Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2823 del 20 giugno 2017 - Resoconto

OGGETTO N. 2823/XIV - Interpellanza: "Stato di avanzamento del piano di valorizzazione dei beni di proprietà regionale".

Rosset (Presidente) - Punto n. 28 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, chiede la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - L'abbiamo ricordato nella premessa della nostra interpellanza: il nostro impegno per la valorizzazione del patrimonio di proprietà regionale. Negli anni scorsi presentammo svariate iniziative con l'obiettivo di rilanciare un ragionamento sulla necessità di valorizzare e/o di alienare l'importante patrimonio immobiliare di cui la Regione è proprietaria, ragionamento che si faceva, anzi, che si fa sempre più urgente a causa delle minori disponibilità finanziarie della Regione. Essere proprietari di immobili è una grossa responsabilità sia perché questi vanno mantenuti in sicurezza, sia perché dovrebbero essere di beneficio alla comunità e non un impaccio, un costo improduttivo, in definitiva un problema invece che una risorsa. Lo dico a bassa voce perché il dibattito sulla cessione dei "gioielli di famiglia", come fu battezzato dall'allora opposizione il piano vendite con evidente spirito polemico, è un dibattito delicato che intercetta decisioni che devono essere il più possibile ragionate e condivise con i proprietari veri di quegli immobili: con i cittadini. Noi siamo i primi a sostenere che l'eventuale vendita, o la cessione attraverso altre formule, per esempio, le formule di partnership pubblico/privato - una delle possibilità - dei nostri beni immobili, deve conseguire un'attenta valutazione caso per caso delle ricadute sul territorio, sulle finanze pubbliche, sulla programmazione urbanistica dei nostri centri abitati e sull'economia complessiva dei luoghi. Ne ho già parlato variamente in quest'aula, ma faccio un esempio rapido di come ci si dovrebbe, a nostro parere naturalmente, porre davanti al dilemma se vendere, se valorizzare, se cedere. Esiste anche la possibilità di cedere per un periodo lungo l'uso di un immobile a condizione che questo abbia, ad esempio, una destinazione ritenuta di pubblica utilità: è il caso - credo - della Baita di Plan d'Avie, per esempio. Se un ente pubblico possiede una proprietà immobiliare che costa senza produrre nulla, è bene che si interroghi su quale sia l'uso più consono che se ne dovrebbe fare: lo si deve ristrutturare, restituendolo ad un impiego pubblico a beneficio della collettività? È il caso, ad esempio, di edifici vengono aggiustati, ristrutturati per essere poi impiegati come scuole, strutture sanitarie, biblioteche, uffici o altro tipo di destinazione, per esempio, di carattere sociale. Si può anche decidere che è opportuno intervenire per creare spazi utili per associazioni, per enti parapubblici o privati, ma con finalità collettive; la destinazione di spazi come sedi per associazioni benefiche, ad esempio, o per l'avvio di attività produttive private, ma che abbiano poi delle ricadute sull'economia complessiva. Teniamo conto che qui da noi esiste il sistema del riparto fiscale, per cui maggiori tasse vengono pagate sul nostro territorio, maggiori sono gli introiti a favore delle casse pubbliche e quindi della collettività, pertanto usare degli edifici per produrre reddito poi ha indirettamente una ricaduta anche sul nostro erario. Si può decidere anche di cedere l'uso di una struttura pubblica a condizione che questa venga risistemata a spese del cessionario, con indubitabili ricadute in termini di miglioramento del contesto urbano, sociale, economico e alla fine con la valorizzazione del bene che - come dicevo - rimane comunque sempre di proprietà pubblica. L'uso intelligente dei nostri gioielli di famiglia può avviare processi virtuosi con reciproca soddisfazione sia da parte di chi acquisisce, sia da parte di chi cede. Potrei fare mille esempi di programmazione, ma penso che questi tre esempi che ho citato, queste tre possibilità da sole possano esprimere l'importanza di una corretta e soprattutto partecipata programmazione dell'uso del nostro patrimonio immobiliare che - ricordo - è davvero sterminato, è enorme.

