra parte ci dicevate: "guardate che avete sottovalutato, non dovete più dare niente": questa è la realtà! Questo ci dispiace, perché voi con questo rifiuto del buon senso andate incontro a delle amare, amarissime sorprese che ricadranno tutte sui lavoratori.

Presidente - Non ci sono altri interventi. Metto in votazione la risoluzione della minoranza, iscritta al punto n. 35.02 dell'ordine del giorno. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti : 15

Favorevoli: 15

Astenuti: 18 (Bertin, Bertschy, Borrello, Certan, Chatrian, Fabbri, Fosson, Gerandin, Grosjean, Marquis, Morelli, Nogara, Norbiato, Padovani, Restano, Roscio, Rosset, Viérin)

Il Consiglio non approva.

Metto in votazione la risoluzione della maggioranza, iscritta al punto n. 35.04 dell'ordine del giorno. Dichiaro aperta la votazione. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti : 33

Favorevoli: 18

Contrari: 15

Il Consiglio approva.