Ora, credo che la politica non possa sedersi sugli allori e pensare che l'elaborazione di un piano di vendite e di valorizzazione sia di per sé esaustivo, sufficiente a risolvere i propri obblighi e doveri. È necessario continuamente monitorarlo, aggiornarlo, ritoccarlo se utile. È necessario capire, se vi è un interesse, per esempio, nuovo verso un bene o verso un progetto, magari anche in virtù di un progressivo cambio di scenario macro e microeconomico. Oggi assistiamo ad un rinnovato interesse verso gli investimenti immobiliari dovuto anche alla faticosa, ma ormai inesorabile uscita dal periodo più brutto della crisi economica e finanziaria, un refresh che sia pretesto per rimettere intorno ad un tavolo varie professionalità, vari soggetti: gli amministratori pubblici, il mondo del volontariato, dell'associazionismo, delle categorie produttive per capire se si può stipulare un patto volto all'uso più consono, efficiente e utile del nostro patrimonio. Io non mi scandalizzerei - qua lo dico - se ad un certo punto si cedesse anche a titolo gratuito o per lungo periodo, o quasi, come fanno alcune amministrazioni in giro per l'Italia, alcuni dei nostri immobili a condizione però che questi vengano risistemati secondo logiche condivise, secondo una programmazione ampia di sistema, con ciò valorizzando il territorio, rilanciando magari settori come l'industria, il turismo, il tutto nell'ambito però - e questo deve essere chiaro - di un grande progetto complessivo che abbia come scopo finale il rilancio e la valorizzazione di un patrimonio di cui siamo custodi prima che proprietari.

Con questa interpellanza ci limitiamo a chiedere informazioni sullo stato di avanzamento del piano di valorizzazione e vendita, ma implicitamente chiediamo di restituire al dibattito pubblico un tema che tocca tutti gli amministratori, ma anche i cittadini.

Presidente - Per la risposta, chiede la parola l'Assessore Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (ALPE) - Il collega Guichardaz mi darà la possibilità di fare lo stato dell'arte a circa un anno e quattro mesi, da quando è stato approvato il piano di valorizzazione dei beni immobili di proprietà della Regione. Buona parte della risposta che la struttura mi ha preparato e che ho cercato di sintetizzare, anche perché vorrei dare una risposta la più completa possibile, riguarda indubbiamente il lavoro che ha seguito il precedente Assessore Perron, che ha iniziato il percorso dando corso al piano approvato qui in Consiglio il 25 febbraio 2016. Praticamente per tutto il 2016 si è lavorato per creare le condizioni per poter alienare, trattare, vendere e modificare dal punto di vista urbanistico, dargli un valore e poi metter sul mercato i beni immobili regionali. Il suo contenuto è stato reso pubblico attraverso il sito della Regione affinché chiunque potesse prenderne visione e inviare alla struttura competente la propria manifestazione di interessi: questo è il primo punto, un punto penso comunque cardine.

Le richieste pervenute sono state molte. Da queste richieste è emerso che l'interesse è rivolto maggiormente all'acquisizione degli immobili piuttosto che alla valorizzazione. Probabilmente il nostro tessuto culturale è più propenso alla proprietà nuda e cruda e non alla sua valorizzazione: questa è una constatazione. In questo anno abbondante si è potuto procedere, come da legge, alla vendita degli immobili con valore inferiore ai 100 mila euro, per i quali è consentito adottare la trattativa privata. Si tratta più precisamente, dei terreni che vado ad elencare: ad Aosta un piccolo terreno in via Antica Zecca, sempre ad Aosta un terreno in via Guido Rey, ad Arnad un piccolo terreno da 500 metri quadri in località Le Vieux, a La Thuile invece una volumetria di alcuni terreni al prezzo di circa 70 mila euro e a Quart in località Ollignan.

È stata inoltre avviata la procedura di gara ai sensi della legge n. 18/1998 per la redazione delle relazioni descrittive estimative dei fabbricati per i quali sono pervenute manifestazioni di interesse dal mondo privato. Sono arrivate delle manifestazioni di interesse su queste proprietà: la Casa Lagnafietta in Corso Ivrea, che più volte era stata messa all'asta negli ultimi anni; la Cappella San Vincenzo; un fabbricato in via Xavier de Maistre; il fabbricato Rassat; il palazzo Ansermin, parte di proprietà regionale; la Salle de Gymnastique in Piazza della Repubblica, la vecchia Centrale laitière in via Piccolo San Bernardo. Oltre ad Aosta, che ne è la parte più importante, a Cogne, che è il secondo Comune dove le proprietà pubbliche hanno un'incidenza robusta, abbiamo: il fabbricato ex Mensa; l'ex Onarmo; il fabbricato ex Uffici: il fabbricato Stura centrale; il fabbricato Stura monte e le due ville, prima di Vallée d'Aoste Structure, Villa Est e Villa Ovest; sempre a Cogne, in località Epinel, un fabbricato e i terreni circostanti. Vi è poi il Castello superiore ad Arnad; alloggi e terreni ex Guglielminetti a Châtillon, l'ex fabbrica dietro il Don Bosco; la cascina del Castello a Fénis; la stalla sociale a Gignod; il villaggio Pera Carrà di La Thuile, che in parte è già stato alienato; il fabbricato ex Osteria di Perloz a Tour d'Héréraz; il capannone San Grato in località Les Îles a Pollein, dove avevamo prima un contratto d'affitto; l'ex liceo di Pont-Saint-Martin; il fabbricato Miramonti; il villaggio Surier di Valgrisenche; la piscina Giomein a Breuil Cervinia; il fabbricato ex Alluver in località La Fabbrica di Verrès; tre alloggi e garage in un condominio in via Circonvallazione a Verrès.

Nel mese di dicembre 2016, una volta ultimate le relazioni descrittive estimative, è stata indetta la prima gara pubblica approvata con delibera di Giunta per gli immobili: Casa Lagnafietta, negozio di palazzo Ansermin, Castello superiore ad Arnad, un terreno a Châtillon, capannone San Grato. Nella gara che si è tenuta in data 28 febbraio 2017 sono stati aggiudicati quattro immobili: Casa Lagnafietta al prezzo di 252 mila euro, il negozio di palazzo Ansermin al prezzo di 80 mila, il Castello superiore di Arnad al prezzo di 66 mila e un terreno a Châtillon. Questa è la prima parte.

Per alcuni immobili è emersa invece la necessità di provvedere ad una serie di adempimenti, come dicevo in premessa: si è dovuto rettificare dal punto di vista catastale prima di alienare il bene: Cappella di San Vincenzo, fabbricato Rassat, fabbricato Ansermin, Salle de Gymnastique. Vi è stata la variazione dei vincoli urbanistici di tipo amministrativo presenti sugli immobili: la Centrale laitière, a Cogne la Villa Est e la Villa Ovest. Si attende ora che i Comuni portino a termine le procedure di variante non sostanziale - questo è un altro passaggio comunque importante dal punto di vista urbanistico - ai loro piani regolatori, prima di poter procedere alla relativa vendita o valorizzazione; deve essere spogliato dal punto di vista urbanistico l'interesse pubblico. Vi è l'acquisizione degli attestati di prestazione energetica da allegare all'atto di vendita, oppure delle certificazioni sostitutive dell'attestazione di prestazione energetica. L'avvio della procedura di verifica dell'interesse storico (decreto legislativo n. 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio) è un procedimento previsto per tutti gli immobili realizzati da oltre 70 anni, quindi questa è una procedura che viene fatta direttamente dalla nostra Soprintendenza ed è una procedura complicata e complessa. È stata necessario attivarla per la Cappella di San Vincenzo, per il palazzo Rassat, per il palazzo Ansermin, per il Castello superiore di Arnad, per la Villa Est e la Villa Ovest e per il fabbricato ex Alluver a Verrès. In pratica, la verifica dell'interesse culturale condotta dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali consiste nell'analisi storica della valorizzazione del bene e della qualità architettonica.

Due passaggi invece sul domani e poi farò lo stato dell'arte per quanto riguarda invece la valorizzazione. Vorremmo - utilizzo il condizionale perché poi le due procedure sono molto ravvicinate, e l'idea è stata concordata all'interno della struttura - indire due gare entro il 2017: una nel mese di luglio, che verrà esperita praticamente il mese di settembre, relativamente al fabbricato Rassat, alle unità immobiliari di palazzo Ansermin, alle unità immobiliari del fabbricato Guglielminetti a Châtillon, al fabbricato Ex Uffici a Cogne, all'ex liceo scientifico Pont-Saint-Martin e alla piscina del Giomein a Valtournenche. Nella seconda gara programmata, che sarà esperita nel mese di dicembre 2017, saranno inseriti ulteriori fabbricati per i quali si è in attesa di ricevere le verifiche dell'interesse culturale. Le quattro criticità tecniche amministrative a quel punto dovrebbero aver trovato una loro soluzione e quindi inserite nella seconda asta organizzata per fine 2017.

Pur essendo risultate di minor interesse per i privati, alcune procedure di valorizzazione sono comunque state portate avanti in questi tre mesi; principalmente, per quanto riguarda le prime due, dal mio collega predecessore. È stato concesso in comodato gratuito a Projet Formation un immobile in località Panorama a Châtillon, ex scuole superiori geometri e ragionieri, precedentemente adibito ad istituto scolastico. Sono state avviate le trattative per concedere ad alcune associazioni sportive la palestra dello stesso immobile di Châtillon, anche in questo caso sempre attribuendo al futuro utilizzatore tutti gli interventi eventualmente necessari per il relativo utilizzo. Non appena saranno completate le verifiche preliminari della Soprintendenza e la revisione del piano urbanistico che recepisca l'eliminazione del vincolo urbanistico che destina gli immobili ad un utilizzo pubblico, si procederà con dei contratti di valorizzazione per la Cappella a Piazza Roncas, la Salle de Gymnastique di Piazza della Repubblica, Villa Est e Villa Ovest. Si tratta di immobili che necessitano di importanti interventi di restauro per poter essere utilizzati, interventi il cui onere verrebbe totalmente assunto dal potenziale utilizzatore. Queste sono trattative che abbiamo in essere in questi mesi. Presidente, qualche minuto, se è possibile, e poi termino. Sono state avviate delle trattative con associazioni che si occupano di ragazzi autistici per la concessione della cascina del Castello di Fénis e dei relativi terreni per lo svolgimento di attività didattiche. Sono in corso delle trattative con una società che si occupa di organizzare corsi in materia di sicurezza - questo è di questi ultimi mesi - sul lavoro rivolto a personale di aziende pubbliche e private. In questo caso l'ipotesi di utilizzo è per l'ex immobile ex Tiro a volo di Saint-Vincent. È in fase di approfondimento e c'è interesse, manifestato da alcuni Comuni, ad acquisire in proprietà o in concessione alcuni immobili ad Antey-Saint-André, ad Avise, a Runaz, in comune di Cogne, dove c'è la Casa dell'Orologio.

Per quanto riguarda invece l'ultima domanda: "se vi è l'intenzione di dare un'accelerata...", tre gli elementi importanti: il primo legato alle due aste che abbiamo praticamente calendarizzato: settembre e dicembre; il secondo: creare le condizioni dove c'è interesse da parte dei privati, quindi chiudere eventualmente il cerchio per quanto riguarda la valorizzazione, stiamo terminando le perizie e l'eliminazione dei vincoli sulle rettifiche catastali e la verifica dell'interesse culturale; l'ultimo: tra poco avremo modo di entrare nel dettaglio sia per quanto riguarda il Palazzo Narbonne che per il CRAL Cogne, che sono due importanti immobili inseriti nel piano di valorizzazione. Anche lì però il percorso deve essere su due piani: uno di natura tecnica e l'altro di natura invece di pianificazione urbanistica per il domani, nel momento in cui ci sono degli interessi e le aziende interessate a valorizzare comunque dei beni architettonici storici di una certa valenza e che hanno delle ricadute importanti all'interno della città di Aosta.

Presidente - Per la replica, chiede la parola il collega Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Devo dire che si sta procedendo sulla strada delineata da anni. Mi ricordo che forse lo stesso collega Chatrian nella scorsa legislatura aveva un po' il pallino di questo argomento del piano di valorizzazione dei nostri beni; poi è una strada che ha un po' entusiasmato anche a me all'inizio di questa legislatura. Oggi vediamo i risultati di questo lavoro di raccordo, che, secondo me, vanno attribuiti sicuramente alla politica che ha spinto affinché questo processo prendesse - come dice sempre l'Assessore - "gambe e corpo", ma se non ci fossero stati gli uffici che si sono presi carico anche del lavoro probabilmente di elaborazione, spinti sicuramente dalla politica, probabilmente questo lavoro non sarebbe andato avanti. Esprimo quindi da una parte soddisfazione, dall'altra, ringrazio anche tutti quelli che stanno lavorando alacremente, perché continuo davvero a pensare che il piano di valorizzazione e di alienazione - così come qualcuno diceva quando lo proponemmo noi dall'opposizione all'ex Assessore Perron, e poi continuato una volta in maggioranza e ora accolto e continuato - non è e non è mai stato nella nostra intenzione una vendita di "gioielli di famiglia", ma un piano che vuole valorizzare, anche attraverso la vendita, la valorizzazione, la cessione magari in cambio di una messa a regime, di una messa in sicurezza e di un ripristino del funzionamento, di una ristrutturazione. Lo ricordavo prima, è importante - e lei lo ha accennato - che vi sia un ragionamento anche dietro ai processi di valorizzazione, un ragionamento sull'impatto urbanistico, sulle ricadute che certi edifici o certi contesti hanno, per esempio, sul contesto urbanistico e sociale. Lo dicevamo prima con l'Assessore Perron quando si raccomandava che, per esempio, il palazzo Narbonne, il palazzo Cogne fossero comunque trattati anche nell'ottica di migliorare radicalmente il quartiere, di dare anche al quartiere un atout migliorativo, io credo che questa sia assolutamente la strada che bisogna perseguire.

Oggi abbiamo avuto l'occasione di avere un refresh sullo stato di avanzamento di questo processo, io tornerò a porre nuovamente la questione fra qualche tempo, anche per chiedere...poi se in commissione ritenete opportuno portare anche i dati che oggi ci avete velocemente elencati giusto per avere un quadro più preciso e un po' più pacato e tranquillo...perché oggi abbiamo avuto una serie di indicazioni e di dati, ma io francamente non ho avuto modo proprio di cogliere tutte le informazioni che ci ha dato. Se ai colleghi va bene, io proporrei di portare in commissione lo stato di avanzamento di questo piano per avere una cognizione un po' più articolata dello stato di avanzamento del progetto.